Posts written by White Raven

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    Guai seri (1 tiro)

    Lancio dado: 53
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      53
    • Inviato il
      13/4/2023, 18:46
      White Raven
  2. .
    La ragazza non fu sorpresa per nulla da come Gin andò a tirare fuori il taccuino, risultando quasi prevedibile nel modo con cui usò la penna come se fosse un’arma da distruzione di massa. Sorrise sornione alle sue parole; istinto di sopravvivenza, diceva. L’unico istinto che aveva avuto, era stato quello che le era venuto quando aveva capito che poteva morire ed era fuggita. A parte quello, la sua mente era sempre in uno stato dove si sentiva quasi sulle nuvole.
    Ma- Gin-san, sarei dovuta andare via e lasciarla li? Come posso definirmi una aspirante Akira se lascio le persone in pericolo da sole?”
    Avrebbe detto, prima, con un sorrisone. Anche se effettivamente non v’era un chissà quale sentimento a spingerla ad aiutare. Aveva semplicemente pensato a come quella donna era stata simile a lei, e come nessuno la stava aiutando e che dunque sarebbe stata lei la sua luce. Peccato che la biondina avesse avuto i suoi sogni di gloria infranti. Chissà che fine aveva fatto la donna. Beh in ogni caso, riportò l’attenzione su quel strano tizio che le si era avvicinando, costringendola a piegare la testa di molto all’indietro, sentendo già un certo torcicollo formarsi. Che davano da mangiare a sta gente? Latte e droghe per crescere?! La sua attenzione però sarebbe stata catturata dalla mano, così diversa… e così simile a quello di un’insetto! Oh no. Ebbe diversi brividi di repulsione, uniti a quelli che le provocava già ora, che la costrinsero a stringersi in lei stessa. Non era da lei indietreggiare, ma ne stava avendo le scatole piene di insetti. Avrebbe dovuto comprare Raid o qualche insetticida e portarselo dietro. Appena le chiese cosa avesse provato quando aveva visto quel tizio- o anche ora, i sentimenti che provava erano però annebbiati da quell’istinto che le faceva mettere i sensi all’erta.
    Uh- ecco- credo paura? Non riesco a concentrarmi molto con te davanti, dammi un attimo..
    Avrebbe ammesso, spostandosi lateralmente così da mettere un po’ di distanza e avere più tempo per concentrarsi. Non aveva paura dell’uomo, ma non riusciva a controllare il come il suo corpo agiva certe volte. Che si fosse resa conto in modo inconscio che era un mostro-uomo-insetto?. Inoltre, come al solito, avrebbe dimostrato di non avere molti peli sulla lingua. Chiuse gli occhi, cercando di abbandonare la se stessa di quel momento per ritornare a quella del giorno prima. Cercando di ricordare le sensazioni che aveva provato.
    Avevo paura, mi sembrava che fosse un’enorme montagna che non avrei mai potuto scalare, che era fortissimo ed era inutile affrontarlo visto che sarei stata sconfitta. E anche ora mi sembra che sia così…
    Certo, non mentiva. Però sapeva che se non fosse stato per quel nano probabilmente gli avrebbe fatto qualche danno anche abbastanza severo. Però tenne quel pensiero per lei stessa. Ah, che fosse quella la violenza che l’uomo intendeva? Non era però sicura che fosse dato dal mastino, o semplicemente da lei stessa. Molto probabilmente da lei.
    Oh! Se posso aggiungere qualcosa che mi ispira in questo momento è decisamente violenza- ma credo che quella sono io e basta... Peccato che forse sia già morto, il tizio che mi ha permesso di scappare non era credo andasse per mezze misure.
    Poteva però fare la gradassa quanto voleva; pur quanto sentisse di essere forte sapeva che li aveva sottovalutati e si era trovata in una situazione davvero svantaggiosa. Piegò le labbra in un lieve sorriso amaro, nel pensare a come aveva temuto per la propria vita. Come poteva definirsi Akira, se poi fuggiva terrorizzata per la sua stessa vita? Era una codarda, e la cosa pesava molto. Sapeva che per quanto si diceva che non lo avrebbe più fatto, probabilmente avrebbe ceduto alla paura e sarebbe fuggita nuovamente. Si sentì quasi soffocare, nel ripensare a quella paura che aveva provata. Unita alla sensazione del mastino… probabilmente se non avesse ceduto prima, di fronte a Ren, lo avrebbe fatto li. Percepì il panico aumentare gradualmente, ma cercò di contenerlo tramite respiri profondi che mascherò come sospiri. Solo a quel punto comunque avrebbe riaperto gli occhi, così da ritornare con i piedi per terra- e risentire quella disgustosa repulsione dall’energumeno. Non le piaceva per nulla quella sensazione. Non l’aiutava per nulla a mantenere la calma.
    Perché è così importante capire cosa abbia provato? E’ qualcosa che altera le emozioni?
    Era piuttosto sicura che i propri attacchi di panico e isteria erano suoi, dunque l’unica cosa che poteva essere fabbricata era la sensazione che fosse una montagna.

    Edited by White Raven - 13/4/2023, 20:13
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    Guai seri [1 tiro]

    Lancio dado: 41
    • 1d100
      41
    • Inviato il
      12/4/2023, 16:17
      White Raven
  4. .
    La biondina non si perse nessun dettaglio di quella stanza, seppur ovviamente Gin aveva attirato la sua attenzione. Il vederlo così sorpreso fu un immenso piacere. Infatti non perse il suo sorrisone, quasi da sbruffona.
    Ma come Gin-san! Mio papà lavora qua, è ovvio che posso essere qui!
    Era palese che si riferisse a Ren-san, solo che aveva evitato la domanda con grande maestria, rigirandola come voleva lei ed evitando dunque di dire il reale motivo della sua presenza a lavoro con il suo padre adottivo. Solo che nel vederlo avanzare, e come allungare la mano verso il suo volto, boccioli di adrenalina e paura iniziarono a formarsi nel suo stomaco. Alzò automaticamente entrambe le mani, incrociandole di fronte alla testa, così da evitare che l’uomo potesse avverarle la capoccia. Le era già stata sbattuta più volte, non le serviva ancora!
    VIolen-
    Probabilmente le sarebbe uscita un’altra delle sue particolari battute, dovuta all’agitazione, ma un’aura terribile fermò entrambi. Gabriel trattenne il respiro, spalancando gli occhi. Era di nuovo finita nei guai? Eppure aveva voluto solo disturbare Gin! Dannazione a lei. Lentamente, e socchiudendo gli occhi, fece scendere le braccia fino a portarle ad una posizione dove erano di fronte al suo petto. Guardò chi era il possessore dell’aura, trovando un uomo mascherato. Non sembrava simile però a quello che l’aveva aiutata la scorsa volta, non aveva la stessa copertura.
    Odore?
    Avrebbe chiesto, quasi in modo stupido. Si portò il palmo al volto, così da annusare la sua stessa pelle, trovando solo l’odore flebile del sangue che era stato lavato via. Ovviamente v’erano anche altri prodotti per mascherare l’odore, ma la ragazza era ancora piuttosto sensibile al sangue dunque avrebbe riconosciuto l’odore metallico molto facilmente. Però non parlava di sangue, quello era chiaro. Portò lo suo sguardo su, così da guardare di nuovo l’uomo; più grosso e massiccio di Gin- che fosse Noroi-san nascosto da una maschera? Il pensiero probabilmente l’avrebbe fatta ridere se non fosse per l’ansia che le stava creando. Vedendo l’uomo mascherato farle cenno di avvicinarsi, la biondina si fece già qualche filmino mentale su qualche scusa da usare per andarsene. Eppure il suono della porta che si chiudeva le suggeriva che non sarebbe riuscita ad andarsene presto. Dannazione al suo naso lungo, non aveva imparato dai suoi errori? Fece però dei passi in avanti, vedendo come la stava chiamando, però piuttosto che guardare lui i suoi occhi si mossero sugli appunti appesi. E sarebbe stato strano forse per Gin, Gabriel che non andava ad avere la sua parlantina per una volta. Non riusciva a nascondere per nulla l’agitazione che stava cominciando ad avere. Spostò il suo sguardo su di Gin, alla sua domanda.
    Gin-san, non per male, ma quasi tutta la gente che incontro è insolita.
    Come se fosse una dannata calamita per stranezze. Rabbrividì vistosamente nel ricordare ilgiorno prima. Forse intendevano loro? Punto con una mano la foto, indicandola con l’indice, lasciando che però il suo sguardo rimanesse sul professore.
    Ho incontrato un tizio simile a quello li ieri. Ci stava un tizio più basso di me che l’ha chiamato mastino ed era un botto più forte di me. Mi ha sbattuto la testa contro un muro diverse volte.
    Avrebbe detto, prima di corrugare la fronte. Effettivamente non aveva dato l’aiuto che aveva promesso al tizio. O alla donna. Sentì un certo senso di colpa alzarsi nel suo petto, così come il panico ma che stava tenendo a bada. Non le piaceva pensare a tutto quel sangue che aveva perso e visto. Inoltre con quella ammissione avrebbe quasi automaticamente spiegato il motivo per cui si era coperta la testa in quel modo poco prima.
    Ah, probabilmente facevano parte di una gang o yakuza. Ero intervenuta perché stavano picchiando una donna che era una lucciola. E sto tizio sembrava normale, lo giuro! Poi si è tolto la casacca e la sua testa di è allungata come quella di un bruttissimo insetto.
    Spiegare la situazione era probabilmente la scelta più saggia per far capire perché si era trovata li. Però voleva evitare di spiegare la sua sconfitta, e il come era stata malmenata fino a rischiare la morte. Ma lo sapeva che sarebbe stata costretta a dire tutto, ma fino a quando poteva tenere la bocca chiusa su quella cosa umiliante lo avrebbe fatto.
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    Guai seri (1 tiro)

    Lancio dado: 46
    • 1d100
      46
    • Inviato il
      6/4/2023, 15:24
      White Raven
  6. .
    Ren la capiva molto facilmente, dunque l’uscire da quel posto fu come prendere una boccata d’aria dopo esser stata sommersa per un lungo periodo. Boccata che poi sarebbe stata ancora più rinfrescante non appena sarebbe stata in grado di riprendere la propria katana in mano; non per l’arma in sé ma per l’affetto che provava per chi l’aveva usata prima di lei. La tenne abbracciata per diverso tempo, come se fosse un peluche. Il fatto che si fosse staccata così a lungo dall’arma era anche un miracolo! Infatti ben presto sarebbe tornata intorno ai suoi fianchi, senza che avesse veramente voglia di usarla. Quando venne portata alla centrare della polizia, si sentì già meglio. Infatti il sorrisone che le spuntò sulle labbra niente l’avrebbe tolto. Anzi, rispondeva con entusiasmo ai suoi zietti, entusiasta per ogni cosa che aveva visto. Solo che notò qualcosa -qualcuno- di familiare mentre era accompagnata da Ren. Non ci fece molto caso in un primo momento, già la sua testa piuttosto stimolata dalle interazioni, ma quando l’uomo la invitò a stare tranquilla per un po’ e di bere, finì per ripensarci automaticamente. La bevanda gassata che poi Ren le avrebbe preso non sarebbe stata una di quelle fastidiosissime lattine, ma in una bottiglietta che poteva aprire senza l’ausilio delle sue unghie. Infatti l’avrebbe aperta con poca difficoltà. Solo che nel momento in cui sentì il suono lieve della bevanda si ricordò il perché era così familiare quella figura. Un sorriso pestifero a quel punto sarebbe comparso sulle sue labbra, mentre finalmente tutto quel che le era capitato il giorno prima veniva messo in un angolino. Indossava ancora il top -che aveva qualche macchietta rossastra che la ragazza non aveva notato-, ma i pantaloni erano stati cambiati in qualcosa di più comodo visto che quelli che aveva indossato prima erano troppo danneggiati dal sangue. Guardandosi con attenzione attorno, a destra e sinistra, iniziò a muoversi a passi lenti per raggiungere la stanza dove aveva visto quell’ombra familiare. E come aveva immaginato; era Gin! Automaticamente si portò una mano al collo, ma niente collare. Lo aveva lasciato in stanza dentro il suo box di accessori. Avrebbe voluto indossarlo, così da fare una sorpresa al professore, ma purtroppo le cose non erano andate come voleva. Poi, cominciò una battaglia nell’interno della testa della ragazza. Avrebbe voluto ascoltare Ren, stare tranquilla e magari guardare il film che le era stato detto di guardare. Ma dall’altra voleva davvero disturbare Gin, qualsiasi cosa stesse facendo. Quelli erano appunti, e stava poi parlando con qualcuno. Aah- era troppo curiosa! Era tutto in suo favore; la porta era socchiusa e nessuno era intorno- perfetto per irrompere dentro! Però non voleva deludere Ren- dannazione a lei! Forse aveva una idea, che avrebbe soddisfatto se stessa e il suo patrigno. Sarebbe entrata brevemente e poi sarebbe andata via, sì! Spinse la porta così da aprirla, quasi con casualità, lieve sorriso sulle labbra che poi si trasformò in una espressione imbarazzata e colpevole -finta per chi conosceva la ragazza, visto quanto le piaceva combinare guai.
    Oh! Ho sbagliato stanza- Mi dispiace molto- Ma! Gin-san, è lei? E’ da molto che non la vedo!
    Come se non bastasse, aggiunse pure la terza persona come se volesse dare fastidio di proposito al professore. Così come sottolineò in modo palese il “San”. Seraphine non indossava chissà quale maschera, solo che spingeva la parte più debole di lei in profondità così lasciare solo la parte più luminosa ed energica fuori. Come in quel caso. Nonostante i capelli biondi non fossero ordinati come al solito, non avesse il trucco attorno gli occhi, il suo volto era luminoso come al solito. La sua attenzione sarebbe stata solo sul professore, prima di girarsi anche sull’altro ospite, curiosa come non mai di vedere chi fosse e capire il perché fossero nella stazione di polizia.
  7. .
    Guai seri (1 tiro)

    Lancio dado: 14
    • 1d100
      14
    • Inviato il
      5/4/2023, 21:35
      White Raven
  8. .
    Seraphine avrebbe fatto un lieve broncio, accettando però di buongrado la pacca sulla testa, muovendola leggermente seguendo il movimento. Non capiva perché avrebbe dovuto tenere dei segreti da Ren. Anche se era grande, non significava che voleva allontanarsi. Voleva passare quanto più tempo possibile con lui, avere quella figura familiare che le era sempre mancata! Però poi i suoi occhi andarono leggermente a luccicare, nel vedere come Ren sembrò distogliere lo sguardo mentre le parlava. Riusciva a leggere facilmente il linguaggio corporeo se erano palesi come quello, lo aveva imparato proprio mentre era in strada. Aveva dovuto farlo, per evitare di ritrovarsi in situazioni come quella dove si era buttata prima. Abbassò lo sguardo, sentendo una certa angoscia iniziare a salire.
    Arenata? Per colpa di mio- uh… padre?
    Avrebbe chiesto, sentendo immediatamente bolle di paura sbocciare nello stomaco come fiori in primavera. Il solo nominarlo le faceva sentire la sua risata. Ma aveva imparato che non era li, dunque nonostante il suo volto avesse perso un po’ di colore e il suo corpo divenne rigido, non sembrò lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative.
    Dovrei smettere di chiamarlo così. Uhm…
    Ren aveva ragione, lei non era figlia di quell’uomo. Dunque doveva fare una chiara distinzione tra le due figure. Ren le era sempre stato accanto da quando era stata salvata, mentre il suo padre biologico non aveva fatto altro che picchiarla e abusarla mentalmente! Sentì però le guance divenire rosse, imbarazzo che prendeva piede, cercando di far uscire un po’ di quel coraggio di cui tanto si vantava.
    Ren-san anche per me sei come un papà- infatti- penso che ti chiamerò così d’ora in poi! E quando troveremo Mika, saremo una famiglia completa e- ugh-
    Seraphine non era stupida, aveva solo problemi a mantenere l’attenzione su cose a cui lei non voleva prestare nessun attimo; suo padre, prima di tutto. E poi le ferite che aveva subito. Infatti andando a muoversi sul scomodo letto d’ospedale, come per scendere e mettersi in piedi, si ritrovò a fare un verso di dolore e andare a stringere il proprio fianco. Le ferite erano rigenerate, ma aveva ancora il dolore residuo fantasma.
    Ouh… Ahah, mi sono mossa troppo in fretta! Possiamo andare via? Non mi piace stare in ospedale! Voglio vedere i zietti, e guardare quel vecchio film che mi hanno consigliato sulla bambola parlante! Uh… Annabelle?
    La ragazza non aveva la minima idea di cosa erano le serie tv, o il cinema, non avendo mai avuto la possibilità di rilassarsi di fronte ad una televisione prima. Però da quando era finita sotto la custodia di Ren, cercava di recuperare sempre qualcosa. E di recente aveva per l'appunto cominciato a guardare dei film consigliati da alcuni zietti della stazione, anche se alcune volte queste le consigliavano dei film horror che la lasciavano spaventata per giorni! Ovviamente erano spaventosi solo perché lei era facilmente impressionabile. Però aveva una strana passione per le soap opere indiane e spagnole, soprattutto quelle romantiche e drammatiche.
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    A caccia di manzi (1 tiro)

    Lancio dado: 85
    • 1d100
      85
    • Inviato il
      4/4/2023, 23:06
      White Raven
  10. .
    Le giustificazioni di Ryo non fecero altro che ridere la strega. Lo trovava onestamente divertente, con quel modo di fare. Se in un primo momento si era offesa, e sentita presa in giro- ora semplicemente lo vedeva per com’era. Dopo aver preso le scale, ed esser scomparsa dalla vista di Ryo per quei brevi momenti, Nael entrò dentro la sua stanza. Si lasciò andare in un caldo sospiro, chiudendo gli occhi così da calmarsi. Non sapeva cosa diavolo le stava prendendo, per agire in quel modo fin troppo sciolto, con Ryo. Che fosse l’influenza data da una dote del ragazzo? E che ne fosse inconsapevole? Fatto sta che una volta fuori dalla visione del ragazzo, e dalla sua energia eromatica, Nael sembrò scendere dalle nuvole dov’era. E si rimproverò per quel comportamento fin troppo… oltre le righe, soprattutto per una strega come lei! Scuotendo la testa sconsolata, mise la divisa sul comodino dentro la sua stanza, così da usarla il giorno dopo, togliendosi anche gli ultimi indumenti non incantati. Per poi pronunciare con un tono soffice un incantesimo. I capelli si allungarono, andando a coprire il suo corpo, cambiando i vestiti che indossava. Ben presto, il suo intero busto sarebbe stato coperto da un body che aveva una finestra aperta sulla parte superiore del seno, ben coperto però da pizzo dando così un certo effetto vedo-non-vedo. Il body però non era privo di maniche, allungandosi dunque fino ai polsi, dove poi dei guanti neri sarebbero stati formati. Attorno ai fianchi si sarebbe formata una gonna lunga fino alle ginocchia, spaccata sul lato e mostrando dunque le gambe lunghe di Nael. Indossava poi dei stivaletti neri, che andavano a stringersi fino a metà coscia, con poco sopra delle calze nere. Insomma, andò a vestire il suo classico vestiario di quando non era a lezione. Solo che mentre si aggiustava i capelli, percepì una energia differente, più forte. Spalancò gli occhi, così come andò di corsa ad aprire la porta per mettersi all’estremità della ringhiera, allarmata più che mai. Fece per chiamarlo, per poi interrompersi mentre si rendeva conto di come il ragazzo era conciato- così come il salottino dov’era. Infatti i libri della strega erano caduti a terra, spinti dall’energia di Ryo, così come alcuni oggetti si sarebbero rovesciati senza rompersi. Nael si portò un braccio di fronte al volto, così da coprirsi bocca e naso, ma sapeva che era inutile. L’energia erotica di Ryo avrebbe avvolto l’intera area se non si fosse sbrigata ad agire. Il ragazzo nemmeno si era reso conto di possedere l’eromanzia! Forse sperava pure che nessuno lo guardasse, e sarebbe stato possibile normalmente -se non fosse stata Nael, visto che era da ormai molto tempo che non era più normale. Ovviamente l’occhio della strega non andò a dispiacersi dello spettacolo che Ryo le avrebbe dato; aveva sempre avuto un dannato debole per i muscoli, però v’era una certa preoccupazione. Infatti sarebbe scesa velocemente, scavalcando la ringhiera con una certa agilità e facilità così da ritrovarsi alla base delle scale senza che dovesse farle. Notò con la coda dell’occhio però anche un chiodo conficcato dentro il muro, che avesse tentato di usare l’eromanzia ma gli fosse sfuggita di mano?
    Ryo?! Stai bene? Hai bisogno di una mano?
    Nael sapeva perfettamente come aiutare il ragazzo, mentre si avvicinava con allarme. Però non voleva fare nulla senza un consenso. Vedeva che si stava sforzando nel controllarsi, e mai e poi mai si sarebbe sognata di interferire. Sapeva quanto fosse importante, non solo per se stessi ma anche per il proprio orgoglio. Nael andò ad ansimare lievemente, rendendosi conto che l’energia eromantica del ragazzo andò ad influenzarla. Ma con la lucidità che aveva acquisito poco prima, riusciva abbastanza bene a mantenere la calma.
    E’ Eromanzia! Questa è la prima volta che la usi? Sapevo che ci stava qualcosa di strano che mi influenzava…
    Nael aveva una discreta conoscenza delle arti magiche e occulte, studiate a scuola con molta parsimonia e cura. Ovviamente non aveva l’esperienza pratica, ma ne aveva abbastanza teorica per capire certe cose. Nael dunque si sarebbe trovata di fronte a Ryo, con un suo classico vestito semi-erotico, con un braccio di fronte alla bocca e gli occhi che erano un misto tra preoccupati e affamati. Il ragazzo stava mettendo a durissima prova la sua resistenza.
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    Guai seri (1 tiro)

    Lancio dado: 90
    • 1d100
      90
    • Inviato il
      4/4/2023, 12:33
      White Raven
  12. .
    Parlare in quel modo aiutava molto la ragazza, infatti sentì un enorme peso sollevarsi dalle spalle nel raccontare tutto a una persona fidata. Sarebbe stato strano il contrario, se Seraphine avesse parlato poco. Sentendo le rassicurazioni da parte di Ren, andò ad chiudere gli occhi e spingere leggermente la testa contro la mano dell’uomo, andando a coprirla con le proprie mani come a volerla tenere li per qualche altro secondo.
    Non ho detto a nessuno di come era la mia Kamen, ne cosa ho fatto. Solo a te. E grazie…
    Avrebbe ammesso con un tono di voce che lasciava intendere l’affetto che provava. L’uomo era davvero una spalla su cui lei si era appoggiata completamente, dopo aver perso il gemello. Condividendo con lui le esperienze che erano troppo pesanti da contenere dentro di lei. E già normalmente erano tante. Solo a quel punto avrebbe sorriso, lasciando la mano di Ren per portarsi le mani di fronte al petto con nuova energia e solarità.
    Ren-san, ho anche io un potere! Non pensavo di poterne avere uno, ed è bellissimo! Ho delle lucine stupende che posso usare sulla katana di Mika e controllarle con la mano, sono come quelle luci di natale!
    Avrebbe poi esclamato, con incontenibile gioia. Aveva sempre pensato di essere una bimba priva di poteri o forze, nonostante avesse una certa affinità per la magia e le arti occulte. Seraphine lasciò che la propria energia fluisse dentro di lei, così da evocare le sfere di luce che sarebbero comparse poco vicino alla sua testa. Sembrando quasi un’aureola, e dando riflessi dorati ancora più splendenti ai capelli.
    Visto? E posso fare tantissime cose con loro!
    Con la mano destra andò ad prendere una delle sfere dentro la sua mano, che sembrò quasi materiale, ma era palese che solo lei potesse afferrarle. Emanavano un lieve calore e un alone di luce attorno, come per l’appunto delle lucine di Natale. Seraphine non aveva mai avuto possibilità di provare tale festività, se non guardandola da lontano e con gelosia.
    Ah- Uhm, h-ho una domanda…
    Avrebbe a quel punto chiesto, con un tono più timido e esitante. Lasciò la sfera luminosa, portandosi le mani in grembo, andando a tormentare le dita e le unghie per l’agitazione come faceva già normalmente. Abbassò anche lo sguardo, timidamente.
    L’adozione… come s-sta andando? Abbiamo finito tutto, non dobbiamo fare altro, sì? E Mika, hai scoperto qualcosa su di lui?
    Lo sguardo della ragazza si sarebbe fatto pieno di speranza, per entrambi i quesiti. Venir adottati in modo ufficiale era sempre stato un suo sogno, così che potesse effettivamente dire di aver tagliato i rapporti con il suo vero padre. Così come non avrebbe mai smesso di chiedere del fratello, o se venivano trovate nuove cose che lo riguardavano. Già il poter usare il cognome di Ren era un gran passo, ma tutte le procedure erano davvero lunghe e legnose!
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    Ho cambiato il codice della scheda, così come le descrizioni. Ho aggiornato anche i miei progetti per Nael e Gabriel.
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    Guai seri (1 tiro)

    Lancio dado: 19
    • 1d100
      19
    • Inviato il
      3/4/2023, 16:47
      White Raven
  15. .
    L’abbraccio di Ren fu come un posto sicuro da cui poteva rifugiarsi e non guardare più l’esterno. Era pieno d’affetto, il suo cuore che batteva e la sua voce che le diceva di respirare. Eppure non era la sua voce. Non era il suo fratellone a calmarla, come era capitato più volte. E ogni volta era solo una coltellata emotiva in più. Quanta ironia. Ma il calore, e quel battito, erano comunque familiari. Ci aveva messo molto tempo la prima volta per calmarsi- ma adesso, molti mesi dopo, era più semplice. Ci mise infatti diversi minuti, ma sicuramente meno di un ora o trenta minuti. Quando finalmente riuscì a prendere dei respiri più o meno normali, e il panico andare ad adagiarsi, Seraphine si ritrovò solo a singhiozzare. Più calma certo, ma comunque con gli occhi rossi dal pianto. Era forte? Giusto, doveva essere forte. Doveva diventare forte. Altrimenti non sarebbe riuscita ad aiutare nessuno. E quella ragazza- dannazione, era ancora viva? Si sentì sempre più in colpa, ma almeno non piangeva più. Annuì alle parole di Ren, sapendo che aveva sbagliato, in silenzio- cosa davvero assurda! Solo l’uomo riusciva a tenerla così a bada. Una volta rotto l’abbraccio, e subita la ramanzina, la ragazza si sentì in dovere di spiegare cosa fosse successo.
    “L-lo so… Mi s-sono accorta dopo che ho sb-sbagliato… Ma e-ero già nel mezzo, e li ho sottovalutati. P-per qualche motivo… a-affronto sempre persone che sembrano insetti…
    Avrebbe mormorato, portandosi le mani in grembo mentre abbassava lo sguardo. La scoperta del proprio potere aveva reso quel lieve filo che le diceva cosa era pericoloso o meno ancora di più fine, non sapeva esattamente quanto era forte o meno. Però nel sentire parlare di Gin, sentì quella lieve sensazione di- fastidio, aumentarle nel petto. La luce tornò a tornare negli occhi di Seraphine, senza nemmeno che se ne accorgesse!
    Gli zietti si erano arrabbiati e mi hanno messo sull’autobus solo perché ho preso un budino… senza avvertire. E mi hanno messo li subito! Sono stata li dentro tutto il giorno, sotto al sole, con un bavaglio e legata!
    Non che fosse un reale problema per lei, era sempre stata una che riusciva facilmente a uscire da delle costrizioni. Però avrebbe deliziato il suo caro Ren con un inizio logorroico di come aveva incontrato Gin.
    E quando sono arrivata, ci stava questo strano tizio che voleva essere rispettato e tutti avevano paura. Poi è venuto da me e mi ha chiamato Hannibal! Non sapevo cosa fosse, ma ho guardato su internet ed davvero? Io non sono così! Er- ero un po’ agitata e quindi ho parlato a dirotto e mi ero anche dimenticata il nome, ma poi mi ha fatto fare delle figuracce! Però -uh… credo di averle meritate. Non volevo togliermi i vestiti belli che avevo per una semplice tuta. Gasp, poi ha bucato la lattina con una penna e mi ha fatto diventare tutta bagnata! E mi ha fatto un test prima contro dei manichini e poi contro di lui, dove dovevo combattere. Mi ha detto delle cose che poi -aspetta, sono molto rilevanti per l’esame- mi sono rimaste in mente. E poi mi ha messo un collare! Così che dovessi seguirlo, quindi l’ho morso! Però poi siamo arrivati alla stanza di dormitorio e non hanno le maniglie! Se avessi saputo che non avevano abbastanza fondi per delle maniglie avrei portato dei risparmi miei anche se non ne ho tanti…
    Parlava esattamente senza riprendere fiato, eppure man mano diveniva sempre più viva e più energica. Per quanto stesse cercando di farla passare per una esperienza negativa, si era chiaramente divertita. Inoltre gli stava raccontando tutto come facevano i figli dopo una lunga giornata di scuola ai loro genitori. Ovviamente si risparmiò le battute non molto caste che aveva fatto.
    Era irritante, e poi voleva che lo chiamassimo con il san alla fine! Uff… perché mi hai mandato da un professore così rigido? Gin-san poi non risponde alle mie battute, scherzi o niente e non so come legare! Anche se ho tenuto il collare…
    E questo era solo la prima giornata, quando era arrivata e in giusto poche ore! Sperava che Ren fosse pronto per il resto. Infatti a quel punto fu facile vedere come gli occhi dellla ragazza andarono ad illuminarsi di gioia e felicità, come succedeva quando vedeva qualcosa che le piaceva molto.
    “L’esame poi, Ren-sama! Era arrivato un professore che sembrava un lupo umano! E sembrava avere la pelliccia così morbida, e volevo così tanto toccarla ma non volevo rovinare tutto- Si chiamava Noroi-san, e mi ha ascoltato senza mai interrompermi e mi ha fatto così felice! Poi dei tentacoli verdi lo hanno portato via, e lui mi ha detto di liberarlo! Ti ricordi come ho detto che ho avuto contro sempre degli insetti? Un uomo con la testa da insetto lo aveva portato via. Però Noroi credeva in me-! Ma uno dei tentacoli mi ha preso e sono svenuta.
    Non riuscì a trattenere una risatina a quel punto, se potesse avrebbe sicuramente avuto le stelline intorno a lei. Noroi aveva avuto una impressione ben più positiva solo perchè sembrava morbido e aveva avuto una pellliccia che lei voleva toccare- oltre ad averla ascoltata nonostante la sua parlantina.
    Ed è stato li! Sentivo i pensieri dei altri studenti, stavo perdendo anche io la speranza- però non l’ho lasciato accadere! E ho sia la Kamen che il mio potere. Io, un potere! Ho aiutato gli altri studenti a uscire, e poi ho cercato Noroi-san. Pensavo fosse un attacco terroristico, quindi ho preso in giro l’uomo insetto. E forse avrei dovuto capirlo, ma ero troppo presa dalla situazione per rendermene conto. Ma non era cattivo-cattivo, era un professore! E mi aveva messo contro delle prove da superare- E le ho superate tutte, anche quando mi ha messo Noroi-san posseduto contro! Li ero arrabbiata, davvero arrabbiata. Non sapevo più cosa stavo facendo, sono riuscita solo a pensare che non volevo che Gin-san la avesse vinta se avessi fatto del male a Noroi-san. Ma sono riuscita a liberarlo dalla "possessione" e… uhm… ho fatto male all’insetto-professore. Pensavo fosse un terrorista, e che avrei dovuto portarlo alla polizia, ma dopo che aveva posseduto Noroi-san ero furiosa. Quando hanno detto che era un professore ero davvero, davvero triste. E anche se gli ho fatto male- è tornato su come se non gli avessi fatto nulla. Ne sono sollevata! Però mi sento così in colpa…
    Avrebbe finito il racconto con una lieve smorfia di sconforto. Era stata presa in giro, era finita in un circolo di emozioni fortissime a seguito del suo potere sbloccato, e si era ritrovata a fare una cosa che ora la faceva vergognare molto. Non sapeva se quel finale era quello che avevano desiderato alla Gakuen, sapeva solo che aveva agito secondo i suoi non molto positivi pensieri. Avrebbe voluto dire che lo aveva fatto perché aveva avuto il timore che potesse attaccarla nuovamente oppure possedere Noroi, ma non era così. Aveva visto una apertura e nonostante i richiami nel fermarsi aveva comunque usato la sua spada per trafiggerlo. Lo aveva considerato malvagio, e lo aveva trattato come un malvagio. Dunque adesso anche lei... era una malvagia?
    Però ho superato l’esame, e mi hanno detto di andare via e che la scuola mi avrebbe guidato. Vorrei chiedere scusa a entrambi, però loro non sanno che sono stata io. Non sapevo che fosse un professore, davvero! Pensavo fosse un terrorista-parassita che stava facendo male ai studenti, a me e a Noroi! Però... Mi sento come se non sono poi molto diversa da quelle persone che mi hanno fatto questo…
    Solo con quelle parole avrebbe concluso, portando dunque la mano sul fianco che era stato ferito. Seraphine non era malvagia, ma non era nemmeno una eroina. Proprio per questo serviva l’influenza di persone come Ren per toglierla da quella strada che l’avrebbe fatta diventare un malvivente. O almeno era quello che pensava la ragazza. Si rese solo a quel punto che stava parlando molto, troppo. Quindi si bloccò, portando lo sguardo a guardare verso di Ren. La paura di averlo deluso che iniziava ad farsi strada dentro di lei. Cercò anche di giustificarsi. Forse era stupido e basta.
    "N-non... mi manderai via ora, giusto? A-anche se sai che ho fatto quello? P-prometto che non lo farò più- però non abbandonarmi... scusami se sto parlando troppo..."
    Non avrebbe mai nascosto quel che aveva fatto, non a Ren. Però con il pensiero di dopo... aveva il terrore che l'abbandonasse. Portò anche le mani vicino al petto, come se avesse paura che il suo cuore scappasse via solo per non sentire la delusione di Ren.
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