Posts written by Yhei

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    CITAZIONE (Mia ~ @ 1/8/2017, 13:43) 
    Che non ho ricevuto ancora il mio massaggio. :titto:

    scusa stavo sbavando
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    Henry sedeva al pianoforte come soleva fare nei momenti emotivamente più intensi, la melodia impregnava l'atmosfera di una dolce solitudine che accompagnata alla massa dell'uomo assumeva toni ancora più surreali. Henry era seduto al centro della sala, dal grosso portone a due ante la sua figura di ergeva a coprire quasi la totalità dello strumento. Il busto tutto rimaneva pietrificato, mentre la mani danzavano sulla tastiera ad un tempo lento, le maniche della camicia in lino rammendate sugli avambracci alla bene e meglio. Sottili come spaghetti i capelli cadevano in una coda di cavallo serrata da un fiocco di seta nero come quelli che portavano i nobili anni or sono, alcune ciocche evitavano il contatto col viso perchè trattenute dalle orecchie e gli occhiali sempre posizionati sul suo grosso naso. Sentiva la mancanza di qualcuno vicino a se ora che ne aveva nuovamente provato l'ebbrezza. Da quell'ultimo giorno erano passate ormai settimane e di Nimue nessuna notizia, solo un penoso ricordo di lui troppo codardo per definire la loro relazione. Per questo non ebbe il coraggio di chiamarla, aspettando che fosse lei a farsi avanti, dopotutto ne aveva le giuste motivazioni per farlo con la scusa di aiutarlo nei suoi studi pensò. Per questo ora si trovava al pianoforte suonando "Moonlight sonata", perchè le noti grevi di quella musica erano l'unico modo di sfogare le sue ansie e placare i pensieri disturbanti che avevano già fatto apparire Hyde troppe volte in quei giorni. Terminato il brano si sarebbe finalmente accorto di un messaggio sul suo telefono:
    Meno male...
    Un sorriso tagliò la tristezza nel sapere che Nimue l'aveva pensato e lo voleva rivedere. Poco importava se fosse solo per una lezione, l'importante era il non restare soli e la cosa lo riempì di gioia! Ah vigliacca solitudine, sarai una compagna che non mancherai a Henry. L'indomani il dottore si presentò in perfetto orario alla Oxford, così gli era stato insegnato: che il ritardo era la più bassa forma di interesse e rispetto, ma anche nell'anticipo vi era un grosso peccato, perchè avrebbe colto impreparato colui che vi aveva dato appuntamento. Henry vestiva di un abito all'inglese, con dei pantaloni scuri a scacchi in tessuto molto pregiato sorretti da delle bretelle appoggiate su una camicia bianca. Il collo era stretto da una cravatta anch'essa a scacchi con nodo Windsor, l'abito era completato da una giacca molto elegante della stessa finitura dei pantaloni, a ripararlo dal freddo londinese un pesante cappotto in camoscio chiuso dalla sua cintura e un cappello in pelle marrone scuro. Arrivato alla scuola Henry si perse nell'apprezzare le forme gotiche che da sempre l'affascinavano, sebbene quella non fosse stata la sua prima volta in quell'edificio provò una meravigliosa sensazione nel contemplare quelle architetture. Arrivato alla segreteria appoggiò la ventiquattrore piena di fogli e con qualche testo riguardante l'alchimia per chiedere di Nimue, una volta ricevute le giuste informazioni si diresse verso la sua aula. Man mano che si avvicinava sentiva il cuore battere sempre più forte dall'emozione, pensando a quanto stava bene con lei non si era affatto preparato all'eventualità di incontrarla di nuovo, si sentiva come un bambino felice e non vedeva l'ora di riabbracciarla. Forse tutto questo però era sbagliato, forse non doveva avere un atteggiamento amichevole con lei, dopotutto aveva parlato di aiutarlo negli studi, mica di una visita di cortesia. La sua educazione tornò a tormentarlo, e vista la poca esperienza a causa della sua reclusione Henry non sapeva come approcciare con Nimue visto che quello era solo il loro terzo incontro: La domanda sorge spontanea: "come ci si comporta in questi casi con una persona che si conosce a malapena ma con la quale si ha già condiviso buona parte del proprio mondo?". Più impacciato che mai avrebbe bussato alla porta dell'aula aspettando risposta dall'altra parte.
    E' Permesso?
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    OOOOOOHHHH YEEESSSSS!!!!!!!!!!!!
    Urlò quello che ormai sembrava essere una sua Groupy, cosa alquanto avvilente visto che si trattava di un bruttissimo ammasso di muscoli ipertrofici, addobbato con dei gioielli di pessimo gusto come un albero di natale preparato da un bimbo daltonico. Tuttavia per il nostro eroe poteva solo far del bene del buon incitamento, dopotutto bastava solo immaginarlo con fattezze femminili, visto che la maggior parte dei suoi urletti erano ben lontani dall'essere virili. Tornando al combattimento La nostra scimmietta avrebbe notato che nel menare il pugno, il gemello armato era molto più veloce di lui e visto che si trovava in pieno scatto avrebbe potuto far poco per evitare un simile colpo. Fu fortunato a non rimanere accecato da quelle scintille che mai l'avrebbero potuto impensierire ma la mossa da genio fu quella di cambiare aspetto evocando la sua controparte bianca a pois neri (si possono definire pois le macchie di un panda?) Confuso da quella luce e dal fatto di trovarsi una creatura ben più diversa rispetto ad una scimmia l'uomo si sarebbe fermato su due piedi, fissandolo con gli occhi completamente sgranati.
    Che-che-che cosa sei?
    Non abituato a fatti del genere l'uomo diventò la pallina da baseball perfetta, quando venne colpito si accartocciò su se stesso, il colpo gli spezzò letteralmente il fiato, da li passò il fatto che non potrà neanche urlare di dolore, il suo fu più un soffio sofferente. Vista la sua massa e la forza del panda l'uomo cadde a pochi centimetri di distanza oramai fuori uso. Bene ne mancava uno.
    Pezzo di merda!!!!
    L'ultimo fratello saltò in aria per evitare il corpo del fratello, sarebbe stato un affronto troppo grande per un uomo col quale condivideva lo stesso sangue. Il suo pugno s'illuminò di energia rossastra e proprio mentre si trovava nel punto più alto del salto, (per intenderci: il "pacco" dell'uomo si trovava più o meno a 60 cm dal muso di Fred) comparve la sua mano e si preparò a menare un fendente dall'alto verso il basso, perfetto per tagliarlo in due.

    Bene, buona mossa e scelta dell'avversario, però hai completamente dimenticato le scintille, ti è andata bene che scrivendo avevo suggerito che non avrebbero fatto nulla ma sarebbe stato carino fare un accenno a loro perchè in una missione più alta questa dimenticanza avrebbe fatto la differenza. (sto facendo post abbastanza brevi in modo da darti pochi elementi sui quali riflettere). Buono che nella parte finale hai scritto che Fred sarebbe stato pronto a schivare o evitare un pugno, ma limitati a finire la tua azione, hai colpito e adesso attendi il secondo guerriero o lo attacchi. Piuttosto finisci la frase dicendo che una volta colpito l'avversario saresti stato pronto a schivare o parare un eventuale mossa dell'avversario, ma non dire che mossa perchè se avessi voluto fare la merda avrei potuto scrivere che ti avrebbe tirato un calcio e tu hai menzionato il pugno XD. Avrei usato la scusa che i suoi occhi erano rivolti solo al pugno e che quindi non avresti visto partire il calcio, occhio a queste cose
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    Edward iniziava a non capire se Wesker fosse amichevole o meno. Sembrava volerlo ascoltare ma tenendo un comportamento di chiusura, poi ancora apriva a delle possibilità o almeno così pensava. Così non sapeva se restare disteso oppure sull'attenti e siccome bisognava aspettare l'evolversi delle sue discussioni per capirne a pieno il contenuto, Edward cercava di rimanere concentrato per aspettarsi qualunque cosa, in modo da evitare comportamenti troppo istintivi. Questo succedeva perchè il ragazzo non era allenato a certe discussioni dove ogni singola parola aveva un peso specifico troppo alto. Cercando di analizzare le sue parole capì che anche certi movimenti troppo sentiti andavano soppressi, così iniziò ad osservare meglio le sue movenze, come un cobra attratto dal movimento del flauto del domatore di serpenti. Osservava come Wesker domava le proprie emozioni con movenze differenti, più professionali, come il precedente battere delle dita a scandire le parole, l'avvicinamento e il camminare orbitando attorno al proprio interlocutore. Tornando invece a ciò che Wesker gli disse lo turbò parecchio, Perchè mai Wesker parlava di instabilità, lui sapeva esattamente quello che voleva, era lui a non capire il motivo dei suoi comportamenti, perchè nessuno riusciva a vedere quanto fosse sicuro di se? Poi cosa significava quella cosa?
    Basterà la mia forza per occuparmi di Tex...
    Sembrò assente nel dirlo perchè Edward era ancora immerso nei suoi pensieri, non potevano portargliela via, aveva il diritto di occuparsi di Tex, perchè volevano negarglielo? Lei stessa gli aveva insegnato che con la forza si poteva ottenere di tutto e lui voleva proteggerla! Soprattutto in un momento storico come questo dove non si sentiva secondo a nessuno. Ancora una volta l'istinto aveva parlato e doveva rimediare. Si guardò nervosamente attorno dando l'impressione di voler usare lo sguardo come legaccio per unire le parole che servivano a comporre una frase.
    Wesker, io non ho mai tradito nessuno, non me ne sono andato per unirmi ad altri, l'ho fatto solo perchè erano mutate le condizioni tra me e Tex, non potevo più amarla dopo quello che mi aveva fatto. Ora basta quello che c'è tra noi per farmi restare, finalmente sono felice con lei. Per questo sono tornato, per stargli accanto! Lei ha bisogno di me tanto quanto io di lei! Non sono un traditore! Come potevo restargli accanto dopo quel tradimento e la sua completa chiusura verso di me? Non aveva senso!
    Voleva allungare le mani ma avrebbe compiuto l'ennesimo gesto teatrale, per cui picchiettò nervosamente le dita sul tavolo, doveva essere convincente e fargli capire che ora anche Tex lo amava e voleva una storia con lui. Con queste parole sentiva di scavarsi la fossa da solo, non voleva le parole, probabilmente non avrebbe mai capito il suo discorso, anzi gli sembrò di vivere un deja-vù, ma non trovava altri modi, cosa poteva dirgli o fare per convincerlo? Forse diventare un loro soldato? Balle, stando a fianco di Tex lo sarebbe stato automaticamente, il tempo scorreva e lui continuava a guardarsi attorno sempre più agitato. Tex era in pericolo, perchè? cosa gli era successo? Cosa doveva fare? Cosa, cosa cosa? Cos'aveva convinto Tex a tal punto da distoglierla dal combattimento?
    Aspetta! Posso darti informazioni, davvero non ne vuoi sapere niente? Come può non impensierirti affatto che i ricordi di Tex erano stati manipolati? E se qualcuno stesse remando contro i vostri interessi?
    Edward purtroppo non aveva in mano molte cose e temeva che il discorso fatto prima sull'amore non fosse un ottima merce di scambio, però forse parlando dell'Unica Mente avrebbe attirato l'attenzione di Wesker. La stessa moneta aveva portato la mente di Tex al collasso, tanto valeva provare un tentativo. Sempre che Wesker non fosse dalla parte sbagliata...
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    CITAZIONE (Palk @ 1/8/2017, 00:02) 
    Ci sono due quesiti che mi bombardano:
    1-la tecnica finale, quella che richiede l'anima fiera da 2000 soul point + quest rango z (se non ricordo male), ha un costo energetico, eventualmente stabilito con il master (pure che sia tutta l'energia rimanente) o non richiede costo?
    2-Ha senso sfruttare la tecnica finale come tecnica offensiva? È una tecnica che solitamente ho visto usare al fine di avere, per il resto del combattimento, un lancio di tecniche senza limiti e costi. Se però si possiede già una tecnica come la n°30 dell'Antlomanzia e come elemento proprio l'acqua, non si rischia di avere due tecniche che fanno la stessa cosa? Al massimo la finale consente di lanciare anche tecniche dell'arte occulta secondaria senza limiti, però a parte quello temo ci sia il rischio di avere un "prendi uno paghi due".
    E qui il dubbio se possa aver senso usarla come una tecnica ultra-assoluta invece del clsssico "non spendi per lanciare le prossime tecniche", oppure se quell'uso si mantenga preferibile e se sì perché.

    Non ho capito cosa intendi con la prima domanda, vuoi per caso dire se quella tecnica ha un costo energetico? Certo che si.
    Per quanto riguarda la seconda domanda: la tecnica finale la decidi te, non è che se solitamente la usano per lanciare tecniche gratis tu debba fare lo stesso, quello lo scegli in base al potere che hai, e in alcuni poteri può essere inutile. (Vedi l'esempio della tecniche 30 della antlomanzia) Guarda solo le tecniche finali delle arti quanto cambiano. può essere anche un colpo assoluto, basta che la tecnica sia bilanciata.
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    Hai ragione!
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    CITAZIONE (Mia ~ @ 31/7/2017, 23:39) 
    Voglio un letto ed un massaggio shatsu. :titto:

    Arrivo :cvc:
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    Come se non bastasse lo sforzo sovrumano di Edward nel mantenere la calma e a non cedere alla sua parte più istintiva, ci si metteva Wesker con quel suo fare immobile. Apparendo agli occhi di Edward come una persona che si atteggiasse a un Dio, come se le cose terrene, e quindi le parole di Edward non lo riguardassero a meno che non volesse guardare sotto i suoi piedi ed ascoltare i comuni mortali per puro divertimento o peggio ancora, per un mero capriccio. Facendo provare a Edward un senso di inquietudine molto fastidioso prima di poter sentire una sua risposta, come un prurito interno al quale era impossibile dar sfogo se non con l'arrivo delle arringhe di Wesker. Se la prima frase che disse non fosse stata percepita troppo strana come risposta sicuramente l'avrebbe vissuta come l'ennesimo guanto schiaffeggiato in faccia. Eppure quelle parole lo lasciarono interdetto, come se Edward si fosse completamente dimenticato della polizia e quindi della legge terrena. Talmente concentrato su se stesso e a combattere mostri; no, non solo, anche stando a stretto contatto con personaggi come Tex, L'unica Mente, Thresh, Alexander e lo stesso Raphael che aveva come Edward un proprio concetto di giustizia. Si era dimenticato delle leggi dell'uomo, quelle che avevano costruito la sua moralità, per lui combattere mostri ed essere umani era diventata la stessa cosa. Perchè Edward aveva anticipato coi propri pensieri le parole di Wesker, perchè si preparò a gonfiare il petto, pensando che dei miseri poliziotti non avrebbero mai avuto la meglio su di lui. Disturbato da questo pensiero soffocò quel gesto dopo appena un piccolo cenno. Guardò dentro se stesso capendo che comunque non gli avrebbe mai uccisi veramente e che questo sarebbe rimasto solo un pensiero ma la cosa lo spaventò lo stesso proprio perchè arrivò a pensare di uccidere i poliziotti che Wesker avrebbe chiamato. Edward fissava sempre Wesker ma questa volta il suo sguardo era vuoto, come se stesse guardando dentro di se. Percependo chiaramente che non era cambiata profondamente solo Tex, Edward semplicemente non se ne accorse da solo perchè il suo cambiamento fu più graduale, ed ora che Tex lo amava senza remore c'era il rischio di livellarsi ai loro pensieri senza che se ne accorgesse, perchè senza litigi non ci sarebbero stati attriti. A salvarlo da questo miasma mentale ci pensò la parte finale dell'arringa, che fece capire a Edward quanto Wesker non avesse idea della situazione tra Edward, Thresh e Tex. Senza capirlo entrambi cercavano di proteggere Tex ma nessuno dei due riusciva a leggere le impressioni dell'altro:
    Lasciami spiegare, parli così perchè non hai il quadro completo e le due domande sono strettamente collegate l'una all'altra. Prima di tutto parti da un concetto sbagliato, quando mi affidai a questo alleato non credevo d'amare più Tex, volevo solo fermarla perchè dopo la storia della sua "morte" aveva perso il controllo, poi il fatto del tradimento con Raphael, la storia di Maxine, insomma... Era diventato troppo per me ed è stato in quel momento che ho deciso di andarmene. Non so se puoi capire ma questi fatti mi hanno portato a provare un odio immenso per lei ed è per quello avevo cercato degli alleati, ed è stato proprio per quell'odio che avevo cercato un modo per indicare al mondo come fargli male.
    Edward ne parlava come se ancora gli facesse male rievocare certi ricordi... Nel raccontare continuava a tenere uno sguardo vacuo.
    Sono scampato una prima volta ad un suo attacco e li mi ero messo l'anima in pace, da come parlava, dal modo in cui desiderava la mia morte avevo capito che neanche lei provava un briciolo di sentimento per me, li si spezzò tutto, così mi preparai per affrontarla fino ad arrivare ad oggi, quando abbiamo combattuto.
    Alzò finalmente lo sguardo arrivando rasente alla scrivania per avvicinarsi il più possibile a Wesker.
    Non voglio arrivare al punto di prima, per cui cerca di capire che fino a poche ore fa io sentivo ed ero convinto di provare odio verso Tex: Per questo mi sono fatto trovare, per questo abbiamo combattuto e ti giuro...
    Prese fiato a denti stretti, alzando il braccio sinistro stretto in un pugno, arrivando all'altezza del cuore di Wesker come fece con Tex prima di attivare la Revolution, stava rivivendo quel momento nello spiegarlo e Wesker avrebbe notato dai suoi occhi quanto fosse genuino quell'odio che provava.
    ...Stavo per compiere l'errore più grande della mia vita. Tu ti preoccupi del mio alleato, in realtà lui è stato il nostro più grande aiuto: il suo potere ha a che fare con il dolore e quindi è anche un estremo conoscitore di tutti i sentimenti, fu il primo a capire e a farmi capire che ancora l'amavo, proprio nel momento in cui LUI fermò la mia lama mi fece capire che l'amore è il sentimento più forte e distruttivo di tutti, difatti lo stesso odio che nutrivo nasceva dalla delusione di quel grande amore. Mi fece capire che la mia era solo rabbia, che dovevo concedermi a lei per quello che provavo veramente, per questo adesso è come se stessi parlando ad un nuovo Edward e non a quello che aveva indicato al mondo come farle del male, per questo devi aiutarmi, lo dobbiamo fare per aiutare Tex, sta succedendo qualcosa....
    A questo punto Edward temeva che Wesker non potesse capire ciò di cui stava parlando, ma doveva rispondere a tutte le domande
    Come ti ho detto il potere del mio alleato agisce sul dolore, e con quello va a toccare la mente di una persona, ma non arriva ad averne il controllo, Il dolore è stato il mezzo per liberare le emozioni di Tex, le mie parole ciò che fecero scattare il meccanismo. Per questo posso confermarti che non ha agito su di me, io sono stato vittima in passato del suo potere e so a cosa porta e non è di certo l'inganno, ciò che si sente è la pura verità. Piuttosto qui qualcuno sta ingannando Tex, perchè non si ricordava del nostro primo incontro, non si ricordava di Maxine, quando gli dissi del bambino si comportò come se l'avesse scoperto sul momento, insomma Tex aveva dei ricordi frammentati... Poi l'unica mente, la sua morte, il progetto Maxine... io... Devo scoprire cosa le sia successo...
    Finì col divagare cercando di mettere assieme i pezzi del puzzle, cercando di incastrare anche Wesker.
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    Parlare a qualcuno della relazione con Tex fu per Edward come se avesse reso ufficiale l'accaduto. Poter parlarne fu come l'aver messo una firma su un contratto, come a voler dire "è successo davvero" e poter toccare nuovamente con mano quell'euforia, sentendo nuovamente di toccare il cielo con un dito. D'altronde Tex faceva uno strano effetto a molti uomini, sarà a causa della sua forte personalità o per via di un ermeticità tale da rendere possessivi. Edward voleva urlare al mondo la sua felicità, voleva urlare d'esser riuscito a penetrare quel cuore di ghiaccio, accogliendolo, e scaldarsi col suo torpore. Probabilmente tutto questo trasparì nelle sue parole o se non altro da quel sorriso che ancora gli solcava il viso. Pensando a che parole usare ma ignorando totalmente la gelosia che Wesker provò in quei momenti. Per un primo momento Edward non capì il comportamento di Wesker, iniziò ad intuire qualcosa quando quel silenzio iniziò a farsi troppo opprimente. Rapidamente cercò di far mente locale su cos'avesse fatto questa volta visto che aveva mantenuto la calma, così rimase fermo ad aspettare delle parole o un gesto da parte di Wesker. Gli occhi che lo fissarono attraverso la vetrata sembrarono più dei dispositivi ottici di un robot senz'anima, che nonostante l'inespressività riusciva a guardarti e giudicarti come se fosse vivo, come se fosse la tua mente ad appiccicargli un emozione sul viso. Quando Wesker si decise a parlare tutto divenne più chiaro. Anche ciò che quelle parole causarono dentro Edward, un vortice oscuro di rabbia, verso un uomo che appariva tracotante e irrispettoso. Cosa voleva? Era tornato scusandosi per avergli mancato di rispetto, gli aveva posto la stessa domanda per ben DUE volte senza risposta, mentre lui aveva risposto ai suoi quesiti scavalcando le sue priorità solo per mantenere il giusto distacco verso il suo ruolo, Strinse il pugno libero dal bicchiere. Pensò a quanto avrebbe dovuto ficcargli le sue lame in gola fin dal primo istante in cui provò ad alzare la voce, le pupille si dilatarono. Poteva ancora ucciderlo, anzi no, ridurlo in fin di vita così da dargli una lezione esemplare, facendogli capire che nessuno doveva più mancargli di rispetto, Digrignò i denti. Il mondo iniziò a girare nuovamente veloce e rumoroso, poco tempo di manovra, ancora meno tempo per decidere,respirava normalmente, ma dentro di se sembrava un affanno... Aspetta un momento! Stava per succedere nuovamente, nuovamente il suo istinto stava scavando per uscire dal proprio torpore, aiutandosi nella scalata grazie ai comportamenti e alla frase di Wesker che sembrò quasi una sfida alle orecchie di Edward. Lui non voleva buttare via tutto, doveva mettere la sicurezza di Tex davanti al proprio orgoglio di guerriero. Espirò profondamente avvicinandosi al tavolo per appoggiare a sua volta il bicchiere, era buona educazione, l'ennesimo segno di rispetto, non avrebbe mai bevuto qualcosa di gentilmente offerto da chi ora si stava mangiando il fegato.
    Albert... Qui nessuno ha stuprato Tex, e nessun'altro al di fuori di me l'ha toccata, non l'avrei mai permesso.
    Innanzitutto cercò di rincuorarlo.
    Però durante il combattimento l'ho sottomessa, non lo nego e mi sorprende la tua reazione... Questo era il mio compito, questo è ciò che Tex si aspettava da me e che mi aveva insegnato. Il mio nuovo potere, le missioni assegnatemi, il viaggio a Roma, tutto questo... Era stato deciso e voluto da Tex. L'unica cosa che non aveva previsto era stata la mia fuga, ma anche questa mi ha portato ad avvicinarmi ancora di più a ciò che voleva... Lei avrebbe vinto sia uccidendomi che in questo caso, ma nella prima ipotesi la soddisfazione sarebbe stata soffocata dalla delusione d'aver fallito i propri scopi con me, rimanendo infelice
    Edward decise di parlare di se stesso come se fosse un esperimento di Tex e non aveva tutti i torti, il suo discorso era semplice e totalmente veritiero. Il fatto di stuprare ed umiliare chi veniva sconfitto faceva parte della loro legge del più forte, erano stati loro ad insegnarli che solo chi vince può dominare, anche la stessa voglia di uccidere Wesker nel momento che gli aveva mancato di rispetto proveniva da ciò che Tex gli aveva insegnato, ennesima prova che era riuscita ad intaccare anche le reazioni più istintive. Di fronte a queste parole Wesker non avrebbe potuto controbattere perchè questa era la volontà di Tex, e farlo avrebbe significato l'andar contro di lei. Il solo fatto che Wesker non aveva pensato a questa cosa e aveva visto la loro visione del mondo ingiusta nel momento in cui andò a toccare Tex gli fece quantomeno pensare che anche lui provava qualcosa di forte verso di lei. Qualcosa di così forte da fargli vedere distorta la realtà, quindi probabilmente si sbagliò quando attaccandolo gli disse che Tex per lui era una presenza ingombrante, forse poteva davvero aiutarlo.
    Se la conosci sai che ho ragione...
    Osservandolo bene Wesker avrebbe visto l'azzurro dei suoi occhi riflettersi sul vetro per scrutargli le pupille, in questo modo lo costrinse quantomeno a parlare e smettere di dire frasi a metà.
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    L'ufficio di Wesker sembrava più un covo tecnologico, cosa che non sorprese affatto il ragazzo. Conosceva perfettamente l'ossessione di quella corporazione nei minimi dettagli, e siccome non si può controllare perfettamente ciò che è il pensiero e di riflesso le azioni umane c'era bisogno di una potenza analitica in grado di superare ogni immaginazione. Bene, questa era l'Umbrella, bastava solo far scorrere lo sguardo in quella stanza per capire quanto fossero attenti e minuziosi per quanto riguarda il controllo delle cose: Schermi sui quali passavano dati vitali, economici, telegiornali e varie dirette provenienti sia dagli uffici che da altre parti del mondo. Insomma tutto dava a pensare che l'occhio della Umbrella restava perennemente vigile sul pianeta. Una parte di Edward si sentì orgoglioso per ciò che Tex era riuscita a fare assieme a Wesker, mentre dall'altra parte non invidiava certo uno stile di vita del genere. Tutta quell'ossessione e quella frenesia gli fecero affiorare un forte senso d'ansia. Certo era davvero facile intuire il motivo per cui si trovavano in cima alla catena alimentare. In un primo momento Wesker sembrò troppo indaffarato per dargli corda ma le parole che uscirono dalla sua bocca lasciarono adito ad un buon proseguo. Quando Wesker gli chiese da bere Edward lo prese come un invito ad entrare e si mosse verso il centro della stanza, comportandosi come un buon ospite dovrebbe.
    Volentieri
    Edward non era un bevitore accanito, ma aveva capito l'importanza di quel gesto, quel bicchiere rappresentava più un simbolo d'onore tra due uomini alla pari pronti a parlare lasciando indietro le proprie divergenze. Così Edward si portò ad un metro e mezzo circa dalla scrivania, allungando la schiena per arrivare ad afferrare il bicchiere mantenendo il braccio rigido. Il liquido era ancora caldo e il ghiaccio non aveva ancora rilasciato sufficiente freddo da trasmetterlo alla mano del ragazzo. Edward chiuse il braccio sul petto mettendo il bicchiere all'altezza dello sterno, concentrandosi sul liquido ambrato mentre il discorso di Wesker si faceva sempre più interessante. La cosa che lo colpì fu l'acqua sciolta dal ghiaccio che di consistenza differente disegnava delle piccole scie nel liquido ambrato prima di miscelarsi con la bevanda alcolica. Nel farlo iniziò a disperdersi un odore vagamente dolciastro nell'aria circostante, odore che venne incentivato dai piccoli movimenti concentrici che Edward iniziò a compiere col polso. Si sentiva già da quel particolare che quella doveva essere una bevanda molto costosa e particolarmente apprezzabile, sicuramente Edward non aveva mai assaggiato nulla di così pregiato. Arrivati al dunque Edward allungò il bicchiere verso Wesker in un cenno d'intesa.
    In effetti sono cambiati degli equilibri...
    Edward portò il bicchiere alle labbra per bere un sorso rimanendo fisso su Wesker, il liquido si fermò in bocca per qualche secondo, saturandola coi suoi profumi. In un primo momento il palato venne colto da un gusto particolarmente dolce, dai toni simili all'erba appena tagliata o qualcosa di simile, caratteristico fu il passaggio al secco mentre Edward deglutì. Il passaggio fu veramente brusco e Edward corrucciò leggermente i bordi delle labbra, che si distesero immediatamente quando nella bocca esplose il motivo per cui tale bevanda fosse così costosa. Il palato e tutta la gola si riempirono delle note del legno nel quale tale bevanda rimase anni a decantare, un aroma fine ed estremamente piacevole che avrebbe accompagnato le papille gustative per molto tempo prima di richiederne un secondo sorso.
    TI prometto che non ci saranno scenate, mi sono calmato e sarebbe stupido farne. Come già detto in precedenza qualcosa è cambiato tra me e Tex. Dopotutto lei era venuta per ammazzarmi ed eccomi qui, ovviamente il fatto che l'abbia riportata alla Umbrella ancora viva e che sia qui a parlare con te sta a significare che non nutro più odio verso dei lei. In effetti temo di non averne mai provato, mentre è sotto gli occhi di tutti il sentimento che provo per lei.
    Edward si prese una piccola pausa per misurare le prossime parole osservando il bicchiere come per chiedere consiglio.
    Dunque cos'è sucesso? Abbiamo combattuto, non nego d'aver avuto un alleato che tuttavia non è sceso in maniera vera e propria sul terreno di battaglia e il suo aiuto si è rivelato molto prezioso per cambiare le sorti, o meglio, gli equilibri esterni alla battaglia. Sai, Tex si è sempre concentrata sulla forza fisica, tralasciando l'aspetto emozionale, come se questo fosse una complicazione, ma è stato questo il suo errore, ci sono poteri che influenzano la psiche, così grazie a questo mio alleato e alle parole giuste sono riuscito a metterla sotto scacco. A quel punto quella che doveva essere una punizione si trasformò nel momento più bello della mia vita...
    Edward sorrise con fare davvero sereno, con una leggerezza tale negli occhi da far capire quanto fosse stato importante.
    Tex mi concesse il suo cuore... Si aprì a me come mai aveva fatto prima. Qui arriva la risposta alla tua domanda, chi l'ha ridotta in quelle condizioni?... Io... Semplicemente abbiamo fatto l'amore fino allo svenimento. Ma non è questo il punto. Ciò che mi ha dato da pensare e che mi ha spinto ad aggredirti verbalmente, furono le tue parole legate alle reazioni che Tex ebbe alle mie parole, e che trasformarono uno stupro nel sesso più amorevole e sincero della sua vita. Qui c'è la risposta alla tua affermazione riguardo la mia domanda: Devo sapere cosa rappresenta per te per sapere se posso fidarmi o meno...
    Edward si era dimostrato volenteroso di raccontargli ciò che era successo, ma ora aveva bisogno di una prova da parte di Wesker.
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    Sebbene potesse sembrare molto preso dalle sentenze che stava vomitando, Edward era molto attento alle mosse di Wesker. Mentre per lui il mondo sembrava fermo per Edward viaggiava veloce e rumoroso come un treno. Le luci della città si accendevano e spegnevano illuminando sotto il loro podio, tante tonalità di giallo, rosso e bianco che viaggiavano convulse. Le correnti ascensionali che a quell'altezza si spingevano in boati. I passi degli operatori che si allontanavano, il loro sottile bisbigliare, colpi di tosse, battiti di mani, camici che sventolavano secchi. Quella mano: Edward aveva già capito dove voleva arrivare Wesker, eppure non accennò a frenare la sua esuberanza. Questo perchè semplicemente non voleva farlo, motivato dall'amore che Tex provava per lui si sentiva in dovere di proteggerla e sarebbe passato sopra chiunque, proprio come fece con Raphael. Avrebbe affrontato anche satana in persona per salvarla, perchè nessuno doveva abusare di lei. Arrivato alla fine del suo breve ragionamento i suoni per lui aumentarono, voci e rumori che probabilmente erano l'estensione del subbuglio che regnava nella sua testa. Edward respirava affannosamente come se avesse compiuto chissà quale sforzo, le vene pulsavano sul suo collo e la sua pelle emanava calore come se fosse un termos. Wesker era ormai prossimo a colpirlo e Edward non aspettava altro che quel momento, l'avrebbe fermato, gli avrebbe spezzato il braccio dimostrandogli che nessuno gli avrebbe messo i piedi in testa. Dove voleva andare a quella velocità? Cosa pensava di fargli con quella poca forza che aveva? Le membrane muscolari si tesero come cavi portanti d'acciaio e le dita si aprirono pronte ad incontrare il polso di Wesker. Tutto viaggiava completamente veloce e a livelli assordanti, l'estremo opposto di ciò che stava accadendo a Wesker. L'analisi, contro l'impulsività, la velocità, contro la calma, due facce della stessa medaglia. Proprio quando Wesker mosse la sua mano Edward ebbe come una visione, si sentì gelare il sangue di fronte a quegli occhi diventati azzurri. Le folte sopracciglia bionde e la pelle d'ebano andata a sovrapporsi a quella di Wesker. Tex? Vero, sicuramente anche lei avrebbe reagito in quel modo per farlo tornare alla calma. E forse bloccarlo in quel modo sarebbe stato gesto ancora più vile, un conto è sfidare Tex, guerriera talmente forte da rasentare un dio, un altro è fermare il braccio di un uomo del quale si conosce il limite fisico. Lo schiaffo non gli fece del male, non a livello fisco, ma Wesker sarebbe stato ben soddisfatto dell'espressione sbigottita del ragazzo, che notò quanto quelle parole suonassero simili a quelle di Tex. La mano gravitò nuovamente all'altezza del viso di Edward che questa volta si sentì in dovere di restare fermo. Preso uno schiaffo non poteva tirarsi indietro all'arrivo di un secondo, in quel caso avrebbe dimostrato la sua sottomissione rispetto a Wesker. Così arrivò anche il secondo colpo a ferire l'orgoglio del combattente, seguito da una paternale che nemmeno la Tex più in forma sarebbe stato in grado di dargli. Con le sue parole Wesker diede una preziosa lezione al ragazzo che ancora non era abituato a parlare con persone di un certo calibro. Aveva pienamente ragione nel dirgli che non doveva comportarsi come un bambino in preda ad una crisi isterica. Avrebbe dovuto usare altri toni o insistere per parlare in privato, mentre urlare tutto in quel modo non aveva fatto che agitare gli animi. Così rimase immobile mentre Wesker gli concedeva una seconda possibilità ma non lo seguì subito, aspettò che le porte si chiusero dietro il passaggio di Wesker. Una volta trovatosi solo Edward sfogò tutta la rabbia sradicando un palo con un pugno, urlando alla luna come un licantropo. Aggrappandosi poi al parapetto per fissare la vastità di quel regno, Edward non era arrabbiato con Wesker, ce l'aveva a morte con se stesso e la sua irruenza che ancora una volta l'avevano portato a farlo sentire come un bambino sgridato da un adulto.
    Stupido, Stupido!
    Non doveva più succedere una cosa del genere ora che era a fianco di Tex, doveva maturare o l'avrebbe persa nuovamente, questa volta senza il bisogno di compromettere i suoi ricordi.
    Coraggio, riprenditi...
    Edward si passò una mano tra i capelli rammendandoli, e sistemandosi il più possibile prima di dirigersi verso l'ufficio di Wesker. Ci fu un grosso sospiro e dopo aver bussato alla porta entrò rimanendo accanto allo stipite della porta.
    Albert... Chiedo scusa, non è ammissibile un comportamento del genere, non ora... Ma sono fortemente preoccupato per Tex perchè tempo che possa accadere qualcosa di veramente grosso, prima però devo sapere cosa significa lei per te.
    Edward doveva sapere cosa significasse Tex per Wesker, doveva esser certo di parlare con la persona giusta.
    Ma Amy da che parte sta coi suoi +1?? :killer:
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    Avresti le mie scuse se solo sapessi a cosa ti stai riferendo XD probabilmente al tempo ero sommerso dal lavoro, quindi non so di che parli
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    Una cosa bisognava concedere ad Albert Wesker: Quell'uomo aveva una mente analitica pari a pochi. Edward ancora non immaginava cosa gli avrebbe detto da li a poco ma questo elemento era doveroso sottolinearlo. Nel momento in cui allungò la mano Edward si sentiva fortemente sicuro della propria posizione, aveva conquistato Tex, cosa doveva temere? Certo era talmente euforico e sicuro di se da pensare che un suo eventuale ritorno alla Umbrella fosse cosa molto gradita, e che il solo aver portato Tex in quelle condizioni gli valesse da biglietto da visita per la corporazione. Dunque ecco uno di quei momenti in cui Tex avrebbe potuto aver ragione su un sentimento come l'amore: cioè che nei momenti di massima euforia può spingerti a comportarti con sufficienza. Così il sorriso si modellò in un espressione ben più seria e in parte seccata, non per il rifiuto totalmente legittimo di Wesker nel negargli una stretta di mano, ma per aver pensato che anche gli altri membri dell'organizzazione fossero cambiati come Tex. Questa mossa lo spinse a tornare in se e a dimenticare almeno per il momento la felicità del nuovo rapporto con la donna che amava, focalizzando la sua attenzione solo a quel momento. Ora in testa aveva lo sguardo cremisi, non tanto attraente come quello di Tex ma altrettanto magnetico di Wesker, che, come un computer iniziò a descrivere i loro ultimi avvenimenti. Fu quando parlò dell'uccisione di una delle forme di Tex che il demone chiuse istintivamente la mano, incupendosi in viso. Parlando di lei in quel modo fu facile capire che Wesker sapeva e che probabilmente Tex era un esperimento come Maxine, no, non poteva essere, quello era lo scenario peggiore. Edward cercò di calmarsi pensando che non poteva essere dato che grazie all'aiuto di Thresh era riuscito a risvegliare i ricordi della loro prima volta, questo significava che aveva vissuto quei momenti, o almeno così credeva. Edward rimase così concentrato su cosa poteva essere successo a Tex da sembrare distratto e le parole successive di Wesker furono solo il sottofondo dei suoi pensieri. Fino a che le sue pupille si dilatarono e il suo sguardo tornò vigile su quello di Wesker, segno di un forte stupore. Come c'era arrivato? Come sapeva del ritrovato amore di Tex? Ovviamente Edward non poteva sapere che quello fosse un mero espediente per testarne le reazioni. Così, ancora prima di parlare Wesker aveva già trovato l'informazione che cercava, ora mancavano solo i particolari di quell'incontro.
    Come lo sai?
    Suggerì Edward senza sottolineare di cosa stesse parlando, ma era ormai chiaro che parlasse della prima opzione proposta da Wesker. Così passò le dita tra la barba ispida grattandosi il mento (gesto appreso da Thresh).
    Se ci sei arrivato allora non dev'essere poi così assurdo
    Edward continuava a parlare ignorando che quella di Wesker fosse solo un ipotesi.
    La cosa assurda casomai riguarda la manipolazione dei ricordi di Tex, e visto che tu sai, ho il dubbio che sia opera tua. Magari sei in combutta con l'Unica Mente che l'ha uccisa,
    Tex è stata la prima di una lunga serie di "Maxine" e il fatto di Raphael ne è la prova. Allison era una figura troppo ingombrante anche per te e hai deciso di LIBERARTENE!

    Mano a mano che parlava i toni si facevano sempre più nervosi, andando sempre più in crescendo. No quello non un test per testare le reazioni di Wesker, Edward non pensava minimamente che lui fosse all'oscuro di certe cose e ne parlava come si fa a chi già conosce. Sicuro d'aver messo insieme tutti i pezzi del puzzle, la ricerca di Edward era già finita?
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    Edward osservò sereno la barella che veloce attraversava le porte, sicuro che di li a poco avrebbe rivisto la sua amata. A dispetto di tutto quel personale che si muoveva attorno a lui adempiendo i propri compiti in un caos ordinato come in un formicaio, Edward rasentava la calma più assoluta. Persino quella notte totalmente nera non lo intaccava minimamente, anzi, rappresentava una pagina totalmente vergine da riempire con un infinità di stelle, ciò che di più meraviglioso possa regalarci la notte. Così le sue labbra disegnarono un sorriso disteso quando le porte si chiusero dietro Tex. Non era la condizione fisica che lo preoccupava, ma ciò che si annidava nella sua mente. Solo allora il resto del personale sembrò destare la propria attenzione verso di lui, che si ergeva al centro della folla col suo petto scultoreo in bella vista. Non una ferita, non una tumefazione, solo la sua naturale pelle liscia che seguiva le onde della sua muscolatura perfettamente scolpita. Non fu difficile immaginare ciò che tutti stavano pensando: cosa ci faceva li Edward? Tex era partita per eliminarlo una volta per tutte e invece si era presentato alla Umbrella senza un segno di battaglia. Era sopravvissuto la dove nessuno c'era mai riuscito prima, perfino Alexander aveva dovuto nascondersi come un verme per sfuggire. Screzio ancora più grande fu il fatto che era proprio il loro miglior membro quello ad essere fuori uso. Ancora perchè l'aveva portata li e non l'aveva eliminata? Tra i tanti sguardi, uno più degli altri catalizzò la sua attenzione. Un paio di occhi cremesi lo fissavano con grande insistenza e quel portamento tipico dei pezzi grossi della corporazione.
    Wesker...
    Pronunciò a denti stretti il ragazzo, che non sembrava avere brutte intenzioni verso il presidente della Umbrella. Dopotutto non ne aveva motivo, anche perchè la causa delle sue passate sofferenze era legata solo e soltanto a Tex. Con passo deciso si diresse verso la figura avvolta dal lungo cappotto, mentre il personale si allargava facendo spazio ai due uomini. Come miseri esseri intimoriti da due divinità si aprirono come si aprono rami al passaggio di un forte vento. Una volta arrivato di fronte all'uomo Edward lo scrutò coi suoi occhi di ghiaccio. Un ghiaccio differente da quello di Tex che non lasciava trasparire alcuna emozione. L'iride di Edward era al contrario un arcobaleno di tonalità cerulee, che non temeva di nascondere ciò che provava. Così con estrema cortesia e una nota di spavaldaggine si rivolse all'uomo che più di tutti reclamava una giustificazione:
    Wesker... Immagino che tu voglia delle spiegazioni vero? Però penso sia il caso di parlarne in privato, non credo che tutte queste persone debbano sapere... Giusto?
    Concluse allungando la mano per stringerla, un modo per non farsi vedere come una minaccia e far capire le proprie buone intenzioni. Dopotutto Edward sapeva che la Umbrella non perdonava facilmente certe cose e lui era tornato per restare a fianco di Tex, non per combatterli. Quindi non c'era modo migliore che farsi vedere disponibile, ma Wesker era abbastanza intelligente da sapere che quello non era il luogo. Edward mosse nuovamente la mano per incentivare Wesker alla stretta ed era estremamente curioso d'accogliere la sua reazione.
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    Le pale dell'elicottero fendevano l'aria scandendo il tempo con il loro rumore secco. Un tempo che scorreva perfettamente giusto, perchè chi trova la pace e la serenità col mondo si sente perfettamente nel proprio tempo. Ed ora Edward era esattamente al suo posto: seduto, vicino alla donna che amava. Tex era distesa su un lettino, vestita solo con la camicia di Edward, che, più grande la copriva fino a qualche centimetro sotto la propria intimità. Il tessuto l'avvolgeva morbido e nonostante fosse largo riusciva a rendere le sue forme forse ancora più sensuali. Tra i bottoni all'altezza dei suoi prosperosi seni uscivano tre fili collegati a degli elettrodi che ne monitoravano i parametri vitali. Tex era molto stanca, nella palestra aveva subito un grande sforzo sia fisico che psicologico e i due avevano fatto l'amore fino allo svenimento. Edward si trovava seduto sullo stesso lettino, con la testa della sua amata sulle gambe. La tratteneva avvolgendola con un caloroso senso di protezione. Sentiva che la via era finalmente in discesa e poteva finalmente abbassare la guardia. Era diventato per lei l'uomo di riferimento, in quanto tale avrebbe dovuto proteggerla e farla sentire al sicuro. Lo faceva accarezzandogli i capelli, passando le dita tra quelle ciocche bionde, guardando la calma di quella tigre all'apparenza indomabile. Accarezzando quella pelle d'ebano con un tocco diverso da quello istintivo e profondo del sesso. Il cuore e la testa si erano fatte estremamente leggere nel vederla così priva di difese e l'amore che provava lo dimostrava con quelle coccole talmente intime da rivelargli un piacevole senso di vuoto. Il viaggio verso Kurayami durò qualche ora. Tempo che Edward passò assistendola con estrema dolcezza, calcato da un profondo dubbio... Cos'era successo a Tex? Edward stesso si spaventò nel capire la presa che le sue parole fecero a lei ed ora che la rabbia era sopita aveva lasciato spazio all'apprensione. Doveva assolutamente capire cosa fosse successo, se c'era qualche legame con la creazione di Maxine. Come mai gli erano stati intaccati i ricordi, ma la cosa più strana di tutte però era come mai una donna come lei era riuscita a farsi manipolare e soprattutto da chi? Pensieri disturbanti si accalcavano a momenti di estrema dolcezza fino all'arrivo sull'edificio della Umbrella. Si era fatta notte fonda e l'elicottero si stava adagiando lentamente sul tetto dell'edificio. Edward staccò i cavi che collegavano Tex ai macchinari e scese tenendola in braccio, lei era ancora svenuta e attorno a lui c'era il personale medico della Corporazione. Il demone poggiò delicatamente la sua figura su di un lettino e la coprì con un lenzuolo. Prima di affidarla ai medici gli diede un ultimo bacio sulla fronte, ergendosi e guardandosi attorno alla ricerca di un viso conosciuto. Solo allora si accorse di quanto personale era accorso su quel tetto appresa la notizia eccezionale dello svenimento del membro più forte dell'azienda.
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