Posts written by .Shiryu

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    Richiedo l'archiviazione di questo pg.
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    Fortunatamente per Metatron, egli non incontrò alcuna resistenza da parte di Aura, bensì una collaborazione ed una comprensione che fecero subito piacere al londinese ma che in seconda battuta lo insospettirono: le iridi dell'angelo si soffermarono a lungo sul volto della cyborg dopo le sue parole, cercando di catturare un ghigno divertito o malizioso, tuttavia egli non trovò nulla di simile, rendendo inutile ogni tentativo di ricerca.
    Metatron si mantenne ancora in volo, ritenendosi maggiormente al sicuro piuttosto che scendere a terra ed allo stesso piano di Aura: già l'aver permesso ad una sconosciuta di poterlo non solo toccare ma anche di prelevare dei campioni su di lui e di trattarlo come un esperimento, era stato un enorme sforzo per l'angelo che ora non vedeva l'ora di uscire da quella situazione che tanto gli ricordava il proprio passato.

    Ti ringrazio per la tua comprensione e collaborazione, per me significano tanto.
    Mentre riguardo al nostro prossimo incontro, ora come ora non ho programmato alcun viaggio qui in America e dopo aver mandato all'aria la presentazione, il Dottore sicuramente vorrà aspettare che si siano calmate le acque prima di fare la propria mossa.

    Esordì l'angelo mentre si avviava verso il portale librandosi in aria con una certa fretta, nel tentativo di abbandonare definitivamente Aura e la sua sala per esperimenti: l'imbarazzo e la tensione scaturite da quel nuovo incontro non sarebbero svanite subito, così come l'idea che ora era divenuto un soggetto di studi per un'altra mente scientifica come quella del Dottore.
    Nella mente di Metatron iniziarono a formarsi numerosi interrogativi sulla sua nuova condizione: doveva considerare Aura sullo stesso piano del Dottore?
    Doveva temerla o forse di lei si poteva davvero fidare?
    Queste e tante altre domande accompagnarono il viaggio di ritorno in patria del londinese, un'avventura che non gli aveva fornito ciò che cercava bensì altri interrogativi ed una conoscenza dubbia.
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    L'agitazione di Metatron si dovette scontrare contro l'esaustiva risposta di Aura, la quale sembrava essere piuttosto determinata ed abile nella diplomazia, specialmente quando mirava ad ottenere qualcosa per i propri studi: la missione della cyborg e la dedizione che riversava in essa erano assai ammirabili ma del tutto incomprensibii per l'angelo riverso su quel lettino.
    Mentre la propria mente elaborava le argomentazioni della donna, egli poté sentire distintamente la pressione della mano di Aura diminuire sul proprio petto, muovendosi tuttavia sul proprio corpo per tastarne le linee e la muscolatura: contrariamente a quanto accaduto prima, ora Metatron avvertiva un fastidio maggiore, dovuto probabilmente alla richiesta di quell'ultimo campione, per non parlare poi di quando mise l'angelo di fronte alla scelta di un lavoro manuale o di un aiuto da parte sua.
    Il volto dell'angelo divenne rosso per l'imbarazzo, il corpo teso sempre di più ed il cuore che ormai aveva iniziato a pompare all'impazzata all'interno del torace: la mano destra di Metatron si mosse per fermare il polso di Aura e per allontanarlo dal proprio corpo, un gesto fatto non con violenza o con rabbia, bensì con lentezza e con determinazione.
    L'angelo cercò di ritirarsi su dal lettino per mettersi seduto mentre tentava di riprendere il controllo del proprio corpo iniziando a spiegare le ali: la stretta sul polso di Aura non fu affatto una morsa bensì un tocco sicuro, come di qualcuno che rifiuta con garbo un'offerta appena ricevuta.

    Mi dispiace ma non posso esaudire quest'ultima richiesta: mi è costato molto anche solo permetterti di toccarmi e di prelevare i campioni che mi hai chiesto, ma ora non ho più intenzione di continuare la tua ricerca.
    Metatron avrebbe infine lasciato la presa sul polso di Aura alzarsi in volo saltando sul lettino, distanziandosi così dalla cyborg per mantenere una visuale più ampia su lei e sulle copie ancora attive in quell'ambiente di studio: la voce tremolante di prima ora era più sicura e ferma, forse dovuta ad una presa di posizione netta che l'angelo aveva deciso di adottare nel momento in cui Aura aveva insistito per ottenere quell'ultimo campione.
    Se non hai ulteriori domande da pormi, visto che abbiamo concluso la raccolta di campioni, vorrei che mantenessi la tua parola e che mi lasci andare, così potrai riprendere i tuoi studi sull'evoluzione che vuoi per l'umanità.
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    Metatron si mantenne in silenzio quando ascoltò la risposta di Aura alle proprie domande, scoprendo così alcune particolarità legate alla sua natura, al suo passato ed al suo potere: a quanto pare le copie che era in grado di generare non si evolvevano, venivano usate come soggetti su cui applicare eventuali migliorie per poi morire al termine del loro scopo.
    A quel punto nella mente dell'angelo iniziò ad insinuarsi un pensiero piuttosto contorto: se tali copie erano tali e quali ad Aura, come riuscivano ad affrontare la loro breve esistenza ogni volta che venivano create, sapendo che ben presto sarebbero morte? Non provavano alcun timore? Non avevano sentimenti?
    Mentre queste domande iniziavano a rimbalzare nella mente dell'angelo, la propria attenzione venne catturata da una puntura all'altezza del braccio che lo riportò alla realtà: i propri occhi osservarono quella fiala riempirsi con il proprio sangue scarlatto, avvertendo distintamente l'ago uscire dal proprio corpo: Metatron istintivamente portò una mano proprio in quel punto, tamponando la ferita che iniziò a rimarginarsi quasi subito, grazie alla natura della propria razza. L'angelo ormai si era abituato a subire quel genere di trattamento e ad essere sincero, Aura era stata più che professionale a non fargli sentire nulla durante il prelievo, tuttavia ciò che lo sorprese e lo lasciò attonito fu la sua ultima frase.

    S-seme?! Cos- NO!
    La reazione di Metatron fu prettamente istintiva portando il proprio corpo ad irrigidirsi a quella richiesta mentre il cuore riprendeva a galoppare imbizzarrito nel proprio petto: il volto dell'ngelo si arrosì per l'imbarazzo, la propria mente finì per immaginarsi i metodi che Aura avrebbe utilizzato per prelevare il campione che aveva richiesto, ignorando il motivo per cui le servisse proprio il suo seme.
    Aspetta un momento, ti ho fatto prendere il mio sangue e le piume, a cos'altro ti servirebbe il mio seme? Puoi separare il mio dna o fare altre cose da scienziata sul mio sangue ma il mio seme... insomma... non sono mica un distributore!?!
    L'agitazione dell'angelo assunse ben presto una evidente sfumatura d'imbarazzo agli occhi di Aura, la quale lo avrebbe sentito muoversi e scuotersi per tentare di divincolarsi dalla seduta obbligata sul lettino: Metatron non aveva mai subito un prelievo di quel tipo, né aveva avuto modo di poter sviluppare la propria sfera sessuale, cosa che lo portava inevitabilmente ad imbarazzarsi ed a vergognarsi enormemente quando si toccava quel tasto dolente; ed a giudicare dall'approccio della cyborg, l'angelo era paonazzo per l'imbarazzo.
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    Mentre Metatron percepiva la figura di Aura avvicinarsi a sé, egli osservò per un istante il soffitto di quella stanza camuffato in un cielo stellato, chiudendo gli occhi mentre emetteva un profondo sospiro: " Ecco che ci risiamo, anni passati in laboratorio ed alla prima occasione di libertà sono di nuovo in una situazione del genere: possibile che sia questo il mio destino? Possibile che sia solo una cavia?"
    Queste domande rimbalzavano nella mente dell'angelo mentre il proprio battito cardiaco iniziava ad accelerare e sentiva i passi di Aura farsi sempre più vicini, fino ad avvertirla accanto a sé: per quanto si stesse sforzando, Metatron non riuscì a mantenere il proprio viso impassibile a quel trattamento, lasciando che dai propri lineamenti si manifestasse una certa tensione e contrattura, dovuta ovviamente a quella situazione. Il respiro del londinese accelerò bruscamente così come il proprio cuore quando percepì le mani della cyborg su di sé ma ciò che sentì fu del tutto diverso da ciò che si aspettava: avendo a che fare con una cyborg, Metatron si era preparato a sentire la fredda pressione delle dita di Aura sul proprio braccio, perciò fu colto da una piacevole sorpresa quando avvertì invece un tocco caldo e delicato.
    La tensione che si era dipinta sul proprio volto si sciolse leggermente, senza tuttavia svanire completamente, mentre il cuore rallentava la corsa nel proprio petto ed il respiro, con la dovuta calma, si regolarizzava a ritmi più accettabili: Metatron mantenne per tutto il tempo gli occhi chiusi, cercando di allontanare dalla propria mente i ricordi degli innumerevoli esperimenti a cui era stato sottoposto, riuscendoci con una certa facilità proprio grazie al contatto delicato di Aura.
    Il suo tono composto allontanò il disagio che lo aveva sovrastato all'inzio e quando sentì la sua richiesta non fece alcuna obiezione, aprendo la propria ala destra così che la cyborg potesse reperire un campione delle proprie piume: la donna avrebbe percepito come quest'ultime fossero leggermente più calde rispetto al corpo dell'angelo, come se stessero emanando un calore piacevole che si dipanava dalla figura stesa sul lettino; la ferita sull'ala sinistra si stava lentamente rimarginando e l'elettricità che prima l'aveva colpita ora si era del tutto dissipata, consentendo all'arto danneggiato di recuperare la piena funzionalità.

    Da che ho memoria, non ho mai preso un raffreddore o sofferto di chissà quali malattie: ai primi sintomi ricevevo cure tempestive e l'essere chiuso in una sorta di campana di vetro ha provveduto a mantenermi in salute; gli allenamenti continui hanno fatto il resto, aiutandomi nello sviluppo.
    Metatron decise di ruppere il silenzio mentre avvertì un paio delle proprie piume venire strappate via dalle ali per poi venire prese in consegna da una delle copie di Aura: esse mantennero una certa luminescenza e lo stesso alone di calore, fornendo alla cyborg un perfetto campione per i suoi studi.
    Il fastidio che provò Metatron fu pari ad un forte pizzicotto, cosa che deformò il suo viso in un espressione di fastidio ma solo per un istante: l'angelo non poté celare il sorriso che si dipinse sul proprio volto nel sentire le successive parole di Aura, dato che era già capitato, specialmente ai primi tempi, di perdere il controllo delle proprie ali e di appiccare incendi con esse. Fortunatamente per la cyborg, il controllo del londinese sul proprio potere era discreto perciò ella riuscì a procurarsi i campioni che le servivano senza alcuna difficoltà.
    Alle domande successive di Aura, Metatron aprì finalmente gli occhi e per un secondo rimase imbambolato nell'osservare la figura della donna vicino a sé: sentire le sue mani addosso era stato molto piacevole ma vederla ora così vicino gli permise di apprezzare meglio i lineamenti ed i dettagli del suo volto e del suo corpo.
    La cyborg emanava indubbiamente un certo fascino, una sensualità che durante il combattimento l'angelo aveva ignorato ma che ora si vide costretto ad affrontare molto da vicino: il colore intenso dei suoi occhi, le sue labbra carnose, il fascino esotico che richiamava la carnagione della sua "pelle" e le forme generose del suo seno misero in imbarazzo l'angelo che si trovò spiazzato nell'averla così vicino a sé.
    Il proprio viso iniziò a colorarsi di rosso mentre dalla propria mente cercava di allontanare eventuali pensieri lascivi, concentrandosi piuttosto sulla situazione e sulle domande che gli aveva posto: Metatron allontanò lo sguardo dalle forme e dalla figura di Aura, annuendo alla sua richiesta per poi fissare il soffitto, pronto a rivangare i ricordi del proprio passato.

    Se vuoi sapere nello specifico che cosa ha fatto il Dottore su di me, beh, temo di non poterti aiutare perché nemmeno io so che cosa mi ha fatto: ho passato anni a subire test fisici e psicologici, ad offrire campioni del mio sangue e delle mie piume proprio come sto facendo adesso con te e non ricevendo alcuna risposta alle mie domande, ho preferito non sprecare fiato e lasciare che facessero ciò che volevano.
    Il primo ricordo che ho è quello del Dr. che mi osserva dall'alto della sua figura, intento ad ammirarmi meravigliato, come se fossi qualcosa di unico ed incredibile, per questo mi sento tutt'ora un suo esperimento, una sua creazione: all'inizio era un sentimento che mi piaceva, che mi faceva stare bene, desiderato e coccolato da una figura "paterna" ma più il tempo passava, più questa sensazione si affievoliva e mutava in un interesse più freddo, distaccato e scientifico, fino ad evolversi nel rapporto che c'è tutt'ora con lui.

    Seguì un lungo momento di silenzio dove Metatron chiuse i propri occhi e fece una serie di lunghi respiri per prepararsi al prelievo di sangue che Aura gli avrebbe fatto: le prime volte che percepì un ago bucargli la carne si erano risolte in un esplosione violenta ed incontrollata del proprio potere, per questo l'angelo aveva deciso di calmarsi e controllarsi, onde evitare spiacevoli inconvenienti.
    Aura avrebbe potuto proseguire con il prelievo senza incontrare alcun intoppo, trovando invece nell'angelo una piacevole disponibilità, macchiata dall'alone di tensione e di fastidio che si poteva leggere chiaramente sul proprio volto.

    Se fossi stato da solo, sicuramente quella situazione mi avrebbe logorato dall'interno ma per fortuna oltre a me vi erano altri soggetti, altri esperimenti nel laboratorio: ci sorreggevamo l'un l'altro per cercare di affrontare le sedute, le ore di test, i giorni saturi di esperimenti e le settimane che si dilatavano in anni; è anche grazie a loro se sono qui oggi, anche se dopo il blitz ho perso tutti i loro contatti, mi piacerebbe incontrarli un giorno ma sono sicuro che presto o tardi ci ritroveremo.
    Il pensiero di Metatron andò immediatamente a lei, a quella che poteva definirsi la sua prima vera amica, incontrata in quell'algido inferno del laboratorio: è stato proprio grazie a lei che l'angelo ha saputo tirare fuori il proprio temperamento fiero ed audace, un'influenza più che positiva ma che ora egli ne sentiva la mancanza.
    Accortosi di stare sorridendo al ricordo della sua amica, Metatron cercò di ritornare serio, rivolgendosi nuovamente ad Aura per cercare di deviare ancora la propria mente da certi pensieri.

    E tu invece? Essendo un cyborg immagino che sia stata creata da qualcuno, giusto?
    La capacità di creare delle copie è la tua unica abilità o sai fare altre cose?
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    Le parole dell'angelo non sembrarono intaccare in alcun modo la cyborg e le sue copie, le quali non avevano smesso di osservarlo con i loro freddi occhi color smeraldo: la situazione per Metatron sembrava ormai essere a senso unico, una direzione che portava a quel lettino bianco emerso dal pavimento di quella strana stanza che nel giro di pochi istanti, si trasformò in un ambiente incontaminato e selvaggio.
    Per un istante Metatron fu rapito alla vista di quel panorama, tuttavia la propria mente venne rapidamente riportata alla realtà dalle parole di Aura, sillabe espresse senza il minimo cambiamento del tono di voce ma che lasciavano trasparire la sua intenzione di venirgli incontro: la richiesta che aveva avanzato il londinese venne incalzata dalla domanda della cyborg, costringendolo a rivalutare la situazione dato che non era nella posizione di avanzare troppe richieste.
    Riflettendo sulle parole del costrutto, effettivamente la proposta di Aura non era poi così terribile, tuttavia passò qualche secondo di silenzio prima che Metatron prendesse una decisione: egli si sarebbe sfilato il pesante giubbotto, piegandolo per poi adagiarlo su un'estremità del lettino come se fosse un cuscino, andando infine a stendersi su di esso.
    Le grandi ali rosse si chiusero dietro alla schiena del londinese, spuntando appena oltre le spalle per permettere ad Aura di effettuare le campionature che le servivano, mentre il corpo dell'angelo tremava leggermente mentre si adagiava sul lettino: nonostante il comfort di quel morbido materasso e la tranquillità di quell'ambiente artificiale ma comunque meraviglioso, Metatron non era del tutto a proprio agio ma decise ugualmente di sottoporsi agli esami che servivano ad Aura.
    La maglietta arancione che aveva addosso lasciava scoperti gli avambracci del londinese, permettendo così alla cyborg di reperire facilmente un accesso venoso per un campione di sangue, oltre ad offrire una maggior visione al fisico dell'angelo: egli non si poteva certo dire il ritratto della serenità a guardarlo, tuttavia Metatron avrebbe fatto il possibile per mantenersi calmo ed affrontare quella situazione nella maniera più composta possibile, pronto ad affrontare le proprie paure un passo alla volta.

    Non è necessario che cambi la tua forma, mi va benissimo così com'è.
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    Ci volle qualche altro secondo per permettere alla vista di Metatron di ristabilirsi del tutto tuttavia l'angelo non riuscì a cogliere alcun dettaglio se non una superficie bianca, liscia ed a tratti fredda che rivestiva totalmente quel nuovo ambiente: il ritrovarsi in quel luogo, completamente avvolto da quell'atmosfera algida, quasi ospedaliera, priva di alcuna via di fuga, portò inevitabilmente il londinese a ripensare ai suoi anni di prigionia nel laboratorio del Dottore.
    In un primo momento Metatron si era dimostrato forte ed impassibile di fronte alla proposta di Aura, tuttavia la cyborg avrebbe potuto notare un irrigidimento nel corpo dell'uomo alato, come se i suoi muscoli si stessero serrando, teso di fronte ad un pericolo: il cuore dell'angelo infatti aveva iniziato a battere con maggiore forza e velocità nel petto, cavalcando quel fiume di ricordi e di pensieri poco felici associati all'ambiente della sua infanzia. Certo, il luogo che Aura aveva scelto non era esattamente il laboratorio del Dr. tuttavia i ricordi che esso evocava riuscirono a fare breccia nell'animo dell'angelo, lasciandolo interdetto mentre esaminava l'ambiente circostante: egli non ignorò tuttavia la risposta esaustiva che Aura gli diede, allacciandosi ad un discorso legato all'umanità ed all'evoluzione, cose di cui Metatron non si era mai interessato fino a quel momento.
    Egli non si azzardò ad interrompere le parole del cyborg, specialmente quando dal pavimento fece apparire prima una tastiera e successivamente quello che era a tutti gli effetti un lettino: quest'ultimo, insieme al tacito invito di Aura, lasciarono l'angelo abbastanza confuso e titubante, visto che per tutta la durata di quel discorso, la voce di Aura aveva assunto sempre il medesimo ed inquietante tono; le sue parole erano indubbiamente confortevoli e gentili, ma il tono piatto di quella voce, a tratti freddo e metallico, spinse Metatron a muovere un passo all'indietro mentre il cuore accelerò di colpo la propria corsa nel petto dell'angelo.

    Che cosa hai intenzione di farmi?!
    Hai detto che usi questa stanza per effettuare test in sicurezza, a che cosa ti stavi riferendo?!

    Per quanto egli si stesse sforzando di rimanere composto e fiero, il tono della propria voce tradì le emozioni che lo stavano travolgendo, così come il proprio sguardo, sbarrato, preoccupato e rivolto verso quel lettino: nella propria mente egli si immaginò già bloccato ed inerme su quella struttura, così come era avvenuto in passato, con quegli occhi freddi puntati addosso, come se lo volessero esaminare dalla testa ai piedi.
    Metatron sembrò percepire su di sé non solo gli occhi ma anche delle fredde mani avvolte dal lattice esplorare il proprio corpo, ogni singola curva della propria fisionomia per poi avvertire numerose punture d'ago che perforavano la propria carne: forti ed intensi brividi spinsero l'angelo a tremare, tant'è che fu quasi sul punto di cadere rovinosamente a terra da quanto le proprie gambe si stessero agitando. Anche le possenti ali, fino ad ora rimaste immobili, si stavano scuotendo come se stessero scacciando qualcosa di dosso, mentre la mente dell'angelo lo riportò ai numerosi test che aveva subito proprio su quelle ali, private di ogni singola piuma per testarne le capacità.
    Aura si sarebbe trovata innanzi ad un pulcino tremante di paura, estremamente diverso dall'avversario che aveva affrontato sul retro di quel magazzino: l'angelo rimase in quello stato per qualche secondo, balbettando nel mentre qualche sillaba prima di effettuare un profondo respiro e riguadagnare la compostezza di prima in maniera lenta ma costante.
    Quando Metatron riaprì gli occhi, il flusso di quei ricordi passati era cessato, portando via con sé tutte quelle paure e sensazioni che avevano scosso il proprio corpo e la propria mente: egli avanzò con passo lento verso il lettino che Aura gli aveva indicato, appoggiandovi molto cautamente una mano senza tuttavia sedersi.

    Devi perdonarmi, non sono molto a mio agio con ambienti di questo tipo: non sei la prima persona che si interessa a me e che vuole espormi a dei test, ci sono già passato tempo fa.
    L'unica cosa che ti chiedo è quella di non toccarmi né con il tuo corpo originale, né con le tue copie.

    La richiesta di Metatron venne posta con estrema calma nel parlato, mantenendo sempre costante lo sguardo fisso negli occhi di Aura, intenzionato a scrutare ogni sua possibile reazione: dopo quel mix di ricordi, l'angelo era riuscito a ricomporsi pensando al fatto di essere ancora vivo e che il cyborg lo aveva risparmiato quando avrebbe potuto ucciderlo senza troppa difficoltà, trovando in quella figura una flebile ma pur presente speranza.
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    L'andamento infausto di quello scontro sembrava non aver affatto intaccato in maniera negativa quella serata, visto che Aura, piuttosto che infierire sull'avversario sconfitto, lo mise di fronte ad una scelta piuttosto particolare e curiosa, cosa che creò non pochi dubbi nella mente di Metatron: per quale motivo quella donna, o qualunque cose essa fosse, si era dimostrata di colpo così benevola e magnanima? Aveva visto qualcosa in quelle ali fiammeggianti? Ci si poteva davvero fidare di lei?
    Queste e tante altre domande vorticarono nella testa dell'angelo, il quale si mantenne ancora in ginocchio sul terreno con entrambe le mani a coprire i propri occhi: la vista non era ancora stata recuperata del tutto a causa della tecnica di Aura ma grazie al proprio sense, inspiegabilmente aumentato ora che ci faceva caso, egli riuscì a percepire i movimenti di Aura e delle sue copie, le quali non sembravano intenzionate a ferirlo mortalmente.
    L'angelo percepì la sfera metallica lanciata alle proprie spalle ed il repentino cambiamento dell'ambiente circostante, catapultando quel particolare gruppo in un luogo candido, freddo ed a tratti asettico che trasmetteva qualcosa di famigliare per Metatron: egli ascoltò con attenzione le parole di Aura e dopo qualche istante finalmente si alzò in piedi ed allontanò le mani dal proprio viso, scoprendo un espressione piuttosto seria e contratta.

    Continui a riferirti a me come ad una sua invenzione, come un oggetto creato e plasmato da quell'uomo, ma io non sono così.
    Non sono un'arma, non sono una cura, io non sono stato creato, io...

    Metatron a quel punto si bloccò, fermando così il proprio discorso visto che nella propria mente si palesò una domanda tanto scomoda quanto inspiegabile: "io da dove vengo?"
    La pausa dell'angelo ed il suo successivo silenzio portarono la situazione ad uno stallo mentre la mente del ragazzo cercava di scavare nei ricordi del passato, non riuscendo a trovare nulla che non lo riconducesse forzatamente alla figura del Dottore: dopo un lungo e forte sospiro, il londinese riprese fiato, interrompendo quel silenzio per continuare il proprio discorso, questa volta con un sottile velo di malinconia.

    Visto come si è concluso questo incontro sì, mi manca più di qualcosa ad un'attenta analisi: potere, strategie, armi ma tu in tutto questo che cosa centri?
    Dalle tue parole mi sembra di percepire una sorta di scambio ma non riesco proprio ad immaginare in che modo io ti possa aiutare.

    Dopo quella frase gli occhi di Metatron si aprirono a fatica, riuscendo a schiudere le palpebre quanto bastava per abituarsi gradualmente a ricevere la luce: l'ambiente bianco ovviamente non aiutò tale processo, tuttavia l'angelo si prese il proprio tempo e nel momento in cui i propri occhi furono completamente aperti, si rivolse ad Aura, quella originale, mantenendo lo sguardo fisso sui suoi occhi verdi.
    Scopriamolo allora, d'altronde se mi volevi morto potevi sgozzarmi con una delle tue copie o fulminarmi con l'altra, mi sbaglio?
    Io sono Metatron. Dove ci troviamo in questo momento ma soprattutto, tu che cosa sei? Hai parlato prima di aiutare la razza umana ma nonostante tu ne condivida l'aspetto, non sembri appartenervi. Perché dunque impegnarsi ad aiutare l'umanità se tu stessa non ne fai parte?
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    Metatron andrà ad effettuare una consegna alla Leviathan House per un certo T. O. Fregato.
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    Nome Partecipanti: Aura vs Metatron Zoldyck
    Link dello scontro: Interessi convergenti
    Inizio e termine: 18/11/2020 - 08/12/2020

    Nome partecipanti: Kuro Kiba e Eri-Chan vs Metatron Zoldyck
    Link dello scontro: Uno scontro è meglio di un film
    Inizio e termine: 12/11/2020 - 10/12/2020
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    Per quanto Metatron stesse sovrastando il proprio avversario da quella posizione, Kiba non sembrò affatto curarsi troppo dei danni alle braccia ed alla mascella, preferendo crogiolarsi in quel dolore mentre provocava l'angelo con quel discorso: le parole del lupo diedero molto da pensare al londinese, il quale tuttavia non mollò minimamente la presa sul braccio armato di katana, mentre il dolore ai testicoli lentamente stava scemando.
    Egli era pronto a rispondergli per le rime, pronto ad esporre la propria arringa in difesa dell'onore ma una voce femminile, più irritante che squillante, catturò la propria attenzione: si trattava di Eri-chan, quella ragazzina che fino a poco tempo prima aveva ricevuto quella katana puntata in faccia, con gli occhi gonfi, pronti per il pianto, quella stessa persona ora era alle spalle di Metatron impugnando una lunga naginata, quasi come a volersi unire a quello scontro: la vista di quella scena più le parole della yogami fecero sprofondare Metatron nella vergogna e nell'imbarazzo; aveva preso un enorme granchio affrontando quello scontro di petto, anzi due.
    Ciò che aveva spinto l'angelo a combattere era proprio la situazione di pericolo in cui si trovava Eri-chan ma vedendola ora più agguerrita che mai ed anche piuttosto provocatoria, la voglia di combattere del londinese volò via come una foglia mossa da una folata di vento, decretando così la fine di quello scontro: le ali che fino a quel momento erano composte da pure fiamme si spensero in un istante, ritirandosi sulla schiena di Metatron, mentre la katana venne sfilata dal proprio addome, sulla cui ferita si posò la mano sinistra dell'angelo, non più sul polso del proprio avversario.
    Il londinese si alzò in piedi e si scostò via dal lupo steso a terra, quasi come se fosse stato seduto su un sacco della spazzatura: lo sguardo deluso ed abbattuto di Metatron accompagnò le proprie parole mentre si allontanava con calma da quella strana coppia.

    E pensare che sono arrivato a versare del sangue per una nanerottola del genere: siete stati solo una perdita di tempo, non intendo sprecare nemmeno un altro secondo ad ascoltare le vostre idiozie. Che figura di...
    Le ultime parole scemarono nel vento mentre Metatron prendeva maggiore distanza dai suoi avversari, ovviamente non prima di aver riposto Aquarion nella propria gemma alfa, prendendo la prima via che lo avrebbe allontanato da quella piazza: la ferita all'addome doleva ad ogni passo, tuttavia l'angelo non si sarebbe fermato, avanzando senza mai rivolgere lo sguardo verso quei due.
    CITAZIONE
    Status fisico: danno da impatto di entità medio-lieve all'altezza dello stomaco, danno da taglio di entità medio-grave al fianco sinistro, danno da impatto medio-lieve alla testa, danno dai impatto medio- lieve ai testicoli
    Status psicologico: demoralizzato, abbattuto
    Energia: 60/60
    Tecniche usate: //
    Potere: Inattivo
    Note: Aquarion (Arma personale, Penetrazione+) nella gemma alfa
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    La mossa di Metatron gli permise di evitare il proiettile di Aura ed il fendente di una delle sue copie, tuttavia quell'attacco così diretto lo espose alle successive tecniche dell'arte occulta basata sul fulmine: ignorando il motivo per cui la sua avversaria stesse mettendo le mani in quella strana posa, l'angelo non fece in tempo a pararsi gli occhi, venendo così investito in pieno dal Colpo del sole. Il proprio assalto si fermò all'istante mentre il londinese imprecava sorpreso da quel colpo, avvertendo solo all'ultimo la Lancia del Fulmine trapassargli l'ala sinistra: l'intera porzione dell'ala venne investita da numerose scariche elettriche che magnetizzarono quella zona, compromettendo la corretta capacità di volo, mentre Metatron scendeva a terra con la mano destra d'avanti agli occhi, non vedendo praticamente nulla.
    L'angelo toccò terra e si trovò presto il clone armato di spada alle proprie spalle, intento a puntargli la lama al collo, tenendolo così in scacco: avvicinandosi così tanto a Metatron la copia si era esposta alle fiamme dell'ala ancora sana che inizialmente avvolsero il braccio armato ma ascoltando le parole di Aura e soprattutto sentendo quel freddo contro la gola, decise di disattivare il proprio potere, richiudendo entrambe le ali dietro alla schiena.

    Non ho mai ucciso nessuno in vita mia e non era mia intenzione farlo proprio questa sera: ciò che volevo era fermarti dall'incontrare un individuo come lui ma se ci tieni tanto, accomodati pure, ammesso che ci sia ancora qualcuno lì dentro. Sai, penso di non essere stato l'unico ad aver visto quel lampo di luce in piena notte: quella tecnica ti è stata molto utile ma avrà sicuramente messo in allarme chiunque con un briciolo di cervello lì dentro.
    Il tono di voce di Metatron, inizialmente sofferente ed abbattuto, presto si rinvigorì, lasciando che un sorrisetto beffardo si dipingesse sul proprio volto, comunque contratto per il dolore e l'assenza ancora momentanea del senso della vista: con quell'attacco Aura era stata furba a cogliere di sorpresa il proprio avversario ma così facendo rivelò la propria posizione ed insospettì gli individui che si stavano per radunare in quel luogo, i quali fuggirono facendo slittare l'incontro.
    Si poteva dire che l'angelo non avesse ottenuto una sconfitta totale, anche se la presenza di quella lama puntata alla gola non trasmetteva nulla di dolce e rassicurante.

    Parlare con me? Con l'individuo che ha appena mandato in fumo i piani della tua serata? Andiamo, non prendermi in giro: sicuramente ti vorrai divertire anche tu a torturarmi, a "parlare" mentre mi analizzi insieme ad altre tue copie.
    Io non sono più una sua proprietà e non intendo esserlo, non dopo quello che mi ha fatto.

    Dopo quelle parole ci fu un momento di silenzio dove l'angelo lasciò cadere a terra Aquarion per riporla lentamente all'interno della propria gemma alfa, portandosi infine entrambe le mani al volto per cercare di riprendere la vista, concentrandosi e calmandosi nonostante il dolore all'ala sinistra fosse tutt'altro che indifferente.
    CITAZIONE
    Status fisico: danno da perforazione di media entità all'ala sinistra folgorata e magnetizzata
    Status psicologico: concentrato sul riprendere la vista
    Energia: 60/60
    Tecniche usate: //
    Potere: Attivo
    - All’attivazione del potere le ali angeliche si tramuteranno in ali di fuoco ampie due metri con una capacità di usura leggermente superiore al normale.
    - L’utilizzatore ottiene un bonus del 25% sul Mach.
    Note: Aquarion (Arma personale, Penetrazione+) nella gemma alfa
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    Non appena Metatron ebbe concluso il proprio discorso, una delle copie di Aura, precisamente quella armata di spada, si proiettò in avanti per raggiungerlo, pronta a colpirlo con quell'arma luminescente: il pericolo che l'angelo stava provando divenne sempre più palpabile, tuttavia questo non distolse la propria attenzione dall'originale e dalla seconda copia, le quali si stavano preparando ad affrontarlo in maniera differente.
    Mentre il secondo clone si limitò semplicemente a ridurre la distanza che lo separava dal londinese, Aura invece richiamò a se un'arma da fuoco, pronta a detonare un proiettile nella direzione del proprio avversario: Metatron a quel punto si sarebbe trovato a fronteggiare contemporaneamente tre diverse strategie, cosa che lo spinse ad effettuare una mossa precisa ed efficace.
    Egli avrebbe spalancato le ali senza tuttavia librarsi in volo, dato che il proprio piano era quello di aspettare l'istante in cui quel fucile avrebbe fatto fuoco: l'angelo attese di sentire partire il primo colpo per effettuare un salto al massimo del proprio Jumper, raggiungendo così l'altezza di due metri, più che sufficienti a mandare a vuoto il proiettile dato che Aura aveva preso la mira su un bersaglio a terra. Tale salto servì inoltre a mandare a vuoto l'eventuale colpo della copia Infusion, visto che si trattava di un fendente portato parallelamente al terreno, oltre a preparare la mossa successiva di Metatron. Una volta in volo, l'angelo avrebbe sfruttato la natura della propria razza e del proprio potere per effettuare subito uno scatto a mezz'aria e successivamente procedere in linea retta verso Aura, lasciandosi alle spalle le due copie che si erano approcciate in maniera più diretta a lui: gli undici metri che lo separavano da Aura vennero bruciati velocemente dalle ali infuocate dell'angelo, la cui quota si sarebbe mantenuta fissa mentre procedeva verso la propria avversaria.
    La presa su Aquarion si intensificò e mantenendo il braccio destro lungo il medesimo fianco del corpo, Metatron si preparava ad offrire ad Aura un combattimento ravvicinato, senza tuttavia ignorare le due copie che si era lasciato alle spalle: fare una mossa del genere lo avrebbe sicuramente condannato a subire un attacco alle spalle, tuttavia rimanere ad affrontare due copie mentre l'originale lo bersagliava dalla distanza non era affatto uno scenario favorevole per il londinese.
    Fu proprio per questo motivo che scelse un approccio più diretto e rischioso, sperando di poter sopraffare la propria avversaria prima di venire annientato dalla sua superiorità numerica.

    CITAZIONE
    Status fisico: perfetto
    Status psicologico: concentrato sul combattimento
    Energia: 60/60
    Tecniche usate: //
    Potere: Attivo
    - All’attivazione del potere le ali angeliche si tramuteranno in ali di fuoco ampie due metri con una capacità di usura leggermente superiore al normale.
    - L’utilizzatore ottiene un bonus del 25% sul Mach.
    Note: Aquarion (Arma personale, Penetrazione+) nella mano destra
  14. .
    Quando Metatron percepì la fredda lama penetrare nella propria carne, sentì chiaramente il sangue bagnarla ed iniziare a sgorgare dalla ferita, così come il forte dolore che gli mozzò il fiato: tuttavia, ciò che colpì l'angelo non fu il danno che aveva subito, bensì l'espressione che aveva assunto Kiba dopo quell'attacco; quello sguardo fisso sulla ferita appena inferta al proprio avversario fu un ulteriore conferma di quanto fosse sadico e malato quell'individuo.
    L'odore del sangue di Metatron finì per mescolarsi a quello ben più forte di carne bruciata, visto che le ali dell'angelo non trovarono alcuna difficoltà, continuando così a consumare la carne di Kiba in maniera decisamente logorante:la mossa dell'angelo tuttavia non riuscì ad impedire del tutto il movimento del braccio del lupo, il quale riuscì comunque ad infierire una notevole dose di dolore al fianco sinistro del londinese. Metatron tuttavia non si lasciò distrarre ed avvolse l'intero braccio armato di Kiba con la propria ala fiammeggiante, così da offrire una certa resistenza al proprio avversario, oltre a danneggiarlo ulteriormente: in aggiunta vi era sempre la mano sinistra di Metatron, perfettamente sana, ad impedire eventuali movimenti del polso del nemico.
    Fu per questo motivo che Kiba non riuscì ad aggravare la ferita dell'angelo, riuscendo comunque ad inclinare la katana di pochissimi centimetri, un azione che causò ulteriore dolore al londinese, certo, ma che non a distrarlo completamente.
    Il braccio sinistro del lupo si sarebbe trovato in una situazione più grave del destro, a causa dell'esposizione prolungata alle fiamme dell'angelo, cosa che spinse quest'ultimo ad alleggerire la presa che esercitava con la mano destra, ritenendolo meno pericoloso: tale scelta fu provvidenziale per Metatron poiché percependo il movimento della gamba sinistra del lupo, avvicinatosi ulteriormente a lui, egli mollò rapidamente la presa che aveva sul braccio sinistro di Kiba per intercettare quella ginocchiata ai gioielli di famiglia con un pugno.
    Vista la distanza pressoché ravvicinata e le rispettive capacità di reazione pressoché alla pari, Metatron non riuscì del tutto a fermare quel colpo, ma lo subì in maniera meno violenta ed efficace di quanto si aspettasse Kiba: il lupo a quel punto subì la testata di Metatron che, sfruttando la rabbia generata dal dolore ai testicoli, si proiettò con il corpo per sbilanciare del tutto il proprio avversario, saltandogli sopra ed atterrandolo.
    A quel punto Kiba si sarebbe trovato con entrambe le braccia completamente avvolte dalle fiamme, il braccio armato di katana tenuto fermo dalla mano sinistra dell'angelo e quest'ultimo seduto sul suo addome mentre si portava la mano destra ai coglioni dolenti: il respiro di Metatron era sicuramente affannato per i colpi e le ferite subite, per non parlare del sangue che iniziò a riversarsi per terra e sul corpo del lupo, ma guardandolo negli occhi, egli avrebbe percepito quanto fosse determinato il proprio avversario.

    Maledetto sacco di pulci! Dei lupi hai in comune solo l'aspetto perché a giudicare dalla fierezza, sei lontano anni luce! Vuoi darti una calmata o preferisci diventare una torcia umana? Puoi colpirmi ai coglioni quanto ti pare ma le mie fiamme non si spegneranno!
    CITAZIONE
    Status fisico: danno da impatto di entità medio-lieve all'altezza dello stomaco, danno da taglio di entità medio-grave al fianco sinistro, danno da impatto medio-lieve alla testa, danno dai impatto medio- lieve ai testicoli
    Status psicologico: incazzato, dolorante ma determinato a sovrastare il nemico
    Energia: 60/60
    Tecniche usate: //
    Potere: Attivo
    - All’attivazione del potere le ali angeliche si tramuteranno in ali di fuoco ampie due metri con una capacità di usura leggermente superiore al normale.
    - L’utilizzatore ottiene un bonus del 25% sul Mach.
    Note: Aquarion (Arma personale, Penetrazione+) a terra

    Edit#1 al 08/12/2020: reso meno immediato l'avvolgersi dell'ala sinistra di Metatron intorno al braccio armato di Kiba, consentendogli un minimo di manovra prima dell'effettiva presa dell'arto.

    Edited by Shiryu Knight - 8/12/2020, 22:11
  15. .
    Metatron si era appena abituato alla vista della seconda Aura che nel giro di pochi secondi si manifestò un'altra copia, priva di quella strana luminescenza verde alle mani ma del tutto identica alla donna originale: l'angelo non riuscì minimamente a celare la sorpresa ed il timore che si dipinsero sul proprio volto, portandolo istintivamente ad indietreggiare di un metro mentre osservava quelle due figure avanzare in maniera lenta ma sicura verso di sé.
    La situazione stava prendendo una piega sempre più brutta per il londinese che, in svantaggio numerico, si ritrovò ad ascoltare il discorso della sua avversaria, rimasta indietro per lasciare avanzare le proprie copie: l'entusiasmo che aveva portato Metatron a rivolgerle quella domanda così sentita si spense mentre ascoltava la risposta di Aura, una doccia fredda che lo riportò con i piedi per terra sul retro di quel magazzino abbandonato.
    Egli era stato fin troppo precipitoso ad esporsi in quel modo con una donna che non conosceva affatto e che aveva un'aria tutt'altro che accomodante, eppure la flebile possibilità di avere innanzi un altro soggetto degli esperimenti di Dottore, di non sentirsi più solo e di avere qualcuno con cui condividere un legame lo portò ad agire in quel modo.
    Metatron emise un profondo sospiro mentre cercava di riprendere il controllo di sé, senza tuttavia mai abbassare la guardia nei confronti di Aura e delle sue copie: una di esse avanzò insieme all'altra senza tuttavia brandire alcun'arma, cosa che lo lasciò piuttosto interdetto; possibile che non ne avesse bisogno? L'angelo avrebbe fatto meglio a non sottovalutare nessuna delle donne che la sua avversaria era in grado di generare, così come non avrebbe ignorato il suo discorso, rispondendo al suo quesito.

    Più che una sua arma, sarebbe più corretto definirmi una sua cavia, un esperimento iniziato da lui per non so quale diavolo di motivo.
    Una mente malata e perversa non donerà nulla al mondo se non dolore e sofferenza: anzi, essa si prenderà tutto ciò che riterrà necessario per i propri fini senza preoccuparsi delle vite che verranno spezzate durante tale processo.
    Fidati di chi è passato sotto le grinfie di quell'uomo, le sue azioni sono così abominevoli che qualsiasi frutto tu voglia raccogliere si rivelerà marcio e non poterà a niente di buono.

    Terminato il proprio discorso Metatron prese finalmente il coraggio necessario per fronteggiare le sue avversarie, mandando in fumo l'opportunità di fuggire da quella situazione rischiosa: dopo quelle parole Aura avrebbe compreso come l'angelo di fronte a sé si sarebbe preparato a fermare la sua avanzata, deciso a mandare a monte il suo raccolto.
    CITAZIONE
    Status fisico: perfetto
    Status psicologico: sorpreso, timoroso e curioso
    Energia: 60/60
    Tecniche usate: //
    Potere: Attivo
    - All’attivazione del potere le ali angeliche si tramuteranno in ali di fuoco ampie due metri con una capacità di usura leggermente superiore al normale.
    - L’utilizzatore ottiene un bonus del 25% sul Mach.
    Note: Aquarion (Arma personale, Penetrazione+) nella mano destra
522 replies since 11/2/2017
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