Aspettare e sperare

per Ex(ucci)o

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    Non era la prima volta che Arky si prendeva la sua gola con tale foga e passione dopotutto pochi minuti prima il Cacciatore gli aveva apertamente concesso quella possibilità e il ragazzo non ci aveva pensato due volte a farla sua il più aggressivamente possibile e ora non fu diverso e perché avrebbe dovuto esserlo? Perchè avrebbe dovuto ignorare il fatto che sentire le sue mani tra i capelli a reggergli la testa era sufficiente a far pulsare di gioia la sua verga? Quello era il suo posto, in ginocchio davanti a quel giovane focoso e libidinoso ad accogliere tutta la sua virilità tra le labbra per tutto il tempo che lui desiderava, aggrappandosi a lui mentre l'unico panorama che i suoi occhi potevano ammirare era quello del suo pube che ritmicamente si allontanava e avvicinava al punto da impattare contro il proprio naso oscurandogli la visuale e lo stesso si poteva dire dei suoi testicoli che scandivano rumorosamente la velocità di quella che poteva essere considerata una rapida sveltina, un capriccio di Edmond e una possibilità per il giovane di svuotare di nuovo le palle pesanti prima del piatto forte. Al pensiero il suo cazzo si indurì, espellendo un nuovo fiotto di seme, continuando pateticamente a farlo ogni volta che la carne di Arky ostruiva completamente le sue vie respiratorie obbligandolo ad emettere un grugnito di sforzo e piacere sia per i continui mini-orgasmi sia per il fatto che il suo membro pulsasse ad ogni affondo sollevandosi fino a quasi toccargli l'addome spruzzando fuori un timido getto di sborra calda che irrimediabilmente si perdeva nell'umiliante pozza tra le sue gambe. Gemere come una puttana e venirsi addosso erano le uniche due azioni possibili mentre Arky continuava a modellare la sua gola alle dimensioni e alla forma del suo cazzo senza preoccuparsi minimamente delle sue condizioni che via via andarono peggiorando. Era sicuro che se avesse avuto del trucco sugli occhi esso sarebbe già colato insieme ai lacrimoni che gli rigavano le guance arrossate e i suoi occhi non potevano fare a meno di socchiudersi appesantiti da quel torrente di sensazioni che di tanto in tanto lo obbligavano a sgranarli, soprattutto quando Arky ricordava di possedere un guinzaglio con cui poteva tanto strozzare il suo collo quando i suoi poveri e abusati testicoli. Quel ragazzo non si rendeva neanche conto di come lo stesse riducendo e di quanto lo stesse facendo godere e neanche il Cacciatore aveva idea di quanto la situazione sarebbe peggiorata di lì a poco.
    Non era difficile capire quando Arky era vicino all'orgasmo visto che non era la prima volta che quel cazzo deflorava la sua gola quindi Edmond fu fiero di essere consapevole che quelle pulsazioni contro le sue labbra e le pareti interne della sua gola erano un chiaro segno che il suo amante aveva finalmente raggiunto il climax. Strinse la presa sulle natiche di Arky mentre quest'ultimo lo forzava a schiacciare il viso contro il suo pube accogliendo la sua intera lunghezza dentro di lui. Saperlo non fu meno travolgente e quando l'uretra del ragazzo si dilatò per schizzare i primi getti caldi, il Cacciatore chiuse docilmente gli occhi pronto a rimanere lì, languido e gemente, ad inghiottire ogni singola goccia di sperma che il suo piccolo amante avesse deciso di donargli per dissetarlo come da richiesta. In un primo momento non fu nulla di diverso dalla loro prima volta davanti al camino ed Edmond fu felice di percepire dopo pochi secondi, di nuovo, la medesima sensazione di pienezza e gonfiore nel proprio ventre che iniziò lentamente ad assumere un primo accenno di rotondità. A quel ritmo Arky avrebbe finito anche prima del previsto quindi non c'era nessun bisogno di preoccuparsi... giusto?
    Ugh?! Sgranò di nuovo gli occhi pieni di lacrimoni quando quello che doveva essere la fine dell'orgasmo del ragazzo si trasformò in un nuovo "inizio". Fino ad un attimo prima i getti si erano indeboliti e invece ora il suo amante scaricava spietatamente nella sua gola abbastanza sborra da impedirgli di respirare. La presa sulle chiappe di Arky si fece ancora più intensa mentre gli occhi di Edmond si rivoltavano leggermente per l'immenso sforzo di ingurgitare una quantità di sperma che improvvisamente era aumentata in modo esponenziale... come anche le dimensioni di quel cazzo! Non riusciva a ritrarsi, non riusciva a respirare e sentiva solamente le proprie interiora venire crudelmente rimodellate per l'ennesima volta da una nerchia che aveva smesso di essere umana da diversi centimetri. La sentiva crescere, mutare e prendersi ogni spazio rimasto vuoto invadendo le sue interiora al punto da svuotare galloni di seme direttamemte nel suo stomaco che riprese a crescere e crescere facendolo sembrare una donna gravida. Quella condizione... lo fece venire nuovamente in modo così forzato da risultare quasi doloroso mentre il suo povero cazzo rigettava pateticamente un'immensa quantità di sperma tutta insieme allargando la pozza sotto di lui. Non era fisicamente in grado, in quel momento, di ammirare la mutazione di Arky dato che i suoi occhi erano oscurati dal pube di quest'ultimo schiacciato contro di lui ma sotto il tocco delle mani sentiva che qualcosa era cambiato. La pelle del giovane sembrava squamata anche se non in maniera particolarmente invadente ma soprattutto emetteva un calore non indifferente a cui, però, il Cacciatore non riuscì ad dare immediatamente la giusta attenzione. Dovette invece concentrarsi al cento per cento sulla distensione del suo povero collo (e gola) martoriato mentre Arky sfilava con lentezza e difficoltà quella mostruosità arancione da dentro lui solamente per depositarla fieramente sul proprio viso in segno di totale dominazione. Edmond non ci pensò due volte, uscendo la lingua per leccare docilmente la parte inferiore di quella meravigliosa carne che avrebbe avuto il piacere di accogliere ancora e ancora per il resto della notte, depositando subito dopo un bacio sulle palle che gli avevano donato quella pienezza che stavolta il guinzaglio non accennava a far scomparire... o almeno non subito. Come Arky aveva ricevuto la sua immensa quantità di potere dalla forza con cui aveva dominato e sottomesso il suo partner anche il Cacciatore ricevette dei regali dalla sua sottomissione. Ben presto il guinzagliò agì e lo sperma nel suo ventre venne assorbito sotto forma di energia che andò ad intaccare la sua muscolatura, ammorbidendola senza farla sparire ma trasformando il suo fisico in qualcosa di molto meno minaccioso e più gustoso sia alla vista che al tatto. I fianchi del Cacciatore crebbero come anche la morbidezza del suo didietro e lo stesso si poté dire del suo torace che nonostante conservò la fisionomia classica maschile si ammorbidì e guadagnò abbastanza ciccia da farlo sembrare provvisto di un modestissimo seno femminile. Anche il suo viso si addolcì e le labbra divennero molto più carnose e invitanti ma soprattutto si sentiva mostruosamente eccitato e affamato di sesso e gli venne incredibilmente difficile non avventarsi sul cazzo del giovane quando sollevò il viso per ammirarne il nuovo aspetto. Arky era cambiato, sicuramente grazie all'energia del guinzaglio, ma fu ugualmente sorprendente vederlo così cresciuto un po' ovunque. Cercò di parlare ma ciò che aveva subito lo aveva rallentato e stancato al punto che fu solamente in grado di annuire mentre Arky lo abbracciava e lo ringraziava per averlo aiutato a recuperare il "vero io". Difficile comprendere cosa intendesse... era un drago? Qualcosa di simile ad un rettile? Quelle domande finirono nel dimenticatoio quando il suo draghetto tornò a sedersi sulla sua schiena senza tanti complimenti ora che aveva soddisfatto la sua richiesta e Edmond temette realmente di cadere nonostante la sua forza. Abbassò il volto e il suo cazzo parzialmente floscio pulsò in risposta alla vista di quella patetica pozza di sperma sotto di lui. Le sue membra tremarono non di paura ma di impazienza... quanto ancora sarebbe venuto mentre Arky lo possedeva come un animale? Sarebbe stato sempre così dolorosamente piacevole? Di nuovo il suo padroncino dalle scaglie nere lo riportò sulla retta via avvolgendo la sua tozza coda intorno al suo povero cazzo, masturbandolo dolcemente per riconquistare l'attenzione della propria cavalcatura.
    S-si, padroncino... Mugolò con pochissima convinzione. Cercò di recuperare la forza sugli arti che il draghetto stesso risucchiava ogni qual volta la sua coda saliva e scendeva lungo la sua asta semi-floscia ma impiegò qualche secondo prima di tornare a muoversi, ancheggiando pericolosamente tanto che sicuramente Arky avrebbe dovuto usare molto di più le sue briglie improvvisate per non ruzzolare a terra. Un passo dietro l'altro e un gentile fiotto di pre-sperma dopo l'altro depositato lungo il tragitto accompagnarono il tortuoso viaggio del Cacciatore fino in prossimità di due porte una di fronte all'altra, entrambe semi-aperte. Su quella di sinistra Arky avrebbe potuto intravedere una normalissima camera da letto provvista di mobilio altolocato, un letto indubbiamente spaziosissimo e comodissimo e anche una porticina interna che doveva portare ad un bagno dedicato mentre dall'altro lato, verso la porta di destra, lo spettacolo sarebbe stato molto diverso. La stanza di destra suggeriva sempre la mansione di "stanza da letto" data la presenza di quest'ultimo, ugualmente ampio come l'altro ma dalla colorazione di un rosso intenso e una testiera estremamente più spartana e provvista di una vastissima collezione di manette. Un'occhiata più curiosa avrebbe rivelato anche una mole immensa di attrezzatura sessuale e un guardaroba con un anta aperta strapieno di vestiti sia adatti ad un dominatore che ad un sottomesso come abiti costrittivi o dall'aspetto incredibilmente umiliante e succinto. Edmond, forse per abitudine, non fece assolutamente caso a quella stanza in particolare, deviando lentamente e con passo incerto verso la camera da letto senza ancora però essere riuscito a varcare la porta. Se Arky non fosse intervenuto sarebbe sicuramente entrato nella camera di sinistra ma il piccolo draghetto non poteva ignorare le possibilità della stanza di destra quindi la giusta stimolazione sarebbe bastata a convincere il Cacciatore a cambiare la sua meta. Doveva solo essere rapido ed efficiente.

     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Arky era pieno di gioia e di entusiasmo mentre abbracciava il Cacciatore e gli riempiva il viso sfatto di teneri bacetti, che incredibilmente risultavano ancora più morbidi, dolci e piacevoli di quelli apposti con le sue labbra umane: se, infatti, il suo corpicino si era fatto decisamente più tonico e un po' più grande (in certe parti, invece, decisamente enorme), la sua pelle ricoperta di scaglie risultava ancora più morbida e setosa, anche rispetto alla pelle di pesca della sua forma umana. Non che Arky stesse facendo molto caso a quanto le sue labbra risultassero più morbide e piene, così come non aveva notato l'aria stralunata e stanca di Edmond, poiché la felicità gli scorreva liquida nelle vene al posto del sangue ed lui era ormai un tutt'uno col suo entusiasmo, tanto che avrebbe avuto voglia di saltellare, accennare qualche passo di danza e continuare a coccolare l'uomo, fino a trasmettergli la sua gioia.
    Gioia che nasceva, comprensibilmente, da quell'autentico prodigio: finalmente era riuscito a riacquistare la sua vera forma! O, per meglio dire, qualcosa che vi si avvicinava moltissimo, quindi come avrebbe potuto trattenersi o anche soltanto considerare lo spaesamento del povero Cacciatore? Arky era davvero travolto dalla contentezza e questa si manifestava con un atteggiamento, forse, tra lo sbrigativo e il lievemente impositivo; in effetti, quel lieve cambio di registro poteva anche essere dovuto alla maggiore influenza del suo lato dragonico, sicuramente meno incline alla dolcezza, ma era presto per dirlo soprattutto perché il draghetto continuò a manifestare la volontà di coccolare e premiare l'uomo. - Sei stato bravissimo! - trillò con vocetta allegra, prima di accomodarsi forse con un po' troppa impazienza su quella schiena già più flessuosa, prima di chiedergli di muoversi verso la stanza da letto. In realtà, a ben pensarci, Edmond non meritava tanti complimenti poiché la sua trasformazione era chiaramente un effetto "collaterale" di quell'innocua eromanzia ma, a parte che Arky non considerava nemmeno questo aspetto, era elettrizzato all'idea di aver quantomeno scoperto un modo per poter alterare o ignorare la sua maledizione. Era un indizio importante, che andava a spiegare quanto accaduto con la "sorella" dell'uomo sotto di sé e il piccoletto, semplicemente, era fuori di sé dall'entusiasmo e dalla felicità.
    Preso com'era da emozioni tanto intense non si curò troppo del cambiamento intercorso al corpo del Cacciatore, ma mentre costui iniziava il suo cammino, gli occhi dorati del draghetto si fermarono sulla sua schiena e si accesero di un lampo di stupore, che subito declinò in soddisfazione, tanto che le sue labbra si curvarono in un sorrisetto compiaciuto. - Sei diventato ancora più bello, sai Edmond? Davvero bellissimo! - miagolò, mentre carezzava con la manina artigliata quella schiena divenuta tanto seducente, dalle spalle strette, prima di risalire alla nuca e dispensare dolci carezze ai suoi capelli. Malgrado quelle mani fossero armate di piccoli artigli, fu molto attento a non graffiarlo e il Cacciatore poté apprezzarne l'incredibile morbidezza misto al calore non indifferente che emanavano. In effetti, sebbene tutto il corpicino di Arky fosse divenuto più tonico, in alcuni punti quasi muscoloso, in alcune parti la morbidezza pareva essere stata addirittura accentuata, come ben testimoniavano la bocca, i palmi delle mani e quel culetto che premeva sulla schiena del Cacciatore.
    Ad aggiungersi a questo elenco fu anche la coda, come Edmond poté ben percepire quando iniziò una lenta, dolce masturbazione a quel membro che, ormai da lungo tempo, non faceva che eruttare sperma e lasciare ampie pozze di piacere su vari punti del pavimento. Arky non stava seguendo un piano di dolce coercizione o, in qualche modo, intendeva rendere sempre più marcata la propensione alla sottomissione di Edmond, semplicemente seguiva gli impulsi che l'entusiasmo gli proponeva e, quando il Cacciatore iniziò a muoversi più traballante e incerto di prima, tanto che il draghetto si allarmò. - Tutto bene, Edmond? Vuoi un pausa? Vuoi... che scenda? - chiese sinceramente in pensiero, soltanto che mentre gli poneva queste innocenti domande, fermò improvvisamente la masturbazione in corso, cosa che probabilmente avrebbe scosso il povero Cacciatore e costretto a un rifiuto istintivo, anche perché la riprese quasi subito dopo, anche con maggior intensità rispetto a prima, quasi fosse davvero un tentativo ben riuscito di farsi supplicare a continuare a usarlo da portantina umana. Non che le sue intenzioni fossero queste, anzi era mosso da una genuina preoccupazione ma, in qualche modo, il suo comportamento riuscì a esprimere tutt'altro.
    Ad ogni modo, che Edmond avesse o meno accettato quell'offerta, l'attenzione del draghetto si rivolse verso una stanza che l'uomo ignorò, per dirigersi verso la stanza da letto propriamente detta... o meglio, la stanza ignorata possedeva certamente un letto ma, visto l'enorme numero di oggetti sessuali, era ovviamente usata per altro rispetto al dormire. Arky sgranò gli occhioni e forse una punta d'imbarazzo sembrò risvegliarsi in lui, prima di assumere un'espressione decisa. - Dove vai, Edmond? Abbiamo un letto molto più vicino tutto per noi... su, da bravo. - disse, portando la mano dalla sua testa al volto, spingendolo gentilmente verso la stanza rossa e strizzandolo un po' più forte con la coda mentre tendeva le redini quel tanto che bastava per fargli cambiare direzione. Arky avrebbe atteso pazientemente che il Cacciatore ne varcasse la soglia e si avvicinasse ai piedi del letto, in quel momento il draghetto avrebbe "smontato" dalla sua atipica cavalcatura e sarebbe salito sul letto, mettendosi a gambe incrociate sul materasso, sebbene con l'enorme virilità eretta non era troppo semplice. Aveva un'espressione furbetta sul volto e la coda, tozza e un po' buffa, ondeggiava come quella di un gatto impegnato a osservare il canarino dentro la gabbietta. - Edmond io sono il tuo padroncino, vero? - gli chiese trattenendo un sorrisetto quasi birbante sul ben visino ancora paffuto malgrado la trasformazione. - E allora perché non sei vestito... da maid? - gli chiese retorico, indicando con gli occhi un'enorme armadio aperto, in cui spiccavano tra gli altri anche delle perverse uniformi da maid. - Scegli pure quale uniforme preferisci e poi vieni sul letto a prenderti cura di me. - ordinò, sorridendo raggiante e puntando quegli splendidi, luminosissimi occhioni addosso: voleva vederlo indossare quegli indumenti e salire sul letto soltanto per lui. Sì, decisamente, qualcosa nel carattere di Arky era irrimediabilmente mutato... e forse Edmond avrebbe fatto in tempo a pentirsi di aver operato un simile cambiamento.
     
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    Non si era mai sentito così terribilmente eccitato e desideroso di cazzo in vita sua al punto che iniziò a chiedersi se valesse davvero la pena raggiungere la camera da letto mentre quel draghetto birbante non faceva altro che stuzzicarlo, carezzarlo e toccarlo. Sentiva la pesantezza di quelle membra morbide e calde contro la sua schiena ma soprattutto la grossa mole della coda avvolta in spietate spire intorno al suo povero membro tanto coccolato quanto torturato dal suo amorevole padroncino. Avevano davvero bisogno di un letto? Avrebbe potuto far di nuovo scendere Arky per poi poggiare la guancia sul pavimento così da sollevare le piene e femminee natiche e lasciare che il draghetto le facesse sue con tutta la foga che quell'entusiasmo portava con se. Voleva che quel cazzo gli aprisse la corolla di carne e gli riempisse le interiora fino a udire le palle di Arky scontrarsi contro il suo corpo più e più volte, sempre più veloce, sempre più forte... la sua bocca salivò di impazienza e in quella travolgente valanga di selvaggia voglia si ritrovò di nuovo a pensare a come quella verga aveva abusato non una ma ben due volte della sua gola. Riusciva ancora a gustarlo contro la lingua se si concentrava a sufficienza, riusciva a ricordarne il peso, l'imponente presenza e ogni singola gonfia venatura lungo la superficie come se il suo cervello avesse servilmente memorizzato tutti quei dettagli ritenendoli di fondamentale importanza. E più ricordava più la sua fantasia lo vedeva impalato su quella virile verga o lo trasportava tra le cosce di Arky mentre il suo energico padrone scaricava di nuovo litri e litri di sborra nel suo stomaco e lui li accettava senza battere ciglio, ringraziando subito dopo entrambi quei gonfi testicoli per quel copioso dono. Come poteva sperare di recuperare la lucidità a quel punto? Solamente sentirsi dire quanto fosse bello aveva contratto le sue gonadi e spremuto un nuovo fiotto di seme strappandogli un verso indecoroso e umiliante mentre rispondeva alle sue carezze come un lussurioso gattone a cui mancava solamente la possibilità di fare le fusa. Quando Arky lo aveva "minacciato" di scendere e interrompere la masturbazione aveva sgranato gli occhi per la preoccupazione, scusandosi con lui, accelerando il passo guadagnando così delle coccole al suo cazzo molto più intense rispetto a prima. Non riusciva a non desiderare di compiacerlo e non riusciva a non godere quando ci riusciva quindi non fu difficile ad Arky convincerlo a cambiare direzione al percorso prestabilito e non fu neanche difficile portare il povero Cacciatore a spalancare la bocca gemente quando i suoi genitali vennero delicatamente strizzati sia dalla coda che dalle briglie che lo comandavano.
    Nel varcare la soglia il draghetto avrebbe avuto una visuale molto più chiara della stanza e soprattutto del letto che giaceva perfettamente in linea con l'uscio in modo tale che se qualcuno avesse voluto spiare dallo spioncino o aprendo delicatamente la porta non avrebbe avuto nessuna difficoltà. Il letto, spazioso abbastanza da poter accogliere anche tre o quattro persone, era decorato da pacchiane lenzuola rosse e cuscini del medesimo colore e caratterizzato da una testiera a "sbarre" estremamente spartana e poco dettagliata segno che quel pezzo di mobilio non doveva avere come prima mansione quella di permettere a delle persone di dormirci dentro ma essere abbastanza resistente da non crollare anche sotto immenso sforzo come suggeriva la struttura in metallo incredibilmente tozza. Sulla testiera erano agganciate alla bell'e meglio diversi piccoli strumenti di costrizione di vario tipo come manette di pelle o gag ball. Ciò che avrebbe sicuramente attirato l'attenzione di Arky era la struttura che si elevava ai quattro angoli del letto verso l'alto e culminava, sopra di esso, in un perverso baldacchino provvisto di una complessa serie di tozze corde che potevano essere calate verso il materasso per poter, letteralmente, legare come un salame sospeso un essere umano. La struttura poteva anche essere mossa per sporgere ad uno dei lati del letto sfruttando delle semplicissime leve ai piedi di quest'ultimo. Guardando verso la destra della stanza, il draghetto poteva ammirare una vasta gamma di attrezzi sessuali di vario genere stipati in modo incredibilmente ordinato su vari scaffali e un armadio fornito di capi di vestiario adatti ad ogni perversa occasione mentre sulla sinistra faceva capolino una piccola porta socchiusa che divideva l'indecente stanza da quello che doveva essere un semplice bagno fornito di tutto il necessario per cambiarsi o pulirsi.
    Edmond avanzò con estrema difficoltà fino al fianco sinistro del letto e quando Arky decise di smontare il Cacciatore assunse immediatamente la posizione eretta tenendo timidamente gli indici intrecciati l'uno con l'altro dietro la schiena. Il suo corpo, ora non costretto in quella posizione, metteva in mostra tutte le modifiche a cui il guinzaglio lo aveva obbligato e anche se lui non poteva notarle sarebbero state chiarissime agli occhi del suo padroncino. Quello che doveva essere il corpo di un guerriero appariva estremamente delicato, dalle spalle molto più strette del normale e dal torace gonfio simile ad un modestissimo seno femminile. Il busto rettangolare era diventato molto più affusolato verso il basso per poi allargarsi in un paio di fianchi degni della più fertile delle concubine. Il viso, già molto androgino, presentava un paio di labbra carnose e invitanti mentre i capelli sfatti incorniciavano la sua espressione rossa, affaticata e furiosamente eccitata. Se non fosse stato per il grosso cazzo semi floscio che di fronte a lui si incurvava verso il basso gocciolante di seme e le gonfie palle dietro di esso sarebbe stato difficile per un occhio poco attento comprendere il sesso originale di Edmond.
    S-si. Lei è il mio padroncino... Rispose stranamente imbarazzato l'uomo da quella domanda improvvisa che lo obbligò a concentrare l'attenzione su Arky e su quell'aspetto che non era riuscito ad ammirare poco prima. Dava l'impressione di essere un cucciolo di drago ma la sua fisionomia muscolare e ossea non era quella di un cucciolo, bensì di un adulto ristretto in un corpo troppo piccolo. La grossa coda lo tradiva... e non era solo quello a farlo. Quel membro dalla colorazione sgargiante... lo aveva sentito crescere in gola ma ora gli era più chiaro quanto fosse più imponente del normale sesso umano del giovane e silenziosamente deglutì voglioso e timoroso. Sarebbe stato in grado di prendere dentro di lui tutta quella carne pulsante, turgida e venosa? Cos'avrebbe provato mentre il suo padroncino lo apriva in due facendosi strada fino alle palle? Quei pensieri lo distrassero dalla domanda successiva che lo stupì tanto quanto quella precedente.
    D-da maid... padroncino? Seguì con gli occhi l'indicazione di Arky che lo guidò all'armadio che lui conosceva molto bene. C'erano vestiti di ogni tipo per ogni tipo di giochino erotico e c'erano vestiti per ogni sesso. Si morse il labbro inferiore sentendosi nuovamente umiliato al pensiero di dover indossare un simile capo d'abbigliamento ma come l'umiliazione di essere cavalcato era stata in grado di eccitarlo in maniera vergognosa, lo stesso avvenne di fronte alla richiesta del draghetto. Il suo membro pulsò ma il Cacciatore non ci fece caso, portando entrambe le mani sulle cosce per abbassare il busto in un leggero inchino.
    Come desiderate padroncino. Datemi qualche minuto per prepararmi e non ve ne pentirete. Distolse lo sguardo dal ragazzo, sentendo gli occhi di quest'ultimo fissi su di lui e su chissà quali parti del suo corpo mentre si dirigeva verso l'armadio e ne estraeva un vestito che Arky non sarebbe riuscito a vedere. Buffamente il guinzaglio si sarebbe allungato per permettergli sia di allontanarsi, sia per fare il giro del letto e raggiungere il bagno dove Edmond si chiuse. Anche se il ragazzino aveva perso il contatto visivo con l'uomo, il guinzaglio che teneva alla mano collegato al collo del Cacciatore gli permetteva di percepirne ogni singola emozione, la galoppante eccitazione e anche delineare a grandi linee i movimenti che stava eseguendo per la vestizione. Non ci sarebbe voluto molto e prima che l'impazienza si fosse impadronita del giovane drago, la porta del bagno si aprì rivelando l'uomo nel suo nuovo vestiario. Era chiaro fosse studiato per un corpo di sesso differente ma era incredibile come cadesse perfettamente sulle curve maschili di Edmond avvalorando il suo lato più "femmineo". Avanzò senza trovarsi minimamente a disagio su quelle calzature dal tacco mediamente alto che non era solito indossare e al draghetto sarebbero saltati subito all'occhio due dettagli: il suo viso e il suo cazzo. L'uomo doveva aver tentato più e più volte di celarlo sotto l'intimo composto da un semplice tanga con ben poco successo e ora la sua grossa verga penzolava sotto la gonnella piena di fronzoli ed erano i suoi testicoli gli unici ad essere contenuti dal volgarissimo tanga nero facendolo apparire tanto buffo quanto perversamente eccitante. Cercando di compensare per quella missione fallita Edmond aveva raccolto i capelli in un'ordinata coda dietro la nuca e si era truccato sia intorno agli occhi sia sulle labbra decorate da un rossetto nero come la notte per apparire il più arrapante possibile davanti al suo padroncino a cui si accucciò di fianco non appena raggiunto il letto, poggiando solamente una gamba su di esso mentre l'altra, allungata, lo sosteneva. Subito la mano destra si posò sul lato inferiore di quella ruggente erezione, carezzandola mentre la sinistra affondava tra le lenzuola cremisi.
    Sono ancora bello, padroncino? Spero non mi trovi troppo volgare. Ho scelto questo rossetto per lasciare dei segni indelebili sul vostro meraviglioso cazzo...
    Premette le labbra l'una contro l'altra il Cacciatore impaziente e voglioso mentre le semplici carezze della sua mano divenivano delle coccole sempre più spinte per quella brillante verga. Sollevò anche l'altra gamba sul letto, ritrovandosi in ginocchio di fianco ad Arky per poi inclinarsi in avanti con il busto finendo gattoni con il viso contro le grosse palle del suo padrone dove posò un passionale bacio che lasciò un vistosissimo segno delle sue labbra mentre cercava di allargare il più possibile le dita della mano destra per chiuderle intorno al membro di Arky, masturbandolo dapprima delicatamente per poi strizzarlo con crescente vigore ricordando al giovane ragazzo quanto potesse essere forte l'uomo che ora si stava prendendo cura dei suoi genitali.
    Questo cazzo è così potente... così lungo, grosso e venoso... e il mio culo è così stretto e voglioso... non vorrete mica spaccarmi in due con questo mostro, padroncino?
    Parlava tra i baci depositati sui suoi testicoli già tempestati dai segni del rossetto del Cacciatore e nonostante le sue parole indicassero contrarietà all'idea di essere sodomizzato da quella virilità, il tono con cui parlava lanciava un messaggio molto diverso, una voglia galoppante di udire Arky raccontargli nella maniera più volgare possibile quali fossero i suoi piani per quella lunga notte.

     
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    Arky si sentiva inebriato, come se avesse bevuto qualche calice di troppo e sentiva la sua capacità di giudizio, se non offuscata, quantomeno priva delle inibizioni e del senso della misura che normalmente la caratterizzava; non che fosse spiacevole o un problema, dopotutto il draghetto era felice di aver finalmente recuperato parte del suo aspetto e si sentiva a suo agio in quella situazione così perversa. Semplicemente aveva la sensazione di trovarsi in una sorta di piano inclinato verso la lussuria e temeva che, a un certo punto, non sarebbe più stato presente a se stesso e avrebbe perso il controllo, anche perché quella situazione era bizzarra e presentava, se non dei motivi di preoccupazione, quantomeno di discrezione: non sarebbe stato bello se Edwyn l'avesse visto con suo fratello in quelle condizioni! Sarebbe stato terribilmente imbarazzante e non voleva che ci fossero ombre tra lui e la Cacciatrice. E poi lo stesso Edmond non stava... esagerando un po'? Da dongiovanni "birbante" (usando un vero eufemismo) era diventato incredibilmente sottomesso, tanto da accettare richieste un po' troppo forti. Faceva bene a continuare a comportarsi in quella maniera? Arky temeva di star esagerando o di sfruttare, pur se inconsapevolmente, una debolezza dell'uomo che lo portava a essere un po' troppo sottomesso. Sebbene fosse in quella forma graziosa e, al tempo stesso, feroce il cuore del piccino era rimasto attento, premuroso e davvero voleva evitare di lasciare un brutto ricordo al Cacciatore che, malgrado i suoi modi di fare un po' discutibili, era stato gentile con lui.
    Eppure, malgrado il cuore di Arky si preoccupava per i due splendidi fratelli, non solo i suoi occhi dorati rimasero incollati al culo di Edmond mentre andava in bagno a vestirsi, ma quel cazzo osceno in dimensioni e colore pulsò impaziente, mentre la mente del draghetto veniva riempita dalla curiosità e dalle immagini di un Edmond coi più disparati (e perversi) completini. Perché mai era così eccitato? Avrebbe dovuto sfruttare quel momento per calmarsi un po', magari cercare di acquietare quell'erezione gigantesca, ma dal guinzaglio assurdamente allungato (sembrava un oggetto da cartone animato!) proveniva, come un'onda calda e piacevole, l'impazienza del Cacciatore e i buoni propositi del draghetto si arenarono all'istante: lo attese spasmodico e se non si masturbò fu soltanto perché Edmond fu più veloce della sua impazienza.
    Come già detto, Arky aveva fantasticato non poco su come Edmond sarebbe stato con un completino da maid ma la sua immaginazione, per quanto vivida, non riuscì minimamente a rendere il risultato finale: Edmond sarebbe stato accolto in maniera piuttosto lusinghiera dal suo "padroncino", poiché spalancò tanto gli occhi che la boccuccia, guardandolo come se lo vedesse per la prima volta e scoprisse quanto fosse incredibilmente bello. Naturalmente aveva già notato (e apprezzato) l'avvenenza del giovane ma, a parte che il suo corpo era ormai meravigliosamente androgino, quel vestitino perverso gli donò violenti brividi di piacere lungo la schiena. E, soprattutto, fece pulsare quel cazzo osceno come se bastasse vederlo così per lasciarsi andare a un violento orgasmo; in realtà non ci fu nessuna prematura erezione, ma in compenso dalla cappella larga ruscellò un rivolo di preseme, mentre il draghetto si mordicchiava il labbro inferiore pieno di desiderio. - Sei... bellissimo, Edmond! Bellissimo e non s-seiahhhahh!! - stava per dire che non era affatto volgare, ma era un'affermazione dettata dalla sua natura gentile: Edmond era volgare eccome, non solo perché quel vestitino era indubbiamente osceno, ma perché quelle striminzite mutandine non potevano contenere quel cazzo enorme, che pendeva ben visibile sotto la corta gonna. A impedirgli di pronunciare quella piccola bugia, però, ci pensò proprio la sua "maid" che si accomodò al suo fianco e prese a masturbargli dolcemente quell'asta mostruosa, decisamente troppo larga per quella mano snella e graziosa. - Il... t-tuo trucco mi piace molto. - rispose in maniera un po' indiretta all'affermazione dell'uomo, ma Edmond poté capire facilmente che quel suo desiderio di lasciare segni visibili su quel grosso cazzo dragonico aveva riscosso tutta l'approvazione del piccino, dato che quella carne tanto turgida pulsò una, due, tre volte festosa, allargando ritmicamente il suo diametro già spaventoso e rendendo impossibile per quella mano stringersi intorno. - Ahhhh, sì! Sì, sì! - trillò, con vocina liquida, mentre Edmond si accomodava tra le sue cosce e posava un perverso, dolce bacio proprio su quelle palle enormi, ricoperte da corte, vellutate scagliette; queste si contrassero sulle sue labbra, come a invitarlo a mungerle fino a ricevere la candida cascata che custodivano... ed Edmond sembrò accogliere quel suggerimento, visto che le tempestò di bacetti mentre lo segava in maniera fin troppo intensa.
    Ancora una volta Edmond fu incredibilmente volgare, mentre lo spronava ad affermare come intendeva fotterlo per quella notte e Arky, apparentemente travolto da tutta quella perversione, si portò le manine artigliate al viso, come se volesse nascondergli il suo imbarazzo: un comportamento sicuramente in linea con l'Arky che aveva conosciuto... ma non fuori luogo con quell'Arky decisamente più ferale e sicuro di sé? Edmond avrebbe avuto poco tempo per porsi qualche interrogativo, poiché quelle manine aprirono le dita e i due grandi, splendidi occhi dorati del Draghetto lo guardavano eccitati e perversi: - Prima di spaccarti in due devo farti diventare durissimo... o vuoi continuare a essere così poco partecipativo? - la punta di quella corta, tozza coda sfiorò il grosso cazzo morbido del Cacciatore, prima che le manine abbandonassero il suo volto e si posassero sul materasso, mentre Arky schiudeva le labbra e lasciava scivolare fuori la sua lunga, morbidissima lingua arancione. - Dai, Edmond, siediti sulle mia bocca, voglio farti impazzire. - ordinò, sdraiandosi e lasciando al Cacciatore la splendida visione di quel corpicino minuto ma muscoloso, coi capezzolini arancioni ritti che lo attendeva impaziente; anche quel cazzo osceno era ritto come una torre... e Arky non intendeva farglielo dimenticare a Edmond: - Fammi una sega coi piedi, se ci riesci! - ordinò e sfidò al tempo stesso, mentre gli rivolgeva un sorrisetto che gli scopriva le zannette appuntite: decisamente Edmond avrebbe dovuto gestire un padroncino molto, molto esigente!
     
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