Una passeggiata nel parco

x Ellaria

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  1. Demi
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    Cleo non temeva la corruzione del suo padrone, non aveva paura delle ombre che la avvolgevano e che avviluppavano il licantropo che la stava possedendo. Sembrava aver completamente accettato la natura di Seiichi: non importava l'entità, il suo comportamento, la sua morale... pareva avere interamente l'intenzione di rimanere al suo fianco, a prescindere dalla mostruosità che poteva diventare. Di fronte a una tale dimostrazione di assoluta fedeltà, il mannaro non avrebbe potuto fare altro che sorridere felice. Quella cagnolina si era davvero totalmente donata a lui. Per la prima volta nella sua vita, non sarebbe stata solamente la lussuria ora a muovere i suoi fianchi e rafforzare le sue spinte già brutali dentro di lei, ma piuttosto un sentimento di vero e proprio affetto. Non importava se si erano appena conosciuti, in quei pochi minuti spesi assieme, Cleopatra era riuscita, da sola, ad andare contro tutte le idee che il mannaro si era fatto riguardo il mondo. Aveva deciso di fidarsi e affidarsi completamente a lui, lasciarsi muovere puramente dall'istinto. Era una vera e propria cagna, ma in senso buono. Felicità, voglia e desiderio di premiarla si sarebbero tutte fuse assieme per dare vita a un sentimento completamente nuovo per il Kinoshita, un sentimento che lo avrebbe eccitato più di qualsiasi altra malizia, e mentre una mano si muoveva sempre più velocemente lungo l'asta della sua cagnolina, l'altra andava a premerle il morbido e magnificamente enorme seno sinistro, le sue spinte dentro di lei raggiungendo una velocità praticamente identica a quella di un vero e proprio pistone inarrestabile.
    "Sì, piccolina, brava, così- GGHHH- TIENI, TUTTO PER TE!"
    E con quelle parole, pronunciate sì indubbiamente con enorme autorità, ma anche con un pizzico di amore che ancora Seiichi doveva imparare a comprendere, il licantropo, data un'ultima spinta, si sarebbe abbandonato ad un sonoro ululato di soddisfazione mentre la punta della sua gonfia e bollente cappella si fermava dentro l'utero della cagnolina dopo aver sfondato un ultima volta la parete d'esso, prendendo subito a riempirla come un vero e proprio idrante con il suo seme quasi magmatico, farcendola pienamente e continuando a pompare dentro di lei il suo sperma anche quando ormai esso sarebbe stato completamente pieno, senza fermarsi, ma anzi ancora più deciso a continuare fino a quando il suo membro non sarebbe stato soddisfatto del lavoro. Alla base del suo membro si sarebbe creato, durante tutta l'eiaculazione, un nodo gonfio; innecessario poiché la fighetta della sua cagnolina non era capace di ospitare pienamente il suo affare, ma avrebbe segnalato il totale appagamento del suo padrone mentre con la sua calda sborra continuava incessante a riempirla e gonfiarle spropositamente il ventre, fermandosi solamente quando ormai Cleo sarebbe stata talmente piena del suo amore al punto tale che il caldo nettare del suo amante schizzava fuori dalla sua intimità ad ogni occasione che poteva, l'affare del suo maschio altrimenti bloccando completamente il passaggio. La mano sull'ora sicuramente pulsante affare della cagnolina, che si fosse bagnata o meno con il seme della piccola, sarebbe arrivata al seno sostituendo la sorella che nel frattempo, tenutasi occupata massaggiando avidamente quest'ultimo, ora sarebbe arrivata al volto di Cleo, prendendole il mento con indice e pollice per poi tentare di voltarlo di nuovo verso destra, dove avrebbe avuto modo di incontrare le labbra di Seiichi, il quale più che voglioso, ancora, l'avrebbe baciata di nuovo più passionale che mai, inebriandosi delle labbra della sua preziosa compagna, così come della sua gola con la propria lingua.
    "Senti quanto ti vuole il tuo padrone, Cleo? Quanto gli piaci? Continuerò a scoparti fino a quando non sarai più in grado di camminare, cagnolina... o almeno, fino a quando non sverrai."
    Il macabro di quelle parole, nonostante il tono della sua voce era tornato relativamente più 'normale', sarebbe stato il fatto che Seiichi non sembrava affatto star scherzando, ma anzi, che il suo scoperto amore per l'ibrida lo aveva motivato ancora di più a scioglierle completamente il cervello dal piacere. L'intenzione del lupo tuttavia non era semplicemente di farla impazzire dal solo piacere fisico, anzi, voleva farle sentire il proprio amore non solo con le proprie spinte, ma anche attraverso i gesti più piccoli. Per questo entrambe le mani del mannaro avrebbero raggiunto il sedere sodo della sciacalla, reggendola per portarla con sé vicino alla panchina, e arrivato lì far uscire da lei il proprio affare, riversando sotto di loro parte dell'enorme quantità di seme che le aveva donato, voltandola poi di nuovo in modo che ella fosse rivolta verso di lui. Facendo passare il proprio pulsante e ancora eccitato membro dentro di lei, lubrificato dagli umori di entrambi, l'avrebbe spinta verso di lui accogliendo anche l'ermafroditismo d'ella sui suoi addominali, per baciarla di nuovo, insaziabile.
    "Prima mi sono sbagliato, sai?"
    Le avrebbe accennato, leccandole il collo per poi baciarla, mentre iniziava a strusciare la sua verga di carne ora non contro la sua vagina, bensì il buchino posteriore, fermandosi occasionalmente con la punta del suo cazzo alla piccola entrata, premendo lievemente contro di essa come per iniziare a schiuderla.
    "Sei già la cagnolina più obbediente, bella e capace del mondo... tutto ciò che devo fare io è tenermiti stretta."
    Come a confermare quelle parole, le mani sulle natiche della ragazza avrebbero strette quest'ultime rafforzando la presa, mentre una delle due si avvicinava all'entrata del suo fantastico sedere per raggiungerlo con l'indice e iniziare a stuzzicarlo ancora di più, direttamente infilandosi al suo interno e preparandola ulteriormente per quello che sarebbe dovuto venire. L'affare sotto di lei fremeva dall'eccitazione e idea di prenderla anche lì, possederla totalmente e ovunque in modo da reclamare anche quell'angolo del suo corpo. Il mannaro aveva raggiunto un'altezza ormai pari a circa due metri e quaranta: se avesse voluto, Cleopatra avrebbe anche potuto completamente sdraiarsi sui pettorali possenti e robusti del suo padrone, immergersi nella sua calda oscurità e lasciarsi completamente andare. Avrebbe pensato a tutto lui, si era guadagnata quel trattamento affidandoglisi totalmente, ora non doveva fare altro che godersi il suo premio.

     
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