Aspettare e sperare

per Ex(ucci)o

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    Una genuina sorpresa sbocciò nel Cacciatore non appena il nudo giovane di fronte a lui ebbe una reazione piuttosto colorita e infervorata nei confronti dell'innocente epiteto affibbiatogli. Aveva preso così seriamente la volgarità di Edmond? Non doveva essere molto avvezzo a quel tipo di rapporti ma quella sfuriata non fu neanche lontanamente sufficiente a sedare il desiderio dell'uomo... generando l'effetto contrario, invece. Non c'era predatore che non provasse piacere nell'ammirare la propria preda dimenarsi in un vano tentativo di riacquistare la tanto agognata libertà e in quel piccolo siparietto fra lui ed Arky non era poi così differente. Il predatore lo aveva messo alle strette e ora la piccola e dolce preda tirava fuori tutta la propria furia per affrontarlo e metterlo almeno in difficoltà. Riuscì indubbiamente a interrompere per un breve attimo la carica sessuale del "fratello" della sua amata ma successivamente allo sprazzo di tranquillità non ci fu ciò che Arky sperava ma qualcosa che doveva prepararsi ad affrontare.
    Le pupille ferine di Edmond divennero sempre più affilate ed ogni gesto del ragazzo, ogni colpetto, ogni tentativo di frenare la sua mano stringendo le cosce, furono come rumorose padellate vicino la cuccia di un mastino.
    Il Cacciatore strofinò il palmo stretto della sua mano un'ultima volta per tutta la lunghezza del suo piccolo partner per quella notte prima di allentare la presa e avvicinare la mano alla sua bocca, piazzando su di essa una lenta e lunga lappata sulla stessa superficie di pelle che poco prima aveva toccato l'affare di Arky. La punta della lingua venne seguita da grumi e grumi di oscurità che andarono a depositarsi sul suo palmo, inerti. Sul suo volto c'era stato piacere e poi stupore ma ora quegli occhi affilati sembravano quelli di una bestia pronta a divorarlo sul posto.
    Se non vuoi dirmi nulla... allora non è necessario che parli.
    Il tono con cui lo disse non si scostò da quello sensuale che aveva usato fino a quel momento eppure c'era qualcosa di diverso, qualcosa di così profondamente autoritario. Quello era il tono di qualcuno che aveva detto qualcosa di inconfutabilmente vero e non era pronto ad accettare nessuna critica e per avvalorare ciò, prima che Arky avesse potuto far correre ancora la sua bocca, la mano sporca di quell'energia scura si premette contro di essa, tappandola, lasciando che l'oscurità si depositasse sulle sue labbra andando a delineare i contorni di quella che doveva essere, a tutti gli effetti, una gag-ball, composta però da densa energia che prima si avvolse intorno alla parte bassa del suo capo e poi si ammucchiò nella sua bocca ostruendo la fuoriuscita di qualunque parola che non fosse un tenero mugugno.
    Ti avevo fatto una promessa, piccolo, e la manterrò. Sapevi che per ogni senso che un essere perde, gli altri tendono ad accentuarsi incredibilmente? Soprattutto in situazioni opprimenti come questa...
    La stessa mano lasciò andare la bocca ormai sigillata solamente per poter carezzare il viso di Arky per poi passare di fronte ai suoi occhi e lasciare su di essa una fitta coltre di oscurità che prese le sembianze di una stretta benda nera che non solo ostruì la vista del piccino ma anche, in parte, il suo udito, coprendo le orecchie. Ora per Arky sarebbe stato difficile sentire le parole dell'uomo se non avesse fatto silenzio, in caso contrario gli sarebbero arrivate come parole ovattate e di difficile comprensione. Lo aveva privato della parola, della vista e dell'udito. Gli rimanevano solamente il tatto e, più importante, l'olfatto che per compensare la perdita dei suoi "compari" sarebbe diventato così intenso da non poter più ignorare e accentuare gli effetti dell'odore opprimente ed eccitante che quel Cacciatore emanava. Rimaneva solo una parte del piano da portare a termine per la medesima mano che in un ultimo grandissimo sforzo si occupò di afferrare entrambi i polsi di Arky, interrompendo la sua sfuriata contro di lui, per poterli sigillare insieme con un nuovo artefatto oscuro simile ad uno stretto anello. A quel punto non ci sarebbe stato più niente ad impedire all'uomo di afferrare entrambe le caviglie di Arky e alzarsi in piedi, trascinandole verso l'alto in modo tale da farlo finire con la schiena contro il piatto della poltrona e con la nuca sulla parte bassa dello schienale. Spinse poi entrambe le caviglie verso la cima dello schienale obbligandolo in una posa umiliante che non solo metteva in bella mostra il suo didietro ma obbligava il suo membro a puntare verso il suo stesso viso. Due nuovi anelli bloccarono le caviglie in quel punto e finalmente le mani di Edmond furono in grado di tornare al loro vero lavoro: la sinistra si infilò sinuosa tra le cosce di Arky, tornando a masturbarlo energicamente come aveva fatto fino a poco prima mentre la destra, dopo che il Cacciatore ebbe opportunamente bagnato il proprio dito indice, si diresse verso il suo buchino posteriore, premendo con ben poca delicatezza su di esso così da penetrarlo e poi stimolare con una leggera pressione un "bottone" che ogni uomo possedeva, capace di scatenare reazioni molto piacevoli.
     
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    Quel briccone di un casanova! Credeva di poter fare tutto quello che voleva soltanto perché era più grosso, più forte e bello e affascinante... cioè, perché era un gran prepotente?! Ah, ma lui gliela avrebbe fatta vedere: simili furfanti non si aspettano mai una risposta decisa e battagliera dalle loro vittime e Arky era certo che, dopo aver fatto il diavolo a quattro, quel bell'imbusto avrebbe capito che lui non era un cucciolino indifeso da molestare come più voleva! In effetti, all'inizio i fatti sembrarono dare ragione al draghetto dato che Edmond, anche se lentamente, aveva finalmente mollato la sua grossa virilità e sembrava quasi intenzionato a desistere dal dargli altre sgradite "attenzioni"... peccato che, quasi immediatamente, spezzò l'incanto con un'ennesima frase villana, a cui Arky reagì con tutta la veemenza di cui era capace: - Coooosa?! Io zitto?! Non starò mai zitto di fronte a un briccone come te, sei un farabutto, un f-furfante... m-ma che f-fai? - purtroppo la carica iniziale del piccoletto si spense via via che osservava i gesti e, soprattutto, lo sguardo del giovane: se, infatti, il modo in cui si leccò il palmo lo fece rabbrividire suo malgrado, lo sguardo che gli rivolse, così terribilmente affamato, gli fece sgranare gli occhioni in uno sguardo davvero spaurito e avvampare le guanciotte, più paffute e desiderabili che mai. - N-non osare avvicinarmi q-quello s-schif-mhhh!Mhhgggg! - mugolò, tirandosi il più possibile indietro con la capo per evitare quella mano ricoperta di oscurità ma, con la poltrona a bloccarlo, non ebbe altra possibilità che cercare di dibattere furiosamente (E vanamente, ahilui) il capo mentre quella mano, fin troppo grande, si poggiava sul suo visino e gli riempiva la bocca di quella sostanza non meglio identificata. Il piccolo strizzò gli occhioni in un'espressione schifata e mugolò di protesta, mentre l'oscurità si consolidava in una gag-ball impossibile da rompere che morse con vana rabbia.
    Già così la situazione del piccino si era decisamente complicata, ma comprese ben presto che quello era soltanto l'inizio: prima ancora, infatti, che potesse guardarlo anche soltanto male, si ritrovò con la vista e l'udito occlusi da quella che sembrava una perversa benda nera, che lo fece mugolare rabbioso e agitare le braccia e le gambe senza costrutto, spasmodicamente, soltanto per infastidirlo e rendergli le cose più difficili. Non che servì a molto, dato che in un attimo i suoi polsi furono bloccati e, di nuovo, dell'ulteriore oscurità si consolidò in un perverso anello che gli rese inutilizzabili le braccia. - Ngh! - pigolò, sospirando infuriato ma impotente, serrando con tutte le sue forze che le cosce sode che, purtroppo, cedettero fin troppo presto alla presa decisa del cacciatore. Così, un Arky rosso come un peperone per la vergogna, si ritrovò in una posizione scomodissima, con il culetto perfettamente esposto e le gambe subito bloccate sotto le braccia. Il piccino provò a liberarsi e il Cacciatore poté osservare tutti i suoi decisi tentativi di dibattersi che, purtroppo, non ebbero altro effetto che contrarre i suoi muscoli leggeri sotto la pelle morbida, increspando la superficie del suo pancino e delle sue gambe tornite, arrivando addirittura a far ondeggiare quel grosso cazzo davanti al suo volto, al punto che sbatté un paio di volte contro il suo addome producendo schiocchi sordi che lo fecero arrossire ancora di più. - Mhh, mhh! - pigolò, tendendosi più intensamente quando percepì quella mano di nuovo sul suo cazzo, a stringerlo mentre l'odore del cacciatore, terribilmente intenso, gli invadeva le narici e gli riempiva la testa come una melodia carica di ardore e di sfrenatezza, a cui non si voleva abbandonare ma che non poteva fare altrimenti. Emise un verso strozzato, confuso dalla pallina che gli riempiva la bocca, quando l'uomo riprese a masturbarlo con decisione, al punto che il suo grosso cazzo eretto fremette e pulsò violentemente tra le dita del Cacciatore, quasi a volerle aprire con il solo vigore del suo desiderio e liberarsi così da quella stretta... ma la verità era ben altra dato che, quasi impercettibilmente, il bacino del piccino prese a seguire i movimenti di quella mano e Arky, con un filo di saliva che colava dalla sua bocca forzatamente spalancata, prese a mugolare sempre più perso.
    Era tutto semplicemente troppo avvolgente e intenso, tanto che ormai i pensieri erano divenuto confusi, lenti, come se si muovessero nella melassa e il corpo teso del piccino iniziò, lentamente, a rilassarsi. Ci fu un solo, brevissimo attimo in cui il piccolo tornò ad agitarsi convulso, ciò quando percepì l'indice del Cacciatore sul suo buchino, a penetrarlo con rudezza: Arky inarcò la schiena, per quanto gli permetteva l'oscena posizione in cui si trovava, e serrò per quanto possibile natiche e buchino, rendendo soltanto più estrema quella penetrazione ed emise dei veloci, confusi versi a metà tra il piacere e la protesta. Morse con forza la pallina quando il dito dell'uomo raggiunse quel punto tanto sensibile del suo retto e, con un singulto che lo scosse tutto, prese a gemere intensamente, quasi lamentoso. - Mhh, nhhhgg! - ormai il draghetto non capiva più nulla, voleva liberarsi, tornare a vedere, a sentire con chiarezza, a potersi di nuovo opporre... ma le forze lo abbandonavano progressivamente, la testa gli girava e non aveva più cognizione o quasi di dove si trovasse, di come fosse messo, sentiva soltanto il suo membro stretto in una morsa perversa e qualcosa scavargli ostinata dentro, alla ricerca di un piacere che eruppe presto, troppo presto.
    Ngghhhhh!!!! - mugolò con urgenza e protese il bacino verso le mani di Edmond, mentre il suo cazzo pulsò furiosamente e, un attimo dopo, esplose in un violentissimo orgasmo che, purtroppo, lo investì in pieno volto; Arky tentò di sfuggirgli, volgendo istintivamente il faccino altrove ma come muovere la testa se era premuta contro lo schienale della poltrona? Così quell'intenso, violento getto di seme continuò a investirlo, a impiastricciargli le labbra, i capelli, il ventre mentre il suo corpicino, prostrato dall'orgasmo, cedeva e si rilassava totalmente abbandonato alle mani di quell'abilissimo "aguzzino". - Mhhh... - miagolò confuso, sporco del suo stesso seme quando l'orgasmo si esaurì, qualche minuto dopo: il piccino era ancora illanguidito dal piacere, totalmente perso in esso e nella sua mente, ancora avviluppata dai fumi dell'orgasmo, non era sorto il drammatico pensiero del "E adesso?" ma presto sarebbe sorto e se il Cacciatore non voleva vederlo finire nel panico avrebbe dovuto rassicurarlo in qualche modo... perché lui non voleva vederlo nel panico, no?
     
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    Era come guardare un cucciolo dimenarsi per le troppe coccole subite, intrappolato tra il desiderio di riceverne ancora e quello di liberarsi e, in fondo, Arky non si allontanava molto dal concetto più tenero possibile di "cucciolo". Ogni sua piccola movenza, ogni suo verso e persino le dolci pieghe delle sue membra obbligate in quella scomoda posizione mettevano in evidenza la delicatezza e la tenerezza di quel giovane uomo provocando nel Cacciatore delle reazioni molto diverse da quelle di un comune umano dotato di buonsenso che probabilmente si sarebbe immediatamente prodigato per liberarlo, preoccupandosi delle sue condizioni. Edmond non era quel tipo d'uomo e nello stato in cui era ridotto le possibilità del ragazzo di sfuggire alle sue angherie erano scese quasi allo zero più rapidamente del previsto. Il "fratello" di Edwyn non smise neanche per un secondo di strizzare quell'enorme verga, l'unica parte del corpo del giovane a non essere poi così piccola e delicata, muovendo le abili dita allo scopo di svuotare il suo improbabile amante di ogni tipo di forza o capacità di resistenza. Lo masturbava con forza e un pizzico di crudeltà e ogni movimento della sua mano dalla base di quel membro fino su alla cappella risultava così energico da far sembrare quella più una bizzarra mungitura atta solamente a far esplodere il povero Arky nella maniera più umiliante possibile.
    Il viso del Cacciatore era rosso e accaldato ma un sorriso quasi "materno" e soddisfatto non riusciva ad abbandonare le sue labbra nel vedere quel giovane uomo abbandonarsi sempre di più a quel piacere quasi dolorosamente sconvolgente e incontrollabile e non ci volle poi molto tempo prima che il suo dito, spinto dentro fino alla base nel suo culetto, non sortisse l'effetto desiderato con estrema efficienza. Non provò nessuna delusione per la velocità che ebbe Arky a superare il proprio limite di sopportazione perché era stato il suo obiettivo dall'inizio e quando quella dolce e arrapante bambola iniziò a svuotare i propri testicoli direttamente su se stesso, Edmond si preoccupò di continuare a massaggiare l'asta per intero, continuando a stimolare la sua prostata per tutta la durata dell'orgasmo nel tentativo di strizzare fuori da quel corpicino ogni singola goccia di sperma. Non dava l'idea di agire più come un uomo dominatore ma più come... una premurosa e dominante madre almeno finché il giovane non dimostrò di aver scaricato per intero il proprio carico. Sentirlo mugolare e gridare disperato era stato musica per le sue orecchie e anche ora che era tutto finito, seppur avesse estratto ogni dito dal suo buchino, ancora la sua mano scivolava lentamente su e giù per tutta la lunghezza della sua virilità con lo scopo di coccolarla dopo quell'esplosivo rilascio.
    Si piegò delicatamente su di lui, avvicinando la mano che aveva stimolato il suo didietro fino a quel momento alla sua bocca e con un lieve gesto delle dita la sfera che ostruiva la sua voce svanì, venendo prontamente sostituita dai polpastrelli esigenti dell'uomo che andarono immediatamente a ricercare le sue labbra, carezzandole con passione.
    Posso darti ancora di più, piccolo. Posso stravolgerti di piacere più di quanto abbia fatto ora ma voglio che sia tu a dirmelo...
    Si fece più avanti con il corpo e gli anelli che bloccavano le caviglie del ragazzo si ruppero così che le sue gambe potessero ricadere in avanti, interrompendo però la loro caduta sulle spalle di Edmond. A quel punto Arky avrebbe potuto percepire, tra le sue cosce, scivolare qualcosa di assolutamente enorme che si adagiò sul suo membro più piccolo. Il Cacciatore si preoccupò di premere i suoi testicoli gonfi e pieni su quelli del ragazzo per poi ancheggiare lievemente così da poter strofinare i propri genitali su quelli del giovane.
    Sei così bello che vorrei tenerti solo per me... vederti godere in quel modo mi ha reso così duro e fa così male. L'unico modo per mandare via il dolore è scoparti duramente. Dimmi che lo vuoi, piccolo, dimmi dove vuoi il mio cazzo...
    Arky poteva sentire nel suo tono languido dell'impazienza e un irrefrenabile desiderio che la sua asta turgida e bollente rappresentava alla perfezione. Edmond gli aveva donato il controllo e il giovane poteva rifiutarlo... ma valeva la pena privarsi di una tale esperienza per un piccolo capriccio?
     
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    Quelle dita, infisse nel suo retto, erano una tortura bruciante e meravigliosa assieme, una fonte di piacere sempre più grande e incontrollabile, sebbene oltraggiosa. Mentre Arky veniva copiosamente, infatti, la sensazione di quelle dita che gli scavavano dentro si fece intensissima, sconvolgente, al punto da oscurare quasi completamente la mano che lo segava senza requie e dargli la sensazione che il suo intero corpo non fosse altro che un guanto, un fodero per la mano, per il corpo di Edmond. Neppure quando la sensazione calda e vischiosa del seme (Il suo seme!) sulla pelle, sui capelli, persino sulle labbra si fece pressante, opprimente addirittura, non riuscì a estraniarsi dall'illusione datagli da quelle dita affusolate e adunche, l'illusione di non essere altro che carne attraversata da piacere.
    Quando il cacciatore liberò il suo retto, dunque, Arky mugugnò lagnosamente, fremendo tutto mentre il suo buchino si contraeva spasmodicamente, disperato per quell'assenza inconcepibile e il suo cazzo, ancora strizzato dall'altra mano, pulsava violentemente e con sdegno. - Mhhh, mhhh! - pigolò ancora, stavolta però il suono era meno languido e un po' più acuto, come se senza quello stimolo al suo retto stesse finalmente tornando alla lucidità e le sensazioni dello sperma che gli impiastricciava il volto, della costrizione agli arti stavano iniziando a soverchiarlo, imponendogli di trovare al più presto una soluzione. Non voleva che il suo stesso seme si seccasse tra i suoi capelli o sulla sua pelle e non voleva più stare in quella posizione vergognosa, col culetto esposto! Stava per mugolare ancora, stavolta di chiara protesta, quando il cacciatore lo sorprese con un gesto che non si sarebbe mai aspettato: gli liberò la bocca dalla pallina che gli impediva di parlare, portandolo così a tossicchiare qualche stupita (E sdegnata, anche se non per il gesto in sé) parola: - S-sei u-un... u-un-mhhh! - durò poco, poiché le dita dell'uomo presero ad accarezzargli le labbra senza che lui potesse opporvisi e quindi Edmond non seppe mai cosa il piccino credeva che fosse.
    In ogni caso, il draghetto non avrebbe avuto comunque molto da dire poiché, non solo l'uomo gli stava dando un sacco da pensare ma, soprattutto, gli diede moltissime sensazioni da elaborare, che lo sconvolsero non poco. Suddetto sconvolgimento sarebbe risultato particolarmente evidente se il piccino non avesse avuto gli occhi occlusi da una benda poiché, quando percepì la grossa virilità del cacciatore sulla sua, sgranò gli occhi in segno di totale, smarrita sorpresa; a supplire questa limitazione all'espressione del suo stupore, però, ci pensò lo squittio sorpreso, quasi spaventato che si lasciò scappare per le medesime ragioni. Rabbrividì, dunque, non solo per la sensazione di quella carne bollente e durissima che si sfregava sulla sua, ma anche e soprattutto per le parole che quel dannato dongiovanni gli stava rivolgendo senza alcuna vergogna, nel tentativo sempre più riuscito di sedurlo.
    N-no... i-io... - pigolò confuso, fremendo tutto e squittendo ancora quando le gambe, non più ancorate alla poltrona, crollarono sulle spalle di Edmond e quest'ultimo, più che mai senza vergogna, premette le sue palle gonfie ed enormi sulle sue, facendolo arrossire terribilmente di vergogna... ed eccitazione. Tutto ciò precipitò ancora di più quando il Cacciatore continuò a parlargli, sciorinandogli una serie infinita di volgarità nel tentativo di convincerlo a farsi scopare.
    Arky, da sotto la benda, strizzò imbarazzatissimo gli occhioni e fremette come un pulcino infreddolito, senza sapere che fare e chiaramente lottando con il desiderio di assecondarlo, di dirgli quello che voleva sentirsi dire per ritornare a godere come prima. Ma come poteva cedere in quel modo? Che cosa avrebbe pensato di lui Edwyn nel vederlo in quello stato con suo fratello? E poi... come poteva farsi scopare duramente da una simile mostruosità?! No, doveva opporsi, doveva avere il coraggio di liberarsi da quella tentazione!
    Mhh... - mugolò, serrando le labbra come a trattenere parole che non aveva ancora il coraggio di dire, affossandosi per quanto poteva in quella poltrona come a farsi piccino piccino per la paura di cos'avrebbe potuto innescare un diniego inaspettato, contraendo le altrimenti morbide gambe che poggiavano sul Cacciatore. Schiuse appena la boccuccia ed Edmond avrebbe saputo che il draghetto aveva gli occhi chiusi dalla vergogna anche se c'era la benda a coprirli: - I-io... i-io... t-ti voglio n-nel mio c-cu... c-culetto. - sussurrò appena udibile, facendosi ancora più piccino e serrando i polpacci dietro il suo collo, neanche lo stesse abbracciando. Ma dov'era finita la sua strenua opposizione, il suo desiderio di ribellione? - P-però n-non... d-duramente. P-piano, sii g-gentile... - spese per un simile pigolio, quanto restava del suo moto di ribellione e stesse così, piccino picciò e tutto rosso, ad aspettare fremente che Edmond lo facesse suo seguendo almeno quella piccola, minima richiesta. Chissà se lo avrebbe fatto...
     
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    Quando quelle parole vennero pronunciate dalle tenere e tremolanti labbra del suo giovane amante, Edmond inspirò profondamente come a voler trattenere un oscuro demone dentro di lui. Si portò entrambe le mani al volto, mordendosi il labbro inferiore godendo della beatitudine e dell'eccitazione donategli dalla resa di Arky a quel piacere intenso. Non riuscì a comprendere il perché di quelle sensazioni, il perchè si sentisse così soddisfatto, così felice e leggero. Era come se da giorni e giorni stesse attendendo trepidamente l'arrivo di quel ragazzo e la possibilità di poter giacere con lui e ora che aveva ottenuto entrambi era asceso al settimo cielo mente e corpo. Era forse l'influenza di Edwyn? Possibile ma quel ragazzo era così prezioso che cominciava a credere di adorarlo anche lui abbastanza da desiderare di montarlo tutta la notte. Tenne per se quel piccolo capriccio che avrebbe potuto mandare nel panico Arky e si limitò a contenere prima la gioia e poi ad allungare la mano sinistra verso di lui, affondando con passione le dita nei suoi capelli rosati, carezzandolo dolcemente come avrebbe fatto con un animaletto in un tentativo di calmarlo e rilassarlo.
    Sei stato così bravo piccolo che acconsentirò alla tua richiesta ma sappi che la gentilezza non è sempre la via migliore in questi casi...
    Un ampio sorriso si allargò sul suo volto mentre spingeva i fianchi indietro preoccupandosi di strofinare i suoi genitali su quelli del giovane fino alla fine, finché non gli fu possibile posare il grosso glande sul suo stretto ano che aveva avuto il piacere di stimolare poco prima. La mano tra i capelli scivolò sulla nuca di Arky mentre la destra si aggrappò allo schienale della poltrona e a quel punto il busto di Edmond si inarcò in avanti mentre l'intero corpo iniziò a muoversi in direzione del giovane così da permettere alla punta della sua mostruosità di dilatare lentamente la corolla di carne dimostrando in pochi secondi che qualunque resistenza del suo piccolo amante sarebbe stata vana di fronte all'irruenza di quell'esigente virilità. Edmond andò molto lento, come Arky aveva richiesto, ma quella lentezza avrebbe permesso tanto al Cacciatore tanto al suo giovane amante di percepire ogni singolo attimo di quella penetrazione, ogni sensazione, ogni spasmo delle interiora di Arky o della mazza di Edmond. Lento, lentissimo, quasi fermo eppure una manciata di attimi bastarono alla turgida cappella per sparire dentro il ragazzo lasciando spazio alla superficie rugosa e terribilmente venosa di quella verga inumana. Arky avrebbe sentito ogni singola, solida e gonfia vena strofinarsi contro quello stretto canale, ogni piccola imperfezione morfologica di quel mostro delinearsi nella sua testa permettendogli quasi di creare una mappatura mentale della bestia nascosta tra le cosce di quell'uomo. Dal canto suo Edmond gemeva liberamente di ogni piccola stretta, di ogni centimetro spinto all'interno, di ogni piccola scarica che partiva dal suo basso ventre e sconvolgeva l'intera colonna vertebrale fino a giungere al cervello. Non sembrava avere problemi di dignità o pudore e tanto meno di orgoglio. Donava ad Arky ogni mugugno, ogni gemito, ogni sussulto nella sua voce senza preoccuparsi di dover mantenere una chissà quale incorruttibile facciata da dominatore. Arky doveva sapere assolutamente quanto lui stesse godendo in quel momento e lui pretendeva che il giovane facesse lo stesso. Si chiese se mentre la sua verga lo impalava lentamente, il ragazzo si fosse pentito di aver pregato per della gentilezza ma prima che il suo cervello avesse potuto elaborare una risposta da solo, il Cacciatore si rese conto che mancavano pochissimi centimetri alla totale immersione e quindi decise di concedersi un piccolo dono. Improvvisamente e senza il minimo preavviso spinse i fianchi in avanti con un colpo secco così da far scontrare i loro corpi in uno schiocco umido e perverso e riempire le interiora di Arky con gli ultimissimi centimetri nella maniera più irruenta possibile tanto da far scontrare con violenza i suoi testicoli sui glutei del giovane.
    È tutto dentro, Arky... il mio cazzo è totalmente dentro il tuo lascivo culetto...
    La mano dietro la nuca del giovane strinse le dita intorno ai suoi capelli così da impedirgli di guardare altrove mentre i fianchi di Edmond iniziavano a roteare, dolcemente e lentamente per modellare le interiora del ragazzo alla sua gargantuesca erezione e successivamente il Cacciatore lasciò andare anche lo schienale, spostando la mano destra sul membro di Arky così da poterlo stimolare delicatamente senza giungere ad una vera e propria masturbazione.
     
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    Il piccino aveva gli occhi coperti e non poté osservare l'espressione a dir poco folle che comparve sul volto di Edmond, alla sua resa... il che fu un decisamente un bene, dato che ne sarebbe stato a dir poco terrorizzato e probabilmente si sarebbe pentito di aver acconsentito a quanto si apprestavano a consumare. Eppure, anche così, il silenzio del Cacciatore lo preoccupava e il draghetto mostrò segni d'impazienza e tensione quali, per esempio, fremiti sempre più intensi che gli scuotevano il corpicino morbido e pigolii decisamente lamentosi e preoccupati. Era così teso che sobbalzò nel percepire la mano dell'uomo affondargli tra i capelli, carezzandogli delicatamente la testa e aiutandolo a ritrovare la serenità, tanto che prese a mugolare tutto contento e rilassato, simile a un micetto che fa le fusa.
    Mh? C-che i-intend-nghhh! - in effetti quelle coccole lo rilassarono anche troppo, dato che non riuscì a decifrare il senso delle sua parole così come non riuscì neppure a chiederglielo, dato che il modo in cui il cacciatore strusciò quel cazzo immane su suo, notevolmente più piccolo e, soprattutto, premette parte dell'asta sulle sue povere gonadi gonfie, lo fece sussultare e gemere languido, immediatamente vittima del piacere. Eppure, malgrado la sua mente fosse nuovamente avvolta dai fumi del piacere, gli bastò percepire la punta di quel cazzo gigantesco tra le sue antiche per dissipare ogni confusione e rendergli chiaro il senso delle parole del giovane: da sotto la benda il piccino sgranò gli occhi e, istintivamente, s'irrigidì spaventato mentre spalancava la boccuccia alla ricerca di parole che potessero salvarlo. - Asp-aaahh! Ngghhhh!!! - gemette, stupito, spalancando le labbra in una ridicola (ed eccitante) smorfia a "o" mentre sentiva quell'enormità che, lentamente, si faceva strada dentro di sé... o, quantomeno, ci provava. Il buchino del draghetto, infatti, benché morbido e caldo, oltre che circondato da quel culetto semplicemente delizioso, era davvero, davvero stretto e in quel momento, a causa della paura che attanagliava tutto Arky, si era fatto ancora più minuscolo e rigido, tanto che un pene di dimensioni normali avrebbe faticato notevolmente a penetrarlo, pensiamo una simile mostruosità.
    Arky, naturalmente, aveva contezza che più avrebbe reso difficoltosa quella penetrazione più questa sarebbe stata intensa e violenta, ma un conto è sapere qualcosa razionalmente e un conto combattere contro le emozioni del proprio corpo e, in quel momento, il piccino era un crogiolo di paura ed eccitazione, in perenne lotta e contrasto tra loro, dunque il suo buchino già rigido veniva regolarmente scosso da una pulsazione che lo portava a farsi ancora più piccolo, ancora più stretto prima di tornare a dilatarsi un pochino. Edmond prese a spingere proprio nel momento in cui quelle carni meravigliose si stavano serrando, tanto che il piccino gettò il capo all'indietro (Per quanto gli fosse possibile, vista la posizione) e serrò ogni singolo muscolo del suo corpo, mentre emetteva un lungo, intenso gemito di sorpresa mista a dolore. Però, per quanto quella mostruosità stesse "bussando" gentilmente alla soglia del suo corpo, era comunque una massa enorme che gli veniva spinta contro e, dopo pochi secondi, il suo buchino non poté far altro che cedere e venne costretto a dilatarsi, mentre centimetro dopo centimetro quell'enorme cazzo entrava dentro di lui e lo sconvolgeva. Serrò la bocca, facendo stridere i denti, mentre quell'asta mostruosa vinceva le resistenze delle sue carni, allargandole a forza; se, però, il piccino era del tutto rapito dalle sensazioni che quella verga enorme gli stava provocando, tanto che al passaggio di ogni vena, di ogni singolo rigonfiamento, emetteva uno squittio a metà tra il sofferente e il perso, Edmond avrebbe potuto percepire l'estrema morbidezza di quelle carni bollenti, terribilmente e avvolgenti ed elastiche benché stessero facendosi di tutto per stringersi attorno a lui come una morsa.
    Nho... è-è... troppho! T-thoppo grossoh! N-nooooh! - pigolò disperato il piccino, piccino, mentre i secondi passavano e quel cazzo immenso si conficcava sempre più profondamente dentro di sé, facendolo sbavare e facendo pulsare come un dannato il suo di membro, oscenamente gonfio e duro; purtroppo per lui la cosa peggiorò ulteriormente poiché, quando mancavano che pochi centimetri di quell'enorme verga, il cacciatore disattese la propria promessa e glieli spinse dentro a tutta forza, colpendogli le natiche piene con le sue palle oscenamente rigonfie. Arky, semplicemente, gridò di piacere e inarcò la schiena, tendendosi e stringendo le gambe attorno al collo del cacciatore, in una morsa piena di urgenza e, semplicemente, dopo un paio di convulsi, violenti sussulti il suo cazzo eruttò un nuovo, violentissimo orgasmo; il draghetto venne, se possibile, ancora di più rispetto a prima e il seme, bollente, gli finì nuovamente addosso, soprattutto sul volto e sui capelli, a ubriacarlo col suo odore sorprendentemente intenso.
    Ahn... ahn... - pigolò, apparentemente sfinito, eppure con le gambe ancora contratte e il membro ostinatamente duro: che stesse chiedendo una pausa, una tregua? Di interrompere quella fin trppo intensa scopata? - Ahnchorah... ancorah... - chiarì, scosso da una nuova valanga di fremiti, ormai completamente andato. Quel piccino era decisamente troppo, troppo sensibile...
     
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    Non si aspettò minimamente una reazione così esplosiva da parte del suo giovane amante. Aveva intenzione di torturarlo un po' prima dell'orgasmo, coccolando quell'asta piuttosto virile per un corpo così delicato ma il suo gesto era stato così irruento da rompere le difese di Arky al punto di venire nuovamente come un idrante su se stesso. Il Cacciatore ritirò velocemente la mano dal suo membro con stupore e per quanto l'orgasmo fu rapido, riuscì a godersi appieno quello spettacolo che lasciò il povero ragazzo come uno straccio usato su quella poltrona. Dovette mordersi l'interno delle labbra per contenere la gioia e quel focoso furore che gli suggeriva di smetterla con tutti quei preparativi e passare direttamente al piatto forte nella maniera più cruenta e selvaggia possibile ma... non poteva. Arky aveva chiesto gentilezza e per quanto Edmond non voleva altro che scoparlo a sangue contro quella poltrona non poteva sottrarsi al volere del suo bellissimo amante.
    Le dita dietro la nuca di Arky si strinsero intorno ai suoi capelli al punto da tirarli quanto bastava mentre la mano che si era sottratta al contatto con il membro del ragazzo tornò alla sua posizione iniziale, carezzando quel povero organo martoriato da ben due orgasmi in un arco di tempo fin troppo ridotto. Era come accarezzare un povero animaletto debole e carino e il Cacciatore faceva scivolare le dita su quella superficie proprio per trasmettere quel tipo di messaggio al cervello di Arky. Partiva dalla base, sfiorando con i polpastrelli la pelle sensibile fin su alla cappella dove si fermava per qualche secondo prima di tornare verso il basso, verso quei gonfi testicoli che a difficoltà riusciva ad afferrare con una sola mano.
    Lo so che ne vuoi ancora Arky... lo sento da come il tuo culetto me lo stringe... ti darò questo cazzo tutte le volte che vorrai. Gentilmente, come piace a te...
    Le ultime parole suonarono quasi come una presa in giro rivolta a qualcuno che aveva compreso esattamente le problematiche di ricevere una verga simile in modo "gentile". Edmond non smise di disegnare piccoli cerchi immaginari con i fianchi, cominciando a tirare il bacino indietro con la stessa lentezza con cui era entrato. Indietreggiava e ondeggiava i fianchi come a voler modellare le interiora di quel giovane alla sua mostruosità obbligandolo a subire di nuovo l'intenso piacere di sentire quella colonna di carne dilatare il suo povero buchino. I suoi muscoli erano gonfi per lo sforzo e il rosso sul suo viso tradiva una fatica non indifferente per sconfiggere la resistenza del corpo di Arky. Continuò a muoversi indietro fino a quasi raggiungere il glande e poi, senza pensarci due volte, cominciò a farcire di nuovo il giovane ragazzo lentamente preoccupandosi di fargli percepire ogni singola venatura gonfia lungo la superficie della sua virilità e di nuovo gemette liberamente e rumorosamente così da stimolare l'udito di Arky a ricostruire mentalmente il suo volto sfatto dal piacere. Quando fu totalmente dentro ripeté il gesto di poco prima, sbattendo gli ultimi centimetri dentro di lui con irruenza, per poi fermarsi nuovamente e donare al giovane solamente il piacere di sentirlo muoversi dentro di lui ondeggiando i fianchi.
    Sempre che tu voglia ancora che io sia ancora gentile... hai il comando Arky. Devi solamente dire "Scopami Edmond, scopami fino a farmi gridare!" e io lo farò. Dillo Arky... liberami...
    Non poteva vederlo e Edmond sapeva bene che in quello stato ogni suono diventava nitido e più alto. Quindi sapeva bene che Arky non udiva semplicemente le sue parole ma le sentiva fin dentro il cervello. Fin dentro l'anima.
     
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    Il povero draghetto era completamente stravolto: aveva il culetto spalancato e in fiamme, il cazzo gli pulsava impazzito e i restanti canali sensoriali del suo corpo erano invasi da sensazioni inerenti al suo stesso seme, vuoi per il calore che gli mordeva la pelle, vuoi per la consistenza vischiosa che gli impiastricciava i capelli o per l'odore che sembrava saturare l'aria. Questo mix assurdamente perverso, folle, lo aveva mandato nella più totale confusione e, semplicemente, gli impediva di far altro che respirare affannosamente e serrare, al contempo, i muscoli del suo ano attorno a quella verga semplicemente abominevole, neanche stesse cercando di polverizzarla con la sola forza del suo desiderio. Malgrado l'intensità di un simile quadro, però, il piccino stava iniziando a riprendere consapevolezza di chi fosse, dove fosse e, soprattutto, cosa stesse facendo... e ciò, inevitabilmente, stava risvegliando una vergogna sempre più acuta nel suo animo ancora stordito dal piacere. Insomma, era venuto (Per ben due volte!) alle molestie del fratello della sua Edwyn, con quest'ultima che poteva tornare a casa da un momento all'altro! Con che faccia l'avrebbe guardata se l'avesse trovato in quelle condizioni? Doveva allontanarsi, scappare il più velocemente possibile!
    Arky aveva appena iniziato a inquietarsi quando la mano di Edmond raggiunse il suo capo e, dolcemente, prese a carezzarlo: il piccino schiuse le labbra in una buffa espressione sorpresa e, dopo un attimo di rigidità, si sciolse proprio come un gattino coccolato. Bastarono poche carezze per dissipare ogni paura e, quando il Cacciatore gli afferrò il cazzo, rivolgendogli "coccole" decisamente ben più perverse, Arky mugolò languido e non mostrò alcun segno di opposizione, semplicemente avvampò ulteriormente e fremette dal piacere; prese persino a pigolare acuto ogni qual volta quelle dita fin troppo lunghe gli sfioravano la cappella o gli solleticavano le palle già gonfie, tanto che non comprese subito le parole che gli rivolse. La sua mente, infatti, avvolta da un denso strato di piacere, recepì e decifrò con difficoltà quelle frasi e una volta che lo ebbe fatto, Arky non ebbe altra miglior risposta da dare che un mugolio oscenamente languido e liquido. Stravolto com'era non comprese minimamente il sottinteso e la palese presa in giro insita in quelle parole, bensì emise quel versetto vergognoso e, un attimo dopo, quasi temesse che fosse poco chiaro, assentì con la testolina, tutto impaziente e serio.
    Ma, se la sua mente non era in grado di capire la "cattiveria" del suo inaspettato amante, il suo corpicino lo comprese immediatamente e con spavento: - Aaaahhh! - gemette, infatti, acuto nel percepire quell'enormità che gli riempiva il culetto iniziare a lasciarlo lentamente, troppo lentamente tanto da costringerlo a sollevare la schiena e a contrarre, impaziente, i muscoli dell'ano ottenendo semplicemente una sensazione ancora più intensa e insostenibile. Il piccino ricadde sullo schienale della poltrona, sopraffatto e serrando i denti dal piacere, mentre quel cazzo, un centimetro alla volta, usciva da lui. Ogni qual volta che sentiva parte di quell'asta abominevole premergli di più in un punto dell'interiora, dovuto a un movimento calcolato da Edmond, il respiro gli mozzava e per un attimo rimaneva così, in apnea, col cuore a mille e la sensazione di dover andare in mille pezzi da un momento all'altro vuoi letteralmente o con un nuovo, indecente orgasmo. Fortunatamente non accadde nulla di simile e quando quell'enormità fu finalmente fuori dal suo corpo, si affloscio e rilassò i muscoli che, fino a quel momento, si erano contratti senza requie; si sentiva stravolto, sudato ed esausto, non riusciva neppure a immaginare che quanto era appena accaduto non era che l'inizio... ma quando percepì quella cappella immane premere alla soglia di sé, sbarrò gli occhi da sotto la benda e tornò a tendersi, spaventato: - Nhh! A-aspht-AAAH! - gridò, sconvolto, subendo lo stesso, insostenibile trattamento di un attimo prima.
    Il suo povero cazzo, impazzito, riprese a pulsare come se fosse nuovamente in procinto di esplodere in un orgasmo quando, salvifiche, giunsero le parole del Cacciatore: il piccino non s'interrogò su quanto fossero ingiuste, prepotenti e assolutamente volgari, ma semplicemente le trovò una via di fuga a tutte quelle sensazioni impossibili, a quel cazzo che lo scopava e lo sconvolgeva un centimetro alla volta e vi si aggrappò con tutte le sue forze. - S-sì! T-ti p-pregho! S-scopamih forteh! T-ti prego!!! - pigolò, del tutto sopraffatto da quelle sensazioni violentissime, mentre il suo culetto pulsava disperato e sembrava pregare il Cacciatore all'unisono con la sua bocca. Edmond avrebbe ascoltato un così accorato appello, anche se incompleto o comunque diverso da quello che gli aveva chiesto?
     
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    Edmond non solo ascoltò le parole di Arky biascicate tra i fumi della lussuria ma per l'ennesima volta le reazioni di quel giovane sconquassarono il suo corpo, il suo cuore e la sua mente. Il piacere lo invase come un incendio, corrodendo velocemente la sua lucidità per sostituirla con feroce passione. Era merito di Edwyn, di quella maledetta coscienza che godeva di ogni gemito del giovane, di ogni suo verso e di quel suo perverso desiderio nei confronti di quello che, a tutti gli effetti, era proprio lei ma con un aspetto e una coscienza diversi. Il piccino non avrebbe mai potuto immaginare un particolare simile ed Edmond non era esattamente nello stato mentale per spiegargli cosa gli frullasse nell'anima. Si passò una mano sul viso, lentamente, scostando all'indietro i capelli unti di sudore fino a quel momento rimasti appiccicati sulla pelle della fronte per poi prendere una lunga boccata d'aria, sospirando tra i denti stretti che fungevano da gabbia candida per qualunque demone stesse tentando di uscire da lui.
    Lo farò, piccolo mio, lo farò e ti piacerà da matti.
    La sua voce spezzettata tradiva un'impazienza furente e mentre rispondeva al ragazzo i suoi fianchi presero ad ondeggiare con maggiore estensione e velocità in un tentativo di modellare maggiormente le sue interiora e prepararle a ciò che stava per arrivare. Roteava e spingeva delicatamente, roteava e spingeva delicatamente dentro di lui e nel farlo portò entrambe le mani ad afferrare le gracili caviglie di Arky, allargandogli le gambe per poi direzionarle verso lo schienale della poltrona e ancora più in basso, il più vicino possibile ai lati del suo capo in modo tale che il suo culetto finisse con il puntare verso il soffitto. Nello stesso momento il Cacciatore interruppe i movimenti del bacino per poter salire sulla poltrona, puntando i piedi ai lati del corpo del giovane in modo tale che fossero uniti in una posizione umiliante e animalesca. Ansimò impaziente, stringendo la presa sulle caviglie di Arky mentre tirava il bacino verso l'alto, svuotando il corpo del suo amante da quell'ammasso di carne marmorea. Lo fece nuovamente con estrema lentezza così da torturarlo un'ultima volta. Lento ed inesorabile fincé solo la cappella non godette del calore del suo stretto buchino. Lo aveva forse ignorato? Avrebbe dovuto sopportare quel lento amplesso tutta la notte?
    E ora impazzisci di piacere e grida come non hai mai fatto in vita tua!
    Tuonò il Cacciatore prima di gonfiare i muscoli d'acciaio del busto e delle gambe, sfruttando il peso del suo intero corpo e la sua forza erculea per piombare verso il basso e deflorare il ragazzo in un solo, fluido affondo che terminò con l'impatto rumoroso e perverso dei suoi testicoli su quelli di Arky. Ad esso seguì immediatamente una rapida estrazione e subito dopo Edmond martellò il culo del suo giovane amante con tale ardore da far tremare la poltrona sotto di loro. Prese l'abitudine con quel ritmo in pochissimi secondi, ringhiando contro il viso del ragazzo tutta la sua passione, pompando nel suo culetto martoriato una vera e propria colonna di marmo ricoperta da gonfie venature che minacciavano di esplodere da un momento all'altro. Edmond si era presentato al giovane come un damerino elegante e dalla bellezza delicata ma ora Arky aveva scoperto che sotto quella scorza apparentemente principesca si nascondeva una vera e propria truculenta macchina del sesso che molto probabilmente lo avrebbe lasciato su quella poltrona in fin di vita.
     
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    Arky aveva finito di gridare la sua supplica e adesso, respirando affannosamente, era in trepida attesa della risposta del Cacciatore: teneva gli occhi aperti anche da sotto la benda, in un'istintiva dimostrazione d'impazienza, mentre il suo corpicino altrimenti morbido era un vero e proprio fascio di nervi, attraversato da una tensione che trovava il suo epicentro nel suo buchino, in quel povero ano oscenamente dilatato che, a intervalli di pochi attimi, era scosso da vere e proprie contrazioni che rendevano ancora più intense, ancora più violente le sensazioni che quel cazzo immane, piantato dentro di lui, gli donava. Avrebbe voluto aggiungere qualcos'altro ma poté emettere soltanto qualche mugugno indistinto, aspettando che Edmond esaudisse la sua preghiera; per un lungo attimo da lui non giunse proprio alcunché, sembrava quasi che il cacciatore si fosse pietrificato (A eccezione proprio di quella verga che, comunque, continuava a pulsare viva e feroce) sul posto e il piccino fremette addirittura agitato, prima che il sospiro, quasi un ringhio, dell'uomo gli dimostrasse che sì, Edmond era lì e non voleva essere da nessun'altra parte.
    Finalmente, oltre a quei versi bestiali, gli rivolse delle vere parole e quella rassicurazione lo fece pigolare schiudendo le labbra e inarcando lievemente la schiena, come se la promessa di un prossimo piacere fosse diventata essa stessa fonte di godimento... ed era vero, poiché l'uomo prese a ondeggiare quella mostruosità dentro di lui con maggiore vigore rispetto a prima, strappandogli fin da subito dei versetti assolutamente osceni e intensi. - Nghh! E-edmon-nhhh! - pigolò, serrando la boccuccia per via di una nuova, intensa stilettata di piacere mentre, ancora una volta, il ritmo si assestava e tornava a farsi troppo lento per i bisogni e l'impazienza del draghetto; Arky provò a strappare qualche stilla in più di godimento spingendo ulteriormente il bacino verso l'alto ma quel cazzo era talmente enorme che soltanto il provarci gli mozzò il respiro e gli fece contrarre spasmodicamente tutti i muscoli, lasciandolo stremato dopo un solo tentativo. Così, docile e vinto, si abbandonò completamente alla volontà del suo amante e questa si manifestò ben presto: il piccino, infatti, si sentì afferrare per le caviglie e fu costretto a portare le gambe praticamente ai lati della sua testa, in una posizione da contorsionista, cosa che non soltanto lo fece gemere rumorosamente ma offrì in una maniera ancora più laida, oscena il culetto agli occhi e al cazzo del Cacciatore, rendendo quella penetrazione semplicemente insostenibile.
    Peggio ancora, però, fu la lenta risalita di quell'enormità dal suo retto, una vera e propria tortura che manteneva il piacere che poteva provare come una debole melodia di sottofondo, quando il draghetto avrebbe voluto lasciarsi trasportare dalle note di un concerto a tutto volume; presto, dunque, la sua frustrazione divenne insopportabile e il piccino tentò, disperatamente, d'invocare la pietà del Cacciatore, di convincerlo a rispettare la sua premessa e, così, schiuse le labbra e a fatica gli parlò: - E-edmohnd... t-ti p-preg-NGH! - le parole si mozzarono di colpo, ghigliottinate dal serrarsi improvviso della sua bocca, mentre i suoi occhioni si sgranavano inutilmente e il suo corpicino, preso in contropiede, si tendeva spaventato; una simile, improvvisa reazione fu dovuta all'impeto, alla brutalità estrema con cui il Cacciatore affondò quel cazzo mostruoso dentro di sé, al modo in cui salì coi piedi sulla poltrona pur di poterlo fottere con tutta la forza che quel corpo elegante, aristocratico riusciva incredibilmente a generare. Il draghetto non ebbe neppure modo di disserrare le mandibole che già quell'enormità era totalmente conficcata dentro di sé, a sconvolgergli le viscere e a scombinargli i pensieri, le parole; gridò, gridò acuto come Edmond gli aveva imposto, incapace di unire quelle vocali in una qualche parola di senso compiuto, incapace persino di pensare, preda com'era dell'esplosione di godimento che stava sconquassando tutto il suo corpo e il suo essere. Il suo di cazzo, già prima duro e fremente, parve letteralmente impazzire e venne scosso da simili, violentissime pulsazioni che sarebbe stato impossibile non rivedere in esse i prodromi di un ennesimo, intentissimo orgasmo. E così fu, tra le grida grida acute del draghetto, infatti, quel grosso cazzo esplose in nuovo, densi fiotti proprio mentre quel culetto tanto morbido quanto avvolgente si serrava con tutte le sue forze attorno a quella verga mostruosa, come se tentasse vanamente di stritolarla. Non ci riuscì, naturalmente e il draghetto continuò semplicemente a venire e a godere, sporcandosi ancora di più e rimanendo vittima del ritmo pressoché folle di quella penetrazione, così brutale da togliergli ogni energia.
    E-edmond... t-ti p-regoh... p-più... ngghhh! - il piccino provò a chiedere qualcosa ma non ci riuscì, il piacere era troppo e anche se l'orgasmo si era appena esaurito, il suo cazzo continuava a pulsare come se ne stesse preparando un altro. Cosa chiedeva, cosa desiderava tanto ardentemente il piccolo, da sforzarsi in quel modo pur di chiederlo? - P-più... p-poterhe! - miagolò prima di gridare sconvolto da tutto per piacere, fremendo tutto e sbavando da quella boccuccia costretta a pronunciare fin troppe parole. La sua richiesta era fin troppo criptica ma la mente del draghetto non era in grando, in quel momento, di formulare il suo desiderio più chiaramente di così: come per l'amplesso con Edwyn, infatti, Arky era travolto dalla passionalità del Cacciatore e non riusciva, col suo debole corpicino da umano a rispondere come voleva, come desiderava, perciò lo supplicava di condividere il suo sangue o qualunque altra cosa avesse potuto risvegliare, sia pure per pochissimo tempo, la sua forma ibrida da drago. Naturalmente Edmond non sapeva nulla di cos'era accaduto quella notte con sua "sorella" e quindi non avrebbe potuto esaudire il suo desiderio... o forse no?
     
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    Non si curava più dello stato della sua chioma che, privandolo in piccola parte della sua delicata eleganza, impiegò ben poco a ricadergli totalmente sul viso, quest'ultimo contratto in una perpetua smorfia di puro sforzo. Il Cacciatore era indubbiamente molto più forte del giovane sotto di lui, eppure la sua espressione lasciava trasparire una tale concentrazione e una tale fatica da far temere che non si stesse per niente trattenendo. I denti, seppur stretti in una morsa d'acciaio, lasciavano scivolare tra di essi i grugniti rumorosi e lussuriosi di un vero e proprio animale nel mezzo del migliore accoppiamento mai provato, perfettamente a ritmo con i movimenti incessanti e inarrestabili dei suoi fianchi. Ogni affondo stimolava i suoi muscoli a bruciare sempre di più, ogni gemito del giovane faceva crescere nel cervello del Cacciatore il bisogno vitale di pompare la sua virilità dentro di lui fino alla base, ogni suo grido era la perfetta carica per far dimenticare al suo corpo la fatica e rimpiazzarla con pura, perversa adrenalina.
    Strinse la presa sulle caviglie e nel farlo, il suo intero busto si inclinò leggermente in avanti, accentuando ancora di più l'umiliante posizione in cui Arky era bloccato senza mai smettere di martellare velocemente e rumorosamente il suo buchino ormai dilatato all'inverosimile, perfettamente modellato per accogliere la sua colonna di carne turgida per intero. Ma aveva davvero fatto un lavoro perfetto? C'era sempre margine di miglioramento ed era quel pensiero a farlo andare avanti sempre alla medesima imponente forza. Non voleva solo scoparlo, voleva lasciare nei suoi ricordi un'immagine indelebile di quella notte e il miglior modo per farlo era distruggere completamente il suo esile e sensuale corpicino a colpi di cazzo, strofinare la sua mostruosità nelle sue interiora finché esse stesse non avessero fatto di tutto per accoglierla e trattenerla, come a volerla coccolare e abbracciare nel loro perverso calore. Doveva fare suo quel meraviglioso culo ma soprattutto doveva fare suo il suo proprietario... e fu abbastanza sicuro che quella non sarebbe stata una grande e difficoltosa sfida.
    Meraviglioso! Sei meraviglioso Arky! Non voglio smettere di scopare questo culo per nulla al mondo!
    La fatica corrompeva la sua irruenta voce ma era chiaro, nel suo tono, che non fosse minimamente stanco ma ancora pieno di una spaventosa energia lungi dall'esaurimento e che stava utilizzando quella stessa energia al massimo possibile per possederlo. Plap plap plap, lo scontro tra i loro bacini produceva un rumore liquido e viscido e i testicoli del Cacciatore ricordavano in modo violento al giovane ragazzo con quanta potenza lo stesse fottendo, impattando sui suoi testicoli. Ogni scontro annebbiava la vista del damerino ma allo stesso tempo lo corroborava con un piacere malato che, in un certo senso, contribuì anche Arky ad alimentare. Quando Edmond lo vide raggiungere nuovamente l'orgasmo ed imbrattarsi completamente non solo non arrestò minimamente l'amplesso beandosi delle contrazioni del suo ano contro la sua verga turgida ma si sentì in dovere di aumentare il ritmo mettendo a serio rischio la struttura della povera poltrona e delle interiora di Arky al punto che la sua richiesta, biascicata tra i fumi della lussuria, gli arrivò ovattata e ben poco chiara. Più potere? Strana richiesta per un ragazzino così gracile e per Edmond suonò solamente come un bizzarro modo per pregarlo di scoparlo ancora più forte e di certo poteva farlo.
    Sta arrivando piccolo, tutto il potere che vuoi! Il primo di molti carichi che svuoterò dentro di te!
    Da quanto tempo lo stava selvaggiamente deflorando? Difficile dirlo ma evidentemente fu più che sufficiente, finalmente, per raggiungere l'agognato climax. Dopotutto anche il corpo di un guerriero possedeva un limite e nonostante Edmond avesse impiegato un'eternità per raggiungerlo, quando cominciò a percepire i primi spasmi immediatamente rispose elevando il ritmo dell'amplesso in qualcosa di assolutamente insostenibile per un semplice umano come Arky. Più gli spasmi crescevano e guizzavano dolorosi per tutto il corpo, più il Cacciatore martellava nel suo culetto con vigore crescente al punto da essergli impossibile fermarsi anche quando lo sperma prese a fluire come un torrente attraverso l'uretra dilatata. Strinse i denti, sorpreso dal suo stesso orgasmo, sgranando gli occhi rischiando quasi di farli uscire dalle orbite e le labbra si spalancarono così da liberare un enorme quantità di rumorosi gemiti e lamenti. Edmond continuò a fottere il culetto di Arky per tutto il tempo e lentamente i movimenti dell'uomo si adattarono alla frequenza con cui lunghi nastri di denso seme venivano espulsi. Sentiva i testicoli doloranti, la testa leggera ma si preoccupò di pompare per intero la sua carne dentro il giovane finché anche l'ultimo goccio del suo passionale amore non fu riversato dentro di lui e solo a quel punto, con ancora il proprio membro affondato tra le carni di Arky, Edmond arrestò la sua furia, respirando affannosamente. Sollevò il busto, lasciando andare le caviglie del ragazzo. Le mani scivolarono sul suo petto androgino per poi salire fino al viso. I polpastrelli sfiorarono delicatamente i suoi lineamenti fino a raggiungere la benda di energia oscura che con un leggero tocco svanì, permettendo al ragazzo di ammirare la figura di Edmond stravolta dal piacere della loro unione. Il signorotto portò la mano sinistra sui capelli, tirandoli indietro mentre con la destra carezzava la sua guancia.
    Ti voglio ancora, piccolo. Voglio scopare con te tutta la notte... tu lo vuoi?
    La domanda del Cacciatore non risultava autoritaria ma incredibilmente sensuale ed eccitata. Non stava obbligando il giovane ma nella sua voce trapelava la speranza di ricevere un si e la pulsazione del suo membro ancora turgido nel suo culetto doveva suggerire ad Arky che l'uomo davanti a lui non era neanche lontanamente soddisfatto.
     
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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    La supplica che, con tanta fatica, era riuscito a scandire, aveva esaurito quel poco di energie mentali che gli erano rimaste e, semplicemente, non riuscì a far altro che abbandonarsi a quella folle, impossibile penetrazione. I segni evidenti del definitivo spegnersi del suo raziocinio erano ben visibili nel suo faccino, quali la boccuccia spalancata e scossa da brevi spasmi come se stesse provando ad articolare qualche muta parola, dai rivoli di bava che le sfuggivano dagli angoli e gli occhioni socchiusi sotto la benda; ma anche il suo corpo, seppur in maniera più implicita, manifestò la completa resa del piccino, ammorbidendo completamente i muscoli, al punto che il suo ano divenne un morbido, caldo abbraccio per il cazzo di Edmond, una gola profonda e accogliente in cui perdersi.
    In realtà, da qualche parte nella testa di Arky c'era ancora la speranza che il suo desiderio venisse esaudito, che potesse ricevere un po' del potere necessario per non venir travolto e distrutto da quel cazzo enorme che gli stava sconvolgendo l'ano ma, più i secondi passavano, più quella speranza si faceva fioca e debole: le spinte si susseguivano senza sosta, la loro violenza non faceva altro che crescere... e da parte del Cacciatore non proveniva alcuna risposta, se non grugniti e gemiti animaleschi. Era quasi sul punto di disperarsi che, improvvisamente, il Cacciatore si rivolse a lui apparentemente confuso, come se non si aspettasse quella richiesta ma sembrò essere pronto ad accontentarlo. Il piccino, a fatica, riuscì ad annuire debolmente e stava piegando gli angoli della bocca per rivolgergli un sorriso speranzoso quando, improvvisamente, Edmond mostrò di aver completamente equivocato le sue parole: la sua perversa dichiarazione, infatti, gettò il povero draghetto nel più completo terrore e gli fece contrarre tutti i muscoli, soprattutto quelli dell'ano che si serrarono come una morsa attorno a quell'asta mostruosa, quasi le volessero impedire di penetrarlo ancora. - A-aspettAAAAAAAAAAAAAAAHHHH! - Arky non ebbe nemmeno il tempo di finire di parlare che, come una furia, quell'immenso cazzo si abbatté dentro di sé, nel suo buchino tutto contratto dalla paura per donandogli, così, delle sensazioni a dir poco violentissime.
    Quel grido di puro godimento deformò completamente il suo visino che, fino a un attimo prima, sembrava aver guadagnato un po' di serenità, costringendo la sua boccuccia ad assumere la forma di una buffa "o" mentre il piacere, fulmineo, lo attraversava da parte a parte come un lampo. Avrebbe voluto spigargli il suo errore, cosa intendesse davvero dirgli con quella sua richiesta ma non non trovò neppure le forze per provarci, semplicemente le sue membra persero di forza e si rilassarono completamente, tanto che gli arti si sarebbero afflosciati se fosse stato il modo brutale in cui il cacciatore li teneva sollevati, mentre il suo retto diventava di una morbidezza pressoché unica, un caldo guanto che l'uomo avrebbe potuto rivoltare per ore senza diminuire di un minimo la sua elasticità o gradevolezza. Il piccino era ormai allo stremo, dalla bocca socchiusa fece ormai capolino la lingua, aliena dentro la sua stessa bocca e, da sotto la benda, iniziò a trasudare dei fitti rivoli di lacrime che si confusero con quelli di bava, mentre il suo di cazzo fremeva come impazzito. L'orgasmo era nuovamente vicino ma Arky non avrebbe mai potuto anche soltanto immaginare cosa accadde da lì a pochi attimi: Edmond, infatti, con un ringhio bestiale, venne dentro di lui, riempiendogli le viscere non solo di un quantitativo smisurato di sperma ma, anche e soprattutto, del suo cazzo dato che non smise neppure per un attimo di scoparlo per tutta la durate dell'acme, che fu disumanamente lungo. Il draghetto urlò, inarcò la schiena e gli si ribaltarono gli occhi mentre, come se il suo corpo fosse soggetto alla legge dei vasi comunicanti, prese a venire anche lui con fiotti bollenti e copiosi quasi all'unisono con quelli che gli riempivano il pancino.
    Alla fine del suo orgasmo e di quello di Edmond, il piccino era stravolto, non appena l'uomo lasciò andare le sue gambe queste caddero come se fossero prive di vita, mentre il suo faccino aveva l'espressione di un intontito o di qualcuno che è prossimo allo svenimento. Il suo corpicino era scosso da fremiti violenti mentre, con forza, le sue interiora cercavano di liberarsi della stragrande maggioranza del seme che le ingombrava, tanto che questo scorreva via dal suo ano malgrado fosse ancora unito al Cacciatore; Arky riprese un minimo di consapevolezza di sé e della situazione in cui si trovava soltanto nel percepire le mani di Edmond su di sé, gentili, che lo liberarono dalla costrizione della benda. Il piccino aprì gli occhi con un'espressione da assonnato, sbattendo più volte le palpebre perché disabituato alla luce, prima di poter mettere finalmente a fuoco la figura di un Edmond scarmigliato... e bellissimo.
    La domanda dell'uomo gli fece spalancare gli occhi e mostrare un visetto stupito, anche per via delle pulsazioni che interessavano il suo cazzo ancora durissimo e che si trasmisero al suo, più piccolo ma non meno vigoroso: il Cacciatore era una furia, come poteva acconsentire a un amplesso tanto lungo? Doveva dirgli di no, doveva scappare via da quella villa e... e, semplicemente, i pensieri gli si ingarbugliarono e si ritrovò a fissarlo imbambolato, prima di annuirgli piano. - G-genthileh... - pigolò, non molto chiaro ma fin troppo esausto per poter parlare oltre... ma una cosa era certa: aveva acconsentito! Edmond gli avrebbe permesso di recuperare un po' di fiato come (probabilmente) voleva dire la laconica richiesta del piccino?
     
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    Gli occhi del Cacciatore, ancora pieni dello spettacolo che l'orgasmo di Arky aveva donato loro, si persero nello sguardo provato e imbambolato del loro piccolo amante e l'attesa della risposta alla sua semplice domanda si allungò per un tempo infinito. Passarono pochi secondi ma in quella bolla che si era creata intorno ai due, uniti in quella posizione animalesca, quei secondi parvero dilatarsi senza nessun limite al punto che Edmond iniziò a sentire il bisogno incombente di udire la sua voce per ritrovare la calma. Poi, finalmente, le labbra di Arky, quelle labbra così maledettamente succose e invitanti, si schiusero per emettere una singola parola che fu sufficiente a far pulsare quasi di gioia la mazza dura e affondata tra le carni morbide e calde del giovane. Quella di Edmond fu una reazione istintiva e immediata e il piccolino ebbe giusto il tempo di recuperare aria dall'esterno prima che fosse la bocca dell'uomo a donargliene di nuova. Il Cacciatore si avventò sul suo volto in maniera spietata e affamata, prendendosi quel bacio come ad averlo atteso per anni. Strinse il viso di Arky tra le mani e la sua lingua si insinuò vorace alla ricerca della compagna così da leccarla e avvilupparsi ad essa. Lo baciò e baciò concedendosi brevissimi attimi per dividere le loro bocche e recuperare ossigeno prima di "immergersi" nuovamente. Gli carezzò il viso, i capelli, il petto e ovunque le mani riuscivano ad arrivare anche solo sfiorandolo e quando si ritenne soddisfatto si interruppe improvvisamente, staccandosi dalla bocca di Arky di pochissimi millimetri così da fargli sentire il suo respiro caldo.
    Ti darò tutta la passione e l'amore che meriti...
    Si premette di nuovo su di lui, tornando a baciarlo con la stessa rovente passione e più saggiava e gustava le labbra e la lingua di Arky, più sentiva la propria virilità fremere e pulsare e i propri testicoli contrarsi desiderosi e pronti per un nuovo orgasmo. Senza smettere di baciare il giovane, Edmond scese dai braccioli della poltrona per poi passare una mano, la sinistra, dietro la nuca di Arky e la destra alla base della schiena, sollevando il suo piccolo amante con lo stesso sforzo con cui un gigante solleva una piuma. Successivamente si spostò di pochi passi verso il camino, adagiandosi verso il basso insieme a lui fino a posarlo sul terreno, precisamente su un morbidissimo tappeto di fronte alla fiamma accesa. Non appena Arky fu con la schiena a terra, entrambe le mani si puntarono ai lati del suo capo così da permettere ad Edmond di mantenere l'equilibrio mentre se ne stava incurvato sul suo amante, impegnato a divorare le sue labbra senza freni. Immediatamente i suoi fianchi risposero ai suoi desideri e seppur molto lentamente e con estrema dolcezza, il Cacciatore tornò a far scivolare il suo membro tra le carni senza però riprendere immediatamente a deflorare il giovane. Sembrava volesse più coccolare la parte inferiore del suo corpo come stava coccolando quella superiore. Era ancora piuttosto tranquillo, seppur estremamente passionale, quindi, se fosse riuscito a placare la sua fame di baci, Arky sarebbe addirittura riuscito a prendere qualche piccola iniziativa.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Gli girava terribilmente la testa, il suo corpo minuto era scosso da spasmi regolari e costanti che, sia pure con un lieve ritardo, seguivano e amplificavano i fremiti che attraversavano il suo buchino, rigonfio di quel cazzo abominevole e del seme che, malgrado un così largo ostacolo, riusciva a colare fuori. Il draghetto respirava a fatica, ansimando a bocca ben aperta e con uno sguardo vacuo, quasi assente, mentre lentamente la ragione tornava ad affacciarvisi timorosa e incerta. Era stato decisamente troppo intenso, come ben testimoniava il pancino ancora gonfio malgrado tutto il seme colato via o il suo intero corpo, languido e completamente abbandonato come se fosse completamente esausto; in una situazione simile era impossibile che ritrovasse sufficiente intelletto e fiato per poter rispondere alla domanda del Cacciatore o, meglio ancora, accorgersi dell'impazienza che bruciava negli occhi di quest'ultimo mentre le parole stentavano a comparire sulle sue labbra.
    Eppure, attimo dopo attimo, una neonata consapevolezza riprese a brillare nella sua mente e il piccino riuscì a tradurre in parole il desiderio che, un po' imbarazzato, si era mostrato alla sua coscienza: continuare, sì, ma con più calma e dolcezza. - Mhhhh!! - fece appena in tempo a formulare tale richiesta che, in un attimo, si ritrovò con la lingua del Cacciatore in bocca, che lo baciava furiosamente rubandogli il respiro e quel poco di concentrazione, di razionalità che era riuscito a recuperare. I mugugni, però, di sorpresa e di protesta con cui aveva accolto quelle labbra fameliche iniziarono ad affievolirsi sempre di più, placati se non addirittura repressi dalla morbide carezze a cui il Cacciatore lo sottopose, finché non furono che l'incostante e languida colonna sonora di quel violentissimo bacio.
    Ormai il draghetto vi era così perso che, quando l'uomo si staccò improvvisamente dalle sue labbra, lo inseguì per pochi attimi con gli occhi chiusi e labbra lucide, morbide appena piegate come se gli chiedessero un altro bacio. Si riscosse appena alle parole che l'uomo gli soffiò rovente, tanto che schiuse gli occhi e gli gettò uno sguardo tra il languido e il confuso: - C-cos-mhhhhh!! - non riuscì nemmeno a parlare che, di nuovo, la sua bocca fu invasa dalla lingua dell'uomo e il suo cervello tornò inevitabilmente a spegnersi. Si riaccese, a fatica, soltanto quando il draghetto si sentì stringere e sollevare da quelle braccia forti, tanto che istintivamente circondò il collo dell'uomo con le sue di braccia e, soprattutto, incrociò le sue gambe morbide dietro la sua schiena.
    Naturalmente Edmond continuò a baciarlo per tutto il tempo e Arky rispose a quella passione col tutto il suo impegno e il suo desiderio ma, vuoi per l'altezza, vuoi per le pulsazioni sempre più intense dell'enorme membro che gli riempiva le interiora, non riuscì a tornare a quello stato di languore, di dimenticanza di sé tanto piacevole e propizio, quindi si ritrovò gli occhi chiari e belli del Cacciatore puntati sui suoi, famelici e persi com'erano stati fino a pochi attimi prima i suoi... e una piccola, lieve vergogna gli punse il cuore. Nulla di grave, ma quegli occhi gli ricordarono quelli assai simili della bella Edwyn e si vergognò per quello che le stava facendo, per ciò che stava consumando col fratello e, benché non potesse tornare indietro, l'idea di continuare l'amplesso con un simile spillo piantato nel cuore gli risultava inaccettabile. Così, quando venne adagiato sul morbido tappato davanti al camino, con l'uomo che incombeva bellissimo su di lui, capì cosa doveva fare! E arrossì, naturalmente, perché era qualcosa di molto, molto imbarazzante.
    Sfiorò con i polpastrelli le gote e il mento dell'uomo, facendo una leggera pressione per invitarlo a sciogliere il bacio: se il Cacciatore avesse obbedito a quella richiesta, si sarebbe trovato lo sguardo imbarazzatissimo di Arky piuttosto rosso e timido, i cui occhi erravano dappertutto tranne che sul suo ben viso. - I-io... i-io non mi v-voglio mettere così. - miagolò con una vocina a stento udibile e, premendo i piccoli palmi sui pettorali allenati dell'uomo, lo spinse delicatamente via da sé prima di provare a sfilarsi quell'enorme membro dal culetto, cosa che gli fece tendere il visino in un'espressione oscena e, soprattutto, emettere un paio di mugugni decisamente imbarazzanti. Una volta, però, che fu libero da una simile enormità (E, adl suo buchino, fluì via un fiume di seme bollente, si girò su di un fianco, rivolgendo il visino al camino.
    P-puoi... a-abbracciarmi? - chiese, strizzando gli occhi dalla vergogna piegando di un poco la gamba destra, al fine di mettere meglio in mostra il suo culetto tondo, pieno e quel buchetto ancora oscenamente schiuso. Il Cacciatore avrebbe obbedito a tale richiesta?
     
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    Non sapeva quanto ancora potesse mantenere i nervi saldi e la lucidità necessaria a coccolare il suo piccolo Arky, carezzarlo e baciarlo, stimolando il suo orifizio dilatato con leggeri movimenti dei fianchi. Sentiva l'eccitazione crescere nuovamente e il passionale desiderio di montare il giovane amante per quella notte farsi avanti nel miscuglio di emozioni che stavano strappando in mille pezzi la sua povera psiche. Era sudato, non era mai stato così sudato in vita sua e il merito non era solo del fuoco a pochi passi dalla coppia.
    Perline di cristallo scivolavano delicatamente, brillanti del riflesso delle fiamme, lungo il suo corpo seguendo la linea dei muscoli come minuscole auto su un percorso segnato. Era teso al punto che i suoi muscoli iniziarono a bruciare in diversi punti non tanto per la stanchezza quanto più per l'impazienza: non riuscivano a sopportare quella sensuale immobilità che il Cacciatore si era auto imposto. Non appena percepì le dita sottili e delicate del giovane sulle sue guance e sulla linea ossuta del mento, il viso di Edmond scattò su di esse liberando la boccuccia di Arky da un bacio che minacciava di risucchiare la sua povera anima. Il lungo gemito che uscì dalle sue labbra impazienti sarebbe stato nettare per le orecchie di Arky e immediatamente dopo l'affetto di Edmond sarebbe stato tutto per la sua mano. Non fece resistenza alla spinta del ragazzo ma semplicemente per tutta la durata di essa il Cacciatore baciò le sue piccole dita quasi pronto a divorarle finché non si ritrovò col busto eretto di fronte al suo dolce amante. Si passò rapidamente una mano sul viso verso l'alto raccogliendo i capelli impiastricciati sulla fronte così da tirarli indietro e scoprire il più possibile il suo viso segnato dal piacere dell'amplesso che avevano appena consumato e dal desiderio dei futuri che avrebbero consumato per ore e ore. La lingua guizzò fuori per raccogliere gocce di saliva ai lati della bocca mentre i suoi occhi di ghiaccio cercavano quasi di attrarre magneticamente lo sguardo vagante di Arky imbarazzato al punto di confondersi con il rosso del fuoco. Udì quella richiesta quasi sussurrata e sovrastata dal rumore del camino e in un primo momento non ebbe chiaro cosa intendesse il suo partner almeno finché non sentì di nuovo le sue mani ma stavolta contro il petto. Si lasciò spingere indietro ma quando il giovane mosse i fianchi lontano da lui sfilandosi quella mostruosità genitale dal didietro, il Cacciatore si morse il labbro inferiore tornando ad emettere mugugni e gemiti strozzati che lo costrinsero a piegarsi leggermente in avanti così da posare le mani sul tappeto aiutando Arky a dividerli centimetro dopo centimetro finché un rumore osceno e liquido non segnò la loro completa disunione e mise in mostra l'ano orrendamente allargato del ragazzo grondante sperma.
    A-avresti dovuto avvertirmi meglio...
    Si lamentò affannato Edmond da quella trovata improvvisa che lo aveva quasi portato all'orgasmo. La sua verga era ancora dura e pulsante ma quel massaggio improvvisò aveva munto piccole gocce di pre-sperma che ora facevano capolino dall'uretra per poi colare lungo tutta la lunghezza della sua virilità fino a gocciare sul tappeto una volta raggiunti i testicoli ancora gonfi e doloranti. Il suo amante aveva un qualche piano che Edmond non interruppe limitandosi ad osservarlo, carezzando lentamente il suo cazzo eretto così da tenerlo pronto per un nuovo giro. Arky si accomodò meglio, su un fianco, rivolgendosi verso il fuoco per poi sollevare la piccola gamba destra mettendo in bella mostra le sue vergogne. Edmond avrebbe potuto dare immediatamente spago alle sue voglie ma invece di fare immediatamente ciò che probabilmente Arky si aspettava, si allontanò di un piccolo passo sulle ginocchia così da potersi abbassare con il corpo. Usò la mano sinistra per afferrare il polpaccio della gamba destra di Arky, sollevandola ulteriormente e scoprendolo al limite dell'osceno per poi infilarsi con il volto proprio tra le gambe.
    Pochi secondi e il ragazzo avrebbe percepito la bocca schiusa del Cacciatore avvolgere i suoi testicoli, accogliendoli nel caldo abbraccio della lingua che andava guizzando lungo la loro superficie, succhiando e leccando con tale gola da produrre rumori indecenti. Subito dopo la mano destra si chiuse intorno al membro del ragazzo, masturbandolo dapprima dolcemente e poi con energia crescente, preoccupandosi di indirizzare la sua rosea cappella contro le fiamme del camino. In quella posizione il suo membro eretto era schiacciato contro il terreno e non faceva altro che dolere e dolere in una sorta di auto punizione che il Cacciatore si stava infliggendo solamente per donare più piacere possibile al suo amato Arky. Succhiava e leccava, leccava e succhiava quelle palle che secondo dopo secondo stavano diventando nella sua bocca e contro la sua lingua il dolce più prelibato che fosse mai esistito sul pianeta Terra.
     
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