Posts written by Under_Skin

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    Stephen: Gli istinti devono essere edommesticati e guidati. Quello che ci distingue dagli animali è la capacità di fare questo.

    Voleva assumere un tono duro e perentorio, ma non riuscì ovviamente. La voce usciva strozzata assieme a quello che sembrava un gemito soffocato, figlio di quel primo getto di sperma che stava cercando di controllare, ma inutilmente. Sentiva l'eccitazione annebbiargli la mente, le cosce stupende della donna attorno al proprio membro che pulsava senza sosta. Si sentiva scoppiare ed anzi, tutto in lui dava l'impressione di un animale in gabbia, che voleva a tutti costi montare la sua preda. Qualcosa in netto contrasto con le parole appena pronunciate. Sentiva il corpo della donna contro il suo, le mani, il seno che florido e fimminile si muoveeva vicino alla sua schiena se non completamente appogiato, mentre con una mano lei era abbastanza forte da bloccarlo sul posto, inchiodandolo al suo volere. Era un misto fra un'umiliazione potente, a causa della posizione infantile per un uomo soprattutto della sua stazza, misto a qualcosa di più atavico ed erotico a causa della prominente bellezza della Vampira. Inoltre, erano davvero mesi che non aveva un rapporto e mai ne aveva avuto come quello, certe leve erano qualcosa di potente per lui, quasi pericoloso. Aveva sempre la fissa di mantenere il controllo, guidare gli altri, avere un pugno solido e fermo quando faceva le cose ed ora si trovava alla totale mercé di un'estranea. In una situazione del tutto sconveniente e non professionale, visto che erano nel bel mezzo di una raccolta testimonianze ed invece il tutto stava diventando oltremodo sconveniente. I suoi pensieri erano lontani però, sentiva le natiche in fiamme per gli sculaccioni ricevuti su di esse e, socchiudendo gli occhi, vide il proprio seme colarle lungo le coscie. Difficile capire quale fosse la molla precisa che lo portò a cedere il controllo, ma era evidente che qualcosa nel profondo era scattato in quella testa. Le successive sculacciate vennero accolte da movimenti di bacino, in cui l'uomo si accontentava di scopare le cosce della donna, muovendosi con colpi di bacino poderossi neanche dovesse penetrarla davvero e così vendicarsi. Non c'era alcun tipo di controllo in quel modo di fare, sembrava un toro da monta stretto dentro una gabbia, costretto a sfogare la sua eccitazione a vuoto e non ancora del tutto. Gli schizzi erano caldi e densi, bianchi, di chi non si concedeva piacere da tempo... eppure i testicoli erano ancora totalmente gonfi e quasi paonazzi. L'erezione si allentò solo un poco, rimanendo comunque pulsante fra le cosce di Hilda e con un filo di seme che colava lentamente a terra, senza arrestarsi, venendo ogni tanto sospinto da una contrazione muscolare.

    Stephen: Smettila!

    Ringhò con rabbia e frustrazione, ma anche con un'eccitazione di fondeo che sfondava ogni possibile immaginazione. Aveva il fiatone e si sentiva più insoddisfatto che mani, cercando sempre meno di liberarsi, come se quella costrizione diventasse parte di quello stato mentale in cui le lei lo stava gettando. La mano che iniziò ad accarezzarlo gli strappò nuovi gemiti, fino a paralizzarlo completamente di fronte a quella possibilità che lei stava millantando con il dito.

    Stephen: Non osare, provarci!NO!

    Irrigidito dalla punta dei piedi al collo sentiva quel dito massaggiargli il buchino anale, nessuna si era mai permessa tanto. Ed anzi, nella sua mente sentiva tutto quello come qualcosa di profondamente umiliante, sbagliato, terribile abietto e privo di morale. Eppure... anche prima del potere eromantico di lei, l'erezione tornò a farsi sentire fra le cosce di lei. Una scintilla oscura dentro di lui, da sempre custodita ed ignorata, lasciata a se stessa e seppellita in fondo al suo animo. Non riusciva a percepirla davvero, ma era presente e l'arte eromantica intensificò semplicemente quella sensazione, facendogliela esplodere nel petto. In fiamme sentì il corpo reagire al dito che scivolava dentro di se, emettendo un gemito talmente profondo da sembrar provenire da una caverna profonda e gutturale, un ansimare virile ma frutto del dito che scavava a fondo nel suo ano.

    Stephen: E' Sbagliato. NO HO DETTO!

    Ma il suo corpo diceva Si. E ad ogni movimento in cui lei lo penetrava con quel dito, lui spingeva il bacino fra le sue cosce. La cappella era viola e tesa e gonfia, sembrava voler esplodere, mentre l'asta gli faceva male in ogni punto da tanto era eccitato. Ma il piacere maggiore non veniva dal suo membro, ma dalla sodomia che stava subendo, seppur minuta e calda, erotica. Non riusciva a capacitarsene e mentre lei si muoveva lui tornava ad essere una bestia fuori controllo con i movimenti del bacino. Mano a mano che i secondi passavano metteva più energia ad andare indietro, per il poco movimento che aveva a disposizione, per cercare di impalarsi contro quel dito, che spingendosi in avanti. Sentendola fermarsi ebbe un colpo al cuore, una sensazione di gelo lo pervase, mentre dalle labbra usciva una sipplica talmente accorata da sembrare quasi in lacrime, assolutamente autentica e viscerale.

    Stephen: Ti voglio! Voglio farti urlare come la cagna sei!

    E se lei si aspettava un semplice Si, lui aveva rotto gli argini di un controllo che non gli spettava più. La voleva, ed era disposto a tutto per di affondare nella carne della vampira.
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    Stephen: Sono preconcetti saldi... lo morale umana è quello che ci eleva dalle bestie!

    Era la sua replica, accaldata e affannosa. Poco credibile considerando che il membro eretta e rigido spiccava verso l'alto, come un menhir alla lussuria ed a tutto quello che vi era di oscuro e perverso. Soprattutto a causa della situazione in cui tutto stava venendosi a creare. Aveva sentito il sapore della vampira, le labbra vaginali calde contro la sua faccia ed i suoi umori che ancora accendevano ogni papilla gustativa in bocca. Ma soprattutto aveva sentito quel gemito eccitato a quel morso, sperava di farle male eppure quel gemito aveva risvegliato in lui una voglia decisamente più profonda ed oscena.

    Dal canto suo, lo spettro, era totalmente soddisfatto della scena e si stava gustando lo spettacolo offerto dalla bellezza della Vampira, beandosi di tanta perfezione ma senza intervenire. Sapeva benissimo dell'indole di Stephen, doveva solo farla venire fuori ed era bastata una piccola spinta per avere una valanga. Ora doveva solo godersi quei frutti.

    Stephen: Se ti avvicini di nuovo tornerò a farlo! Non puoi immobilizzarmi completamente anche la bocca!

    Iniziando, con la mano ancora libera, a rivestirsi come riusciva, cercando di coprire con fare un poco impacciato dalla manetta e dall'erezione le proprie nudità. Non era pronto a quel primo piano esposto di lei, le gambe lunghe e coperte dalle calze lo paralizzarono, tanto che resto con un pezzo della fibbia della cintura in mano senza riuscire a finire di allacciarsela. Deglutì rumorosamente senza riuscire a dire nulla per lunghi secondi, fino ad accorgersi che era stato messo praticamente alle strette.

    Stephen:Se urli, mi rovinerai la carriera. Non oseresti mai farlo, questo gioco ti piace troppo...

    Ma il suo era un bluff, una speranza rivestita da sicurezza. Sapeva benissimo che la situazione era finita per scivolare direttamente nelle mani della vampira che ora lo teneva quasi letteralmente in pugno. Fece per finire di rivestirsi ma la donna lo prese in contropiede, facendolo prima crollare a terra e poi con forza mettendoselo sulla cosce. Iniziò a lottare fermamente, ogni muscolo si tendeva sotto lo sforzo dettato dall'impeto di volersi liberare, ma ogni sua ribellione veniva soffocata dalla forza spropositata della vampire. Inoltre, sentir il proprio membro serrato fra le sue cosce era qualcosa di sicuramente nuovo, e totalmente afrodisiaco per lui.

    Stephen:Cosa vuoi!?

    Ruggì, ma non riuscì a completare la frase. Il primo sculaccione risuonò sulla pelle della sua natica, un muscolo teso e forte, un gluteo ben fatto e proporzionato a quella struttura fisica. Era al limite l'uomo ma quel che non sapeva, era che tutto quello dentro di se aveva un gusto talmente erotico da annebbiarlo. Come contraccolpo allo sculaccione morde le labbra per non gemere, spingendo in avanti il bacino come per sfuggire a quello successivo, strusciando il membro eretto dentro l'incavo creato dalle cosce unite e coperte dalle calze. Spinge a fondo come se la stesse penetrando, tanto che la pelle del membro si spostò verso il basso rivelando un glande gonfissimo e turgido, da cui uno schizzo di sperma schizzò quasi timido, ma caldo e vischioso, finendo per macchiare in parte lei ed in parte a terra.
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    Le carni di Hilda che si strofinavano contro la sua erezione erano pura agonia. Da quanto il detective non si concedeva il lusso di un corpo femminile o del banale tempo per se stesso. Neanche se lo ricordava a dire il vero, troppo preso dal lavoro, troppo preso dai doversi. Quelle erano solo distrazioni. Ed ora la distrazione lo stava letteralmente facendo a pezzi, da tanto era impotente di fronte a quella donna. Non solo perché bloccato da mai ben più forti delle proprie, inspiegabilmente ma ancora non aveva compreso cosa o chi avesse davanti, e dalla manetta che ora lo ancorava saldamente. C'era ovviamente altro. Tutto quel modo di fare autoritario di Hilda, risvegliava in lui qualcosa di oscuro e profondo, sepolto. Lussuria, eccitazione. Qualcosa che si era riproposto di centellinarsi, come uno dei pochi vizi che si concedeva, sempre moderato... sempre....

    Stephen: Smettila maledetta Strega, se continui rischio di venire!

    Pensò allarmato, mentre il membro era talmente gonfio e pulsante che sembrava quasi esplodere. La fame lo divorava e quando lei si allontano da quel contatto, quella separazione era al tempo stesso una maledizione ed una salvezza. Deglutì un groppo in gola di tensione, riprendendo fiato. Non se ne era accorto ma dalla tensione si era talmente irrigidito che ogni fibra del suo corpo era mantenuta in tensione, era sudato ed accaldato, sembrava una bestia in catene. Ma catene ben più mentali di quella manetta.

    Stephen: Umani!?

    No quella frase non gli era affatto sfuggita, aveva dato molto per scontato. Troppo forse. Voleva ribattere ma non poteva mentire, non era solo contro la sua morale ma era un pessimo bugiardo e tutto di se urlava quanto fosse eccitato da quella situazione. Sbagliata sotto ogni punto di vista e per questo si dannava con tutto se stesso per la sua reazione. Strattono di nuovo la manetta, tutto inutile, visto che era acciaio e la presa della donna ancora più solida di questo. Tutto divenne decisamente più difficile quando Hilda scoprì il seno, denudando quelle meraviglie che teneva nascoste e che rivelavano nei capezzoli l'eccitazione della donna. Cercò di darsi un contegno, ma era palese che ora lo sguardo non poteva che essere li catalizzato, inchiodato su quelle forme invitanti e voluttuose. Non ebbe subito tempo di risponderle visto che la faccia venne fatta affondare in quelle mammelle piene e femminili. Ebbe un sussulto e il cuore gli finì in gola, da quando una donna poteva trattarlo così.

    Stephen: Non sono un pervertito, non sono il genere di uomo che credi!

    La vide sollevarsi di fronte a lei, inseguendo con gli occhi la forma della pancia, della vita stretta, dei fianchi ed infine quel sesso femminile eccitato e grondante. Tanto da fargli girare la testa per un attimo prima di fissare lo sguardo su quelle labbra vaginali gonfie e calde, umide di umori e sovrastate da quella peluria eccitante e perfetta. Cercava in tutti i modi di mantenere un controllo che andava disgregandosi, assieme alla dignità di venir trattato a quel modo. Usato a quella maniera, mentre sentiva il volto venir condotto a forza contro quel sesso eccitante e caldo. La presa ai capelli sembrò infastidirlo moltissimo, cercò di opporre resistenza ma inutilmente, dovendo piegarsi a quell'imposizione che lo rendeva ruggente di rabbia dentro di se. Cercò di resistere alla tentazione, di non cedere a quelle lusinghe, ma il sesso e gli umori che gli inondavano il volto erano un richiamo troppo forte. Sembrava restio a cedere ma infine la bocca si schiuse, rivelando inizialmente le labbra e la lingua, salvo poi avere un guizzo. Una presa di posizione.

    Stephen: Vediamo quanto ti piacciono i giochetti!

    Pensò, mentre tentava di non usare labbra e lingua ma i denti, per un morso alle labbra intime di lei. Non un gesto feroce, ma qualcosa che sfogasse il suo nervosismo, cercando di provocarle dolore.
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    Restare lucido era davvero difficile. Da quando certe attenzioni gli erano talmente irresistibili. Non solo le attenzioni erotiche di una splendida donna, no... venir calpestato con una scarpa. In un gesto di palese stimolazione, ma veicolato in quel modo stranamente umiliante, assolutamente eccitante da quanto il suo membro eretto e pulsante rivelava. Le vene pulsavano gonfie lungo tutta l'erezione che, una volta liberata dalla scarpa, pulsò libero nell'aria due volte come se cercasse di nuovo qualcosa. I testicoli gonfi erano ancora nascosti da pantaloni e boxer, tesi e fin troppo pieni per un uomo dalla vita sessuale non particolarmente attiva. Era forse questo che lo rendeva stranamente sensibile a quel tipo di attenzioni, o c'era altro...
    Il filo dei pensieri del detective venne spezzato quando lei tornò contro di lui, chinandosi su di lui e prendendo posto sulle sue gambe, iniziando a torturarlo in maniera ancora più vivida e sensuale, erotismo allo stato puro. Poteva sentirne il sapore delle labbra vicino e, istintivamente, ne cercò le labbra senza poterle raggiungere, cercando invano con due movimenti predatori di cercarne le labbra con le proprie prima di irrigidirsi sul posto, neanche si fosse ricordato in ritardo quale era il proprio posto ed il contegno da tenere.


    Stephen: Lo decido io quando un caso che sto seguendo è banale o meno... ed a giudicare da quello che mi sta rivelando, niente è banale in questo caso!

    Stava per muoversi, come per spostarla dalla posizione che aveva assunto, ma la stretta alle sue braccia era esageratamente ferrea. Non si diede per vinto e tentò con tutto se stesso di piegare quegli arti apparentemente così esili, ma esageratamente forti, tanto da impedirgli di liberarsi ma venir bloccato in quella posizione con le mani dietro la schiena, schiacciato sotto di lei con le curve premute contro il corpo e la dolorosa erezione che sfregava contro le sue mutandine zuppe. Resistere gli era terribilmente difficile, cercava di darsi un contegno ma era eccitato oltre misura, dalla costrizione, dall'imposizione che la donna metteva sul piatto e non solo dalla sua bellezza. Era quasi sull'orlo del baratro, rischiava di avere un orgasmo solo per quello sfregamento, qualcosa di vergognosamente ridicolo se comparato alla sua stazza e baldanza, neanche fosse un verginello di diciotto anni alle prime prese con una donna. La sua tensione era palese, eccitato e scosso, da quella donna.

    Stephen: Non ho niente da ammettere, non ho niente da chiedere. E' lei che deve raccontare... che deve...

    Ma l'eccitazione era troppa, il fiato corto. Iniziava a sudare lievemente, mentre cercava di mantenere il controllo di un corpo che oramai era stato completamente ammaliato da lei. Lei aveva ragione, il suo corpo e parte della sua mente erano totalmente rapiti dalla donna, ma non poteva cedere, non doveva dargliela vinta.
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    Stephen non aveva idea, in realtà, di che cosa realmente gli piacesse in certi ambiti. Anche dal lato sessuale, oltre che affettivo, era sempre stato molto sbrigativo e privo di fantasia. Difficilmente si era lasciato andare in qualche giochetto, preliminare più spinto o qualcosa di anche solo vagamente peccaminoso, da questo punto di vista forse lo spettro lo conosceva molto meglio di quanto lui stesso si conoscesse. Cercò di rispondere a tono, ma era palese che fosse stato colto nel vivo, punto su di un tasto dolente e che rischiava di minare tutta la sua compostezza ed il suo essere integerrimo. Si perde in una manciata di secondi di esitazione, abbastanza da rivelare quella sua falla, prima di risponderle nuovamente con il fiato strozzato dalla sensazione della scarpa elegante contro la propria erezione.

    Stephen: E' esattamente quello che sto facendo...

    Rispose, cercando di darsi un contegno oltre la stimolazione di quella suola che premeva contro la propria erezione. Il filo della pista che voleva seguire si stava sfibrando, la concentrazione gradualmente veniva meno e ogni suo tocco veniva registrato come erotico ben oltre quello che avrebbe mai potuto immaginare. Sotto quella suola il membro si irrigidì come mai gli era successo, premendo contro la stoffa quasi volesse strappare la zip e cercare quella scarpa, con il tacco che come muta minaccia sfiorava la zona dei testicoli. Saltato il bottone la carne pulsante dell'uomo si sarebbe fatta strada, abbassando e calando la stoffa sospinta e cercata anche dal piede di lei. Un gemito caldo ed eccitato gli uscì dalle labbra, qualcosa di simile ad un ringhio, come se non potesse accettare che tutto quel tipo di trattamento lo stesse eccitando oltre misura. Eppure era così... il glande gonfio e turgido veniva premuto dalla suola che scorreva sull'asta, ora nuda per metà, eretta e rigida come non mai. Un membro proporzionato alla corporatura dell'uomo, virile e solido come i suoi muscoli. Ma ora spremuto da quella scarpa, in qualcosa che neanche lui riusciva a comprendere ed ammettere... ogni tocco, ogni spinta, faceva scivolare una gocciolina di liquido pre-seminale dalla punta del sesso di lui, come se troppo fosse tenuto a freno e qualunque pressione rischiasse di farlo esplodere.

    Stephen: Cosa voleva ottenere costringendoli a litigare

    Graniticamente solido alle sue convinzioni, non le avrebbe mai chiesto di smettere o di fermarsi. Come se fosse colto nell'orgoglio, non avrebbe mai dato soddisfazione a quella donna abbassandosi a chiedere ed implorare. Ma al tempo stesso non riusciva a frenarla con i gesti, a imporle il suo ego, sentendosi quasi schiacciato da quel punto di vista. Poteva solo arroccarsi nelle sue abitudini, portando avanti in maniera cocciuta e stoica una sorta di missione
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    Era palese che la donna sapesse come sedurre un uomo. Trasudava erotismo in ogni suo modo di far e per Stephen, poco avvezzo a questi giochi, era una lotta impari. Tentava in ogni modo di barricarsi dietro la sua compostezza, il suo sguardo austero ed il modo di fare, purtroppo sempre meno professionale man mano che lei affinava la sua seduzione. La rivelazione che lei lavorasse alla Sapienza lo stupì, andando a sgranare in parte gli occhi ma recuperando immediatamente il suo contegno. Cercava di mantenere lo sguardo sul suo volto, ma ogni volta che le mani o le braccia sfioravano la sua carne era palese che gli diventava davvero arduo non scendere con lo sguardo. Eppure si trincerava dietro quel modo di fare, nonostante fosse palese che fosse colpito da quel modo di fare, la sua morale ed indole sembravano inasprirsi, come se fossero l'ultimo baluardo prima di crollare.

    Stephen: In realtà mi incuriosiva il suo approccio. Spero che con i suoi studenti non utilizzi certi mezzi...

    Fantasma: Sei un cretino! Questa non solo ti vuole ma può rovinarti, cosa diamine insinui!

    La sua era una ben poco velata provocazione, non si scompose effettivamente dopo quelle parole, ma lo sguardo rimase incollato al volto della donna. Come se volesse accogliere gli effetti di quella sfida che le veniva lanciata, almeno verbalmente.
    Non si aspettava ovviamente il tocco del ginocchio della donna, andando a strozzare un lamento in gola mentre la donna iniziava a strofinare contro la sua erezione crescente il ginocchio, divisi dalla stoffa del pantalone. Era ovvio che non fosse abituato ad un trattamento del genere e la sua reazione a quegli stimoli era viscerale e sentita, con un'erezione non indifferente e rigida che ora sembrava spingere in maniera involontaria contro il ginocchio della donna che lo stimolava.


    Stephen: Dovrà fare di meglio se vuole distrarmi dal caso che sto seguendo. Per caso ha qualcosa da nascondere oppure...

    Ma il dito accolto in bocca lo paralizzò per un istante. Deglutì cercando di darsi un contegno, mentre il corpo vibrava per un'eccitazione prorompente e che a stento teneva a bada. Era spaccato a metà, da un lato eccitazione e lussuria dall'altro necessità di rimanere solido ai suoi ideali ad al proprio dovere. Ma era qua che il dispettoso fantasma entrava in campo, ogni volta rovinandogli i piani e spesso costringendolo a fregarsi da solo con le sue mani. Sfruttando appunto un momento di debolezza, lo spettro si impossessò dell'altro per una manciata di secondi. Quanto bastava per permettergli di rovinare in parte la stoica difesa

    Stephen: ... vuole solo umiliarmi per la mia patetica erezione?

    Cercando, con gli ultimi brandelli di tempo a disposizione del fantasma, di usare una mano per sollevare il ginocchio di lei se gli fosse concesso per provare a piazzarsi la suola (o il tacco se presente) della scarpa della donna, direttamente contro l'erezione. Un sussulto ed un brivido quando il fantasma veniva scacciato via dal corpo del detective, prima di rivolgersi a lui con un pensiero feroce

    Stephen: IDIOTA! TI FARO' ESORCIZZARE!
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    [SCHEDA IN COSTRUZIONE]




    DATI ANAGRAFICI

    Nome: Zacharyas
    Cognome: Bruce
    Soprannome: Z
    Età: 28 (apparente)
    Descrizione fisica: In forma umana è alto 190 cm per 91 kg e la figura non esageratamente massica, per l'altezza, inganna riguardo la sua reale forza fisica. Una muscolatura scattante e feroce, dura come l'acciaio e nervosa come l'istinto che lo guida durante la caccia. Occhi scuri, di un marrone che sembra volersi disciogliere nell'iride da tanto è intenso, volto dai lineamenti mascolini ma non eccessivamente squadrato. A prima occhiata appare come giovane, eppure qualcosa nello sguardo e nella piega delle labbra ben definite, sembrano voler raccontare la sua reale età. Braccia robuste e mani grandi, tipiche di chi non stia con le mani in mano ma le usi in maniera frequente per lavori pesanti o addestramenti. La figura è cosparsa di evidenti cicatrici, tutte assimilabili a combattimenti, sia armati sia che con zanne ed artigli. Nonostante la figura la voce è ben più profonda di quanto ci si immagini, come se a stento fosse contenuta nel petto dell'uomo.
    In forma mutata la sua altezza sfiora i tre metri, il pelo assume colorazioni brune con alcune parti più sfumate verso il marrone. La muscolatura sembra prendere il sopravvento, gonfiandosi in maniera importante e rendendo grazia alla ferocia dell'animale mutato. La postura è fiera e sembra voler costantemente sfidare chi si trova davanti, gli occhi sono colore della luna così come artigli e zanne, affilati come rasoi.
    Gallery Umana
    Descrizione psicologica: ~
    Background: ~
    Allineamento: Caotico Buono
    Obbiettivo Personale: Riportare in auge la famiglia ed il suo nome. Riuscendo ad affiliarli ad un importante organizzazione o covenant, per dare di nuovo lustro al nome perduto del Clan.
    Orientamento sessuale: Eterosessuale
    Razza: Licantropo (Uomo Lupo)
    DATI DI COMBATTIMENTO

    Elemento: Oscurità
    Potere speciale:Taglio Energetico Potenziato [Legacy]

    Le armi con capacità energetiche superiori sono state utilizzate o create per poter conferire a tutti i combattenti promettenti ma senza abilità personali specifiche di eccellere contro avversari troppo potenti. Non era insolito infatti vederle impugnate da Custodi, pronti a tutto per proteggere i loro segreti, o dai Cacciatori in modo da assicurarsi un'esecuzione netta sulla loro preda. Questo potere si basa principalmente sull'uso di una spada speciale intrisa di una forza energetiche che può venire liberata per aumentare esponenzialmente la sua forza di taglio. L'arma si presenta come una tipica Claymore scozzese, una lama di 110 centimetri con un'impugnatura di circa 50, decorazioni minimali su un'arma solida e dall'aspetto antico. Nonostante la croce, l'impugnatura ed il pomo siano evidentemente vecchi di secoli la lama sembra riforgiata ex novo, lucida intonsa e estremamente affilata Il funzionamento del potere è molto semplice: l'utilizzatore concentra energia all'interno dell'arma così che questa si nutra della sua essenza vitale, trasformandola in un intenso bagliore energetico che riveste il filo della lama. A questo punto il potere può sprigionare tutta la sua potenza distruttiva e nutrirsi dell'energia del suo utilizzatore per affrontare ogni genere di nemico. L'arma è un antico cimelio di famiglia, tramandata di generazione di generazione ed ora in mano a Z. Quando ne attinge il potere l'iride del licantropo si svuotano divenendo pozzi neri.
    Attivazione: 5

    Livello 1
    - La capacità di taglio della spada è leggermente superiore al normale.
    - Dopo aver attivato una tecnica personale, l'energia che riveste la spada vibra, aumentando ulteriormente la capacità di taglio per 1 turno e la lunghezza della spada di 30 cm attraverso l'energia.
    - Mentre la spada vibra in seguito a una tecnica personale, risulta immune a qualsiasi tecnica che diminuisca la sua capacità di taglio di livello 1 o inferiore.

    Livello 2
    - La capacità di taglio della spada è superiore al normale.
    - Dopo aver attivato una tecnica personale, l'energia che riveste la spada vibra, aumentando ulteriormente la capacità di taglio per 2 turni e la lunghezza della spada di 50 cm attraverso l'energia.
    - Mentre la spada vibra in seguito a una tecnica personale, risulta immune a qualsiasi tecnica che diminuisca la sua capacità di taglio di livello 2 o inferiore.

    Livello 3
    - La capacità di taglio della spada è molto superiore al normale.
    - Dopo aver attivato una tecnica personale, l'energia che riveste la spada vibra, aumentando ulteriormente la capacità di taglio per 3 turni e la lunghezza della spada di 80 cm attraverso l'energia.
    - Mentre la spada vibra in seguito a una tecnica personale, risulta immune a qualsiasi tecnica che diminuisca la sua capacità di taglio di livello 3 o inferiore.

    Livello 4
    - La capacità di taglio della spada è estremamente superiore al normale.
    - Dopo aver attivato una tecnica personale, l'energia che riveste la spada vibra, aumentando ulteriormente la capacità di taglio per 4 turni e la lunghezza della spada di 100 cm attraverso l'energia.
    - Mentre la spada vibra in seguito a una tecnica personale, risulta immune a qualsiasi tecnica che diminuisca la sua capacità di taglio.

    Abilità fisiche:

    GIGAS 1
    MACH 1
    SHELL 1
    JUMPER 1
    SENSE 1
    STRIKE 1
    VISION 1
    ENERGY 1
    CHARGE 1

    Tecniche Personali:

    Livello 1: Vibrando un fendente verso il bersaglio, sarà possibile prolungare l'energia che riveste la spada, in modo che la lunghezza venga incrementata di 1 metro così da poter colpire a sorpresa avversari più distanti. In caso la spada sia già prolungata dall'effetto del potere, gli effetti si sommano incrementando ulteriormente la sua lunghezza. Questa tecnica dura un lasso di tempo limite pari alla durata del colpo stesso, pertanto una volta terminato il fendente la lama perde il metro di lunghezza garantito da questa tecnica.
    Costo: 5

    Livello 1: Utilizzando la spada come un'arma da punta, è possibile utilizzare questa tecnica per convertire momentaneamente la capacità di taglio della spada in capacità di penetrazione. Questa tecnica non può essere allungata sfruttando altre tecniche o l'abilità descritta nel potere, poiché consente di sfruttare questo effetto solo concentrando completamente l'energia sulla punta. L'attacco però, risulta micidiale, tuttavia la tecnica dura un tempo massimo pari all'affondo stesso, quindi al termine dell'attacco si disattiverà.
    Costo: 5

    Livello 1:
    Livello 1:
    Livello 1:

    Livello 2: Sferrando un attacco in una direzione specifica, è possibile usare questa tecnica per sprigionare violentemente l'energia della spada scagliando nella direzione del fendente un vero e proprio lampo di energia. Il colpo avrà una forma a mezzaluna ampia quanto la lunghezza stessa della spada, si scaglierà verso il nemico al doppio della velocità dell'utilizzatore fino ad una distanza massima di 10 metri, dopodiché svanirà. La lama ha la stessa efficacia di un fendente della spada stessa, e se ci sono altre tecniche attive che ne potenziano l'efficacia otterrà le stesse identiche proprietà, diventando perfino più efficace. Questa tecnica però, scaglia qualsiasi abilità attiva sulla spada stessa, pertanto dopo l'uso di questa tecnica ogni altra abilità, che sia un effetto passivo o una tecnica a mantenimento, risulta disattivata, come se il potere fosse stato riattivato in quel momento.
    Costo: 10

    Livello 2: Questa tecnica consente di aumentare l'affinità con la propria arma energetica, trattandola come se fosse un'arma convenzionale. Sarà quindi possibile incantarla con una qualsiasi delle tecniche dell'arte occulta, numero 15 o 26, così da aumentare le sue capacità distruttive. Questa tecnica non solo infrange la regola delle armi convenzionali, ma aumenta perfino la durata dell'incanto per armi di ulteriori 2 turni. Al termine di questo tempo, la tecnica si disattiva ed è necessario attivarla di nuovo per poterne sfruttare gli effetti.

    Livello 2:
    Livello 2:
    Livello 2:

    Livello 3:
    Livello 3:
    Livello 3:

    Livello 4:
    Livello 4:
    Livello 4:

    Tecniche Arte Magica:
    Tecniche Arte Occulta:
    Armi:
    Poteri Extra:
    Equipaggiamento:
    Stile di combattimento: Scherma militare europea, grandi fendenti e poste difensive accentuate. Una scherma che sfrutta maggiormente la forza fisica e la rapidità d'esecuzione rispetto ad una tecnica precisa e pulita, spesso impugnando l'arma a due mani in modo da sfruttare tutta la leva dell'impugnatura e del pomo.

    DATI PERSONALI

    Esperienza: 0
    Livello: 1
    Energia: Newbie
    Soul Point: 120 (+100 per scelta Potere Legacy)
    Soldi: 1000
    Nazione di appartenenza: Inghilterra
    Mestiere:
    Covenant:
    Organizzazione:
    Inventario: Cellulare, moto sportiva, ricambi tutti uguali (camicia, giacca, kilt scozzese).
    Anime Fiere:
    • Primo stadio del potere (10 sp)
    • Tecnica di livello 1 (25 sp)
    • Tecnica di livello 1 (25 sp)

    • Secondo stadio del potere (50 sp)


    Role: -
    Combattimenti: -
    Missioni: -
    Operazioni: -
    CRONOLOGIA

    Giorno/Mese/Anno
    - 16/02/2023: Pubblicazione Scheda

    Edited by Under_Skin - 20/2/2023, 12:18
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    I movimenti della donna erano qualcosa di subdolo e raffinato al tempo stesso. L'arte manipolatoria della donna ed il suo modo di fare erano talmente affinati da stuzzicare il sospetto del detective, ma senza riuscire a metterlo veramente in allarme. Era come la sensazione di déjà-vu, qualcosa di indefinito, che si perdeva e diluiva ora nel tocco morbido e sapiente delle mani che massaggiavano il gomito e poi l'avambraccio. Si ritrovò a guardare le sue dite contro la stoffa della camicia, tesa sotto la tensione muscolare dovuta solamente alla rigidità del momento, visto che tutto quello esulava da un semplice interrogatorio o ricerca prove, tutto quel momento stava andando fuori dal suo controllo e questo sembrava irrigidire l'uomo. Al tempo stesso, quella donna, riusciva a premere su moltissime corde senza saperlo, creando le condizioni giuste per vederle cedere, un poco alla volta.

    Fantasma: Senti... questo caso è una bazzecola. Smetti di fare il poliziotto tutto d'un pezzo e divertiti dannazione!

    Lo sguardo dell'uomo la seguì alzarsi, scivolando sulle forme sottolineate da quel vestito. Ora abbastanza sciolto dal quel contatto da ritrovarsi ad apprezzare con un gesto rapido ma innegabile quel che vedeva. Risollevò lo sguardo sugli occhi della donna alla sua successiva domanda, probabilmente retorica, ma si accorse che anche volendo non avrebbe saputo rispondere. Incastrato fra il dovere che solcava ogni singolo momento della sua vita, dagli allenamenti alla vita quotidiana, e la sensazione di quelle dita contro la stoffa mentre la mano veniva guidata. Quell'incastro, quella vicinanza, era tali da essere qualcosa di ben poco noto per lui, e nonostante tutti i suoi sforzi era palese che l'incastro di gambe era abbastanza da fargli gonfiare gradualmente ma inesorabilmente la patta dei pantaloni. Un'erezione in aumento, graduale e sempre un poco più scomoda

    Stephen: No, si figuri...

    In difficoltà evidente nel cercare di mantenere un controllo che secondo dopo secondo gli veniva rubato, finendo per direttissima nella trappola della donna. Inseguiva il tocco delle dita contro al braccio più che le sue parole, che venivano registrate, ma tutti quei dettagli che avrebbe potuto cogliere in quanto detective sfumavano nel nulla mentre la donna si appropriava di un pezzetto alla volta di lui.

    Stephen: Che cosa insegna? Immagino che per il suo ruolo sia fondamentale saper imporre la disciplina...

    Una domanda quasi al di fuori della routine, forse più personale e con un'allusione finale in quelle parole che veniva ben mascherata dal volto. Alla sua richiesta si ritrovò a fare quello che chiedeva senza alcuna remore, quasi fosse scontato e dovuto andare a slacciarsi la camicia con calma, un bottone alla volta, in modo da far scivolare la giacca e liberarsi da quell'impedimento per metterla ordinatamente distesa di fianco al tavolo. Sganciò entrambi i polsini in modo da sollevare le maniche e mostrare le braccia muscolose, definite e ben tornite, qualcosa che faceva parte del suo orgoglio e che lei sapeva evidentemente come stuzzicare per scoprire ancora qualcosa di lui. Sentendo le dita sfiorare con le nocche la scollatura trasalì, sentendo impennare la costruzione chiusa nella patta dei pantaloni eleganti, tentando un movimento istintivo delle dita, come a cercare un contatto maggiore con quella scollatura. Un gesto palese per un'occhio attento, che bruciava più nell'orgoglio che altro.
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    Se solo Hilda avesse potuto leggergli la mente, o sondare il suo passato, avrebbe potuto trovare una miriade di punti deboli in quella corazza costruita ad arte. In primis, la sua totale idiosincrasia verso le donne, incapace a comprenderne il modo di ragionare e di vivere certe dinamiche, che lo portano spesso a vedere il mondo come se fosse tutto nero o bianco, senza distinzioni o sfumature. E la sua gaffe non fa eccezione. Quando la donna svela il suo intento, eliminando la parte sessuale, la sua reazione è un irrigidimento totale. Si trincera dietro la sua più sentita e contrita faccia di bronzo, mentre il suo compagno di avventure rigira il dito nella piaga.

    Fantasma: Sei un disastro con le donne... lo sai vero?

    Beccandosi un'occhiata al vetriolo da parte di Stepehn che, subito dopo, andò a rispondere alla donna. Impacciato quasi di fronte al suo sorriso malizioso.

    Stephen: Perdoni la gaffe. Vogliamo continuare con le domande?

    Buttandola di nuovo sul lavoro, cosa che usava spesso per mantenersi concentrato e sul pezzo, in modo da spegnere ogni sua divagazione mentale. Ma il gesto della donna lo trovò interdetto e, probabilmente, ancora con la mente incastrata in qualche pensiero inopportuno. Fra quel sorriso malizioso e le curve esplosive della donna. Lo sguardo si spostò in direzione della mano, guardandola interdetto una manciata di secondi prima di sentire nella testa la fastidiosa voce dell'assistente spettrale

    Fantasma: Se non fai come ti dice, giuro te ne faccio pentire!

    Messo alle strette, non solo da lei ma anche dal fantasma, allungò debolmente il braccio in modo che lei potesse raggiungerlo e massaggiarlo. Sotto la stoffa della camicia c'era un braccio muscoloso e solido, di quelli che possono spezzare un collo umano con facilità ed riescono a sostenere uno sforzo per lungo tempo. Eppure sotto le dita leggere della donna, era irrigidito come se temesse chissà cosa. Ed il flirt della donna fece centro, lasciandolo privo di parole per una lunga manciata di secondi, rivelando che dietro tutta quella sua composta fermezza si celava una persona incapace di reagire e difendersi di fronte a certi stimoli. Si schiarì la voce, mentre il braccio le veniva offerto

    Stephen: Ricorda chi dei due ha iniziato il tafferuglio?
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    Una stretta solida e diversa da quello che si sarebbe aspettato, fu quella che Hilda gli donò. Si perse una frazione di secondo a guardare quella mano, come se da quel semplice tocco potesse comprendere qualcosa di più della donna. Qualunque fossero le sue doti deduttive, però, la verità era ben lontana dall'essere afferrata e questo lo percepiva il detective, era questo più di tutto che suscitava un vivo interesse in quella donna. Oltre le curve mozzafiato e prorompenti, l'indole, i dettagli... era quell'alone di mistero che cercava una soluzione, a intrigare il detective. Non era immune alla sua bellezza, sia chiaro, ma riusciva a trincerarsi dietro la sua idiosincrasia nei rapporti umani, mettendo il suo lavoro davanti a tutto. Di tutt'altro avviso, era l'invisibile e fastidioso spirito che assisteva Stephen nelle indagini ovviamente.

    Fantasma: Senti senti, questa voleva costruirsi un Harem sull'aereo!

    Sentirsi osservato era qualcosa di nuovo per lui, non gli succedeva spesso vista l'aria intimidatoria che trasmetteva ed essere sotto analisi di quella donna riusciva a mettergli soggezione. Sentiva la pressione di quello sguardo su di se, quasi stesse stringendo attorno al collo, costringendolo ad affrettare la sua scrittura con il rischio di macchiare il foglio. Annotò altro sul taccuino, senza problemi nel vederla sbirciare ma ben distratto da altro, mostrando che stava appuntando schematicamente quanto detto inserendo dei punti interrogativi fra parentesi in alcuni punti. Probabilmente domande da fare o da approfondire. Rialzando lo sguardo incontro il seno florido esposto in avanti da quella scollatura provocante che, per un attimo, infranse ogni sua resistenza. Da quanto non si abbandonava al semplice piacere della carne... si riprese rapidamente. Rialzando il capo lesto a cercarne lo sguardo, senza mostrare segni di imbarazzo ma recuperando lesto controllo di se. Provandoci almeno.

    Fantasma: Sei un babbeo! Non ci lasceremo scappare un'occasione del genere!

    Il fantasma cercò di prendere possesso, per un momento, del corpo di Stephen. Distratto come era da tutti quei pensieri e da quella donna, l'operazione riuscì per il tempo necessario a smuovere la mano che teneva la penna stilografica. Non solo il gesto secco lancio uno schizzo d'inchiostro in direzione della donna, macchiando anche foglio e tavolo, ma la mano si protese per un istante in direzione delle curve mozzafiato della donna, qualcosa di volgare, come un tentativo di una palpata frenato a metà gesto. Distruggendo in un istante quella figura austera e controllata, che tanto si barricava dietro la sua compostezza. Uno sbuffo innervosito sul volto del detective, mentre il gesto venir frenato e la penna posata con un gesto secco, massaggiandosi la mano con la gemella dopo quel gesto inconvulso.

    Stephen: Perdonate. Il gomito ancora non si è ripreso dall'infortunio

    Una menzogna. Palese. Inadatto a mentire non riusciva a mascherare l'onta che quel gesto, incomprensibile dall'esterno probabilmente, aveva gettato su di lui. Era debole di fronte a tutta quella bellezza, a tutto quel desiderio, a quell'ostentazione di malizia e lascività nascoste dietro una donna composta. Senza quel momento di debolezza lo Spettro non avrebbe mai potuto controllarlo, e non era stato lo spettro a renderlo debole, ma quella Donna. Lui lo sapeva e tutte le sue certezze iniziavano a crollare.

    Stephen: Non mi sono mai concesso il lusso di più di una partner. Lo trovo immorale
    Fantasma: Idiota... se ne accorgo sempre delle menzogne, sempre. Secondo te perché hai solo me...

    Una risposta troppo schietta, troppo personale.
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    Stephen guidò la donna nella stanzina che aveva già ospitato raccolte testimoni, stava cercando di comprendere come svolgere quella conversazione e su che tono impostarla. I sospetti non ricadevano ufficialmente sulla donna, eppure qualcosa gli diceva che non era tutto così limpido come potesse sembrare e che lo scontro fra i due passeggeri poteva avere qualche risvolto meno limpido. Ma non doveva farsi distrarre da false supposizioni, considerando che la donna era pericolosamente bella, una di quelle che al di fuori del lavoro probabilmente avrebbe avuto anche difficoltà ad approcciare. Aprendo l'uscio per la donna scacciò al volto tali pensieri, debolezze simili sul lavoro non gli erano concesse, si sentì stupito di se stesso e irrimediabilmente irrigidì l'espressione e la postura, mostrandosi più fiero e tagliente nello sguardo di quanto normalmente non servisse per un indagine di questo tipo. Era fatto così, più qualcosa sfuggiva dalla sua morale e controllo, più si irrigidiva e cercava di diventare irremovibile nelle sue posizioni. Dall'altro canto, il fantasma si divertiva invece a scrutare di lungo ed in largo la donna, trasmettendo telepaticamente all'investigatore pensieri, immagini, scorci di quella sua analisi del tutto poco pudica e rispettosa.

    Fantasma: Come fai a restare impietrito così. Guarda che donna! Ha delle curve che sembrano un parco giochi. Ah! Se avessi io un corpo materiale, le mostrerei come si comporta un gentiluomo d'altri tempi!

    Stephen aera abituato ad ignorare tali commenti, non era la prima volta che doveva sopportare le uscite del suo spettrale ed invisibile collega di lavoro. Ma quest'oggi era particolarmente difficile non dargli ascolto, Hilda era lo stereotipo di Donna che avrebbe potuto spezzargli la concentrazione e, forse, addirittura piegarlo. Perso in certi pensieri, strinse la mano in maniera decisa e ferrea alla donna, una mano abituata più ad essere usata in maniera fisica che a scrivere scartoffie. Nessuna paura di un contatto, nessun tentennamento, mentre gli occhi dell'investigatore cercavano quelli della donna con uno sguardo duro e penetrante. Di quelli che vogliono mettere a nudo il prossimo, metterlo in soggezione ed in difficoltà. Nessun sorriso, nessun cedimento a quella scollatura che viene saggiamente messa in mostra, abilmente tanto quanto in maniera naturale, ne alla sua battuta. Solo un lieve muoversi del pomo d'Adamo, leggero e impercettibile, se non per chi è abituato a fare di certi giochi un'arte.

    Stephen: Detective Stephen Carter, piacere.

    Attendendo che fosse lei a ritirare la mano, ci cui Stephen colse i vari dettagli, registrando qualunque cosa come possibile indizio, senza lasciare niente al caso. Come suo solito. Si sistemò la giacca, lasciando scorrere un lungo lasso di tempo in cui raccolse il taccuino, con penna a stilo, posando il tutto davanti a se per aprirlo ad una pagina vuota. Ogni gesto era preciso e non morbido, ma ben calibrato, ogni pausa era ben studiata. Doveva e voleva assolutamente mettere sulla difensiva l'altra persona, come faceva sempre, in modo da sfruttare quella sensazione di soggezione a sua vantaggio. Hilda aveva perfettamente ragione, quella era la sua strategia, quello che lui non sapeva è che rischiava di sfoderarla contro un avversario immune a certi giochetti mentali prettamente umani.

    Stephen: Non sono qua per intimidire nessuno. Mi limito a raccogliere i fatti. Può dirmi cosa è successo durante il volto? Fra le 13:45 e le 14:00

    Che era l'orario dell'inizio del vero e proprio tafferuglio. Il fantasma ronzava attorno a tutti e due, sbuffando esasperato, distraendo continuamente il proprio legato. Era ovviamente totalmente succube del fascino di Hilda e, questo, poteva essere un problema.

    Fantasma: Ohhh smetti di fare domande, ribaltala su questo tavolo! Guardala, è carne da vivere... ahhh perché sono morto!
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    Si! (che è un modo per dire "indifferente" basta sian tette v.v )
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    Stephen aveva preso in carico in maniera impeccabile questo caso, seppur fosse convinto che sarebbe bastato un investigatore molto meno qualificato di lui portare a termine le indagini. Era totalmente all'oscuro infatti delle macchinazioni che si celavano dietro all'incidente sul Volo di Linea, ma chi lo aveva messo su quel caso sapeva che la sua determinazione avrebbe portato alla luce eventuali intrighi, di cui vi erano solo i sospetti e non le certezze.
    Ignaro del gioco in cui era stato infilato e lastricato della sua cieca determinazione a fare giustizia, era da ore che interrogava con minuziosa attenzione i vari testimoni all'accaduto, inclusi i due incriminati sotto arresto. Aveva raccolto svariate testimoniante, mettendo alla luce due distinte opinioni, entrambe colme di incongruenze e che facevano tutte capo a Hilda. Era intenzionato a scoprire qualcosa di più su quel caso, fugando ogni dubbio e riuscendo a punire i colpevoli, o la colpevole, scovando la verità a qualunque costo. Era fatto così, idealista e lastricato di ideali nobili e puri, come la giustizia al servizio dei giusti e degli indifesi. Non aveva alcuna idea degli intrighi in cui stava per cacciarsi.
    Lasciò attendere qualche lungo minuto la donna, ignorando i commenti dei colleghi mostrandosi quasi superiore, ma non riuscendo ad essere immune ad un tale fascino. Anche lui ne era vittima, ma faceva di tutto affinché il fascino e lo charme della donna non smascherassero le sue debolezze. Il buon vecchio fantasma, invece, era tutto un sussurrargli nell'orecchio apprezzamenti e commenti, un sottofondo a cui era ovviamente abituato il detective ma che ora trovava in qualche modo fuori luogo.
    Dopo averla fatta attendere abbastanza, si diresse verso la sedia dove la donna attendeva il proprio turno per deporre la testimonianza, avvicinandosi con fare tronfio e sicuro di se. Un fisico imponente e massiccio, spalle larghe, volto e barba curati, capelli tagliati corti con una cura quasi militare. Il volto impassibile che, con grosso sforzo di volontà, si manteneva sul volto della Vampira, ignorando le curve e le forme che quell'abito sottolineavano in maniera impeccabile.


    Miss, è il suo turno. Prego mi segua.

    Una voce profonda e maschile, proveniente da un petto largo a stento stretto nel completo blu scuro formale che indossava, sovrastando una camicia bianca indossata con tanto di cravatta e fresca di lavanderia. Una figura distinta, sia per il portamento che per il vestiario, trasudava inflessibilità e fierezza. Attese che la donna si alzasse per seguirlo, facendo strada nel backoffice dell'aeroporto, in una stanza della dogana prestata al dipartimento di polizia per le deposizioni. Non c'erano falsi specchi, o altro, non era fatta per gli interrogatori. Solo uno spoglio tavolo messo al centro della stanza, con due sedie ai lati opposti, lungo il lato corto ed abbastanza vicini a causa del tavolo stretto. Attese la donna, qualora avesse intenzione di seguirlo ovviamente, aspettando che entrasse dentro la stanzetta per seguirla chiudendo alle spalle la porta. Erano soli, nessuno poteva vederli, probabilmente sentirli, ma vista la vicinanza alla zona delle piste private i rumori esterni occultavano gran parte di quelli interni.
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    Hello! Sono alla prima role, pg appena creato u.u se avete idee o anche solo proposte, scrivetemi che ci accordiamo!!

    Eccolo!
24 replies since 18/1/2023
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