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Il tono con cui espresse quel "sì, grazie" non le piacque per niente. Odiava quando qualcuno le diceva sì solo per accontentarla. Sbuffò lievemente, voltandosi verso il professore. Con la coda dell'occhio notò che il ragazzo aveva cominciato a giochicchiare con una penna. Ma era davvero così noioso parlare con lei? Ahhh...quanta pazienza...
«Sei biondo naturale o ti tingi?»
Oh ecco, la domanda era uscita da sola, spontaneamente. E per la vergogna mista alla disperazione si coprì il viso con una mano, mentre con l'altra tamburellava sul banco.
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D'un tratto smise di giocare con la penna, girandosi verso Rei.
- Sono naturali... Perchè questa domanda?
Nessuno gli aveva mai chiesto una cosa simile, nè tanto meno si aspettava una domanda del genere. Ai giorni d'oggi è così difficile trovare un ragazzo con i capelli biondi naturali?
Guardò il suo orologio da polso. L'ora sembrava scorrere più lenta, quasi come se il tempo lo facesse apposta.
Finirà mai questa tortura dell'ora di arte? Non è proprio possibile renderla più comoda e divertente? Forse si chiede troppo.
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A quella risposta Rei si fece sorpresa.
«Naturali? Davvero?» chiese all'apice dello stupore. Controllò che il prof fosse rivolto verso il pannello luminoso con le immagini che stava proiettando e poi si alzò in piedi, silenziosamente. Se lui non l'avesse fermata, gli si sarebbe fiondata sui capelli per controllare davvero che fossero naturali. Il metodo più sicuro era controllare le radici. Se non si era fatto la tinta il giorno prima, si sarebbe dovuta vedere la ricrescita. Ma possibile che stesse facendo tutte quelle storie per dei capelli? Era impazzita...oppure c'era qualcosa sotto?
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Tamaki seguì i movimenti della ragazza, incuriosito.
*Che starà per fare?*
Pensò. Fare una domanda è il miodo più semplice per ricevere una risposta.
- Che fai?
Le chiese, sperando di poter risolvere così i suoi dubbi.
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La ragazza gli mise una mano sui capelli, mentre li ispezionava, dandogli una meravigliosa panoramica del petto davanti agli occhi. Piccola era, che volevamo farci?
«Cavolo, sei davvero naturale...non trovo segni di ricrescita...» sussurrò più a sé stessa che al ragazzo.
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Tamaki osservò il panorama, ma non vi soffermò per molto, sapeva che la ragazza non l'aveva fatto apposta, non voleva approfittarne.
- Ah, era per quello... Che c'è, non ti fidi?
Le disse ridacchiando. L'aveva conosciuta da quella mattina, era chiaro che chiunque non si sarebbe fidato.
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«Mi pare evidente» esclamò lei a bassa voce, mentre tornava silenziosamente al suo posto. Si voltò verso di lui e gli fece l'occhiolino.
«Dei ragazzi mi fido molto poco» aggiunse a mo' di provocazione. Le brutte esperienze rendono diffidenti, è naturale.
Il professore intanto aveva spento il proiettore e acceso le luci. Maledizione, aveva già finito, non sarebbe stato facile chiacchierare ancora.
Scusa se ci metto tanto a rispondere ma mer, gio e ven sono all'uni fino alle 7 di sera T^T
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Tamaki si mise composto, avvicinando la sedia al banco e con la schiena dritta, appoggiata allo schienale.
- Dovresti iniziare a fidarti di più di noi.
Sussurrò alla nuova compagna di banco.
- Non sai quanto possiamo diventare utili.
Continuò il ragazzo.
Tranquilla. xD
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Lo osservò, incuriosita, con la coda dell'occhio.
«Perché? Che fareste di utile?»
Chiese curiosa e un po' sfacciatamente. Le scocciava non poter chiacchierare tranquillamente verso di lui. Lanciò un occhiata all'orologio: ancora 10 minuti e la lezione sarebbe terminata.
* Oh, era ora * pensò contenta.
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Tamaki si avvicinò al viso della ragazza.
- Non voglio rovinare la sorpresa a nessuno.
Disse con un tono un po' misterioso.
La lezione sarebbe finita a minuti, finalmente; anche se, a dire la verità, un po' gli dispiaceva.
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Inarcò un sopracciglio, non avendo compreso un emerito tubo di ciò che voleva dire Tamaki con quella frase emblematica.
«Rovinare la sorpresa a chi?» chiese più a sé stessa che a lui.
* Oh, possibile che sono così stupida che non capisco?? * pensava intanto infastidita.
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Guardò l'orologio sopra la lavagna, era quasi ora di andare. Iniziò a ritirare astuccio e quaderno dentro la cartella.
- Chissà, forse un giorno imparerai.
Disse.
*E forse imparerò anch'io.*
Pensò tra se e se.
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Si voltò totalmente verso di lui, incurante del professore.
«Sei sempre così enigmatico o mi devo ritenere onorata?» chiese sarcastica, sperando che lui volesse spiegarsi meglio.
Ad ogni modo anche lei riprese le sue cose e le rimise nella borsa.
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Avvicinò la cartella verso di se.
- Hai l'onore di vedere come sono enigmatico, di giorno in giorno.
Così dicendo iniziò ad alzarsi dalla sedia, nello stesso momento in cui la campanella suonò.
- Ho lezione di chimica, perciò devo scappare. Non so cos'hai ora, ma sarei veramente felice se tu frequentassi di nuovo il mio stesso corso. Ovviamente qui non siamo in una favola, queste cose capitano una volta su cento e, purtroppo, non ho naso per questo.
Dopo il monologo le tese la mano, per aiutarla ad alzarsi.
Scusa il ritardo, ieri mi sono collegato per pochissimo su internet, e non ho avuto tempo per rispondere. 
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Lei sorrise, prendendogli la mano per alzarsi, mente con l'altra mano afferrava la borsa. Lo guardò in volto, sorridendo dolce per il monologo.
«Purtroppo, hai ragione. Ora ho storia greca. Però se ti va di continuare la chiacchierata, ci possiamo beccare più tardi» disse un po' dispiaciuta.
«Tra 2 ore ho una pausa tra le lezioni. Probabilmente sarò in cortile a copiare gli appunti. Se puoi, passa di lì» spiegò. Non le sarebbe affatto dispiaciuto parlare ancora con lui.
Non preoccuparti =)
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