Posts written by Yhei

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    Ok, mi si è rotto il pc e riesco ad accedere solo dal telefono, quindi chiedo scusa a Hina e Amy con la quale dovrei iniziare una role e a number che ha una missione con me, tornerò al più presto, spero...
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    avevi chiesto la pausa quindi non ci sono problemi,l'unica cosa è che ho il pc in.assistenza,
    A giorni saprò che ha, ma rispondi pure
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    Nimue era un amante focosa, era molto eccitante per Henry il fatto che lei non avesse inibizioni e si sforzasse di mostrare le proprie nudità senza vergogna. Non servì nessun comando per spogliarla della gonna e mettere in mostra il suo sedere perfetto, come se entrambi avessero maturato quell'intesa che si forma negli anni. Dunque conscia della sua bellezza si trovò a mostrare le sue grazie in quella posizione che poteva sembrare in un primo momento umiliante, perchè prostrata di fronte all'uomo. Ma la disinvoltura e il corpo stesso di Nimue che solo nelle sue forme richiamava la provocazione la dipingevano quasi come una Dea. Che, tentata dalla carne, aveva scelto Henry come fortunato vincitore di quello spettacolo unico nel suo genere. Il quadro delle sue natiche era un ode alla perfezione. La sua carne resa lucida dai suoi fluidi era un succulento invito per le labbra assetate di Henry e l'essenza dei suoi umori costituiva un elisir che inebriava i sensi dell'uomo tramite le narici. Henry aspettò con ansia la risposta di Nimue mentre il cuore spaccava in due il petto, erano anni che non si lasciava andare se non sottoforma di quell'inetto di Hyde. Ma Nimue era la donna giusta per mostrarsi, lo sentiva, lei aveva lottato molto per averlo, si desideravano e si cercavano. Nimue non era solo bella o un abile compagna di giochi erotici, Nimue era in grado d'accendere la curiosità di Henry, e non era nemmeno una questione d'intelligenza. Era qualcosa di ancora più grande, qualcosa di recondito, alchemico e legato alle loro energie. Henry non avrebbe dunque potuto aspettare un secondo di più, bastò la prima lettera di quel "si" per fargli afferrare la parte finale delle cosce con le mani, afferrando le natiche tra il pollice e l'indice allargandole. Fili di umori si staccarono tra le grandi labbra dell'intimità della ragazza, la carne rossa del suo sesso era la ciliegia che subito si va a mangiare di una torta. Come si poteva resistere a tanta magnificenza? Semplicemente non vi era modo e non passò nemmeno il tempo di un respiro che la bocca di Henry già si trovava attaccata all'intimità di Nimue. La donna avrebbe percepito tutta la voracità dell'uomo che affamato affondò tutto il viso tra le sue natiche aperte dalla presa maschia di Henry. La lingua dapprima si muoveva con ampie lappate lungo tutto il suo sesso, allargandone le labbra e facendo suoi gli umori che facevano suoni perversi. Poi s'infilò bollente dentro il suo buco andando a violare la sua intimità, muovendosi come un tentacolo in cerca di cibo. La lingua di Henry rispettava perfettamente le proporzioni dell'uomo, pertanto era molto grande e per questo riusciva a soddisfare pienamente quelle carni. Le mani iniziarono a massaggiare i glutei di Nimue e il viso di Henry seguiva i movimenti della lingua come a volerli accentuare. Gli occhi chiusi continuavano a visualizzarla in quella posizione, era come se si vedesse da fuori, fissando entrambi gli orifizi della donna. Erano entrambi invitanti, succulenti e oramai uno solo non gli bastava più. Diede quindi una lappata ben più profonda delle altre, partendo dal clitoride fino a solcare tutto lo spazio delle natiche. Andando a stimolare anche il secondo buco, leccandolo con estrema attenzione per valutare le reazioni di Nimue. Eccitandosi molto di più per il "rischio" preso, eccitandosi perchè egli stesso sentiva la propria depravazione crescere e maturare in qualche goccia preseminale che colò dalla sua asta magnificamente eretta e dura. Questo fece si che il suo respiro si fece più affannoso e aggiungendo, assieme alla barba impregnata di umori, un ulteriore spunto di stimolo per Nimue. Era ormai chiaro l'intento di spingerla all'orgasmo stimolando tutto ciò che la sua carne aveva da offrirgli, ed era chiaro anche dove voleva arrivare una volta raggiunto il suo scopo, dato che le attenzioni si spostavano con sempre più insistenza verso il suo secondo buco.
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    Come ha scoperto il prestavolto del pg che sto per postare?
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    Toccandolo le mani delicate di Nimue incontrarono una muscolatura tonica, ipertrofica di un corpo maturo. Gli anni scolpiti sulla sua pelle avevano trasformato e maturato quel corpo ormai adulto. La sua schiena era una pianura attraversata dalle forme dei suoi muscoli che Nimue solcava abilmente col suo tocco. Solleticando la pelle di Henry che godeva di quel contatto seppur minimo rispetto all'area specifica del suo corpo. Sentiva l'energia crescere incalzante dentro di lui stimolata dal flusso stesso di Nimue, piccole scariche che irradiate accendevano i suoi circuiti energetici. La sensazione era nuova, come un aumento esponenziale di ciò che Nimue era ingrado di fare col suo potere. L'energia scorreva in lui, andando a concentrarsi nelle zone maggiormente attive del suo corpo. Il cervello fu uno degli organi maggiormente colpiti, centro del pensiero e del desiderio, ampliando le sensazioni e canalizzando tutta la sua concentrazione su quel corpicino che stringeva e penetrava con sempre maggior vigore. Aumentandone l'attenzione e la coscienza di tutto ciò che accadeva attorno a lui, ogni singolo input che il suo corpo riceveva passava direttamente al cervello elaborandolo e facendoglielo vivere. Così nonostante la concitazione del momento riusciva a percepire qualunque cosa, dal capezzolo Nimue che strusciava sulla sua pelle, al clitoride che sfregava sulla base della sua asta, alle gocce di umori che scivolavano lungo il suo scroto. Tutti questi input non facevano altro che provocare una sovreccitazione che ricadeva nella durezza e nel gonfiore della sua mazza, e avrebbe dato a Nimue la sensazione di riuscire a contenerla a fatica a causa delle dimensioni. Un altra parte altamente irrorata e completamente aperta nei suoi ciruciti energetici era la sua asta, che in qualche modo era entrata in contatto con l'energia stessa di Nimue e aveva raggiunto un equilibrio tale nelle sue pulsazioni da assecondare quelle della ragazza. Masturbando le sue carni non solo col suo movimento incalzante del suo sesso ma anche tramite il proprio flusso energetico e sanguigno che scorreva dentro di lei. Poi c'era l'estremità delle dita, e siccome Henry ancora non capiva come usare tutta quell'energia era come se passasse delle piccole scariche elettriche quando, passando sul suo corpo, attraversava un canale energetico di Nimue. Tutto questo però Henry non riusciva ancora a capirlo, succedeva e basta, accadeva grazie al potere di Nimue che agiva come un circuito elettrico, passando la propria energia che una volta terminato il giro tornava nuovamente a lei rinforzata dall'energia di Henry. Tutto ciò rendeva un esperienza come il sesso ancora più unica, togliendo la lucidità per agire sugli istinti. Così nel sentirsi ancora più stretto dalla presa di Nimue, Henry cercò di stringerla ancora più a se, sicuro di muoversi secondo i voleri dell'amante grazie ai gemiti che gli fecero capire quanto lei apprezzasse ciò che stava facendo. In qualche modo Nimue riuscì a liberare completamente il flusso energetico del suo corpo. Di riflesso agì anche sulla psiche di Henry che smise di controllare Hyde, non per questo si libererò, il termine giusto è "accettare". La personalità principale di Henry tornò ad accettare quella più esuberante che quindi non ebbe bisogno di manifestarsi, il risultato fu un Henry fuori di se, o meglio, un Henry completamente in se! Smosso ormai da quei filtri che avevano creato Hyde, aveva fatto pace con se stesso, almeno fino a che l'energia di Nimue continuava ad agire sul suo flusso energetico. In quel momento Nimue si sarebbe trovato di fronte il vero Henry, l'uomo di scienza, attento alle esigenze delle donne ma anche esuberante e bisognoso di divertirsi. E a questo punto conscio della sua fame e bisognoso d'aver qualcosa di più. Nonostante la presa salda di Nimue, Henry non ci pensò due volte ad afferrarla per i fianchi per separarla da lui. Non c'era storia era troppo più forte di lei e comunque la strega avrebbe tranquillamente capito che lui avrebbe agito solo per il suo piacere. La sua mazza uscì lentamente dal suo corpo come una Katana che viene sfoderata da un samurai. Gli umori grondavano dalla possente asta di Henry che ne rimase quasi entusiasta. Senza rendersene conto Nimue si sarebbe trovata di spalle all'uomo che avrebbe premuto la mano dietro le sue scapole per fargli abbassare la schiena, in modo da trovarsi col fondoschiena in bella mostra. La spinta del dottore sarebbe stata si ferrea ma sempre attenta a non costringerla troppo. Henry voleva che lei approvasse ciò che stava per fare e per farglielo capire bene si sarebbe inginocchiato, in modo da trovarsi all'altezza di entrambi i suoi buchi, ammirandoli nella loro perversa perfezione.
    Ti fidi di me?
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    Tranquilla Hina, non è un problema davver, poi come vedi anch'io non riesco a rispondere subito XD

    Sentire Nimue sempre più eccitata non faceva altro che aumentare la libido del dottore. Il modo complice col quale si muoveva assecondando la sua mazza di carne affamata di quel dolce succo che colava dalla sua intimità. Era tutto un crescendo dentro il petto di Henry, e ad ogni respiro di Nimue sulla sua pelle abbandonava inesorabilmente l'imperativo morale di mostrare un comportamento irreprensibile. Mostrando ciò che era veramente, un focoso amante ingolosito dal corpo e dalla mente di Nimue. Allargando le natiche riuscì a sollevarla e complici i suoi movimenti riusci finalmente ad addentrarsi dentro di lei. Non con tutta la lunghezza della sua lussuria, spostandola in quel modo le entrò in modo quasi automatico la punta, andando a tappare il buco formato dalle loro carni. Provando una sensazione benefica attraverso tutto il corpo, irradiandosi dal suo sesso fino ad invadere ogni centimetro delle sue membra. l'erezione si fece molto potente attorniata dalle vene pulsanti che la rendevano forse ancora più importante, il calore trasmesso al suo membro lo fecero letteralmente impazzire. Un brivido percorse tutta la lunghezza della schiena e il corpo divenne avido di calore. il calore benefico di Nimue, al paragone il resto del suo corpo sembrava immerso in una ghiacciaia, estremamente bisognoso di quella sensazione di tepore che attraversava solo una piccola parte di quel metro e novanta che era Henry. Dunque non servivano le parole di Nimue per incoraggiarlo a violarla quando ormai tutto il corpo di Henry reclamava ciò che lei aveva da offrirgli.
    ah!
    Si lasciò sfuggire una sola vocale, calda, secca, baritona mentre con vigore ma certa di non far male la possente carne di Henry s'impossessava dell'intimità di Nimue. Nello stesso momento le mani lasciavano le natiche per afferrarle la schiena, era incredibile che con le dita spalancate riusciva quasi a coprirle la totalità della superficie piacevolmente disegnata del suo dorso. Rendendo fisico il bisogno di possederla, portando a livello reale e palpabile quelli che erano i suoi desideri. Spingendola verso il basso con quella presa maschia e spingendo verso l'alto col bacino, prendendola con tutto se stesso, non impiegando solo la sua mazza per penetrarla ma ogni muscolo del suo corpo. Nimue Doveva sentirsi sua. fiondandosi nuovamente sulle sue labbra con la passione di chi aspettava quel momento da quarant'anni. Ansimando nella bocca di Nimue per poter raccogliere tutto l'ossigeno di cui i suoi muscoli necessitavano per potergli donare il miglior orgasmo della propria vita. Era più forte di lui, non riusciva a staccarsi da quelle labbra e quando lo faceva era solo per assaggiare il sapore della sua pelle, mordendo e leccando collo e guance. Stando sempre attento a ciò che poteva piacere e non a Nimue, perchè per lui era molto importante come poteva sentirsi lei tra le sue braccia. Il sesso non era solo un piacere legato all'egoismo ma condivisione del piacere. Cosa che Nimue riusciva a fare nel migliore dei modi, premendosi contro di lui per usare anche il seno per aumentarne l'eccitazione. Lo sentiva così morbido e caldo,e con la mente immaginò di massaggiarlo con vigore proprio come lei lo muoveva sul suo petto. Non riuscì a resistere, così avrebbe liberato uno dei suoi seni, il sinistro, andando ad afferrare con forza la spallina del vestito di Nimue per tirarla verso il basso.
    Oh si!
    Sembrò quasi parlare per quel seno finalmente libero. Certo non era un problema neanche per Henry il fatto d'avere ancora i vestiti addosso, anzi rendeva la cosa ancora più eccitante perchè non soddisfava pienamente le pretese della vista, ma il fatto di liberare almeno uno dei suoi seni gli sarebbe servito per usufruire di ulteriore calore benefico di Nimue sulla sua pelle. Nonostante fosse molto preso e spronato da quella magnifica sensazione donata dal potere di Nimue cercò sempre di stare attento ai segnali del suo corpo. Così avrebbe capito in base agli spasmi e ad altri comportamenti di Nimue se quel trattamento così "forte" gli sarebbe piaciuto.
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    Edward non capì se quel comportamento fosse dovuto all'adrenalina ancora in circolo per il combattimento, o se fosse stato il forte stress provato per tutto ciò che stava accadendo alla Umbrella (il pericolo di Eva in primis). Fatto sta che la rabbia di Wesker apparve incontrollata agli occhi di Edward. Quella era la prima volta che l'aveva visto in qualche modo scomposto, anche durante il suo ritorno o di fronte al cadavere di Tex fatto a pezzi, era riuscito a tenere la propria rabbia dentro gli argini imposti dalla sua mente analitica. Forse gli anni passati a combattere o le troppe pressioni ma vedere Wesker preoccupato per un "ennesimo" problema fece sobbalzare Edward. Tutto questo fino a quando non si ricompose con evidente fatica, anche agli occhi di Edward. Il ragazzo rimase in silenzio ad ascoltarlo, quasi come fosse un automa intento ad analizzare tutti i suoi comportamenti per poter ricavare più informazioni possibili. Ora si sentiva più responsabilizzato e doveva impegnarsi il più possibile per evitare certi suoi comportamenti istintivi. Sicuramente Edward non si sarebbe ricomposto ma avrebbe attaccato anche chi (come lui in questo momento) si fosse intromesso tra lui e il suo obiettivo. Fu incredibile come trovò rapidamente il modo per evitare di sgozzare Kuroto, e ancor di più il compito che gli affido Wesker. Occuparsi di lui: In che senso? Probabilmente Wesker voleva semplicemente indicargli che suo sarebbe stato il compito d'accompagnarlo fuori dall'edificio e far si che non ci mettesse più piede. Chissà per quale strano motivo invece Edward capì di doversi occupare di lui come un allievo deve fare con un maestro. Probabilmente perchè quelle parole abbracciarono il pensiero di Edward che vide Kuroto come una possibile risorsa. Tuttavia questo Wesker non poteva ancora saperlo perchè Edward non ne aveva parlato. Il suono ovattato delle urla di Kuroto lo fece tornare in se da quei pensieri e prima che potesse accorgersene Wesker stava già uscendo dalla stanza.
    Albert io non...
    Troppo tardi, Wesker aveva sentenziato e a nulla sarebbero valse le lamentele del guerriero, che tutto aveva in mente tranne che di occuparsi di una persona. Non ne aveva proprio voglia, soprattutto ora con tutta quella carne al fuoco.
    ...Cazzo...
    Imprecò prima di liberare Kuroto dalla propria morsa.
    Si può sapere cosa ti viene in mente?
    Edward si rivolse con tono indisposto al ragazzo come a voler sfogare la propria frustrazione del suo compito, ma a Kuroto quella domanda sarebbe sembrata più un: "perchè hai attaccato Wesker".
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    Indubbiamente Henry si era acceso una volta avuto quel primo bacio da Nimue. Constatando che anche lei era propensa a rendere particolarmente piccante la lezione, non aveva più senso per lui trattenere quella parte morale che andava in contrasto con la voglia che albergava nel suo cuore. Il processo per lui non fu facile d'accogliere, il dubbio instaurato nella sua mente tra il desiderio carnale e quello del rispettare la lezione mostrandosi più forte delle sue pulsioni, lo stava divorando. Ma quando Nimue prese la propria decisione si trovò di fronte un Henry ben più temerario, il vero Henry, quello senza dubbi e perfettamente in linea con tutti i suoi aspetti del carattere. In effetti come aveva già avuto modo d'osservare, durante il sesso Henry non sembrava più l'uomo impacciato intento a muoversi nell'articolato mondo delle regole aristocratiche. Cambiava totalmente volto, rilassandosi, diventando più armonioso nelle movenze. Questi effetti li avrebbe sperimentati subito sentendo le dita sfregare tra le labbra vaginali attraverso la sottile stoffa che divideva la pelle ruvida dell'uomo da quella glabra e delicata della donna. Ma era proprio su questo contrasto che Henry voleva giocare la sua partita. Voleva mettere Nimue nelle migliori condizioni possibili, sfregando le grosse dita attraverso i suoi lembi di carne, aprendoli muovendo avanti e indietro le dita. Come sempre era molto attento ai segnali del corpo di Nimue e quando sentì la stoffa che via via s'inumidiva provava nuove movenze che prima avrebbero potuto darle fastidio. Così ogni tanto premeva con le dita verso l'entrata del suo sesso compiendo piccoli movimenti circolari, facendo in modo d'andare a stimolare anche la clitoride con la parte finale delle dita. Le loro carni erano bollenti, ardevano di passione e il respiro di Henry si faceva via via più affannoso ma non per questo rinunciava a baciarla. Lo faceva con passione, aprendo la bocca per far passare la sua lingua esperta, che danzava e andava in esplorazione di quella bocca che più volte l'aveva fatto impazzire. E se le dita seguivano le esigenze di Nimue, quel bacio era totalmente libero da ogni logica. Anche per la differenza di stazza la lingua di Henry era ben più grossa rispetto a quella di Nimue, e durante la loro danza ne toccava anche il palato e i denti, donandole una sensazione totale. Facendola sentire sempre più piccola rispetto ad un uomo con un fisico tanto imponente, facendolo apparire indomabile ora coi capelli sciolti e il grosso braccio teso che cadeva lungo il suo corpo intento ora a masturbarla attraverso le proprie mutande. Si lasciò andare anche ad un rantolio di piacere quando Nimue liberò la sua erezione. Quello che l'uomo provò fu una sensazione davvero positiva, era euforico nel sapere di fare a Nimue quell'effetto. Si sentiva apprezzato sia come uomo, in quanto non poteva resistere al suo fascino. Sia come amante, felice di sapere che le attenzioni che gli serbava la portavano a perdere la testa. Poi il tocco della sua pelle morbida sul suo membro era una sensazione unica, il calore della sua mano estendeva le capacità sensoriali del suo sesso in maniera esponenziale. Gonfiando ogni vena che percorreva quella mazza, facendogli pompare più sangue possibile in modo da raggiungere un erezione che saziasse anche la vista della donna. I due erano avvinghiati come animali e si masturbavano a vicenda, Henry aveva scostato l'intimo per masturbarla con entrambe le dita. Nimue si sarebbe sentita riempire dal suo medio e anulare, la carne bollente e fradicia si stringeva attorno alle dita che si muovevano allo stesso ritmo che Nimue usava per masturbarlo. Ancora una volta aveva trovato un modo per metterla al centro del piacere, facendo si che sia lei a scegliere il ritmo col quale sarebbe stata masturbata. Ma nello stesso tempo Henry non avrebbe perso la propria virilità tenendola a se con la propria forza. Liberò il suo sesso per far passare la propria erezione tra le cosce di Nimue. Passando tra le gambe strette la cappella si fece strada aprendo le labbra vaginali, come se non ne avesse ritegno a causa della dimensione spropositata della propria erezione. Aprendosi al suo passaggio Henry avvertì la sensazione di bollore e di umidità sulla parte alta della propria erezione, che produceva suoni osceni a causa della lubrificazione naturale dovuta all'eccitamento di Nimue. Stretta in quella morsa di carne, provò una sensazione molto vicina a quella della penetrazione e iniziò a muoverla avanti e indietro nel vano tentativo di penetrarla ma da quella posizione era impossibile. Ma Nimue lo voleva e anche lui, quindi continuava ad insistere, arrivando a passare anche attraverso lo stacco basso delle natiche. Liberando la cappella e provocando uno sbalzo di pressione sanguigna a quella parte anatomica ormai libera dalla stretta delle cosce. Al contatto con l'aria aperta la cappella fradicia di umori provocava ad Henry una sensazione di freddo.
    Diventa mia!
    Non capiva più niente, la voleva, doveva averla! L'avrebbe afferrata per le natiche allargandole mentre la presa si faceva ferrea, aprendo anche leggermente il secondo buchino. Ora che aveva i controlli dei suoi fianchi probabilmente sarebbe stato più facile penetrarla.
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    C'era qualcuno che per tutto il tempo aveva osservato la situazione. Non sia mai che all'interno dell Umbrella Building venga lasciato il proprio presidente da solo in situazioni potenzialmente pericolose. Non si trattava d'aver poca fiducia nei mezzi di Wesker, era una questione di previdenza verso la salute del proprio uomo simbolo. Dopotutto Edward aveva appena riabbracciato la propria "famiglia" e non poteva lasciarsi sfuggire un occasione come questa per mettere in mostra tutta la sua buona volontà. Così se ne stesse calmo ad osservare dai monitor di una stanza segreta che confinava proprio con quella d'allenamento. Osservava perlopiù incuriosito visto che Wesker sembrava avere perfettamente il controllo della situazione, poi per un combattente dalle sue caratteristiche sembrava quasi riuscire a leggere in anticipo le mosse dei due, arrivando a capire presto le sorti di quell'inutile battaglia. Rideva pensando all'ingenuità di quell'uomo e dell idea bislacca riguardo la bomba. Se le pareti non fossero state insonorizzate sicuramente avrebbe messo in crisi la sua copertura con dei commenti poco felici riguardo alla sua stupida tattica. La cosa che più gli parve simpatica fu quella del rivedersi in quel pover'uomo di Kuroto. Facile per lui che era a conoscenza dei segreti della Umbrella ridere di quanto Kuroto si era fregato con le proprie mani. L'edificio era solo la facciata di un impero ben più vaso, abitato da creature che nemmeno nel suo gioco sarebbe riuscito ad immaginare. Eppure in qualche modo quell'individuo gli ispirava compassione, sebbene fosse preda dei propri deliri d'onnipotenza, accecato dalla realtà tanto da rifugiarsi all'interno del suo mondo digitale. Edward non poteva far altro che vedere la stessa sicurezza che anche lui mostrò la prima volta di fronte a Tex. Poco importa se uno combatteva per degli ideali o per un mondo analogico, il fuoco della passione divampava avido dentro entrambi. Cosa vide dunque Edward in Kuroto? potenziale, lo stesso che Tex intravide in lui anni prima. Kuroto aveva tutte le carte in regola per aiutarli nella battaglia contro Eva se ben indirizzato. Dunque aggrappandosi ai braccioli si sollevò gravemente come risvegliato da un pesante torpore. Kuroto aveva appena compiuto il piccolo balzo e Edward aveva capito che quella mossa si sarebbe rivelata fatale, pensò che probabilmente Wesker avrebbe colpito in quel momento per finirlo. La porta si aprì silenziosa nel momento in cui Kuroto stava capitombolando a terra. Le urla sconclusionate dell'uomo poi nascosero i passi del demone a Wesker che aveva Edward dietro di se. Quindi Kuroto non avrebbe visto il demone in quanto coperto dalla figura del presidente della Umbrella. Nel momento in cui Wesker diede la sua sentenza Kuroto avrebbe avvertito una sensazione opprimente, qualcosa di antico ed estremamente ben oltre le proprie possibilità. Era forse l'arrivo della morte quella? No era semplicemente il potere di Edward. Wesker non avrebbe avvertito quella sensazione solo perchè già abituato e perfettamente a conoscenza di ciò che stava accadendo. Il pavimento si tinse di nero ed una mano grande quanto Kuroto stesso lo avvolse facendogli vivere l'esperienza più claustrofobica della sua vita, salvandolo dal colpo di Wesker.
    Da quando perdi tempo con questa feccia? Non è da te... Non vedi che non è minimamente in grado d'impensierirci? E' debole, spaventato dal mondo, davvero merita l'onore di farsi ammazzare da te?
    Edward usò un tono attentamente rispettoso dato che aveva appena interrotto in modo brusco l'ultimo attacco di Wesker. La leva sulla quale voleva puntare era sull'orgoglio di Wesker facendogli capire che per farsi eliminare dalla Umbrella bisognava almeno essere in grado di brillare nel cielo per impensierirli. Mentre Kuroto allo stato attuale delle cose non avrebbe mai potuto impensierirli.
    Non pensi che dovremmo pensare a cose o a...PERSONE... Ben più importanti di un trentenne che ancora gioca alla Playstation?
    Edward avrebbe atteso la risposta di Wesker, solo quando avrebbe visto disattivare il suo potere avrebbe liberato Kuroto dall'oscurità. Fino ad allora Edward sarebbe stato per lui solo una voce riecheggiante nel buio.
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    Per quanto Henry fosse un uomo premuroso faticò a percepire l'oscurità che serpeggiava nel più profondo dell'animo di Nimue. Non per inezia ma perchè troppo preso in quel momento a badare a ciò che di oscuro albergava in se. Un essere egoista e pronto a soddisfare solo i propri desideri, ed ora aveva un unico pallino in testa: la donna con quei grandi occhi verdi che si trovava di fronte a lui. L'erezione ormai matura nei suoi pantaloni aveva raggiunto dimensioni impossibili da trascurare e il difetto dei pantaloni attorno al suo membro sembrava voler urlare a Nimue la sua presenza. Era tremendamente imbarazzo perchè ormai era diventato impossibile nascondere la sua eccitazione e si sarebbe aspettato una sgridata da parte di Nimue. D'altronde era pronto, sapeva d'esser incappato nell'errore di cedere alle proprie pulsioni. Era pronto a subire anche il giudizio finale della ragazza, conscio che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe vista. Pensò che sicuramente lei l'avrebbe preso per uno di quegli uomini con in testa solo il sesso, mentre lei cercava uomini più maturi, in grado di seguire una sua lezione senza immaginarla nuda. In quel breve istante preparò anche un arringa difensiva dove avrebbe spiegato che in realtà tutto questo era per colpa di Hyde, una delle sue tante personalità, quella più esuberante che aveva separato e che da allora non riusciva più a ingabbiare con il proprio superio. Per quanto si era allenato a soffocare le proprie pulsioni ancora una volta Nimue vi aveva fatto breccia come un coltello nel burro. Solo lei era riuscita in questo intento, forse aiutata una prima volta dall'effetto benefico del suo potere. Ma fu la persona di Nimue a far si che nascesse un legame tra loro due. Un legame molto forte che aveva salvato Henry da un baratro nel quale si era gettato con un cappio al collo. L'intesa nata tra i due rasentava ormai quella che aveva con Trisha, l'alchimia con il suo animo aveva fatto sbocciare nuovamente la felicità nel cuore infranto del dottore. Quanta ingenuità c'era in quell'espressione che fece nel notare la sua erezione, lo spirito di due giovani intenti a scoprirsi. La malizia che usò aprì invece un mondo a Henry: il loro mondo. In quel momento capì che non c'era un conoscersi senza il sesso, perchè entrambi si appartenevano e si desideravano. Ancora prima di conoscere i rispettivi difetti si erano accettati. Forse sbagliava a sentirsi sporco perchè Nimue stessa si era sporcata con lui, ma proprio come il bambino si getta nel fango, anche per loro conoscersi attraverso i propri desideri assumeva un valore propedeutico. Era felice di sapere che la lezione avrebbe potuto aspettare, perchè entrambi avevano altri pensieri per la testa. Di nuovo Henry si sciolse come cera di fronte alla fiamma della passione di Nimue. L'unica donna in grado di raggiungere il suo cuore, la miccia della sua felicità, colei che con il proprio egoismo era riuscita a far tornare Henry alla vita, colei che aveva in mano le sorti della sue felicità. Averla si sarebbe rivelato meraviglioso, perderla equivarrebbe alla morte dell'anima.
    Questo non è l'effetto della magia...
    Henry terminò puntualizzando un ultimo concetto, con quel sorriso che solo Nimue riusciva a donargli. Lui voleva render chiaro il motivo della sua eccitazione. Finalmente Nimue si era abbandonata a lui, ora aveva il permesso di poter liberare se stesso, dando ad Hyde una tregua soddisfacendo entrambi, anzi, tutte le sue personalità. Espirò soddisfatto potendo stringere quel corpo così minuto, mentre si gustò il sapore dolce delle labbra di Nimue. Il membro iniziò a vibrare alle carezze dell'amante, sollecitandone la fantasia.
    Perdonami...
    Concluse specchiandosi nei suoi occhi, Nimue non avrebbe capito se questa parola fosse stata detta in risposta alla sua ultima affermazione maliziosa o se perchè ancora si sentiva in colpa per aver interrotto la lezione. La verità è che anche Henry non lo sapeva. Questo però a lui non importava, importava solo d'essere finalmente libero. Con la mano sinistra accarezzò il volto di Nimue, sorreggendolo col palmo della mano. Era così grossa rispetto al suo viso che riusciva a scaldare perfettamente metà di esso col calore della sua mano. Quel bacio così casto non l'aveva saziato, anzi, gli aveva ricordato quanta fame avesse. Così sarebbe passato direttamente alla portata principale, le labbra carnose di Nimue e la sua lingua così esperta. Questo mentre la mano destra scendeva lungo il suo ventre, intrufolandosi da sotto il vestito scoprendo le gambe. Facendo sentire attraverso le mutande la presenza ingombrante del suo indice e del medio appoggiati tra le labbra del suo sesso. In quel momento gli avrebbe fatto sentire quanto focoso fosse in quel momento il suo amante, massaggiando quei due lembi di carne.
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    Home Sweet Home


    E' tempo di distruggere questo appartamento, mamma mia che brutto D:

    Edward non ci mise molto a compiere la sua piccola incursione Romana, dopotutto non ci volle molto a spiegare le proprie intenzioni a Thresh. Visto poi il seguito del loro incontro non ci furono nemmeno troppi motivi per restare a lungo. Una volta salito sul Jet della Umbrella con direzione Kurayami si collegò al pc interno per comunicare la buona riuscita della sua chiacchierata col non morto a Tex. Aggiunse anche che sarebbe passato dal suo vecchio appartamento per prendere alcune cose. Si perchè nell'ultimo periodo Edward visse come un nomade, spostandosi da un luogo all'altro per sfuggire alle attenzioni della corporazione, fermandosi solo una volta giunto a Roma. Quando decise di andarsene lo fece in tutta fretta, evitando di passare da casa. Arrivato di fronte alla propria porta d'ingresso Edward dovette forzare la serratura, compito piuttosto semplice per un uomo dalla sua forza (e con il suo potere). Al demone bastò semplicemente far passare una sottile catena oscura sul bordo della porta tagliando con estrema facilità gli stantuffi che la bloccavano. Entrando percepì odore di aria viziata, normale aspettarselo dopo tutti quei mesi d'assenza. Fece un rapido giro per controllare se tutto fosse a posto e per areare la zona, tutto era in ordine ad eccezione di un sottile strato di polvere che copriva solo alcune zone della casa. Tuttavia niente di troppo sporco nonostante il lungo periodo passato senza mestieri. Terminato il suo giro andò direttamente in bagno, riempiendo la vasca con acqua bollente. Si sentiva estremamente sporco dentro dopo la discussione col non morto, così decise di lavarsi almeno esternamente (un modo fisico per pulire qualcosa di più profondo). Si spogliò delle sue vesti lasciandole cadere a terra, era stanco e non aveva voglia di mettere tutto in ordine i propri vestiti, voleva solo tuffarsi in quella vasca. Così fece, adagiandosi all'interno, contraendo i propri muscoli al passaggio dal freddo della stanza al caldo dell'acqua. Si mise comodo appoggiando la nuca sulla porcellana della vasca, mentre il braccio sinistro stava a penzoloni fuori di bordi. Non era enorme ma ci stava benissimo, avanzando anche un poco di spazio per potersi muovere. La sensazione di leggerezza data dall'acqua fu un vero e proprio toccasana e il guerriero si rilassò chiudendo gli occhi. Nel nero dello sfondo comparve l'immagine di Tex, quanto gli mancava quella donna. Avrebbe voluto fiondarsi subito da lei, per potersi godere finalmente un po di tranquillità dopo averla riconquistata. Edward non era stupido e sapeva che in tempi come questi attimi di pura calma erano una manna dal cielo. Soprattutto ora che poteva vivere la sua relazione alla pari con lei, quindi era logico pensare a quanto avesse fretta di vederla. Tuttavia sapeva anche che per farlo avrebbe dovuto trovare prima un modo per rilassarsi e cacciare dalla sua mente la seconda parte della discussione con Thresh. Convincendosi che si stava preoccupando per qualcosa che ancora non era avvenuto e che non era neanche in programma. Certo le sue parole lo fecero riflettere, non era facile immaginare la crescita di un bimbo in un ambiente come quello della Umbrella. Il pensiero di Eva lo preoccupava non poco e se lei era riuscita ad arrivare a controllare Tex, allora che speranze aveva un bambino di salvarsi da lei o da chissà quale altro nemico? Iniziò a chiedersi cos'avrebbe fatto in una situazione del genere, pensando e pensando... Raggiungendo un sonno profondo.
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    La stanza sembrava assumere sempre più le sembianze di un "nido", un posto accogliente dove crogiolarsi nel calore dei sentimenti più positivi. L'intimità provata non era causata dalla stanza in se, anzi, quel luogo eccitava l'animo di Henry rendendolo più attivo per quanto ne concerne l'aspetto scientifico. Mentre in quel momento si sentiva molto calmo e a proprio agio grazie a Nimue. Purtroppo o per fortuna la sua presenza smorzava a tratti l'interesse per ciò che doveva apprendere. Non perchè questo lo annoiasse, anzi, tutto ciò era molto stimolante e Henry voleva davvero apprendere il più possibile. Ma la vicinanza di Nimue distraeva Henry dal motivo principale per cui si trovava in quella stanza, iniziando a colpevolizzarsi per la piacevole sensazione che provava nello stare a stretto contatto con quel corpo. Ma il modo in cui col suo calore scioglieva le imposizioni nel suo animo erano terapeutici per la sua felicità. Il cuore prese a battere molto più velocemente quando sentì i seni della ragazza premere sulla sua schiena, e la sensazione di torpore di quell'abbraccio lo accolse dolcemente.
    Nimue...
    La nominò con voce calda e profonda, un sospiro per nascondere l'incredulità per ciò che provava in quel momento. Concentrato sulla sua voce soave e sulla sensualità del suo tocco fece qualche respiro più profondo. Provando un insana voglia di prenderla e baciarla, trattenersi gli costava molto, ma avrebbe pensato che interrompendo la lezione lei avrebbe potuto pensare che non fosse interessato alla magia. Così cercò di godersi il momento sfruttando il fatto che lei non potesse vederlo in viso, chiudendo gli occhi mentre il suo tocco scendeva verso il petto. La camicia si piegò sotto la sua mano, sottile trasmetteva chiaramente le sensazioni del tatto. Andando a chiudere sulle mani del professore che strinse leggermente le dita sulle sue, trattenendole nello stesso modo in cui si culla un pettirosso ferito, tenendolo saldo quanto basta per non farlo cadere ma non abbastanza da fargli percepire un pericolo. Hyde scalciava dentro di lui, alimentando fantasie maliziose, sfruttando i ricordi di quanto fosse piacevole condividere con lei queste effusioni. Una quantità maggiore di sangue iniziò a fluire verso il suo membro, iniziando un erezione al quale Henry non poteva scappare, alzando la temperatura di quella montagna che ora Nimue stava abbracciando.
    Certo... Questa qui?
    Fortunatamente Nimue gli aveva dato un compito impegnativo, era ovvio che non sarebbe bastato leggere le parole scritte sul libro. Nimue fu molto premurosa nel dargli le giuste indicazioni da seguire anche se il grosso avrebbe dovuto farlo lui richiamando delle sensazioni. Fece qualche respiro profondo cercando di calmare il battito del suo cuore, ci mise pochissimo tempo a isolarsi dal resto del mondo concentrandosi solo e soltanto sui palmi delle mani. Le sentiva, riusciva a percepirle avvertendo una sensazione molto vaga al centro dei palmi, via via questa si faceva sempre più forte e prepotente. Che fosse quello il formicolio di cui Nimue parlava? Probabile... Con voce ferma si preparò a leggere le parole scritte sul tomo, sovrapponendo nella sua testa l'immagine dei capelli neri che fluttuavano come tentacoli. Il brivido sulla mani aumentò, la sensazione provata era benevola, proprio come quando riceveva il tocco di Nimue, come quella prima volta nel suo mondo, come accadde a casa sua... I capelli di Henry sembravano più leggeri, come sorretti da un venticello, il colore paglierino tendeva via via ad un giallo più ambrato. Ci stava riuscendo, sentiva l'energia incanalarsi dai palmi verso i capelli. la testa si faceva più leggera, quel formicolio lo calmava, il tocco di Nimue sulle spalle. Il suo corpo-Nudo, il ghigno di Hyde...
    AH!
    Henry perse totalmente la concentrazione, muovendo il busto in avanti come preso da uno spasmo.
    Oddio, scusa scusa...
    Non c'era bisogno di scusarsi, ma lo fece, ne sentì il bisogno. Dando priorità alle sensazioni provate con lei, sentì come se l'avesse tradita.
  13. .
    Se solo Nimue avesse parlato delle sue paure a Henry i due avrebbero avuto molto di cui parlare. A differenza di quegli individui Henry era di vedute larghe da buon scienziato qual'era, individui che si fermavano di fronte al proprio ego o spaventati dall'ignoto non potevano esser definiti tali. Henry era attratto da tutto ciò, tutto quello che per lui era nuovo suscitava una forte attrazione. A maggior ragione lo era il mondo della magia, un mondo che nessuno era ancora riuscito a studiarne la vera natura. Nimue aveva portato Henry di fronte al Santo Graal della scienza e di questo gli fu grato. Man mano che il tempo passava Henry si sentiva sempre più a suo agio e i sorrisi di risposta a Nimue diventavano via via meno tesi. La guardava con un calore unico degli occhi, acceso anche dal particolare colore paglierino delle sue iridi. Sebbene la spiegazione di Nimue riguardo alla stanza non fu del tutto esauriente, Henry trovò la cosa affascinante, ipotizzando di scoprirne la natura studiandola assieme a lei. Iniziare una collaborazione con lei sarebbe stato qualcosa di estremamente eccitante, e un ulteriore modo per passare più tempo con lei, facendo incontrare le loro menti. Ovviamente tutto il resto del discorso riguardante l'energia magica e il modo in cui glie l'aveva passata risultò estremamente difficile da comprendere. Venne attratto anche da quel piccolo errore che corresse, se solo non fossero nel bel mezzo di una conversazione tanto importante probabilmente non avrebbe frenato la sua curiosità. Ma come sempre l'educazione di Henry vinceva su ogni pulsione, e al momento si costrinse a tenere la curiosità per se. Sorrise teneramente quando usò la parola strega riferita a se stessa, voleva farla sentire a proprio agio. Questo perchè nell'allegoria le streghe non erano viste di buon occhio. Poi trovava la sua natura terribilmente carina e affascinante, così cercò di fargli capire che la cosa non lo turbava affatto. Anzì fluttuando attorno alla sua imponetene figura Nimue avrebbe chiaramente percepito quanto si sentisse a proprio agio con lei. Il contatto fisico tuttavia fu una tentazione per Henry, qualcosa che spostava il piano di quella lezione su un livello meno professionale. Quanto avrebbe voluto accarezzare le sue mani e afferrarla per stringerla a se e baciarla, la magia di quel posto poi gli ricordò la loro prima volta. Sentì un fremito attraversargli l'addome, era Hyde che se la rideva a squarciagola dentro di lui. Godeva di quei sentimenti così contrastanti, pronto ad attaccare al primo segnale di debolezza del professore. Quanto era debole la carne di un uomo, ma anche lo spirito se tentato vacillava facilmente. Fortunatamente Essendo Nimue di spalle non riuscì a vedere l'espressione preoccupata di Henry a causa delle sue pulsioni. La richiesta di Nimue riuscì tuttavia a fargli tornare il sorriso.
    La tua richiesta mi rende onore!
    Portando le mani sulle pagine si trovò a contatto con la schiena di Henry che scambiò il gesto per un abbraccio. Si voltò rosso in viso, ma non un rossore infantile o imbarazzato. Un rossore dato da una forte emozione che lo rendeva ancora più uomo, entrambi la stavano provando nel rivendicare quel loro primo momento intimo. Sorrise divertito al punto da chiudere anche gli occhi, assumendo l'espressione di chi aveva raggiunto il Nirvana.
    Si tratta di quell'incantesimo? Oh, lo ricordo in modo piuttosto piacevole!
    Aggiunse con un pizzico di malizia celata dal modo divertito in cui si espresse.
    Secondo te sarei in grado di compiere questo incantesimo? Ti confesso che sono eccitato all'idea di questa cosa. Spero di riuscirci e non fare figuracce.
    Concluse tornando sul libro ed osservandone scritte e immagini.
    Con te come insegnante non ho dubbi sulla riuscita
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    Le parole di Thresh rimbombarono nella sua testa, fastidiose e altisonanti andavano a toccare corde mirate nel suo animo. Il legame che Thresh aveva verso i sentimenti era qualcosa di molto forte, come se potesse leggerli chiaramente nel cuore delle persone. Per questo diede una descrizione perfetta del suo desiderio assoluto. In parte Edward nella sua ingenuità si era tradito mostrandosi ben propenso verso il suo debito nel momento in cui non conosceva ancora l'entità di tale richiesta. Il non morto aveva pienamente ragione e Edward in cuor suo lo sapeva, avrebbe dato la sua vita pur di riassaporare un momento come quello avuto in palestra. Thresh non solo aveva fatto in modo che ciò avvenisse ma aveva preparato il campo per protrarre quel momento verso l'eternità. Sia chiaro, a livello conscio Edward non avrebbe mai accettato un simile scambio, se Thresh glie l'avesse proposto nel momento in cui fermò le sue catene. Ma la pura forza distruttiva del suo amore non si sarebbe fermata di fronte a nulla pur di riavere una piccola possibilità.
    No...No...No...
    Sussurrò quasi a voler fermare quella forte sensazione che dava ragione ai pensieri contorti di Thresh, vergognandosi dell'egoismo del suo amore. Eppure ripercorrendo quel ricordo si vide come un animale in calore in preda agli istinti più beceri, era amore quello? Nella sua visione si vedeva nella palestra mentre faceva l'amore con Tex. La sua figura era rappresentata dalle sue emozioni e nel momento in cui si girò verso la proiezione di se stesso vide il suo corpo pieno di piercing e cicatrici. Forse era più simile a Thresh di quanto non volesse immaginare...
    Taci...
    Sembrava voler zittire i pensieri che martellavano nella sua testa, la voce si fece più rabbiosa mentre cercava di smorzare invano il discorso del non morto, mentre il corpo veniva attraversato da piccole convulsioni della muscolatura. Crebbe in lui la delusione per un mondo che doveva per forza avere qualche parete incrinata. Divampò la rabbia come un incendio tra le sterpaglie, alimentato dal veleno nelle parole di Thresh. Era un amico ma non condivideva il suo stile di vita così propenso alla perversione.
    Non osare...
    Indicò minacciandolo quando disse che gli avrebbe dato più di quello che lui e Tex avrebbero potuto dargli. Quello fu un colpo tremendamente basso e anche Thresh se ne accorse ma ciò che lo fece star peggio furono le parole successive. Parole lucide, fredde come il ghiaccio e veritiere più che mai... Thresh toccò un nervo piuttosto sensibile nell'animo di Edward. Abilmente il professore trovò un punto d'incontro sul quale far riflettere Edward, per farlo gli bastò descrivere gli ultimi avvenimenti della sua vita. Non ci volle molto a capire quanto Edward ripudiasse quel mondo fatto di esperimenti e inganni. Dopotutto lui stesso era fuggito da tutto quello schifo ed era palese che non volesse riservare la stessa sorte al figlio. Il dubbio che gli mise in testa non fu del tutto infondato quindi, facendogli capire che nemmeno alla Umbrella suo figlio sarebbe stato al sicuro. Ovvio, questo non era comunque un buon motivo per cedere a quella richiesta, però se non altro creò un dissidio riguardo all'ambiente in cui crescere. Certo gettarlo in un inferno di carne e perversione non sarebbe stato un gesto altrettanto maturo. A quel punto Edward sembrò sempre più sconvolto capendo che suo figlio non poteva essere al sicuro da nessuna parte e anzi, fece fare alla Umbrella una figura ben peggiore rispetto ad una crescita alla Sapienza.
    Nessuno farà esperimenti con mio figlio! Tex non lo acconsentirebbe mai! Siamo forti! Potenti oltre ogni limite e perfettamente in grado di proteggerlo!
    Improvvisamente gli venne in mente quando sacrificò il figlio avuto con Raphael, sbiancando. Certo era un altra Tex ma cosa gli diceva che non poteva tornare nuovamente sotto l'influenza di Eva? No, il contesto stesso della Umbrella era deviante. Se solo Thresh fosse stato una persona normale, inserito in un contesto ordinario non ci avrebbe pensato due volte. Anzi, probabilmente sarebbe stato ben felice di affidargli suo figlio per allontanarlo dalle disgrazie della Umbrella. Il problema non era nella non fiducia in Thresh, il problema stava proprio nella separazione con suo figlio.
    Non posso rinunciare a mio figlio! Non posso svendere una parte di me! Mi priveresti delle gioie d'esser padre! I sui primi passi! La prima parola! I primi amori, le delusioni! Mi priveresti del vederlo crescere! Ma di cosa stiamo parlando poi? Non so nemmeno se avrò mai un figlio!
    Finalmente con queste ultime parole tornò a muoversi camminando avanti e indietro piuttosto innervosito. Non ci fu nemmeno bisogno di vedere o ascoltare l'invito di Thresh ad andarsene, lo sporco e lo schifo di quella conversazione lo stavano disgustando al punto da nausearlo. Non poteva più stare in quella stanza, ne poteva reggere un ulteriore parola di Thresh si fiondò fuori dalla porta dopo quelle ultime parole.
    Sta lontano dalla mia famiglia!
    La porta sbattè violentemente facendo scomparire Edward ma lasciando sicuramente a Thresh una fantastica sensazione in cui crogiolarsi. Non aveva ottenuto ciò che voleva, anzi al momento Edward soffriva pensando che Thresh gli avesse voltato le spalle. Eppure se veramente fosse stato in grado di leggere le sue emozioni avrebbe trovato un piccolo spiraglio, un vetro incrinato, facile da aggiustare ma anche da rompere.
  15. .
    Edward fece un passo indietro andando a scontrarsi col divano che fermò quella piccola fuga. Quella ritirata non era indotta dalla paura, Edward si ritrasse per il disgusto verso il ragionamento contorto del proprio interlocutore. Era il suo istinto che lo portava a ripudiare schifato certi atteggiamenti. I peli della braccia si rizzarono come se avessero sentito lo stridio delle posate sui piatti, tutti i suoi sensi lo avvertivano del pericolo. Thresh fece un sorriso che non si preoccupò di mascherare la propria malignità, ciò che gli aveva appena chiesto era qualcosa di terribilmente perverso e chissà che gusto aveva provato nell'accarezzare quel pensiero. Chissà cos'avrebbe potuto fare a quel bambino, chissà a che mondo l'avrebbe fatto approcciare... Edward non poteva permettere che suo figlio potesse crescere nella depravazione più totale. Non avrebbe potuto rinunciare a costruire una famiglia per assecondare le perversioni di Thresh. Al solo pensiero di dover abbandonare il proprio figlio si sentì male. Iniziò addirittura a provare la mancanza per un bimbo non ancora concepito, cos'avrebbe provato nel caso ne avesse avuto veramente uno? Sarebbe morto dal dolore. Scosse la testa disturbato dalla voce ridondante del professore che martellava fin dentro al suo petto. Le pupille di Edward tremavano, affogavano, nel blu delle sue iridi. Mentre gli occhietti vitrei di Thresh non lo mollavano un secondo nascosti nella penombra di quella stanza che ormai non aveva più forme per la cognizione di Edward.
    Mi stai per caso minacciando, Thresh?
    Questo è quello che sembrò ben chiaro a Edward, dopotutto il succo del discorso di Thresh non lasciava spazio a interpretazioni. Anzi nella sua mente perversa era stato anche gentile a offrirgli una scelta che in realtà non aveva. Poi quando avevano fatto un patto? I patti sono un altra cosa, nel loro accordo non avevano parlato di "scambio di figli"!
    No, tu devi ascoltare me, conosco perfettamente la posizione in cui mi trovo... Io e te non abbiamo fatto nessun patto di questo genere, io ti ho chiesto un aiuto per vendicarmi, tu hai accettato e in cambio ti avrei portato di fronte alla donna più potente del mondo per poterla torturare. Poi è successo quello che è successo e le cose sono cambiate in corsa...Eh...E sai cosa? Mi è andata bene! Ma hai fatto tutto tu, senza accennare a questa cosa. Ora io non dico di non essere in debito con te, anzi lo sono e ti sono grato per quello che hai fatto. Ma da qui a sacrificare la vita di mio figlio... Non mi sembra uno scambio molto equo. Non puoi paragonare il tuo aiuto (dove peraltro hai goduto), o un liquore con mio figlio. Anche perchè così andresti a togliere l'amore per il quale abbiamo tanto lottato non ti sembra?
    Edward parlava quasi a scatti, come se facesse fatica a parlare per il troppo freddo. Gesticolava in modo piuttosto convulso, si poteva denotare la sua agitazione data da quell'avvenimento così inaspettato, qualcosa che gli parve lanciarlo nuovamente in quell'incubo dal quale pensava d'essere uscito. Perciò non era la paura di Thresh a scombussolarlo ma la paura d'esser nuovamente tornato in quel limbo fatto di sofferenza.
    Cerca di ragionare, sei mio amico e sai cosa potrei provare in una situazione del genere... Mi consoci, non ne sarei mai in grado! Si tratta di mio figlio, non di un oggetto!
    La voce iniziava a farsi sempre più potente, come se via via Edward si stesse lasciando andare. Dal modo in cui parlava Thresh avrebbe notato chiaramente quanto teneva anche solo all'idea di un figlio. Perchè Edward ne parlava come se fosse già presente.
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