Sangue e Argento

x Exo

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  1. Hina-Poppezinga
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    A vedere quell'arnese floscio e spompato, Hilda pensò che forse non aveva più intenzioni di ucciderla. Infondo anche se era stato praticamente "drogato" non poteva negare che gli fosse piaciuto. Era già pronta a farglielo notare, si sarebbe aspettata uno sguardo iracondo in lui, invece vide che si morse il labbro inferiore ammirandola. Poco dopo le fece un complimento che sorprese un poco Hilda, ma che accettò più che volentieri. Sorridendogli complice per poi lasciarsi andare ad una risatina civettuola.
    Uh? Grazie.
    Si limitò a rispondergli prima di dedicarsi alla mutazione del suo sesso. Si aspettò che la guardasse con orrore, o quanto meno con preoccupazione, invece l'uomo non fece altro che fissare il suo sesso maschile con cupidigia, sorprendendo ancora una volta Hilda. Da come aveva iniziato parlandole in modo aggressivo e orgoglioso, non si sarebbe aspettata una resa del genere. A quanto pare Edmond era molto più interessante di quanto non avesse già mostrato di essere. Forse aveva fatto pace con il suo animo, pensando che dato che era in ballo, tanto valeva continuare a ballare e divertirsi. Per un attimo pensò che volesse usare la psicologia inversa, facendole credere che la volesse, sperando che magari vedendolo così arrendevole si stufasse. La chiamò ancora una volta padrona, sollecitando un senso di possesso che fino a quel momento Hilda stava tenendo a freno. Voleva usarlo come un giocattolo per sfogare la sua frustrazione, e poi giocare con lui come il gatto con il topo, ma iniziava a sentire impulsi diversi. Lo fissava incuriosita mentre sfregava il suo membro contro quello del cacciatore, e notò che gli stava piacendo, che si stava eccitando di nuovo. Eppure era così palese cosa volesse fargli, possibile che non si sentisse umiliato? Aveva quasi dato per scontato che Edmond fosse un uomo "all'antica" con preconcetti ferrei. Invece la chiamò ancora padrona, e quando vide che riusciva già a muovere le braccia per ancorarsi al divano, perse un battito. Quindi era solo una recita per farle abbassare la guardia? Continuò con il suo operato, ma fu molto attenta ad ogni possibile mossa del cacciatore, pronta ad afferrarlo e morderlo ancora se si fosse ribellato a lei ed avesse cercato di scappare. Quel verso delizioso di desiderio irrefrenabile che fece quando posò la punta contro il suo ano, doveva essere finto, la voleva ingannare! Era pronta a reagire, fingendo che si stesse godendo appieno la situazione abbassando la guardia. Voleva che agisse, ma ciò che fece andò di nuovo contro ogni sua previsione: il cacciatore si aiutò con le mani per mettere in mostra la sua corolla di carne rosata, allargandola con due dita, mentre l'altra mano reggeva i suoi testicoli così che potesse vederlo senza filtri. Hilda esitò, guardò il volto languido del cacciatore, il suo fisico sotto sforzo e quella parte del corpo che continuava a chiamarla. Deglutì a vuoto, le sue labbra si socchiusero e non riusciva a crederci ma stava succedendo, era lui che l'aveva sedotta, con quella mossa Hilda sentì di volerlo in tutti i sensi. La cappella pulsò, il suo cazzo ebbe un sussulto. La vampira non riuscì a resistere e seguì il suo istinto, lo penetrò. Spinse con molta più decisione, fino a sentire il cerchio di carne cedere e scivolò dentro di lui. Centimetro dopo centimetro mentre lei si concesse un profondo gemito di piacere. Non si accontentò di pochi centimetri, continuò ad affondare senza fretta ma con decisione, fino alla base, fermandosi per permettere al corpo del cacciatore di adattarsi alle sue forme. Pulsava già come se fosse in procinto di venire, ma non successe, piuttosto si abbassò con il busto schiacciando i suoi enormi seni contro il petto del cacciatore, e le sue labbra carnose si posarono contro quelle del cacciatore. Fu un bacio avido, invadente e possessivo. Una mano della vampira gli aveva afferrato i capelli sulla nuca, come se avesse avuto paura che si sarebbe sottratto al suo bacio. Mugugnava eccitatissima, mentre gli infilava la lingua in bocca. Un gesto che avrebbe praticamente simboleggiato che Hilda non lo stava più considerando un mero giocattolo con cui sfogarsi, c'era un desiderio carnale ben diverso.

    Se fai così, mi farai impazzire Edmond!
    Lo sussurrò a fior di labbra, mentre con il bacino di fece indietro per far scorrere all'esterno il suo membro, fino ad arrivare alla cappella che indugiava dentro di lui, poi affondò di nuovo, con più velocità e decisione. Gemette rumorosamente, espirando con forza, lo baciò ancora, spingendo dentro di lui come se avesse voluto penetrarlo ancora di più, facendogli sentire quanto fosse dura, bollente.

    Sono sicura che lo sai già il mio nome. Ma mi eccita molto di più quando mi chiami "padrona", "mia signora".
    Hilda aveva dato per scontato che Mario glielo avesse riferito il suo nome, dato che aveva sospettato di lei, probabilmente gli aveva detto anche che lavorava alla Sapienza. Se tuttavia non conosceva davvero il suo nome, Hilda ci avrebbe giocato ancora un poco. Intanto che fosse stato un inganno per sorprenderla o meno, Hilda iniziò a muoversi dentro di lui, intenzionata a togliergli le forze a forza di scoparselo. Indietreggiò ancora con i fianchi e poi affondò di nuovo, con un ritmo lento che cresceva man mano di ritmo e di forza. Voleva sentire il suo fiato spezzarsi, voleva vedere il suo volto sciogliersi del tutto alla lussuria.
     
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