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.Ci rimase davvero male quando le disse che sarebbe stato parecchio impegnato. Capì immediatamente a cosa si riferiva e sentì uno strano senso di vuoto sul fondo dello stomaco, una sensazione che non le piaceva, e che automaticamente la fece irritare. Ice però aggiunse che anche i buoni andavano in vacanza e che quando sarebbe stato libero, l'avrebbe accontentata. Nariko capì che aveva fallito, ad Ice non interessava corrispondere i suoi desideri, ed era anche comprensibile dato che aveva un obbiettivo mica facile. Insomma da quelle due frasi capì che non lo avrebbe fatto, e anche se fosse stato libero, di sicuro non avrebbe fatto un biglietto per andare a trovarla, si sarebbe gettato sulla sua console a giocare e bere birra. Oppure peggio ancora si sarebbe fatto domare da qualcun'altra.
Nariko non lo tollerava, non fece nemmeno una piega quando Iceringer le palpò il seno quasi come dispetto. Si voltò verso di lui, aveva un 'espressione di rabbia dipinta sul volto, non semplice rabbia poiché le ombre della notte che le si dipinsero in faccia, la facevano sembrare fredda, delusa e distante.
Era diversa da quando si arrabbiava per punirlo, molto diverso.
Per chi mi hai preso? Per una sciocca ragazzina? Dimmelo direttamente che non vuoi venire invece di girarci attorno Ice! Inutile illudermi se poi il tempo non lo troverai mai. Ma non preoccuparti, mi troverò uno schiavetto migliore di te, addio supereroe!
Detto quello si avviò ad uscire dall'acqua, era furiosa, e sembrava quasi calpestare la sabbia mentre usciva. Aveva un misto di sensazioni strane che non si riusciva a spiegare, ma su tutte prevaleva la rabbia: per aver provato delusione al suo rifiuto, rabbia per il suo modo di aggirarla, rabbia per aver deciso di tenerselo come schiavo, quando vivevano così lontani l'uno dall'altro. Rabbia perché lo trovava adorabile e non aveva trovato altri ragazzi disposti ad assecondarla come lui. Decise di non togliergli la maledizione, come punizione, si sarebbe sentito male dopo ogni coito con altre ragazze all'infuori di lei, e sperava con tutto il cuore che lo avesse provato, in modo che poi sarebbe andata a trovarla, non per cortesia o voglia di vederla, ma per pregarla di toglierli la maledizione, e a quel punto lei lo avrebbe torturato, fin quando si sarebbe sentita meglio. Era un supereroe? Non gli sarebbe stato difficile trovare la scuola dove lavorava e il suo dormitorio se indagava come si doveva.
Edited by BOLSHAK VS DOOM - 31/7/2012, 10:22. -
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The unseen BOOB, is the Fappest
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Iceringer rimase impietrito di fronte alla sua reazione, stava già per replicare ma il dito che aveva sollevato come se cercasse il permesso di parlare si abbassò subito, assieme al suo tono di voce che era sprofondato sotto lo zero. Sbuffò e la lasciò andare, non la fermò né disse nulla. Non si giustificò, non corresse le sue parole, non si difese, niente di niente. Si gettò all'indietro facendo il morto a galla a pancia in su, respirando profondamente e assaporandosi la brezza notturna. Non poteva lasciarsi prendere dalle emozioni ancora, e in fondo era giusto così. non era una promessa che poteva mantenere, se non fosse mai andato l'avrebbe tradita, se ci fosse andato l'avrebbe sorpresa, solo la sua volontà avrebbe deciso se Nariko aveva mal riposto la sua fiducia o meno. Quindi non aveva bisogno di replicare, lo prese come una sfida. Non voleva sapere niente, avrebbe indagato e l'avrebbe sorpresa. E' così che lavora un supereroe, altrimenti non avrebbe potuto definirsi tale. La notte era oramai profonda, la serata volgeva al termine. Quell'estate sembrava già finita.
Goodbye, my Summer.
Solo dopo che il suo sguardo non avrebbe più potuto vederla si sarebbe avviato solitario per le spiagge di Roma, fiducioso di trovare a casa l'unica donna che lo capiva veramente: la X scatola..
