Sangue e Argento

x Exo

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  1. Exogenesis
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    Credeva di essere pronto. Credeva che preparare il suo corpo all'impatto del proprio orgasmo sarebbe stato sufficiente ad incassare anche quello della sua padrona, ingenuamente convinto che la situazione non sarebbe potuta peggiorare più di così. Era riuscito a godere di quella doppia penetrazione al punto da riuscire ad amalgamare le diverse sensazioni che fottere ed essere fottuto gli stavano donando e ora non riusciva quasi più a distinguere la differenza. Scoparla e sentirsi riempire fino all'orlo dal cazzo della sua padrona coesistevano docilmente nel suo cervello allo stesso livello... quindi sopportare due orgasmi nello stesso istante non sarebbe stato poi così difficile, no?
    Quando giunse al limite dovette spingere la sua virilità dentro di lei con ogni goccia di forza rimanente e con quelle stesse gocce si ritrovò ad aggrapparsi alle carni delle sue natiche con una mano, terrorizzato dall'irreale possibilità che uno spasmo del suo corpo potesse dividerli. Sopportò quella sensazione esplosiva, sopportò quando il primo fiotto dilatò la sua uretra ma dimenticò di fare i conti col fatto che tutto quel piacere lo portò, inconsapevolmente, a stritolare il membro di Hilda dentro di lui mungendolo con una tale foga che anche per la sua padrona venne il momento di vedere la luce. E lui non fu per niente pronto ad accoglierla.
    Padronaaaaaahhh...
    Un solo grido strozzato si fece strada nella sua gola nel percepire prima la mostruosa virilità di Hilda gonfiarsi e poi, sempre quest'ultima, pompare nelle sue interiora un denso grumo di sperma che fu sufficiente a scaldargli perfino l'anima. Erano uniti insieme in quel perverso climax ed Edmond si ritrovò nuovamente a dover fare i conti con due sensazioni irrimediabilmente opposte che andarono a mescolarsi forzatamente nel suo cervello. Da una parte era lui a riempirla ma dall'altra non riusciva a smettere di godere e godere nel sentire Hilda gemere ogni volta che i testicoli della sua dea si contraevano per depositare il suo seme dominante nel suo sottomesso ventre. Inarcò la schiena e cercò una posizione che permettesse alla virilità della vampira di sprofondare il più possibile e nel farlo la sua bocca spalancata non riuscì a trattenere altrettanti lamentosi gemiti da puttanella mentre il proprio, di pene, continuò imperterrito a scaricare senza ritegno o freno il suo orgasmo. Venne e venne e ogni volta che credeva di aver terminato era sufficiente una pulsazione del cazzo di Hilda seguita da sborra calda nel suo culo per strizzare fuori ulteriore seme dai suoi testicoli fino a che essi non cominciarono a far male. Ma più facevano male più la malia della donna dava i suoi frutti e il dolore mutava in lussurioso godimento portando l'uomo a pregarla in preda alla follia di riempirlo fino all'orlo... ciò che Hilda fece senza apparente fatica. Quando l'ultimo apparente e patetico schizzo di seme imbrattò le interiora della sua padrona, Edmond non era nello stato mentale necessario a rendersi conto dell'umiliante condizione in cui versava: gettato sul divano come uno straccio usato il Cacciatore presentava, dove prima erano presenti possenti e marmorei addominali, una bizzarra rotondità segno di una pienezza che era difficile da attribuire ad un membro del suo sesso. Appariva buffamente gravido dell'invidiabile capacità spermatica delle palle di Hilda e mentre una mano rimase sempre ancorata ad una chiappa della donna, l'altro braccio andò a coprirgli la parte superiore del volto arrossato e imbarazzato lasciando scoperte solo le gonfie labbra socchiuse.
    E'... è stato meraviglioso... padrona... Riuscì a biascicare a causa del fiatone, cercando di rilassarsi allo stesso modo di Hilda trovando però una maggiore difficoltà. Sentiva le membra pesanti e stranamente... sensibili. Ogni piccolo movimento era pericoloso, soprattutto se comprendeva la parte inferiore del suo corpo, ma doveva ringraziarla e non solo a parole. Non era il ruolo di un sottomesso quello di oziare subito dopo un orgasmo.
    ... lasciate che ringrazi... il vostro bellissimo... c-cazzo...
    Mugugnò per lo sforzo e fu terribile dover abbandonare la morbidezza della pelle scura della sua amante per puntare entrambe le mani sul divano e tirarsi dalla parte opposta così che i loro bacini potessero dividersi. Nonostante la posizione precaria rese inaspettatamente facile la fuoriuscita del suo membro dalle carni della vampira, quel semplice gesto massaggiò sia l'intera lunghezza del suo pene, sia di nuovo il caldo interno del suo ano che carezzò, come un amante infastidito da quella divisione, la virilità di Hilda centimetro per centimetro fino ad abbandonarla. La sua voce sviolinò in un indecente lamento femmineo non appena il suo ano eruttò delicatamente parte dello sperma che la vampira aveva depositato in lui, segno che la donna non ci era andata per nulla leggera. Come un gatto, Edmond cambiò posizione, fino a ritrovarsi accucciato proprio come un animaletto tra le cosce della sua padrona, viso pericolosamente vicino alle sue palle che l'uomo leccò golosamente senza pensarci due volte mentre con la sinistra afferrava tra le dita il suo cazzo.
    Padrona... ve ne sarete sicuramente accorta ma... non siamo più soli. Sussurrò il Cacciatore prima che le sue labbra tornassero a baciare e succhiare la fonte del seme che ora gli pesava nelle viscere, prendendo a masturbarla con lentezza e sottomissione. La sua voce era ferma e convinta ma non più convinta della mano che cercava di donare nuovo vigore a quel cazzo o che semplicemente desiderava coccolarlo mentre il proprio gaceva floscio sulla superficie del divano, indegno di ricevere le medesime attenzioni. Se Hilda avesse affinato i suoi sensi avrebbe percepito una presenza fuori dalla finestra, nascosta dietro la parete che li osservava e che ancora non aveva fatto la sua mossa ma Edmond non le avrebbe reso la vita facile perchè se da un lato era in grado di rimanere vigile anche in una situazione simile, dall'altro era troppo sottomesso a lei per smettere di donarle piacere.

     
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