Aspettare e sperare

per Ex(ucci)o

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  1. Exogenesis
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    Non si era mai sentito così terribilmente eccitato e desideroso di cazzo in vita sua al punto che iniziò a chiedersi se valesse davvero la pena raggiungere la camera da letto mentre quel draghetto birbante non faceva altro che stuzzicarlo, carezzarlo e toccarlo. Sentiva la pesantezza di quelle membra morbide e calde contro la sua schiena ma soprattutto la grossa mole della coda avvolta in spietate spire intorno al suo povero membro tanto coccolato quanto torturato dal suo amorevole padroncino. Avevano davvero bisogno di un letto? Avrebbe potuto far di nuovo scendere Arky per poi poggiare la guancia sul pavimento così da sollevare le piene e femminee natiche e lasciare che il draghetto le facesse sue con tutta la foga che quell'entusiasmo portava con se. Voleva che quel cazzo gli aprisse la corolla di carne e gli riempisse le interiora fino a udire le palle di Arky scontrarsi contro il suo corpo più e più volte, sempre più veloce, sempre più forte... la sua bocca salivò di impazienza e in quella travolgente valanga di selvaggia voglia si ritrovò di nuovo a pensare a come quella verga aveva abusato non una ma ben due volte della sua gola. Riusciva ancora a gustarlo contro la lingua se si concentrava a sufficienza, riusciva a ricordarne il peso, l'imponente presenza e ogni singola gonfia venatura lungo la superficie come se il suo cervello avesse servilmente memorizzato tutti quei dettagli ritenendoli di fondamentale importanza. E più ricordava più la sua fantasia lo vedeva impalato su quella virile verga o lo trasportava tra le cosce di Arky mentre il suo energico padrone scaricava di nuovo litri e litri di sborra nel suo stomaco e lui li accettava senza battere ciglio, ringraziando subito dopo entrambi quei gonfi testicoli per quel copioso dono. Come poteva sperare di recuperare la lucidità a quel punto? Solamente sentirsi dire quanto fosse bello aveva contratto le sue gonadi e spremuto un nuovo fiotto di seme strappandogli un verso indecoroso e umiliante mentre rispondeva alle sue carezze come un lussurioso gattone a cui mancava solamente la possibilità di fare le fusa. Quando Arky lo aveva "minacciato" di scendere e interrompere la masturbazione aveva sgranato gli occhi per la preoccupazione, scusandosi con lui, accelerando il passo guadagnando così delle coccole al suo cazzo molto più intense rispetto a prima. Non riusciva a non desiderare di compiacerlo e non riusciva a non godere quando ci riusciva quindi non fu difficile ad Arky convincerlo a cambiare direzione al percorso prestabilito e non fu neanche difficile portare il povero Cacciatore a spalancare la bocca gemente quando i suoi genitali vennero delicatamente strizzati sia dalla coda che dalle briglie che lo comandavano.
    Nel varcare la soglia il draghetto avrebbe avuto una visuale molto più chiara della stanza e soprattutto del letto che giaceva perfettamente in linea con l'uscio in modo tale che se qualcuno avesse voluto spiare dallo spioncino o aprendo delicatamente la porta non avrebbe avuto nessuna difficoltà. Il letto, spazioso abbastanza da poter accogliere anche tre o quattro persone, era decorato da pacchiane lenzuola rosse e cuscini del medesimo colore e caratterizzato da una testiera a "sbarre" estremamente spartana e poco dettagliata segno che quel pezzo di mobilio non doveva avere come prima mansione quella di permettere a delle persone di dormirci dentro ma essere abbastanza resistente da non crollare anche sotto immenso sforzo come suggeriva la struttura in metallo incredibilmente tozza. Sulla testiera erano agganciate alla bell'e meglio diversi piccoli strumenti di costrizione di vario tipo come manette di pelle o gag ball. Ciò che avrebbe sicuramente attirato l'attenzione di Arky era la struttura che si elevava ai quattro angoli del letto verso l'alto e culminava, sopra di esso, in un perverso baldacchino provvisto di una complessa serie di tozze corde che potevano essere calate verso il materasso per poter, letteralmente, legare come un salame sospeso un essere umano. La struttura poteva anche essere mossa per sporgere ad uno dei lati del letto sfruttando delle semplicissime leve ai piedi di quest'ultimo. Guardando verso la destra della stanza, il draghetto poteva ammirare una vasta gamma di attrezzi sessuali di vario genere stipati in modo incredibilmente ordinato su vari scaffali e un armadio fornito di capi di vestiario adatti ad ogni perversa occasione mentre sulla sinistra faceva capolino una piccola porta socchiusa che divideva l'indecente stanza da quello che doveva essere un semplice bagno fornito di tutto il necessario per cambiarsi o pulirsi.
    Edmond avanzò con estrema difficoltà fino al fianco sinistro del letto e quando Arky decise di smontare il Cacciatore assunse immediatamente la posizione eretta tenendo timidamente gli indici intrecciati l'uno con l'altro dietro la schiena. Il suo corpo, ora non costretto in quella posizione, metteva in mostra tutte le modifiche a cui il guinzaglio lo aveva obbligato e anche se lui non poteva notarle sarebbero state chiarissime agli occhi del suo padroncino. Quello che doveva essere il corpo di un guerriero appariva estremamente delicato, dalle spalle molto più strette del normale e dal torace gonfio simile ad un modestissimo seno femminile. Il busto rettangolare era diventato molto più affusolato verso il basso per poi allargarsi in un paio di fianchi degni della più fertile delle concubine. Il viso, già molto androgino, presentava un paio di labbra carnose e invitanti mentre i capelli sfatti incorniciavano la sua espressione rossa, affaticata e furiosamente eccitata. Se non fosse stato per il grosso cazzo semi floscio che di fronte a lui si incurvava verso il basso gocciolante di seme e le gonfie palle dietro di esso sarebbe stato difficile per un occhio poco attento comprendere il sesso originale di Edmond.
    S-si. Lei è il mio padroncino... Rispose stranamente imbarazzato l'uomo da quella domanda improvvisa che lo obbligò a concentrare l'attenzione su Arky e su quell'aspetto che non era riuscito ad ammirare poco prima. Dava l'impressione di essere un cucciolo di drago ma la sua fisionomia muscolare e ossea non era quella di un cucciolo, bensì di un adulto ristretto in un corpo troppo piccolo. La grossa coda lo tradiva... e non era solo quello a farlo. Quel membro dalla colorazione sgargiante... lo aveva sentito crescere in gola ma ora gli era più chiaro quanto fosse più imponente del normale sesso umano del giovane e silenziosamente deglutì voglioso e timoroso. Sarebbe stato in grado di prendere dentro di lui tutta quella carne pulsante, turgida e venosa? Cos'avrebbe provato mentre il suo padroncino lo apriva in due facendosi strada fino alle palle? Quei pensieri lo distrassero dalla domanda successiva che lo stupì tanto quanto quella precedente.
    D-da maid... padroncino? Seguì con gli occhi l'indicazione di Arky che lo guidò all'armadio che lui conosceva molto bene. C'erano vestiti di ogni tipo per ogni tipo di giochino erotico e c'erano vestiti per ogni sesso. Si morse il labbro inferiore sentendosi nuovamente umiliato al pensiero di dover indossare un simile capo d'abbigliamento ma come l'umiliazione di essere cavalcato era stata in grado di eccitarlo in maniera vergognosa, lo stesso avvenne di fronte alla richiesta del draghetto. Il suo membro pulsò ma il Cacciatore non ci fece caso, portando entrambe le mani sulle cosce per abbassare il busto in un leggero inchino.
    Come desiderate padroncino. Datemi qualche minuto per prepararmi e non ve ne pentirete. Distolse lo sguardo dal ragazzo, sentendo gli occhi di quest'ultimo fissi su di lui e su chissà quali parti del suo corpo mentre si dirigeva verso l'armadio e ne estraeva un vestito che Arky non sarebbe riuscito a vedere. Buffamente il guinzaglio si sarebbe allungato per permettergli sia di allontanarsi, sia per fare il giro del letto e raggiungere il bagno dove Edmond si chiuse. Anche se il ragazzino aveva perso il contatto visivo con l'uomo, il guinzaglio che teneva alla mano collegato al collo del Cacciatore gli permetteva di percepirne ogni singola emozione, la galoppante eccitazione e anche delineare a grandi linee i movimenti che stava eseguendo per la vestizione. Non ci sarebbe voluto molto e prima che l'impazienza si fosse impadronita del giovane drago, la porta del bagno si aprì rivelando l'uomo nel suo nuovo vestiario. Era chiaro fosse studiato per un corpo di sesso differente ma era incredibile come cadesse perfettamente sulle curve maschili di Edmond avvalorando il suo lato più "femmineo". Avanzò senza trovarsi minimamente a disagio su quelle calzature dal tacco mediamente alto che non era solito indossare e al draghetto sarebbero saltati subito all'occhio due dettagli: il suo viso e il suo cazzo. L'uomo doveva aver tentato più e più volte di celarlo sotto l'intimo composto da un semplice tanga con ben poco successo e ora la sua grossa verga penzolava sotto la gonnella piena di fronzoli ed erano i suoi testicoli gli unici ad essere contenuti dal volgarissimo tanga nero facendolo apparire tanto buffo quanto perversamente eccitante. Cercando di compensare per quella missione fallita Edmond aveva raccolto i capelli in un'ordinata coda dietro la nuca e si era truccato sia intorno agli occhi sia sulle labbra decorate da un rossetto nero come la notte per apparire il più arrapante possibile davanti al suo padroncino a cui si accucciò di fianco non appena raggiunto il letto, poggiando solamente una gamba su di esso mentre l'altra, allungata, lo sosteneva. Subito la mano destra si posò sul lato inferiore di quella ruggente erezione, carezzandola mentre la sinistra affondava tra le lenzuola cremisi.
    Sono ancora bello, padroncino? Spero non mi trovi troppo volgare. Ho scelto questo rossetto per lasciare dei segni indelebili sul vostro meraviglioso cazzo...
    Premette le labbra l'una contro l'altra il Cacciatore impaziente e voglioso mentre le semplici carezze della sua mano divenivano delle coccole sempre più spinte per quella brillante verga. Sollevò anche l'altra gamba sul letto, ritrovandosi in ginocchio di fianco ad Arky per poi inclinarsi in avanti con il busto finendo gattoni con il viso contro le grosse palle del suo padrone dove posò un passionale bacio che lasciò un vistosissimo segno delle sue labbra mentre cercava di allargare il più possibile le dita della mano destra per chiuderle intorno al membro di Arky, masturbandolo dapprima delicatamente per poi strizzarlo con crescente vigore ricordando al giovane ragazzo quanto potesse essere forte l'uomo che ora si stava prendendo cura dei suoi genitali.
    Questo cazzo è così potente... così lungo, grosso e venoso... e il mio culo è così stretto e voglioso... non vorrete mica spaccarmi in due con questo mostro, padroncino?
    Parlava tra i baci depositati sui suoi testicoli già tempestati dai segni del rossetto del Cacciatore e nonostante le sue parole indicassero contrarietà all'idea di essere sodomizzato da quella virilità, il tono con cui parlava lanciava un messaggio molto diverso, una voglia galoppante di udire Arky raccontargli nella maniera più volgare possibile quali fossero i suoi piani per quella lunga notte.

     
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