Posts written by Yhei

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    Un sorriso pieno di se animò il viso di Edward nel sentirsi dire che gli uomini non erano in grado di fare due cose assieme. Osservò Tex tutto impettito come se gli avesse fatto un grande complimento. Salvo poi chiudere gli occhi e visualizzare quello che stava accadendo a livello del suo bacino. Immaginando il proprio membro strisciare tra le forme dell'intimità della propria amante. Nonostante l'acqua che li circondava riusciva a sentire la sensazione più viscida e densa degli umori di Tex. Muovendo il proprio bacino per assecondare i movimenti sensuali, accettando il gioco perverso fatto di tutti quei gesti atti solo a punzecchiare l'uomo. Edward godeva nel vedere Tex così presa da lui, giocava a volerlo stuzzicare ma lei stessa sembrava non poter resistere un secondo di più. Le sue forme morbide si scontravano con quelle più dure del guerriero, le mani rispondevano agli stimoli sensoriali, palpeggiando diverse zone erogene del corpo. I glutei, il collo, i seni, le cosce, tutte queste zone subivano brevi tocchi molto intensi. Diventava sempre più difficile per Edward restare concentrato sulle parole di Tex. Riusciva a capire tutto ciò che gli diceva, la sua voce aveva un effetto magnetico su di lui. Ma ai suoi occhi pareva che tutta la sua concentrazione fosse catalizzata dalle sue attenzioni. Ciò che gli stava facendo poteva essere denunciato all'ONU come maltrattamento di un essere umano. Fondamentalmente non poteva fargli questo, era disumano mostrarsi nuda ai suoi occhi masturbarlo in quel modo così sensuale e posare il suo glande alle porte del paradiso senza dargli la possibilità d'entrare. Tex avrebbe iniziato a notare il forte impulso che guidava Edward, la muscolatura ormai si muoveva con contrazioni involontarie. Diventando sempre più dura sulla sua pelle. Alcune vene iniziarono a comparire lungo il suo corpo perfettamente definito, mentre quelle sulla sua verga iniziarono a pulsare freneticamente. Le grandi labbra iniziavano a faticare a tenere tra di loro il glande ormai così gonfio.
    Dio ti voglio!
    Lo disse come un eroinomane assuefatto di fronte all'ennesima dose. Le mani si strinsero sui glutei, due altopiani perfettamente curvi, dalla carnagione scura e sodi come il marmo. Edward li lavorava sapientemente. In cuor suo sperava di poter portare Tex allo sfinimento e pregarlo di possederla, in realtà era stata lei a raggiungere quello scopo senza neanche sforzarsi troppo. Mentre le parlava, lui continuava a baciarla e a strisciare i denti sulla sua pelle, come un predatore che gioca con la preda per assaporarne la carne ancora prima d'ucciderla. Passò pochissimo tempo dalle sue ultime parole, con un Edward interdetto dal dualismo formatosi dalla propria erezione e la fugace attenzione alle sue frasi, quando ad un tratto capì.
    Cooosa?!
    Reagì come ad un attacco, serrando fortemente i glutei, spingendoli verso il suo ventre, la penetrazione sarebbe stata secca e molto, molto decisa. Non importa quanto fosse pronta o bagnata l'intimità di Tex, quel movimento così brusco gli avrebbe comunque provocato del dolore, oltre alla sensazione di sentirsi riempire da tutta quell'esuberanza.
    Non Starai parlando di quello schifoso ragno?
    Non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome, ancora gli apparvero le immagini di Alexander mentre si fotteva Tex davanti a lui. Per quello non fece altre mosse, continuando a tenere premuto il bacino di Tex contro il suo, come per voler sancire un legame di carne tra i due, un legame molto più forte di quell'atto impuro avuto con Alexander.
    Non è a lui che stai pensando vero?
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    Bro, è arrivato il momento di fare un brindisi a Momo! Apri il Genepì!
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    C'era sempre della supponenza nelle parole di Tex, eppure non sortivano l'effetto della benzina sul fuoco. Le parole lo stuzzicavano in modo differente, alimentando la parte combattiva in lui e la voglia erotica di possedere un animale tanto superbo. Già sentendo la sua voce quando gli occhi erano ancora chiusi, s'accese nel proprio cervello la dipendenza verso quella creatura così maestosa che ora si accoccolava a lui come un gattino. Il calore che i due corpi si trasmettevano era ancora più bollente dell'acqua, ed ogni recettore situato sul corpo trasmetteva quante più informazioni possibili su quanto fosse setosa la pelle d'ebano di Tex. Ad ogni suo respiro, sentiva gli abbondanti seni premersi durante l'espansione del suo torace. Ma quando Tex alzandosi gli permise di guardare le sue forme gli venne la bava alla bocca. La sua espressione torbida si fece vispa con la stessa velocità che ci mette un bimbo obeso a deglutire una fetta di golosa torta al cioccolato. E come quel bambino ora Edward aveva fame, molta fame... Il desiderio iniziò a farsi largo tra le sue gambe, facendo crescere la propria erezione schiacciata tra il suo ventre e le grandi labbra dell'amante. Crescendo e allungandosi, allargava i due lembi di pelle passandoci in mezzo come un serpente in caccia tra il fogliame.
    Non Perdi mai la voglia di stuzzicarmi vero?
    I polpastrelli ora si muovevano lungo i fianchi, questa volta con fare ben più avido rispetto a prima. Il desiderio di Edward si poteva toccare con mano, l'amava con tutto se stesso e solo lui poteva dargli quella sensazione totale ancora prima di passare ai fatti. La desiderava come la prima volta, lo è sempre stato e lo sarà sempre, Edward non si abituerà mai a quel corpo. Ma parlare di corpo sarebbe solo riduttivo, quello che gli piaceva di Tex erano anche i contorni: Il suo fare fiero, l'esser riuscito a sciogliere quel suo muro di ghiaccio, l'averla qui, con se, in parte domata. Tutti questi aspetti del suo carattere riflettevano altra energia positiva all'ego di Edward che si sentiva potente come non mai. Perchè sapeva che Tex non poteva scegliere un uomo qualunque per stare al suo fianco e mostrare sentimenti sinceri. Forse proprio per questo continuava a stuzzicarlo in quel modo. L'indice puntato al petto lo colpì come un fastidiosissimo spillo, andando a stuzzicare il suo orgoglio. Il calore della pelle sui suoi muscoli invece accese un fuoco che da troppo tempo aspettava di ardere. Come se quel dito l'avesse realmente ferito Edward si fece sfuggire un gemito piuttosto maschio, e strinse le mani sule braccia di Tex come a volerla in qualche modo sottomettere. Indubbiamente la sua amante ora non poteva più ignorare la forte erezione sulla quale si era accoccolata.
    Penso che prima dovremmo rilassarci un poco, in questo momento ho un altra cosa per la testa
    Concluse con fare provocante e tenendola ben salda per le braccia, in modo da spingerla nuovamente verso il suo petto e portarla ad un nuovo bacio ben più caldo. Tex avrebbe percepito quanto ogni singola fibra del suo corpo era concentrata nell'unico scopo di possederla e così avrebbe fatto.
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    Edward si lasciò andare ad un sospiro rilassato nell'essere svegliato in quel modo. Il tono di voce che usò Tex rese le sue parole quasi dolci e il ragazzo reagì accennando un sorriso. Gli occhi rimasero chiusi per qualche secondo, così da godersi meglio il tocco delle loro carni. Ad occhi chiusi le sensazioni sono più amplificate, quindi almeno quel giorno, dove nessuno dei due era di corsa Edward preferì prendersi un attimo tutto suo dove disegnare con gli occhi della mente quel corpo che si stava immergendo nell'acqua con lui. Ma Edward l'amava, più di ogni altra cosa al mondo, e seppur conoscesse alla perfezione quel corpo, ogni volta bramava di vederlo. Così il desiderio crescente di vederla durò solo il tempo di muoversi leggermente in modo da far spazio alla sua amante. In quella posizione i due sembravano aver costruito il loro nido, ed era così tremendamente reale da far sparire tutto ciò che di terribile gli aveva legati in passato. L'azzurro di quegli occhi glaciali ora sapeva di casa, e Edward ci si poteva finalmente specchiare senza perdersi. Lo sguardo vago di Edward rispecchiava la faccia stropicciata dall'essersi appena svegliato, ma questo non impediva certo al ragazzo di passare i polpastrelli lungo la schiena di Tex. Il tocco delle sue dita avanzava deciso coccolandola per tutta la lunghezza del suo dorso.
    E tu non hai idea di quanto sia contento che non l'abbia fatto, avevo proprio bisogno di questo bagno...
    Forse Tex stava sperimentando qualcosa di nuovo per lei, lo star lontano da telecamere e altri mezzi di controllo della Umbrella. Erano solo loro due, come la vera coppia che finalmente erano. Anche se le vecchie abitudini faticavano a sparire. Difatti Tex ancora si trovò a parlare di rapporti non consegnati e di verità da svelare. In questo non era affatto cambiata, anche se i toni erano decisamente diversi dal solito. Forse questa volta parlava con apprensione, forse aveva intuito che qualcosa con Thresh era andato storto. Edward aveva la forte impressione che Tex potesse percepire la forte preoccupazione che lui aveva verso Eva. Probabilmente fu per questo che Edward non s'innervosì, per quello e per il bacio che gli riservò la sua amata. Le lingue sprofondarono nelle rispettive bocche e non c'era solo voglia di sesso in quel bacio. C'era il tepore di chi era pronto a ricevere sostegno dalla persona che si ama.
    ...Ti Amo sai?...
    Aprì il discorso passando una mano, la destra, tra i capelli paglierini di Tex, bagnandone una parte e rendendoli più scuri. Le dita poi s'incrociarono dietro la schiena di lei, avvolgendola in qualcosa di molto simile ad un abbraccio.
    ...Dovresti anche sapere che odio fare rapporti, non è stato facile per me chiudere con Thresh. Speravo potesse davvero esserci utile, ma come sempre tu la vedi più lunga di me e devo ammettere che si tratta di una scheggia impazzita. Mi ha sempre dato sui nervi il fatto di vederti sempre n paio di mosse avanti a me. Comunque con lui è tutto finito.
    Edward non parlò di cosa lo Zombie gli chiese in cambio perchè al momento mancava proprio la materia prima. Certo è che per la prima volta Edward si trovò a pensare alla propria paternità e a quanto questo bisogno fosse sempre stato presente in lui.
    La verità è che sono un uomo d'azione, e sono molto preoccupato per quello che sta accadendo. Sento che nessun posto è al sicuro e ho veramente troppa fretta di concludere questa storia ma non ho la minima idea da dove cominciare. Tu sei la mia priorità, io devo proteggerti, non posso perderti un altra volta...
    Edward si fidava di Tex e se predicava calma, sicuramente era la scelta giusta. Ma per Edward il fatto di temporeggiare significava dare al nemico la possibilità di rinforzarsi.
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    Henry notò lo sguardo di Nimue cadere ripetutamente alle sue spalle, indicandogli una via per salvarsi. Da quel gesto si accorse in modo ancora maggiore di quanto Nimue fosse premurosa nei suoi confronti. Avrebbe sacrificato la sua stessa vita pur di salvarlo, lo stava dimostrando proprio in quel momento così disperato. Henry stesso avrebbe potuto sfruttare il fatto di avere meno rovi addosso per fuggire. Ma questo non poteva accadere, perchè dall'altra parte c'era un uomo anch'egli pronto a sacrificarsi per salvare la donna per la quale stava maturando un sentimento troppo importante per continuare a vivere senza. Così si trovò immischiato a quegli stessi rovi che rinvigoriti avevano messo sotto scacco la strega. Se morte doveva essere allora sarebbe stato stritolato accanto a lei. Mai, nemmeno per un solo istante Henry pensò d'abbandonarla. Questa volta non era per un dubbio morale, o qualsivoglia regola civile. Questa volta era una scelta di Henry, la scelta di un uomo che aveva deciso di legare il proprio destino ad una persona. Oramai riusciva a vederla solo con la coda dell'occhio, mentre i rovi sempre più spessi iniziavano a mangiare la sua faccia. Gambe, petto, spalle e collo erano ormai bloccati da una morsa che avida s'impadroniva del suo corpo. Eppure il suo sguardo non tradiva pentimento, anche la paura aveva lasciato spazio alla serenità. Se questo doveva essere il loro ultimo scambio di sguardi, allora doveva essere speciale. E con gli occhi di un uomo, un marito ma anche un padre, sembrava voler dire a Nimue: "Va tutto bene".
    Bastò il tocco di Nimue per consolare l'uomo, non poteva chiedere altro alla sua vita. Il tocco delicato della strega trasmise calma e serenità a tutto il corpo dell'uomo. Tutto ciò però non si sarebbe trasformato in morte. Il potere benefico di Nimue ancora una volta attivò i canali energetici di Henry, aprendoli totalmente. La forte energia che la strega aveva percepito in lui, finalmente si trovò libera di sgorgare attraverso il corpo di Henry. Tutta quell'energia era una mina vagante all'interno del corpo d Henry che non sapeva ne come domarla ne che farsene. Dopotutto non aveva poteri particolari se non la dote di un grande cervello. Ed è proprio qui che accadde il miracolo, perchè la stanza volle aiutarlo con quella mazza che ancora stringeva nella mano come se fosse contratta da uno spasmo. La mazza che stringeva nelle mani e che la stanza gli aveva fatto trovare sotto la sua presa era il Martello di Sol, un arma incantata che aveva bisogno della giusta energia per potersi attivare. Al centro del martello comparve una runa, si fece largo come fissata a fuco. Stava richiamando tutta l'energia di Henry attraverso i suoi canali per convogliarla a se. La sensazione vissuta da Henry fu molto strana e controversa: Da una parte sentiva il suo corpo come svuotarsi, sentendo come una grossa pressione scorrere attraverso le proprie vene. Il braccio prima e la mano poi si fecero bollenti, a causa del forte quantitativo di energia concentrata nell'arto. La mazza sembrava nutrirsi di quel calore diventando incandescente, ma sorprendentemente non bruciava la mano di Henry. Poi un grosso boato coprì il silenzio di quell'esecuzione.
    Nimueeeeeee!!!!!!!! Ti Prego rispondimiiii!!!!!!!
    Henry si trovava inginocchiato a terra, sopra il corpo di Nimue, che strappava via brandelli di rovi carbonizzati, il cristallo era affilato e le mani dell'uomo sanguinavano copiosamente.
    Ti prego! Non Lasciarmi! Nimueeeee!!!
    Tutto attorno a loro era carbonizzato, come se ci fosse stata un enorme esplosione. Eppure i loro corpi erano privi di ustioni, il martello di Sol giaceva a terra, a pochi metri da Henry che cercava di liberare definitivamente Nimue.
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    Tutto era confuso, tutto era troppo difficile, impossibile da comprendere nonostante gli studi alchemici e trascendentali di Henry. Tutto questo non aveva senso, e se nemmeno Nimue riusciva a comprendere con precisione questo fenomeno, figuriamoci Henry. Si trovò vittima inerme delle circostanze, incredulo, smarrito, ancora non aveva fatto in tempo a percepire la paura, tanto la sua mente analitica sembrava concentrata su ciò che si stava plasmando attorno a lui. Nemmeno il dolore del tonfo riuscirono ad allontanarlo nel suo ragionamento. Gli occhi vibravano tra le varie strutture che prendevano forma. La foresta si stava costruendo di fronte ai propri occhi. Anni e anni di crescita biochimica in pochissimi istanti, alberi alti, frastagliati s'infittivano, oscurando tutto ciò che gli si parava davanti. Piccoli fili d'erba taglianti salivano dal terreno, freddi rovi si strusciavano dove prima si muoveva il caldo tocco di Nimue. In altre situazioni Henry sarebbe rimasto affascinato da questa magica foresta di vetro dove il tempo sembrava essersi fermato. A tenerlo in vita erano queste piante che crescevano attorno a lui, come a volerlo trasformare in un pezzo di esse. Ma bastavano vigorose spinte per strapparle, e romperle anche grazie alla loro natura cristallina. Dall'altra parte rantolii e versi soffocati attirarono la sua attenzione, quello che vide lo pietrificò: Al contrario di ciò che stava accadendo a lui, Nimue era completamente imprigionata nei rovi. Sembravano molto più grossi e resistenti di quelli che ora si arrampicavano lungo il suo corpo paralizzato. Ogni istante questi crescevano forti, la tagliavano, la bloccavano e come il peggiore degli assassini gli toglievano la possibilità di chiedere aiuto. Ecco che la paura si fece strada attraverso lo sguardo di Henry, quei così si stavano nutrendo dell'energia di Nimue, in qualche modo avevano un collegamento con lei e con quei simboli magici apparsi ora anche su di loro.
    Nimueeeee!!!!!!!!!
    Si guardò, con gli occhi e la bocca sbarrati, contraendo ogni fibra del suo corpo per liberarsi, questa volta, avevano avuto il tempo d'afferrarlo, e alcune piante che avevano raggiunto le spalle, avevano forza a sufficienza per atterrarlo, facendolo mettere in ginocchio. La paura s'impadronì di Henry che ora non sapeva proprio come fare e questa sembrava alimentare queste piante magiche, che vigliacche sfruttavano questa debolezza dell'uomo. Eppure Henry non riusciva a calmarsi, troppa era la paura di perdere Nimue, talmente tanta che non riusciva a rimuovere il suo sguardo dai suoi occhi spaventati. Lei era diventata così tanto la sua priorità da far si che focalizzasse solo lei, come a voler creare un punto d'incontro, quegli occhi non facevano altro che dire "Sono qui". Volevano rassicurarla mentre andando a tentoni con le mani cercava qualcosa per liberarsi, iniziò intensamente a pensare di voler trovare un oggetto, magari un sasso appuntito per dare maggior forza ai suoi colpi. Fù così che le sue mani incapparono in un sasso, fortuna vuole anche appuntito e iniziò ad utilizzarlo per rompere la prigione di cristallo che iniziava ad imprigionarlo. Ma non bastava e più menava colpi ai rovi più il sasso perdeva il filo diventando inutile. Serviva qualcos'altro, qualcosa di più grosso, qualcosa che potesse usare come leva per strappare una volta per tutte questa piante, magari un bastono più grande o qualcosa del genere.
    Andiamo.... su....
    LO sguardo non si muoveva dagli occhi di Nimue.
    Arrivò Nimue! Resisti! Non mollare!!!!
    Toccando sempre a terra sentì qualcosa, quello fu l'unico istante in cui scostò lo sguardo da Nimue, era un bastone, lungo e resistente, anzì, una mazza! con la testa a forma di becco d'aquila.
    Perfetto!
    Non si chiese nemmeno cosa potesse farci una mazza in una foresta magica, partorita nel giro di pochi secondi, sarebbe stata utile, così la prese senza troppi complimenti. La fece passare tra i rovi ed il suo petto, conficcando la punta del manico a terra e spingendo il busto e la mazza verso le due direzioni opposte, facendo esplodere le piante come un bicchiere quando cade a terra. Era libero finalmente, e incurante delle ferite corse verso Nimue, arrivando da lei con estrema velocità.
    Ora ti libero, cerca di stare calma
    Il cuore gli batteva all'impazzata, temeva che qualcosa potesse andar storto, nemmeno il tempo di fermare la corsa davanti a lei che nuovi rovi, questa volta più forti salirono lungo le sue gambe. Ma Henry non se ne curò, veniva prima Nimue di lui e così fece la stessa manovra che lo liberò alla propria amante.
    AAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!! Non si rompono! Perchè?
    La paura l'assalì come mai nella sua vita, non voleva perderla, per giunta di fronte ai propri occhi! Una! Due! Tre! Spinte! Non serviva a niente. I rovi raggiunsero il suo petto.
    PERCHE'!!!!
    Immobilizzato dall'ombelico in giù trovò la forza di menare un forte colpo alla base delle piante che imprigionavano Nimue, Non servì a nulla. Le piante raggiunsero il collo di Henry serrandogli la mandibola e alzandogli la testa. Anche guardare Nimue divenne qualcosa di complicato. Un verso, La stava chiamando... Perchè?! Perchè doveva finire così?
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    Non devi nemmeno scusarti, stiamo diventando grandi e ci sono tanti problemi e responsabilità che tolgono tempo XD Come vedi anch'io a volte ne sono vittima XD


    Henry è sempre stato un uomo molto attento, anche verso i sentimenti altrui. Tuttavia non riuscì a percepire la lotta interiore di Nimue. Non immaginava nemmeno lontanamente che Nimue potesse avere anche un altro. Per lui, Nimue era una ragazza seria, genuina che mai avrebbe potuto giocare col suo cuore solo per soddisfare un desiderio carnale. Certo era ancora presto, ma qualche pensiero sul rendere più serio quel rapporto non nego ci sia stato. Non voleva certo portarla all'altare, ci mancherebbe. Però era forse giunto il momento di dire basta a stupide scuse per incontrarsi come se fossero due completi imbranati, troppo codardi per dichiarare i propri sentimenti con la paura di non venire ricambiati. Erano adulti e si piacevano, e forse dovevano semplicemente esplicarlo per potersi vedere senza bisogno di troppi giri di parole. D'altronde anche le future lezioni ne avrebbero sentito l'impulso positivo. Dunque con tutte le volte che Henry poteva distrarsi e non prestare attenzione ai dettagli, aveva scelto proprio la volta sbagliata. Godendosi a pieno quel bacio tanto passionale e cercato. Certo anche Nimue aveva mascherato bene la cosa, dato il forte dilemma interiore. Perchè a tutti gli effetti lei lo voleva e questo era quello che si percepiva. Quello era l'Edward Hyde presente dentro di lei. Forse proprio perper quella personalità riuscì a dare tutta se stessa durante quel bacio. Qualcosa accadde quando sentì le mani di Nimue sul petto. Un gesto come tanti, ma questa volta sembrò voler creare una barriera tra i due. La cosa che preoccupò Henry fu quella di non riuscire a raggiungere lo sguardo di Nimue. Avrebbe voluto chiedergli se andasse tutto bene. Non fu reattivo solo perchè andò a cercare se avesse compiuto qualche gesto troppo sconsiderato durante il rapporto. Iniziò a pensare d'aver esagerato, che forse era andato troppo oltre, che in realtà lei aveva accettato il sesso anale solo per paura. Come poteva una donna ammaliata da un gentiluomo come lui fare una cosa simile? L'aveva dunque trascinata a compiere quel tabù? No, non poteva essere per quello, sentiva l'intesa che li legava, così come la passione che l'aveva travolta. Andava tutto bene, allora perchè quel gesto che a Henry appariva così inconsueto... Eppure le mani che lo carezzavano erano così in contrasto con quell'incipit tanto ditubante.
    Nimue, mi sto preoccupando...
    Sembrò quasi avere un malore oltre che ad un malessere fisico. Magari era colpa di quei segni sulle braccia, ed istintivamente l'afferrò come per sostenerla con estrema dolcezza e comprensione. Il tempo di un battito di ciglia e una sensazione di peso alla gola l'assalì. Non era ansia, era paura, improvvisamente il mondo attorno a lui sembrò tremare. Era qualcosa di fisico di percettibile, si sentì afferrare e la dolce presa su Nimue venne a mancare. Strinse i pungi con tutta la sua forza ma ormai era troppo tardi, Nimue era già saettata verso l'alto mentre una forza arcana lo strattonò via da lei. Ancora seminudo, con ancora gli uomori e gli odori di Nimue addosso. Cosa voleva ucciderlo senza lasciargli il tempo di godersi il contatto di un altra persona. Perchè lui? Perchè adesso?
    Nimueeee!!!!! Cosa sta succedendo? Nimueeeee!!!!!!
    Non la voleva perdere, no, non ora che le cose andavano finalmente bene!
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    Henry era arrivato al limite, d'altronde come dargli torno? Il corpo di Nimue era perfetto, la forma delle sue carni sembrava scolpita dal miglior artista mai esistito. Il colore esotico della sua pelle, così raro da trovare in tutta Londra. Ma anche l'espressività stessa del suo volto era un qualcosa impossibile da descrivere, nessuna descrizione poteva rendere onore a ciò che ora stavano vedendo gli occhi di Henry. Ma un corpo splendido non basta, bisogna anche saperlo muovere e in questo Nimue era maestra. Molte volte è stata detta questa cosa, ma è necessario ripeterlo più e più volte per arrivare ad avvicinarsi anche minimamente a ciò che stava vivendo Henry. Gli affondi delle loro carni producevano ormai versi osceni, e proprio l'oscenità di tali rumori rendeva la situazione estremamente eccitante. Nonostante questi, i due continuavano a far sesso come se niente fosse, come se fosse l'unica cosa in grado di tenerli in vita. Come due bestie che avevano abbandonato i morsi della fame, traendo nutrimento dai piaceri della carne. Henry aveva tutto il collo e i bicipiti arrossati per la forte calura provata, il sudore non bastava per regalargli i giusto refrigerio. Venature si gonfiavano lungo la sua muscolatura bestiale, figlie dello sforzo e della concentrazione messa in quelle spinte sempre più poderose. Mentre i peli degli avambracci erano irti come frecce conficcate nel terreno, perchè quella visione era da pelle d'oca. I capelli di Henry oramai avevano numerose ciocche bagnate attaccate alla fronte, e i denti serrati nello sforzo. Il corpo sinuoso di Nimue si muoveva per accogliere tutta la carne che Henry aveva da offrirgli. Quanta perversione in quegli ultimi attimi. Si sentivano urla e ansimi, brividi e tremolii dei loro corpi e quel sottofondo perverso dei suoi umori che schizzavano dalla sua intimità ormai senza un controllo. L'energia di Nimue attraversava il corpo di Henry donandogli sempre maggior impeto, portandolo in un vortice di un crescendo esponenziale senza fine. Una vite di Archimede impossibile da fermare se non con l'allontanamento dei due corpi. Ma si volevano, si cercavano, Henry spingeva fino a sbattere il proprio ventre sulle natiche di Nimue, che a sua volta spingeva e si strusciava depravata a lui. Come se in qualche modo volessero abbattere le barriere dei propri corpi per entrare fisicamente l'uno nell'altra. Henry avvertì l'imminente orgasmo di Nimue arrivare per quelle nuove contrazioni e urla fuori da ogni controllo. Se non fossero stati in quella stanza ma nella sua villa, tutto l'isolato si sarebbe accorto di ciò che stavano facendo. Tutti i vicini si sarebbero accorti della rinascita di Henry. La carne di Nimue era ormai completamente elastica e perfetta per accogliere quel membro fuori dal comune. Henry vide comparire dei segni magici, un nuovo vestito che copriva una pelle tanto setosa. Pensò che fossero una reazione all'eccitamento provato dalla ragazza e si sentì fiero e felice di riuscire a fargli perdere a sua volta il controllo. Ma non c'era tempo per pensare, i corpi richiamavano ogni singola attenzione ed oramai il momento era giunto. Henry raggiunse un orgasmo molto particolare, ogni cellula del suo corpo sembrava entrata in comunicazione con le altre. Unendosi piacevolmente in quell'orgasmo tanto potente, la mente stessa entrò a far parte di quel climax. Ci fu una prima, forte, e decisa contrazione accompagnata da un fiotto estremamente denso di sperma che si fece largo all'interno di Nimue. Da li ad ogni fiotto sarebbe corrisposta una spinta del membro di Henry, diventando sempre più lubrificato dal mix di umori e sperma. Producendo un rumore ancor più osceno del primo e colando attraverso l'ano di Nimue, imbrattando il corpo di entrambi. Non riusciva a fermarsi, continuò a spingere fino a che lo sperma non smise di uscire da quel movimento meccanico. Ci volle dunque un po di tempo prima che la veemenza si esaurisse e in tutto quel tempo Henry non porferì parola, non ce n'era bisogno. Estrasse il suo pene poi ancora eretto per poterla afferrare per i fianchi e girarla verso di se. Aveva un espressione stravolta ma compiaciuta.
    Nimue, sei la cosa migliore che mi sia mai capitata.
    Non avrebbe atteso risposta, abbracciandola e coprendola con la sua stazza per baciarla con passione sfrenata.
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    Heny per la prima volta aveva la testa svuotata da ogni pensiero. Quello che aveva fatto Nimue andava oltre ogni impresa, riuscendo a scardinare totalmente le difese di Henry. La cosa ancor più stupefacente fu che non ebbe bisogno di parole o chissà quale discorso motivazionale. Non utilizzò nemmeno la pazienza con lui, se non altro una terapia d'urto. L'aveva voluto, desiderato fin dal primo momento in cui lo incontrò. C'era da chiedersi a questo punto se non avesse fatto apposta a sbattergli contro quella sera non lontana. l'aveva preso, denudato non solo dei vestiti ma di ogni certezza, ci aveva fatto l'amore e poi l'aveva ricercato. Scavando nel suo petto, strappando la gelida carne e le ossa marmoree che rendevano il suo cuore prigioniero. Nimue poteva pensare di lui che fosse un porco, ma Henry avrebbe potuto altrettanto pensare che lei fosse una pazza ninfomane. Invece tra di loro si creò una complicità e una malizia che nemmeno coppie consolidate da anni potevano raggiungere. Uno sguardo, una carezza e già la loro intesa gli permetteva di muoversi sapendo di fare il bene del partner. Proprio come Nimue, anche Henry ebbe l'impressione di fare tutto ciò da anni. Il modo in cui entrò in lei, l'aveva fatto coi giusti tempi e la giusta forza, come se avessero già provato più volte fino a conosce le reazioni del corpo del proprio partner. Entrambi si comportarono con una naturalezza disarmante. Ora non esisteva più il perverso, esisteva solo passione e malizia. Il modo in cui entrambi accettarono il sesso anale era forse la giusta cornice alla loro intesa sessuale ma anche spirituale. L'asta di carne di Henry pulsava famelica all'interno di Nimue era bolente, le vene erano fiumi in piena col solo compito di mantenere quell'erezione turgida per donare il massiomo piacere a Nimue. Come se il suo organo fosse conscio del fatto che avrebbe fatto eccitare ulteriormente Nimue nel farle sentire che riusciva a stento a far passare quel membro tra quelle pareti tanto strette. Le contrazioni della piccola corolla di carne servirono dapprima per battere il tempo delle prime spinte, diventando via via un massaggio eccitante per la mazza di Henry. Che, una volta appurato che l'ano di Nimue fosse pronto per riceverlo con una certa regolarità iniziò a muovere spinte molto più istintive e meno frenate dalla paura di causargli dolore. Ogni centimetro del corpo di Nimue gli imponeva di continuare, le gambe tremolanti, il rumore perverso dei suoi umori che schizzavano quando i suoi testicoli ci sbattevano contro, tutti quei respiri, quell'ansimare innescarono in lui qualcosa di estremamente profondo.
    Sei unica!... Ti voglio!... Ti voglio!
    La bramava e in qualche modo era riuscito a dirglielo tra un respiro affannoso e l'altro. Cercò ulteriori stimoli, la vista era appagata da quelle forme sinuose e perfette degne della Venere di Milo. La mente invece si saziava dello spettacolo della masturbazione di Nimue che si toccava per dar sfogo ad un piacere troppo grande da poter reggere. Quello che poteva sembrare un gesto umiliante la trasformò nella più celestiale delle visioni che spinse Henry a dare ancora di più a farglielo sentire ancora più incalzante dentro di lei. Le mani di Henry iniziarono a muoversi lungo la schiena di Nimue, percorrendone le curve fisiologiche a palmo aperto, mentre l'altra andava ad accarezzare la parte più laterale. Si sentiva in pieno controllo ma anche succube di lei, quelle mani così grandi in grado di distruggerla ma nate per donargli piacere. Era uno stimolo vederle così grandi e potenti percorrere una vita tanto sottile. La mano che solcava i fianchi si fermò poi sul seno, pieno, sodo massaggiandolo e giocando col capezzolo stringendolo tra pollice e indice. Mentre la mano centrale indugiò per qualche momento sul collo sottile di Nimue, tenendolo con decisione senza impedirgli di respirare ma usando la stretta per spingerla a impalarsi alla sua mazza.
    Nimue.... Io non... Io non ce la faccio più!...
    Sentiva la passione crescere sempre più in lui, e le spinte si facevano sempre più decise e forti. Nimue poteva sentire tutta la sua mascolinità, e godere del fatto che lei ne fosse la causa, mancava davvero poco e l'orgasmo di Henry era ormai imminente.
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    Io concordo con mrs. Dovete parlarne, più che altro prova ad esternare il tuo disagio. Cerca di fargli capire che non puoi rinnagare tua madre e che comunque Non deve mica vivere con lei, in modo da trovare un compromesso. Insomma anche a me non va a genio la madre della mia compagna ma per il quieto vivere quelle due volte al mese che la vedo cerco di comportarmi in maniera civile per non farla soffrire. Questo è quello che devi far capire alla tua ragazza, perché non ha senso mettere in crisi un rapporto per la madre di uno dei due. (Io sto dando per scontato che non vivete assieme alla madre, in tal caso le cose cambiano)
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    Ancora una volta non servirono parole, bastarono le reazioni dei loro corpi per capire che era tutto perfetto. Henry ormai era inibito e si comportava con estrema naturalezza anche in una situazione depravata come quella, una di quelle cose in grado di creare un grosso scandalo. Un plauso doveroso però a Nimue che era in grado di mettere il professore a proprio agio, senza giudicarlo, anzi assecondandolo e spingendo per far risaltare il suo vero essere. In questo Henry aveva trovato una partner eccezionale, e tutto questo non faceva altro che aumentare la propria eccitazione. Così nel sentirla gemere a quel modo, e nell'esser vittima di quella foga con la quale strusciava le natiche sul viso, cresceva la voglia di penetrarla per sfogare l'esuberanza sempre più crescente all'interno del suo sesso. Nel provare quel calore su tutto il viso, nel sentire la lingua stretta nelle contrazioni della corolla di carne e nell'avvertire tutti quei fluidi anch'essi bollenti colare dal bacio delle loro pelli. Henry avvertì quasi una sensazione di gelo sulla sua mazza, come se provasse un incondizionata sete di calore umano, quel tipo di calore vivo e pulsante. Più il suo viso scavava tra le natiche e più la punta della sua mazza si faceva gelida, e pulsava, gemeva e sussultava sempre più impaziente. Ancora una volta intervenne Nimue a placare quella sensazione. In un primissimo istante Henry venne colto di sorpresa perchè non poteva aspettarsi un lavoretto di bocca da parte di Nimue. Troppo innaturale e faticosa sarebbe stata la sua posizione, poi tutto si fece più chiaro grazie alla levitazione della strega.
    Nimue
    Colto di sorpresa provò a nominarla con fare interrogativo, ma premuto tra le sue natiche e con la lingua ancora dentro di lei uscì una sorta di mugugno, che fece capire quanto apprezzasse ciò che stava facendo. Sentiva la sua mazza esplodere letteralmente nella gola di Nimue, temendo che questa fosse troppa per lei e che potesse causargli un senso di soffocamento fin troppo oltre i limiti. Invece nel sentire quei mugugni soffocati capì che la cosa la eccitava e di contro non fece altro che alimentare la foga del suo sesso che iniziò a pulsare sempre più forte e regolare. Sentiva la saliva di Nimue colare sui suoi testicoli mentre le mani li massaggiavano sapientemente, Henry era colpito da così tanti input sensoriali da non capire più cosa lo stesse facendo eccitare così tanto. Non capiva nulla ma continuava a toccarla forse in un modo ancora migliore del precedente, avrebbe continuato fino a riempirla col suo caldo seme. Ma tutto svanì improvvisamente.
    No!
    Sembrò un bambino al quale avessero tolto il giocattolo al quale teneva di più, in realtà Nimue stava per regalargli un gioco ancora migliore. Il professore sussultò nel vedere le natiche aprirsi come la corolla di un fiore, seguite dal movimento del suo buchino più invitante che mai. Lo fissò rapito da tanta bellezza e depravazione, vedeva la sua saliva filamentosa staccarsi durante la separazione delle carni. Spostò lo sguardo su quello di Nimue completamente rapito dalla lussuria ed esplose alle parole dell'amante. Non usò ne freni ne mezzi termini, tolta la domanda iniziale il resto sembrò quasi un imperativo, non nascondendo il suo desiderio ma esaltandolo e nominandolo col termine meno scientifico possibile. Sottolineando quanto quello fosse un desiderio puramente carnale e perverso. Henry non perse un attimo, sollevandosi all'altezza delle sue natiche. Afferrandole con forza e con la sapienza di un panettiere preso a lavorare la pasta con le proprie forti mani. Il membro seguì la linea delle natiche puntando la piccola corolla di carne completamente dilatata. Henry avvertì un bollore provenire dalla carne di Nimue, un calore irresistibile che lo portò a penetrarla con la giusta veemenza dato che grazie alla masturbazione i suoi muscoli si erano rilassati a dovere. Henry non si perse un attimo, osservando la cappella stringersi per entrare in un anfratto tanto stretto, vedendo poi il resto della sua asta finire ingoiato da quelle carni fameliche. Entrando in lei si lasciò andare ad un gemito appagato, non riuscendo a controllare la stretta delle mani che via via si faceva più salda, causando forse anche del dolore una volta terminata la spinta. Questo non per un sadico piacere del professore ma come conseguenza di una sensazione avvolgente che lo investì come un treno. Difatti subito dopo iniziò a muoversi dapprima lentamente per far abituare l'intestino alla sua presenza, andando via via sempre più veloce mano a mano che sentiva le carni di Nimue rilassarsi.
    Sei fantastica! La cosa migliore che mi sia mai accaduta!
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    CITAZIONE (Penthotal Fiabeschi @ 10/10/2017, 20:41) 
    Concordo con Dark.
    Tutto sta nella volontà di controllo. Lo affermano anche i protagonisti del libro 1984.
    La sessualità libera e priva di complessi è qualcosa di destabilizzate ed appunto liberatoria. Società politicamente irregimentate o le religioni, che hanno come scopo il controllo totalitario dei comportamenti umani non possono non voler controllare il desiderio sessuale e la sua soddisfazione. Perciò viene inventato il peccato e la vergogna data dal peccato.

    Concordo con entrambi, anch'io sono dell'idea che tutto ciò sia legato al controllo delle masse, impedire il sesso e la masturbazione è un metodo molto castrante che può portare appunto un soggetto all'inibizione. Alla fine la "castrazione" intesa come privazione e non solo nel senso letterario del termine è stata usata per sedare un individuo, così come la castrazione di un toro lo rende più mansueto perchè non subisce più l'effetto ormonale, anche l'uomo deprivato è più facile da controllare. In più vorrei aggiungere un secondo punto, cioè un punto di vista legato a salute e malattie: se facciamo caso alla religione mussulmana, questa evita di mangiare carne di maiale e se approfondiamo il discorso possiamo notare che la carne suina è altamente inquinata da parassiti. Così come per la circoncisione che viene usata sia da ebrei che mussulmani ma anche da alcune popolazioni africane, insomma tutte popolazioni che vivono in zone dove l'acqua è difficile da reperire e tramite questa manovra si riesce a tenere più pulita la propria parte intima. Quindi seguendo questo ragionamento, evitare pratiche sessuali equivarrebbe ad evitare un cntagiarsi di malattie veneree.
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    L'intuizione di Fred fu giusta, una volta in volo l'avversario non aveva grandi possibilità di fuga. Certo, forse un buon pugno sulle palle avrebbe fatto un effetto diverso soprattutto a livello morale. Ma l'ultimo dei tre non aveva nemmeno così tanta agilità da riuscire a muovere la gamba per evitare la presa del ostro eroe. Quindi la mossa di Fred fu fin troppo semplice. E siccome i calcoli di Fred furono esatti non servì nemmeno tutta quella forza per sbatterlo con forza sul terreno e renderlo inerme. Caduto a terra il tonfo fece bagnare nelle mutande il pelatone che non si trattenne e fece un salto in aria stile ragazza pon pon.
    Grande! grande!!!! SEI IL NUMERO UNO!!!
    Queste le sue parole proprio nel momento in cui il martello andò a colpire la testa dell'ultimo fratello che perse i sensi. Insomma Fred aveva sconfitto tutti gli avversari lasciandoli a terra doloranti, non li aveva uccisi ma si era assicurato che nessuno potesse più far del male all'uomo baffuto.
    GRAZIE MILLE! MI HAI SALVATO LA VITA!
    Tempo zero a l'uomo si trovò abbracciato al panda, stringendolo con tutte le sue forze (troppo poche per un uomo della sua stazza). La serie di comportamenti ambigui continuò con una serie di appiccicosi baci sul collo e strusciamenti vari.
    VOLEVANO RUBARE TUTTI I MIEI GIOIELLI E TU MI HAI SALVATO! APPARTENEVANO ALLA MIA FAMIGLIA DA GENERAZIONI, HANNO UN VALORE INESTIMABILE!
    Liberò la presa completamente arrossato, togliendosi una collana in oro con un crocifisso grande quanto una padella per cuocere le uova e la porse a Faust.
    TIENI! QUESTA E' PER RINGRAZIARTI DEL TUO AIUTO. E' LA COSA PIU' CARA CHE HO! ADDIO MIO SALVATORE SOLITARIO!
    Nessuno aveva detto che Faust fosse solitario, ma questa era un idea che si era fatto il pelatone, che, detto questo scappo con fare molto effeminato fino a dileguarsi. Mah, vai a capire certa gente, così il nostro eroe si sarebbe trovato con una collana d'oro che avrebbe scoperto successivamente non valere niente, in quanto opera di bigiotteria

    Beh tutto sommato è andata bene, rileggi magari i piccoli errori fatti, se posso darti un consiglio è quello di leggere bene la situazione e pensare meglio a come far comportare il tuo Pg,
    cerca d'immaginarti proprio la situazione e miraccomando, spiega bene le azioni che fa, ora fai un post di chiusura


    CITAZIONE
    MISSIONE COMPLETATA
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    Ho trovato un PC d'emergenza, almeno oggi potrò rispondere alle role, poi boh D:
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    Erano partiti come completi sconosciuti ed ogni volta che facevano l'amore approfondivano il loro rapporto di anni. Difficile vedere due persone che così poco tempo già si erano spinti a gesti meno convenzionali del solito sesso. Più che altro perchè non ne avevano mai avuto modo di parlare, e conoscendo la facciata aristocratica di Henry è ormai chiaro quanto sia difficile che un tipo come lui potesse lasciarsi andare a simili depravazioni. Certo anche lui, in quanto ad essere umano era attratto dai piaceri della carne in modi non convenzionali. Ma in pochi avrebbero potuto scommettere ad un azzardo simile, legato ad una masturbazione perversa del secondo anfratto di Nimue. Proprio questi tipi di ragionamenti stavano alla base dell'estrema eccitazione di Henry, il fatto di fare qualcosa fuori dal sesso ordinario. Il fatto di andare a toccare un simile punto di Nimue col proprio muscolo senza prima chiedere altro se non la scommessa nascosta da fiducia di regalarle un esperienza unica. Avrebbe potuto reagire in ogni modo, dandogli dello schifoso, allontanandolo, credendolo uno di quegli aristocratici pervertiti che pagano per fottere ragazzini lontano da occhi indiscreti. Tutto poteva essere ma lui non era questo, e Nimue aveva colto al volo la differenza tra lui e quegli individui tanto sudici. Henry in primo luogo puntava a coccolarla, provando piacere nel darlo ed ora quella lingua che scivolava nella sua corolla di carne non faceva altro che donarle un piacere nuovo. Il culmine fu quando afferrò la testa dell'uomo premendola tra i suoi glutei, a Henry mancò quasi il respiro tanto il contatto con la sua carne era profondo. I glutei avvolgevano le guance dell'uomo che si trovò con la bocca a stretto contatto dal suo ano. La sua mazza ebbe un sussulto, provando un immenso calore, come a voler richiamare quello che si prova una volta dentro ad un corpo. Henry a quel punto afferrò con veemenza le cosce di Nimue, circondandole quasi per intero con le propri dita tanto erano grandi e la spinse ancora di più contro di se. Creando una sorta di figura retorica, quella di un uomo al completo servizio di una donna, ma che allo stesso tempo teneva il comando dei giochi con la propria possanza. Un nuovo respiro ansante, l'ennesimo sussulto del suo sesso completamente lucido e colante, circondato da un reticolato di vene gonfie e pulsanti. Sentì chiaramente la corolla di carne rilassarsi mentre fiotti di saliva che ormai faticava a tenere in bocca iniziavano a colare tra le sue natiche e bagnandola oscenamente. Mentre la punta della lingua s'appoggiava all'ano e contorcendosi piano piano e con la giusta forza iniziava ad esplorarla dall'interno, dando quel di più che Nimue andava cercando, preparandola a qualcosa di ben più gustoso che ora pulsava tra i pantaloni di Henry. Ma questo sarebbe arrivato solo dopo il suo orgasmo, perchè tutto ciò che stava facendo ruotava sempre e solo attorno a lei, a Nimue. Questo non vuol dire però che Henry non ne traeva eccitamento, anzi, tutto ciò si ripercuoteva sulle sue azioni sempre più convulse e sentite. Ne voleva, ne voleva sempre di più e così non gli bastava più masturbare con la sua lingua l'ano della ragazza, no, doveva riempire ogni anfratto perchè la sola barba non poteva stimolare la sua intimità quanto le sue esperte mani. Nonostante la fame la mano non andò diretta al suo fiore, si godette tutto il viaggio, salendo lungo la coscia di Nimue roteando verso l'esterno. Accarezzando quella pelle setosa dolcemente femminile, salendo con quella presa salda che solo un uomo della sua stazza poteva donare, solcando la natica sinistra col pollice per massaggiarla. Troppo invitante per non potersi godere il gusto sensoriale di tale parte del corpo così soffice e perfetta. Solo allora si sarebbe tuffato nella sua intimità riempiendola con indice e medio, saziandola come avrebbe fatto il suo membro. Massaggiandola dall'interno e producendo quei suoni osceni che legati al respiro affannoso di Henry e al rumore della sua saliva che veniva mossa dalla lingua tra le sue natiche. Oramai i movimenti erano tutti legati dall'istinto di un uomo che sapeva come toccare una donna. E quella doppia masturbazione da parte di Henry doveva essere un atto di forza sensoriale per Nimue, un atto pronto a sancire il loro definitivo legame che sarebbe finito solo con un orgasmo.
7425 replies since 26/3/2011
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