È dura iniziare la settimana

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    Ebbene sì, il week end è finito e, purtroppo, una nuova settimana è iniziata. La pacchia è finita, è ora di rimettersi al lavoro.
    Come ogni mattina la scuola è un mortorio, piena di studenti 'felici'. Con la cartella sulle spalle, Tamaki si dirige verso la sua classe. La prima ora è piuttosto noiosa, il professore non farà niente di nuovo, solo far vedere qualche immagine con il proiettore. Appena sotto l'uscio della porta, nota, come aveva previsto, un piccolo proiettore attaccato ad un computer portatile. Il professore era seduto a smanettare qualcosa sulla tastiera, alternando qualche click col mouse.
    La luce del proiettore si rifletteva sulla lavagna bianca come il gesso. Tamaki si sedette sulla sedia della sua solita postazione: in fondo all'aula. I compagni di classe non tardarono ad arrivare e, come lui, si iniziarono a sedere. Alla sua sinistra c'era un posto libero. Non ha mai fatto caso a chi si sedeva in quel banco, anzi, il ragazzo frequentava questo corso un paio di volte la settimana, non sa nemmeno se c'è effettivamente qualcuno che deve occuparlo.
    Guardò l'orologio, ormai la lezione stava per cominciare. Prese l'astuccio ed estrasse una matita appuntita, iniziando a farla roteare con una mano, mentre con l'altra appoggiò la testa, guardando nel vuoto.


    Ruolata only for Owned. and Poe Crisis; intromettetevi a vostro rischio e pericolo. :seo:
     
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    Rei arrivò in aula un po' trafelata. Era in lieve ritardo ma per sua fortuna anche altri ragazzi lo erano, così il professore non aveva ancora iniziato.
    La prima ora si preannunciava tranquilla e noiosa. Non aveva la minima voglia di seguire quelle stupide immagini.
    Si sedette al suo posto, in fondo all'aula. Era fortunata a sedersi lì: poteva allegramente fregarsene della lezione non rischiando di farsi beccare dal prof. Appena si fu sistemata il suo sguardo si posò alla persona seduta alla sua destra. Non si erano mai parlati e probabilmente non l'aveva neanche mai notata. Eppure lui la attirava e il motivo era chiaro: aveva i capelli biondi. Moriva dalla voglia di chiedergli se erano naturali o se se li era tinti. Era difficile trovare un biondo naturale, ormai. Ma il biondino aveva lo sguardo perso in chissà quali pensieri e la lezione stava iniziando. Tirò fuori dalla borsa il materiale per fingere di prendere appunti e intanto cercava le parole adatte per riuscire, con nonchalance, a trovare una risposta a quel suo sciocco dubbio.
     
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    Tamaki aveva il gomito appoggiato al banco, vicino allo spigolo. Era assonnato oggi, più degli altri giorni. Scivolò sul banco con il braccio, sentendo un gran dolore a quest'ultimo, facendo cadere la matita che teneva con l'altra mano per terra.
    - Uff...
    Disse a bassa voce, piegandosi per raccoglierla, notando una persona di fianco a lui.
    Era una sua compagna di corso: l'avrà vista sì e no un paio di volte a lezione, ogni tanto anche fuori da scuola, ma non aveva mai parlato con lei, nè tanto meno tentato un dialogo. Si rialzò, poggiando la matita sul banco, distendendo le braccia e infilando la testa in mezzo ad esse.
    Alternava le occhiate al prof. e alla ragazza, ma a lei in particolare, come se si fosse incantato.
     
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    Mentre attendeva un'idea buona per attaccare bottone, Rei scarabocchiava i fogli con forme geometriche. Lo faceva spesso, anche quando, per esempio, stava al telefono. Il rumore classico di una matita caduta la fecce ridestare. Si accorse che la matita in questione era del biondino. Pensò che se gliela raccoglieva poteva in qualche modo parlargli ma il ragazzo fu più rapido di lei, che non ebbe neanche il tempo di stendere la mano. Poi lui distese le braccia in avanti, infilando tra di esse la testa. Probabilmente si stava annoiando pure lui.
    Non trovando comunque qualcosa da dire, ricominciò a scarabocchiare, lanciandogli ogni tanto qualche occhiata. Lo sorprese così a guardarla e la prima cosa che le venne in mente la disse.

    «Ti serve qualcosa?» chiese con un tono gentile ma curioso.
     
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    Alzò la testa guardando verso la lavagna per poi girarsi subito verso la ragazza.
    - Uh, mh, no...
    Disse. Non sapeva il motivo per il quale la ragazza gli aveva rivolto la parola, nè quali fossero le sue intenzioni.
    Ritirò la matita nell'astuccio, controllando sempre il professore nel caso si accorgesse che non era attento, anche se, in questo caso, non dava molto peso alla cosa.
    Le immagini sulla lavagna scorrevano velocemente, intervallate da qualche secondo di spiegazione. Non ci stava capendo nulla, ma ogni tanto faceva un cenno con la testa, per far dare l'idea di stare seguendo la lezione.
     
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    Accidenti, a quanto pareva lui non aveva voglia di parlare...Non voleva semplificarle le cose, decisamente. Ma possibile che doveva avere tutti quei problemi solo per una stupidissima curiosità? Tanto valeva porgli direttamente la domanda e finirla lì... Sì, era quello che avrebbe fatto.
    «Io mi chiamo Rei» cominciò lei, cercando di essere naturale. Volle attendere qualche secondo prima di fare la fatidica domanda, sperando che anche lui volesse presentarsi. Chissà se il professore l'avrebbe richiamata...
     
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    La ragazza seduta di fianco a lui gli rivolse di nuovo la parola. Si girò di nuovo, avvicinandosi con il viso, dicendo:
    - Tamaki, piacere.
    La voce era bassa, non doveva farsi sentire.
    A poco a poco spostò il banco, alzandolo, senza fargli toccare terra se non per appoggiarlo. La distanza tra i due banchi all'inizio era poca, ora è minima.
     
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    La ragazza lo osservò mentre lui avvicinava il banco al suo, silenziosamente. Evidentemente anche lui voleva fare due chiacchiere. Che fortuna! In questo modo avrebbe anche potuto evitare la domanda diretta ma arrivarci con un giro di discorsi! Già, ma quali discorsi?
    «Anche tu non hai voglia di seguire la lezione, eh?» chiese attendendosi una risposta affermativa, mentre con la mano sinistra si metteva una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
    Osservò intanto i suoi abiti. Quella divisa scolastica stava proprio bene sul quel fisico asciutto, anche se il colore forse era un po' troppo femminile. Lei invece indossava un paio di jeans blu scuro a vita bassa e una felpa verde attillata, abbinati con le sue inseparabili All Star.
     
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    Tamaki distese la schiena lungo lo schienale, abbassandosi appena sopra il livello del banco. Incrociò le gambe, tenendole distese.
    - Cerco di fare il possibile per non annoiarmi.
    Disse il ragazzo, con una delle sue tipiche frase pragmatiche.
    La voce di sottofondo del professore si fece sempre più assillante, noiosa; molto noiosa.
    Tutti gli altri compagni erano molto interessati alla lezione: che fossero gli unici due a non esserlo? Chi lo sa.


    Scusa, oggi ho avuto pomeriggio a scuola.
     
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    Colse la palla al balzo per continuare il discorso, mentre il suo sguardo però era sempre rivolto al prof. Non voleva farsi beccare.
    «E cosa fai per non annoiarti ora? Intendo prima di parlare con me» specificò poi, temendo una risposta sarcastica da parte del ragazzo che avrebbe, visto il carattere della ragazza, chiuso almeno per il momento ogni voglia di contatto con lui. Era parecchio permalosetta, in fondo.

    Figurati, io sono appena tornata dall'uni XD
     
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    La 'lezione' si prevedeva interessante, o comunque non noiosa.
    - Non ho mai detto di esserci riuscito, però.
    Un'altra delle sue solite risposte. Prima o poi sarebbe diventato noioso.
    - Tu che ci fai alla lezione di arte? Sei stata obbligata? Non mi sembri particolarmente interessata.
    Chiese a Rei. In effetti se la risposta fosse come pensava lui sarebbe stata identica al ragazzo, in tutto e per tutto.
     
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    La ragazza sorrise a quella domanda.
    «Non sono interessata al modo in cui questo prof insegna Arte. L'Arte in sé mi piace molto, soprattutto quella classica...greca e romana insomma» spiegò lei, sempre a bassa voce e sempre fingendo di seguire ciò che diceva il prof.
    «Il mio sogno sarebbe quello di diventare archeologa, pensa...» aggiunse ridacchiando. Sogno assurdo il suo?
    «Tu invece? Obbligato?» gli rigirò la domanda.

    Ma tra tutte le materie, giusto Arte? XD
     
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    Le lezione era cominciata da appena 5 minuti, ne mancavano ancora 55 alla fine.
    - Sì, mia madre...
    Disse Tamaki. Gli era stato imposto dalla madre di frequentare il corso d'arte, per chissà quale motivo. Forse perchè per lei era importante, o chissà.
    Ogni tanto si dava una grattata alla nuca, forse un segno dettato dall'imbarazzo.
     
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    Lei sorrise e si voltò verso di lui. Gli occhi ovviamente le caddero sui biondi capelli. Quando avrebbe potuto fargli la fatidica domanda?
    «Se vuoi ti presto uno dei miei libri d'arte. È ben fatto e potrebbe farti piacere la materia, oltre che a farti passare l'esame» propose lei, gentilmente. Lo osservò mentre si dava l'ennesima grattata alla nuca. Che fosse nervoso o imbarazzato?
     
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    La materia non gli piaceva, la evitava quando poteva, ma accettò comunque la richiesta di Rei, per accontentarla.
    - Sì, grazie...
    Disse con un tono abbastanza dubbio.
    Prese una penna dall'astuccio, la mise tra l'indice ed il medio e le fece fare un movimento di 90°, in senso orario ed antiorario, e così via.
     
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