Che stiamo stretti?

x Doomchan

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    Più si andava avanti con i giorni di gita, più nariko si convinceva che non avrebbe dovuto accettare quell'incarico, anche se in effetti era riuscita a divertirsi, anche se fù costretta a farlo di nascosto. Era il terzo giorno, e la loro meta erano i musei di storia dell'arte. Tutto molto interessante certo, ma per una donna come Nariko era fin troppo noioso. Ma non era solo quello a stressarla. Erano sulla banchina della metropolitana in attesa che arrivasse il treno che avrebbe portato lei e i suoi alunni al colosseo, da dove poi avrebbero fatto il giro lungo a piedi studiando e guardando ogni monumento. IL problema era che stranamente il treno era in ritardo, e più passavano i minuti più la banchina si riempiva di gente, e la sua classe era già abbastanza numerosa. Così fù costretta a far salire prima i suoi alunni che riempirono già un vagone, mentre lei fù costretta a salire sul vagone accanto, separata dai suoi alunni. Il treno era pieno zeppo di gente. Si ci riusciva a malapena a muovere, tutti stretti. Per fortuna i vagoni erano muniti di aria condizionata, o quel vagone sarebbe diventato invivibile.
    Ruscì a salire ma si sentì spintonata dalla gente che impaziente voleva salire e non perdere quel treno, che poi perché?? Quattro minuti dopo ce ne sarebbe stato un'altro, certo lei era costretta per non lasciare soli i suoi alunni, ma gli altri? Si sentiva particolarmente irritata, odiava i posti affollati.
    Venne spintonata e finì per urtare contro una parete di roccia.
    Non spingete dannazione! imprecò, ma non valse a nulla la folla la spintonò contro questa parete, no, non era una parete. Era un uomo, dall'aspetto singolare, per lo meno non le era ancora capitato di incontrare qualcuno con quel tipo di capelli. Lunghi e argentati con profondi occhi rossi. Lo guardò incuriosita, erano praticamente vicinissimi, e l'altezza di Nariko le permetteva di guardarlo direttamente negli occhi, mentre il seno florido veniva premuto contro il suo petto.
    Non se ne stia lì impalato, mi faccia spazio dannazione. gli disse, peccato che di spazio ce ne era ben poco, e come se non bastasse erano premuti contro il portellone che divideva le carozze.
     
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    Iceringer non aveva nulla contro la sua amata città natale, il problema erano sempre quelli che la abitavano che non tutti erano dei grandi interlocutori, anzi praticamente nessuno. Per questo solitamente andava in giro con le cuffie sul capo ed una musica sparata al massimo volume nelle orecchie. O così almeno per strada, in luoghi chiusi abbassava leggermente il volume quanto bastava per non importunare nessuno ma quanto era necessario per non sentire nessun altro. Aveva notato che di recente andavano in giro numerose scolarette provenienti da paesi visibilmente esterni, era il periodo delle gite e lui ricordava con nostalgia il suo periodo scolastico, pieno di studio che veniva completamente surclassato dai videogame e i fumetti hentai. Vestito nel suo classico stile borghese sportivo, ovvero una tuta dai colori rosso e neri, non particolarmente pesante dato il caldo ma comunque poco sottile, ai piedi calzava un paio di scarpe da ginnastica scure con i lacci rossi, mentre alle spalle portava la sua solita custodia per chitarre che in realtà celava la sua ragione di vita, l'unica cosa che lo rendeva in grado di sconfiggere il male. La tuta era chiusa da una lampo leggermente aperta sul davanti che lasciava intravedere una maglietta rossa con un singolare motivo giallo davanti. Inoltre il caldo lo aveva portato a sollevare le maniche della tuta fino al poco più sotto del gomito, lasciando metà avambraccio scoperto. Per fare delle compere aveva bisogno di prendere la metropolitana, all'inizio del viaggio il vagone era piuttosto libero ma man mano che si andava avanti la gente saliva, e quando il ragazzo vide uno squadrone di ragazzi in gita decise di mettersi in un angolo del vagone dove il suo grosso bagaglio non avrebbe dato fastidio. La massa di gente però era come un fiume in piena e nell'impatto con la valanga di gente Iceringer vide le sue cuffie scivolargli intorno al collo privandolo della disattenzione necessaria per evitare il mondo e, come se non bastasse, una donna particolarmente affascinante si era schiantata contro di lui non troppo violentemente ma sicuramente ora stavano molto stretti: tra il suo bagaglio e il... "bagaglio" della donna, stavano decisamente stretti. Non appena che i loro sguardi si incrociarono Iceringer iniziò a sudare, non aveva ancora evidenti tic ma il suo respiro si fece molto più profondo e la testa prese a scottargli. Sembrava una professoressa ed era sicuramente la più bella che avesse visto, quanto ne avrebbe voluta una così anche lui, ci sarebbe andato più che volentieri alle lezioni pomeridiane. Mentre lui si perdeva negli occhi e nei bagagli della donna, lei lo fece subito tornare in sé, portandolo all'inevitabile balbuzia che gli veniva in quelle occasioni.
    M-mi dispiace, sono d-davvero mortificato ma non c'è spazio!
    Iniziò a muoversi per cercare qualche spiraglio d'uscita ma non fece altro che provocare il disappunto di tutti gli altri che iniziarono a spintonarlo e infilare i loro fastidiosissimi gomiti dentro le sue costole. Per il dolore e per il panico Iceringer portò le mani verso la porta del vagone successivo. Era chiuso a causa di malfunzionamenti, forse anche per quello il treno era affollato, ma in quella situazione il ragazzo non riuscì a controllare la forza e ruppe la chiusura di sicurezza aprendo la porta e scivolando al suo interno con la professoressa al suo seguito inevitabile, spintonata a sua volta dalla folla incivile. A quanto pare nessuno notò il richiudersi della porta, forse perché troppo occupati a sollevare un respiro di sollievo visto che si era fatto un pò di spazio.
    Che gente! Mi scusi signorina è tutto a posto?
    Fece lui rialzandosi sui gomiti e rendendosi conto che lei era finita proprio su di lui, il suo rossore aumentò e per non sembrare un'idiota non disse alto e provò a distrarsi. Il vagone era chiuso probabilmente perché non c'era la corrente e loro venivano illuminati solo occasionalmente dalle lucine poste ai lati del tunnel.
     
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    Dopo pochi minuti non capì più nulla, si sentì spintonata da tutte le parti, sempre più stretta a quel ragazzo strano. Aveva notato il suo balbettare, e non si capacitava come un ragazzo con il suo aspetto fosse timido. All'apparenza sembrava un tipo sicuro di sé, con un aspetto del genere saltava all'occhio. Invece era timido? Bizzarro, molto bizzarro. Sembrava piuttosto un tipo che avrebbe colto l'occasione di corteggiarla, chissà magari era solo per il fatto che in quella situazione, non si avevano spazi personali. E lei in effetti vestita con la sua camicia biancadi qualche asola sbottonata, la sua mini nera, e le sue gambe infinite rivestite di un sottilissimo strato di collant, ai piedi un paio di scarpe decolté, la rendevano affascinante, probabilmente anche più del suo solito abbigliamento di pelle.
    Si sentì cadere in avanti, e fortunatamente non si fece nulla, era atterrata sul ragazzo che le aveva fatto da scudo.
    Un pò stordita dalla caduta si guardò in giro, e stava per imprecare, chiedendosi perché tenevano chiuso un vagone intero con tutta quella gente, poi come un fulmine a ciel sereno si rese conto che lì stava molto più comoda. Si poggiò con le mani a terra, poggiando un ginocchio fra le gambe del ragazzo, sollevò l'altra gamba per chiudere con un calcio la porta che divideva i vagoni. Lo fece di istinto, come se temesse che la gente accorgendosi dello spazio nuovo lo avesse invaso, stressandola ancora. Dopo di ciò tirò un sospiro di sollievo, si voltò finalmente a guardare il ragazzo ancora a terra sotto di lei.
    Sì io tutto apposto, grazie a te che mi hai fatto da materassino. disse molto più tranquilla di prima.
    Si sollevò in piedi, guardandosi in giro. Dal vetro della porta filtrava una debole luce permettendo ai due di orientarsi all'interno del vagone.
    E' stata una fortuna cascare qui dentro. disse afferrandosi ad uno dei pali che si trovavano di fronte alle portiere di uscita.
    Guarda quanto spazio... fece avvinghiando una gamba attorno al palo, fece un giro attorno al palo, sorridendo felice per ciò che poteva fare dentro al vagone. Sembrava quasi che stesse per improvvisare una lap dance. Poi si ricordò di non essere sola e puntò un dito contro il tipo.
    Ehi, non ti azzardare a riaprire quella porta! fece imperiosa.
     
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    Il suo lato da buon samaritano gli permise di lanciare un sospiro di sollievo quando seppe che anche lei stava bene, lui si stava pur sempre allenando per fare l'eroe, cadute di quel genere non erano e non dovevano essere un problema. Ma la cosa che lo zittì di nuovo fu l'impeto con cui la donna chiuse la porta che li aveva fatti entrare, non aveva obiezioni ma visto che era rotta, chiuderla in quel modo probabilmente l'avrebbe bloccata. Per lui non era un problema, ma lei sembrava alquanto impegnata. Oppure no? Dopo essersi rialzato, Iceringer si ripulì un pò i vestiti con qualche veloce colpo di mano e rialzando gli occhi vide chiaramente il profilo della donna illuminato ad intermittenza improvvisare una sorta di danza della felicità a base di pali. era sicuro che ci fosse un nome scientifico per quella danza, ma in quel momento i suoi pensieri erano persi in altro. Lo sguardo praticamente seguiva solo lei, sembrava uno zombie appena sveglio in quel momento, vedere quella donna così bella e prosperosa, imperlata di sudore per il caldo che si destreggiava in quel modo, gli fece tornare il magma alla testa in pochi istanti ed iniziò a fantasticare senza troppi complimenti. "No, non può succedere, non a me." Pensò, mentre immaginava quali numerosi hentai si sarebbero potuti applicare in quella situazione, era talmente perso che ne contemplò persino uno che vedeva i ruoli invertiti, segno che quella tipa lo aveva già mandato fuori di testa. Quando lei lo chiamò in causa per ammonirlo, non capì subito: la guardò sollevando le sopracciglia come se fosse confuso, dalle labbra pendeva un lembo di lingua che distrattamente era rimasto fuori. Iniziò a girarsi leggermente con il busto e la testa, come se dovesse controllare se non ci fosse qualcun altro. Si voltò di nuovo verso di lei e si indicò con l'indice con fare indicativo. Ma certo che parlava con lui, chi altro c'era?!
    Oh io?! No si si, non si preoccupi non ci penso nemmeno!
    Disse di getto, tutto d'un fiato, tornando finalmente alla realtà Si passò una mano sulla faccia sfregando anche con una certa forza e poi iniziò a giocare con le cuffie che prima portava alle orecchie, con fare imbarazzato, tanto per distrarsi e distogliere lo sguardo da quella sensuale figura.
    C'è un sacco di gente quindi nemmeno io ci torno di là, è tutta colpa di queste scolare, io non ho niente contro le gite scolastiche, dico solo che tutte le scuole di una nazione non dovrebbero organizzarsi in modo che tutte le dannate scuole vadano tutte nello stesso posto nello stesso maledettissimo periodo, estivo per di più. Le scuole, intendo.
    Le sue parole erano contrariate ma il suo tono non sembrava molto aggressivo, anche perché non riusciva a mettere facilmente tutte quelle parole assieme in maniera ottimale. Ma come poteva immaginare di avere davanti a sé proprio una delle insegnati in gita con la sua classe?
     
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    Osservò il ragazzo, nella penombra, i suoi capelli essendo di un colore molto chiaro si riuscivano a vedere nonostante il buio. Sembrava una sorta di fantasma quando attraversavano i posti meno illuminati. Ma chissà perché a Nariko non dava quella sensazione. Era abituata a vedere cose che gli altri non vedevano, forse era anche per quel motivo che non fu mai timida.
    Lasciò parlare il ragazzo, che si lamentò dei scolari e del periodo delle gite. Mentre lui parlava lei guardò attraverso il vetro che separavano le due carrozze per controllare se per caso da lì potesse vedere i suoi studenti, ma visto che il viaggio era abbastanza lungo poteva stare tranquilla. Tutti sapevano dove dovevano scendere. Il treno rallentò improvvisamente facendo perdere l'equilibrio a Nariko che finì nuovamente addosso al ragazzo.
    Non riesci proprio a starmi lontano eh? fece scherzando, ma con un tono così sensuale che non sembrava una burla. Il discorso del ragazzo non fù molto chiaro, ma lei riuscì ad afferrarne il concetto e decise di rispondere a tono. Non si allontanò da lui, anzi poggiò le braccia sulla spalle dell'uomo guardandolo negli occhi con quello sguardo malizioso.
    O suvvia, vorresti forse dirmi che preferiresti vedere le studentesse tutte impacchettate nei loro cappotti pesanti? Secondo te perché si sceglie sempre la stagione calda? gli indicò il vetro e se lui avesse guardato in quella direzione avrebbe potuto vedere una studentessa imbarazzata perché con la folla vicina le si era alzata leggermente la gonna, e la maglietta che mostrava il suo ombelico e la sua pelle bianca e liscia.
    Di inverno questo spettacolino non ci sarebbe stato non credi?
    Gli fece capire che se sceglievano i periodi estivi era unicamente per poter vedere le studentesse in abbigliamenti che mostravano più pelle. In gita non erano costretti ad indossare le divise, quindi essendo estate le ragazze vestivano sempre in modo succinto per via del caldo,e loro ancora di più dato che sono abituate al freddo, e il loro clima viene percepito molto più caldo del normale. E la cosa non cambiava nemmeno per Nariko, difatti sotto la sua camicia bianca portava un reggiseno del medesimo colore, ed essendo di stoffa leggera si poteva intravedere il disegno floreale del ricamo del reggiseno che contrastava con la sua pelle.
    Dette quelle cose lasciò libero il ragazzo, continuando a sorridere in quel modo enigmatico, che ti lasciava sempre il dubbio che stesse tramando qualcosa.
    Si sedette sulla sedia accanto e si sbottonò altri due bottoni della camicia sempre più accaldata.
    Come fate voi italiani a resistere a questo caldo? chiese sventolandosi con una mano.
     
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    Si ritrovò di nuovo la donna tra le braccia e il rossore sul volto aumentò enormemente... ancora. Lei gli parlò in modo alquanto seducente ma lui aveva ancora un minimo di dignità per cui fare resistenza quindi sollevò lo sguardo e digrignò i denti in un sorriso decisamente deforme. Ancora non riuscì a dire niente finché lei non parlò ancora portando alla sua attenzione le ragioni per cui le gite dovrebbero essere fatte in quel periodo dell'anno. Le sue argomentazioni erano decisamente inattaccabili.
    C-concordo... concordo.
    Fece un lungo respiro e tentò di ricomporsi mentre lei lo teneva ancora per le spalle. Cercava di stare tranquillo ma i muscoli tesi erano impossibili da rilassare e non si perse poco nella visione di quelle ragazze sudate e decisamente poco vestite. Finalmente quello squalo famelico di donna lo lasciò e si adagiò in una delle poltroncine vuote di fianco a lui. Lisciò di nuovo le cuffie che portava intorno al collo prima di avvicinarsi rapidamente ma con passetti piccoli a lei, sedendosi lasciando un posto di distanza, a gambe larghe e le mani chiuse con le dita intrecciate. Aveva lo sguardo alto mentre le dita giocavano tra di loro, scivolando a causa del sudore.
    Bhe sai com'è, l'abitudine credo, ma all'aperto e con tanta gente è sempre un patibolo. io per esempio a casa sto in mutande con almeno un ventilatore acceso o con un secchio di ghiaccio tra le gambe quando fa proprio caldo...
    Evidentemente aveva finito i freni per la lingua dato che non riusciva a tenersi niente in bocca e parlava a sproposito confessando dati che, sebbene potevano essere intuibili, non si dovrebbero dire apertamente o almeno non al primo sconosciuto appena incontrato. Anche se lei per Iceringer era tutto meno che l'ultima incontrata, l'aveva vista spesso in sogni erotici di vari tipi, e ancora non riusciva a capacitarsi della situazione. Tentava di essere normale fallendo nella maniera più esagerata possibile e non poteva essere più evidente. Ogni tanto lo sguardo alto si abbassava per un istante su di lei e cadeva proprio sul decolté praticamente oramai in bella vista.
     
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    Quanto erano adorabili gli uomini timidi? Era più forte di lei, quando un uomo arrossiva, le veniva voglia di tormentarlo ancora di più. Un uomo che non aveva peli sulla lingua o peggio ancora non conosceva e buone maniere, dopo quel piccolo incidente le avrebbe messo le mani dappertutto, si sarebbe preso certe libertà che poteva concedere solo se era lei a volerlo, e di solito sotto il suo comando. Il ragazzo si sedette vicino, ma lasciando una seggiola libera, dando un segnale, ovvero che era interessato ma non osava prendersi confidenza.
    Immaginarselo con un secchio di ghiaccio fra le gambe e la faccia beata, rese Nariko molto divertita, le scappò una piccola risatina. Non era di certo abituato a flirtare, poco ma sicuro, o non avrebbe nominato "mutande" e immagini decisamente poco sexy.
    Sei strano...come ti chiami? chiese interessata e avvicinandosi di una seggiola, per poterlo vedere da più vicino, al buio se si stava lontani non si potevano vedere certe piccole sfumature delle espressioni che lei invece adorava. Cosa che aveva notato era che quel ragazzo non puzzava, cosa che lo rendeva ancora più interessante.
    Dopo avergli chiesto il nome indicò il bagaglio del ragazzo.
    Fai parte di una band? gli chiese, il che non sarebbe stato strano dato il suo aspetto singolare. Senza neanche chiedergli il permesso aprì la custodia per poter vedere la sua chitarra. Se la immaginava elettrica e dai colori vivaci e decisamente dal gusto "rock"
    Nariko amava il rock.
     
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    Iceringer non si aspettava di vederla avvicinare, né tanto meno di riuscire a farla ridere. Sembrava una donna sofisticata, lui non era certo il tipo di ragazzo complicato e a modo, aveva solo qualche rudimento di imbarazzante galanteria e quello che rimane di uno spirito cavalleresco, ma addirittura risultare divertente... che fino a quel giorno si fosse sottovalutato? La guardò negli occhi quando decise di rivelargli il suo nome ma questo non lo aiutò molto data la distanza con le sue te... lei.
    Iceringer... Satellizer Iceringer. Cioè Satellizer è il cognome, non si capisce molto vero? Ehehe...
    Si passò una mano dietro la nuca con fare imbarazzato, ma prima che se ne rendesse conto la donna era già quasi su di lui, sporgendosi per cercare di aprire la custodia delle sua fidata arma, abilmente mascherata da chitarra che nessuno avrebbe mai avuto modo di aprire. O almeno così pensava fino a quel momento.
    Si più o meno ma non siamo famosi... no aspetta non aprire!
    Tentò di fermarla e fece così: con la mano più vicina alla chitarra provò a portarla fuori dalla portata della donna, mentre con l'altra tentò di allontanare la donna stessa ma finì solo per fare danno: lei era già riuscita ad aprire la custodia e la spinta di Iceringer non fece altro che far cadere la spada a terra, mentre l'altra mano invece di finire sulla spalla si posò sul suo seno, stringendolo non con forza ma certamente con decisione. A quel punto lui si congelò istantaneamente fissando la spada per terra con uno sguardo particolarmente intimorito. Gli occhi spalancati più del normale e la bocca chiusa in una faccia da polipo piena di dissenso. Come anti-stress, senza rendersene conto, iniziò a palpare il prosperoso seno della donna e lo trovò estremamente piacevole. Ma a quanto pare mantenere il suo segreto aveva la precedenza. Come se la sarebbe cavata a quel punto? E soprattutto: sarebbe morto dopo aver toccato quel paradiso di sensualità? Attimi di pura suspance prima della prossima puntata.
     
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    Una spada? Inizialmente quello che la sorprese di più fu il contenuto della custodia, la spada cadde al suolo e il clangore risuonò nel vagone vuoto, e ogni suono che produceva mentre il metallo rimbalzava sul pavimento era la dichiarazione della bugia. L'attenzione alla spada si spostò quando si sentì palpare con decisione al seno. IL viso di Nariko si oscurò di delusione per poi infiammarsi di rabbia allo stato puro. Mostrando una abilità fuori dal normale, Nariko sgusciò dalla mano invadente del ragazzo, roteando su se stessa, rifilando un calcio sul viso. Non si era accontentata di una comune sberla. Quel ragazzo aveva mentito forse anche sulla sua timidezza e questo era imperdonabile. Subito dopo il calcio sulla guancia, per impedire che il ragazzo scivolasse a terra piazzò il piede sul suo petto con violenza, facendogli sentire il tacco sullo sterno.
    Nessuno può toccarmi senza il mio comando. disse con aria seria e minacciosa. Chissà se Iceringer si sarebbe accorto che la forza della donna non era normale? Certo magari lui in forza la superava dato che era un combattente, ma c'era anche da fare caso alla sua frase, non aveva detto "senza il mio consenso" ma "senza il mio comando" il che la diceva lunga sui suoi hobby. Premette sul petto facendogli sbattere la testa al vetro dietro di lui per costringerlo a stare sull'attenti. La botta non era forte, ma avrebbe dovuto spingerlo a prestare attenzione. Nariko si dimenticò completamente del fatto che in quella posa ed essendo in minigonna aveva praticamente mostrato deliberatamente le sue mutandine di pizzo bianche al ragazzo. Era convinta di indossare la sua tuta di pelle. Una volta che Iceringer prestò la sua attenzione, la sua spada volteggiò in aria come se fosse trasportata da qualcosa di invisibile, e finì nella mano di Nariko. Emise un piccolo felbilissimo gemito quando strinse l'elsa tra le mani.
    Sei un bugiardo di prima categoria...disse mentre percepiva l'enorme potere della sua spada.
    E' potente, percepisco la sua aura oscura.... mentre ammirava la spada sembrava che con la mente stesse viaggiando in pensieri molto personali, ma durò pochi secondi, portò la punta della spada sulle vesti di Iceringer tagliandogli la maglia in due, lasciando che si mostrasse il suo petto, muscoloso ed allenato, il che confermava la teoria del combattente.
    Sei legato a questa vero? Lo sento...
    continuava a tenere il piede sul petto del ragazzo, mentre la lama si poggio sul corpo di Nariko, lei chiuse gli occhi, poggiando la guancia sul piatto della lama. Il suo viso arrossì e le labbra si schiusero come se stesse provando un brivido di piacere. Si stava praticamente strusciando sulla spada. Non si riusciva a capire se fosse l'arma che la rendeva così, oppure se era il potere che riusciva a percepire.
     
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    Poteva funzionare. Aveva pensato tutto in una frazione di secondo: poteva funzionare. Lui era un semplice corriere per della merce rara e girava in incognito. Aestus Estus non aveva una forma comune, poteva passare facilmente per un pezzo da collezione. Poteva funzionare. A dirgli che non poteva, ci pensò il calcio mostruosamente forte di quella donna sul suo volto. Era disattento si, ma non c'era calcio normale che potesse fargli così male, primo indizio per Iceringer che tuttavia non colse subito fu immobilizzato istantaneamente e non ebbe molto tempo per pensare. Paralizzato un pò per lo stupore e un pò per le parole severe della ragazza, rimase in disparte nella sua vergogna. Sembrava un bambino punito e si sentiva realmente in colpa per quello che aveva fatto, tuttavia sapeva benissimo che un semplice "scusa" non sarebbe bastato, quindi preferì rimanere in silenzio e chiudendo a tratti gli occhi, cercando di non incrociare il suo sguardo. Voleva cercare di spiegarsi ma rimase sorpreso quando prima afferrò la spada con dei misteriosi poteri (secondo indizio) e poi gli aprì i vestiti cercando di vedere il petto allenato e muscoloso, definitiva prova che non era né un cantante né un corriere. Sbuffò, cercando di raccogliere forze e coraggio di rispondere, l'occhio cadde sulle sue mutandine e distolse di nuovo lo sguardo facendo un giro con la testa e provò a riprendere aria.
    D'accordo, d'accordo... scusami, mi dispiace, sono davvero mortificato. Sia per quello che è successo sia per le bugie che ho detto. Io non dico spesso le bugie devi credermi, ma questo era un segreto importante!
    A sostegno della sua tesi c'era il fatto che aveva confessato i suoi costumi in caso di caldo senza troppi peli sulla lingua.
    Quella è una spada artificiale, un misto tra tecnologia umana e demoniaca, dentro ci sono i poteri un potente demone sconfitto tempo fa. Mi hanno scelto come cavia per usarla e alla fine sono scappato tenendomela. Ma non voglio usarla per fare del male agli altri! Io non sono un guerriero... ecco... io sono una specie di supereroe. L'ho detto.
    Sbuffò, abbassando di nuovo lo sguardo ma cercando di vederla. Pareva venerare la sua spada come un feticcio o semplicemente la sua presenza la faceva stare bene. Terzo e ultimo indizio che confermò la teoria di Iceringer che nemmeno lei fosse una donna normale.
    Sbaglio o nemmeno tu sei molto sincera quando provi a spacciarti per una persona normale? Non mi hai nemmeno detto come ti chiami...
    Non era realmente intenzionato a giustificarsi ma il suo sguardo incuriosito parve risollevarlo momentaneamente dalla vergogna.
     
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    Sì in effetti il fatto che fosse un segreto importante era molto plausibile. Riusciva a percepire il potere di quell'arma, ma sentiva chiaramente che fra la spada e quel ragazzo c'era un legame speciale. Su quello non poteva mentire e non lo fece. Si chiese che storia ci fosse dietro, la storia della cavia sicuramente era una facciata ma sapeva benissimo che sotto c'era un legame a livello spirituale, il demone che aveva plasmato l'arma lo aveva scelto per qualche motivo, ed era curiosa di scoprirlo.
    Super eroe? A quelle parole si mise a ridere di gusto. Probabilmente lo aveva scelto perchè era divertente.
    Demoni e supereroi di solito sono nemici, rifiuti la realtà mio caro. Vuoi essere buono ma c'è qualcosa in te che ha attirato questo demone. Il demone non può raggiungerti fisicamente, ma ti vuole, questo riesco a sentirlo, il suo richiamo fa vibrare le auree spiritiche di questa spada, mmm mi eccita. Dopo quelle parole lasciò libero il petto del ragazzo dal suo tacco, appoggiando un piede a terra, mentre lui tentò di farla sentire in colpa.
    Rise di nuovo, ma questa volta la sua risata era di un tono assai differente, era sensuale, un suono che lasciava intendere la sua sicurezza.
    Sei davvero divertente, dimmi quando ho provato a spacciarmi per una donna normale? Si avvicinò a lui che era ancora seduto, faccia a faccia, mancava un centimetro soltanto di distanza fra le punte dei loro nasi.
    Mi hai vista bene Iceringer, io non potrò mai essere normale, e se anche non avessi questi doni, sarei comunque ad una spanna superiore alle altre donne. Io normale? Mai.
    Mentre diceva quelle parole si avvicinava sempre più, ammaliante e tentatrice, sembrava quasi che volesse baciarlo, sussurrava le parole facendogli sentire il suo fiato sulle labbra, ma si allontanò prima che potessero entrare in contatto.
    La buona educazione vuole che mi presenti anche io. Sono Nariko Kyosei, insegno all'istituto Oxford in Inghilterra.
    Non disse altro, nn voleva di certo rivelare i suoi misteri così presto, e sapeva che Iceringer intuiva che in realtà lei fosse molto più di una insegnante.
     
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    Le parole di Nariko lo turbarono. Lui lo sapeva che lo spirito del demone risiedeva ancora in quelle armi, ma poteva controllarlo e in fondo non era mai successo nulla di strano a parte quando esagerava anche piuttosto evidentemente con i suoi poteri. Ma oltre a questo, non aveva mai preso in considerazione la possibilità che la spada lo avesse "scelto". Ai suoi occhi si trattava semplicemente di un dono della scienza, una fortuita casualità che gli aveva dato la possibilità di risplendere e coronare il suo sogno. Se tuttavia quella donna aveva ragione, lui non era che una pedina nelle mani della sua sessa arma. Lo sguardo di Iceringer si fece facilmente cupo e gli occhi guardavano l'arma con una certa diffidenza. Nuovamente Nariko riuscì a deviare l'attenzione su di lei, Iceringer poté a stento seguire tutto il discorso senza incepparsi in pensieri poco consoni, ma la lezione di prima lo aveva educato a sufficienza da non farlo distrarre. Quell'insegnante doveva essere fiera di quello che faceva. Ok anche lui aveva usato le parole sbagliate, ma è anche vero che se non voleva mascherare la sua identità doveva andare in giro seduta su una scopa volante e non ammassata in una metropolitana. Iceringer chiese scusa nella sua mente per aver pensato quelle brutte cose, ma quanto diavolo poteva essere succube questo ragazzo?
    D'accordo Nariko, pare che tutti e due abbiamo i nostri segreti, ma ti prego di non dire mai a nessuno quello che hai scoperto su di me. Non che io abbia una famiglia che potrebbero attaccare in caso scoprissero la mia identità, ma sai come funzionano queste cose, meglio non spifferarlo in giro.
    Allungò una mano verso l'impugnatura dell'arma ma vedendo dov'era messa, si rese conto che forse era meglio di evitare di allungare ancora le mani. Così sbuffò, un pò imbarazzato, capovolgendo la mano e allargando il palmo verso l'alto.
    Posso riaverla? Non ho problemi a fartela vedere ma di solito quando entra in contatto col calore umano reagisce in modo strano. Fa caldo e sei sudata, non vorrei che ti capitasse qualcosa.
    Avrebbe potuto comandare a distanza la sua arma e trasformarla in un mondo di torture per lei, ma quel pensiero non lo sfiorò nemmeno lontano mille anni luce, troppo buono per provare vendetta verso qualcuno che in fondo non gli aveva fatto niente. Iniziò immediatamente a valutare l'ipotesi che lei potesse fare qualche altro strano gioco sensuale pur di non ridargliela e doveva ammettere che a quel punto era davvero al limite della sopportazione. Ancora un pò e l'unica cosa dritta non sarebbe più stata solo la sua spada.
     
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    Quel ragazzo aveva attirato l'interessa della strega, e non era solo per il suo faccino arrossato, o per i suoi pettorali scolpiti, no c'era molto di più, e il mistero che lo avvolgeva non faceva altro che renderlo più interessante. Dalla sua reazione sembrava che lui credesse davvero che fosse solo un caso che quella arma sia finita in mano sua. Le chiese gentilmente ed educatamente se poteva riaverla indietro. Nariko lo guardò negli occhi seria, era in piedi di fronte a lui, le sue parole le fecero capire il motivo per cui sentiva aumentare l'aura spirituale quando la avvicinava al corpo, ed in effetti la sua espressione sembrava come se avesse appena scoperto qualcosa di interessante sulla spada.
    Non temere Iceringer, anche se te la portassi via, gli eventi la farebbero tornare a te. Ma tu non sembri qualcuno a cui crede nel destino, o in forze spiritiche. O meglio non vuoi piegarti ad esse vero?
    Mosse la spada delicatamente, portando la punta della lama sul lembo della maglietta che prima aveva tagliato, allargando la scollatura sul petto, facendo scivolare via il tessuto, in modo che restasse a petto nudo, tagliando via i pezzi che ostruivano la vista. Gli occhi di Nariko vagavano sul corpo dell'uomo, guardandolo di tanto in tanto negli occhi per carpire il guizzo dei suoi pensieri.
    Ho sempre detto che a Roma si incontravano persone interessanti...
    Con un'altro movimento fulmineo Nariko tagliò la cintura di pelle che teneva i pantaloni del ragazzo per poi piantare la punta della spada al suolo.
    ...ma non avrei mai sperato di incontrare qualcuno legato ai demoni.
    Allungò una mano verso la cinta che aveva tagliato prima al ragazzo e gliela sfilò via dolcemente, per poi farla guizzare e sbatterla al terreno come se fosse una frusta.
    Non preoccuparti per il tuo segreto, non andrò di certo a spifferarlo in giro, quando reputo una persona interessante, ne divento gelosa, serbo per me le cose speciali, non so se mi capisci..
    mentre diceva quelle parole si sedette a cavalcioni sul ragazzo passando la cinta sulla sua nuca e lo tirò verso di sé rubandogli un bacio, prepotente e invasivo. Non le interessava se lui lo volesse o meno. Se lo prese solo perché lo voleva.
     
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    Solo per un attimo gli parve di capire che poteva riavere la sua spada, ma la sua speranza scemò immediatamente nel momento in cui Nariko la utilizzò per spogliarlo ancora di più. Si fece indietro trovando la parete alle sue spalle, schiacciando la schiena contro il muro e sollevando il mento facendo si che riuscisse a deglutire a fatica. Ora tutto quello che era successo prima aveva perso istantaneamente di significato e Iceringer si sentiva come un topo in trappola. Che diavolo era successo tutto d'un tratto? Era diventato interessante, affascinante e appetibile tutto in una sola volta quando un istante prima era un bugiardo degno di una pestata in stile fatal fury. Quando vide portarsi via la cinta non ebbe più dubbi, o qualcuno lo aveva trasportato nel regno dell'Hentai, oppure quella strega stava davvero per incantarlo definitivamente.
    Io vorrei soltanto...
    Uno schiocco della sua stessa cintura e sobbalzò, tappandosi immediatamente la bocca. Si sentiva una tigre addomesticata. No non era un modo strano di vederla, era proprio così: una possente e fatale bestia chiusa in un angolo con un solo colpo di frusta di QUELLA donna. Se avesse perso anche quel minimo di dignità che gli rimaneva avrebbe anche detto "miao", ma riuscì a trattenersi. Stava raccogliendo il coraggio per riprendere a parlare ma non ebbe il tempo dato che dopo averlo "addomesticato" la strega lo domò senza problemi mettendosi su di lui e rubandogli un bacio particolarmente sentito. A quel punto gli tornò in mente un episodio: Teodora Mesciponti, quella fu la prima ragazza a baciarlo, era un panzona delle medie a cui piacevano i ragazzini delle elementari e Iceringer non aveva potuto fare niente per evitare il bacio. Non fu una fantastica esperienza, ma questo, questo era tutta un'altra storia. Era impetuoso, colmo non di passione ma di qualcosa di molto più... istintivo, sembrava quasi volesse imporre la sua leadership, se qualcuno glielo avesse chiesto Iceringer non sarebbe riuscito a spiegarlo in parole povere. Esitò solo un istante, poi chiuse gli occhi, il rossore lo assalì ma non abbastanza da frenarlo per ricambiare con altrettanto ardire quel bacio. Non esageriamo, era ancora piuttosto impacciato anche perché non aveva mai baciato seriamente una ragazza in quel modo, quindi si rivelò anche molto inesperto, ma provò a metterci del suo cercando di non farsi sopraffare e incrociando la lingua proprio come faceva lei, era bravo ad imparare rapidamente e sarebbe stato un piacevole crescendo.
     
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    Era stata troppo irruenta con il bacio? Stranamente Iceringer reagiva in modo strano e impacciato, la sorprese, sembrava il bacio di un verginello, eppure...
    Si, staccò un attimo per accertarsi che fosse sorpreso, e in effetti lo era, ma la risposta ai baci era strana..no non poteva essere vero! Il suo sogno erotico stava per realizzarsi? No, no con calma doveva accertarsene prima, afferrò delicatamente i capelli dell'uomo quasi fosse una carezza ma poi tirò verso il basso per costringerlo a rimanere immobile, lo guardò negli occhi, quello era l'unico modo di capirlo.
    Aveva il viso arrossato, i suoi occhi sembravano chiedere aiuto, ma allo stesso tempo era troppo interessato. Sì era vero! Timido e Vergine e come se non bastasse bello. Era impossibile che un uomo del genere con quell'aura demoniaca addosso rimanesse vergine così a lungo. Era felice, poteva marchiare a fuoco la sua prima volta. Non sapeva dire se il ragazzo fosse stato fortunato o sfortunato nell'incontrarla, ma a breve lo avrebbero scoperto assieme.
    Una risata maligna ma sommessa partì di cuore ma la frenò prima che potesse esplodere in una risata di gioia isterica. Si limitò a sorridere si sollevò in piedi di fronte a lui tenendo ancora la cinta attorno al suo collo. Lo tirò verso di sè, costringendolo a mettersi in ginocchio davanti a lei. Lasciò scorrere la cinta lasciandola cadere a terra, per poi pronunciare delle parole arcane. Fece schioccare le dita e per magia gli abiti dei due cambiarono. Nariko venne ricoperta da una sostanza nera e lucida che andò a formare un body di pelle, una scollatura ampia sul seno e sulla schiena, le cosce erano nude ma ai piedi un paio di tacchi altissimi, le braccia erano coperta da lunghissimi guanti neri anche essi di pelle. Ma la parte interessante era Iceringer che si ritrovò con un paio di slip di pelle nera che rivestivano per bene la parte interessata mostrando nella sua lucentezza il bozzo e ciò che stava succedendo avvolto in esso. Delel strisce di pelle ricoprivano il petto in verticale come una sorta di imbragatura di pelle che si univa su un cerchio di metallo.Le braccia vennero legate ai polsi dietro la schiena.
    Portò delicatamente una mano sotto al suo mento e lo guidò nel sollevare il viso verso di lei.
    Ho deciso! Voglio averti qui a modo mio. enfntizzò la frase accarezzandogli la testa come se fosse un animale, il suo animale speciale, il suo sex pet.
     
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