Posts written by Amaterasu Sakuya

  1. .
    Appena quell'esplosione di piacere perverso si concluse, Amerika avrebbe sentito chiaramente qualcosa nel suo didietro tendersi fino a quasi strapparsi: qualcuno aveva appena piantato un piede sopra ad Alastor, infilandolo nel terreno e costringendo la ragazza in una posizione assolutamente innaturale.
    Hey dannati fenomeni da baraccone, avete intenzione di sporcare la mia scuola ancora per molto?
    Una voce sibillina, quasi artificiale e meccanica, tanto inquietante quanto stridente, si innalzò alle spalle di Amerika, proprio davanti a Rengoku. La voce che li aveva apostrofati e il piede che teneva la spada e la ragazza in quella posizione a dir poco dolorosa, appartenevano alla stessa persona: una figura nascosta da una kamen completa, con grossi artigli sulle dita, una corazza dall'aspetto vagamente inquietante e un respiro leggero, ma molto, molto evidente che traspirava dalla maschera. Emanava una pressione energetica intensa e stava chiaramente esercitando il suo potere: Alastor e le gambe dei ragazzi risultavano completamente incollati a terra, come se il pavimento si fosse sciolto e trasformato in una sostanza collosa che dire appiccicosa non avrebbe reso l'idea. Non era solo appiccicosa, ma anche effettivamente dura come il pavimento, danneggiarla risultava praticamente impossibile e da quella posizione, il ragazzo mascherato poteva fare quello che voleva, anche e soprattutto spingere la spada in avanti per costringere Amerika a fare lo stesso e continuare a infilarsi il cazzo di Rengoku in gola fino a soffocare. La testa del ragazzo mascherato si rivolse verso Rengoku con uno scatto innaturale, che agitò ala testa prima in una direzione e poi un'altra, mentre una risatina sibilante usciva dalla sua bocca.
    Finalmente ci incontriamo di persona, mostriciattolo... uno brutto come te non dovrebbe nascondere quella pelle di merda, eh Rengoku?
    Se il ragazzo aveva anche solo un briciolo di intuito, avrebbe capito che aveva davanti agli occhi il famoso Sovereign, che da giorni oramai lo tormentava senza mai farsi vedere in prima persona.
  2. .
    Nariko capì anche che Lotor poteva diventare un tizio pericoloso. Non perché conoscesse un sacco di gente e aveva bazzicato troppe cose, ma perché aveva una volontà ferrea, facendole dubitare di potergli davvero insegnare qualcosa. Lo aveva dimostrato quando aveva decapitato Aluber e non aveva avuto nemmeno un minimo di dubbio sul suo gesto, nemmeno dopo il rimprovero, non si era dato nemmeno il beneficio del dubbio. Lotor non voleva imparare ad essere uno stregone, voleva unicamente conoscere l'arte segreta di Umbra ed usarla per i suoi scopi. Doveva stare attenta perché se gli sbarrava la strada per i suoi obbiettivi era altamente probabile che la pugnalasse alle spalle per ottenere ciò che voleva. O forse era solo un incosciente che si affidava troppo a Rakhna ed al suo modo di vedere le cose come una belva. Lotor confermò che aveva già visitato altre volte il labirinto, facendole pensare che era stato molto più tempo con il padre di quanto non volesse ammettere davvero. Altro che cresciuto solo con la madre, le nascondeva davvero un mucchio di cose. Non gliene faceva una colpa, ma la rendeva abbastanza diffidente. Sul momento però aveva molto altro di più importante a cui pensare che all'addestramento di Lotor. Parlare con Valente fu esattamente come fare un brutto sogno. Un vero incubo, che Nariko e Syndra condivisero. Lo fissarono con attenzione, prestandogli la massima attenzione: la sua ira, la sua disperazione, la sua sofferenza, era così familiare da risultare quasi ipnotico. Era ovvio a quel punto che quella lanterna non gli appartenesse, che fosse una sorta di messaggero oppure un mero simbolo per poter attirare la loro attenzione, ma bastò per far rivivere alle due streghe ogni singolo istante di disperazione che avevano passato. Appena i ricordi di Gil riaffiorarono, Syndra inspirò con forza iniziando a trattenere il fiato per paura di andare in iperventilazione. I suoi occhi si accesero di una luce viola intensa che si affievoliva ad intermittenza, in corrispondenza di quando stringeva i pugni sulla sua arma: si stava trattenendo, perché la rabbia e la disperazione rischiavano di farle perdere il controllo del potere. Respirò affannosamente con stille di dolore al petto ogni volta che ripensava a cosa Nariko aveva dovuto sopportare per la sua ingenuità, la sua inettitudine, all'oscurità in cui aveva gettato entrambe e che quel dannato mostro aveva plasmato nel loro personale inferno. Le aveva cambiate per sempre, nel bene e nel male, e questo Syndra non poteva sopportarlo, primo perché lo odiava, e secondo perché odiava sé stessa per quello che Nariko era stata costretta a sopportare. Nariko rimase impassibile mentre lui spiegava che gli stava sulle scatole un certo nobile capriccioso e non ci volle un genio per capire che si riferisse ad Aluber. Ciò che però colpì duramente la strega era scoprire che nel labirinto avevano visto cosa era successo fra Nariko, Syndra e quel maledetto Gil. Bastò un lampo di luce per rigettare Nariko in un limbo di terrore, di impotenza che le fece tremare le gambe e barcollare all'indietro. Si portò una mano sul petto mentre il suo potere tornava a ribollire di oscurità. Il tocco di Vega la fece saltare sul posto come un gatto spaventato, ma quando Nariko si voltò e vide Vega si calmò portandosi una mano sul viso per scacciare via quei orribili ricordi. Strinse i denti con rabbia, fulminando con uno sguardo furente Valente, come se avesse voluto minacciarlo di farsi gli affari suoi. Si calmò gradualmente poiché capì che il suo gesto era stato fatto unicamente per far capire loro che diceva la verità che aveva visto davvero cosa era successo a loro. Quando tornarono alla realtà, Syndra si rese conto che, istintivamente, la sua mano aveva cercato quella di Nariko alla ricerca di un sostegno. Con le dita intrecciate e gli sguardi incrociati, potevano parlare tra di loro ad un livello più profondo, che neanche gli altri potevano ascoltare pur essendo legati tra di loro. Nariko strinse la mano della ragazza e le lanciò uno sguardo molto eloquente che le sembrava urlare "non è stata colpa tua!" Le mani di Vega offrivano loro rifugio, un punto saldo per non perdere la bussola, ma erano loro a dover prendere una decisione. Decisione che non poteva essere presa con leggerezza, e che richiedeva un confronto.
    Gil... non è mai cambiato. Io... Nariko, potrebbe essere crudele pensare ad Ice ora, ma in cuor mio non ho mai creduto che fosse diventato diverso. E adesso mi sento in colpa all'idea che altre streghe, soprattutto Nimue... siano finite di nuovo sotto le sue grinfie. Sono sicura che tornerà, e non soltanto per noi... gli ho già permesso di fare del male a te, non mi perdonerò mai se riuscisse a fare del male anche alle altre. Ho paura... ma non di lui. Ho paura di me stessa... ho paura che pur di sbarazzarmi di quell'incubo, io possa diventare peggiore, indegna di essere amata...
    Syndra stava aprendo il cuore alla sua maestra, mostrandole la sua immensa fragilità, ma anche la grande determinazione che la animava. Voleva combattere, ma non era priva di dubbi. Voleva sapere se anche la sua amata maestra era come lei, se lo avrebbero affrontato assieme, e con quanta determinazione. Nariko capiva perfettamente i sentimenti di Syndra, anche lei aveva sempre creduto che Gil non fosse mai cambiato, ma per amore di Nimue aveva voluto dare loro una possibilità. Capiva perfettamente di cosa avesse paura Syndra, perché era la medesima paura che affliggeva il cuore di Nariko. Strinse la ragazza a sé in uno slancio affettivo davvero raro per Nariko da fare in pubblico, ma sapeva che Syndra ne aveva bisogno, che aveva bisogno di sapere che non avrebbe mai smesso di amarla, nemmeno se si macchiava di terribili atti disperati.
    Lo so. le sussurrò dandole un bacio sulla fronte.
    Ho la tua stessa identica paura. Ma non gli permetteremo di fare ancora del male. Insieme possiamo fermarlo, insieme saremo più forti e non ci perderemo. Non siamo più sole. le parlò a bassa voce per rendere quella conversazione privata. Lotor cercò di metterli in guardia, e sapeva che non aveva tutti i torti. Alimentava i loro dubbi ma Valente colpì duramente su un punto molto importante: lui ci era riuscito. Se volevano fermare Gil dovevano sapergli tenere testa, anzi superarlo. Valente sapeva perfettamente dove colpire, sapeva perfettamente su cosa fare leva per attirare il loro favore. Non era una sfida al loro orgoglio, era una sfida alla loro pace. Non era una questione di volere, ma di dovere. Nariko afferrò entrambe le mani di Syndra e la guardò negli occhi, determinata, trasmettendole la sua voglia di vincere, di risolvere enormi problemi, ma voleva farlo insieme a lei, assieme a Vega. Le due streghe si trovarono unite sorrisero un pizzico spaventate ma decise ad andare fino infondo. Annuirono una all'altra in contemporanea e senza lasciare la mano si rivolsero verso Valente.
    Mi dispiace per tua figlia, non oso immaginare quanto stai soffrendo. Gil prima o poi dovrà pagare le sue colpe, otterrai la tua vendetta, accettiamo la tua offerta.
    Prima che Lotor potesse protestare ancora, si voltò verso di lui, mortalmente seria, facendogli capire che non ci sarebbe stato margine per convincerla a non andare.
    Forse non puoi capire Lotor, ma dobbiamo andare, sarà rischioso me ne rendo conto, ma a ben pensarci in ogni caso saremmo in pericolo. Non devi venire con noi, da qui in avanti sarà tutto molto più difficile e pericoloso. Torna pure a casa se vuoi, io e Syndra andremo avanti. Non ha senso che rischi anche tu.
    Le due streghe impugnarono la loro lancia, battendo a terra il bastone pronte a lottare, pronte a farsi valere. Non c'era più traccia delle due donne fragili e tormentate, la loro energia ruggiva, la loro oscurità si intensificò, e i loro sguardi si infiammarono di tenacia. Avrebbero mostrato la forza di una strega di umbra.






    Status Fisico Nariko: Illesa
    Status Fisico Syndra: Illesa, culo arrossato

    Status Psicologico Nariko: Turbata, determinata
    Status Psicologico Syndra: Determinata, curiosa

    Energia Nariko 250/250 (100 dati dal dono del patto)
    Energia Syndra 250/250 (100 dati dal dono del patto)

    Tecniche Nariko:

    Tecniche Syndra:


    Potere Nariko:
    Un nemico appena liberato dalla maledizione, quindi quando ha appena subito un Anatema, per un turno risulta immune a qualsiasi altro tentativo di essere maledetto.
    Livello 4
    - La traccia energetica che si formerà sul terreno al suo passaggio non è mai più larga di 2 metri. La traccia rimarrà sul campo fino alla fine della battaglia e si allungherà seguendo i movimenti di Nariko.
    - Si possono maledire un massimo di 8 alleati e la maledizione ha una durata massima di 8 turni che si rinnovano ogni volta che si ottiene una nuova maledizione. Tutto ciò che viene generato dall'energia di un tale alleato è maledetto a sua volta.
    - Un bersaglio maledetto rimane tale per 6 turni, in questo tempo potrà contaminare tutto ciò con cui entra in contatto lui e la sua energia, pertanto maledice automaticamente tutto ciò che ha un legame energetico con lui (ad esempio cure o potenziamenti fisici).
    - Quando Nariko delimita una forma chiusa con la sua traccia energetica, lo spazio all'interno della forma si riempie diventando un vero e proprio campo maledetto. Quando questo avviene la maledizione inizia a pulsare, diventando più forte: sarà quindi in grado di maledire anche ciò che si trova al di sopra e al di sotto della zona energetica, anche senza entrare direttamente in contatto col cerchio magico.
    - Raggiunti i 3 anatemi, il nemico subirà un afflusso devastante di energia maledetto. Questo significa che tutte le maledizioni subite e che subirà da quel momento in poi risulteranno potenziate.
    - Se Nariko riesce a riempire lo sfintere anale del nemico con il proprio tacco o uno strumento utilizzabile fisicamente (vibratori, dita della tifoseria da stadio, manici di scopa e non, ecc) sarà possibile infliggergli istantaneamente un totale di 10 Anatemi a costo zero.

    Potere Syndra:
    Livello 3
    - Syndra può controllare un massimo di 4 Singolarità contemporaneamente ad una distanza massima di 1,5 metri da lei. Dopo averle generate, Syndra può spostarle sia con le mani che con il pensiero. Usando le mani, potrà muoverle al doppio della sua velocità, mentre col pensiero potrà muoverle alla sua stessa velocità. In entrambi i casi, la portata massima delle Singolarità non può eccedere il suo Sense PERFETTO.
    - Syndra può dimezzare la sua riserva energetica massima per raddoppiare il numero di Singolarità base che controlla. Questo effetto non può essere disattivato.
    - Ogni malus a tutte le statistiche che Syndra subisce aumentano la potenza distruttiva degli attacchi delle sue singolarità convertendosi in bonus sulla forza. Se Syndra subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le singolarità ottengono un bonus fisso del 75% sulla forza.

    Note
    Rumplestilzche impugnata mano DX di Nariko
    Subjugator di Syndra impugnato con entrambe le mani

    Maledizione su Syndra 4/8
    Maledizione su Lotor 4/8
    Maledizione su Vega 4/8
    Maledizione su Kain 4/8

    Anatemi subiti da Aluber: 1

  3. .
    Quando Kouta non le diede nessuna risposta chiara, Ai serrò le labbra come se volesse trattenere una smorfia di incertezza. Sapeva bene cosa doveva fare, ma sentirlo dire da lui l'avrebbe aiutata a sciogliersi meglio, mentre adesso la cosa rimaneva ancora dannatamente imbarazzante e al tempo stesso così piacevole. Si rese conto che le piaceva sentire quella verga pulsare tra le sue dita, e apprezzava molto gli sforzi del bacino del ragazzo che tentava in ogni modo di spingersi verso di lei così da aumentare l'intensità di quella stimolazione. Ai non era in difficoltà, semplicemente stava cercando un modo per lasciarsi andare e magari avere anche una conferma da parte sua. Non voleva essere come Sadi, lei cercava solo di aiutarlo come poteva.
    Allora... farò io...
    Neanche lei sapeva cosa dire, voleva solo essere sicura che quell'esperienza non fosse traumatica, ma anzi quanto più piacevole possibile per entrambi. Kouta la vide accelerare con il ritmo di quella mano, mentre chiudeva gli occhi e serrava le labbra come se si stesse concentrando nel fare qualcosa. Il rumore della lingua di Ai che si muoveva tra le sue guance divenne subito più forte, un rumore osceno che ricordava due corpi bagnati che si sfregavano. Poi si allungò con il capo su di lui, aprendo lentamente la bocca e allungando la lingua verso il suo membro, senza mai smettere di masturbarlo, rivelando che quello che stava facendo fino a un attimo prima era accumulare saliva nella sua bocca. Ne uscì una grossa quantità, densa e caldissima che scivolò tra le dita di Ai e sul membro di Kouta, lubrificandolo e scaldandolo. Improvvisamente la mano della ragazza iniziò a scorrere molto più facilmente e velocemente, e il timore di potergli fare del male svanì lasciando spazio ad un sorriso entusiasta e le gote ancora più arrossate. Visto il risultato, iniziò a masturbarlo con entrambe le mani molto più forte e velocemente, usando tutto il corpo, lasciando che il suo prosperoso seno rimbalzasse al ritmo di quei movimenti, offrendogli uno spettacolo mozzafiato: aveva ancora quella camicetta che le teneva scoperti i lati del costato e una parte delle mammelle, quindi lasciava davvero poco all'immaginazione.
    Scusami Kouta... mi sto lasciando trascinare... dimmi se ti faccio male... o se ti piace...!
  4. .
    Quando atterrarono, un sentimento a metà tra il timore e la curiosità si impossessò delle streghe. Syndra si fece subito avanti, rimanendo dietro a Vega non per timore ma perché stava camminando lentamente cercando di scorgere dettagli che potessero aiutarla a capire. Non aveva mai visto quella creatura eppure aveva un che di familiare. Riconosceva il suo sguardo, il suo dolore. Non provò empatia per lui, ma era sinceramente interessata a ciò che poteva dire loro, quindi ascoltò quasi distrattamente ciò che Lotor aveva da dire, portandogli una mano sulla spalla senza distogliere lo sguardo da quella creatura, come a volerlo rassicurare.
    Nariko seguì Syndra, ma si voltò verso Lotor di nuovo incuriosita dalle sue strane conoscenze. Conosceva un sacco di gente che aveva risorse importanti come Traesto, perché mai era voluto andare ala Oxford, in un paese straniero dove doveva ricominciare da capo?

    *Come fai a conoscerlo, Lotor? * Glielo chiese tramite telepatia, così che se avesse altro di importante da dirle e non voleva rischiare che lo sentisse quell'essere poteva dirglielo. Nariko non ebbe lo stesso timore di Lotor, se avesse voluto fare loro del male, li avrebbe sicuramente attaccati. In ogni caso non ignorò il consiglio di Lotor, voleva essere prudente, fiancheggiò la sua allieva per capire cosa voleva da loro. Si fecero avanti senza timore, non lo fecero ad armi sguainate ma rimasero equipaggiate, come se volessero far capire al loro nuovo interlocutore di non essere affatto inermi. Non avrebbero accettato un brutto tiro, anche se sembrava sofferente lo sguardo delle due era fermo e risoluto. Non avevano dimenticato la loro missione.
    Ci stavi aspettando? Non saresti il primo oggi... e non abbiamo molta fiducia nelle creature che popolano questo posto. Quindi cerca di essere convincente e dicci come mai ci conosci e cosa vuoi.
    Nariko si limitò ad annuire per far capire che anche lei voleva sapere le stesse cose che aveva appena chiesto la giovane strega. Cercò di tenere i sensi attenti e cercò di guardarsi attorno per studiarsi il posto, e capire se fosse realmente da solo.


    Status Fisico Nariko: Illesa
    Status Fisico Syndra: Illesa, culo arrossato

    Status Psicologico Nariko: Ansiosa, determinata
    Status Psicologico Syndra: Determinata, curiosa

    Energia Nariko 250/250 (100 dati dal dono del patto)
    Energia Syndra 250/250 (100 dati dal dono del patto)

    Tecniche Nariko:

    Tecniche Syndra:


    Potere Nariko:
    Un nemico appena liberato dalla maledizione, quindi quando ha appena subito un Anatema, per un turno risulta immune a qualsiasi altro tentativo di essere maledetto.
    Livello 4
    - La traccia energetica che si formerà sul terreno al suo passaggio non è mai più larga di 2 metri. La traccia rimarrà sul campo fino alla fine della battaglia e si allungherà seguendo i movimenti di Nariko.
    - Si possono maledire un massimo di 8 alleati e la maledizione ha una durata massima di 8 turni che si rinnovano ogni volta che si ottiene una nuova maledizione. Tutto ciò che viene generato dall'energia di un tale alleato è maledetto a sua volta.
    - Un bersaglio maledetto rimane tale per 6 turni, in questo tempo potrà contaminare tutto ciò con cui entra in contatto lui e la sua energia, pertanto maledice automaticamente tutto ciò che ha un legame energetico con lui (ad esempio cure o potenziamenti fisici).
    - Quando Nariko delimita una forma chiusa con la sua traccia energetica, lo spazio all'interno della forma si riempie diventando un vero e proprio campo maledetto. Quando questo avviene la maledizione inizia a pulsare, diventando più forte: sarà quindi in grado di maledire anche ciò che si trova al di sopra e al di sotto della zona energetica, anche senza entrare direttamente in contatto col cerchio magico.
    - Raggiunti i 3 anatemi, il nemico subirà un afflusso devastante di energia maledetto. Questo significa che tutte le maledizioni subite e che subirà da quel momento in poi risulteranno potenziate.
    - Se Nariko riesce a riempire lo sfintere anale del nemico con il proprio tacco o uno strumento utilizzabile fisicamente (vibratori, dita della tifoseria da stadio, manici di scopa e non, ecc) sarà possibile infliggergli istantaneamente un totale di 10 Anatemi a costo zero.

    Potere Syndra:
    Livello 3
    - Syndra può controllare un massimo di 4 Singolarità contemporaneamente ad una distanza massima di 1,5 metri da lei. Dopo averle generate, Syndra può spostarle sia con le mani che con il pensiero. Usando le mani, potrà muoverle al doppio della sua velocità, mentre col pensiero potrà muoverle alla sua stessa velocità. In entrambi i casi, la portata massima delle Singolarità non può eccedere il suo Sense PERFETTO.
    - Syndra può dimezzare la sua riserva energetica massima per raddoppiare il numero di Singolarità base che controlla. Questo effetto non può essere disattivato.
    - Ogni malus a tutte le statistiche che Syndra subisce aumentano la potenza distruttiva degli attacchi delle sue singolarità convertendosi in bonus sulla forza. Se Syndra subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le singolarità ottengono un bonus fisso del 75% sulla forza.

    Note
    Rumplestilzche impugnata mano DX di Nariko
    Subjugator di Syndra impugnato con entrambe le mani

    Maledizione su Syndra 3/8
    Maledizione su Lotor 3/8
    Maledizione su Vega 3/8
    Maledizione su Kain 3/8

    Anatemi subiti da Aluber: 1

  5. .
    Proprio come lui, anche Ai si ammutolì, in attesa di una risposta, anche non verbale, le sarebbe andato bene tutto. Voleva solo sapere se era troppo imbarazzato per lasciarsi aiutare in quel modo, perché mai avrebbe voluto umiliarlo oltre. Ne aveva già passate abbastanza, quella richiesta era solo per potergli dare un minimo di sollievo, per questo aspettava. Appena il ragazzo portò le dita sull'elastico delle mutande, Ai iniziò a domandarsi se era davvero disposta ad andare fino in fondo e si disse con assoluta certezza che non c'era niente di male in realtà. Kouta era in difficoltà e lei voleva essergli amica, quindi perché lasciarsi intimidire solo da un pò di timidezza? Poi finalmente la verga fu libera, e lo sguardo di Ai non si fece solo imbarazzato, ma anche sorpreso. Lo guardò con ammirazione e perfino una punta di timore, c'era stupore nel suo sguardo ma anche tanta, tanta curiosità. Prese fiato aprendo un attimo le labbra, ma non disse nulla. Fissò prima il membro del ragazzo e poi lui, allungando delicatamente la mano per poterlo impugnare. LE sue dita erano delicatissime e morbide, mentre quella verga era dura, calda, e sentì il bisogno di stringerla. Usò una mano sola inizialmente, e quando fu certa di no avergli fatto male iniziò ad abbassare la sua pelle così da scoprirgli la cappella, il tutto alternando lo sguardo da lui a quell'arnese cercando di capire se stesse facendo bene, oppure male. Si muoveva delicata e attenta, con grande riguardo, ma più prendeva confidenza più lo avrebbe mosso con decisione, iniziando una masturbazione lenta ma sentita. Tornò di nuovo a mordersi il labbro, domandandosi fin dove poteva spingersi, e realizzò che forse non era a sé stessa che doveva chiederlo.
    Dimmi... dimmi cosa possa fare. Voglio aiutarti Kouta... non avere paura. Sono tua amica... non lo dirò a nessuno, sarà il nostro segreto... voglio solo far star bene...
    Parlava con un filo di voce: era seducente, ma timorosa, chiaramente inesperta ma intenzionata ad andare fino in fondo.
  6. .
    Ai non riuscì ad interpretare subito gli strani versi che il ragazzo dietro di lei iniziò a lanciare mentre si contorceva sul letto, per un attimo pensò che si stesse sentendo male e si voltò immediatamente per sincerarsi della situazione.
    Kouta? che hai?
    Il tono si rivelò più grave e preoccupato del previsto, ma non c'era da biasimarla: in quella scuola valeva tutto pur di liberarsi della concorrenza, non sarebbe stata sorpresa di scoprire che quella malefica di Sadi lo aveva avvelenato o gli aveva lanciato addosso qualcosa per farlo stare male. Appena lo vide contorcersi sul lettino pensò subito al peggio, e si fiondò su di lui afferrandolo per le spalle e le gambe nella speranza di tranquillizzarlo e riuscire a vedere se avesse qualcosa di strano sul corpo.
    Non agitarti, voglio aiutarti!
    Nel tentativo di rallentarlo, la ragazza finì con una mano sulla patta delle sue mutande e quando si rese conto di non avere tra le dita qualcosa di morbido rallentò immediatamente, sgranando gli occhi ed iniziando a fissarlo. Si rese subito conto di cosa stava facendo e il rossore sul suo volto testimoniò chiaramente l'imbarazzo, ma non staccò lo sguardo da lui. Era davvero turgido, e si era eccitato così tanto da macchiare con del caldissimo latte le sue mutande. L'odore impregnò la stanza appena Ai lo sfiorò con le dita e anche se l'istinto le diceva di lasciarlo andare, la curiosità stava chiaramente avendo la meglio. Lei però non era come Sadi, e allentò subito la presa, allontanando la mano da quella curiosa erezione seppur molto lentamente.
    Perdonami Kouta, davvero... non avevo idea, io... è colpa mia non è così?
    Si rese conto solo dopo che probabilmente si era eccitato proprio per colpa della sua posizione imbarazzante. Stava a suo agio con quel ragazzo quindi non si era preoccupata di come si muoveva e cosa faceva, e questo era il risultato. Ancora rossa in viso, si voltò verso di lui con la punta del labbro inferiore nascosta tra i denti.
    No forse è già da un pò che sei in queste condizioni... forse posso aiutarti io...?
    Voleva fare qualcosa per lui, ma non lo avrebbe obbligato, né forzato. Se Kouta voleva lasciarsi aiutare, doveva dirle di si, o quanto meno darle un segno di consenso. Gli sarebbe bastato mettersi in mostra per rompere il ghiaccio una volta per tutte... se era lui ad abbassarsi le mutande, Ai non avrebbe avuto nessun dubbio.
  7. .
    Era così presa dalla battaglia verbale contro Sadi che appena Kouta starnutì, Ai sobbalzò allungando subito le mani verso di lui con aria apprensiva. Prima che però potesse dirgli qualcosa, il ragazzo la ringraziò in maniera così profonda che per poco non la fece commuovere, e un forte rossore sul viso della ragazza si accese assieme ad un moto di gioia e di riguardo. Sembrava che i suoi occhi volessero gridare "che carino!" ma riuscì a trattenersi, anche perché in quel momento l'apprensione aveva la precedenza! Iniziò a scuotere le mani, avvicinandosi ancora con l'espressione più preoccupata che aveva fatto fino a quel momento.
    Ma non dire così mentre sei raffreddato! Anzi devo portarti in infermeria o ti prenderai un malanno!
    Afferrò le sue mani, senza strattonarlo ma con decisione, facendogli sentire le sue dita morbide e affettuose, decisa a portarlo via da quel posto ghiacciato e pieno di ricordi vergognosi. Lo anticipò guardandosi attorno fuori dall'aula per assicurarsi che non ci fosse nessuno: non voleva che qualcuno lo vedesse in quello stato, né metterlo in imbarazzo. Quando fu sicura che la strada fosse libera, lo trascinò a tutta velocità verso l'infermeria più vicina nella speranza di trovare qualcuno, ma non ebbero successo. Forse per certi versi era meglio così, dato che probabilmente Kouta sarebbe morto di vergogna anche davanti ad un responsabile. La saletta era molto piccola, essendo distante dal reparto medico che si occupava effettivamente di aiutare i ragazzi feriti, quel genere di stanze era dedito unicamente per piccole emergenze o eventualmente per fungere da riposo, e infatti era possibile bloccarla da dentro per non essere disturbati. proprio per timore che qualcuno potesse entrare all'improvviso, Ai si richiuse la porta alle spalle, invitò Kouta a mettersi seduto sul lettino per poi iniziare a curiosare nell'armadietto davanti a quest'ultimo. Mentre Ai cercava con fare frenetico, Kouta poté vederla piegarsi in avanti, mettendo in mostra le sue forme femminili e abbondanti senza nessuna vergogna verso di lui. La corta gonnella lasciava intravedere chiaramente le sue mutandine di pizzo nero quasi trasparenti che disegnavano alla perfezione le forme del suo sedere e della sua intimità.
    Uff... ci sarà uno sciroppo, o quantomeno un balsamo! Questi armadietti sono sempre in disordine...
  8. .
    Ai lo lasciò andare ma senza fretta, era più un modo per lasciargli spazio che non separarsi da lui. Strinse i pugni suoi fianchi ascoltando la sua spiegazione e quando sentì parlare di Sadi, guizzò con lo sguardo come se qualcosa l'avesse punta, e un cipiglio di rabbia distorse la sua espressione altrimenti serafica.
    Adesso è tutto chiaro! Hai incontrato quella poco di buono! Ti ha fatto uno dei suoi dispetti, non è così?
    Da come ne parlava sembrava conoscere Sadi, o quantomeno la fama delle sue malefatte. gonfiò le guance indispettita, sembrava che si stesse trattenendo per mantenere la sua compostezza e non cedere alla rabbia, era un tantino buffa un pò come un odi quegli angioletti che cercano sempre di far filare tutto liscio e si arrabbiano quando qualcuno la combina grossa o fa del male agli altri. Si calmò solo quando notò il profondo imbarazzo e mortificazione di Kouta, che le strappò immediatamente un'espressione affettuosa e preoccupata, sembrava una sorella maggiore che si prendeva cura del suo fratellino.
    Non fare così, ti avrà ingannato con i suoi trucchetti, lo fa con tutti! Non è colpa tua, anzi è lei ad aver approfittato della tua curiosità a doversi vergognare, tu non hai proprio niente da rimproverarti!
    Se era finito tra le grinfie di Sadi al suo primo giorno, significava che probabilmente si era perso o non aveva una guida. Se si trovava alla Gakuen, un motivo doveva esserci, no?
    Ti guiderò io se vuoi, starò al tuo fianco se hai intenzione di stare qui alla Gakuen, così non dovrai più avere a che fare con quella serpe!
    Il sorriso che gli donò fu energico, solare e gentile.
  9. .
    La reazione meravigliata e forse un pò spaventata di Kouta le strappò una risatina divertita e innocente, che tuttavia nascose dietro una delle sue delicate mani per non sembrare troppo offensiva. Annuì col capo, senza smettere di sorridergli, mentre lo aiutava a tirarsi su. Ora che erano completamente in piedi, Kouta poteva notare che avevano più o meno la stessa altezza, ma che lo superava di qualche piccolo centimetro per via delle scarpe rialzate.
    Che domande mi fai? Come potrei darti la mia giacca se non fossi reale? Ti sta anche piuttosto bene...
    Forse era un pochino stretta ma gli calzava bene, dandogli un'area vagamente femminea. Nel capire che gli aveva appena detto che una giacca da ragazza gli stava bene, Ai si portò una mano sulle labbra, arrossendo colpevole.
    Ah! Non volevo essere offensiva, pensavo solo che calzi meglio una divisa scolastica che quel triste broncio...
    Cercò di incoraggiarlo così da aiutarlo a riprendersi, poi portò le mani sui fianchi e assumendo un'aria più seria e interrogativa, cerco di capire cosa fosse successo.
    Ma perché te ne stavi lì all'angolo nudo e tutto solo? Che ti è successo?
  10. .
    Il lungo orgasmo si trasformò in un vero e proprio capolavoro artistico, fatto non solo dei loro fluidi ma anche dei loro poteri: l'energia elettrica di Kulvia stimolò l'eccitazione di Barghest fino a generare un giardino perverso sul suo corpo, e quando ebbero finalmente completato quell'estasi assieme non rimase altro se non godere a pieno di ciò che avevano creato. Crollò tutto in una sola volta, come se fossero rimaste sospese in un sogno, cadendo assieme sul letto del cavaliere mentre Kulvia tornava alla sua forma umanoide. Stesa sul letto, abbracciava Barghest che non le era inferiore in quanto a stazza, ma che in quel momento era come una bambina tra le braccia affettuose di sua madre... una madre decisamente perversa, in quel caso. I fili d'oro sciolsero qualsiasi legame e le lasciarono libere, finalmente i loro corpi conobbero la pace e l'oro di Kulvia tornò inerte, ma senza fretta: scivolò fuori da Barghest col giusto tempismo senza che ne rimanesse insoddisfatta e lo stesso fece anche la corrente elettrica. Tutto graduale, misurato, con tecnica e capacità. Kulvia era esperta in quel campo, risultava evidente, e accogliendola tra le sue braccia le infilò il muso tra i capelli, annusandola e baciandola sul capo mentre le cingeva le braccia sopra e sotto il seno, tenendola stretta a sé come una deliziosa bambolina dai capelli dorati.
    Mi rendi onore, cavaliere... accetta il dono della tua padrona, così che la memoria di questo istante non ti abbandoni mai...
    Assieme a quel bacio, Kulvia le lasciò qualche filo del suo oro che si intrecciò con una ciocca dei capelli di Barghest. Questa divenne più luminosa e brillante, e si sarebbe colorata d'oro diventando intensa come non mai ogni volta che Kulvia le sarebbe stata accanto, come un richiamo per il suo cavaliere da risvegliare al momento del bisogno. Ora, con quella promessa stretta tra di loro, potevano finalmente concedersi il meritato riposo.
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    Per nulla turbato dall'approccio di Aura, l'uomo rimase in silenzio fino all'arrivo del suo caffè, che portò alle labbra per poterlo annusare prima di iniziare a sorseggiarlo senza fare rumore. Doveva aver sicuramente appreso molto su di lei se se ne stava così tranquillo anche di fronte a un interrogatorio, forse dal suo punto di vista Aura non aveva nessun motivo per attaccarlo o andarsene prematuramente, quindi la lasciò da sola con le sue domande per un pò.
    Gli esseri umani considerano le intelligenze artificiali perfette, e questo le rende molto umane, perché supporre che un risultato umano sia esente da errori lo allontana dal divino che si cerca di ottenere. Con questo non voglio dire che tu sia programmata male, solo che la presunzione di essere distante dall'errore umano solo perché in te non scorre sangue... è un errore grave.
    Una volta finito il caffè, lo riposizionò in maniera ordinata sul piattino e sollevò leggermente il cappello. Finalmente iniziò a guardarla negli occhi assumendo un'aria molto seria.
    Puoi chiamarmi Julius, trovarti non è stato difficile visto quanto ti sei impegnata per raggiungere il tuo obbiettivo. Non è difficile seguire le molliche che si lasciano dietro persone che hanno avuto a che fare con i Monarchi...
    Quell'uomo sapeva davvero molte cose, ma non stava facendo nulla per nasconderlo, era evidente che stava cercando di trovare un punto d'incontro.
    La razza umana non ha dominato questo pianeta per diritto o per numero, lo ha fatto per una questione di equilibrio, ed è mio interesse mantenerlo. Se l'equilibrio permane, il progresso avanza, se si destabilizza invece scoppiano guerre e conflitti. I conflitti portano le malattie, le malattie portano al degrado. Il degrado rallenta o addirittura arresta il progresso, e questo non fa bene a nessuno. Il mio scopo è mantenere questo equilibrio e portare la razza umana, e di conseguenza il resto del mondo,verso il progresso. Ti sembra abbastanza allineato con te, Aura?
    Concluse a quel punto, portando le mani sul tavolo e intrecciando le dita. Tra i numerosi anelli sulle sue dita, c'erano anche diversi bracciali che si allungavano dal polso e sparivano nella manica, appartenenti a molte culture che somigliavano a rosari o altri elementi religiosi.
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    La ragazza imitò il suo verso confuso per cercare di capire cosa volesse dirle, restando inizialmente sorpresa da una reazione tanto distaccata. Sembrava quasi in trance, chissà cosa gli era successo? Avrebbe voluto aiutarlo, ma in quello stato sembrava quasi che volesse stare da solo, quindi iniziò a scrutarlo meglio e notò il fatto che era nudo e per di più con un rigonfiamento evidente nelle mutande. Capì immediatamente che di sicuro era stato vittima di qualche scherzo maligno e l'espressione di Ai si fece subito addolorata, ma per non farlo demoralizzare troppo ritrovò subito il sorriso, decisa ad aiutarlo con tutto il cuore. Si sbottonò la giacca, scoprendo le spalle e rivelando che sotto portava una sottile camicetta rossa che mostrava un piccolo lato del suo abbondante seno. La giacca non era molto grande, ma vista la stazza minuta di Kouta forse poteva aiutarla.
    Tieni! Perché non provi a usare questa? Forse ti aiuterà. Dai, tirati su...
    Dopodiché si sarebbe sollevata, continuando a sorridergli amichevole e porgendogli delicatamente la mano destra per poterlo aiutare a rimettersi in piedi. Tutto senza fretta, con calma, garbo e dolcezza.
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    Il corpo di Barghest era oramai completamente in balia delle angherie di Kulvia, nella sua forma dragonica il controllo dell'oro era decisamente meno fantasioso, ma poteva raggiungere dimensioni e consistenze inimmaginabili, oltre che diventare un perfetto conduttore per le sue affinità elettriche. In un primo momento però, ogni capacità cognitiva del drago venne completamente assorbita dall'orgasmo del cavaliere, che spinta con le gambe all'aria dai nastri di Kulvia avrebbe trasformato quel distillato lattiginoso in un vero e proprio banchetto per la sua signora. Le gocce bianche uscite dalla sua carne e dai suoi seni sarebbero ricadute sulla lingua del drago e finite direttamente nella sua gola, rendendola avida. Barghest avrebbe presto assaporato il vero potere della spada d'oro dei Felgrand, e lo avrebbe fatto nella maniera più perversa possibile. La voce dragonica di Kulvia era più possente, sì, ma comunque cristallina, femminile e delicata, come il canto del vento che ulula tra le montagne e penetra nei cuori degli impavidi.
    Il latte di questo cavaliere... appartiene a me! Donamelo tutto! Fammi sentire le tue grida prive di senno!
    A quel punto avrebbe cercato di portarla alla follia, privandola della libertà e della possibilità di resisterle, condannata a venire fino a che non avrebbe perso i sensi. La verga dorata di Kulvia non si sarebbe più limitata a muoversi avanti e indietro, ma si sarebbe gonfiata e sgonfiata ritmicamente, alternando le sue sezioni, torcendosi come una trivella ma soprattutto caricandosi di energia elettrica. Una simile carica avrebbe potuto friggere una persona sul posto, ma per sua fortuna Barghest era adagiata sulla lingua della Felgrand, non solo un perverso giaciglio ma anche un perfetto punto per assorbire elettricità, formando un circuito e salvaguardandola da una fine orribile, trasformando piuttosto quello stimolo elettrico intenso in un'esperienza unica. Il tutto mentre la calda bocca del drago avrebbe continuato a gemere e respirare id passione addosso a lei, mentre continuava a leccarla e divorarla affettuosamente senza mai ferirla, condannandola ad un piacere incredibile. L'avrebbe lasciata bloccata in quel limbo, condannata a venire penetrata in maniera folle e perversa, di continuo, sempre più forte, leccata avidamente da quella carne caldissima mentre folgori di elettricità lussuriosa la irradiavano di tutto l'ardente desiderio di Kulvia. L'avrebbe costretta a venire fino a spremere anche l'ultima goccia dei suoi umori, del suo latte e dei suoi orgasmi, portandola ad uno svenimento osceno che non avrebbe mai più dimenticato.
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    Giunta al luogo dell'incontro, si ritrovò dentro uno di quei bar raffinati con tavoli all'esterno dove era possibile accomodarsi in attesa che qualche cameriere venisse a prendere l'ordinazione. Le sarebbe bastato avvicinarsi per scorgere immediatamente una figura che spiccava rispetto alle altre: un uomo distinto con il completo bianco e accessori in pelle di serpente dello stesso colore: sia gli scarponi, che la cinta, che la cintura intorno al cappello bianco erano in pelle di serpente bianco. Intorno al collo portava una cravatta in stile Bolo e assieme alla barba grigia ben tenuta sembrava chiaramente un ricco texano o qualcosa del genere. La sua pelle era scura, gli occhi di ghiaccio e nel labbro inferiore portava due piercing appuntiti molto appariscenti. Né giovane né vecchio, dava quasi l'idea di essere un vampiro o qualcosa del genere. Non accolse Aura in nessun modo, semplicemente lasciò che si accomodasse mentre lui sorseggiava una tazza di caffè con grande gusto. Aveva la faccia seria, e il tono di voce particolarmente grave.
    Saper gustare un buon caffè in tempi di crisi richiede due presupposti: il primo, è sapere per cosa stai combattendo. Il secondo è assicurarti che ci sia qualcuno capace di preparartelo. Capisci cosa intendo?
    Decise di presentarsi così, con una sorta di domanda retorica che alludeva al fatto che come c'erano combattenti forti e pronti a tutto per vincere una battaglia difficile, dovevano anche esserci persone nelle retrovie, quelli che anche se potevano considerare "deboli" avevano comunque un ruolo all'interno della battaglia, come accogliere i feriti o i vincitori in modo che quella battaglia avesse un senso.
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    Barghest non avrebbe trovato proprio niente intorno a cui avvolgere le sue forti gambe, perché quel fallo dorato non era attaccato a nulla che non fosse la sua carne e le corde che l'avvolgevano, non usciva dal pube di Kulvia come era successo al cavaliere, questo perché La Felgrand non aveva bisogno di muscoli pelvici per spingere il suo oro dentro di lei, ed era molto più libera di abusare di quel corpo scolpito come meglio credeva. In fondo Barghest sembrava sicura di poterle tenere testa, colpo su colpo, no? Perché non metterla alla prova, quindi...?
    Allora ti maledico, cavaliere... a godere finché non supplicherai di riavere indietro il tuo respiro...
    Mentre Kulvia pronunciava quelle parole, la verga dorata avrebbe affondato vigorosamente dentro di lei, quasi sparendo tra le sue grandi labbra e facendole sentire davvero cosa significasse essere "piena". L'intera forma di quell'oro aveva occupato completamente la sua carne, spalancandola il più possibile mentre la punta si schiacciava contro l'entrata del suo utero come se stesse cercando di invaderla completamente, fallendo per colpa delle dimensioni di quella punta draconica e poco umana. Nello stesso momento, quando il fiato di Barghest avrebbe vacillato e i suoi sensi si sarebbero urbiacati di quella sensazione, il drago d'oro avrebbe chiuso le sue ali intorno alla propria figura, lasciandosi avvolgere da un uovo brillante simile ad un astro del mattino, spalancandole solo quando ebbe assunto la sua vera forma. Kulvia era molto più grande di un dragonico normale, tant'è che riuscì ad occupare la stanza come una presenza diabolica, riempiendola col suo odore femminile e ambrato come se fosse capace di creare un vero e proprio mondo fatto di afrodisiaco. Le fauci possenti del drago si spalancarono all'altezza del capo di Barghest, come se volessero divorarle la parte superiore del corpo, piuttosto però la adagiarono sulla lingua della Felgrand che si allungò intorno alla sua schiena, come se fosse un perverso giaciglio. La punta si allungò su tutto il ventre e il petto, avvolgendola tra le sue spire in modo che i seni venissero compressi, massaggiati e tirati verso l'alto da una stretta mostruosa e che di sicuro nessuno dei suoi amanti le aveva mai fatto assaporare. Barghest avrebbe presto scoperto cosa significava farsi DAVVERO divorare da un drago: il fiato delicato ma bollente di Kulvia l'avrebbe invasa completamente, i suoi sensi sarebbero stato del tutto plagiati da quella presenza, e mentre Kulvia banchettava con la sua carne e i suoi umori, la verga dorata avrebbe ripreso a muoversi, vigorosa come un amante irrefrenabile, uno che Barghest non poteva trattenere con le sue gambe o respingere con i suoi muscoli. Sarebbe stata violata, scopata in profondità fuori dal suo controllo, sempre più forte, al ritmo di quella lingua oscena che sembrava intenzionata a farla impazzire.
5984 replies since 19/9/2010
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