Sole, mare e bellezza: il biondino si mette in costume. [Duello]

々 La mia prima vacanza in riva al mare dell'anno. Mi trovavo nell'albergo da circa un paio di giorni ed oramai mi ero ambientato alla perfezione all'interno dell'ambiente dell'Hotel. Come mio solito avevo ordinato una leggera colazione in camera per poi scendere nella spiaggia privata indossando un costume da bagno nero con le cuciture in arancio, che avevo acquistato perché mi ricordava il colore dei Guanti Vulshok che portavo sempre con me. Il mio lettino solare si trovava in un luogo strategico della spiaggia privata, cioè abbastanza vicino a tutti i luoghi di interesse. Però a turbare la quiete mia e di tutte le altre persone erano cominciati degli schiamazzi, una lite tra il barista ed un energumeno con indosso una maglia bianca su un costume floreale. Il tono dell'uomo era alterato ed irritato, prevedevo che il comportamento di quell'uomo avrebbe disturbato la mia giornata. Prima di muovermi per sedare la lite avevo indossato una camicia candida che avevo lasciato sbottonata sul mio petto ed i miei addominali ben definiti ma non paragonabili a quelli del ragazzone che aveva alzato in aria il barista. Tra le mani stringevo i miei guanti Vulshok, tenendoli per le de catenine che tenevano le sfere, ero pronto per indossarli in caso di improvviso attacco. Quindi con aria leggermente irritata mi sposto verso il banco del Bar per poi sedermi a pochi sgabelli di distanza dalla lite.
Hei tu, Ragazzone, puoi smettere di far baccano? E tu Barista, appena questo ragazzone ti lascia libero preparami un Batida de Coco ed Ananas...
Mentre parlavo avevo cominciato a guardare l'evolversi della situazione giocherellando con le due piccole sfere mentre stringevo i guanti nella mano sinistra.

々 Il ragazzone aveva cominciato a sostenere il povero barista con entrambe le braccia, a quanto avevo capito il ragazzo non aveva alcuna intenzione di lasciar andare il suo "ostaggio". Subito dopo aver ascoltato le mie parole l'omaccione mi aveva lanciato uno sguardo fulmineo prima di parlare con voce calma che mal celava la sua rabbia. Però, al contrario della mia richiesta, di lasciare il suo ostaggio incolume per preparare il mio Drink, il ragazzone aveva lanciato il barista verso di me, Per scansare l'uomo volante avevo fatto un paio di passi all'indietro fino a far impattareare il barista ai miei piedi. Prima di parlare fisso per un paio di secondi l'individuo sul suolo ed il ragazzone che mi aveva sfidato.
Mmm... Questo non dovevi farlo... Ed ora chi preparerà il mio Cocktail? Ragazzi, forza prepariamoci...
Anche la mia voce era eccezionalmente calma, ma subito, a dimostrare che qualcosa si stava muovendo dentro di me, avevo indossato i miei guanti Vulshok fissando il mio avversario.

々 Dopo aver lanciato il barista l'omaccione aveva evocato un lanciagranate che con un colpo aveva spedito il proiettile umano verso di me. Oramai il mio spostamento non aveva più alcun senso, e mentre mettevo i miei guanti Vulshok. Subito dopo aver indossato i guanti tento di attutire il colpo con il barista con i guanti metallici. Il Barista era morto, e se non era morto per il lancio era morto per la seconda spinta. Il colpo dell'uomo mi aveva leggermente fatto spostare all'indietro prima di riuscire a rimettermi lanciando l'uomo alla mia destra. Subito lancio, con la mano destra, la sfera chiamata Pollux, che avevo ingrandito un secondo prima di lanciarla. La sfera era stata lanciata tenendo il braccio fermo in posizione e si stava dirigendo verso il mio avversario ad una grande velocità. La palla ferrata più grande di un pallone da calcio si stava dirigendo verso il torso dell'uomo per colpirlo anche se si spostava all'indietro. Intanto però Castor, la sfera alla mia sinistra era ancora sigillata nella sua piccola e solita dimensione.

々 Il ragazzone aveva allungato la distanza tra me e lui di circa cinque metri portandosi ad undici metri da me al di fuori dal raggio delle mie sfere. E mentre era scattato all'indietro aveva fatto un commento sulla lunghezza delle mie catene a cui avevo risposto con una battuta.
Amico.. Come dice la Buona Maruska non è la lunghezza che conta, ma saperlo usare.
Mentre parlo, rendendomi conto che l'attacco non aveva sorbito alcun effetto ritiro Pollux mentre il mio avversario indossava, ricoperto da uno strano alone giallo ricoperto da scariche elettriche, una corazza d'orata... Anche il mio avversario stava per mostrare il suo potere.

々 Il mio avversario si era scoperto per quello che era, un ragazzone vigliacco che faceva il gradasso con la sua bell'armatura e la sua pistolina tra le mani. E con uno strano sorriso aveva cominciato a parlarmi del suo straordinario potere e tante altre belle parole... Tutte palle.
Non credo che tu abbia capito a cosa sto pensando in questo momento...
Però l'omaccione aveva continuato a parlare proponendomi un gioco, un altro trucchetto per cercare di mettersi in mostra. Io dovevo tentare di attaccarlo mentre lui contava, ma co chi credeva di avre a che fare quel tizio?
Io penso che tutta questa potenza è sprecata a quanto mi pare... Non ti ho visto far altro che vantanti e fare il gradasso con chi non poteva difendersi, barista... Ma sai una cosa... Io sono Dioneo Farnese, ricordati il mio nome e vienimi a cerare quando diventerai un vero combattente non uno sbruffone che scappa ma intanto fa il gradasso...
Mentre parlavo, mentre il mio avversario aveva cominciato a contare comincio ad allontanarmi da lui, tenendolo pur sempre d'occhio per evitare attacchi alle spalle, visto che lo credevo capace di ogni scorrettezza possibile.