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The unseen BOOB, is the Fappest
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Si può dire tutto di Paya, meno che non sappia come lasciarsi cercare: un buon modo per permettere alle sue simili di seguire le tracce così da arrivare ad una conclusione degna di questo nome. Era evidente che qualcosa di losco stava avvenendo, sotto il naso di un Clan di streghe ignare e potenzialmente impreparate. La necessità di scoprire di più era elevata e ovviamente Seiichi dopo i suoi trascorsi non poteva permettersi di tirarsi indietro. Purtroppo però, chiunque ci avesse messo lo zampino sapeva senza ombra di dubbio come nascondersi ed essendo Londra molto grande il raggio di ricerca era immenso. Se però Seiichi aveva ciò che si può chiamare "istinto" di sicuro, durante la sua solitaria ricerca, avrebbe potuto percepire qualcosa di insolitamente fuori posto in una simile situazione, spiacevolmente familiare e che avrebbe dovuto accendere un certo campanello d'allarme in lui: l'odore di quel terrificante e nauseabondo Krampus fermato poco tempo prima durante l'assalto per le strade di Roma. Non c'erano nubi in celo, geometrie inquietanti o segni dolorosi sul petto, ma quell'odore rivoltante era impossibile da dimenticare e per uno che c'era stato così vicino, diventava facilissimo da seguire. Ma perché quell'odore proprio in un posto del genere? Davanti a Seiichi c'era un complesso di container e magazzini appartenuti alla gestione della Shone Bank, tra le poche istituzioni a non essere sotto il controllo delle streghe di Umbra a Londra, almeno per il momento. La zona era così organizzata: somigliava quasi ad una base militare, costituita da un edificio quadrato principale dalla quale si estendeva un'ampia recinzione che avvolgeva un'area rettangolare piuttosto estesa. Ad un certo punto l'edificio si apriva, snodandosi in diversi magazzini, e terminato l'edificio semi aperto iniziava una zona pressoché costituita esclusivamente di cemento sulla quale erano accatastati e suddivisi diversi container di sicurezza. La recinzione era costituita da un metro di muraglia e i restanti 3 metri di altezza da una rete elettrificata in un materiale particolarmente nero, l'odore che emanava non era ferro quindi probabilmente si trattava di qualche lega a base di Tetranite. L'odore di piombo e polvere da sparo nell'aria lasciava intendere che da quelle parti non erano solo armati ma anche che sparavano spesso per tenersi allenati, quindi infiltrarsi all'interno poteva essere piuttosto pericoloso. L'entrata, o meglio le entrate, erano solamente due: una a ridosso del complesso principale, sorvegliata da due guardie fuori e due guardie dentro al cancello, che aprivano solo quando un trasporto si avvicinava e veniva immediatamente controllato da cima a fondo. La seconda entrata era più scomoda: visto che la base affacciava sul mare, inevitabilmente c'era un punto d'attracco per le imbarcazioni sulla quale si affacciavano diverse gru. Cosa ci faceva l'odore del terrificante Krampus in un posto del genere, e perché coincideva proprio con una delle possibili piste lasciate da Paya?. -
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Per quanto il tempo fosse incredibilmente dalla sua visto che tanto per cambiare almeno una volta a Londra non stava piovendo, nevicando o peggio, Seiichi non poteva sicuramente dire altrettanto del destino. Stava ancora cercando di riprendersi del tutto dalla sua disavventura a Roma: per quanto ai più fosse apparsa come una vittoria e di certo forse lo era per il bene della città, tutto ciò che ne aveva tratto Seiichi invece era stata solamente un'altra umiliante sconfitta. Non era riuscito a capire praticamente nulla di tutto ciò che c'era stato dietro quell'evento, e i soli ricordi che aveva erano unicamente visioni immonde e inspiegabili di quella dimensione contorta nella quale era stato gettato brevemente e fortunatamente estratto. Tutto ciò che credeva di poter fare era lasciarsi alle spalle quell'orrendo incidente e pensare al futuro, ma ciò si sarebbe rivelato impossibile non appena, seguendo la pista che Paya aveva lasciato nolente o dolente, sarebbe giunto a quella che dava a tutti gli effetti l'idea di essere un complesso militare più che un magazzino, cortesia di una delle poche attività Londinesi non ancora sotto il diretto controllo delle Streghe.
Vorrei poter essere abbastanza ottimista da credere che si tratti tutto solo di una grandissima coincidenza...
Ma sapeva benissimo che non era così. Quella piccola riflessione lo accompagnò mentre giunto sul posto dava una prima occhiata al complesso e ne traeva le prime osservazioni: l'odore del Krampus, il suo istinto, la proprietà di quell'istituzione... tutte le strade puntavano all'interno di quell'edificio, era lì che lo aspettavano le sue risposte, ma non doveva lasciarsi trasportare dal desiderio di rivincita. Aveva già sofferto due patetiche sconfitte per colpa della propria superbia ed era arrivato il momento di crescere e imparare la lezione, un pensiero che incredibilmente percepì venire condiviso anche dal potere che dimorava in lui. Impossibile, non voleva incitarlo a gettarsi a testa bassa contro le guardie? Era perché stava accrescendo il suo controllo su di esso, o forse tutta la sua vita aveva cercato di reprimere un nemico che non esisteva? Scosse le spalle, sospirando. Non era il momento di porsi simili domande, aveva ben altro a cui pensare.
Un assalto diretto è fuori discussione. Non so cosa mi aspetta lì dentro e conoscendo la mia fortuna non sarà un semplice salvataggio e fuga... meglio risparmiare le forze.
Inutile dire che, dopo il primo sguardo, la prima cosa su cui si sarebbero gettati gli occhi del mannaro fu proprio l'ingresso principale.
Pesantemente controllato e senza un mezzo non mi farebbero entrare mai, intrufolarmi in qualche carico mi farebbe sicuramente scoprire. La cosa più sensata sarebbe fermare un mezzo che deve entrare, mettere fuori gioco l'autista, assumere il suo aspetto e vestiti per passare, ma senza sapere nulla di questo posto farei prima ad aspettare che si allineino i pianeti e cada un meteorite sulle guardie, sarebbe comunque più probabile.
A quel punto, inevitabilmente, l'attenzione di Seiichi sarebbe dunque ricaduta sull'altra opzione. Il punto d'attracco che si affacciava sul mare. Più scomodo certo e l'idea di finire nelle acque gelide di Londra non lo entusiasmava neanche un po', ma prima di scartarla come opzione era meglio dargli un'occhiata. Pensato ciò, la mossa successiva fu immediata: trovare una copertura di qualche tipo per evitare di rimanere ulteriormente a dare troppo nell'occhio, dando poi uno sguardo più attento alla recinzione di quattro metri che circondava l'edificio. C'erano telecamere o guardie sparse lungo il perimetro? Era importante saperlo, perché se non c'erano significava che non ve n'era bisogno e che, vista la loro assenza, allora quella recinzione aveva un altro modo per individuare potenziali intrusi che tentavano di superarla saltando o sfruttando le arti occulte. Quattro metri non erano sicuramente qualcosa che chiunque poteva semplicemente saltare e magari quelle difese erano semplicemente pensate per i più, ma considerando il potenziale contenuto di quel complesso era possibile che avessero pronte contromisure anche per i combattenti, quindi meglio non escludere niente. D'altronde se questo fosse stato il caso per Seiichi sarebbe stato perfetto, perché l'intenzione del mannaro non era affatto tentare di oltrepassare quella recinzione, ma piuttosto sfruttare quel metro di muraglia che faceva da base al filo spinato come copertura per avvicinarsi il più possibile al punto d'attracco senza dare nell'occhio, e osservarlo da più vicino.
Questo però non prima di utilizzare la vestizione insegnatagli dalle streghe per tramutare i suoi vestiti in un'attillata tuta nera che avrebbe dovuto coprire il suo intero corpo e volto, lasciando visibili solamente gli occhi ambrati. Una scelta opinabilmente inutile dato che prima o poi sarebbe stato comunque strappato dalla sua eventuale trasformazione, ma il suo intento era proprio di tentare di evitare di rilasciare il suo potere fino a quando non sarebbe servito visto che questo lo rendeva vistosamente più visibile a causa della stazza maggiorata.
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Di telecamere ce n'erano, ma non così tante da doversene preoccupare. Il muretto di un metro non era una protezione proprio affidabile vista la sua stazza ma visto il livello di sorveglianza non c'era nessuno a guardare oltre la recinzione con tale attenzione da poterlo notare. Da quella distanza Seiichi poteva notare che nonostante tutto il cemento che componeva il muretto, il pavimento e gli edifici era di ottima qualità, sembrava a tutti gli effetti un'enorme struttura costruita da zero col preciso scopo di avere questa forma, neanche a voler coprire qualcosa sotto di essa. Stando vicino, Seiichi poteva sentire che l'odore di Krampus aumentava e diminuì solo quando si avvicinò pericolosamente alla parte del molo, dove lo attendevano delle acque ghiacciate e un altro ostacolo non da poco: tra le acque e il molo c'era effettivamente un discreto dislivello, sarebbe stato difficilissimo saltarci sopra anche con un guizzo sovrumano, e a differenza della recinzione il molo era ben sorvegliato quindi lo sforzo rischiava di diventare pericoloso. La presenza di container di varie misure e spesso accatastati l'uno sull'altro lasciava intendere una possibilità dal punto di vista dell'approccio silenzioso ma finché non si avvicinava Seiichi non poteva dare nulla per scontato. L'unica cosa maledettamente ovvia era il tubo di scarico degli scarti che si affacciava sul mare proprio sotto il molo: grondavano acque putride e poco invitanti a un grosso tubo dal diametro di due metri e mezzo. Molto strano che un luogo del genere avesse bisogno di un simile smaltimento dei rifiuti, visto che al di fuori del complesso principale non c'era altro al di fuori dei container, difficile immaginare a cosa servisse uno scarico così grande in quel contesto. SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by BOLSHAK VS DOOM - 20/1/2021, 08:47. -
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Essere a stento coperti da un muretto decisamente non risultava come la migliore delle opzioni in quanto a furtività, ma quella bassa copertura offerta funzionò quanto bastava per permettergli di raggiungere un punto più vicino al molo. Quel puzzo inconfondibile appartenente all'orrore che aveva affrontato a Roma proveniva innegabilmente dal complesso. La conferma la ricevette stando vicino alla recinzione, dove era aumentata. Curiosamente, lo abbandonò non appena raggiunse il punto più vicino all'attracco che si affacciava sul mare, ma fu un sollievo molto breve, poiché a sostituire quella pestilenza ci pensò la visione di un dettaglio che sembrava fin troppo fuori posto: un tubo di scarico dall'aspetto a dir poco imponente. Se non avesse già avuto abbastanza conferme, quella sicuramente sarebbe stata un'ulteriore tacca a favore della metaforica e letterale puzza di merda che avvolgeva quel posto che doveva essere solamente un "complesso di container". O c'era qualcosa di molto preoccupante che non andava, oppure lì dentro avevano creato un profumo alla "eau de Krampus" e per festeggiare tutti gli impiegati e guardie si erano lasciati andare portando torte e crostate. Una opzione era più terrificante dell'altra... ma la cosa più spaventosa di tutte era ben altra. Il mannaro riguardò prima il tubo, poi il molo, poi di nuovo il tubo. Sia molo che cancello erano ben sorvegliati, l'opzione migliore, quantomeno con le informazioni che aveva in quel momento, era proprio quella di risalire lungo quello scarico. L'idea di strisciare come un verme nei rifiuti ed arrivare a Paya sommerso nel fetore di qualsiasi cosa fossero quegli scarti, soprattutto dopo il suo fallimento precedente, era un'umiliazione disumana, specialmente per qualcuno di orgoglioso come lui... ma non poteva permettersi rischi inutili, e anzi anche se poteva ormai aveva imparato la lezione che non doveva mai più farlo. Pienamente conscio di non essere in una posizione dove poteva permettersi di sprecare tempo a ripensarci, bestemmiò internamente qualunque Dio potesse starlo ascoltando, magari proprio quel maledetto albero della vita, prima di fare un profondo respiro e cominciare ad avvicinarsi al tubo con l'intento di raggiungerlo, anche nuotando se necessario, per poi cominciare a risalirlo, il tutto ovviamente ancora conscio delle telecamere che aveva individuato. Rimpianse la sua scelta di non aver fumato prima di quell'incursione, perché ora non avrebbe neppure avuto il fumo a desensibilizzargli le vie respiratorie e il fiuto. Il fatto che quel tubo fosse posizionato sotto al molo quantomeno in teoria gli avrebbe reso facile entrarvi senza il timore di venire visto da qualcuno... una magra consolazione. Con un po' di fortuna forse quella scelta gli avrebbe almeno anche permesso di fare luce sul cosa stesse effettivamente accadendo lì dentro, risalendo alla fonte di tutto quel pattume, ma prima di tutto doveva vedere se ci sarebbero stati ostacoli a fermare quella camminata della vergogna.
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Se possibile, un relativo vantaggio c'era: l'odore degli scarti viventi copriva in buona parte quello del Krampus, ma non era l'unica cosa interessante che Seiichi avrebbe potuto percepire con i suoi sensi sopraffini. Forse non un grande vanto, ma i liquami avevano caratteristiche particolari tipiche di chi fa una dieta variegata e soprattutto costante, un pò come le mense dei bambini o quelle degli ospedali. Quindi quello non era solo un deposito, ma c'era della gente che mangiava nella struttura e probabilmente passava lì moltissimo tempo. Disgustose informazioni ma altrettanto preziose: Seiichi si stava avvicinando alla soluzione di un mistero che probabilmente era passato inosservato agli occhi delle streghe per troppo tempo, e che rischiava di mettere tutti in grave pericolo. La scampagnata nelle fognature culminò verso un passaggio per poter rientrare nella struttura, dove l'odore di Krampus riprese nuovamente a farsi strada nel naso del licantropo. Per sua fortuna, il corridoio culminava verso dei bagni disposti vicino alle sale servizio del luogo, in disuso da molto tempo ma funzionanti, perfette per darsi una ripulita rapida altrimenti l'intenso odore di liquami rischiava di tradire il lupo. Superati gli odori nauseabondi e i passaggi disgustosi, Seiichi avrebbe proseguito verso l'unica strada disponibile e che culminava direttamente nel complesso sotterraneo dietro quel falso magazzino. Alla fine del corridoio c'era una sala quadrata che il lupo non poteva osservare con la giusta attenzione perché sorvegliata da diverse figure piuttosto losche: non indossavano delle divise standard ma portavano piuttosto delle casacche nere munite di cappuccio appuntito, decorate in oro e rosso vermiglio con sopra dei simboli satanici ed esoterici. Nonostante l'aspetto rituale, le divise erano corazzate, gli stivali e i guanti erano da combattimento e se tra le spalle portavano una spada da battaglia ad una mano, tra le braccia stringevano dei fucili a impulsi. Seiichi ebbe modo di osservarne 4, uno per ogni lato della stanza quadrata, che si muovevano intorno al perimetro per sorvegliare qualcosa. A giudicare dall'eco che proveniva dalla stanza era molto più grande di quanto appariva ma Seiichi non poteva osservarla bene, se si avvicinava troppo rischiava di essere scoperto. L'unico rifugio sicuro era un bagno a circa metà del corridoio, poco prima di sfociare nella stanza quadrata. I muri e i pavimenti, asettici e monocromatici, erano scanditi da segni esoterici molto curati ed estremamente precisi, sembrava senza ombra di dubbio il luogo di un rituale in corso. . -
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Una volta all'interno di quello scarico, inutile dire che il tanfo che invase il naso del mannaro fu tutt'altro che piacevole. Incordando lo stomaco e sforzandosi di continuare la sua avanzata, dovette ingoiare diverse volte i groppi alla gola che gli si formarono durante l'infiltrazione per via del puro disgusto, ma non tutto il male venne per nuocere: tenace e testardo nella propria decisione riuscì a capire da quel terribile puzzo che quella poltiglia rivoltante era frutto di un regime di cibo molto specifico, appartenete a luoghi che con container e magazzini non avevano a che fare proprio nulla. A quel punto non fu difficile per Seiichi giungere alla conclusione che la "merce" all'interno di quel deposito poteva anche trattarsi di veri e propri schiavi... no, non schiavi, sacrifici. Il tanfo del Krampus e quel nuovo indizio presagivano un risvolto molto macabro. Difficilmente il lupo si sarebbe mai potuto dimenticare della dedizione con cui quel bestione di trenta metri a Roma aveva mietuto le sue vittime. Non sapeva cosa aspettarsi, ma tutto puntava ad un rischio sempre maggiore per Paya e non solo. Se c'era anche solo la minima possibilità che il disastro avvenuto nella capitale romana potesse ripetersi anche lì doveva assolutamente impedirlo, o avrebbe avuto qualcosa di molto peggio che un rapimento con cui avere a che fare. Fortunatamente, venne fuori un raggio di speranza: dei preziosissimi bagni che Seiichi non esitò a sfruttare immediatamente per darsi una ripulita. Una rinfrescata vitale che gli servì sia per schiarirsi le idee che rinnovare la sua determinazione. Non doveva farsi tradire dalla fretta né il timore di ciò che lo attendeva. Se il presagio che lo aveva attanagliato era giusto, allora la sua presenza lì poteva anche essere una fortuna, ma mantenere la calma e una mente lucida era essenziale.
Assicuratosi di essere asciutto e privo di qualsiasi traccia che potesse tradirlo, con una ritrovata concentrazione avrebbe ripreso il suo percorso, il quale lo avrebbe finito per condurre in un corridoio che portava in quella che dava l'idea di essere una stanza quadrata ben sorvegliata. Con una guardia ciascuna a pattugliare i lati di quella camera, l'immediato pensiero del mannaro fu quello di rifugiarsi all'interno del bagno che si affacciava sul corridoio per evitare di poter essere individuato dal sorvegliante che perlustrava il perimetro del lato dal quale sarebbe arrivato lui. Aveva bisogno di avvicinarsi ed entrare lì dentro per capire meglio cosa stesse accadendo e sapeva cosa fare: tenendosi occultato all'interno del bagno e sporgendosi quel minimo che bastava per controllare dove passasse il guardiano del suo lato, non appena quest'ultimo si sarebbe trovato in prossimità dell'ingresso della stanza, affacciandosi dunque sul corridoio, Seiichi avrebbe battuto quel poco necessario per fare rumore contro il marmo della parete, in un tentativo di cogliere la sua attenzione.
Idealmente, l'idea del mannaro era di attirarlo da lui ed eliminarlo silenziosamente per poi sostituirlo, sfruttando il fatto che tutte quelle guardie fossero incappucciate e distanti fra di loro per nascondersi in piena vista agli occhi delle altre, perlomeno temporaneamente, ed analizzare meglio la situazione e quei segni ritualistici esoterici che caratterizzavano la stanza. Prima di trarre conclusioni e proseguire con quel piano, però, Seiichi doveva vedere innanzitutto come avrebbe reagito la pattuglia. Inutile dire ovviamente che se si fosse fermata a guardare meglio nella sua direzione sarebbe subito rientrato per non farsi vedere, affidandosi al proprio fiuto superiore e udito per percepirla. Per quanto fosse potenzialmente azzardata dato che stava effettivamente rinunciando alla sua "safe zone" portandoli verso di lui, quella era anche la scelta migliore sotto il punto di vista tattico poiché anche se quella singola guardia avesse informato le altre, magari invitandole a controllare assieme a lui, li avrebbe effettivamente raggruppati facilitandosi lo scontro, considernado che il suo potere, ravvicinato com'era, sarebbe stato molto più efficiente visto che le avrebbe avute tutte a portata e non distanziate come invece sarebbero state in un assalto diretto, molto più problematico da gestire a causa delle loro posizioni e le armi che avevano a disposizione. Non aveva intenzione di sottovalutare il loro pericolo.
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La sfortuna volle che oltre al suono di Seiichi già ridicolmente basso visto il complesso in cui si trovavano e che quindi rischiava di rimanere inudito, ci fu un rumore molto più alto e forte se non quasi assordante, che somigliava al marasma provenuto da una bestia cavernosa che veniva spostata di peso. Non un vero e proprio verso appartenuto ad un essere vivente piuttosto la conseguenza dello spostamento di una mole non indifferente di materiale. Non era neanche naturale, né meccanico, una mente più semplice lo avrebbe paragonato ad un dito incastrato dentro al collo di una bottiglia che esce dolorosamente fuori dopo essere stato lubrificato, ma così grosso e pesante da somigliare ad un comodino che viene spostato di peso. Col rischio che un suono del genere potesse ripetersi e la consapevolezza che il banalissimo bussare non avrebbe ottenuto il minimo effetto, Seiichi doveva senz'altro pensare a qualcosa di più originale per attirare una possibile vittima dato che quei cultisti non sembravano affatto messi a disagio da suoni così rumorosi e misteriosi. . -
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Che si trattasse di sfortuna o un proprio errore di giudizio, il tentativo di Seiichi d'attirare quella che doveva essere la sua vittima non riscontrò il successo sperato, ma da quel fallimento poté trarre un'altra informazione preziosa: stavano spostando qualcosa di grosso lì dentro e non si trattava di un semplice container. Con i suoi timori di avere di nuovo per le mani un'altra crisi da dover gestire rinnovati, non riuscì a sopprimere del tutto il senso di fretta che si creò in lui, ma non aveva intenzione di permettere alle proprie paure di dominare il suo senso del giudizio. Il suo istinto lo spinse a credere di non potersi più permettere di continuare a essere troppo cauto, ma questo non significava di certo che buttarsi all'assalto a testa bassa fosse improvvisamente diventato un buon piano. Assistito dai suoni che popolavano quel complesso, allora, e ancora nascosto all'occhio delle guardie all'interno del bagno, il mannaro avrebbe rilasciato il proprio potere, mutando la sua forma e permettendo a quel confortevole abbraccio oscuro di avvilupparlo. Assieme alla sua stazza e forza, sentì quella famigliare sensazione di voler far esplodere tutta quella ritrovata potenza aumentare e cominciare a farsi strada nella sua mente sin da subito, ma ormai aveva capito che non doveva più combatterla. Piuttosto, era molto meglio concentrarsi su quei sacchi di merda che gli sbarravano la strada... se quell'idiota che pattugliava il suo lato non lo aveva sentito, allora avrebbe attirato la sua attenzione in un altro modo, molto più diretto: rimanendo appiattito contro la parete e affacciandosi quel poco necessario per tenere d'occhio l'ingresso della stanza e di conseguenza la guardia che la sorvegliava passandoci davanti durante la sua ronda. Aspettando il momento in cui avrebbe potuta vederla, nel mentre avrebbe attivato la 'Geomanzia #1: Scheggia di pietra' per formare nella sua mano destra una pietra bella corposa e pesante. Seiichi avrebbe lasciato passare la pattuglia la prima volta per sapere con certezza il lato da cui sarebbe poi invece risbucata, tenendosi ben nascosto, e solamente quando sarebbe passata la seconda volta, con la certezza del da dove sarebbe fuoriuscita, si sarebbe tenuto pronto: non appena si sarebbe palesata passando davanti l'ingresso, il mannaro si sarebbe esposto quel poco che bastava per scagliare con tutta la propria forza quella piccola ma pesante roccia contro la testa della guardia, ritornando poi subito alla propria copertura per celare la sua posizione.
No, non si trattava più di un semplice modo per attirarlo verso la sua direzione, ma quello non doveva essere neppure un colpo necessariamente decisivo: piuttosto, l'intento del lupo era diventato quello di sfruttare il suo fattore sorpresa per cogliere impreparata quella prima guardia e verificare quanto fossero resistenti lei e le sue compagne, così come i cappucci che coprivano i loro capi. L'esito di quel colpo a tradimento avrebbe deciso l'approccio da adottare per il mannaro. Se fosse stata messa fuorigioco o meno, ma soprattutto come avrebbero reagito le sue colleghe in risposta a quell'attacco fantasma. Sapendo che poteve essere arrivato solamente da una direzione, sperava si avvicinassero per investigare, ma non poteva dare nulla per scontato.
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Dato l'effetto sorpresa, fu impossibile per Seiichi mancare il bersaglio: il tizio incappucciato che veniva verso di lui si ritrovò un enorme sasso sulla faccia che oltre a respingerlo all'indietro di qualche passo, per poco non gli fece esplodere la testa, frantumandogli il naso e facendolo crollare all'indietro con poca grazia. Tra il rumore del sasso e della caduta, gli altri tizi incappucciati che partecipavano alla ronda si voltarono di scatto, rimanendo piuttosto perplessi di fronte allo spettacolo di un loro compagno che cadeva all'indietro, letteralmente lapidato, poco di fronte ad una porta mezza aperta. Quando il tizio incappucciato più vicino, all'estremità opposta del corridoio dove si trovava Seiichi e ad uno degli angoli della stanza quadrata, sollevò il colletto per comunicare con la sua trasmittente, ci mise un pò ad elaborare la situazione.
Ehm... oddio come lo spiego? ... no non direi "sotto attacco", direi più siamo sotto lapidazione.
Per quelli che sembravano dei cultisti Satanici non doveva essere una cosa facile da spiegare, oltre al fatto che quella situazione per loro era assolutamente improbabile ed inattesa. Essendosi affacciato perlopiù per colpire e non avendo mai abbandonato la sua posizione, Seiichi non aveva visto granché della stanza quadrata oltre il corridoio, per sua fortuna mentre partiva un allarme generale so rese conto che il bagno conteneva un esagerato deus ex machina: una grossa mappa, molto articolata e piuttosto caotica che gli diceva "tu sei qui" a ridosso del simbolo del bagno, e il corridoio terminava su una stanza quadrata che recitava chiaramente "Cavità Rituale" circondata da scalinate che seguivano i lati della forma quadrata permettendo di accedere a diversi piani, inoltre era indicato un ascensore sul lato Ovest della stanza quadrata, e il corridoio dove c'era il bagno di Seiichi si trovava all'angolo Sud-Est della stanza quadrata. Insomma: per prendere l'eventuale ascensore Seiichi doveva uscire dal corridoio e girare a sinistra. Dalla mappa non poteva capire quanto fosse grande la stanza, ma la cavità quadrata era sostanzialmente un punto di snodo per accedere a tutti i piani e alla sua base c'era qualcosa a che fare con i rituali. Mettendo insieme queste informazioni con i rumori che aveva sentito prima, Seiichi aveva sufficienti indizi per capire che qualcosa di losco stava succedendo, e che non si sarebbe fermato neanche sotto il suono di quell'allarme.. -
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In risposta alla caduta esanime della loro compagna, nessuna delle guardie pensò di avvicinarsi per controllare la direzione dalla quale era provenuto il colpo, e Seiichi ne fu tutt'altro che meravigliato. Avevano armi a distanza e il vantaggio di sapere da dove sarebbe arrivato, quindi quella di mantenere la propria posizione era la scelta migliore e più logica. Poco male, almeno adesso sapeva che nonostante le loro spade, poteva presumere che nessuna di loro eccelleva nel corpo a corpo dato che altrimenti non avrebbero esitato dall'estrarre le lame sulle loro schiene per tentare un approccio più ravvicinato. L'odore del sangue per quanto minimo iniziò sin da subito ad influenzarlo, cominciando ad immergere il suo corpo e mente in uno stato di entusiasta euforia, ma prima che potesse dare a quelle guardie scherzose un motivo per davvero temerlo si accorse della mappa nel bagno. Il richiamo del banchetto di violenza che lo aspettava era troppo allettante per potergli resistere a lungo, quindi estrapolò rapidamente le informazioni rilevanti che offriva quella cartina per adattare il suo attacco di conseguenza: sinistra ascensore, stanza punto di snodo e rituale, lui a sud-est. Un modo di pensare forse primitivo, ma efficiente ed era tutto ciò che gli serviva.
Avendo ora presenti dei preziosi punti di riferimento e le posizioni approssimative delle guardie, al lupo non restava altro da fare se non finalmente fare il suo ingresso, ma non si sarebbe di certo limitato ad entrare solo per salutare. La geomanzia in quella situazione poteva essere la sua migliore alleata, e sin da subito il primo pensiero del mannaro fu quello di utilizzare la tecnica del tornado di polvere per gettare tutte quelle guardie nel caos, privandole di quei fastidiosi fucili e obbligandole a combattere in una situazione pesantemente a loro sfavore. Prima di fare ciò, doveva assicurarsi di poterle coinvolgere tutte e tre e soprattutto doveva prima vedere quella benedetta stanza, e se c'era qualcosa per cui valesse la pena combattere effettivamente o se l'ascensore era la sua prossima tappa immediata. Con ciò a mente e motivato dalla promessa di un convito di brutalità, il primo passo era estremamente semplice: avanzò silente fino a raggiungere la porta semi-aperta, sfruttando la sua copertura in modo tale da rivelarsi nella sua interezza solamente quando sarebbe stato vicino al corpo della guardia atterrata. Ben conscio che ad attenderlo ci sarebbe potuta essere stata tranquillamente una pioggia di proiettili, il suo primo gesto sarebbe stato quello di immediatamente afferrare suddetta guardia esanime per frapporla fra lui e le tre restanti pattuglie, facendosi scudo con la loro compagna anche a costo di mettersi con le spalle al muro. Quelle protezioni che portava non erano servite contro la lapidazione, ma sicuramente l'avrebbero aiutata ad adempiere al suo scopo di protezione umana.
Iniziate col dirmi cosa succede qui dentro e forse vi concederò lo stesso lusso del vostro collega!
Urlò con aria solenne per farsi sentire da tutte e tre. Mentiva: non aveva assolutamente intenzione di risparmiarli, dubitava che gli avrebbero concesso davvero anche solo il beneficio di ascoltarlo, e soprattutto gli fremevano le mani per quanta voglia aveva di lacerarli e immergersi nel loro sangue... ma dato che l'intenzione del predatore in primis era quella di osservare e verificare la stanza, quanto effettivamente grande fosse e cosa ospitasse, e visto che aveva già uno scudo di carne a garantirgli quei pochi istanti di cui aveva bisogno per verificare la fattibilità del suo piano, non aveva nulla da perdere da un tentativo di dialogo. Ovviamente se avrebbero subito preso a sparargli quelle parole sarebbero state inutili e lo avrebbero fatto solamente sembrare un grande idiota, ma in quel caso quel tentativo avrebbe potuto usarlo in un futuro, eventuale incontro con una qualche fantomatica Divinità per giustificarsi dicendo che lui con le buone ci aveva provato.
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Appena fu fuori, Seiichi ebbe la saggia idea di dare la precedenza ad un riparo piuttosto che cimentarsi in altro, perché dare per scontato che quei tipi non avrebbero aperto il fuoco gli sarebbe stato letale. Ovviamente appena lo videro iniziarono subito a sparare senza pensarci due volte e non si fermarono neanche quando si trattò di fare a pezzi il corpo del loro compagno esanime, insomma avevano simboli satanici addosso da quale pietà dovevano essere mossi? Quel brandello di carne che Seiichi stava tenendo in mano sarebbe durato poco sotto i colpi a ripetizione dei fucili a impulsi, quel poco che passava poteva essere facilmente compensato dalla sua natura di Licantropo ma esaurito lo scudo di carne sarebbe stato pericoloso rimanere sotto il fuoco incrociato. Due guardie gli stavano sparando: quella originale della corsia e una che l'aveva raggiunto subito dopo, escludendo il tizio trasformato in uno scudo di carne c'era solo una guardia fuori dal suo campo visivo perché Seiichi non era ancora uscito dal prezioso e sicuro corridoio, quindi quando si lanciava fuori doveva stare attento ad immaginare dove l'ultimo uomo potesse trovarsi. . -
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Nonostante le battute, quelle guardie erano tutt'altro che chiacchierone e aprirono il fuoco su di lui non appena lo videro. Il corpo, ora probabilmente cadavere, della loro collega funzionò molto bene come protezione dalla tempesta di morte che con la quale cercarono di travolgerlo immediatamente, ma quella barriera di carne era destinata a cedere e Seiichi sapeva benissimo che l'istante che sarebbe entrato in quella stanza, si sarebbe unita una terza guardia di cui lui non sapeva la posizione. Non con certezza, ma in verità dedurre dove si trovasse non era troppo difficile: considerando che ad aprire il fuoco su di lui per prima era stata la guardia del lato est, quella più vicina e che l'aveva raggiunta in così poco tempo non poteva essere altro che quella del lato nord. La pattuglia del lato sud la stava usando come scudo di carne, quindi l'unica incognita rimaneva la guardiana del lato ovest, che difatti per l'appunto era anche l'unica parte di quella stanza della quale ancora non aveva diretta vista, dato che lui si trovava nel corridoio. Il fatto poi che quel lato fosse anche quello che ospitava l'ascensore rafforzava ulteriormente la possibilità che fosse rimasta sulla propria posizione proprio per impedire all'intruso di gettarvisi qualora fosse entrato.
Ahahahahaha! Dov'è finito il vostro umorismo, buffoni?!
Ridendo con un sorriso malato in volto, l'odore del sangue del suo scudo di carne stava occludendo i suoi sensi sempre di più così come la sua razionalità, ma per la prima volta, forse per via della sua maestria crescente del proprio potere, non si ritrovò a caricare a testa bassa frenetico gli avversari senza un piano. Continuando a tenere la sua barriera di carne davanti a sé avrebbe scattato nella direzione delle guardie per chiudere le distanze in mezzo secondo sfruttando la sua velocità potenziata (in modo da evitare il fuoco potenzialmente incombente della nuova guardia) e posizionarsi alla loro sinistra, cioè vicino alla parete est della stanza, in modo da frapporle direttamente fra lui e il lato ovest, dove era più probabile se non praticamente certo che si trovava la quarta avversaria rimanente. La mossa del mannaro non si sarebbe però limitata ad assicurarsi che la quarta incomoda non avesse una linea di tiro contro di lui: non appena le due guardie che aveva scelto di bersagliare per prime sarebbero state a portata della tecnica, difatti, avrebbe immediatamente attivato la 'Geomanzia #13: Tornado di polvere' per dare vita ad una tempesta di sabbia dal diametro di dieci metri che vista la loro vicinanza avrebbe dovuto coinvolgere entrambe, non solo disabilitando le loro armi ma anche ostacolando la vista della quarta guardia che potenzialmente sarebbe rimasta esterna a quella corrente, impedendole comunque perlomeno di vedere perfettamente dove fosse il lupo o cosa stesse accadendo, preparando il terreno per una mossa successiva. Una piccola soddisfazione, ma irrilevante rispetto a ciò che interessava davvero a Seiichi. In un istante i suoi due avversari si sarebbero dovuti ritrovare con delle armi inutilizzabili e senza supporto della compagna, con di fianco il mannaro ancora nel pieno delle sue forze. Era convinto di essere superiore a loro in pura forza bruta e forse avrebbe potuto tentare semplicemente di afferrarle e dare il via a una colluttazione forte dell'intralcio che avrebbero causato alla collega, ma mosso dalla voglia immonda di brutalizzarle e da una fredda spietatezza, non aveva intenzione di lasciare nulla al caso: prima che potessero estrarre le spade e mollato subito quel poco che era rimasto della loro defunta compagna non appena riposizionatosi, mentre con la sinistra avrebbe cercato di afferrare la spalla della guardia più vicina con la sua presa artigliata per impedirle di allontanarsi, il licantropo avrebbe allargato repentino le dita della mano destra per poi estendere il braccio a cui apparteneva in avanti, roteando lievemente il busto per favorire quello che doveva essere un affondo, canalizzando energia all'interno del suo arto per attivare la tecnica 'Breach the Walls' e dare vita ad una proiezione dalla lunghezza di 2,5 metri senza includere il suo arto i cui artigli si erano allungati, dalla forza e penetrazione superiore, con l'intento di trapassare i petti di entrambe le guardie all'altezza del cuore in un sol colpo, uno con il proprio braccio e l'altro con la proiezione, e continuare a sfruttare quella più vicina a lui come protezione nei confronti di qualsiasi minaccia fosse rimasta, sostituendo il cadavere della sua collega cui ormai sicuramente era ridotto a brandelli.
EDIT 29/1/2021 - Corretta energia delle tecniche in scheda status, corretti alcuni errori di battitura.
Edited by Demi - 29/1/2021, 23:07. -
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SPOILER (clicca per visualizzare)Ho capito quello che volevi dire ma l'azione nelle ultime righe è scritta di merda, fai attenzione quando ti spieghi e articola bene l'azione. Se serve prima descrivi cosa vedi e poi come si muove.
Inceppando le loro armi al momento giusto, Seiichi creò l'occasione perfetta per colpire, ovvero quando i due sarebbero stati troppo impegnati a cambiare arma. Superandoli sia in forza che riflessi, il lupo aveva un solo ostacolo: ovvero l'ultima guardia rimasta prevedibilmente davanti all'ascensore, ma col tornado di polvere attivo la sua linea di tiro era inconsistente, e il licantropo troppo veloce. Quindi successe la cosa più ovvia possibile: invece di farsi ammazzare come i suoi compagni, facilmente trucidati da Seiichi in un colpo solo, l'ultima guardia si infilò nell'ascensore iniziando chiaramente a scendere. L'allarme era già suonato, non c'era spazio per eroismi in quel contesto. Quindi ora Seiichi era solo ,facile preda dell'incursione di qualsiasi cosa sarebbe potuto arrivare in vista di quell'allarme, protetto solo dal tornado di polvere che effettivamente stava occludendo anche la sua di vista.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Sì, rileggendolo stamattina mi era sembrato anche a me di risultare particolarmente ingarbugliato, scusa. Mi sono lasciato trasportare.
Bagnare il proprio braccio nel sangue del suo nemico e vedere entrambi gli avversari cadere di fronte al proprio assalto mandò dei brividi di pura estasi lungo la schiena del mannaro. Si era sempre detto che uccidere non fosse qualcosa da cui traeva piacere e per molto tempo aveva davvero creduto che fosse così, ma non era più così sicuro. La scelta della guardia di fuggire non lo sorprese affatto, ma non per questo gli provocò meno fastidio. Una preda gli stava sfuggendo. Come fosse un riflesso incondizionato pensò subito di gettarsi all'inseguimento per braccarla, ma il suo istinto lo convinse piuttosto a non lasciarsi trasportare dalla fretta: la sua vera preda, obiettivo, non era lei, ma il salvataggio di Paya e lo sventare qualsiasi cosa stesse accadendo di losco lì dentro. Ciò nonostante, non poteva più permettersi neppure di prendersela con calma. Tenendo ancora stretta la spalla della guardia che aveva appena infilzato con la sinistra, con la mano destra Seiichi avrebbe raggiunto la sua trasmittente per prenderla con la speranza che il tornado di polvere non l'avesse intaccata, con l'intento di sfruttare il modo di comunicare delle guardie per ascoltare cosa stava succedendo. Se come aveva motivo di credere quel complesso ospitava prigionieri, fra cui anche la strega che cercava, era possibile che con l'allarme avessero scelto magari di spostarle o comunque discuterne in qualche modo, ma anche se non ci fosse stata menzione di loro, bisognoso com'era di informazioni su ciò che stava accadendo o cosa doveva affrontare qualsiasi tipo di ricezione captata sarebbe stata una manna dal cielo. Non era di certo però stata la speranza a condurlo fin lì, e quel tornado di polvere per quanto utile al suo passato scopo ora gli stava impedendo di vedere con chiarezza quella famigerata "stanza rituale". Lasciò allora andare la guardia con la sinistra, facendola cadere a terra prima di scattare verso l'ascensore, tenendo nella mano destra il trasmettitore mentre continuava a cercare di captare qualcosa. Seiichi voleva uscire dalla tempesta e arrivare davanti all'ascensore sia per potersi effettivamente guardare finalmente attorno e controllare se ci fosse nulla di strano in quella stanza dal nome tanto particolare, sia per avere una via dove proseguire in vista dell'incursione incombente qualora essa si fosse dimostrata troppo opprimente, oppure quella stanza non avesse avuto nulla da offrire di rilevante. Certo, la guardia aveva già impiegato l'ascensore, ma le funi a cui esso era collegato andavano benissimo come opzione per qualcuno che in quel momento non si poteva proprio permettere né il comfort né la pazienza della cabina. Una volta trovatosi davanti di esso, se vi erano delle porte si sarebbe messo tra le zanne il trasmettitore facendo ovviamente attenzione a non distruggerlo per tentare di aprirle con la propria forza.
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Per quanto utile potesse sembrare il trasmettitore, l'allarme era già scattato quindi di chiacchiere ne sarebbero passate poche, forse solo qualche imprecazione dalla guardia terrorizzata e scappata via in ascensore, ma nulla di più. Molto più interessante invece fu il realizzare cosa nascondesse quella struttura: la sezione "a pozzo" su cui si affacciava la cornice sulla quale si trovava Seiichi era una sorta di prigione che si estendeva in lunghezza, ogni piano sotto quello di Seiichi occupava delle porte chiaramente blindate, resistenti e protette da dei glifi malevoli che ne impedivano l'apertura. Erano molte, e i piani si allungavano per circa una cinquantina di metri. Al termine di quell'enorme pozzo, c'era qualcosa di ancora più inquietante: sembrava un oscuro portale dalla quale stava fuoriuscendo qualcosa di melmoso e maleodorante, ad una seconda annusata doveva trattarsi senza ombra di dubbio del sacco del Krampus che Vega aveva esiliato da questa dimensione, ma che in qualche modo stava venendo rievocato attraverso quel portale. Il portale oscuro alla base di quel pozzo era circondato da dei glifi malevoli che pulsavano, e quando lo facevano anche specifici glifi sulle porte della prigione pulsavano, segno che stavano attingendo energia dai prigionieri per alimentarlo. Un meccanismo piuttosto specifico e decisamente simile a come funzionavano i Tartarus. Seiichi non ebbe problemi ad aprire le porte dell'ascensore ma c'era una cosa di cui doveva tenere conto: le guardie che si trovavano in prossimità delle porte e sparse nei vari piani, non stavano affatto convergendo verso di lui. Stavano scappando, tutti, un pò come se l'allarme li stesse invitando a farsi da parte. Cosa aspettava l'improbabile salvatore ora che si era fatto beccare? .
