Posts written by Exogenesis

  1. .

    Quel bacio, seppur breve, lo gettò in una vera e propria trance di piacere fatta di versi strozzati nella gola di Charlie e forti colpi di bacino dalla potenza considerevole che lo obbligava a sforzare ogni singolo muscolo di quel corpo potenziato, ironicamente, proprio dall'affare che ora scavava nelle interiora della ragazza. Sentiva il suo cazzo pulsare ferocemente, percependo una certa frustrazione nelle nanomacchine ogni volta che il glande impattava con prepotenza contro la bocca dell'utero senza però riuscire a varcare quella soglia. Lui desiderava scoparla ma il suo intero corpo desiderava farla totalmente sua e ben presto quel pensiero iniziò a sembrare, nella mente di Genos, ben più che solo l'obiettivo di qualcosa di esterno ma il fulcro di tutto quello: non solo doveva far impazzire Charlie ma, ad ogni costo, doveva essere sua. Perciò rompere quel bacio così all'improvviso fu qualcosa di simile ad un vero e proprio trauma per l'auto-controllo del povero cyborg che fino a quel momento si era approfittato della bocca di Charlie per poter sfogare tutti i versi e i gemiti vergognosi che altrimenti avrebbero riempito l'intera camera e forse anche parte del corridoio oltre la porta. La prova fu il lungo e strascicato lamento che scivolò oltre la barriera dei suoi denti e delle labbra umide e calde quando esse vennero private del perverso contatto con quelle di Charlie, rimanendo appese a quelle della giovane solo grazie a dei cristallini filamenti di saliva che vibrarono in risposta all'oscenità che la gola di Genos riuscì a produrre. Ma come poteva nasconderlo? E soprattutto... valeva davvero la pena farlo? Quando Charlie si sollevò con il busto, Genos fece per seguirla, tentando di allungare il collo come in una silente richiesta di riprendere il loro bacio ma non staccò la schiena dal materasso, mordendosi il labbro inferiore nel tornare ad ammirare lo spettacolo di perversione ed oscenità che era quella maledetta ragazzina. La sua fica lo strizzava come una pressa cercando forse di opporsi all'imponente presenza dentro di essa che non pareva deformarsi minimamente sotto quella pressione ma che, al contrario, cercava di imporre la sua forma a quelle carni bollenti attraverso violente e luminescenti pulsazioni che gli permettevano di, quasi, vederlo attraverso la pelle stessa del ventre liscio di Charlie. Respirò affannato ed eccitato nel vederla toccarsi proprio nel punto in cui la sua cappella era riuscita ad arrivare, obbligandolo prima a rallentare i suoi movimenti e poi ad interromperli temporaneamente, preoccupandosi di spingere il suo cazzo dentro di lei il più a fondo possibile. Premeva costantemente sul suo utero ma era chiaro ci fosse bisogno di molto più impegno per abbattere anche quell'ultima strenua difesa che, inconsapevolmente, la sua amante (o almeno le sue interiora) cercava di tenere alta. Ora che poteva ammirarlo anche il cyborg parve stupito delle dimensioni che la giovane era riuscita ad accogliere dentro di se e quella consapevolezza non fece altro che aumentare quel furore imprigionato in quel breve momento di lenta pausa.
    Lo hai davvero preso tutto... piccola puttanella pervertita...
    Una nuova forte strizzata alle carni delle natiche di Charlie precedette un ampio sorriso soddisfatto da parte di Genos, un sorriso così sadico e arrogante che era difficile associarlo al ragazzo educato e imbarazzato che aveva conosciuto fino a quel momento. Assecondò i movimenti dei fianchi di Charlie in modo che quella verga potesse spingere in ogni direzione e rendere ancora più facile la modellazione delle interiora della sua amante.
    ...ma il segreto è questo, Charlie, non devi resistere. Accettalo dentro di te, diventa la schiava di questo cazzo perchè è quello che lui vuole... che io voglio. Ed è anche quello che vuoi tu...
    Parlare era sempre più difficile ma il cyborg, intrappolato in un vortice di piacere ed incredibile bisogno di riprendere a fottere quella pervertita, riuscì ad apparire piuttosto in controllo della situazione nonostante ebbe bisogno di diversi momenti per riprendere fiato e cadenzare le parole. Nello stesso momento le nanomacchine, ormai travolte dal medesimo piacere, decisero che il tempo dei giochi era finito e sostituirono il corpo bianco candido e sintetico di Genos con quello nero e minaccioso della sua forma combattiva. Era come guardare uno sciame di minuscoli ma numerosi moscerini ricoprire la pelle del cyborg e modellarla in qualcosa di molto più potente e incontrollabile. Quando il corpo di Genos ebbe terminato la mutazione anche la sua energia esplose prorompente in tutta la stanza tanto da aumentarne la temperatura alla stregua di una sauna. Le scanalature presero a brillare e a quel punto il ragazzo ne approfittò per sollevare il busto e ritrovarsi faccia a faccia con la sua amante. Era in difficoltà tanto quanto lei e lo stato pietoso del suo volto tradiva un'immensa fatica nel controllarsi ma era pur sempre la macchina da combattimento in quella stanza e in più aveva promesso a Charlie che l'avrebbe fatta impazzire.
    Kaguya ci ha detto... che gli studenti gestiscono le loro camere... che ne dici se noi due dividessimo questa...?
    Una proposta improvvisa ma allettante. Il cyborg non le dette immediatamente il tempo di rispondere perchè con la naturalezza e un'assoluta assenza di sforzo, afferrò saldamente le chiappe di Charlie, sollevandola verso l'alto mentre raggiungeva la posizione eretta staccando il sedere dal materasso con un eccezionale colpo di reni. A quel punto alleggerì la forza sulle braccia in modo tale che grazie alla gravità, Charlie scivolasse ancora più a fondo impalata da suo cazzo a meno che non avesse trovato la forza per attaccarsi al suo collo. Mosse qualche passo in avanti fino a far poggiare la schiena della giovane contro la parete e schiacciarla tra essa e il suo corpo cocente, premendo il suo petto scolpito contro i suoi seni. A quel punto, a causa di tutto quel movimento, per Darty sarebbe stato difficile continuare il suo lavoro di stimolazione del didietro della ragazza ma prima che avesse potuto staccarsi di sua spontanea volontà ci avrebbe pensato Genos stesso ad afferrare con la mano sinistra la sua testona, sollevandolo all'altezza del viso di Charlie solamente per attrarlo a se e baciarlo con la stessa passione che aveva riservato solo a lei, fino a quel momento. Avrebbe accolto quella lingua blu dentro la sua bocca, avvolgendo ad essa la propria e avrebbe tentato di risucchiare l'anima di quel piccolo androide proprio davanti agli occhi di Charlie. Un bacio intenso ma breve che Genos interruppe allontanando Darty da lui senza smettere di tenerlo per la testa.
    Ci proteggeremo a vicenda e poi... due puttanelle come voi hanno bisogno di essere punite e scopate crudelmente ogni notte... tu Darty potresti leccare e succhiare il mio cazzo e le mie palle tutto il tempo che vuoi e tu, Charlie, passeresti ogni singola notte piena della mia carne dura... che ne dite?
    Schiacciato contro la giovane, Genos avrebbe ripreso lentamente a muovere i fianchi, martellando spietatamente il suo palo di carne contro l'utero della sua amante durante tutto quel discorso in modo tale che al momento della domanda finale, le possibilità che Charlie avesse potuto rispondere con un minimo di decenza e ritegno fossero state quasi nulle, abbattute dal rapido ancheggiare del cyborg che non sembrava avere la stessa intenzione di prendersela comoda. Voleva davvero che finisse così presto? O forse quello che Charlie avrebbe percepito come imminente finale prematuro non era altro che l'inizio per il cyborg? Una cosa era certa, Genos era assolutamente determinato a vedere Charlie camminare totalmente storta la mattina seguente.

  2. .

    Non riusciva più ad aspettare e ogni secondo che Charlie passava sospesa sopra la sua verga, sfiorandola e stimolandola con le mani e il suo sesso, forti impulsi violenti e passionali penetravano nella sua mente, fortemente inculcati in essa dalle stesse nanomacchine. Sembravano fiutare l'incertezza della giovane e più Charlie si mostrava titubante più quel corpo ardeva per lei. Il suo membro vibrava e cresceva sotto il suo tocco, pulsando dolorsamente tra le gambe di Genos, così sensibile che anche solo quel principio di amplesso, anche solo quella danza preparatoria erano sufficienti a far tendere la sua pelle sintetica fino a farla sembrare di reale metallo. Eppure era ovvio, e non intendeva nasconderlo a se stesso, che quello non gli bastava e non bastava neanche lontanamente al suo corpo. Fece stridere i denti per lo sforzo che il piacere lo obbligava a sopportare e si accorse che diventava sempre più difficile tenere gli occhi aperti senza che essi decorassero il suo viso con un espressione di terribile e volgare godimento. Era davvero necessario aspettare così tanto? Davanti ai suoi occhi l'immagine dei suoi fianchi che con un colpo secco la impalavano era così chiara da sembrare quasi reale, un solo gesto rapido e Charlie si sarebbe beata della pienezza della sua carne marmorea e bollente e da lì sarebbe bastato ripetere il gesto con crescente vigore fino a fotterle il cervello fuori dalle orecchie... no. Non era ciò che il ragazzo voleva e per la passione travolgente delle nanomacchine ci sarebbe stato tempo. Ora voleva godersi quel momento senza perdersi il minimo dettaglio.
    Q-questo corpo è tutto tuo, Charlie!
    Era stato più facile parlare durante la scazzottata contro Mishima mentre ora quelle brucianti sensazioni rendevano difficile anche mettere uno dietro l'altro dei semplici vocaboli. Piegò il collo in avanti così che il suo sguardo potesse posarsi esattamente nel punto in cui il suo glande nero come la pece toccò con una certa pressione le labbra del fiore di Charlie. Era come ipnotizzato e quando l'apice del suo membro iniziò a premere e allargare le carni della ragazza dovette combattere contro ogni voglia e desiderio che gli suggeriva di gettare la testa sul materasso per gemere come una vera puttana. Era sparita solo una minima sezione della sua virilità e già si sentiva totalmente distrutto: le interiora di Charlie lo accoglievano e massaggiavano con tale dolcezza da far pulsare quella mazza come impazzita al punto da colpire il suo basso ventre con vampate di calore e vere e proprie stilettate di piacere che non facevano distinzione di sorta. Sentiva torturata la sua intera asta, i suoi testicoli e anche ogni povero muscolo nei dintorni. Le cosce gli tremavano e i muscoli addominali erano così tesi che neanche un proiettile avrebbe potuto scalfirli in quel momento e le dita delle mani si trattenevano dallo stringere così tanto le natiche di Charlie da farle del male. Era un viaggio lento e intenso e Genos non volle perdersi neanche un istante di esso: continuava a fissare il suo cazzo riempire la sua giovane amante ma per quanto le sue dimensioni e quelle del corpo della ragazza fossero molto diverse, il sesso di Charlie non pareva avere nessun reale problema a prenderlo centimetro dopo centimetro, adattandosi in modo bizzarro alla presenza imperiosa di quella verga sintetica.
    Sta entrando Charlie... è meraviglioso! Sei meravigliosa! Continua così e ti farò godere come una pazza!
    Non riusciva a muoversi, a cambiare posizione, aveva quasi paura che mollare le chiappe di Charlie lo avrebbe condannato a precipitare in un abisso di piacere da cui non sarebbe mai potuto uscire. Quelle collinette morbide erano l'unico reale appiglio a cui la mente del cyborg (e le sue mani) si era aggrappata per non perdere totalmente il senno. Nonostante tutto gli venne quasi naturale cercare di aiutare quella piccola pervertita, spingendo delicatamente con i fianchi solo quando il suo cazzo fu per metà dentro di lei ed iniziò a sentirla rallentare per la fatica. Ma non potevano fermarsi proprio in quel momento e sicuramente nessuno dei due aveva la minima intenzione di negarsi quel piacere ancora più devastante che giaceva oltre la loro prima unione. Quel palo sintetico pulsava come un pazzo al solo pensiero per il povero cyborg era come ricevere continue coltellate allo stomaco che deformavano il suo bel visino che ormai non era più neanche in grado di tenere la bocca chiusa, lasciando perennemente schiuse le labbra così che il respiro pesante potesse fluire liberamente anche contro il viso della ragazza, quando essa crollò su di lui un attimo prima di unirsi a lui completamente.
    Puoi... puoi farcela, piccola pervertita... manca pochissimo... manca poco e avrai il mio intero cazzo dentro di te...
    Erano così vicini ma l'imbarazzo era qualcosa di totalmente lontano ormai e l'unico suo desiderio, ardente e incontrollabile, fu quello di baciarla nuovamente prima di riempirla del tutto. Aveva bisogno solo di un piccolo aiuto e finalmente Darty colse la palla al balzo, approfittando delle natiche aperte della sua compare per sfruttare di nuovo la sua maledetta lingua. Non appena vide la reazione di Charlie a quel prepotente ingresso, mise fine alla loro unione con un colpo di bacino che fece sparire gli ultimi centimetri dentro di lei obbligandolo a sigillare labbra e denti per impedirgli di emettere di nuovo un gemito al limite della decenza ma la sua faccia rossa fu una prova più che valida del piacere intenso che lo aveva travolto. Strizzò le natiche di Charlie con ancora più forza, tirandole ai lati opposti così da facilitare indirettamente il lavoro di Darty e solo a quel punto non ci pensò due volte a lanciarsi contro le labbra di Charlie, baciandola con il trasporto di qualcuno che ha davvero bisogno di sfogarsi e che ha tutta l'intenzione di farlo in quel bacio. Si sarebbe fatto strada con la prepotenza dentro la sua bocca, invadendola con la lingua come Darty aveva invaso il suo stretto orifizio e subito dopo avrebbe tirato indietro i suoi fianchi per uscire in parte da lei solamente per schiantarsi fino in fondo con un colpo violento del bacino che fece dondolare i suoi testicoli in maniera piuttosto dolorosa ma che era sicuro avrebbe stravolto Charlie fin dentro l'anima... almeno com'era successo con lui. Non era qualcosa su cui aveva riflettuto molto, era stato un gesto dettato da quello stesso istinto che lo aveva accompagnato fino a quel momento, un gesto che Genos avrebbe ripetuto una seconda volta e poi una terza, accorciando sempre di più il tempo tra un violento affondo e l'altro finché essi non ebbero più nessun attimo di pausa tra loro. Plap plap plap! Sarebbe stato l'unico rumore secco e ritmico a far vibrare le pareti della stanza mentre il cyborg donava a Charlie quel cazzo con una foga tale da mettere a dura prova le incredibili capacità delle interiora di quella giovane.

  3. .

    Credeva di dover trattenere Darty, che avrebbe provato a sfuggire alla sua presa e all'imminente ondata di seme ma rimase genuinamente sorpreso nel non percepire nessuna resistenza contro la sua gamba stretta intorno a lui e, invece, bruciante determinazione nell'accogliere quell'orgasmo direttamente nel suo piccolo corpicino. Affermare che Genos si stesse rendendo conto di quei dettagli, però, sarebbe stata un'enorme bugia perchè, in realtà, non c'era nulla intorno a lui che riuscisse a delineare o comprendere appieno se non in modo ovattato e sfocato. Ci sarebbero stati altri orgasmi così? Doveva abituarsi ad essi il più rapidamente possibile e riprendere il controllo della situazione altrimenti sarebbe caduto sotto il peso di quelle stravolgenti sensazioni che il suo stesso organismo non riusciva ad incassare per intero. Percepiva le sue dita calde e impazzite cercare rifugio e sfogo nelle carni di Charlie e la sua pelle bollente premersi sulla propria... o forse era il contrario? I seni di Charlie fungevano da perfetto cuscino dove sfogare la propria voce o almeno quel poco di voce che riusciva ad emettere quando i suoi stessi spasmi non lo strozzavano e il corpicino di Darty, a quel punto, doveva risultare un giocattolo erotico di tutto rispetto dal modo in cui il cyborg ancheggiava contro di esso come a voler spingere quella mostruosità in eruzione fin dentro la gola del vorace androide il cui coraggio e perversione gli permisero di salvaguardare, almeno in parte, la pulizia di quella stanza. La bocca di Darty, capace di sputare veleno senza sosta, si rivelò un ottimo contenitore dove scaricare il grosso del suo sperma e il fatto che lo tenesse saldamente ancorato contro di se, insieme alla libido vergognosa di quell'essere, fu sufficiente a spingerlo al suo limite fino a gonfiarlo e obbligarlo a staccarsi. I fianchi di Genos guizzarono verso l'alto e con essi nuovi fiotti seguirono con tale intensità da bruciare fin dentro l'uretra facendogli temere di aver rotto il suo pene poche ore dopo averlo ottenuto. Era stato... difficile associare un semplice aggettivo a quell'evento perché quando il suo corpo prese a rilassarsi con estrema difficoltà, il cervello del giovane cyborg riprese a funzionare correttamente, permettendogli di scandagliare i suoi dintorni. Era ancora stretto a Charlie, sua unica ancora di salvezza e le sue dita ancora spinte in profondità nel suo fiore si erano placate quando anche lei era riuscita a raggiungere nuovamente il suo apice. Bizzarro non se ne fosse quasi neanche accorto eppure la sua mano aveva agito di testa propria, non ricordava precisamente neanche cosa avesse fatto per farla gemere in quel modo ma accettò semplicemente quella stranezza come caratteristica delle sue nanomacchine. Il suo intero corpo cibernetico stava tentando di recuperare un certo livello di controllo e la sua luminescenza smetteva via via di pulsare e spegnersi a intermittenza ma quando Genos guardò verso il basso, affannato e coi capelli totalmente cadenti sul viso, non solo riuscì finalmente ad ammirare Darty totalmente devastato e ricoperto dal suo sperma dentro e fuori per la seconda volta ma si rese conto che il suo membro non si era afflosciato neanche per sbaglio. Doveva almeno essersi abituato a quello stato di erezione prorompente e totalmente insoddisfatta nonostante l'orgasmo esplosivo. Il suo cazzo troneggiava di fianco al piccolo androide come se nulla fosse accaduto, come se servisse altro a metterlo a nanna e quello gli provocò un misto di terrore e orgoglio.
    Ci pensò Charlie a rompere il ghiaccio e Genos ne fu lieto: ancora col fiatone si limitò ad inquadrare Darty in seria difficoltà mentre la ragazza lo punzecchiava e lui rispondeva a tono in un modo che lo fece lievemente arrossire. Stavano forse prendendo la cosa come una sfida? Il suo lato più prudente cercò di tornare a galla, di far notare a tutti che forse era meglio fermarsi e riposare, che non c'era bisogno di velocizzare così tanto le cose e che se avesse raggiunto un altro orgasmo del genere c'era il rischio che il suo membro sarebbe esploso in mille pezzi per lo sforzo. La realtà era che quell'affare non sembrava minimamente toccato da ciò che era appena avvenuto a differenza del suo proprietario. L'orgasmo non lo aveva intaccato, non lo aveva indebolito e, anzi, dava l'impressione di essere più eretto che mai. Era davvero il momento di essere prudenti? Si morse il labbro inferiore ripensando alle visioni che aveva avuto poco prima che le sue stesse nanomacchine avevano impiantato nel suo cervello... erano veramente solo desideri di quelle creature sintetiche? Era così imbarazzante realizzare che, a quel punto, aveva voglia non solo di scoparsi Charlie ma anche quel piccolo androide infoiato chiacchierone?
    Cercò di rispondere allo scambio fra quei due ma Charlie fu più rapida e prese la palla al balzo cadendo con tutte le scarpe nella provocazione di Darty. Non era pronto a resistere a quel cambio di posizione e per la ragazza fu semplice ribaltare la situazione mettendolo con la schiena sul materasso. Il volto di Genos era più caldo del suo intero corpo ma l'espressione stupita fu difficile da nascondere, almeno in un primo momento. Non seppe bene cosa fare se non lasciare che i suoi occhi cementificassero nella sua memoria l'immagine di quella giovane dalla pelle pallida e brillante finire di denudarsi sopra di lui. Il suo membro pulsò di gioia contro il ventre di Charlie e l'incredulità di Genos ben presto mutò in qualcosa di molto simile alla venerazione. Aveva ripetuto alla follia dentro di lui quando bella fosse Charlie ma ora quel pensiero suonò diverso, suonò molto più osceno e volgare, suonò dello stesso suono umido che aveva udito mentre la masturbava, suonava dello stesso suono dei suoi gemiti e lamenti o del suo respiro pesante. Si chiese se quella ragazza sarebbe stata capace di resistere alla furia che ardeva dentro di lui solamente per lei.
    Credo che stanotte mi prenderò ogni cosa di te...
    Le mani, che fino a quel momento avevano giaciuto incerte sul materasso si aggrapparono ai fianchi della ragazza, due tizzoni ardenti che minacciavano di ustionare e sciogliere quella morbida pelle. Rimasero lì per poco, risalendo la curva della vita fino a raggiungere le costole e più su quegli acerbi seni su cui le dita si chiusero come una morsa vogliosa per poi lasciarli andare e precipitare di nuovo verso il basso fin dietro ai suoi glutei che Genos afferrò con prepotenza, allargandoli abbastanza da mettere in mostra a qualcuno presente e in posesso di una lingua elettrica il roseo ano di Charlie. Mosse i fianchi ma in quella posizione c'era ben poco che potesse fare... era ovvio che spettava a Charlie il compito di affrontare quell'abnorme palo di carne che per ora si limitava a torturare il giovane cyborg con dolci scariche di piacere, nulla di comparabile a quelle del primo orgasmo, ogni volta che esso sfiorava il sesso della sua amante.
    Non vedo l'ora di vederti impalata sul mio cazzo... stavolta nessuna professoressa mi impedirà di farti gridare a squarciagola.
    Stava recuperando quel pizzico di arroganza che Darty gli aveva strappato a colpi di lingua elettrica ma era chiaro che quel suo atteggiamento fosse facile da distruggere... almeno finché non avesse acquisito più esperienza.

  4. .

    Quel piccolo maledetto esserino aveva tanto fatto il sapientino e il so-tutto-io, aveva giurato di difendere Charlie da ogni cosa e ora si stava strusciando sul suo cazzo come un animale in calore e si stava impegnando al punto che la mente di Genos tornò indietro sui suoi passi, iniziando a provare un pizzico di pentimento per averlo invogliato a dargli di più... perchè Darty lo fece senza pensarci neanche un secondo. Quel suo corpicino morbido abbracciava la sua turgida virilità come un caldo cuscino tanto da fargli temere di poterne divenire dipendente. Aveva voluto mantenere il controllo ma aveva anche sottovalutato la mole di sensazioni che gli si sarebbero riversate addosso non appena fossero entrati in una fase più "avanzata" della loro serata e ora non riusciva a contenerle. Il calore e la morbidezza di Charlie contro il suo corpo sintetico, vedere come la sua stimolazione la facesse piegare in preda al piacere ma soprattutto udire quei versi volgari e vogliosi erano stati un nettare fino a quel momento ma ora si stavano velocemente trasformando in un piacevole veleno, una droga che lo stava portando alla follia. Il suo cervello non faceva altro che desiderarne ancora e trasferiva quel desiderio ad ogni terminazione nervosa del suo organismo che reagiva rendendo addirittura la sua pelle così sensibile da riuscire a delineare con minuzia millimetrica la forma dei suoi capezzoli contro le labbra affamate e alla ricerca di qualcosa su cui sfogare l'intenso piacere tra le proprie cosce.
    Non ti fermare... non ti fermare... Fermati o perdo la testa! Non ti fermare per nulla al mondo...
    Biascicava povero d'ossigeno contro la pelle del petto di Charlie che ormai, ai suoi occhi, era alla stregua di una tavolta imbandita. Genos faticava a parlare e alternava i momenti in cui la sua bocca era impegnata a mordere e leccare i seni di Charlie a momenti in cui, riprendendo invano aria, pregava Darty di dargliene sempre di più, di non fermarsi, in antitesi con i suoi penseri che lo imploravano di avere pietà. Era come se il vero cyborg, quello prudente ed educato stesse tentando in tutti i modi di venire fuori, gridando da un piano differente da quello terreno. Nessuno poteva sentirlo a differenza del Genos corrente, un ragazzo ormai totalmente preso da quelle sensazioni e che in Charlie trovava la sua valvola di sfogo, il suo appiglio dove aggrapparsi con tutta la forza possibile. C'era da chiedersi, soprattutto, l'esame di ingresso lo aveva reso davvero così forte? Il cyborg scavava dentro di lei con le sue dita con tale forza e velocità da mettere in imbarazzo qualunque giocattolo erotico la studentessa avesse mai usato. Quella mano pareva avere vita propria e una vasta conoscenza della fisionomia di una vagina femminile e soprattutto una ferrea memoria di ogni punto debole di Charlie.
    Ci manca così poco... così poco...!
    Strabuzzò gli occhi quando Darty si fece più vorace, strozzando un gemito acuto e vergognoso premendo il viso sui seni di Charlie con un'intensità che mise a dura prova la resistenza dello sterno della ragazza e a quel punto cedette totalmente, abbandonandosi solo alla voglia di venire e di venire in maniera esplosiva. Non smise mai di masturbare ferocemente la sua compagna ma per un attimo la sua attenzione si spostò sui fianchi che iniziarono a spingere verso l'alto come impegnati a penetrare una vagina immaginaria o dalla forma molto simile a quella di un androide infoiato. Se Darty avesse esercitato la giusta resistenza invece di lasciarsi lanciare su e giù da quei movimenti, si sarebbe ritrovato ad abbracciare quell'enorme verga mentre essa si strofinava su di esso sempre più presa dalla stimolazione di quella sporca lingua elettrica. Il piccoletto la faceva guizzare ovunque sulla sua cappella e quelle piccole scariche si trasformavano in vere e proprie tempeste di piacere che il suo sistema nervoso disseminava in ogni direzione. Perchè la sua prima esperienza doveva essere così terribilmente intensa e stravolgente? Era un rottame gettato addosso a quella povera ragazza, i suoi occhi glitchavano sempre più spesso, i capelli si accendevano e spegnevano a intermittenza e il suo corpo era così carico di energia soprattutto nel suoi genitale che gli sembrava di esplodere e più quella sensazione di climax si faceva vicina più lui si avventava sul sesso di Charlie con la sua mano desideroso di vederla raggiungere di nuovo l'apice. Stavolta insieme.
    DaaaAAaaaAAAaaartyyyyy...!
    Era sicuramente un bel pensiero quello, raggiungere l'orgasmo insieme alla giovane di fianco e sotto di lui allo stesso tempo ma quando Darty passò al livello superiore e Genos sentì quella sporca lingua infilarsi nell'uretra e stimolarlo dall'interno con quelle scariche elettriche ancora più intense, quell'intenzione si fece nebbiosa, più una semplice speranza perché ormai preda di una folle trance il giovane cyborg ci mise molto poco ad esplodere e farlo all'improvviso. Gli ultimi gesti furono nascondere il viso tra i seni di Charlie, riempire la sua fica con le sue dita spingendole il più a fondo possibile e poi gridare contro la pelle della giovane mentre il suo intero corpo veniva colpito da spasmi che fecero affievolire la luminescenza in tutto il corpo, intensificandola solamente nel suo basso ventre. Sentì i suoi testicoli strizzarsi come spugne e poi pulsare dolorosamente e solo in quel momento inarcò i fianchi verso l'alto rilascando i primi getti di quella sostanza molto simile a sperma ma più fluorescente e satura di energia e calore. Quel grosso cazzo eruttò come un vero vulcano e neanche il cyborg ebbe il totale controllo della direzione del suo orgasmo che se in primo momento partì direttamente in verticale ben presto divenne schiavo delle pulsioni del giovane che non riusciva a mantenere per più di pochi secondi la stessa posizione. Solo una cosa riuscì a fare con una velocità fulminante: pochi attimi dopo i primi fiotti, una gamba si sarebbe chiusa come una tagliola intorno alla minuta figura di Darty, obbligandolo per la seconda volta a venire inondato dal suo secondo dirompente orgasmo che sporcò le sue stesse gambe e ventre, il letto dove si trovavano e sicuramente anche il corpo di Charlie.
    Prendi questo piccolo pervertitoooooo!
    La sua voce era distorta e acuta e si stupì di essere riuscito a mettere insieme una frase così lunga in quello stato ma per farlo aveva dovuto sollevare il viso dall'espressione completamente devastata dal piacere e la pelle rossa come quella di un peperone e così i suoi occhi tornarono ad ammirare il bellissimo volto di Charlie mentre il suo corpo non sembrava essere capace di smettere di venire, non fino a che non avesse visto anche lei raggiungere il suo apice.

  5. .

    Il totale controllo che aveva in quel momento gli donava un piacere che aveva provato soltanto nell'istante in cui era riuscito a soverchiare Mishima. Ogni fibra sintetica del suo corpo e le stesse nanomacchine che lo componevano fremeva compiaciuta e desiderosa di averne ancora di più ed era un impulso che via via diveniva sempre più difficile controllare rischiando di scatenare una passione troppo intensa in un arco di tempo troppo breve. Avere Charlie, vicino a lui, totalmente preda del godimento che era lui stesso a generarle semplicemente coccolando il suo sesso con le dita era sufficiente a scaldarlo e illuminarlo e a farlo sentire potente e più Genos faceva sua quella convinzione più le nanomacchine la foraggiavano senza pietà trasformando anche i più piccoli stimoli in qualcosa di insostenibile. Inutile, poi, parlare della libidinosa accondiscendenza di Darty che le nanomacchine avevano registrato nella loro memoria nel momento in cui il piccolo robot era rimasto estasiato davanti quella verga alla sua prima apparizione. Genos aveva in parte mentito, non era vero si fosse accorto dell'espressione dell'androide eppure era perfettamente consapevole che quella creaturina fosse attratta da quel palo di carne sintetica traboccante di potere segno che il suo corpo lo stava assistendo al cento per cento in quel momento fornendogli dettagli che gli erano sfuggiti e capacità che mai avrebbe potuto sfoggiare solamente con le sue scarse conoscenze.
    Non ci credo... la tua figa è totalmente aperta... questa piccola pervertita vuole un cazzo simile anche dentro di lei...
    Era bastato poco alle nanomacchine per "analizzare" lo stato pietoso in cui versava il sesso di Charlie solamente muovendo le dita all'interno di esso. In breve tempo semplicemente Genos lo seppe. Seppe perfettamente che l'apertura era quella di un fiore pronto e desideroso di accogliere un sesso maschile e l'unico presente in quella stanza era proprio il suo e non ci aveva pensato due volte ad approfittarne continuando a sussurrare come un demonio in direzione di Charlie, in direzione del suo orecchio nell'attesa che Darty giungesse a destinazione.
    Non preoccuparti, arriveremo anche a quello, ma prima voglio scopare quella bocc-Aaah...!
    Di certo non si sarebbe mai aspettato di essere così sensibile anche lì e sicuramente ne Darty ne Charlie si sarebbero mai aspettate di udire un gemito così intenso, improvviso e incredibilmente gradevole all'udito. Genos aveva cercato di mantenere quell'aria da dominatore per tutto quel tempo e finché Darty non allungò le mani sul suo affare riuscì a farlo senza problemi. Gli piaceva schiacciarsi contro Charlie al punto da sovrastarla col suo corpo, sussurrarle all'orecchio, sfiorarle le labbra con le proprie senza però baciarla e stimolare il suo sesso abilmente ma non appena il piccolo androide abbracciò il suo membro, il cyborg si rese conto di quanto le sue nanomacchine lo avessero reso sensibile. In tutta risposta affondò brutalmente le dita nel sesso di Charlie per sfogare la tensione e premette il suo intero corpo sulle curve della ragazza per poter affondare il viso nel suo collo e morderla nello spazio tra collo e spalla subito dopo essersi lasciato sfuggire quel lussurioso verso. Il morso durò un attimo e immediatamente Genos allontanò il viso dalla carne segnata della giovane, respirando con l'affanno di un uomo al suo decimo orgasmo... lui però non si sentiva neanche lontanamente vicino all'apice. Il membro rilasciò una pulsazione che Darty avrebbe percepito facilmente e il cyborg approfittò di quel momento per cercare di giustificare l'accaduto, quasi mortificato da quello spettacolo pietoso che aveva messo in piedi. Il suo corpo lo stava trasformando in una macchina del sesso e ora si scioglieva per un semplice abbraccio? Che figura ci faceva!
    A... a quanto pare ho sottovalutato la sensibilità del mio nuovo caaaaaaahhhh...
    Abbracciare il suo cazzo era stato piacevole ma la lingua elettrica fu come una coltellata che lo portò a spalancare di nuovo la bocca mentre i suoi occhi tornavano a glitchare e la voce si piegava in un gemito degno della peggior troia di bassa lega. Era stato in controllo fino a quel momento ma ora sentiva di essere diventato lui lo schiavo di quella stimolazione a cui rispose ancheggiando quasi inconsapevolmente. Era un piacere così intenso da annebbiargli la mente e la vista e per Darty sarebbe stato, via via, come coccolare un vero e proprio tizzone ardente. Quel gigantesco cazzo rispondeva alle attenzioni del robottino pulsando ed emettendo gocce di un liquido cristallino simile a sperma ma dall'incredibile carica energetica mentre il cyborg faticava a mantenere un filo di contegno, schiacciandosi sempre di più prima sul collo di Charlie con il viso e poi tra i suoi seni.
    M-Mio Dio, continua Darty... ancora... di più... ti farò tutti i favori che vuoi ma non smettere di venerare quel cazzo...
    Bofonchiava con la bocca affondata tra le morbide grazie della ragazza che un attimo dopo avrebbe potuto ammirare gli occhi incandescenti del cyborg fissarla, appesantiti da un piacere che non riusciva a gestire e sopportare.
    Darty è una tua creazione... è colpa tua se sono in queste condizioni... maledetta, godi...!
    Una motivazione piuttosto forzata per giustificare l'improvviso affondo delle sue dita dentro di lei. Fino a quel momento si era limitato a stimolarla dolcemente ma per come era stato prima con la sua lingua, ora erano le dita del giovane cyborg a stravolgerle l'esistenza, accanendosi sul suo povero fiore già colpito da un primo orgasmo senza la minima pietà. Genos lasciò agire il suo corpo e le sue nanomacchine ed esse si scatenarono di nuovo nelle carni di Charlie muovendosi in esse e toccando gli stessi punti che l'avevano fatta inarcare e godere come una vera puttanella con l'unico scopo di farle raggiungere un secondo orgasmo ma stavolta un climax molto più "pirotecnico" del primo, un orgasmo che le avesse permesso di rilasciare il giusto quantitativo di umori da inondare il suo cazzo e prepararlo alla fase successiva.

  6. .
    Informazioni Richiedente:
    CITAZIONE
    Nome: Gilbert Poltergeist
    Livello: 4
    Energia: Dragon Lord
    Abilità Fisiche: Gigas EX, Mach 5, Shell 5, Jumper 4, Sense 5, Strike 5, Vision 5, Energy 5, Charge 5.
    Livello del Potere: 4
    Tecniche Personali: Penetrator, Pain Sorrow, Reject, Dash, Moral Degeneration, Evil Division, Bloodsteel, Snatch, Butcher, Waste, Dark Unity, Orb of Spite, Darkforge, Critical Flesh, Void Flare, Wicked Love.
    Tecniche Arte magica: Ninjutsu #2, 4, 10, 13, 14, 18, 25. Rinjutsu #1, 2, 9, 11, 16, 20. Juinjutsu #1, 2, 5, 9, 10, 11, 15, 20, 21, 22, 25, 26. Eromanzia #1, 2, 5, 8, 10, 11, 14, 15, 24.
    Armi & Equipaggiamento: Nimue (arma personale), Zanbato Potens, Dono del Patto: Lanterna delle anime.
    Operazione richiesta: Operazione Gemma
    Informazioni extra: Livello di allarme +2, Gemma dell'infinito interessata: Morgan.

    Descrizione del Luogo
    CITAZIONE
    [Villa abbandonata dei Fleurdelis] Enorme villa dalla struttura antica che è riuscita a mantenere unicamente la sua anima in marmo, poiché il resto risulta del tutto smantellato. Un tempo a due piani, la villa è una piazza rettangolare larga 25 metri e lunga 40 metri, con un soffitto di ben 15 metri totali considerata anche l'assenza di un piano sotto il soffitto, quindi è possibile vedere dall'interno la sommità che si allunga verso l'alto formando due punte. Ovviamente un edificio di queste dimensioni possiede delle colonne portanti, solide e praticamente indistruttibili se non dai più violenti assalti, in purissimo cemento armato: spesse un metro alla base e distanti circa 10 metri tra di loro. Durante il giorno la villa è estremamente illuminata essendo del tutto aperta, mentre di notte le vetrate cupe e sporche impediscono parzialmente alla luna e alle stelle di illuminarne l'interno che rimane in una penombra perenne.

    Il mio nome è Fleurdelis Ecclesia e spero che la mia famiglia possa perdonarmi per ciò che sto per fare...

    Chi cerca potere non ha bisogno di indicazioni, non ha bisogno di guide e tanto meno ha bisogno di aiuto. Non importa dove ci si trovi, cosa si stia facendo, quando il potere chiama, chi ne è degno sente il suo richiamo come un eco in fondo ad una grotta e talvolta la grotta ha l'aspetto di una vecchia villa abbandonata nelle distese fredde, innevate e dimenticate di Londra dove il gelo perfora la pelle e la neve candida sembra provenire da mondi alieni. L'ingresso sgangherato indica un nome anche se privo di qualche lettera: "Fleurdelis". Un cognome dimenticato e sicuramente di ben poca importanza per colui o per coloro che varcheranno quella soglia inebriati da un canto femminile simile a quello di una sirena. Il luogo è totalmente deserto e lo è anche la villa fatta eccezione per una singola pagina bianca che spicca sul pavimento polveroso e antico che brilla quasi di luce propria. Il canto proviene da lì ma... è davvero un canto o è il pianto di una richiesta d'aiuto?
  7. .

    In una situazione diversa avrebbe riso di quell'improvvisa presa di posizione di Darty a suo favore arrivando perfino a diventare la voce della coscienza di Charlie, una voce che le sussurrava la migliore via per salvaguardare la propria sanità mentale ma ora che giaceva tra le cosce della giovane l'unica cosa che riuscì a fare fu essere onorato di aver guadagnato un alleato simile che, inaspettatamente, cercava di deviare quella nottata nella medesima direzione che stava percorrendo Genos. Lo tenne per se ma gli aveva dato l'impressione di essere un piccolo guastafeste con tutti quei discorsi sul voler proteggere la povera giovane da chissà quali pericoli e invece ora fungeva da seconda bocca per il cyborg che da quella posizione l'unica cosa che non riusciva a fare era parlarle a pochi centimetri dall'orecchio così da penetrare con le parole fin dentro al suo cervellino. Non poteva lamentarsi, però, perché se la sua bocca e la sua lingua erano più che occupate lo stesso non poteva dire delle proprie orecchie, benedette da quei cori angelici che erano i versi di una Charlie combattuta tra il suo desiderio di gridare a squarciagola e la ferrea consapevolezza che se l'avesse fatto l'avrebbero sentita per le prossime dieci camere. Forse non voleva dargli la completa soddisfazione (anche se, in quello, aveva già fallito) o forse non sopportava di sentire la propria voce in quello stato ma una cosa era certa: non le avrebbe dato la possibilità di trattenersi così a lungo.
    Aveva percepito il piacere della stretta del suo sesso sulla lingua e non c'era modo che potesse fermarsi solo a quello, solo ad un misero orgasmo quando il suo corpo sembrava capace di potergliene donare a decine con il minimo sforzo quindi, mentre se ne stava con la guancia sul suo monte di Venere ad ammirarla in quello stato meravigliosamente pietoso e distrutto, Genos decise che quella notte avrebbe demolito quella ragazzina fino a farle dimenticare di non essere soli in quell'enorme scuola. Aveva sentito qualcuno parlare di una regola che vietava il sesso? Forse se l'era immaginato...
    Quindi era questo che cercavi di nascondere... il fatto che la piccola criminale Charlotte è anche una grandissima pervertita...
    Il racconto di Charlie lo aveva stupito. Era chiaro che lei fosse una giovane in piena tempesta ormonale ma un aneddotto simile era difficile da associare ad una cervellona come lei e di nuovo il suo cervello, in combutta con le nanomacchine, proiettò nella sua testa l'immaginario di lei impegnata a strozzarsi con un dildo molto simile, in apparenza, al suo membro. Mentre Charlie lo raccontava lui ce l'aveva letteralmente davanti agli occhi e quello fu sufficiente a far pulsare per l'ennesima volta quella verga che ancora gridava attenzioni al punto da costringerlo a stringere i denti, per una volta, e contenere delle voglie che bruciavano dentro come un fuoco incontenibile.
    Molto bene, sono di parola. Tu mi hai detto il tuo segreto e ora ti farò sentire qualcosa che condivideremo solo noi due...
    Carezzò l'interno delle cosce di Charlie, il cyborg, mentre faceva scivolare di nuovo il volto tra di esse. La lingua lunga serpeggiò sul suo clitoride torturato e poi intorno al suo sesso fino a leccare anche parte dell'interno coscia imbrattato da quei dolcissimi umori che timidamente erano colati fuori durante l'orgasmo. Si preoccupò di pulire quel pasticcio, socchiudendo gli occhi beato, lasciando che quella propaggine di nanomacchine tornasse dolcemente a penetrarla quel tanto che bastava ad inzupparsi maggiormente di quei succhi che sembravano fungere da fonte di energia per la sua cocente libido. Non fu intenso come la stimolazione precedente ma Genos si assicurò che per Charlie sarebbe stato come un piacevole massaggio post-orgasmo, un massaggio con lo scopo di rilassarla e far tornare il suo respiro regolare. Si concesse qualche secondo tra le sue gambe per poi tornare in superficie e risalire con tutto il corpo fino a sdraiarsi di fianco a lei, abbastanza vicino e attaccato da farle sentire di nuovo l'intero calore di quel corpo sintetico.
    Guarda che cosa mi hai fatto... Sussurrò al suo orecchio, indicandole con lo sguardo di guardare verso il basso. Non era la prima volta che si rovinava i vestiti in una rissa, rimanendoci male, ma era la prima volta che non gli interessò minimamente del destino di un semplice capo di abbigliamento. Le nanomacchine attaccarono il tessuto dei pantaloni divorandolo come uno sciame di formiche di fuoco denudando in pochi attimi il cyborg dalla vita in basso lasciandolo solo con le scarpe. Ciò che venne liberato non aveva le stesse dimensioni di quando era stato montato, era più grosso, spaventosamente più grosso e ancora non sembrava ancora totalmente in erezione ma abbastanza floscio da potersi adagiare sulla coscia di Charlie come un enorme pezzo di carne ben cotta... o almeno quella doveva essere la sensazione. Il membro di Genos era in apparenza meccanico ma a contatto con la pelle dava un'impressione totalmente diversa. Nonostante le scanalature emettessero una luminescenza rossa pulsante non sembrava poi così diverso da un membro carnoso al tatto salvo che le dimensioni non erano paragonabili a quelle di un semplice ragazzo di 16 anni. A tratti appariva buffo quell'arnese totalmente nero e rosso attaccato ad un corpo dalla colorazione candida quando non corrotto dal suo stesso potere e in più per quanto Genos fosse allenato e grosso, le proporzioni erano totalmente sballate. Era palese che un affare simile non poteva raggiungere il giusto grado di erezione solamente grazie a pensieri e belle parole nonostante i testicoli neri sotto di esso fossero così gonfi da sembrare pronti ad esplodere.
    Servirà che qualcuno lo prepari ma io ti voglio qui per me quindi... Sollevò gli occhi verso Darty, degli occhi così taglienti da fare quasi paura ... Darty potresti pensarci tu? Ho visto come lo guardavi la prima volta...
    Era un dettaglio che non aveva dimenticato e soprattutto aveva bisogno che il piccolo robottino si dedicasse a qualcosa che li lasciasse per un attimo da soli perché non appena Darty si fosse allontanato, Genos avrebbe avvicinato le labbra all'orecchio di Charlie fino a quasi toccarlo con esse facendole sentire il respiro caldo fin dentro al cervello, il respiro caldo di qualcuno che stava cercando di trattenere chissà quale belva giovanile.
    Preferisci coccolare e venerare quel cazzo mentre ti guardo ingoiarlo fino alle palle o vuoi che quando sarà duro e pronto io ti scopi quelle belle labbra fino a strozzarti e sborrarti in gola? Decidi tu... hai tempo fino a che Darty non avrà finito.
    Sussurrò a bassissima voce nell'orecchio della ragazza. Il grande segreto che Genos e Charlie avrebbero condiviso (e forse anche Darty) era il lato più scurrile del giovane che fino a quel momento aveva nascosto dietro ad un'educazione impeccabile. Questo non gli impediva di disprezzare il linguaggio volgare ma decise di fare uno strappo alla regola solo per lei. Avrebbe sedato un primo tentativo di risposta con un'improvvisa penetrazione del suo dito indice e medio nel sesso di Charlie. Non sarebbe stato rude successivamente, limitandosi a muoverle al suo interno con dolcezza come a volerla coccolare nell'attesa della sua decisione così da potersi godere anche le attenzioni di Darty di cui era particolarmente curioso.

  8. .

    Charlie rischiava di diventare una vera e propria droga per quel giovane cyborg che, nonostante l'apparente incredibile abilità in quelle pratiche, era in realtà alla sua prima esperienza con una ragazza e ciò lo rendeva fortemente sensibile ad ogni verso della giovane e ogni spasmo del suo tenero corpicino. Era piuttosto soddisfacente pensare che fosse lui l'artefice di quella meravigliosa sinfonia di sospiri, gemiti, lamenti e acutissime grida di sorpresa e quello non faceva altro che spronarlo a spingere il suo corpo al massimo delle sue capacità solamente per poterne udire molti di più fino a portare Charlie al suo limite ultimo. Desiderava sentirla contorcersi su quel letto, cercare ancora di assumere strane pose per incassare meglio le scariche di piacere ma soprattutto aveva ancora una voglia matta di percepire quelle sue mani delicate tra i capelli, anche loro incerte su quale messaggio suggerire al ragazzo. Non ebbe mai nessuna intenzione di fermarsi per cui fu buffo che di tanto in tanto la debole pressione tentasse di allontanarlo con pochissimi risultati per poi cambiare immediatamente idea e tornare a schiacciarlo tra le cosce di Charlie. Ciò che però lo incuriosì più di ogni altra cosa furono i risultati dei disastri di Charlie che sentì direttamente in bocca e intorno alla lingua. Ebbe la surreale impressione che quel sesso non si impegnasse solo a comprimere la sua lingua ma anche ad abituarsi e modellarsi intorno ad essa rendendo i suoi movimenti sempre più fluidi e meno impegnativi mentre il sapore dei suoi succhi aveva degli effetti quasi afrodisiaci o inebrianti di cui non poteva ignorare gli effetti tra le sue di gambe. Si impegnava a mantenere una facciata risoluta e l'espressione di qualcuno che ha totalmente tutto sotto controllo, un vero e proprio latin lover che mette il piacere della sua donna prima del suo ma se Charlie avesse potuto vedere in che condizioni pietose si trovava nella zona del basso ventre non si sarebbe sorpreso di vederla di preoccupata per l'incolumità del suo intero corpo. Genos non doveva solo fare i conti con gli effetti concreti sul suo corpo delle continue pulsazioni di quella mostruosità sintetica ma soprattutto delle influenze mentali che lo accompagnavano secondo dopo secondo. Vedeva Charlie, quella reale, di fronte a lui, devastata da quelle nuove sensazioni giacente a gambe aperte ma la vedeva anche leggermente più a sinistra mentre il sottoscritto la montava come un toro e riusciva a vederla anche poco più a destra, inginocchiata di fronte a lui piena della sua carne turgida fin nelle profondità del suo stomaco. Quelle immagini erano continue, sempre più vivide e reali ed era come fare sesso durante la visione di una moltitudine di porno nello stesso momento: l'effetto era devastante. Il desiderio di strapparsi quei pantaloni di dosso e far vedere a Charlie cos'era riuscita a creare cresceva drasticamente ma doveva avere pazienza e non cedere alle voglie di un corpo provvisto di un'esperienza inconscia che rischiava di velocizzare troppo il loro incontro.
    Quindi non hai intenzione di raccontarlo? Questo mi rende triste...
    Non accettò l'idea che Charlie lo privasse di un aneddoto di tale levatura dopo che insieme ne avevano passate così tante e ora si ritrovavano addirittura alle porte di una notte di fuoco. Le sue nanomacchine vibrarono irritate mentre il suo sguardo bionico registrava le condizioni misere in cui versava la giovane, gettata su quel letto come in preda ad una terribile febbre. Era tutta opera sua? Quella grossa lingua sembrò quasi schioccare come la coda di un serpente a sonagli e il suo Core si accese di tronfio calore come un gallo che fiero gonfia il petto al centro del pollaio. Darty gli dette un motivo per leccarsi nuovamente le labbra e decidere di mettere Charlie un pizzico in difficoltà.
    E che animale sia allora! Ma sappi Charlie che se non me lo dirai... questa tortura non avrà mai fine. Vedremo quanto resisterai.
    Genos non diede il tempo a Charlie di elaborare quella suadente minaccia di un piacere infinito se non avesse raccontato quel misterioso aneddoto che ora il cyborg stava usando come mero strumento per dare un po' di pepe a quella nottata tutta per loro due... anzi tre. Darty si era dimostrato un valido alleato e quello stupì abbastanza il ragazzo che lanciò nella direzione del piccolo androide un rapido occhiolino prima di tornare in immersione e sparire tra le gambe di Charlie una seconda volta. Schiuse le labbra una volta di fronte al suo sesso lasciando fluire la grossa lingua di nanomacchine simile ad un tozzo rettile dalla pelle nera e leggermente frastagliata. I continui movimenti simili a quelli di un fluido delle nanomacchine mettevano in mostra stralci di rovente energia all'interno di essa che la rendevano abbastanza calda da non poter ignorare la temperatura ma non così tanto da poter provocare anche la minima ustione. Genos premette il viso contro il fiore "mutato" di Charlie e stavolta la penetrazione non fu graduale o dolce ma incredibilmente diretta come l'affondo di una lancia di fuoco mentre il ragazzo spalancava la bocca per potersi spingere il più a fondo possibile e riempirla di un carne che non si avvicinava neanche lontanamente alle dimensioni della sua erezione. Chissà che faccia avrebbe fatto Charlie nel ritrovarsi davanti un tale abominio sintetico. Il pensiero lo fece sorridere mentalmente ma non appena le sue mani si ancorarono alle cosce della ragazza, il cyborg recuperò immediatamente la concentrazione tornando a far muovere in maniere apparentemente irregolari la sua lunga lingua dentro di lei... ma era davvero irregolare o casuale? Charlie avrebbe potuto percepire, visto che il corpo era il suo, che ogni torsione, ogni piegatura, ogni penetrazione andavano a stimolare zone del suo sesso sempre diverse alla ricerca di quelle che generassero le reazioni migliori e più intense e solo quando ne ebbe trovate il giusto ammontare sarebbe passato alla seconda fase del suo piano. Stimolarla in quel modo poteva essere sicuramente molto intenso per una ragazza alle prime armi come lei ma era sicuro che si sarebbe abituata prima di quanto il cyborg potesse immaginare e quindi c'era bisogno di un approccio più... esotico e meno comune, un approccio che solo un essere sintetico si poteva permettere. La sua lingua aveva già assunto delle dimensioni superiori a quelle di un comune umano ed era quindi in grado di toccare punti che una normale lingua non riusciva neanche a sfiorare ma quando l'intero corpo di Genos tornò ad accendersi e ad allargare parte della sua pressione energetica era chiaro che qualcosa di ben peggiore stesse per arrivare. Iniziò come una leggera torsione ma secondo dopo secondo quelle che sembrarono delle semplici torsioni si sarebbero rivelate delle vere e proprie rotazioni. Genos si spinse in avanti col viso così da riempirla quasi del tutto e quelle sue abili stimolazioni ripresero con l'aggiunta di una continua e crudele rotazione di quelle ruvide nanomacchine capaci di ingrossarsi nei punti giusti dando alla sua lingua non solo una superficie ruvida ma anche piena di "fastidiose" protuberanze capaci di spingere sulle sue pareti interne in ogni direzione e anche tutte insieme nello stesso momento. Era come avere all'interno della propria vagina una moltitudine di lingue impazzite che non vedevano l'ora di portare al limite Charlie più e più volte e solo quando il cyborg si ritenne soddisfatto interruppe lentamente quella piacevole tortura, sfilando centimetro dopo centimetro la lingua dalle interiora della ragazza per poi concludere con una lunga lappata sul suo clitoride, premendo su di esso con la giusta dose di crudeltà. Si posò con la guancia sul suo monte di Venere, tornando a carezzarle la parte superiore delle cosce con entrambe le mani, una per ogni gamba.
    E' il momento di cantare, cattiva ragazza, oppure questa tortura ricomincerà, non sei d'accordo Darty?
    Era chiaro, ci stava davvero prendendo gusto a fare il sadico e dominante torturatore se a subire era la sua piccola e colpevole Charlie.

  9. .

    La sua fantasia iniziò a viaggiare in luoghi dove non credeva di poter giungere. Cosa celava Charlie di tanto segreto tra le sue gambe? La sua conoscenza base dell'anatomia umana suggeriva la presenza di una semplice vagina ma una tale segretezza, una tale suspense dovevano essere motivate da qualcosa di davvero unico e potenzialmente molto imbarazzante. Che non ci fosse stato nulla? Charlie poteva essere piatta come una bambola, il che avrebbe reso tutto un tantino più difficile. Ne aveva due? Possibile ma nulla di incredibile. Aveva i denti? Quell'opzione lo spaventò un pochino e temette che quella ragazza potesse essere una specie di creatura aliena multiforme a cui piaceva sedurre e divorare poveri giovani uomini attraverso il suo organo genitale. Quante possibilità c'erano che continuando ad abbassarle pantaloni ed intimo si sarebbe ritrovato davanti una vagina dentata provvista magari di una piccola lingua con all'estremità una bocca ancora più piccina e letale? Ma soprattutto perchè ognuna di quelle opzioni non sembrava essere sufficiente a placare la sua tremenda eccitazione? Cercò comunque di mantenere un certo controllo, continuando, facendo scorrere le mani verso il basso, a far calare gli indumenti di Charlie fino all'altezza del pube dove interruppe le continue coccole alla pelle della ragazza per scostare il capo e permettergli, finalmente, di ammirare il tanto agognato segreto. L'opzione della bocca aliena non venne assolutamente scartata, pertanto Genos tenne ben tesi i muscoli del collo, pronti a far schizzare il suo viso a destra o sinistra così da schivare attacchi improvvisi di propaggini killer mentre superava la linea dei fianchi ampi per mettere a nudo l'intimo della giovane. Ebbe un leggero sussulto e strizzò gli occhi quando i pantaloni e l'intimo furono all'altezza delle cosce, un piccolo tentativo di schivata preventiva verso un ipotetico attacco che non giunse mai. Era in salvo quindi poteva dedicarsi ad esaminare meglio la meta raggiunta, nonostante le nanomacchine stessero premendo per avventarsi su quelle dolci carni con la furia di un mastino.
    Inarcò un sopracciglio, perplesso, nel constatare che il pube di Charlie non solo non possedeva nessuna traccia di peluria ma, ai suoi occhi robotici, non poteva sfuggire il dettaglio che non fosse letteralmente presente nessun pelo. Era davvero lucida e chiara come fatta di porcellana ma la caratteristica che saltò subito all'attenzione del cyborg fu la bizzarra colorazione del suo sesso, di un nero molto simile a quello del suo trucco insieme alla presenza di una strana bioluminescenza violacea. Non c'era traccia di denti quindi per quanto uguale ad una vagina simil-aliena non c'era pericolo che tentasse di divorarlo in un singolo boccone. Invece, davanti ad un Genos confuso ma arrapato da quella nuova scoperta, la ragazza si sentì in bisogno di approfondire i motivi alla base dell'estetica alternativa dei suoi genitali che potevano essere riassunti semplicemente con "l'ennesima idea terribile di Charlie". Dopo aver rubato documenti secretati, dopo averlo trascinato nella downtown di Kurayami, dopo aver tentato maldestramente l'acceso ai sistemi della scuola scopriva che aveva addirittura tentato di fabbricarsi un dildo da sola con quei... risultati?
    Non poteva però ignorare l'estremo imbarazzo di Charlie nel mettere in mostra quella parte del suo corpo che, ai suoi occhi, non era poi così strana, almeno in senso negativo. Con un leggero sorriso sul volto, quasi rassegnato all'imprevedibilità della ragazza, Genos continuò fintamente inconsapevole della "diversità" della sua partner a sfilare il suo abbigliamento completamente per poi gettarlo alle sue spalle noncurante di dove sarebbe finito. Non ebbe fretta di risponderle o di esprimere immediatamente un giudizio quindi, se Charlie avesse continuato ad osservarlo, lo avrebbe visto sollevarle delicatamente la gamba sinistra fino all'altezza del volto ora che era completamente inginocchiato al bordo del letto. Posò dei leggeri baci prima sulla caviglia per poi risalire lentamente tutta la lunghezza del suo arto concentrandosi maggiormente prima sui suoi polpacci e poi sull'interno della coscia mentre bacio dopo bacio si avvicinava sempre di più al fulcro dell'imbarazzo di Charlie. Girò intorno ad esso, scorrendo con le labbra umide e calde sul suo pube, fermandosi al centro per poi sollevare lo sguardo verso gli occhi blu della giovane.
    Raccontami come fai a saperlo... potrebbe eccitarmi ancora di più.
    Era incredibilmente calato nella parte al punto da non mostrare più nessun segno d'esitazione. Quello era un gioco di parti e le nanomacchine lo stavano aiutando a recitare la sua al meglio possibile donandogli un tono estremamente affilato e profondo mentre parlava tra i delicati baci che mai smetteva di posare su quella pelle totalmente liscia. Le aveva detto di non chiedere? E invece Genos puntò immediatamente prima a quell'argomento e subito dopo, prima ancora che iniziasse a rispondere o tentasse di non farlo accampando scuse, puntò a quella meravigliosa intimità, abbassandosi tra le gambe di Charlie cosìcchè l'ultimo bacio sfiorasse il suo clitoride e quello successivo le grandi labbra. Un altro peccato si aggiunse alla lista di cattive azioni della giovane quindi il cyborg non si sentì minimamente in colpa delle reazioni che avrebbe potuto avere quando all'ultimo bacio seguì una lunga e ruvida leccata su tutta la superficie partendo dal basso fino a raggiungere il clitoride che stuzzicò con la punta della lingua. Di nuovo non aveva idea di cosa stava facendo ma quei gesti vennero così naturali che il cyborg non si pose altre domande passando immediatamente alla passionale seconda lappata su cui esercitò maggior pressione e poi una terza, ancora più aggressiva allo scopo di schiudere il passaggio.
    Io penso sia bellissima. E sono sicuro sia anche buonissima...
    Alla fine di quel commento Genos affondò interamente il viso tra le cosce di Charlie, come in primis desiderava il suo intero corpo, e quella lingua ruvida e turgida non perse tempo a perforare la barriera delle grandi labbra per saggiare il sapore di quell'intimità dai colori bizzarri. Con altrettanta naturalezza, le nanomacchine si raggrupparono in massa sulla lingua del cyborg che secondo dopo secondo, nelle carni della ragazza, divenne sempre più tozza e lunga e anche se non poteva rivaleggiare con un membro maschile riusciva a compensare con un'incredibile mobilità. Il ragazzo la torceva, fletteva verso l'alto forte della sua superficie ruvida e del calore intenso che scaturiva da essa. Stimolò il sesso di Charlie in quel modo per qualche secondo prima di staccarsi da esso, usando la mano sinistra per pulirsi un angolo della bocca.
    Mi hai mostrato un tuo piccolo segreto quindi anche io ti mostrerò qualcosa che condivideremo solo io e te. Ma prima... vuoi che sia dolce o che sia intenso da farti impazzire?
    Terminò quella frase leccandosi le labbra con quell'appendice gonfia di nanomacchine e rovente del calore della sua stessa energia per poi carezzarle le cosce con entrambe le mani suggerendo che da lì a breve sarebbe tornato ad immergersi tra di esse. Charlie doveva solo suggerirgli come voleva che trattasse il suo fiore.

  10. .

    Vedere il suo corpo contorcersi dal piacere e udire la sua voce rotta dalle attenzioni che stava riservando a quelle morbide e giovani grazie era come una fonte inesauribile di energia per il suo corpo sintetico che sembrava cibarsi di ogni movimento di Charlie contro la sua bocca, di ogni suo gemito o lamento trasformandolo in calore, energia e soprattutto determinazione a non fermarsi per nulla al mondo. Ad un occhio esterno, inarcato su di lei, sarebbe sembrato un animale famelico intento a divorare una preda che non appariva poi così contraria al suo destino e Genos non ci provava nemmeno a farlo apparire diversamente: i seni della ragazza erano come due frutti proibiti che poteva gustare all'infinito senza il timore di rimanere senza. Di conseguenza, salvo quando si lasciava spazio per riprendere fiato il più rapidamente e profondamente possibile, il cyborg emetteva dei versi facilmente fraintendibili, simili a quelli della carne che viene dilaniata e divorata senza però grandi spargimenti di sangue a rovinare quel quadretto idilliaco. Charlie era così dannatamente dolce da fargli dubitare la sua identità d'umana in favore di qualche altra bizzarra razza dalla pelle caramellosa al punto che dovette dare un attimo di riposo alle sue labbra così da poterle bagnare facendo guizzare fuori la lingua da esse, lingua che trovò immediatamente un nuovo impiego andando a posare lunghe e passionali lappate sulla superficie piacevolmente tondeggiante di quel seno preoccupandosi di passare sempre sul turgido capezzolo. L'appendice carnosa del cyborg, ora a contatto diretto con la pelle della giovane, appariva secondo dopo secondo sempre più calda e a tratti ruvida e molto simile a quella di un felino seppur Genos non condividesse nessun'altra caratteristica col suddetto animale. Che fosse un dettaglio aggiunto maliziosamente dalle sue nanomacchine? Possibile ma il cyborg non avrebbe notato il cambiamento a differenza di Charlie che avrebbe dovuto fare i conti con quella vorace lingua ruvida, bollente e mai sazia di gustarsi le morbide gioie del suo seno e la marmorea presenza del suo roseo capezzolo ormai principale elemento di tortura in quelle dolci effusioni.
    Si... così, ancora, fammela sentire ancora...
    Strizzava l'altro seno con acerba autorità come se temesse un'improvvisa fuga e allo stesso tempo lo sfruttava come appiglio dove reggersi per non impazzire a causa delle continue pulsazioni della sua verga sempre più irritata dalla lunga solitudine. A tratti si irrigidiva da capo a piedi e quei momenti coincidevano sempre con un'intensa pulsazione di un membro ormai al massimo della sua erezione e che ora, non potendo indurirsi ancora di più, era passato a far valere la sua voce sotto forma di rapide e potenti scariche di piacere a cadenza regolare capaci di stravolgerlo fin nel profondo. Desiderava strapparsi i pantaloni e liberarla da quella crudele costrizione ma farlo in quel momento significava non farlo davanti agli occhi di quella libidinosa giovane e quindi perdersi una meravigliosa reazione. Aveva combattuto davanti ad una folla contro un mafioso impazzito, poteva di certo controllare il suo pene per qualche altro minuto, no? Ottimista udì la richiesta di Charlie e la trovò terribilmente erotica. Non era stato un semplice gemito o un verso di piacere ma una vera e propria sconcia richiesta a non smettere di denudarla e soprattutto a non smettere tutto quello e, al contrario, proseguire se avesse voluto scoprire un suo piccolo segreto. Trovò il tutto incredibilmente stimolante tanto che non si sentì deluso dalla consapevolezza di dover abbandonare quei seni per continuare il suo viaggio ma motivato a raggiungere il vero Eden. Si concesse però qualche altro secondo con quelle dolci tette e solo quando decise di riprendere la discesa, pizzicò il capezzolo sinistro con i denti quanto bastava per farla squittire di piacere, facendosi perdonare subito dopo con qualche dolce leccata riparatrice. A quel punto la sua mano mollò il seno ed entrambe si posarono sui fianchi di Charlie mentre Genos riprendeva a baciarla lungo il percorso, prima fra i due seni e poi sotto di essi fino a giungere al ventre piatto e liscio dove il cyborg si soffermò più del dovuto, solleticandole l'ombelico con le labbra e la punta della lingua. Le carezzava i fianchi con le mani e allo stesso tempo baciava ogni angolo di quella pelle chiara come porcellana finissima e delicata. La curiosità, però, riuscì a vincere sul desiderio di coccolare il suo morbido ventre e forte della convinzione che ci sarebbero state altre occasioni per giocare con quella parte del suo corpo, Genos fece scivolare le mani dai fianchi ai suoi pantaloni dove meticolosamente inserì le dita per poter afferrare sia essi, sia le mutandine sotto di essi e quindi cominciare a, lentamente, sfilarli verso il basso, baciando via via la pelle che scopriva. Che sorpresa celava Charlie? Era riuscita ad eccitarlo col suo carattere, poi col suo corpo e ora era capace di farlo anche con una semplice sorpresa. Era troppo giovane per fare qualsiasi supposizione quindi non gli rimaneva altro che liberarla totalmente da quei fastidiosi pantaloni e altrettanto ingombrante intimo.
    Cosa mi nascondi, Charlie?
    Chiese quasi scherzosamente, tra un bacio e l'altro, tradendo, nella sua sicurezza e passione, un briciolo di piacevole affanno non dovuto ad un reale senso di fatica quanto più all'impazienza che il suo corpo e le nanomacchine gli trasmettevano grazie alla prorompente e dolorante erezione.

  11. .

    Bloccato dall'imbarazzo e dall'irrefrenabile voglia di continuare a stringerla tra le sue braccia, Genos ebbe tutto il tempo di fissare nella sua mente le sensazioni meravigliose che quel bacio gli aveva donato, comprese le reazioni di Charlie ad esso, totalmente travolta da quel gesto così inaspettatamente intenso perfino per il cyborg. Era stata un'esperienza terribilmente strana. Fino a poco prima se qualcuno gli avesse chiesto quanta esperienza avesse con i baci, lui avrebbe risposto zero e anche dopo quel bacio con Charlie era fermamente convinto di non essere assolutamente capace... eppure quel corpo lo aveva stupito. Genos, la sua mente, continuava a non possedere nessuna reale conoscenza di un gesto simile o di tutto quello che ne avrebbe seguito ma allo stesso tempo ogni fibra del suo corpo si muoveva ed agiva attingendo a chissà quale profondo ricordo, rendendolo capace di apparire incredibilmente abile in pratiche che, buffamente, svolgeva per la prima volta nella sua vita. Prendere totalmente di sorpresa Charlie fino a farla sciogliere in quell'improvvisa scarica di piacere però fu così piacevole da udire che decise che avrebbe sfruttato al massimo quella particolarità delle sue nanomacchine se fosse servito a donarle sensazioni ancora più intense di quelle provocate da un semplice, seppur "aggressivo", bacio che, nel frattempo, la ragazza sembrava aver particolarmente apprezzato rispondendo con la stessa difficoltà di qualcuno che ha rischiato di vedere la propria anima risucchiata da un cyborg indemoniato.
    E a me piace baciarti...
    Riuscì solamente a replicare con il medesimo tono di voce affannato e così basso da poter essere udito solo dalla diretta interessata. Così vicino a lei non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero di quanto fosse maledettamente bella a modo suo e di come quel viso devastato e affannato dal loro primo bacio la rendesse solamente ancora più piacente e invitante ai suoi occhi bionici che non smettevano neanche per un secondo di "analizzare" ogni suo singolo lineamento, espressione e dettaglio del volto. Quel rapido bacio a stampo fu sufficientemente imprevedibile da portarlo, per qualche istante, in uno stato di confuso imbarazzo che permise alla ragazza di sgattaiolare via dalla presa temporaneamente allentata del cyborg che immediatamente tornò in posizione eretta, strofinandosi con il pollice entrambe le labbra. Ora poteva ammirarla da capo a piedi e dovette fare i conti con la forte influenza delle nanomacchine che guizzavano da un capo all'altro del suo corpo intensificandone la luminescenza per suggerire al loro portatore che non c'era tempo da perdere, che quella ragazza aveva bisogno di essere fottuta fino alla perdita dei sensi. Esse non parlavano ma per Genos i loro silenti intenti erano incredibilmente chiari come se venissero urlati direttamente nel suo cervello e tutto quello che doveva fare era ignorarli... per il momento.
    Ti bacerei ovunque maledizione, cattiva ragazza...
    A quel punto la sua erezione era impossibile da celare anche per quei pantaloni molto larghi e il cyborg stesso non aveva più nessun interesse a nascondere i meriti di Charlie rimanendo in piedi, eretto non solo nella posizione. Proveniva una forte luminescenza anche dai suoi genitali e dal modo in cui la luce in quella zona pulsava era piuttosto chiaro che quel membro sintetico fosse più che pronto all'azione. Doveva avere pazienza e mentre Charlie indietreggiava di fronte a lui, Genos incrociò le braccia per afferrare i lembi in basso della canotta attillata, sfilandola verso l'alto fino a liberarsene del tutto, mettendo in mostra il suo busto cibernetico e tutte le scanalature luminose su di esso che ora Charlie poteva ammirare senza nessun capo d'abbigliamento a coprirle. La gettò a terra, dietro di lui e in quel momento il suo sguardo cadde sulla sagoma di Charlie e su quei seni chiari e lucidi contro la luce emessa dal suo corpo. Era imbarazzato, non poteva negarlo, ma non poteva perdere tempo con inutili incertezze che a quel punto sarebbero sembrate anche forzate. Era palese cosa volesse Charlie e cosa desiderasse lui ed erano giunti ad un punto in cui le loro intenzioni coincidevano così tanto che qualsiasi forma di indecisione doveva essere messa da parte e sostituita con assoluta sicurezza. Quello pensò, il cyborg, quando deglutì silenziosamente, annuendo in direzione di Darty prima di muovere i primi passi verso la ragazza di fronte a lui. Cosa avrebbe fatto Sunrise al suo posto? Era il momento di sfoggiare un pizzico di arrogante sfrontatezza? Non ebbe il tempo di pensarci a fondo e quando si trovò a pochi centimetri da lei, il suo braccio sinistro guizzò intorno alla sua vita, schiacciandola contro di lui e più precisamente contro il suo bacino, tornando a farle sentire come l'aveva ridotto.
    Ricominciamo da lì, non ne ho ancora abbastanza...
    Quella maledetta verga gli annebbiava i sensi e di tanto in tanto scariche di piacere partivano da essa a seguito di forti pulsazioni percorrendo tutta la schiena fino a giungere al suo cervello ma questo non gli impedì di stamparsi nuovamente sulle labbra di Charlie come se fosse stato lontano da esse una vita intera dopo il loro primo bacio. Divorò quelle carni morbide, spingendo in avanti con il corpo in modo tale da accompagnarla prima a sedersi sul materasso e poi a stendersi su di esso, puntando entrambe le mani sul letto per sorreggersi e sovrastarla con tutto il suo corpo. Quel secondo baciò durò fino a quando Charlie non finì distesa sul letto e a quel punto il cyborg abbandonò le sue labbra, scivolando con le proprie sulla pelle del suo mento e poi del collo dove affondò il viso, posando baci su quella pelle morbida e succosa. Si sentiva di nuovo come al primo bacio, non aveva idea di cosa stesse facendo ma lo stava facendo e gli veniva anche incredibilmente bene. Baciò, leccò e morse quell'invitante collo con la foga di un animale allo scopo di lasciare più segni possibile sulla pelle chiara immaginando l'imbarazzo di Charlie la mattina seguente e i suoi tentativi di nasconderli. Il suo respiro caldo e affannato accompagnò quelle tenere effusioni e non si placò nemmeno quando la bocca vorace di Genos lasciò andare il collo della sua amante e si spostò sulla spalla sinistra, raggiungendo infine le carni morbide del suo seno sinistro. Il ragazzo indietreggiò con tutto il corpo, baciando la forma sinuosa di quel seno acerbo e giovane ma comunque sodo ed invitante, circumnavigando il roseo bottone turgido al centro di esso in una spirale che lo portò, infine, a sfiorarlo con la lingua, prima, e accoglierlo tra le labbra dopo, succhiandolo e torturandolo con la punta della lingua. Mentre la mano opposta carezzò il seno destro così da non lasciarlo solo, l'altra andò a giocherellare con i bottoni mancanti della giacchetta di Charlie, impiegando qualche secondo a sbottonare il primo e molto meno tempo tutti gli altri una volta preso il ritmo, per poi posarla sul suo ventre, carezzandolo con la medesima dolcezza riservata ai suoi seni. Genos non si stava rivelando impetuoso ma incredibilmente chirurgico nel modo di toccare il corpo di Charlie eppure la sua mole così superiore a quella della giovane e quell'abilità imprevista lo facevano sembrare incredibilmente opprimente.
    Fammi sentire la tua voce Charlie, non trattenerti perchè io non lo farò...
    Udire la sua voce spezzata dalla fatica e dal piacere rappresentarono l'unico momento per la ragazza per riposarsi dalle attenzioni ai suoi seni perché non appena Genos ebbe terminato di parlare, la mano che fino a quel momento aveva solamente carezzato e coccolato il seno destro, lo strizzò con la stessa possessività con cui il cyborg aveva stritolato quelle morbide natiche, pizzicando il turgido capezzolo con pollice e indice. Il tutto mentre lui spalancava di nuovo la bocca e inghiottiva l'altro, succhiando come a volerlo strappare via per sempre.

  12. .

    L'imbarazzo lo aveva bloccato e mandato leggermente nel panico ma il cyborg riusciva ancora a sentire sui suoi palmi e sotto le sue dita la carne morbida e piena delle natiche di Charlie come se non avesse mai interrotto quel tocco e si sentiva esattamente come un uomo assetato che era riuscito a bagnare le labbra con qualche lacrima d'acqua: ne voleva assolutamente di più. Come non era più in grado di rinunciare alle reazioni della ragazza a quei gesti improvvisi, reazioni così carine che il suo cervello sintetico aveva registrato come ricordi di importanza massima. A quel punto, però, era chiaro che nonostante il suo imbarazzo, la sua indecisione e la sua insicurezza, Genos era entrato nella stessa zona di non ritorno in cui Charlie lo aveva trascinato un attimo prima di mettere piede nei bassifondi di Kurayami. Si sentì allo stesso modo, diviso fra due importanti decisioni: fermare tutto o proseguire. La prima volta decidere di proseguire e darle corda aveva portato i suoi frutti e non si sarebbe trovato in quella scuola se non fosse stato per l'intraprendenza di Charlie ma ora la situazione era diversa: ora aveva tutta l'intenzione di proseguire senza, quasi, il minimo dubbio e le sue nanomacchine non potevano che essere d'accordo. Si era sentito così tanto in sintonia col suo corpo solamente durante il combattimento con Mishima dove sia lui, sia le sue nanomacchine condividevano una certa rabbia nei confronti del mafioso e ora, sia il cyborg sia le nanomacchine che lo componevano, desideravano avere Charlie per loro sempre di più, desideravano toccarla ovunque e udire ogni sua singola reazione al punto che quando lei tornò a premersi su di lui, Genos non reagì in modo impacciato ma piuttosto... eccitato. Inspirò a denti stretti quando il pube della ragazza compresse la sua verga sintetica ancora semi-eretta nascosta sotto i pantaloni pesanti ed essa rispose con pulsazioni piacevolmente lancinanti che gli fecero tremare le gambe e glitchare gli occhi obbligandolo a cercare appiglio nell'unico luogo in cui le sue mani volevano riposare in quel momento. Non ci pensò due volte ad aggrapparsi di nuovo al fondoschiena di Charlie, consapevole che non c'era motivo di nascondere quel suo piccolo desiderio e il suo membro rispose spingendo quasi allegramente contro il corpo della ragazza deciso a far valere la sua importante presenza che sia la studentessa, sia Darty, avevano avuto modo di ammirare direttamente.
    Non c'era altro modo... ogni tanto la tua impudenza andrebbe punita...
    Stava... stava forse cercando di fare la parte dominante? Era indubbiamente fisicamente più grande di Charlie e il tono che usò fu piuttosto profondo e virile per un ragazzo della sua età ma il modo incerto con cui quelle parole fluirono dalle sue labbra tradì il suo imbarazzo ancora fortemente presente. Dopotutto non poteva di certo nascondere il rossore che gli colorava le guance e parte del naso mentre le rivelava una voglia decisamente maliziosa per un così bravo ragazzo. Charlie gli aveva dimostrato più e più volte di essere una ragazza testarda nei suoi comportamenti di dubbio buonsenso e imprudenti quindi poteva considerarla a tutti gli effetti una "cattiva" ragazza a cui una lezione non avrebbe fatto poi così tanto male. Non era la prima volta che pensava di sgridarla o lo faceva letteralmente ma era sicuramente la prima volta che quei pensieri avessero uno sfondo profondamente lussurioso e sessuale al punto che il suo corpo rispose proiettando nella sua mente una lunga serie di immagini che lo avrebbero fatto arrossire ancora di più se non avesse già raggiunto il massimo possibile. Era davvero necessario bendarla e legarla in quel modo? Quell'ingenua domanda lo riportò alla realtà ritrovandosi Charlie davanti, occhi socchiusi e labbra pronte a ricevere qualcosa di incredibilmente ovvio anche per un giovanotto come lui. Nonstante tutto i suoi occhi schizzarono terrorizzati verso Darty come a voler cercare in lui una figura di intralcio ma il piccolo androide arrivò addirittura ad invitarlo a proseguire con semplici e silenti gesti. Ma lui non aveva mai baciato nessuno! Ma quanto poteva essere difficile? Deglutì silenziosamente tornando a guardare la giovane in attesa per poi rinsaldare la presa sul suo sedere così da sollevarla delicatamente verso di lui mentre inclinava il volto verso il basso. Le labbra del cyborg si scaldarono e quando timidamente trovarono quelle di Charlie il corpo di Genos reagì da solo come se, nel profondo, le sue nanomacchine avessero sempre saputo come baciare una donna. Il cyborg spostò la mano sinistra verso l'alto, poggiandola all'altezza delle scapole della ragazza continuando a piegarsi in avanti obbligando la giovane ad inclinarsi all'indietro, sorretta proprio da quella mano. Il bacio, invece, timido all'inizio, si trasformò in qualcosa di incredibilmente passionale in pochissimi secondi. Se la mente di Genos si riteneva acerba in quella pratica, il corpo pareva agire con una naturalezza innaturale e ben presto il cyborg si ritrovò a premere la sua bocca su quella di Charlie con un tale trasporto da non stupirsi neanche quando la sua lingua varcò la soglia delle labbra della giovane per cercare la sua compagna e avvilupparsi ad essa. Le avrebbe letteralmente il divorato il viso e risucchiato l'anima dal corpo, baciandola per un tempo infinito in cui il suo corpo si illuminò e la grossa verga si inturgidì sempre di più. La baciò come se fosse stato costruito con l'unico scopo di giungere a quel giorno e quel momento per donare a Charlie il bacio più travolgente e caldo della sua vita e anche della propria e quando tutto terminò, il cyborg si staccò con una lentezza che rasentava l'immobilità rendendosi conto che si era spinto così tanto in avanti da piegarli entrambi in posizione quasi orizzontale, continuando a sorreggere Charlie con una mano dietro la schiena con una facilità disarmante, come se tra le sue mani giacesse una bellissima piuma. Le loro labbra erano ancora unite da cristallini filamenti di saliva che parevano quasi brillare contro la luminescenza dei capelli di Genos. Solo a quel punto si sarebbe perso negli occhi blu di quella ragazza che aveva conosciuto da poco e a cui doveva già molto, stringendo con maggiore possessività la sua natica. Era maledettamente eccitato e ormai quel cazzo sintetico pulsava da far male al punto che la sua luminescenza si intravedeva anche attraverso quei pantaloni di tessuto pesante terribilmente tesi a causa dell'ingombrante presenza all'interno di essi.
    C-come... come sono andato? Era il mio primo bacio...
    Le sussurrò a fior di labbra, lasciandosi poi sfuggire una leggerissima risata che lo portò a leccarsi le labbra piacevolmente soddisfatto.
    C-Charlie... io... Voleva dire che la voleva, che era eccitato, che non desiderava altro che possederla e sentirla gridare il suo nome ma il suo affanno lo obbligò a riprendere fiato mentre continuava a sorreggere la ragazza tra le sue braccia nella medesima posizione in cui quel devastante bacio li aveva portati, mostrando a Charlie il suo viso rosso e la sua espressione totalmente confusa da un piacere che era riuscito a raggiungere solamente grazie a lei.

  13. .

    Il giovane cyborg si rese conto solo in quel momento che toccare il corpo di Charlie gli procurava sensazioni ben più che positive, sensazioni di cui non voleva liberarsi e che gli fecero desiderare di esplorare maggiormente le sue curve così acerbe ma non per questo meno piacevoli. Non capiva se le nanomacchine stessero potenziando la percezione della sua pelle sintetica ma lui non percepiva solamente i fianchi della ragazza sotto le sue mani o la fronte di lei contro il petto. Riusciva letteralmente a "sentirli" fin nel profondo delle fibre che componevano i molteplici sottili strati di sinti-pelle, fino al suo nucleo che ora pulsava con crescente intensità. Era quello a provocare quel calore e quella lucentezza e quando Charlie si poggiò teneramente su di lui, la luce e il calore si concentrarono intorno alla figura della giovane che ora era il fulcro principale dell'attenzione del cyborg e delle sue nanomacchine che, se avessero potuto, l'avrebbero avvolta con ben più del semplice calore.
    Avanti piccoletto!
    Esclamò Genos subito dopo l'invito di Charlie verso Darty ancora non totalmente convinto di potersi permettere una debolezza simile. Quell'aria da duro, però, ebbe vita breve e anche il piccolo androide decise che era ora di festeggiare il successo di entrambi in quel breve ma intenso viaggio verso la Gakuen che da rocambolesco e folle era giunto al suo primo epilogo in quella stanza nella più totale calma e silenzio. Charlie voleva un abbraccio caldo da Sunrise? Non c'era bisogno di scomodare una maschera quando aveva a disposizione l'originale e non appena Darty si aggrappò al suo collo, il cyborg spostò le braccia dai fianchi della ragazza al punto più stretto della sua vita, stringendola a lui, inclinando la testa così da posarle la guancia tra i capelli e, allo stesso tempo, cercare di stringere anche il morbidissimo Darty nello spazio tra guancia e spalla. Per entrambi sarebbe stato come essere avvolti da una morbida e caldissima coperta termica mentre per Genos l'esperienza fu ben diversa: la luminescenza e il calore si espansero in ogni angolo del suo corpo e con esse anche un profondo desiderio nei confronti di Charlie. Un desiderio che era chiaro non potesse essere soddisfatto da semplici abbracci che, al contrario, non facevano altro che farlo crescere. Dopo pochi secondi Genos fu totalmente sicuro che non si sarebbe mai accontentato di esplorare così poco del corpo di Charlie e questo gli mise un pizzico di paura. Era una sua emozione? O le nanomacchine lo influenzavano in quella scelta? Era un quesito che si era posto spesso in quelle ultime ore, rispondendosi sempre che la verità doveva essere nel mezzo. Le nanomacchine facevano leva su pulsioni che Genos faticava ad esternare come ogni giovane della sua età. Tutto molto profondo... ma quella piccola diavoletta fu molto più rapida a giungere a quella conclusione.
    C-Charlie!?
    Preso totalmente in contropiede, la luminescenza di Genos ebbe un sussulto, accendendosi e spegnendosi ad intermittenza un paio di volte, quando la mano birichina della ragazza andò a cercare una natica del cyborg afferrandola con malizia e sfrontatezza. Normalmente un ragazzo dal corpo allenato presenterebbe natiche altrettanto sode e robuste, invece il corpo robotico di Genos presentò un'inaspettata sorpresa alle dita di Charlie sotto forma di un'incredibile morbidezza pari a quella del memory foam e della gomma piuma messa insieme. Era come strizzare un meraviglioso cuscino caldo e alla ragazza non sarebbe servito un contatto visivo diretto per capire che la chiappa di Genos non tornava immediatamente alla sua forma originale quando lei staccava le dita ma impiegava qualche secondo a farlo. Esattamente come il memory foam.
    Genos schizzò con la testa dritta lasciando sfuggire un piacevolissimo grugnito di... piacere? Apprezzava forse che Charlie strizzasse in quel modo le sue grazie? Erano sensazioni nuove per lui e quel maledetto corpo non faceva altro che colpirlo con delle goduriose scariche lungo tutta la schiena mentre veniva manipolato dalle curiose mani della giovane neo-studentessa.
    Come osi allungare le mani così? Ti faccio vedere io!
    Il tono con cui le pose quella domanda non fu aggressivo o arrabbiato ma tutt'altro, era il tono di qualcuno che era stato sorpreso ma che non aveva nessuna intenzione di rimanere lì a subire quelle piacevoli torture. Genos si prodigò immediatamente a far serpeggiare le braccia verso il basso rapidamente, traslando le mani dalla loro elegante posizione sui fianchi di Charlie ad una sistemazione molto più apprezzabile sulle sue natiche. Genos la emulò ma con entrambe le mani che si strizzarono come morse di fuoco sulle morbide carni della ragazza, avvicinando inconsapevolmente il suo bacino al proprio, mettendola quindi a diretto contatto con una certa presenza sotto quei pantaloni, una presenza ancora dormiente ma che non poteva più essere ignorata ora che erano così maledettamente vicini. Fu un gesto istintivo, quasi giocoso, che il cyborg non elaborò immediatamente ma quando lo fece il suo volto si tinse di rosso e le sue mani si allontanarono tornando sui fianchi poi sulla schiena di Charlie. La toccava in modo sconclusionato come se ogni destinazione non lo soddisfasse o venisse ritenuta fuori luogo.
    S-scusami! Non volevo toccarti in quel modo!
    Era terribilmente in imbarazzo ancora, segno che aveva bisogno di ulteriore aiuto per superare gli ultimi ostacoli emozionali ma il suo rossore e le sue scuse non erano solamente per il gesto in se che riteneva terribilmente maleducato ma anche per il timore delle conseguenze che iniziavano a presentarsi tra le sue gambe ad immagine di una leggerissima erezione...

  14. .

    Il cyborg strabuzzò gli occhi a quella domanda, quasi incredulo di essere stato letto così facilmente quando in realtà era piuttosto ovvio che Sunrise non gli andasse a genio o almeno la venerazione dimostrata da Charlie per lui. Era surreale quel modo di pensare visto che sotto la maschera c'era proprio lui ma come si sarebbe dovuto comportare sapendo che l'opzione di rivelarle la sua identità non era ancora percorribile? Quella diatriba interna lo aveva portato a diversificare Genos e Sunrise e ora era ovvio che Genos fosse ben più che geloso del suo alter-ego fintanto si parlasse di Charlie. Cercò di fare un ulteriore breve passo indietro quando la ragazza fece sfoggio di tanta iniziativa ma il suo corpo non lo supportò in quella scelta, tenendolo saldamente sul posto mentre le loro distanze si azzeravano e il cyborg tornava ad aumentare inconsciamente la sua temperatura, arrossendo.
    I-Io geloso? P-penso solo che Sunrise... n-non sia granchè...
    Non cercò di fermarla e non riuscì neanche ad allontanarsi quindi quando le dita di Charlie toccarono la superficie del ventre di Genos coperto dall'attillata cannottiera nera [+] il ragazzo ebbe un leggero sussulto di sorpresa e le sue nanomacchine si attivarono in modo silente, illuminando di una luce rossiccia tutta la zona circostante al tocco dei polpastrelli della ragazza. La luminescenza seguì, da sotto il tessuto nero, tutto il viaggio della mano di Charlie fino al collo del cyborg. Cosa doveva fare?! Rispondere con la medesima malizia? Mostrarsi più sicuro di se? Forse doveva abbracciarla... doveva baciarla?! Arrivò addirittura a chiedersi cos'avrebbe fatto se avesse avuto addosso la Kamen ma in quel momento era un pensiero superfluo visto che non c'era nessuna tuta magica a coprire la sua identità. Perse così tanto tempo a chiedersi cos'avesse voluto Charlie che lui facesse in quel momento che rimase buffamente paralizzato davanti a lei, dimenticando che il ragazzone di metallo e fuoco era proprio lui e che si stava facendo mettere sotto (diverse volte ormai) da una ragazzina anche più bassa. Il rossore si alleviò quando l'espressione di Charlie cambiò in una molto meno terrificante, almeno agli occhi di un adolescente al limite dell'autocontrollo, e il cyborg non poté fare a meno di rilassarsi ora che aveva davanti la sua amica e compagna di squadra e non una ragazza con cui aveva rischiato per un istante di finire sdraiato sul letto... era davvero un rischio? I suoi occhi guizzarono sul letto della camera e per un istante, un rapido fotogramma mentale proiettato dai suoi occhi, vide se stesso e Charlie... su quel letto... abbracciati. Distolse immediatamente lo sguardo che tornò sulla ragazza, rispondendo alle sue parole annuendo con decisione, emulando il suo gesto, portandosi un pugno al petto. Il problema era che il tocco iniziale di Charlie aveva attivato le sue nanomacchine e ora il cyborg era alla stregua di una piccola stufetta elettrica, provvisto anche di quella lieve luminescenza lungo tutte le scanalature del suo corpo, la medesima luminescenza che aveva seguito la mano di Charlie.
    Esatto Charlie! Siamo una grandissima squadr- come...?
    Su quella montagna russa di emozioni dopo la prima discesa folle che era stato il tocco della ragazza sul suo corpo, Charlie gli aveva concesso una leggera e rilassante risalita così breve che in un attimo si ritrovò di nuovo gettato in una rocambolesca discesa a velocità folle. Gridò nella testa ma non sollevò le braccia quando quel piccolo genietto gli posò la mano sul petto. La sensazione fu totalmente diversa ma la reazione del suo corpo la medesima: intorno alla mano di Charlie posata sulla cannottiera nera, il corpo sottostante si illuminò generando un piacevole calore. Se prima Charlie lo aveva messo in difficoltà con quell'improvvisa malizia, ora Genos non sentì la paralisi della paura farsi avanti ma più un primordiale desiderio di abbracciarla e donarle quel calore che avrebbe voluto sentire dalle braccia di Sunrise.
    Siamo in due allora. A dire la verità è la prima volta che mi sento così... caldo insieme a qualcuno. Ho sempre ritenuto questo calore qualcosa di troppo umano ma da quando sono completo non faccio altro che sentirmi così quando ci sei tu. Prima, in corridoio, ho anche pensato avessi proprio un bel didietro, mai avuto un pensiero simile.
    Non si oppose al silente desiderio di Charlie di avvicinarlo e mentre si lasciava sfuggire quella piccola rivelazione, Genos non riuscì a non trattenere una piccola risata liberatoria. Entrambe le sue braccia robotiche si mossero lentamente come se lui stesso fosse stato timoroso che un gesto troppo brusco avrebbe potuto spaventarla e Charlie avrebbe potuto finalmente sentire il contatto di quelle mani sintetiche ma incredibilmente calde sui suoi fianchi. A quel punto il cyborg non ritenne più necessario trattenersi e tutto il suo corpo si accese illuminando lo spazio intorno a loro con una luce calda e accogliente. I suoi capelli brillarono, sollevandosi verso l'alto e ondeggiando come alghe sul fondo del mare.
    Non credi sia meglio che un abbraccio caldo sia io a darglielo, Darty? Invece di quel bellimbusto in maschera?
    Si voltò verso il piccolo androide, lanciandogli un occhiolino complice. Era tutto nelle mani di quella piccola creaturina.

  15. .

    Non sapeva se essere più stupito per il modo con cui aveva liquidato crudelmente Kazuya a mero combattente da due soldi mafiosello dalla storia banale e noiosa o per il fatto che sapesse quelle cose perché aveva anche avuto accesso a file secretati della famiglia Mishima... di una famiglia della Yakuza giapponese! Era come tentare di fermare un'inondazione con un bicchiere di plastica e a quel punto anche ad un cyborg così prudente e responsabile come lui fu chiaro che cercare di cambiare il carattere esuberante e parzialmente autodistruttivo di Charlie era una causa persa. Annuì tremolante mentre la ragazza demoliva verbalmente l'intera essenza di quello che era stato il suo avversario per il primo combattimento nella scuola e con cui aveva anche scambiato una stretta di mano. Ciò che veramente contava per lui, in quel momento, era la disperata consapevolezza che no, non era Mishima il fulcro della sua adorazione ma proprio il soggetto che Genos aveva in tutti i modi cercato di denigrare: se stesso. Era una situazione terribilmente surreale e il cyborg si limitò a rimanere al fianco di Charlie, mordendosi la lingua di nascosto, all'interno della bocca, nervoso, mentre lei seguitava ad idolatrare Sunrise come una ragazzina perdutamente innamorata. Si trovava nella spiacevolissima situazione dove sarebbe dovuto essere onorato di essere stato definito unico e di aver ricevuto una tonnellata di complimenti da una ragazza chiaramente intenzionata a mettere le mani sul suo corpo in luoghi anche "privati" probabilmente ma, allo stesso tempo, non riusciva a concepire lui e Sunrise come una cosa sola bensì come due entità distinte arrivando al punto di provare un pizzico di gelosia per quella vera e propria cotta che si era presa Charlie per lui... non proprio per lui ma per il se stesso che indossava la maschera. Cosa doveva fare? Dirle che Sunrise era lui? Torchia e Kaguya si erano raccomandati di salvaguardare la sua identità per proteggere gli altri e ora non vedeva l'ora di schiudere le labbra e dire a quella giovane che l'idolo che la faceva arrossire era proprio lui. Sarebbe stato un danno così grave? L'avrebbe saputo solo lei e nessun'altro eppure... Manda aveva dimostrato di avere occhi e orecchie ovunque quindi perché non dare per scontato che potesse farlo anche qualcun'altro? Qualche studente il cui unico scopo era spiare gli altri e metterli in difficoltà con i loro segreti. Certo, se fosse stato così, una come Charlie sarebbe già stata rovinata dopo aver ammesso di aver hackerato il sistema della scuola e il database della famiglia Mishima.
    Lui sarebbe unico? Fermo Genos, stai solo improvvisando e non è una buona cosa gli sussurrò nella testa la voce del Buon Genos A me sembra solo un pallone gonfiato che ha messo su un bel teatrino per mettere in mostra le sue mosse fighissime, quel corpo da 9 e mezzo scarso e quel didietro non male devo dire...
    Nel filmato era impossibile non notare, nonostante la qualità discutibile e il continuo movimento dell'obiettivo, che Sunrise possedesse delle chiappe incredibilmente definite sotto la Kamen attillata ma quando Genos si rese conto di aver perso un pizzico di vista il fulcro del discorso si interruppe per recuperare la lucidità, cercando di attirare l'attenzione di Charlie abbassandole il palmare con una mano in modo da eliminare dall'equazione il suo alter ego anche solo per un momento.
    Quello che voglio dire è che se dobbiamo cercare qualcuno di unico, quella sei tu Charlie. Ma guardati, hai hackerato file secretati che ci hanno portato a completare il mio corpo, hai passato l'esame senza una goccia di sudore e addirittura hai messo a dura prova i sistemi della scuola tanto che perfino Kaguya, l'asso della Gakuen, ti considera geniale. E non ti è servito sparare lucine ai quattro venti o ricorrere alla violenza o aizzare folle intere. Non ti è servito nemmeno sfoggiare grandi postazioni tecnologiche... hai fatto tutto con un semplice palmare.
    Sapeva di star dicendo tutto quello per cercare di sviare la conversazione verso altri lidi dove non fosse presente la sua maschera ma ci credeva davvero, quindi Charlie nella sua espressione non avrebbe letto segni particolari che potessero farle pensare che il cyborg avesse secondi fini ma solo incredibile sincerità. La stava ironicamente deviando dicendole la pura verità ma quando si rese conto, finalmente, che per abbassarle il palmare aveva dovuto posare la propria mano sulla sua tornò a bloccarsi. Il rossore crebbe e Genos si preoccupò rapidamente di allontanare la mano rompendo il contatto visivo con Charlie adocchiando in modo insicuro vari punti della camera.
    E poi, insomma, dovremmo pensare a qualche preparazione difensiva, no? Questa stanza è troppo poco sicura, giusto Darty? Qualche proposta?
    Esclamò balbettando incerto e imbarazzato. Incredibile. Era TERRIBILMENTE geloso di Sunrise. Geloso di se stesso.

8071 replies since 19/8/2007
.
Top