Non c'è fine al peggio...o forse si?

Per hinachan. ^^

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    Non sapeva perché avesse pensato a lui. Perché avesse sentito il bisogno così forte di vedere la sua faccia, di sentire ancora quel calore, la sua voce... La verità era che in quei giorni non sapeva più nulla. Era passata dalla rabbia, sfogata su un sacco da box mentre immaginava di picchiare se stessa, al vuoto più totale, che l'aveva portata a tornare nella sua Nazione natia senza un effettivo motivo, all'apatia, alla rabbia ancora...sino a...l'insensato bisogno che sentiva in quel momento, di perdersi tra le braccia qualcuno, sfogare ciò che provava su una persona familiare, affogare in quel bisogno di calore... ed era ovvio che avesse pensato a lui. A lui e a quella notte così bella. Non se n'era pentita e non voleva farlo...
    Sapeva che sarebbe potuto succedere. Lo sapeva dannatamente bene. In fondo era sparito, senza farsi più sentire...e lei aveva aspettato troppo tempo per tornare a cercarlo...ma nonostante questo, quando quella dannata porta si era aperta e quel dannato maggiordomo le aveva detto ''Il signore non può riceverla'', le aveva fatto dannatamente male. Aveva detto chi era, lui sapeva benissimo che lei aveva attraversato mezzo mondo per venire a trovarlo, era a conoscenza del viaggio che aveva fatto, del tempo in cui non si erano visti...eppure quella era stata la sua risposta. Evidentemente non era stata nulla più che una notte piacevole per lui...e in fondo che si aspettava lei? Che fosse importante come aveva pensato? Era stata solo un'illusa per l'ennesima volta... e ora, camminando per le strade di Roma, aveva così tanta voglia di piangere e così tanti pensieri in testa da sentirsi pronta a esplodere per la rabbia. E sentiva ancora quello stupido bisogno. E... Guardati... Si intrufolò una voce nella sua testa, eco di ricordi non troppo lontani da risultare sbiaditi. Quella voce, era anzi sin troppo vivida. Sei semplicemente l'aborto di una persona che si è fidata delle persone sbagliate, e questa è la verità, nessun'altra. Brami vendetta? Oppure vuoi scappare, lasciarti tutto alle spalle? Strinse i pugni, così tanto da ferirsi con le unghie curate. Non voleva assecondare il bisogno insensato di piangere, non voleva dar soddisfazione a quella voce. Cosa sto pensando...lui non può sentirmi. E poi una seconda voce, così dolce...ancor più vivida... Smettila di rimpiangere...non servirà mai a niente e non farà altro che logorarti. Rendi questa rabbia parte di te...trasformala...falla diventare la tua determinazione...parti da questa indignazione che provi e rendila il tuo motivo per... Basta dannazione, BASTA! Come se la testa stesse per esploderle, la prese tra le mani e si strinse i capelli, tirandoli appena. Non stava piangendo, non voleva piangere, se avesse pianto non se lo sarebbe mai perdonato...e infatti i suoi occhi ardevano, fuoco puro sulla pelle nivea. La pettinatura che quel giorno aveva scioccamente improvvisato per andare da Edward...il vestito bianco così lontano dal suo stile, le orecchie celate dall'angelica massa bionda, il collare che fungeva da dispositivo per la sua voce coperto da seta bianca...il trucco nero intorno agli occhi cerulei che le dava un aspetto così maturo e diverso dal suo solito... Era stata davvero un'idiota a conciarsi in quel modo per uno stupido incontro, una vera idiota ad aver fantasticato su quell'incontro, pensando a scuse adatte per giustificare quell'eleganza...una vera idiota a credere di aver trovato una persona su cui contare e...un'egoista, ma era troppo arrabbiata con tutto e tutti per pensarci in quel momento. Aveva voglia di strapparsi di dosso quello stupido vestito, il fermaglio dai suoi capelli, levarsi quelle stupide autoreggenti, gli stupidi tacchi e... Ehi bella, che ci fa una signorina di classe come te da queste parti eh? Una voce interruppe il filo dei suoi pensieri, una voce reale, presente, sconosciuta...lei la ignorò, rimanendo col viso in ombra sotto i capelli, le mani ancora tra essi. Non si mosse. Cos'è, adesso il prezzo è dato anche dal vestito? Vesti di classe perché hai un prezzo troppo alto per dei tipi come noi? Non si mosse. Ehi troia devi guardarci in faccia quando parli con noi! Una delle voci sconosciute si fece vicina insieme al suo proprietario, che fece l'errore di afferrarle un braccio...ancora, non si mosse. Infatti, infatti...chi cazzo ti credi di essere eh, puttanella? Solo perché sei così carina pensi di potertela tirare in quel modo? Non si mosse. Che dite, se leviamo sto bel vestito il prezzo scende? AHAHAHHAHAH! Non si mosse. Perché non proviamo? Quando il proprietario della voce più vicina mosse la mano ossuta per avvicinarla al suo vestito, all'altezza del suo seno, lei finalmente si destò. Alzò lo sguardo, mentre bloccava con uno scatto quella mano. Il fuoco nei suoi occhi parve spegnere per un attimo la spavalderia dimostrata sino a un secondo prima dal ragazzo magrolino dinanzi a lei. Non mi toccare. lo avvertì gelida. AHAHAH! La troia ha carattere! Bene, sarà divertente! Il grigio che era però rimasto spaventato da quella voce così metallica e fredda non si accorse nemmeno del pugno che gli arrivò in faccia mandandolo al tappeto. Che cazzo fai puttana!? dissero in coro i suoi compagni. E la bomba esplose, sfogandosi sui tre malcapitati, troppo umani e poco allenati per fare qualcosa dinanzi alla sua furia.

    Poco tempo dopo...una ragazza bionda con le sembianze di un angelo e un vestito che sino a poco prima era candido come le sue apparenze, si trovava dinanzi a due poliziotti, sporca di sangue su mani, viso, vestito...persino i piccoli seni messi in mostra dalla leggera scollatura dello stesso. Abbiamo avuto una segnalazione anonima. Lei corrisponde alla descrizione signorina per cui deve seguirci. Non era una richiesta ma un ordine, Seeu però era talmente sconvolta e poco in sé che non lo ascoltò, non si accorse neppure di essere davanti a un poliziotto. Levati dal cazzo. sibilò, scostandolo per passare. Come osa! Questo è oltraggio a un pubblico ufficiale! La fermò l'altro, afferrandole un braccio. Ciò che seguì fu dettato solo dal fatto che Seeu fosse sconvolta, accusata di un omicidio non commesso da lei e avvenuto da pochi isolati rispetto al luogo della ''rissa'' a cui aveva partecipato. Le accuse alla fine del tutto erano parecchie: omicidio, resistenza all'arresto, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale (x 2), e persino lesioni aggravate dovute alla rissa che lei stessa aveva confessato per cercare di spiegare la sua estraneità all'omicidio. Ed ora eccola lì, alla Falange, spettinata, il candido vestito su cui risaltavano grosse macchie di sangue e il viso in ombra per via della posizione china che aveva preso sulla sedia della sala d'aspetto in cui la stavano trattenendo. E in tutto ciò aveva lasciato a casa Oeufcoque e come se non bastasse, quella dannata voglia di piangere sembrava proprio non volerla lasciare... Ma in fondo era giusto così no? Non c'è mai fine al peggio.

    Le citazioni in corsivo sono riferimenti a: questa role e quest'altra. Lo specifico per chiarezza. :fior:


    Edited by =^Midori_no_Neko^= - 24/4/2013, 19:15
     
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    Aveva passato una serata di merda giusto la sera prima, aveva conosciuto una tipa davvero irritante e impossibile. Probabilmente aveva il ciclo, altrimenti non poteva spiegarsi la sua aggressività, sopratutto nei suoi confronti che era stato gentile e aveva perfino offerto cena e vestiti, visto che le aveva rovinato il suo. Si era appena seduto sulla sedia del suo ufficio, una tazza di caffè nelle mani, e accese la televisione, godendosi un attimo di pausa meritato. Guardava lo schermo, ma non riusciva a seguire i discorsi. C'era il telegiornale in onda, ma la mente vagava alle donne con cui aveva avuto a che fare ultimamente. Zaphira non riusciva ad andare avanti con le ricerche e sfogava i nervi su di lui, facendo addirittura scenate di gelosia davvero inspiegabili. Ryomou non aveva fatto altro che pestarlo e trattarlo male, era riuscito a non farsi odiare, ma di sicuro non sarebbe uscito mai più con quella tipa. Ne aveva abbastanza di ragazze con il ciclo perenne, incavolate senza un motivo. E sopratutto era stufo di fare il punchiball di chiunque. Improvvisamente la sua attenzione venne catturata da una immagine sullo schermo, un enorme Smile sul terreno di una scuola londinese.
    Lo riconobbe subito quel simbolo, e per poco non sputò via il su caffè.
    Ma che diavolo...? fece più perplesso che mai. Mostrarono un video amatoriale fatto con un cellulare di ultima generazione in cui c'era un ragazzo alto dai lunghi capelli argentei che sbandierava ai quattro venti che i Watchmen erano approdati anche lì. Un discorso ambiguo di giustizia, ma la giornalista parlò di un aggiramento di sicurezza di Londra che mise in allarme lo stato. Etichettò come teppista il ragazzo mascherato.
    Lesse un nome sulla fiancata di un jet, su cui il giovane faceva la sua arringa: "Nariko" Quel nome non le diceva nulla, ma aveva capito che i Watchmen l'avevano fatta grossa. Sperava solo che non sarebbe spuntato Kowalski a chiedergli dei favori "politici" per coprire quella faccenda. Si passò una mano nei capelli confuso. Lui qualche settimana fa era andato a Londra a fare indagini e se loro erano lì, probabilmente il suo intuito non aveva tutti i torti. Bussarono alla sua porta e fece capolino un giovane agente.
    Mi perdoni capitano, abbiamo catturato una sospettata, dai suoi documenti risulta che non è dell'impero.
    Eloy annuì, quando si trattava di stranieri bisognava procedere un modo diverso. Si fece accompagnare nella solita stanza dell'interrogatorio, e nel traggitto diede una rapida occhiata ai documenti preparati, in cui si accennava un collegamento ai delitti commessi negli ultimi giorni, e che la sospettata, era stata ritrovata a qualche isolato sporca di sangue e in stato confusionale, in sede aveva affermato di essere innocente, ma la presenza di sangue doveva essere accertato. Quasi scocciato entrò senza bussare. Non vide subito di chi si trattasse, aveva ancora in mano la sua tazza di caffè. Bevve un sorso e si sedette di fronte alla sospettata: una donna bionda, sporca di sangue, curiosi fermacapelli di metallo a forma di orecchie di gatto, occhi azzurri.....
    Sputò il caffè non appena la riconobbe. Ebbe la prontezza di girare il volto per non colpire la sospettata, imbrattando però l'agente vicino.
    Rimase a bocca aperta, si aspettava chiunque ma non lei. Gli agenti lo scrutarono perplessi, e lui cercò di riprendersi.
    Cough Cough, lasciateci da soli. fece serio agli agenti che annuirono e uscirono dalla stanza. Una volta da soli, Eloy si alzò in piedi, si portò una mano sulla fronte e l'altra sul fianco, sospirò esausto: un'altra donna che gli avrebbe dato filo da torcere, aveva ragione suo nonno quando diceva "donna significa danno"
    Non avrei mai immaginato di rincontrarti in questo modo Seeu. disse per poi tornare a guardarla, e si assicurò che non avesse tracce di lividi causati dai suoi agenti.
    I miei ragazzi mi hanno detto di averti trovata sporca di sangue a pochi isolati da un omicidio appena commesso. Ti hanno praticamente presa per l'assassina. Puoi spiegarmi perché sei conciata in quel modo? fece serio e professionale.
     
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    Seeu si lasciò guidare verso la sala per gli interrogatori in modo quasi meccanico, sedendo in modo fin troppo composto e inconsueto per lei, con le gambe strettamente serrata e piegate d'un lato e i pugni chiusi sulle cosce. Sospirò, chiudendo gli occhi, mentre le sue spalle crollavano sconsolate. Doveva cercare di non esplodere nuovamente, non in quel posto e soprattutto non davanti a un dannato poliziotto. Sai che bella pubblicità per i watchmen? Non ci pensare, non ci pensare. E in effetti anche Kowalski era un argomento pericoloso, almeno in quel giorno. Respirò lentamente, più e più volte, mentre attendeva l'agente che l'avrebbe ''interrogata''.
    Aspettò abbastanza tempo da far sì che, quando egli entrò, i suoi occhi erano tornati neutrali, senza quel fuoco che era solito accenderli quand'era arrabbiata. Si era costretta a non pensare agli eventi della mattinata né tanto meno a quelli riguardanti il motivo per cui aveva sentito il bisogno di recarsi a Roma né...bé, a lui. Ma quando quella voce familiare raggiunse le sue orecchie feline lei sbarrò gli occhi, alzando la testa di scatto. Lo fissò, mentre gli altri poliziotti lasciavano la stanza. Perché tra tutti, proprio lui? Perché una persona che conosceva? Perché una persona che non aveva voglia di uccidere? E dannazione, perché quel fottuto bisogno di venir stretta da qualcuno l'assalì guardandolo? I suoi occhi stavano sfumando nel blu più profondo e le lacrime minacciarono nuovamente di uscire...lei abbassò di scatto la testa così come l'aveva alzata, lasciando che i lunghi boccoli dorati gettassero l'ombra sul viso. I pugni tenuti sulle sue cosce si strinsero, le braccia si tesero. Non rispose immediatamente a quella domanda. Respirò di nuovo, più volte. Sapeva che se avesse parlato subito sarebbe scoppiata in singhiozzi...ed era l'ultima cosa che voleva. Chiuse gli occhi e raccolse tutta la sua volontà per parlare. Ho partecipato a una rissa...o meglio, l'ho scatenata. Tre ragazzi mi hanno scambiato per una p... Si morse il labbro per non sbottare, ingoiando il termine che stava per sgorgare dal suo dispositivo. ...prostituta. So bene che, avrei potuto passarci sopra, ma quando mi hanno toccata minacciando di volervi spogliare ho agito per istinto... Istinto non era la parola adatta, ma continuò, ringraziando quella sua voce atona e metallica per suonare così tranquilla. Se avesse avuto ancora delle corde vocali, non sarebbe certo stata così. Pronunciò la via dov'era successo il tutto e proseguì. Potete andare a controllare, probabilmente troverete solo qualche goccia di sangue corrispondente a quello che ho addosso. Credo di aver rotto qualche naso, fratturato una mascella e slogato una spalla...niente di più. Come se fosse poco... Sono andati via con le loro gambe, sempre se non sono ancora da quelle parti a cercarmi con dei rinforzi. Ad ogni modo...analizzando il sangue che ho addosso e confrontandolo con quello della vittima dell'omicidio di cui vengo accusata, vedrai tu stesso che sono innocente. Non alzò lo sguardo, non sapeva neppure come fosse possibile essere riuscita a ''parlare'' così tanto e in modo così freddo. Perché non si sentiva sollevata della sua presenza? In fondo l'aveva sempre trovato un ragazzo a posto, gentile e...digrignò i denti. L'immagine di Edward le passò alla mente. Anche lui era stato gentile e...molto più di questo, eppure si era dimostrato un freddo pezzo di ghiaccio, non migliore di tanti altri...seppur certo non il peggiore, anche se in quel momento lei non voleva accettarlo, per quanto faceva male. Ciò che la faceva davvero incazzare era che lei ci aveva creduto...a tutte quelle parole gentili e a tutta quella galanteria e...a quel dannato senso di calore e familiarità...e cosa ne aveva ottenuto? Una scopata, niente di più. Da quando desideri di più, Seeu Rune? una piccola vocina, quel barlume di coscienza che era solito spuntare fuori quando Oeufcoque non era con lei, si intrufolò nella sua testa. Lei lo ignorò, scuotendo la testa.
    Quando rialzò lo sguardo i suoi occhi erano tornati rossi, seppur rimasti umidi e la sua espressione era rigida e seria, le labbra strettamente serrata anche mentre la voce robotica risuonava. Ammesso che dica la verità, cosa che potrete accertare anche subito...quanto devo restare qui? Sperava meno di un secondo. Aveva voglia di spaccare la faccia a più di una persona e non le andava proprio di mettersi nei casini con Eloy. Il suo viso poi...non le dava la sensazione di tranquillità che le aveva dato in entrambe le volte che si erano visti. La verità era che si era decisamente rotta le scatole degli uomini gentili...degli uomini odiosi, de...degli uomini e basta.

    Edited by =^Midori_no_Neko^= - 25/4/2013, 19:43
     
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    La ascoltò in silenzio, e notò subito che c'era qualcosa di strano in lei. O forse era quella la sua normalità, visto che è la seconda volta che la vede in quelle condizioni. Solo una volta l'aveva incontrata serena, probabilmente Seeu era un tipo serio. Chissà ma stava di fatto che non gli piaceva vedere le donne tristi.
    Fece uno sforzo immenso per non alzarsi e iniziare a fare lo scemo, come di solito faceva con le ragazze. Ma conosceva Seeu, o per lo meno quel poco che aveva imparato a conoscere, e di sicuro non era il tipo che si lasciava divertire dalle moine o canzoncine, probabilmente lo avrebbe picchiato per farlo smettere piuttosto.
    Si sentì quasi sollevato al racconto della ragazza, per lo meno non centrava niente con gli ultimi omicidi, non che potesse sospettare di lei, ma se veniva coinvolta per un assurdo motivo, la situazione sarebbe diventata molto delicata.
    Si alzò senza dire nulla e dalla busta che aveva con sè, tirò fuori dei piccoli oggetti. Si avvicinò a Seeu, tirò fuori una piccola boccetta di plastica e un cotton fioc, che passò su una macchia di sangue che aveva sulla spalla.
    Ti sono mancato eh? Sai se volevi vedermi bastava una chiamata, non occorreva fare a cazzotti per farti portare qui. fece scherzando per rompere il ghiaccio che si era creato. Alla fine non aveva resistito, voleva almeno toglierle di dosso la tensione. La frase la disse con un tono abbastanza allegro e sicuro di sé, un tipico comportamento da amico, non di un provolone.
    Scusami, ma i campioni mi servono per escluderti dai sospettati, e non posso scagionarti a parole, questo sangue e un campione del tuo DNA sono il biglietto per la libertà. Ma prima di tutto, tu stai bene? fece una pausa sedendosi sul tavolino accanto a lei. Provò a portare un dito sotto al mento per sollevarle il viso, e le sorrise dolcemente.
    Beh che fai saluti un amico con il muso lungo? Anche se sono in divisa sono pur sempre io, non serve fare la scena della donna tesa per discolparti. le porse un'altro cotton fioc pulito, con il quale avrebbe dovuto prendere un campione di saliva, preferì che fosse lei stessa a farlo, piuttosto che fare il finto dottore.
    Mi serve un campione di saliva. grazie. aggiunse facendo un piccolo gesto, che avrebbe dovuto farle capire che doveva infilare l'oggetto in bocca e sfregarlo all'interno della guancia. Sperò con tutto il cuore che Seeu iniziasse a rilassarsi e magari a salutarlo in modo normale, o che gli dicesse che era stanca o chissà qualsiasi altra cosa che non aveva a che fare con la polizia.
     
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    Quando si avvicinò a lei, come se non si sentisse sicura a mostrare il suo viso da vicino riabbassò la testa di scatto, tornando a fissare i pugni stretti sulle sue cosce, come ipnotizzata dalle nocche diventate bianche per quanta forza stava impiegando nell'atto. Eloy, da quella distanza, avrebbe potuto vedere il suo corpo minuto tremare. Si stava sforzando con tutta se stessa per non cedere alle lacrime, ma quando Eloy pronunciò quella frase, una parte particolarmente sadica del suo cervello non poté che farle pensare: ''Sarebbe dovuto essere lui a dirlo.'' Si irrigidì, strinse i denti. Non avrebbe pianto. Non poteva... Ma poi lui chiese se stava bene, e lei sentì il forte bisogno di gridare che non stava bene affatto. E le lacrime iniziarono a scendere, in silenzio. Non emise un singolo gemito, nonostante avesse voglia di gridare, singhiozzare, abbracciare...no, picchiare, qualcuno...picchiarlo sino a ... Non era vero. Voleva così tanto venir stretta e sentire ancora il calore provato con Edward che le doleva il petto. Non poté vedere la mano avvicinarsi al suo viso, sentì solo il calore che emanava...e le fece male. Le fece male sentirlo come se bruciasse davvero. Tuttavia non si ritrasse come avrebbe dovuto fare, lasciò che il suo viso si alzasse e i suoi occhi velati di lacrime incontrarono quelli di Eloy, il labbro tremolante si contrappose al suo sorriso gentile... e le lacrime diventarono singhiozzi. ''Stringimi'' gridava qualcosa dentro di sé, ''Stringimi''... ma lei si sentiva come se nel suo cervello troppi pensieri sotto forma di uomini in miniatura la stessero bombardando, procurandole mal di testa e tanta confusione. Odiava quel bisogno. Il bisogno che era sempre stato lì, sin da quando era solo una bambina, il bisogno che aveva nascosto, trattenuto, sotterrato in modo che non potesse nuocerle di nuovo...ma allora perché continuava a farle così male? Perché anche nascosto nelle profondità del suo cervello continuava a scavare e risalire? Perché... Perché...dev'essere così doloroso? Alla fine la diga si ruppe e la voce fuoriuscì in un sussurro. Un sussurro più penetrante di qualsiasi grida. Siete tutti così voi uomini, Eloy? Vi divertite a fingervi gentili e a calpestare senza il minimo senso di colpa ogni barlume di fiducia che gli altri vi concedono? Lui non c'entra niente. si ripeteva, mentre le parole sgorgavano. Anche lui sembrava gentile e guarda cosa ne hai ricavato? Te l'avevo detto che non ti saresti ripresa, te l'avevo detto che... rispondeva la stupida coscienza. Doveva davvero smetterla di ricorrere a se stessa quando Oeufcoque non c'era...la sua coscienza era stupida quasi quanto lei. Finalmente, fece per sottrarsi dal contatto che bruciava. Mi dispiace...io non so cosa stia dicendo...è stata una brutta giornata e... Come se non bastasse sei qui perché stai scappando. Scappando da ciò che sai di provare, perché non vuoi accettarlo, perché farebbe troppo male. Una codarda ecco cosa sei... una codarda. Era così. Prima era scappata da Kokujo perché non voleva accettare ciò che sentiva, poi aveva tentato di rifugiarsi in Edward perché non voleva pensarci e ora...ora cosa stava facendo? Perché una buona volta non lo accetti? Accetti che hai bisogno di qualcuno...che tu vuoi qualcuno al tuo fianco, proprio come 37 anni fa, quando per questo stesso bisogno credetti alla persona sbagliata, quando... Non aveva mai avuto una famiglia, non aveva mai avuto un vero affetto al di fuori di Oeufcoque... Per questo quel bisogno la tormentava? Per questo... Scosse la testa e guardò Eloy, poco dopo essersi sottratta dal suo tocco e gli sorrise, come a scusarsi di quella scenata. Tirò su col naso, si asciugò le lacrime sotto gli occhi, togliendo il nero del trucco colato... Non sembrava una ragazzina che aveva appena pianto per qualcosa di stupido. Nonostante il suo aspetto fosse quello di una ragazzina, era una donna ad aver pianto, e non per qualcosa di stupido. Adesso starai pensando che sono sciocca, vero? O che questo è solo un teatrino per scagionarmi... Allungò una mano per prendere il cotton fioc nelle sue mani. Dammi quel coso prima che possa crederci davvero... E continuava a sorridere, perché era una sciocca e perché non era giusto prendersela con chiunque solo perché era stata sfortunata nei suoi incontri di vita...ma nonostante questo, nonostante il pianto l'avesse un minimo calmata permettendole di vedere le cose in modo più lucido, quel qualcosa dentro di lei continuava a gridare...a invocare calore.
     
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    Non si aspettava di vedere Seeu piangere. Le lacrime della ragazza lo colpirono come un pugno nello stomaco. Improvvisamente si sentì un idiota per aver tenuto un tono scherzoso, non capendo quanto in realtà Seeu stesse male.
    Dalle sue prime frasi Eloy intuì che era per colpa di un uomo. Per un solo attimo provò una invidia profonda per colui che era riuscito a conquistare l'interesse di Seeu, in un certo senso geloso, perché ricordava ancora la prima volta che la incontrò e tentò di flirtare con lei, non riuscendoci.
    Chi è sto Bastardo infame? si ritrovò a pensare con una vena di rabbia in corpo. Non le piaceva vederla piangere, e sapere che stava soffrendo per colpa di un ipotetico uomo lo mandava in bestia. Prese un fazzoletto e lo passò alla ragazza per poter asciugare le lacrime, subito dopo aver preso il tampone con la saliva. La osservò mentre cercava di ricomporsi, e alla fine tentò di darsi un contegno.
    Avrebbe voluto chiederle il nome do costui, la via dove abitasse, giusto per dargli fastidio con multe e tante altre cose e farlo penare, ma sapeva che chiedendolo avrebbe solo girato il coltello nella piaga. Posò una mano sul suo capo, facendole una carezza timida.
    Ahhh è sempre la stessa storia, chi ha pane non ha denti, e chi ha denti non ha pane. disse sospirando.
    Di bastardi stronzi che sanno usare le belle parole ne è pieno il mondo, e le ragazze cascano sempre nelle loro trappole. Io invece che sono un bravo ragazzo non mi si fila mai nessuno. Eppure guardami cavolo, credo di essere un bel ragazzo.
    Si alzò in piedi scendendo dal tavolo allargando le braccia come se cercasse di mostrarle qualcosa, poi si girò e sollevò leggermente la giacca mostrandole le natiche.
    Dove lo trovi un'altro culetto così bello? Eppure a me capita di conoscere solo ragazze isteriche che pensano solo al mio conto in banca. Non notano nemmeno il mio charme. Disse cercando ancora una volta di sdrammatizzare e lenire la tensione con le sue stupide battute. Tornò composto e si avvicinò nuovamente a Seeu trascinando la sedia questa volta per sedersi vicino a lei e poterla vedere nel viso.
    Le prese una mano delicatamente per attirare la sua attenzione.
    So che qualsiasi cosa ti dica adesso non conta niente, che sono solo belle parole... fece un momento di pausa e la guardò serio negli occhi.
    Quindi scendo ai fatti. Vuoi vendicarti? Se mi dici dove vive giuro che riempio la sua auto di multe, lo sbatto dentro con una scusa stupida, poi lo tiro fuori e lo lascio nei sobborghi più malfamati di Roma. Nessuno deve far piangere la mia piccola Seeu. Mi basta una tua parola... La guardò con occhi pieni di supplica, sembrava quasi che desiderasse lui vendicarsi. Ed in effetti era così, avrebbe dato qualsiasi cosa per dare un pugno sul grugno di quel ragazzo che l'ha fatta piangere. Non aveva resistito.
     
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    Prese il cotton fioc e se lo portò alla bocca, eseguendo ciò che con un cenno dubbio Eloy le aveva detto di fare. Quando gli porse il cotton fioc, ottenne in cambio un fazzoletto che la fece sorridere di nuovo, seppur il sorriso non raggiungesse gli occhi. Grazie. disse guardandolo, prima di usare l'oggetto ricevuto per sistemarsi come meglio poteva.
    Quando ebbe finito, il trucco non era più sbavato e a parte gli occhi rossi e il vestito che continuava a essere macchiato di sangue e i capelli spettinati...si insomma, era come prima, ma perlomeno non sembrava più un panda. Abbassò lo sguardo, poi. Ora che aveva assecondato quel desiderio di piangere se ne vergognava, arrabbiandosi con se stessa. Cominciò a tormentare il fazzoletto che stringeva ancora in mano, prima che il tocco caldo di Eloy si posasse sulla sua testa e il suo viso si alzasse automaticamente a guardare verso di lui. Lo ascoltò con un'espressione indecifrabile che non si sapeva se fosse perplessa o sorridente o triste, forse un insieme di tutte le cose. Alla fine però, quando lo vide voltarsi e mostrarle la schiena, spalancò gli occhi e poco dopo, quando il suo sguardo si posò sulle natiche che Eloy decantò senza pudore, non ce la fece proprio e, incredibilmente, scoppiò a ridere. Rise, rise di gusto, e alla mente le tornò il loro primo incontro...quando con quel suo fare spontaneo l'aveva fatta sorridere nonostante la tristezza. Ora aveva fatto di meglio: l'aveva fatta ridere nonostante le lacrime. Lacrime che ripresero a scendere, stavolta però solo per genuino divertimento. Le asciugò, mentre tentava di ricomporsi. Scosse la testa, il sorriso rimasto sulle labbra. Ahh, hai ragione hai ragione...non lo si trova. disse in fine, quando lui si voltò di nuovo. Lo disse per prenderlo in giro ovviamente, e se ne sorprese, dal momento che fino a un secondo prima lo stava mettendo tra le persone con cui prendersela, seppur ingiustamente. Scosse la testa di nuovo. Proprio come al loro primo incontro si chiese come facesse, a far ridere la gente così, a far dimenticare i problemi... stava giusto per chiederglielo quando, alzando lo sguardo di nuovo, incontrò i suoi occhi, diventati seri. Guardò la mano che aveva preso la sua e poi tornò a fissarlo. ''Non dire niente.'' avrebbe voluto dire. Non voleva piangere ancora, né voleva tornare a pensarci, ma non uscì niente dal suo dispositivo ed Eloy continuò...lasciandola sorpresa. In fondo si conoscevano poco, lei e il biondino. Eloy non sapeva tutto di lei e Lei era ben lungi da sapere tutto di lui. Così rimase felice della sua proposta e invece che arrabbiarsi come forse avrebbe fatto in diversa occasione, ridacchiò di nuovo. Non sono il tipo di ragazza che lascia ad altri il compito di occuparsi delle proprie vendette. Se avessi voluto vendicarmi...o meglio, il giorno in cui vorrò vendicarmi, andrò personalmente a spaccare la faccia a quel tipo, non dubitarne. Sorrise, in fine, guardandolo con occhi neutri. La verità era che non si sentiva di incolpare Edward...a mente fredda poteva dirlo, che in fondo lui non aveva promesso niente, che in fondo l'aveva persino avvisata...di non aggrapparsi a lui, di non aggrapparsi a nessuno... Devo imparare a farlo. pensò in fine, stringendo la presa sul fazzoletto, e ricacciando dentro di sé quel bisogno di calore. Le grida dentro di lei si fecero più forti...
     
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    Era riuscita a farla ridere! Vederla finalmente ridere lo fece sentire sollevato, era felice. Fin troppo felice per essere normale. Non gli era piaciuto vederla soffrire, ma in fondo all'anima era quasi felice, perché lei si era lasciata andare. Poteva significare che infondo anche lei lo considerava un bravo ragazzo, un'amico. Quel pensiero lo rincuorò, e sapere di avere una amica "a pelle" e non per esperienza lo rendeva felice. Ricacciò quella piccola gioia da conquista infondo allo stomaco, per non iniziare a farsi mille film mentali e perdersi con la testa fra le nuvole, come succedeva spesso quando si trattava di belle donne.
    Quando Seeu rifiutò il suo peccaminoso invito ci rimase un pochino male, sbuffò e lasciò la mano di Seeu poggiando la schiena alla sedia, incrociò le braccia e la guardò deluso.
    E va bene.... però voglio il permesso di strapazzarlo se lo incontro per caso. Non dico che lo mando all'ospedale ma voglio vederlo piangere e conosco un metodo infallibile. alle fine della frase sfoggiò un sorriso particolarmente sadico e soddisfatto, somigliava molto al sorriso del Grinch delle favole, ovviamente sorrideva a quel modo perché se lo immaginava in lacrime e in ginocchio che lo supplicava. Il metodo che avrebbe usato era un mistero. Era strana l'atmosfera che si stava creando in quella stanza, non erano più il poliziotto che metteva sotto torchio il sospettato, sembrava più un salotto. Eloy si guardò in giro un attimo alla ricerca di una argomento per distrarla, mise via i campioni raccolti, e si sedette comodo poggiando la caviglia destra sul ginocchio sinistro.
    Posso farti una domanda? Ma quando Kowalski ti ha lanciata via, sei atterrata sul serio su una fabbrica di gomitoli fluo? Stavo per massacrarlo di botte quell'idiota, ma nessuno gli ha insegnato a trattare con le donne? Mamma mia che cafone, come diavolo fai a sopportarlo? Oddio ti prego dimmi che lo pesti tutte le volte che vi incontrate o non avrò pace stanotte. L'ultima frase la accompagnò con le dita poggiate fra le sopracciglia come se fosse esausto.
    Oh visto che sei qui devo mostrarti una cosa. Che ha a che fare con il tuo amico cafone e la sua combriccola. Andò a prendere un telecomando e avvicinò al tavolo un piccolo mobiletto su cui c'era un televisore di pochi pollici. Tornò vicino a Seeu e piazzò la sedia accanto alla sua, vicino, fin troppo vicino, ma il tavolo non era fatto per ospitare più di due persone.
    Posso vero? fece per poi accendere la televisione. Strana anche quella situazione, quasi come se due amici si stessero apprestando a vedere un film. Sullo schermo apparve l'introduzione di un telegiornale, dopo le notizie generali, si passò alla notizia che aveva fatto più audience. Il giornalista parlò di un aggiramento di sicurezza nazionale dell'inghilterra, e mostrò varie immagini di un jet ad alta tecnologia, sul quale c'era un ragazzo mascherato, dai lunghi capelli bianchi, e ai piedi del Jet, il simbolo della loro organizzazione "i Watchman"
    La giornalista continuò dicendo che non sapevano gli scopi di questo uomo, che le parole parlavano di giustizia, ma che in realtà poteva trattarsi di un terrorista, finita la notizia Eloy spense la televisione e si voltò a guardare interrogativo Seeu.
    Te ne sai niente?
     
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    Vedere quell'espressione sadica sul viso di Eloy la fece sorridere: era incredibilmente buffo. PFFF ahahahha, permettimi...permettimi almeno di tenere per me il suo nome eh? Sai, penso che potresti metterti nei casini a fare stupidaggini per un tizio simile. Sei pur sempre un poliziotto no? Anzi... Gli sorrise, interrompendosi. ..un Monarca. Il suo sguardo diceva che lo stava prendendo un po' in giro, sapeva quanto gli desse fastidio sentirsi trattato in modo diverso. Il loro precedente incontro n'era stato una prova. La tensione che sentiva sino a un momento prima stava via via andando a scemare e quel qualcosa che gridava dentro di lei fu zittito. Aveva soppresso quel bisogno per così tanto tempo in fondo...poteva farlo ancora per un po'. L'argomento che trovò Eloy per distrarla poi, non fece altro che ciò che lui voleva: farle dimenticare di Edward, di Kokujo e del suo maledetto bisogno. Anche se in quel caso particolare non era proprio un bene. Il suo corpo si irrigidì, il suo volto si abbassò andando in ombra, i suoi pugni si strinsero...per un attimo sembrò quasi che fosse tornata a incupirsi...ma fu un attimo, il successivo il suo corpo minuto emanava un'aura oscura e omicida tale da far accapponare la pelle (sembrava composta da tanti piccoli demoni identici a lei che le sussurravano ''uccidere, uccidere'') e Seeu si voltò verso Eloy, il sorriso sadico che a lei riusciva decisamente meglio di lui, seppur poco si addicesse a quel viso angelico. Credimi...è meglio che tu non sappia dove diavolo sono atterrata e credimi anche quando ti dico che niente mi farebbe più piacere che incontrarlo per una chiacchieratina... peccato che in questo periodo mi stia evitando. Sai, si è fatta l'assurda impressione che io voglia ucciderlo...impensabile non trovi? Che fosse impensabile o meno avrebbe potuto dirlo Eloy, vendendo Seeu contorcere tra le mani il fazzoletto che stringeva come se stesse immaginando di torcere il collo a qualcuno... (che con ogni probabilità era proprio Kowalski) il tutto mentre gli sorrideva in modo tirato e forzato. Se la scena non fosse stata così incredibilmente comica, quasi come se provenisse da un anime, forse avrebbe persino potuto fargli paura. Ahah. Ahah. risata isterica e poi il suo viso tornò di botto serio quando lui gli domandò, anzi no, gli disse che voleva mostrarle una cosa. Un cenno del capo secco gli rispose, ma subito Seeu si pentì di averlo fatto, chiedendosi se non avesse dovuto fermarlo. Il solo ricordarsi dell'incontro ravvicinato che aveva avuto con quell'individuo per colpa di alcune vicissitudini che avrebbe di gran lunga preferito non affrontare, le aveva fatto tornare la voglia di ammazzare qualcuno, e non era certa fosse il caso di alimentarla con qualcosa che, con certezza quasi matematica, si sarebbe rivelata probabilmente un'ennesima cavolata fatta da Kowalski. Sospirò, come a scaricare tutta la tensione accumulata, di nuovo, mentre Eloy si allontanò per accendere la TV. Quando tornò a sedere, lei era di nuovo calma, almeno per il momento. Dimmi solo una cosa... fece per dire, voltandosi verso di lui, notando appena che il video fosse già partito...ma non fece in tempo ad aggiungere ''mi pentirò di averlo visto?'', che qualcosa detto dalla voce narrante attirò la sua attenzione totalmente, facendole voltare il viso di scatto. Prima fu un solo sopracciglio biondo ad alzarsi, per poi venir raggiunto dall'altro, poi fu la volta di entrambi gli occhi che si spalancarono, rendendo la sua espressione talmente comica che sembrava dire chiaro: ''What the fuck?!?''. Capelli lunghi e bianchi, maschera, simbolo dei watchmen... troppe coincidenze. Le tornò in mente il modo in cui Kowalski le aveva descritto i suoi ''colleghi'', che tuttavia non aveva ancora incontrato. Le venne in mente quanto gli avesse decantati con Eloy solo perché Kowalski era riuscito a convincerla che tutto fosse vero. Improvvisamente si sentì un'idiota, ma più di questo il suo istinto omicida per quel ''cazzone'' (e non si parla certo di dimensioni) aumentò esponenzialmente. Con una vena pulsante sulla fronte e uno sguardo serissimo, Seeu disse rigida: No. Non conosco quell'idiota...e già che ci sono devo dirtelo... si voltò verso di lui, per continuare. A dirla tutta, riguardo al discorso che ti ho fatto l'altra volta su tutta la banda...bé, dimenticalo. La verità è che ero di buon umore quel giorno, cosa che come avrai intuito non mi succede spesso e... Ricordando il perché di quel buon umore e realizzando che fosse lo stesso motivo per il quale quel giorno fosse così sconvolta, strinse i denti. Edward. Maledetto, fottutissimo, Edward... ..bé, ho esagerato e parlato avendo in mente i discorsi di quel c... Contieniti, Seeu. ..cafone. E' dannatamente bravo a parlare sai? E si...è anche una brava persona, nonostante tutto ma...la verità è che degli altri membri so solo quello che mi ha riferito lui e sai, le voci possono sempre differire dalla fonte. Sbuffò. Penso proprio dovrei farci un discorsetto. Va bene che si parli di noi...ma non mi sembra che a Londra si siano fatti una gran bella opinione, né tanto meno che quella... Indicò lo schermo. ...sia una bella pubblicità. Si portò una mano sul capo, ravvivandosi i capelli. Sospirò, con l'aria di essere esausta. Già che sono a Roma penso dovrei fargli visita appena mi scagionano e...UFF. Che giornata pesante.

    Edited by =^Midori_no_Neko^= - 4/5/2013, 17:55
     
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    Non rispose alla ragazza, avrebbe dovuto capire che proprio essendo un Monarca certi piccole scaramucce non lo avrebbero toccato, politicamente sembrava ingenua la ragazza, ma chissà perché la rendeva tenera ai suoi occhi. Non le disse nulla, non sembrava molto propensa a dirgli il nome, pazienza avrebbe indagato in un'altro modo.
    Dalla sua reazione era chiaro che non fosse atterrata su dei morbidi gomitoli di lana. Cercò di non immaginarsi la sua meta di quel giorno per non girare il coltello nella piaga. La ragazza ormai non pensava più al bell'imbusto che l'aveva ingannata, ma la situazione stava volgendo su un lato strano, non voleva farla arrabbiare. Ma visto che faceva parte del gruppo doveva chiederglielo. Quando la vide alzarsi con quell'espressione spaventosa, si scosto di pochi centimetri temendo il peggio, ma fortunatamente Seeu era una persona matura.
    Uhm, dici che ha fatto tutto di testa sua questo tizio? Tsè inizio a dubitare di Kowalski, se non riesce a tenere a bada i suoi uomini, come potrebbe aiutarmi nel mio problema? Chissà forse quel tipo ha già subito la giusta punizione. Credo che farò anche io due chiacchiere con Kowalski... l'ultima parte della frase la disse con un sorriso sadico, che nascondeva una punta di rabbia repressa, si vede che non aveva digerito la sfiondata via della sua amica. Gli aveva rovinato pure una serata galante, la possibilità di entrare in maggiore confidenza con Seeu. Quel maledetto aveva un enorme debito con lui, e prima o poi lo avrebbe scontato, poco ma sicuro.
    In teoria con le prove prese non posso trattenerti oltre, ma se vai subito da Kowalski mi offendo. Mi devi ancora una cena, e quell'idiota ci goderebbe troppo nel sapere che mi hai piantato in asso una seconda volta per correre da lui. Quindi per rimediare all'offesa che ho subito, ti accompagno al tuo hotel ti cambi e andiamo a cena assieme. Non accetto un no. Incrociò le braccia, aggrottando le sopracciglia, sembrava quasi un ragazzino che stava facendo i capricci. La guardò serio e imbronciato, in attesa di una sua risposta.
     
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    Punizione? Kowalski all'Iceringer che le aveva tanto decantato? Ne dubitava, ma non lo disse. Fu troppo impegnata a sorridere della buffa espressione sul viso di Eloy. Tranquillo, farò in modo che riesca ad aiutarti. Gli sorrise, era sincera. E poi il sorriso si allargò, lei si voltò dalla parte opposto per cercare di reprimere una risata, mentre portava la mano alle labbra e fingeva di tossire. Era davvero un tipo buffo quel biondino...ma l'era davvero grata, la tensione che l'aveva avvolta quel giorno stava scemando, tutto grazie a lui. Ma non fece in tempo a sentirsi sollevata per poter uscire da lì che un problema le si affacciò alla mente...l'hotel. Chiuse gli occhi al pensiero. Non c'era alcun hotel. Non si era aspettata di trattenersi più di una giornata e come se non bastasse aveva pensato che...che...bé, che se fosse rimasta sarebbe stato solo per un invito di Edward. Strinse i pugni. Aveva appena pensato alla sua tensione svanita no? Non poteva permettere tornasse ancora, così si costrinse a evitare l'argomento. Sospirando però, si voltò verso Eloy. Lui perlomeno meritava una risposta...seppur il doverla pronunciare la fece arrossire. Una delle rarissime volte in vita sua in cui le capitava di farlo, ed Eloy l'aveva potuta vedere. A pensarci si sarebbe strappata le guance a graffi. Ehm...credimi se ti dico che in questo momento non mi piacerebbe nulla di più di una doccia calda... Bastava guardarla per capire che certo avrebbe voluto togliersi di dosso sangue, tensione, ansia... Sospirò. E neppure cenare con te, ovviamente. Il fatto è che non mi aspettavo di trattenermi più di una mattinata e...non ho prenotato alcun albergo. Lo guardò con un sorrisetto mortificato, come a scusarsi tacitamente. Ovviamente non si sarebbe mai permessa di domandargli se potesse andare a casa sua, per quanto sfacciata, aveva un minimo di educazione. Tuttavia, come gli aveva confessato, non le sarebbe davvero spiaciuto farsi una doccia per lavarsi via tutta quella giornata...e, a dirla tutta, neppure cenare con lui. In fondo si sentiva in debito, era riuscito nell'incredibile impresa di metterla a proprio agio nonostante tutto e l'era davvero grata.
     
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    Era vero che ormai con la nuova tecnologia le distanze erano un problema sempre minore, ma non considerare un albergo o andare e tornare da una parte all'altra del mondo in una giornata sola era molto stressante. Eloy in effetti si sorprese, sapendo che la ragazza facesse parte anche di un certo gruppo, credeva che comunque per farsi tutti quei chilometri non fosse solo per una passeggiata. Iniziò a pensare che in realtà Seeu fosse ricca sfondata. Le sorrise cercando di tranquillizzarla, sembrava fin troppo a disagio.
    Va bene, per me non c'è alcun problema, ho una mega doccia e una piscina a casa mia se vuoi. si alzò dalla sedia e mise tutto a posto.
    Guarda sei pure fortunata perché ho finito il mio turno. Dammi solo un attimo che mi cambio e andiamo. diceva mentre catalogava le prove prese. Quando finì aprì la porta della stanza e passò una busta con le prove ad un suo agente, dandogli istruzioni varie. Tra cui di non far uscire la ragazza e che non dovevano fare strani scherzi visto che era sua ospite. Fece un cenno a Seeu che le indicava di attendere qualche minuto e uscì dalla stanza. Tornò pochi minuti dopo in borghese, con la sua solita giacca viola, camicia nera e pendaglio d'oro, era il solito Eloy di sempre.
    Eccomi, seguimi pure Seeu, non vedo l'ora di mostrarti la mia dolce dimora. Ci ho messo un anno intero a sceglierla sai? iniziò guidando la ragazza verso i garage degli agenti dove vi erano le auto parcheggiate. Eloy si fermò di fronte ad una porsche dal modello famigliare, alta e robusta come auto, molto spaziosa. Aprì lo sportello del lato passeggero e invitò Seeu a salire a bordo.
    Ti piace la cucina italiana? Se non hai voglia di uscire, posso ordinare a domicilio. Ah e non fare complimenti ok? Sono sicuro che mi aiuteresti allo stesso modo se mi trovassi a Kurayami nelle stesse condizioni, quindi tranquilla ok? C'è zio Eloy qui, non devi temere.
    Guidò in modo tranquillo sfrecciando per le vie di Roma e uscendo dalla città più caotica per dirigersi verso i quartieri di periferia. La zona iniziò ad essere verdeggiante, passarono circa 15 minuti prima di arrivare alla sua abitazione. Durante il tragitto Eloy cercò di parlare del più e del meno, parlando di piatti preferiti, di musica buona. Confessò a Seeu di non aver abbandonato la musica che continuava a suonare e che cercava qualche presta faccia per far fare successo alle sue canzoni. Cercò di fare attenzione e non parlare di rapporti interpersonali, o uomini in generale. Voleva far rilassare la ragazza, e di tanto in tanto le poneva domande innocue per farla parlare. Le chiese quale fosse il suo piatto preferito, se amava gli animali, e quale tipo di musica preferiva. Poco dopo arrivarono ed Eloy imboccò una piccola stradina che lo portò direttamente al suo box auto.

    Proseguiamo QUI giusto? XD O preferisci continuare qui?
     
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    Si, continuiamo pure lì. (:
     
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