Lead-free poison.

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    glitched away

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    Fine settimana. Una calda giornata con temperature fuori dalla norma tanto da far ricordare le estati più afose oramai svanite con essa in una giornata cosi si sarebbe volentieri fuggiti dalla città. Molti infatti erano andati verso le spiagge per svagarsi oppure divertirsi nei modi più svariati e divertenti.. oppure darsi al sesso. Quello attecchiva ovunque. Ma era compito della polizia costiera ciò. Badare alla salvaguardia delle spiagge e della barriera corallina.. Cazzate di sorta mentre in città succedeva un vero fini mondo. Poco importava.. Egli aveva finito il quarto turno. A casa. "In un temporaneo concedo prima di re-iniziare il turno il lunedì seguente. Il ciclico sistema di sopravvivenza umana. Egli che lo vedeva dall'esterno di tale sistema gli sembrava al quanto improbabile.. ma cosi funzionava e cosi doveva andare...
    Doccia. Lunga. Rivitalizzante.. e poi in garage. A turno usava i suoi tre mezzi e dopo essere andato a lavoro con la Bmw e la Stratos nel giorno che precedeva il week- end si sarebbe mosso con la Nissan.. ma per due settimane di fila non poté rientrare a casa causa straordinari. "Stessa merda. Altro giorno". I due Hummer della Swat lo accompagnarono qua e la in giro per la città per compiere il suo dovere e la Nissan rimase a prendere polvere. La Statos era divertente da guidare.. e la Bmw era scattante nel traffico. Ma la Nissan era un'altro paio di maniche e il solo girare la chiave e vedere il quadro comandi inizializzare il motore in quei due secondi di freddo rumore elettrico ti dava quella scossa, quel fremito a premere l'acceleratore a vuoto solo per sentire il motore scatenarsi senza peso.


    Dritto in autostrada, dritto nel torrido caldo che deformava lo sfondo indistinto delle montane percorrendo le lunghe ed ampie strade che circumnavigavano la città. Intenzionato a sfruttare la torrida giornata per poter correre libero da limiti lungo le autostrade a scorrimento veloce l'otto cilindri della Nissan fece qualche capriccio ad avviarsi. Il classico difetto delle auto da corsa di quel genere. Che se le lasci ferme per troppo tempo te la fanno pagare per non averne portate in giro a sfogarsi. Sembrano quasi una persona per questa peculiarità. Ma quando una volta raggiunto il primo rettilineo per cui valesse realmente premere sull'acceleratore il motore non se lo fece dire ( o premere ) una seconda volta. Salendo rapidamente di regime come se volesse spronarlo a dare più gas. E cosi fece. Dritto giù il pedale dell'acceleratore, una dietro l'altra con colpi secchi di cambio le marce fino alla sesta. La strada - totalmente libera - era oramai lunghi rettilinei che in realtà giravano intorno alla città camuffati da lunghi stradoni avevano mietuto parecchie vittime negli anni passati ma Batou ciò lo sapeva e sapeva come prenderli. Dritto giù con il pedale l'auto solcava l'aria come un proiettile appena sparato. Quattro fari solcavano la strada accompagnati da una saetta nera che altro non era se non l'auto. Uno spasso. Gli ammortizzatori assorbivano ogni asperità senza subir conseguenze ed il motore tuonava come un famelico bastardo che pretendeva di più. Oramai le duecento orarie erano belle che passate ed il tachimetro saliva senza problemi alcuni mentre con i finestrini chiusi si sentiva solo l'aria che abbassava ed alzava l'auto tenendola incollata all'asfalto rovente e per questo con una tenuta più che perfetta. Le gomme inoltre dalla mistura morbida inoltre migliorava la presa su di esso e l'auto non perdeva niente della sua potenza in accelerazione.

    Dovette fermarsi. O per lo meno, rallentare. Scalò rapidamente da quasi 320 orarie a poco meno delle 40. Ironicamente per farlo premette sul pedale del freno e su quello di stazionamento, bloccando le ruote e facendo fare all'auto un testa coda controllato....
    Finì in contro mano sull'incrocio nel mezzo del nulla con di fronte di nuovo quel lunghissimo tratto di strada percorso come una saetta. Il sorriso tirato da un lato sul volto di Batou era tutto dire. L'auto - bastarda e fredda - si era fermata sulla linea di partenza come a volerlo invitare a dargli di nuovo in pasto quel lungo pezzo d'asfalto.
    Pedale sull'acceleratore e marcia disinserita dando brevi colpi sul pedale il motore generava una serie continua di picchi sonori. Voleva correre ancora.
     
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    Spuntò dalla linea dell' orizzonte come uno squalo metallico solca l' asfalto , annunciata da un rombo tale che avrebbe scosso persino le tranquille profondità marine. Come si può rimanere indifferenti di fronte al ruggito di un V8 ? Dovevano pensare la stessa cosa i pochi automobilisti ancora in circolo in quella domenica afosa perché al suo passaggio si aprirono facendosi da parte con rispetto come le acque del mar Rosso. Ed era meglio per loro. Eva era nervosa , per vari motivi. Perché era stata strappata al suo dolce far niente nei meandri tecnologici dell' Arancia , perché si trovava fuori dal suo territorio in una città tanto pazza quanto pericolosa e perché quella stronza di Crimson aveva interrotto ogni contatto.
    Che diavolo vuol dire che non devo preoccuparmi ? sbraitava al cellulare Lo so benissimo che è in grado di badare a se stessa è questa città che non è in grado di badare a lei.
    Lo stridio delle gomme doveva sentirsi persino oltreoceano mentre affrontava una curva particolarmente ostica ruotando rapidamente il volante con il solo palmo della mano destra. La sinistra era impegnata a reggere l' apparecchio , pericoloso certo , ma lo sarebbe stato ancor di più commettere una sfrontatezza come installare un telefono interno o un bluetooth su quegli interni immutati da tempo immemore. Ci voleva rispetto per la miseria così come ci voleva per la trazione posteriore che serviva proprio per casi del genere.
    QUELLA sta in città da due ore ed ha già raso al suolo mezzo quartiere. Credo anche che stia provando a rapire qualcuno. No non so chi , potrebbe essere anche la figlia del capo della Yakuza per quanto mi riguarda , tanto stiamo già nella merda sino al collo. Tacco-punta tra freno e gas , mantenne per un istante il volante in asse con un leggero tocco di ginocchio per passare ad una marcia più adeguata al rettilineo che le si parava di fronte. Odiava la guida a sinistra ed odiava ancor di più le rassicurazioni che le davano via satellite , tanto che lanciò il telefono sul sedile posteriore sdegnata , ma adorava il cambio manuale di quella bellezza. L' unica nota positiva di quella missione all' altro capo della terra era che si era potuta portare dietro la macchina. A Roma non c' erano strade così belle e sfogare tutte le sue frustrazioni sul motore l' aiutava ad andare avanti. La Mustang non era un auto da donna avrebbe potuto obbiettare qualcuno , linee troppo aggressive , concept troppo muscle e 15 miglia per gallone. Andassero all' inferno : lei ci si trovava bene come su una miniminor e non avrebbe fatto cambio con nulla al mondo. Inserì la sesta e la macchina parve esultare , quasi fosse un cavallo a cui venivano tolti gli ultimi finimenti e fosse lasciato galoppare libero in una verde prateria , facendo assaporare anche a lei per qualche istante quella sensazione , dimentica dei suoi guai , della missione e persino di Iceringer. Dentro di sè sapeva che aveva accettato di seguire Crimson anche per porre un po' di distanza tra di loro in quel momento in cui i loro rapporti erano così tesi. Ecco...cercava di dimenticarsene ed invece continuava a tornargli in mente , non era decisamente da lei corrucciarsi così.
    Quei pensieri l' avevano distratta tanto che notò solo all' ultimo che l' incrocio , libero sino a qualche istante prima veniva prepotentemente occupato contromano da un altra auto che sembrava quasi stesse sbandando ed invece fu ripresa all' ultimo e posizionata con pianificata perfezione. Rischiò di andare a schiantarsi direttamente su di essa e forse un po' lo voleva , un salutino al creatore ed arrivederci al pianeta terra con tutti i suoi problemi. Invece qualche parte di lei desiderava ancora vivere perché replicò il testacoda che aveva appena visto , rendendelo più ampio in modo da compiere un circolo intorno all' auto ferma sino a bloccarsi definitivamente di fianco ad essa , come se si trovassero ai blocchi di partenza. Aprì la portiera e scese decisa a dirgliene 4 a questo novello padrone della strada , probabilmente si sarebbe sorpreso nel vedere una donna alla guida di un mezzo tanto potente , ma quella era uno schianto di auto e poteva solo essere guidata da uno schianto di donna. Il suo corpo prorompente tendeva deciso la sottile camicia bianca sbottonata all' altezza della scollatura , la minigonna alla moda conteneva appena le sue gambe toniche e lunghissime , esaltate da un paio di scarpe dal tacco altissimo , indizio della sua abilità di guida. Voleva dirgliene 4 dicevamo ma quel che si ritrovò davanti le piacque , per cui si limitò ad alzare le lenti scure portandole sulla fronte di corti capelli platino in modo da ammirare meglio ciò che le rombava di fianco.

    Niente male...
     
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    glitched away

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    Kurayami era una città immensa. Si estendeva ovunque e dovunque. Ovviamente essendo un composto compatto ma eterogeneo si comportava come un essere vivente a tutti gli effetti e le ampie, lunghe e nere strade erano le sue vene. Ingorgate dalle macchine molto simili al liquame che si accumula nei tubi di una fogna. "La città sole" per estensione aveva il tempo variabile come una donna lunatica. Da un lato poteva esservi una tempesta dall'altro lato un sole cuocente. Dovera Batou l'aria era densa di calore al punto tale da deformare la visione a lungo raggio. L'ampia zona, praticamente a perdita d'occhio dove all'orizzonte si notavano fiorenti verdi alberi si trovava falcata da poche strade. Il bordo della periferia era diverso zona per zona quasi quanto il centro città. Da un lato la ricchezza del ceto alto e nemmeno un vicolo dopo barboni dentro le loro case di cartone e plastica.
    Avere un lusso significa essere schiavi. Avere il lusso d'avere una macchina significa essere liberi.
    Il motore della Nissan non aveva ancora smesso di scalpitare e la gomma lasciate sull'asfalto rovente in una serie di righe e curve nere fumava ancora. Il compressore lasciava scemare lentamente il regime ancora alto di giri il cambio lasciato in folle vibrava impercettibilmente. Cosi come le levette dietro il volante. L'auto che in tutta la sua elettrica era munita di due tipologie di cambio mostrò sul quadro comandi digitale integrato nel cruscotto in automatico ciò che l'uomo voleva vedere. I ritmi e i reggimi di iniezione. Non erano mutati di una virgola nonostante il prolungato periodo di fermo dell'auto. Aveva fatto storie ad accendersi questo si. Ma chi ha una Nissan come quella di Batou sa che sono vizzi di una che l'asfalto vuole mangiarlo.
    Un po come lui. Le mani, avvolte in un paio di guanti neri privi di fodera per i polpastrelli tenevano stretti il volante osservando la lunga strada che aveva appena percorso come un proiettile appena sparato.
    Era come avere un orgasmo. Arrivare all'apice e stare li. Sulla sommità della sua potenza gustandosi ogni attimo come se fosse una eternità. Sorriso tirato da un lato con fare bastardo il volto coperto dagli occhiali integrali mutò in una espressione di divertimento. La mente volò subito a Lucrezia e la tentazione d'andare sparato fino a casa sua dopo averle "fatto visita" a lavoro lo lambì quasi come se fosse un ragazzino. Emozione strada, raramente provata e non del tutto capita si fece strada nella sua mente.
    Tutto venne temporaneamente messo da parte quando udì un rombo molto simile a quello della sua auto. Si voltò di scatto guardando al di la del lunotto osservando una sagoma grigia prendere forma. La sua natura di militare lo spinse ad attendere una reazione. Era in mezzo all'incrocio, dopo aver fatto un duplice testacoda di freno a mano, le dita tirarono la levetta del cambio, l'auto innestò la prima e prima che l'altra auto che puntava pericolosamente contro d'egli si scontrasse con lui e cosa più importante in quell'attimo contro la sua "vecchia" Nissan Gtr ck. Frizione premuta a fondo l'acceleratore dava colpetti per far risalire il motore per una partenza bruciante e levarsi di mezzo da un possibile folle in dirittura d'arrivo contro la sua morte.
    La muscle arrivò spedita e il conducente riusci a cambiare traiettoria compiendo anch'egli un testa coda finendo a pochi metri da Batou stesso e dalla sua auto. Egli nel frattempo era ad una inezia dal partire a scatto via da li. Si sarebbe fermato pochi attimi dopo ma non servì. Allo scendere del conducente - che sorpresa era una donna - scese anch'egli. Lasciando la portiera aperta. L'uomo osservò la donna con aria fredda nonostante l'aria intrisa di gomma e caldo roventi.
    Ella fece i complimenti per l'auto ed egli sorrise. Con un sorriso tirato da un lato, ma non per la felicità. Quanto per la follia del momento. Un po come quando si spara per la prima volta. Ti scappa una risata da folle idiota.

    Nissan Gtr r 35.
    Motore v8 in linea con l'auto.
    Bi-turbo compressore
    centralina da Gt e quasi 700 cavalli sotto il cofano.
    E tutta la bastardaggine della classe Super gt.
    Ma noto che qui c'e un'altro pezzo niente male.

    Dato che la Nissan anche lasciata con il motore acceso e la portiera aperta non andava da nessuna parte senza l'uomo, egli prese a guardare la muscle appena fermata accanto a lui. Passo lento, sguardo interessato e aria esaminatrice si mosse da dov'era sceso e girando l'auto che sotto il sole la vernice metallizzata era lucente come il sole che picchiava a quell'era. La carrozzeria della sua auto essendo nera ovviamente rendeva meno, ma era ciò che ironicamente voleva. Gli scarichi, i dettagli per l'aerodinamicità cosi come alcune rifiniture delle portiere e gli ampi cerchioni lasciavano intendere tutto. Soffermandosi di fronte al cofano della Muscle della donna fece un cenno lungo la strada restante.
    Scommetto che questa strada se la corre per scaldarsi, vero?

    E se ce la giocassimo?

    Batou era tutto purché un poliziotto in quell'attimo.
     
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2 replies since 5/12/2012, 23:10   69 views
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