La quarantena in quell'attico di lusso

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    Videogiocatore vecchio stampo!

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    Mi trovavo da poco a Milano, quando venne dichiarata la quarantena e vennero eseguite le chiusure.

    Fui contattato per una offerta lavorativa in quella città e, siccome lì viveva uno dei miei zii, fui quasi obbligato a chiedergli ospitalità, per ammortizzare i costi; il problema
    consisteva nel fatto che zio Walter era un gran coglione, appeso ad un piccolo ramo del mio albero genealogico, messo in disparte praticamente da tutta la parentela, perché
    si era arricchito a spese di tante persone e si crogiolava nelle sue ricchezze, tanto che in famiglia lo chiamavamo Paperon de Paperoni.

    Parlando della sua abitazione si trattava di un ampio e lussuoso attico di un palazzo, che condivideva con la sua compagna ucraina, una donna più giovane di lui con un corpo
    da urlo di nome Vika, e la figlia Sara, mia cugina, più o meno della mia età e che, ammetto, era stata mio oggetto di fantasie erotiche in passato, considerato che anche lei
    possedeva un nota bellezza; infatti ogni tanto lavorava come modella.

    I primi giorni dal mio arrivo furono strani; l'accoglienza fu pressoché nulla e la parola famiglia era sconosciuta; mio zio lavorava fuori casa praticamente
    sempre, anche se in seguito si scopri che si tratteneva con più amanti, mentre in casa non c'erano regole ne vincoli; ci si alzava quando si voleva, si mangiava ognuno per
    conto proprio e vi era una dittatura sul telecomando della TV, dove Sara aveva la precedenza su tutti e non esitava a far sloggiare gli occupanti; riguardo alla comunicazione
    la situazione non era migliore in quanto al di la dei saluti non c'era interazione.

    Con le chiusure rimasi bloccato a vivere con loro; non c'erano libri, non sempre la televisione era disponibile e non c'era un computer che potessi usare liberamente, dunque
    passavo le giornate a base di app sul cellulare; inoltre constatai anche dei seri problemi di privacy in quanto non esistevano chiavi per le varie porte, quindi bagno incluso;
    una delle prime volte che utilizzai la toilette, all'improvviso entrò Vika, la quale fregandosene del mio imbarazzo e del mio patetico balbettio mi passò davanti per recuperare
    dei cosmetici.

    Fortunatamente ci furono anche situazioni positive, ad esempio quando una delle ragazze praticava yoga in salotto; facevo da spettatore, cercando di mascherare il mio
    "interesse" e i movimenti nei miei pantaloni, mentre loro si muovevano in pose eccitanti vestite con leggings e dei top che non nascondevano le forme; se si accorsero delle
    mie sbirciate non lo so dire, ma in ogni caso non dissero mai nulla.

    Poi un giorno zio Walter telefonò a casa, comunicando senza preavviso che si sarebbe fermato in una delle sue case vacanza al lago a tempo indefinito, per "questioni
    lavorative"; da quel momento Vika cambiò comportamento: dopo la telefonata si chiuse arrabbiata per un giorno intero in camera, poi una volta uscita prese a trascorrere
    più tempo in bagno del solito e spesso la vidi strusciarsi le gambe qualunque cosa facesse, come se avesse qualche sorta di fastidio; in realtà avevo una ben definita teoria
    che si dimostrò poi fondata: la donna era arrapata come una cagna in calore e senza il suo compagno a soddisfarla doveva trovare escamotage per "sbollire", e
    probabilmente era anche in parte dipendente dal sesso.

    Un pomeriggio mi si ruppe il caricatore del cellulare dunque decisi di prendere in prestito quello di mia cugina, il quale aveva l'attacco che mi serviva; arrivai davanti alla
    porta di camera sua e, come consuetudine in quella casa, la aprii senza bussare, rimanendo fulminato; Sara stava dormendo ed era completamente nuda e scoperta!
    Le sua linea da urlo, i suoi seni dalla forma perfetta e dai capezzoli delicati, la sua vagina depilata dalle labbra simmetriche, i segni del costume minimalista sull'abbronzatura,
    i suoi piedi piccoli e sensuali, i suoi capelli lunghi e biondi, la sua bocca sottile… Inevitabilmente il mio pene si ingrossò e dovetti resistere a consolidare una delle mie
    fantasie che iniziava proprio in quel modo; entrai piano cercando allo stesso tempo di distaccare gli occhi da lei e di non calpestare i suoi vestiti sparsi qua e la sul pavimento,
    tra cui spiccavano varie sue mutandine che di certo non mi aiutavano a raffreddarmi; afferrai infine il cavetto per cui ero venuto e feci dietrofront, ma a metà strada notai
    sul comodino dei flaconi medicinali; dentro di me sapevo di dover uscire al più presto, tuttavia la curiosità mi spinse a controllare, scoprendo che la cugina faceva uso di
    sonniferi; la mia coscienza mi lanciò nuovamente un campanello di allarme tuttavia la nuova vicinanza alla ragazza mi annebbiò la mente, e infine l'eccitazione prevalse;
    raggiunsi velocemente la porta e la chiusi, poi tornai nervoso al bordo del letto; con timore provai per sicurezza a darle dei colpetti sulla spalla per accertarmi che fosse
    veramente "andata" e infine ebbi via libera; non sapendo bene dove partire, mi inginocchiai e con mano tremante le raggiunsi uno dei seni per palparglielo delicatamente,
    godendo di quella morbidezza divina, poi avvicinai la faccia e le leccai il capezzolo, arrivando a succhiarglielo mentre allo stesso tempo ci giocavo con la lingua; nel mentre
    bagnai le dita di una mano con la saliva che le colava sul petto, facendola poi scorrere giù fino alla sua intimità, che le bagnai; visto che non bastava, la raggiunsi con la
    bocca, accomodandomi sul letto, e gliela leccai con cura gioendo per ogni parte che la mia lingua raggiungeva; soddisfatto mi staccai e mi posizionai sdraiato accanto a lei,
    posizionandola lentamente sul fianco e regolando le sue gambe per agevolarmi, poi mi slacciai i pantaloni e che mi abbassai insieme alle mutande, liberando il mio membro
    allupato che presi a strusciare sull'accesso tanto agognato; una volta che anche il mio membro fu bagnato iniziai a premere poco alla volta tra le sue labbra vaginali e infine
    ebbi accesso nel suo eden; accompagnando ogni penetrazione con un sospiro presi a scopare mia cugina con l'intenzione di durare il più possibile, tuttavia non mi masturbavo
    da settimane e il culmine non tardò ad arrivare; conscio del rischio di eiacularle dentro, estrassi in fretta il mio membro, mi alzai e afferrai il primo vestito a portata di mano,
    dei suoi leggings che utilizzai come copertura per la mia sborrata, che altrimenti avrebbe sporcato ovunque; terminati gli spasmi ma non prima che l'estasi terminasse, portai
    il mio membro sporco alla bocca di Sara e le strusciai la cappella sulle labbra.

    Mi rivestii, buttai i leggings incriminati nella cesta degli abiti sporchi e pian piano uscii dalla stanza; chiusi la porta e sospirai di sollievo; era una soddisfazione che ero riuscito
    togliermi, soprattutto dopo il trattamento freddo e distaccato tenuto verso i miei confronti; tuttavia non avevo prestato attenzione al corridoio e quando mi voltai per
    andarmene scoprii Vika, bloccata a pochi metri da me, che con uno sguardo indecifrabile mi fissava; presi svelto il caricatore dalla tasca e imbastii alla veloce la scusa, poi
    cercando di sembrare noncurante, le passai accanto e raggiunsi la mia camera.
    Il giorno seguente, sebbene pieno di preoccupazione, mi azzardai ad uscire; quando incrociai Sara ella mi salutò superficialmente come sempre e ciò mi tranquillizzò quasi
    del tutto, dimenticandomi dell'altra donna in casa; la incrociai la sera, mentre cenavo con un panino seduto all'isola della cucina; avendo la bocca piena accennai solamente un
    saluto, aspettandomi che come solito proseguisse per i suoi affari, tuttavia lei mi raggiunse e mi si sedette accanto; la cosa mi sorprese a tal punto che smisi di masticare, la
    guardai sorpreso e accorgendomi del boccone in bocca lo inghiottii subito; Vika mi osservò per qualche istante poi si piegò verso di me, lasciando in bella vista il suo bel
    balconcino nella scollatura, e mi mise una mano su una gamba; deglutii di nuovo invano, balbettando un debole <<s-s-s-sì?>> e lei con il viso più vicino, inebriandomi del suo
    profumo, annunciò a bassa voce di sapere cosa avevo fatto; impallidii ma la donna proseguì, dicendo che non le importava, ma che avrebbe confessato tutto se io non le avessi
    ubbidito; ovviamente accettai.

    La prima occasione in cui Vika venne a riscattare il nostro "patto" fu la mattina presto seguente; mi svegliai sentendo dei movimenti sul letto e aprendo gli occhi la trovai sopra
    di me, in biancheria intima; mi fece segno di fare silenzio e senza preamboli mi abbasso i boxer, si scostò le mutandine mostrando la sua grazia dalle labbra sporgenti e prese
    a strusciarsi sul mio membro, che inutile dirlo si rassodò all'istante; la sua vagina era già bagnata e me lo ricoprì presto con i suoi fluidi; accelerò il ritmo e dopo poco me lo
    raddrizzò per farsi penetrare, cavalcandomi subito a tutta potenza; doveva già essersi smanettata perché raggiunse l'orgasmo a breve, schizzando ovunque i suoi fluidi e
    lasciandomi assistere per la prima volta in vita mia allo squirting; ed esso fu veramente copioso; rimase ansante per qualche istante, godendo degli ultimi spasmi, poi non
    soddisfatta si sdraiò tra le mie gambe e prese a succhiarmi il membro, dimostrando grande abilità, fino a quando anche io raggiunsi il culmine, accogliendo tutto il mio seme in
    bocca, che pian piano inghiottì; mi leccò la cappella per non perdersi neanche una goccia, poi senza una parola si sistemò le mutandine e se ne andò.

    Non mi lamentai dell'accaduto, era stato fantastico, ma pensai che forse il patto era concluso, o comunque che se ne sarebbe "riparlato" più avanti; mi sbagliavo di grosso;
    Il giorno passò tranquillamente, come solito, ed ero così soddisfatto che detti solamente una sbirciatina a Sara, durante lo yoga; del piacere di Vika mi ero solo asciugato,
    considerandolo un trofeo, ma verso sera iniziai veramente a puzzare e finalmente decisi di farmi una doccia; ero sotto l'acqua da pochi minuti quando la donna entrò in bagno
    silenziosamente e mi accorsi della sua presenza solo quando aprì il box; la fissai con sincera sorpresa, scorrendo piano tutto il suo corpo nudo, ma lei non se ne curò e senza
    attendere entrò; venne sotto l'acqua calda, stringendosi a me, schiacciando le sue forme contro di me facendomelo rizzare, e con la mano prese a segarmi; io la cinsi con un
    braccio e con la mano libera le strinsi forte un seno e presi a massaggiarglielo; avendo il suo viso così vicino al mio, l'istinto mi portò a baciarla ma quando le mie labbra
    toccarono le sue lei liberò il mio membro e mi schiaffeggiò; <<niente baci, solo sesso>> furono le sue uniche parole ansimate; mi trascinò verso una parete contrò la quale
    la presi in braccio sostenendo le sue gambe, intuendo la sua intenzione, mentre lei aiutava le nostre intimità ad incastrarsi di nuovo; la scopai per la seconda volta, riuscendo
    fortunatamente a resistere fino al suo orgasmo, sentendo i suoi fluidi esplodere tra gli spazi liberi della nostra unione, sentendo il loro calore sulle gambe; di nuovo una volta
    ripresa dal piacere, mi si inginocchiò davanti e con il suo lavoro di bocca mi fece godere fino al culmine; spingendomi di lato si portò nuovamente sotto l'acqua, si lavò in fretta,
    uscì e si asciugò per poi andarsene; ammetto che qualche preoccupazione lì iniziò a fiorire.

    Il giorno seguente verso l'una, venne di nuovo a reclamare; stavo mangiando il mio pranzo quando Vika entrò in cucina, in vestaglia da notte per fortuna legata; la osservai
    guardingo ma anche lei prese il pranzo dal frigo e distante lo consumò; quando però si portò al lavandino per il lavaggio delle stoviglie, si voltò verso di me e mi fece segno di
    raggiungerla; sinceramente, avendo appena mangiato, non ero molto invogliato ad un nuovo round, ma lei si sollevò la veste piegandosi a novanta, mostrandomi il didietro e
    che sotto era tutta nuda; inevitabilmente il mio membro si svegliò di nuovo, lo liberai e tenendomi alle sue cosce la penetrai di forza, assumendo un ritmo frenetico; fui troppo
    veloce e ad un tratto, sentendo vicino il finale, lo estrassi e sfruttando la valle tra le sue natiche portai a compimento l'opera, schizzandole sulla schiena, dentro la vestaglia; la
    donna assolutamente insoddisfatta, me lo afferrò e seppure colante se lo riportò dentro di lei, questa volta contribuendo alle penetrate fino a che non il piacere non la inondò,
    fortunatamente senza schizzare; sentendo i passi di Sara in corridoio, ci sistemammo in fretta e furia, poi Vika se ne andò lasciando qua e la delle goccioline per terra,
    lasciandomi tutto da lavare; fu il momento in qui iniziai seriamente a preoccuparmi, anche per il fatto che il mio pene iniziava a dolermi.

    La mia "torturatrice" si presentò il mattino seguente in camera, svegliandomi nuovamente e si fece penetrare doppiamente con l'aiuto di un vibratore che si infilò analmente;
    la trovata mi aiutò a resistere, dovendo procedere più lentamente ma al termine del rapporto, accusai un dolore maggiore; Vika tornò alla carica nel pomeriggio, per un
    classico cow-girl su poltrona, poi la mattina dopo e la sera di quel giorno; arrivai al giorno seguente sfinito e con un serio malore alle parti basse.

    A salvarmi fu il tanto detestato zio Walter che decise di tornare; Vika mi lasciò finalmente stare e io potei ristorare il mio muscolo malandato.
     
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    Marnie

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    letto tutto d'un fiato!
     
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