Sangue e Argento

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  1. Hina-Poppezinga
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    Hilda continuava a fissare l'uomo per cercare di carpire informazioni sul suo stato. C'era qualcosa di diverso dal solito. Quando mordeva qualcuno e lo ammaliava, i loro occhi erano solitamente ottenebrati dalla sua malia, simili a quelli di un ubriaco. Edmond invece era altalenante, c'erano momenti in cui sembrava lucido ed altri in cui tornava ad essere mansueto. Erano piccoli momenti che le fecero capire che non doveva assolutamente sottovalutare la stamina di un cacciatore. Le rivelò che i cacciatori erano ovunque, forse nel tempo erano diventati più discreti, o meno appariscenti facendole credere che fossero diventati obsoleti. Intanto mentre assimilava quelle preziose informazioni notò che Edmond era proprio un gran bel bocconcino. I suoi occhi ferini la colpirono poiché erano in netto contrasto con la sua pelle giovane ed i lineamenti delicati. Se prima per un solo momento aveva pensato di lasciarlo andare, decise in quel istante che voleva averlo. Le riferì che era di Londra, confermando il sospetto che non fosse di quelle parti, era sicura che lo avrebbe notato se fosse stato di Roma. Tuttavia la amareggiò venire a sapere che le sue intenzioni erano state quelle di uccidere il vampiro incriminato. Stava per rispondergli che non doveva farlo, ma un lampo di lucidità attraversò gli occhi di Edmon, tirando fuori una rabbia intensa, una passione impossibile da ignorare. Hilda spalancò gli occhi sorpresa, ed anche un poco intimorita: non doveva abbassare la guardia mai per nessun istante. Doveva fare qualcosa o in breve tempo la malia sarebbe sparita. Gli afferrò il viso stringendo le dita sulle guance con decisione, ma Edmond non avrebbe visto un volto offeso in lei, era molto più inquietante. Era entusiasta, ma prepotente poiché in quel momento lui era in suo potere. Hilda aveva goduto della sua rabbia, esattamente come un sadico godeva del dolore della sua vittima.
    Allora è vero! I Cacciatori sono davvero spaventosi. Sento che non riesci ancora a muoverti, eppure sei riuscito per un attimo a tirare fuori il tuo odio.
    Ne voleva ancora, ma non si sarebbe accontentata di ricevere rabbia per via di una umiliante sconfitta, no, voleva che la odiasse profondamente, al punto da pensare che limitarsi ad ucciderla non lo avrebbe soddisfatto. Voleva fargli capire che quella notte lui non poteva fare niente, che era totalmente nelle sue mani, e glielo avrebbe impresso nel cervello nel modo più umiliante possibile. La mano che prima aveva fatto saltare via i bottoni della camicia, afferrò la stoffa con forza e denudò il suo torace totalmente. Hilda si morse il labbro inferiore deliziata dalla visione, e non ci mise molto a carezzarlo alternando polpastrelli e unghie, passando sui pettorali, sull'addome e poi sui capezzoli, afferrandone uno delicatamente fra le dita e pizzicarlo per farli inturgidire.

    Davvero uccideresti anche me? Ma io non sono una assassina, vivo in modo pacifico, lavoro e pago le tasse.
    Si sollevò con il bacino, liberando dal suo peso l'uomo, ma lo fece unicamente per scivolare verso il basso. Gli afferrò i pantaloni e senza tanti complimenti glieli slacciò e li abbassò sfilandoli via rudemente, per denudarlo completamente.

    Siete quindi solo dei razzisti? Simili al Ku Klux Klan? Volete epurare il mondo da tutto ciò che non è umano?
    Fece cadere i pantaloni a terra con tutte le sue cinture, lo fece con un gesto teatrale, poiché voleva mostrargli che poteva fargli tutto ciò che voleva e lui sarebbe rimasto impotente. Lo aveva denudato e non solo non poteva farci niente, ma il suo cervello avrebbe suggerito idee erotiche che avrebbero affamato ancora di più il suo sesso. Gli si avvicinò, facendo scorrere gli occhi sulla sua figura, per poi concentrarsi sull'erezione per ammirarne forme e colori. Fece scorrere le dita sulla sua coscia, andando verso la zona dell'inguine e ne carezzò i testicoli, scorrendo lungo l'asse per premerlo giocosamente contro il suo stesso addome.

    Oooh, questo non sembra ripieno solo del mio incantesimo. Dimmi la verità, vorresti mettermi carponi su questo divano e farmi pentire di averti eccitato?
    Portò la mano sulla zip della sua tuta, abbassandola totalmente, mostrandogli che la zip continuava il suo tragitto oltre il pube girando fin sopra le natiche, studiato per non doversi spogliare del tutto quando si doveva andare in bagno per esempio. Si lasciò guardare, voleva che la desiderasse, che il suo cervello venisse annebbiato del tutto dal suo desiderio carnale. I suoi arti erano ancora coperti dalla tuta, ma i suoi seni guizzarono fuori mostrando dei capezzoli rosati e scuri, il pube era totalmente glabro e le sue labbra vaginali non possedevano nemmeno un pelo. Sotto quella tuta Hilda non portava proprio nulla. Si posizionò con il bacino sul suo volto, rivolta verso il corpo di Edmond, così che potesse godersi il corpo della sua vittima, e magari farlo sperare in un 69 i piena regola. Lei però rimase con la schiena dritta, ed avvicinò il suo sesso alla bocca del cacciatore, ma non si posò su di lui con prepotenza, voleva tentarlo. Gli sarebbe bastato allungare la lingua per poterla saggiare e azzerare le distanze. Hilda però era curiosa di scoprire cosa avesse scelto di fare, e come lo avrebbe fatto.

    Oppure vorresti farti perdonare?
    Era un chiaro invito a darsi da fare, di gettarsi su quei petali di carne rosata che sapevano di donna. Edmond avrebbe notato che era già umida di umori che la rendevano lucida, facendo somigliare il suo sesso ad un dolce prelibato ripieno di crema alla fragola.
     
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