fare amicizia all'ombra di un albero

Roma era magnifica, proprio una città da visitare, ammirare e ricordare con il cuore ardente di emozioni. Architettura precisa, armoniosa, pomposa ma non troppo. Xemnas camminava tranquillo per se stradine, non aveva un obbiettivo o fine in quel momento, semplicemente fece una passeggiata. Quello che mancava, almeno secondo lui, era una bella tazza di the caldo, giusto per finire la giornata in bella. Ma aveva ancora un lavoro da fare. Si recò verso il parco centrale di Roma, doveva incontrarsi con un cliente. E dopo qualche istante di ricerca, localizzò l'uomo, quasi fosse inconfondibile. Suppongo lei sia il signor Evilnight. Si levò il guanto destro e porse la mano in direzione dell'uomo.

Un lieve sorriso giunse sul volto. Un uomo d'affari non è mai in ritardo, signor Evilnight. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo. Si rimise il guanto destro, ritraendo infine il braccio e facendolo scomparire, come la seconda, dentro le tasche ai lati del mantello. Allora signor Evilnight, esiste un motivo preciso per la mia convocazione in codesto luogo? Non vorrei risultare scortese, ma purtroppo in quanto uomo d'affari sono molto impegnato.

Il sole fu divorato da nubi di tempesta. Il vento, che prima non fu presente, ora troneggiava violententemente sul parco. Un cambio radicale del tempo. Xemnas osservò l'uomo. Poi, dopo averlo analizzato con lo sguardo, aprì nuovamente bocca: Oibò, in effetti non sono quel tipo di persona che adora duellarsi inutilmente, ma chi le dice che sarei io il suo avversario? Lo sguardo era freddo, non lasciava traboccare nessuna emozione, mentre sul viso continuò a esservi un sorriso apparentemente finto.

Signor Evilnight, non le sembra strano avermi incontrato, che tutto questo fosse programmato senza che lei non conosca neanche il mio nome? Non sarà che i suoi ricordi sono stati manipolati? Il sorriso si fece più marcante. Xemnas alzò la destra, lo fece lentamente, per poi schioccare con le dita. In quel momento comparvero 5 ombre sulla fredda terra, tutte intorno all'uomo, circondandolo. Erano distanti mezzo metro, tutte intorno a lui, mentre uno dava le spalle a Xemnas. Poi, dopo qualche attimo, dalle ombre uscirono delle strane creature, macabre in un certo senso, più che altro nei movimenti molto disumani. Io la conosco molto bene, sa? La osservo da molto tempo. La studio da molto tempo. Ma ora ho quasi terminato. Le va un ultimo ballo prima di scomparire nelle tenebre, signor Evilnight?

Finalmente, ma ovviamente senza stupire particolarmente Xemnas, il ragazzo si trasformò in un angelo, mostrando la sua reale forma. I suoi lineamente non cambiarono particolarmente, non ci fu nessun cambiamento significativo, delle ali e un improvviso aumento di statura, niente che non fosse programmato. Mentre la trasformazione avvenne, prima che fosse completata, Xemnas scatto all'indietro di 7 metri, fermandosi infine bruscamente. Il ragazzo non prese tempo alle sue azioni, mandò immediatamente delle appuntite punte verso le creature, colpendo fatalmente due delle creature, mentre la terza, quelle che dava le sue spalle, venne solo scalfito al braccio destro, questo perché effettivamente l'angelo non poteva colpire un nemico alle sue spalle con precisione, doveva aspettarselo. Ma non solo, i colpi dell'angelo furono solo tre, le creature però erano ben 5. Due di questi, quelli posizionati ai lati, scattarono con enorme velocità verso le gambe, giungendo infine a bloccarle con i loro artigli, penetrando con questi nella carne per potersi ancorare maggiormente e più saldamente al nemico. L'ultimo, quello ferito, salto alle spalle dell'angelo cercando di aggrapparsi alla sua testa. Questo mentre le punte si stavano ritraendo. Xemnas, invece, che in quel momento distanziava 7 metri dal ragazzo, osservo con calma inaudita il campo da battaglia.