Hell of lust

Appartamento sotteraneo a ''La Sapienza''. Proprietaria: Leben Meyer

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    Evidentemente Momo si aspettava un posticino sul trono della lussuria che Thresh e Leben condividevano per la loro natura quasi affine, purtroppo non aveva capito che sulla sommità non c'è abbastanza spazio per due donne, e in quel momento anche Thresh lo era diventato il che rendeva l'operazione ancora più difficile. Per questo le sue grida di dolore, la sua boria spezzata, la sua volontà inerme furono il vero orgasmo di Thresh, non la sua carne chissà quante volte usurata da altri vogliosi cazzi. Certo questa di penetrazione l'avrebbe ricordata per tutta la sua vita, ma Thresh era consapevole che quel giorno non le sarebbe rimasto impresso come quello in cui il professor Carnovash le aveva sfondato il culo, bensì l'avrebbe ricordato come il giorno in cui il professor Carnovash le aveva dato una lezione molto importante. Anche la lussuria ha il suo prezzo. Il non morto non ci mise molto a dare il via alle danze, spingendo più in fondo che poteva i suo grosso affare iniziando da subito a provocare orgasmi controllati così da poter riempire lo stomaco di Momo come meglio poteva, cosa che riuscì a fare molto facilmente visto che la ragazza grondava già da quasi tutti gli orifizi. Letteralmente. Leben volle presto unirsi a quella perversa cascata di umori, non abbandonò l'orifizio di Thresh però, accompagnandolo con un paio di dita atte a stimolare la sua prostata, cosa che lo fece sorridere e gemere vistosamente. Il non morto si voltò verso la sua deliziosa compagna, ammiccando un sorriso quasi falso.
    Sei ingiusta Leben... voglio anche io un bacio dei tuoi...
    E detto questo spalancò la bocca, facendo uscire quella lingua da non morto piena di vogliose intenzioni. Da donna, Thresh possedeva delle labbra carnose e una lingua affusolata semplicemente irresistibile. Questo Hikage poteva vederlo anche da legata, e Thresh si sarebbe gustato la sua reazione nel vederli unirsi in un voglioso e focoso bacio, tutto mentre riempiva come un uovo il corpo di Momo, e aspettava impazientemente che la sua sorellina facesse un solo errore, per poter spalancare il suo culetto esattamente come stava succedendo con quello di Momo...
     
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    I conati si erano fermati per la piccola Momo lasciando spazio a pure grida disperate e un pianto quasi costante. I suoi sproporzionatissimi seni sbattevano violentemente su e giù per l'impeto che Thresh impiegava nel penetrarla, quasi non potesse considerarsi soddisfatto finché non l'avesse rotta davvero.
    M-mi uccide! Mi sta distruggendo! Bahsta!
    Eppure, nonostante tutto questo, i suoi occhioni ribaltati e la lingua costretta a restare fuori grondante di saliva e liquidi vari, il suo sesso schizzava umori un po' ovunque, segno indiscutibile che per quanto doloroso aveva cominciato a divertirsi anche lei. Certo, rimaneva un'esperienza che non avrebbe mai perdonato al caro professore e che si sarebbe ricordata per molto tempo, ma ciò non le impedì comunque di godere quando il suo pancino ormai vuoto venne riempito di nuovo liquido direttamente dal suo stomaco, aggiungendo alle sue grida di dolore gemiti dall'inconfondibile natura. Rischiava di rigettarlo tutto ma ormai non importava poi troppo dal momento che persino una succubus come lei rimase decisamente segnata da una simile esperienza, tanto da farsela sotto per l'intensità del tutto... o, più precisamente, sopra la schiena e il didietro della sua povera sorellina costretta a baciare Leben proprio in un momento tanto cruciale. Inutile dire che tutto quel miscuglio perverso di liquidi bollenti, tra sperma sangue e urina, finirono irrimediabilmente sprecati, almeno finché Leben sentendo l'invito di Thresh non si staccò da Nana sorridente spingendole la testa all'indietro proprio sotto il getto dorato della sua sorellina, ottenendo una reazione schifata che mutò in puro terrore quando comprese l'entità del suo imperdonabile errore: non solo non aveva ingurgitato tutto così come l'era stato ordinato, ma a malapena poche gocce del prezioso nettare del professore erano finite nella sua bocca e sul suo viso mentre il resto poteva sentirlo tutto sulla sua piccola schiena. Si affrettò a pulirsi il viso leccando con gusto almeno quel poco che aveva addosso, ma sapendo perfettamente quanto poco servisse iniziò a tremare visibilmente, cercando di approfittare del bacio tra i due zombie per sgattaiolare via, magari dietro la professoressa Lamia così da nascondersi (inutilmente) vicino a lei. Una cosa decisamente stupida, ma del resto non era brava a gestire il panico.
    Leben la ignorò totalmente, lasciandola volutamente fare ben sapendo che certo da quella stanza non sarebbe uscita, e che quell'ulteriore affronto verso Thresh non avrebbe fatto che peggiorare la sua punizione... inoltre era troppo presa dal dare al suo adorato compagno ciò che aveva così sensualmente richiesto, per badare a piccolezze come quelle due giovanissime succubus a quanto pare ancora un po' inesperte per la loro razza. Così si perse nel baciarlo con passione, e il sapore dolcissimo del sangue della piccola Momo in bocca.
    Fu così sadica da voltarsi persino verso Hikage mentre la sua lingua si muoveva sulla bocca del non morto, aggrovigliata alla sua altrettanto sensuale, sorridendo maliziosa e afferrando entrambi i grossi seni di Thresh per rendere il tutto ancora più insopportabile.
    Lamia fece l'errore di guardare... e a quel punto persino lei dovette arrendersi, tirando con rabbia le catene che le costringevano le braccia nel vano tentativo di spezzarle e dirigersi verso di loro.
    Hai... Hai vinto tu, dannato bastardo. Tutto... purché veniate qui!
    Ansava visibilmente ma ciò non le impedì di guardare il professore con uno strano mix negli occhi tra odio e prepotente desiderio... Benché comunque non fosse una supplica, quella rappresentava decisamente la sua resa.
     
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    La resa di Hikage coincise con la disfatta di Momo e la fuga di Nana, tutti eventi perfettamente pesati da Thresh che però non le diede nessuna attenzione. Principalmente perché Leben sapeva come distrarlo, ma in secondo luogo perché non era soddisfatto: lui non voleva una resa, ma una supplica. Il non morto si gustò il bacio di Leben a pieno, colmo di passione mentre i suoi seni dimostravano un'eccitazione crescente ingrossando gradualmente i capezzoli in modo quasi innaturale. Era eccitato, sul serio, e dopo l'ennesimo orgasmo dentro la devastata Momo la lasciò cadere a terra senza la minima accortezza, facendole sbattere la faccia sul terreno e costringendola a tenere le natiche alzate a causa delle sue ginocchia a terra. Staccatosi dal gustoso bacio di Leben era pronto per il prossimo passo, ma prima doveva segnare i punti.
    Bene mia cara, siamo pronti a passare alla prossima fase, ma prima...
    Thresh allungò una mano verso il terreno ,dalla quale uscì una strana asta di lattice nera. Sembrava quasi un vibratore, decisamente grosso per essere tale, uno di quelli composto da tante palline tutte attaccate che di solito servivano per la stimolazione anale. Al posto dell'estremità inferiore però, invece di un largo blocco come di consueto, c'era una bandierina nera simile a quella di un pirata, ma al posto del teschio bianco c'era invece il teschio luminescente verde di Thresh, intento a ghignare con un segno di vittoria stilizzato sotto al mento. Il non morto impalò letteralmente Nana con quel grosso affare, che dalla sua posizione assunta in quel momento sembrava proprio una collinetta conquistata. Un modo perverso e simpatico per marcare il territorio.
    Abbiamo appena iniziato...
    Rapide, le catene nella stanza tesero prima di tutto il corpo di Lamia in modo da non farla scappare, poi afferrarono Nana per le caviglie in modo da tirarla di colpo e farla cadere a terra, per poi trascinarla verso il perverso non morto che ora stava chiudendo le distanze con la professoressa Hikage. Un rapido pestone a terra per fermare la coda di Lamia, poi afferrò con il pugno destro uno dei ciuffi di Nana, tirandola verso l'alto per costringerla a rimettersi in piedi. In tutto questo tempo il suo ghigno malvagio non era scomparso un solo istante.
    Finalmente ti sei arresa... sono contento che tu voglia diventare mia amica, ma non sono disposto a darti soddisfazioni per ora... prima devi supplicare.
    E lo pretendeva, voleva sentirla pregare di diventare amici, di avere per lei sia il corpo che lo stupendo cazzo del professor Carnovash, e sapeva anche come tentarla. Sollevò Nana davanti a lei, tenendola sempre con il ciuffo alzato facendole anche male probabilmente. Con l'altra mano le strappava di dosso i vestitini succinti in modo da scoprirle i graziosi seni, e con la lingua le leccava il collo, proprio come stava facendo il suo grosso cazzo con le sue intimità: le assaggiava, non le violava. Nana era posta ad una distanza perfetta: esattamente un centimetro in meno della lunga lingua di Hikage, in modo che poteva assaggiarla si, ma solo con la punta... la tentazione a quel punto si sarebbe fatta incontenibile. Quanto ancora poteva resistere la donna serpente?
     
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    La povera Momo, punita a dovere per la propria arroganza, cadde a terra priva di forze in una posizione a dir poco imbarazzante che vedeva il suo povero sederino ancora dilatato e traboccante di scherma, inarcato verso l'alto quasi non avesse neppure la forza di abbassarlo, mentre la sua faccia (rossa per la caduta) era spiaccicata a terra, su una guancia, l'espressione visibilmente sconvolta dal rapporto appena consumato. Ansava parecchio, con la lingua fuori dalle labbra schiuse, guardando un punto imprecisato del terreno cercando invano di recuperare fiato. E cosa osò fare quel professore dannato? Infilare una nuova abnormità nel suo didietro facendola sussultare e gemere un ultima volta...
    Non si sentiva decisamente in grado di alzarsi, eppure si costrinse a borbottare qualcosa.
    Aspetti... solo... che mi riprenda... dannato, abominevole... coff coff!
    E dire che aveva pensato potessero diventare amici, proprio come sembravano andare d'accordo lui e Leben. Evidentemente aveva fatto calcoli totalmente sbagliati.
    La suddetta zombie, a differenza sua, sembrava ben più felice, tanto che osservando quel divertentissimo modo di chiarire chi era a comandare rise di gusto, concedendosi persino di premere col piede coperto dai suoi fedeli tacchi a spillo sul giocattolino infilato tra le chiappe della povera succubus, facendolo arrivare fino in fondo tanto da spingere la piccola a sgranare gli occhi, pur non avendo la forza di gridare ancora o tanto meno muoversi per toglierselo. Sarebbe probabilmente rimasta lì per un po' di tempo, in quella pozza di liquidi di varia origine, prima di riprendersi del tutto.
    Stessa cosa non si poteva ancora dire della sua sorellina, che tuttavia prima o dopo sarebbe finita a farle compagnia dal momento che non si trovava sicuramente in una bella situazione, appena sollevata dal terreno e costretta a posizionarsi davanti a Lamia in una posa che le lasciava ben poche speranze di fuga.
    Iniziò di nuovo a piangere, mentre il labruccio le tremolava, eppure non poté fare niente per nascondere la sua immensa eccitazione, ben visibile dalle copiose quantità di umori tra le sue cosce, che l'assenza del vestito portò alla luce. I suoi piccoli seni erano totalmente turgidi, i capezzoli eretti e desiderosi d'attenzioni, evidenziati dalla pelle d'oca visibile in tutto il suo bel corpicino minuto. Tremava tutta, poverina.
    M-m-mi dispiace... i-io non volevo...
    Sì, sì, non voleva offenderlo, non voleva disubbidire... ma che importava? Ormai l'aveva fatto e quindi doveva sopportare qualsiasi punizione le fosse toccata... possibilmente senza mostrare eccessivamente il suo totale entusiasmo per quelle sensazioni contrastanti che tanto adorava: da una parte il terrore puro, dall'altra l'eccitazione di trovarsi totalmente alla mercé dello zombie superdotato alle sue spalle. Solo una cosa rendeva il tutto ancora più imbarazzante, facendola sembrare un peperone: Lamia. La professoressa aveva iniziato a fissare la sua intimità sin da quando il professore l'aveva costretta a spalancare le gambe a quel modo, e dall'espressione sembrava volerla mangiare. Letteralmente.
    Ed era vero, Hikage voleva infilare la lingua dentro quel minuto corpicino e non tirarla fuori se non dopo aver fatto schizzare la piccoletta dinanzi a lei, ma era ancora troppo infuriata per pensare solamente a quello. La coda le doleva da morire, e quel Thresh... come osava...
    Qualunque fossero i suoi pensieri non importò molto quando il profumo della nanetta cominciò a darle alla testa (e accadde quasi subito). Era ormai al limite delle sue facoltà e fu solo per la rabbia che non lo supplicò lamentosa, mordendosi invece le labbra a sangue fissandolo con odio per infiniti secondi, prima di sibilare, a denti stretti: Per favore...
    Ma il suo orgoglio le impedì di aggiungere altro. Era un osso duro.

    Edited by = Midori.no.Neko = - 21/5/2014, 21:23
     
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    In molti sottovalutavano la personalità di Thresh, lui si sottometteva a Leben solamente perché la considerava un suo pari degno di rispetto e soprattutto delle sue attenzioni, ma normalmente il torturatore esisteva come dominatore assoluto. Prima di pretendere qualcosa bisogna soprattutto meritarselo, e Momo di sicuro non aveva meritato niente. Anzi, ora aveva addirittura guadagnato qualcosa: il desiderio di vendetta che Thresh non disprezza mai nel cuore di chi gli sta intorno. Dopotutto, l'odio altro non è che l'altra faccia dell'amore. Ma per ora, l'obbiettivo non era la ragazza dai capelli rosa, né la sua sorellina: Hikage doveva cedere. Pensava forse che dando un contentino a Thresh questo l'avrebbe assecondata? No, assolutamente, e più Hikage desiderava quella tenera ragazzina, più il malvagio torturatore la rendeva inafferrabile, continuando a sbandierare il suo grosso affare di fronte a quelle bollenti intimità, pronte a fotterle in qualsiasi momento letteralmente sotto il naso della professoressa Lamia.
    No no... non ci siamo. Devi prendere esempio da Nana, la vedi? Sta piangendo, supplicando, il suo cuore è sincero. Tu invece vuoi ancora dimostrare di essere nel giusto, di poter vincere... ma non accetterò una sconfitta, e se non me la concederai mi accontenterò del tuo sguardo insoddisfatto...
    E detto questo Thresh lasciò la presa sulla testa di Momo alle sue catene che la presero per la gola, bloccandola verso l'alto come se fosse impiccata, fortunatamente era sostenuta da Thresh che le impediva di fare una brutta fine, ma le sue mani ora avvolgevano le sue minute caviglie, allargando quella dolce intimità sotto il suo grosso e venoso arnese, pronto ad impalarla sprofondando fin dentro il suo piccolo utero, spalancandolo violentemente fino a spingerglielo contro lo stomaco. Nana era molto più stretta della sua sorellina, e Thresh non riuscì a trattenere un gemito di piacere che sfogò verso l'alto, sollevando l'intimità della ragazza il più possibile in modo che Lamia potesse gustarsi lo spettacolo.
    Devi solo supplicarmi... e tutto questo sarà anche tuo... noi dobbiamo essere amici... dobbiamo amarci, non odiarci... allora Hikage... tu mi ami? Ami il mio cazzo?
    Lo sentiva, era prossima a cedere era inevitabile, e nel mentre si gustava la calda intimità di Nana completamente spalancata dalle esagerate dimensioni del non morto, intento a pomparla con tutta la forza che aveva in corpo lasciando che i suoi prosperosi seni rimbalzassero sotto lo sguardo voglioso di Hikage. La partita stava per concludersi...
     
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    Thresh non voleva lasciarle niente. Neppure un minimo di amor proprio o dignità. Era come un disco rotto ormai, capace di ribadire sempre e soltanto gli stessi concetti, riproponendoli all'infinito. Hikage si sentiva come ipnotizzata, da quella voce cavernosa, dal profumo della piccola Nana che le tormentava le narici fino a invaderle il cervello. Ma nonostante questo... non poteva rispondere di sì. Non avrebbe mai potuto umiliarsi tanto, per ottenere un po' di piacere. Avrebbe dovuto arrendersi prima, in modo più dignitoso, partecipando semplicemente al loro gioco senza mostrarsi così scontrosa. Ma ormai era tardi... e poteva solamente mordersi le labbra a sangue per evitare che dalla sua gola uscissero parole che si sarebbe pentita a vita di aver pronunciato.
    Era un dannato demone, per Satana! Non avrebbe mai potuto...

    Leben, che osservava l'espressione di ogni individuo in quella stanza, gustandosi le emozioni che vi leggeva dentro, notò quell'incertezza nel viso di Lamia e le sorrise, decidendo di accorrere in suo "aiuto". Con passo sinuoso come suo solito, smise di torturare la povera Momo a terra per dirigersi verso la demonessa, portandosi alle sue spalle con uno sguardo che definire malizioso sarebbe stato puro eufemismo.
    Sai Thresh adorato, credo che la nostra collega abbia bisogno di un incoraggiamento più tangibile delle semplici parole...
    E diabolica, come poche creature al mondo, portatasi davanti alla sua schiena si affacciò da sotto una delle sue ascelle per guardarla maliziosa, afferrandole con una mano un seno mentre l'altra, l'intero braccio anzi, prendeva a strusciarsi come fosse un enorme verga in mezzo alle sue grandi labbra, ben attenta a non sfiorare zone troppo sensibili che potessero farla venire con il minimo contatto.
    La portava a un passo dal venire e poi di nuovo nella frustrazione totale, tanto che dagli occhi ferini di Lamia presero a sgorgare lacrime di dolore. A quanto pareva anche una creatura come lei poteva impazzire di desiderio se abilmente torturata...
    Sì... tutto quello che volete... ma vi prego...
    Non terminò la frase, ma era come se nell'aria fossero rimaste sospese suppliche da vera meretrice.
    A quel punto Leben la lasciò, strappandole un lamento di disperazione. Si dimenava ancora nel vano tentativo di potersi liberare, ma stavolta ciò che sembrava premerle di più era liberare la coda per potersi soddisfare da sola, tutto purché quella tortura finisse.
    Nana, nel frattempo, veniva fottuta così forte che l'era concesso solo di gridare e grondare per sopportare tutto quel piacere e dolore mischiati insieme. E le sue grida non facevano che diventare perfetta colonna sonora di quella folle situazione, ai limiti della perversione. Solo una cosa era certa: Leben godeva di tutte quelle espressioni sconvolte e, di tanto in tanto, si premurava di lanciare sguardi allusivi a Thresh per assicurarsi facesse altrettanto.
     
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    Come al solito Leben confermò il rispetto che Thresh aveva deciso di concederle, rivelandosi estremamente abile e donandogli un suggerimento davvero niente male. Il non morto strinse la presa intorno alle gambe della piccola Nana, piantandosi dentro il suo dolce orifizio ed iniziando a colmarlo con un orgasmo degno di questo nome. Il grosso affare di Thresh si gonfiava e si spremeva dentro di lei con violenza, mentre gemeva perdendosi in una perversa risata, concedendosi qualche leccata al munito collo della ragazza. Dopodiché, una volta riempito a dovere quel caldo orifizio, decise di assecondare la richiesta di Lamia.
    Molto bene... visto che sei così disponibile a collaborare: allora la dividerò con te...
    Uscì letteralmente da dentro la piccola Succubus, per poterla sollevare e ribaltare: il petto era girato verso Lamia, la testa verso il basso e quindi i suoi dolci orifizi verso l'alto. Thresh la avvicinò a lei fino a schiacciarla sul suo possente e mostruoso corpo, innalzandola per i fianchi così da offrire alla professoressa Lamia quel banchetto pieno di umori e sperma. Una quantità immensa di sperma...
    Lui ovviamente non si privò dei piaceri del gioco, e mentre lanciava un'occhiata vogliosa verso Leben invitandola col puro istinto a dargli un pò delle sue labbra, il suo grosso affare sgusciò sul volto di Nana, costringendola a causa della gravità a ritrovarselo dritto in bocca, iniziando a fotterle la gola proprio come un'istante fa stava facendo col suo culetto. Un quadro decisamente stimolante.
     
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    Leben era entusiasta. Hikage stava diventando uno spettacolo osceno e la sua reazione nel ricevere come unica consolazione lo sperma di Thresh fu impagabile: gridò di frustrazione, un suono molto più simile a quello di una bestia che di un demone senziente, eppure si fiondò su quel liquido come se sperasse che il qualche modo la sua "fame" potesse essere colmata.
    Così non fu. Per quanto potesse leccare la piccola Nana, che in quel momento emetteva suoni decisamente non umani mentre la sua gola veniva fottuta a dovere, lei non avrebbe comunque potuto godere. Nemmeno sentire l'orgasmo della piccoletta sulla lingua, l'aiutò in qualche modo. E assaggiare il suo sangue mentre le mordeva una natica, non fece altro che farla impazzire ulteriormente.
    Solo Leben venne in suo soccorso... o forse sarebbe stato meglio dire "ad annientarla del tutto". Perché le infilò l'intera mano tra le natiche senza alcun preavviso, facendole persino male perché vista la posizione in piedi in quell'anfratto non era arrivato nemmeno un po' di liquido. Aveva sempre pensato di essere una sadica, era sempre così che aveva goduto nella sua lunga vita colma di esperienze, eppure nonostante il dolore, nonostante le cinque dita che si divertirono ad aprirsi e chiudersi dentro di lei tendendo la pelle fino all'insopportabile, emettendo suoni osceni e umilianti, sì sentì quasi come se...
    Ma l'orgasmo in procinto di esplodere fu bloccato sul nascere. Era stata dentro di lei solo qualche istante ma...
    Oh cielo... un altro millesimo di secondo ancora e saresti venuta solamente col culo! E in così breve tempo per giunta!
    Colse perfettamente il suo respiro freddo contro l'orecchio... e la sua risata tagliente.
    Stai diventando davvero oscena, Hicchan... Non sembri nemmeno lontanamente lo stesso potente demone che pensavo di conoscere sino a ieri...
    E cosa poté fare "Hicchan" se non gridare di frustrazione, strattonando ancora una volta le catene e la sua stessa coda, piangendo ormai di rabbia e follia insieme? Era finita. Non era più in sé.
    Ti prego... Leben... ti supplico... Thresh... il tuo cazzo... le vostre braccia... qualsiasi cosa... Datemelo... Datemelo...
    Ormai non parlava nemmeno in modo comprensibile. Poté solo limitarsi a supplicare come una qualunque puttana, grugnendo come un maiale nel lasciarsi sfuggire qualche breve singhiozzo in mezzo alle labbra serrate dai suoi denti ferini. Era al limite... e ciò che le faceva più male era sapere che, anche se i due perversi zombie non l'avessero accontenta umiliandola ulteriormente, lei avrebbe potuto soltanto continuare a soffrire... senza avere la minima idea di dove poteva arrivare. Non aveva mai provato niente di simile. E il colmo, fu vedere Leben che invece che calcolarla minimamente... assecondava Thresh, dandogli un bacio assolutamente perverso, bagnato, ed estremamente eccitante da vedere.

    Edited by = Midori.no.Neko = - 24/5/2014, 21:09
     
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    Thresh si gustava la scena silenziosamente, Leben era riuscita ad interpretare i suoi pensieri e si era trasformata nella partner ideale per poter portare avanti una sceneggiata del genere. Questo non lo placò minimamente dal fottere Nana direttamente in gola mettendoci quanta più forza e decisione possibile, così da farle sentire tutto il piacere che stava donando al suo caro professore. Questo per lo meno fino a che la professoressa Lamia non cedette del tutto, oramai completamente persa nel piacere: Thresh si lasciò andare una risata estremamente divertita, portando la faccia rivolta verso l'alto e spalancando la bocca con immenso trasporto. Quando la mente di una persona, qualsiasi persona, finisce in frantumi è sempre un meraviglioso divertimento. Thresh strinse i fianchi di Nana in modo da poterle inseminare tutto il suo orgasmo direttamente in gola, lasciando che la piccola si nutrisse del suo seme dato che era stata così brava, e meritava un premio. Quando ebbe finito la lasciò finalmente andare, ribaltandola ancora fino a farla sedere a terra in ginocchio, con la bocca piena di sperma spalancata verso l'alto e una catena intorno al collo che partiva dal soffitto creata appositamente per non farla crollare a terra. Thresh le fece dono di un'altra bandierina, ma stavolta era un a sorta di gag orale (ultima a destra) con un anello tra i denti, dentro la quale Thresh avrebbe infilato il famoso vibratore con tanto di bandierina trionfante che aveva due scopi: dichiarare la sua proprietà ovviamente e soprattutto tenere la bocca spalancata fino in gola, in modo che Nana non potesse né chiudere la bocca né usare i suoi muscoli per ingoiare. Lo sperma le sarebbe colato lentamente in pancia lasciandole qualche misero istante per respirare quando avrebbe potuto. Una tortura lenta ma che per una sottomessa come lei che piaceva sentirsi umiliata era perfetta. Ora non restava che dedicarsi ad Hikage.
    Allora Leben, pare che finalmente ce l'abbiamo fatta... Hikage è dei nostri e vuole giocare con noi. Voglio davvero accontentarla, sono soddisfatto ma...
    Stava già per volgere verso Hikage, brandendo il suo grosso cazzo colmo di saliva, umori e sperma come se volesse quasi minacciarla e farle capire che finalmente era giunto il suo turno. Ma all'ultimo Thresh si voltò verso Leben, donandole il suo sguardo più perverso e malizioso. La sua preziosa compagnia di giochi non aveva mai goduto del corpo del non morto in forma femminile, non del tutto in ogni caso, c'era sempre qualcosa in mezzo e ora doveva assolutamente concederle un esclusiva.
    Prima ti meriti un ringraziamento...
    E detto questo afferrò Leben per la nuca, stringendola per i capelli ,sembrava una presa prepotente ma in realtà era solo irrefrenabile passione. La cinse intorno alla vita piazzando il suo grosso affare tra i loro ventri femminili, per poi lasciare che anche i seni si unissero, schiacciandosi a vicenda, ultimo preludio ad un bacio incredibilmente passionale che avrebbe definitivamente schiacciato l'invidia di Lamia, che presto sarebbe stata soddisfatta, Ma prima quel bacio, un bacio intenso e perverso, un bacio così caldo e umido che Leben avrebbe fatto fatica a trovarne uno così piacevole. Un ringraziamento che Thresh non concede quasi a nessuno e solamente Leben si era rivelata realmente meritevole.
     
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    Nana era estremamente felice. O almeno questo dicevano i suoi occhi vacui e le numerose lacrime sul suo bel visino mentre il professore le faceva dono di quell'ultima copiosa dose di prezioso seme direttamente in gola. Non fece nemmeno in tempo a ingoiare che eccola a terra, quasi impiccata per via delle poche forze che le restavano, venendo copiosamente a propria volta per l'eccitazione del momento. Era una scena così carina che faceva venir voglia di fotterla di nuovo fino a vederla schiattare, o almeno questo pensò Leben mentre la guardava. Thresh tuttavia non fu del medesimo avviso, e ciò la fece sorridere attirando del tutto la sua attenzione. Lo guardò sorridente, mangiandolo con gli occhi mentre si avvicinava a lei e quando sentì il corpo premere contro il suo non trattenne un mugolio estasiato.
    Pensavo quasi ti fossi dimenticato di me...
    Non si lasciò attendere affatto. Si legò al sul nuovo corpo con estrema goduria, carezzandogli un seno e muovendosi contro di lui cosicché anche la sua meravigliosa virilità venisse stimolata durante tutto il contatto. Diede del suo meglio anche nel bacio, infilandogli senza esitazione la lingua in gola, rincorrendo la sua per poi morderla persino. E tutto ciò lo fece in modo deliberatamente lento, guardando Hikage di tanto in tanto per leggerle negli occhi cosa ne pensasse. Piangeva senza emettere un suono, mordendosi le labbra a sangue per non parlare di nuovo. E Leben, divertita dal suo dolore, non esitò ad approfittarne per infierire, ridacchiando palesemente contro le labbra del suo partner di effusioni.
    Quindi mi stai dicendo che dopo un bacio del genere vuoi comunque lasciarmi per un'altra ragazza? No Thresh, non posso proprio accettarlo.
    Al che, dopo un ultimo morso alle sue labbra la lingua scivolò lungo il mento, e poi giù sul collo sinuoso per lasciare segni anche lì, così come tra le clavicole, sulla spalla, e ovviamente su entrambi i prosperosi seni che non esitò a mordere con forza, saggiando le poche gocce di sangue che andarono a colorare la pelle bluastra del non-morto. Ma poteva bastarle? Si era trattenuta sin troppo e chiederle di farlo dopo che Thresh l'aveva eccitata ulteriormente con un simile bacio era impossibile. Quindi si chinò sui talloni e cinse l'enorme membro con la mano, cominciò a massaggiarlo lentamente in tutta la sua lunghezza, poi via più veloce, e al contempo né saggiò la cappella avvolgendovi intorno la lingua, ficcandosi poi il resto dell'asta in gola quando non vi era la sua stessa mano a ostacolarla. I movimenti erano perfettamente coordinati, rendendo il massaggio ancora più piacevole, e i suoi occhi ferini sembravano sorridere maliziosi mentre fissavano il suo caro amante tutto il tempo. Uno spettacolo incredibilmente eccitante che Hikage non sembrò per niente gradire, tanto da cominciare a torturarsi le labbra con i denti con il solo scopo di farsi male e distrarsi, probabilmente. Peccato che, se a Thresh avesse osato importare di lei in quel momento Leben l'avrebbe come minimo fatta pagare a entrambi...
     
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    Non solo Thresh non aveva la minima intenzione di attirare l'ira di Leben, ma addirittura sperava di ottenere quel risultato, cosicché Hikage rimanesse ancora a bocca asciutta per tutto il tempo a disposizione della non morta, e il non morto con la lanterna osò addirittura lanciarle uno sguardo perplesso e falsamente spaesato come per dirle "non è colpa mia, guarda sta facendo tutto lei!" ma in realtà ci sperava, e lo aveva ottenuto alla perfezione. Leben gli stava serbando come al solito una dedica unica, mordendolo su tutto il corpo e facendolo sussultare ogni volta che sentiva i suoi denti affondare dentro di lui, arrivando a chiederne ancora e ancora più a fondo sollevando il volto per socchiudere gli occhi deformando la sua espressione in qualcosa di profondamente soddisfatto. Il suo grosso affare finì dentro la sapiente bocca di Leben, come al solito lo ingoiò senza nessuna difficoltà, aveva una dote naturale, come non adorare una ragazza del genere? Thresh ne andava matto perché non si risparmiava mai, dava sempre tutto il suo corpo se possibile e quando riusciva a fare di meglio diventava un'esperienza memorabile. A quel punto sarebbe stata lei a far morire d'invidia la professoressa Lamia senza il minimo dubbio, facendole rimpiangere di non avere un grosso cazzo che venisse succhiato da quella bocca unica nel suo genere. Thresh portò istintivamente le mani sulla testa della zombie, iniziando a muoversi con il bacino dentro di lei percorrendo tutta la gola fino ad uscire di qualche centimetro, per poi penetrarla violentemente di colpo e soprattutto fino in fondo facendole sentire tutta la sua eccitazione. La cappella di Thresh fungeva da tappo, come punto più ampio, facendole scandire perfettamente ogni centimetro di quel pompino fuori dai canoni, donandole sensazioni che solamente Thresh sapeva suscitare.
    Leben mi fai impazzire... mordilo... fammi provare cose che solo tu mi fai sentire...
    E nel pronunciare quelle parole spostò il volto di lato, lasciando che i suoi lunghi capelli scivolassero sulle spalle e gli occhi si piantassero nello sguardo di Lamia, allargando infine un ghigno crudele e malvagio. Presto sarebbe toccato anche a lei... oh si... ma prima non poteva lasciare insoddisfatta la sua partner numero uno. Questo mai.
     
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    Come al solito lei e Thresh si intendevano alla perfezione, tanto che neppure in una simile situazione il non-morto la deluse, dando finalmente anche a lei un po' di quella deliziosa carne ancora turgida e pulsante nonostante i numerosi orgasmi ricevuti. Sapeva ancora del sangue delle piccole succubus e del suo seme, e Leben la assaporò con tutta la passione e l'ingordigia possibile; come suo solito del resto. Sentire poi i lamenti a malapena trattenuti di Hikage non faceva altro che eccitarla di più ogni attimo che passava, facendole desiderare di giocare in modo ancora più lascivo con il suo adorato Thresh, cosicché la loro spettatrice potesse rimanere soddisfatta. E così fece, senza farsi attendere troppo dallo stesso zombie che la pregò di mordere la sua carne e farlo godere come solo lei sapeva fare, una richiesta che soddisfò la sua vanità eccitandola al contempo oltre ogni dire. Quindi chiuse leggermente la bocca lasciando che i denti strisciassero sul membro turgido a ogni movimento della sua testa, avanti e indietro, lambendo al contempo con la lunga lingua le lievi ferite che essi si lasciavano dietro. Era più forte di lei mugolare e gemere ad ogni centimetro che la grossa asta percorreva nella sua gola, e fu sempre più forte di lei attirare ancora più a sé il bel corpo femminile di Thresh, afferrandogli le natiche e infilandovi gli artigli. Un vero appassionato del piacere ma soprattutto del dolore come lui non avrebbe potuto non apprezzare un simile trattamento, ma i lamenti di Hikage fecero sì che nella mente della perversa Leben si formasse anche un altro pensiero: era abbastanza? Sentiva la sua disperazione, la percepiva volteggiare nell'aria e uscire via dalla sua bocca nonostante tentasse in tutti i modi di contenerla, e oltre questo percepiva distintamente il godimento di Thresh che si gonfiava e muoveva convulsamente dentro di lei... ma dal suo punto di vista non era ancora abbastanza. Voleva dare più piacere al suo amato zombie e voleva al contempo torturare in modo peggiore Hicchan... ma come farlo?
    Semplice, con un sorriso malizioso che lasciava perfettamente intuire i suoi perversi piani, Leben fece strisciare l'artigli dalle natiche ai fianchi di Thresh sino alle sue anche, imponendovi poi una certa pressione per far sì che lo zombie smettesse di muoversi e facendo al contempo fuoriuscire -molto lentamente- il suo grosso affare dalla sua gola così da poter parlare; Solo dopo averlo leccato ancora però.
    Scusa Thresh ma il tuo sapore mi ha fatta eccitare troppo... temo dovrai concedermi di più.
    A quel punto molto lentamente si sarebbe alzata, quasi fin dall'inizio il suo volesse essere un breve preliminare per riscaldare l'atmosfera. Certo, Thresh avrebbe potuto fermarla e tenere la sua testa là dove la voleva, ma conoscendolo -vedendola con quello sguardo- probabilmente avrebbe atteso di sentire quali perverse fantasie volesse mettere in pratica. E avrebbe fatto bene.
    Inoltre, stavo pensando... non trovi anche tu che i gemiti di Hicchan siano decisamente adorabili? È un peccato non si senta libera di farceli sentire corettamente...
    Un peccato imperdonabile che andava corretto subito. Per questo, dopo un nuovo bacio perversamente erotico, con un movimento sinuoso e carezze (più simili a graffi) sul corpo del non morto, Leben si sarebbe portata dietro di lui, cingendo da quella posizione il suo membro e prendendo a masturbarlo con incredibile lentezza. Al che, spingendo i propri seni e l'intero corpo contro la sua schiena, l'avrebbe invitato ad avvicinarsi alla professoressa Hikage, abbastanza perché la punta del suo enorme fallo le sfiorasse la carne, ma non quanto bastava per concederle di venir finalmente soddisfatta. Solo quel semplice gesto, avrebbe dato i suoi frutti: gli enormi seni della professoressa si ergevano poco sopra i loro sguardi con i capezzoli totalmente turgidi ed eretti, quasi li invitassero a morderli, mentre la lamia stessa fremeva e tratteneva il respiro in attesa di qualcosa che -era abbastanza chiaro- non sarebbe arrivato... perlomeno finché anche Thresh non avesse voluto.
    Ho pensato anche che sarebbe un vero peccato non sfruttare questa tua nuova forma per restituirti una parte di tutto l'estremo piacere che sei in grado di farmi provare ogni singola volta. Per questo... cosa ne pensi se fottiamo la nostra bella Hicchan insieme?
    Glielo sussurrò all'orecchio, con voce calda e tentatrice, ma non ci voleva molto a comprendere che più che tentare lui era un altro modo come un altro per torturare Hikage, che in risposta stava ansimando visibilmente. Non dubitava che il suo Thresh avrebbe apprezzato l'idea, né temeva si sarebbe scostato dal clitoride che avrebbe sentito ingrossarsi sempre di più, premendo tra le sue natiche. Gonfio d'oscurità, percorso da spesse vene e grosso molto più del normale... bastava guardarlo per rendersi conto del fatto che Leben avesse preso ispirazione proprio dall'affare del suo stesso compagno per comporlo, e Hikage nel vedere (dalla sua statura imponente) che non uno ma ben due di quegli affari meravigliosi ora erano davanti a lei, pronti a torturarla ancora, non ce la fece più. Gemette, ansando.
    Dannazione, Leben; Mi state... uccidendo. Mi sono già arresa... Datemeli!
    Ma se accontentarla o continuare a torturarla con sempre più sadismo stava solo a Thresh deciderlo, mentre Leben si afferrava il clitoride modificato e lo strusciava tra le natiche del suo corpo "provvisorio", ridacchiando sfacciata.
    Chissà Hicchan, magari dopo potrei darti il mio... ma forse dovresti imparare a chiederlo in modo più consono, tu che ne dici Thresh? Forse dovremmo darle una lezione pratica?
    Era chiaro non stesse cercando di sottomettere il non morto, voleva che le fosse complice per rendere Hikage pazza prima ancora che i loro falli potessero soddisfarla. E a questo scopo, ma anche quello di dar piacere al suo "Mastro" (sempre se l'interessato l'avesse concesso) avrebbe infine portato il suo grosso "clitoride" oscuro davanti all'entrata dell'unico anfratto di cui il non morto era disposto, premendovi con insistenza senza preoccuparsi o contenersi in alcun modo: il dolore era la parte migliore, ed era stato proprio lui a insegnarglielo.
     
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    Con un potere come il suo, sembra quasi scontato pensare che Leben sapesse utilizzare la sua bocca come una vera maestra... o meglio le sue bocche. Come al solito la sua simile era insuperabile, riuscì a donargli quel perfetto mix di dolore e piacere tra denti e artigli, membro e natiche, mescolandole in un connubio caotico e disordinato: il piacere non aveva bisogno di tappe o di stadi, non aveva senso fare le cose fatte bene. La perversione è una lama che affonda nella carne... non importa quali organi toccherà, quanti danni farà, se ad uscire saranno lacrime o sangue, l'importante è che vada fino in fondo. E loro due stavano per spingersi anche oltre. Quando Leben si separò dalla sua asta Thresh sentì uno strano senso di vuoto nel suo ventre, che venne immediatamente lenito dalla lingua e dallo sguardo voglioso della preside.
    Sono d'accordo... aumentiamo il livello di gradimento.
    E detto questo si fiondò ancora sulle sue labbra, assecondando la sua stimolante idea, e mentre Leben accarezzava e circondava il suo corpo, Thresh si lasciava trasportare verso Hikage, momentaneamente succube di quella meravigliosa creatura senza vita e a quanto pare senza freni. Sollevò le braccia leggermente per concedere a Leben tutto lo spazio di cui aveva bisogno, ridacchiando divertito mentre vedeva il suo grosso affare agire come una bacchetta magica sui capezzoli di Lamia, portandoli tutti sull'attenti.
    Sei riuscita a non impazzire ancora... ti concedo dei meriti...
    Ma prima che potesse dedicare tutta la sua attenzione alla loro prigioniera, Leben avanzò tutt'altra proposta, facendo capire al suo compagno come potevano torturare ancora di più Hikage, lasciando che un perverso sorriso solcasse il volto del non morto, a questo punto più eccitato che mai. Ebbe un sussulto quando sentì quel grosso affare pulsante dietro di sé, e si eccitò ancora lasciando che anche le vene del proprio membro si gonfiassero ed iniziassero a pulsare come non mai. Il gioco di Leben era chiaro, quindi Thresh portò la mano sinistra sul seno di Hikage, per poi sporgersi in avanti e usarla come appoggio. La mano destra scivolò dietro di sé fino ad afferrare una natica e allargarla il più possibile in modo da scoprire il suo unico anfratto a Leben, lasciandolo alla sua mercé. Il volto però rimase inchiodato su Hikage, come se volesse farle vedere come si chiede umilmente qualcosa.
    Si Leben ti prego... sfondami, mettimelo nel culo e fammi sentire quanti sei eccitata... fammi gridare...
    Il sorriso si spalancò mostrando una fila di denti vogliosi tanto quanto lui, e nel momento in cui finalmente il grosso affare di Leben iniziò a violarlo Thresh sollevò il capo e ribaltò gli occhi deformando il suo volto in un ritratto alla perversione. Il grosso affare di Thresh si gonfiò ancora sul ventre di Hikage, iniziando a pulsare contro di lei facendole sentire la sua consistenza e il suo calore devastante. Del presperma iniziò a fuoriuscire dalla punta sporcando la professoressa e colando sul suo ventre come un desiderio insoddisfatto che lentamente l'abbandonava. E mentre Thresh godeva come non mai dietro quella sensazione di dolore e piacere inimmaginabile, il suo volto perverso tentava sempre di più Hikage spingendola alla pazzia.
     
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    Leben aveva visto giusto nel prevedere la reazione di Thresh, nulla la sorprese e anzi si divertì un mondo quando lo zombie si esibì in quello spettacolino totalmente dedicato a Hikage stessa, ormai tormentata dall'istinto più puro di spalancare le labbra e abbandonarsi totalmente a quei due diabolici non-morti. Solo una cosa non poté prevedere, tanto da lasciarsi sfuggire un gemito prolungato a dir poco lascivo: la sensazione delle interiora di Thresh contro il suo clitoride corrotto.
    Come, del resto, avrebbe potuto immaginare un piacere talmente inteso? Come sempre quando la sua eccitazione raggiungeva picchi estremi, fu costretta ad affondare i denti da qualche parte per sfogare tutta la propria passione, precisamente sulla spalla destra del non morto, mentre le sue mani andavano a serrarsi prepotentemente sui seni procaci e l'affare entrava dentro di lui fino in fondo. Era sublime.
    Oddio Thresh... sei fantastico qua dentro. Potrei diventarne dipendente. Com'è venir fottuti da un affare così grosso e meraviglioso? Facciamolo sentire alla nostra Hicchan.
    Di nuovo una provocazione alla povera Lamia, che con gli occhi sgranati ormai singhiozzava come una bambina, trattenendo a stento i forti lamenti. E quando Leben prese a muoversi dentro lo zombie senza freni sin dal principio, spingendolo a scontrarsi con l'enorme corpo della donna tanto da rischiare di ritrovarsi con la faccia praticamente schiacciata contro i suoi enormi seni, la loro povera spettatrice non ce la fece più. Si leggeva dalla sua espressione quanto le costasse farlo, ma nonostante questo, con la bocca impastata di saliva e persino il naso che colava: parlò.
    Per favore Tresh... fottimi... ficca il tuo grosso cazzo dentro di me... riempi questa fica marcia fino in fondo... ti supplico...
    A quel punto Leben esplose in una risata sguaiata, incredibilmente beffarda, muovendosi con sempre maggior violenza e velocità dentro il suo amato compagno di giochi, stimolandolo dall'interno nel modo più crudo e piacevole possibile per uno zombie dedito al piacere più estremo come lui.
    La troia a scaglie è finalmente dei nostri, Thresh adorato. Che dici, è pronta per il benvenuto?
    E pronunciato dalla sua bocca, rispetto alla piccola "Momo-Aspirantesadicafallita" quell'insulto faceva tutt'altro effetto.
     
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    Prima o poi tutti crollano, e Thresh poteva dire di essere stato distratto alla perfezione durante l'attesa, sia dalle sue iniziative che dalle attenzioni di Leben. Anzi era il caso di dire che quell'ultima sessione con la non morta lo aveva quasi del tutto assuefatto al punto da fargli dimenticare il suo scopo finale. Ma non poteva farci niente: prenderlo da dietro con Leben era un'esperienza fantastica che si domandò come mai non aveva provato prima, si eccitò da morire al punto che il suo membro iniziò a volgere verso il basso, finendo per eruttare ai "piedi" della donna serpente contribuendo probabilmente al suo cedimento definitivo.
    Finalmente posso scoparmela come si deve... diamoci da fare Leben.
    Disse soddisfatto puntando il suo volto perverso e sensuale verso Lamia, mostrandole uno sguardo perso nel piacere della penetrazione che stava subendo e soprattutto impaziente di darsi da fare. Afferrò con energica violenza i fianchi di Hikage, portando davanti alla sua intimità la propria erezione resa imponente dalla carne che stringeva nel proprio sfintere. Perfino per una donna grande come Lamia quella grossa mazza di carne doveva risultare esagerata, e Thresh non esitò un solo istante prima di iniziare a violarla, dato che entrambi erano eccitati, umidi e pronti a darsi da fare. Mentre entrava dentro di lei non smise un solo istante di fissarla negli occhi come se volesse ipnotizzarla, spalancando la bocca e lasciando cadere intensi grumi di saliva sul mento, perso nella perversione, muovendo la lingua come se stesse invogliando Lamia a fare altrettanto. Voleva un bacio? Che cosa carina da fare mentre inizi a fare a pezzi l'intimità di una donna serpente. Fortuna che in quanto tale poteva allargare il proprio corpo in diversi modi, altrimenti sarebbe stato davvero doloroso... all'inizio. Cosa sarebbe successo da ora in poi? Lamia avrebbe rinnegato i suoi gusti per lasciarsi finalmente andare alla perversione che Thresh portava con se? C'era solo un modo per esserne sicuri, e tutto incominciava con quella violenta penetrazione che spalancò facilmente il suo utero, facendolo urtare direttamente con lo stomaco. Era mai stata toccata così a fondo?
     
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