Don't burn twice

X Doom

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    Brrr...chi l'avrebbe mai detto che in America fa freddo? Mentre camminava, coperta solo da uno straccetto scuro messo a mo di mantello, Nyaruru si faceva queste domande. Faceva effettivamente un freddo cane, cosa che lei non poteva sopportare. Non era venuta in America per diventare un ghiacciolo! Aveva anche speso buona parte dei soldi che aveva risparmiato nel viaggio, e con quel poco che le rimaneva, non poteva permettersi neanche un'infima stanza in uno sporco motel di periferia. Si guardava intorno nella buia notte della periferia di New Vegas, guardando barboni che la guardavano a loro volta, per controllare chi dei due fosse quello messo peggio. Di certo l'aspetto di Nyaruru non passava inosservato, e chiunque la fissasse per più di 5 secondi avrebbe ricevuto in cambio un'occhiataccia draconica. Intanto il tempo passava, e la piccoletta aveva sempre più freddo.
    D-d-devo scaldarmi.... si guardò intorno, notando che tutti si mettevano a dar fuoco alle cose, per scaldarsici...ecco, doveva farlo anch lei! Poi era capace di creare il fuoco dal nulla, non ci sarebbe stato alcun problema! Tutta felice si guardava attorno, e notò tre tipi un po loschi: si stavano scambiando qualche parola....Prendi la tanica, forza...ma si può dimenticare di fare il pieno!? Siete dei cazzo di contrabbandieri, fate bene il vostro lavoro! Nyaruru poteva vedere due di loro che riempivano il serbatoio di una moto. Appena finito, uno prese la tanica e la posò 10 metri in là, su una banchina a cui era attraccata una piccola barca. Messo li, se ne andò con gli altri due a confabulare di merce, e altra roba che a Nyaruru non importava, perché in pochi secondi si era sgrafignata la tanica, ed era andata via nascondendosela nel mantello scuro.
    Hehe, e adesso...fuocherello! Si ricordava che la zia Luna usava la benzina per bruciare meglio le scatole dei rifornimenti del locale.... sicuramente questa faceva tanto calore! Ci mise qualche minuto per trovare un angolino comodo... qualcuno si era messo d'impegno, con dei mobili e un materasso che poteva essere un comodo giaciglio...il cadavere che Nyaruru aveva notato a pochi passi da li era un buon indizio per capire che il padrone di questo posto non le avrebbe dato fastidio, essendo morto. Posò la tanica in plastica al centro di quel cubicolo, sfregò le mani, creando una piccola sfera di fuoco, e poi... Calduccio, arrivo!


    Nella zona circostante si potè sentire un'esplosione di una certa portata, mentre tre commercianti di roba non molto legale litigavano su come fossero spariti 10 litri di benzina... l'edificio in cui era avvenuta l'esplosione era in legno, e venne su un bel falò...a poca distanza si poteva scorgere una piccola creatura dalle scaglie rosse che guardava, soddisfatta del calore provocato dall'incendio a cui era scampata per pochissimo.
     
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    Il porto è uno dei luoghi più gelidi di New Vegas, pertanto anche il migliore per non venire disturbati da nessuno. A causa della melma che scorreva nel suo corpo, era molto difficile far sentire freddo a Bolshak, e per riuscirci doveva raggiungere un posto ancora più freddo: le acque profonde del porto. Non esattamente le più pulite, ma indubbiamente capaci di far provare al Brachydios una profonda sensazione di freddo. Se ne stava a gambe incrociate nella profondità di quel fondale, tenendo le mani sulle cosce e gli occhi chiusi. Si allenava a contenere il freddo, a trattenere il respiro e imparare ad avere pazienza. I suoi nuovi poteri erano grandi, ma non riusciva ancora a controllarli alla perfezione e anche un drago sa che serve allenamento per poterli sfruttare al meglio. Come se non bastasse, l'ultimo spettacolo dei Gladiatori lo aveva destabilizzato: vedere il suo ultimo allievo finire ucciso in quel modo non era assolutamente positivo per chi ci tiene come Bolshak, e stava ancora cercando la calma nella speranza di capire se fosse una buona idea prendere altri sotto la propria ala oppure no. Era colpa sua? Ecco, di queste domande erano fatte le lunghe pause sul fondale. Gli occhi del drago si aprirono di colpo e sollevò lo sguardo verso l'alto, aveva finito l'aria oramai e non poteva più trattenere il respiro. Tornò su, riemergendo con agilità sul molo del porto lasciando che il vestito scuro gocciolasse a terra e lui riprendeva fiato a pieni polmoni. Solo dopo si rese conto che una luce intensa spezzava il buio della notte, confondendolo per via del suo fulgore. Sgranò gli occhi: un intero edificio in legno stava andando a fuoco davanti a lui, e Bolshak era certo che ci fosse qualcuno lì dentro.
    AL FUOCO!
    Gridò, spaventato, nella speranza che qualcuno potesse sentirlo, ma in giro non c'era nessuno se non qualche contrabbandiere di bassa lega che di sicuro non lo avrebbe aiutato. Si lanciò in una corsa verso l'incendio, togliendosi rapidamente la sciarpa dalla bocca per poi balzare in volo, e mentre atterrava avrebbe raggiunto la sua forma di drago: una belva dalle scaglie blu, dalle braccia massicce e il corpo simile a quello di un missile. La melma che secerneva dalle braccia e dal corno era rilucente, e quando fu vicino all'incendio sembrava che lui fosse estremamente più caldo di quella convenzionale fiamma, del tutto indegna di un paragone con un drago del suo livello di potenza. I pugni si abbatterono sulla superficie di legno senza alcun danno per il drago, ne era resistente grazie alle sue scaglie.
    C'è nessuno lì dentro?! Qualcuno mi risponda!!!
    Gridò, cercava segni di vita nella speranza che non fosse troppo tardi, e si guardava intorno per capire se qualcuno avesse bisogno di aiuto. L'unica figura che riuscì a distinguere però, era una minutissima creatura che non somigliava affatto ad un essere umano, e che anzi se ne stava lì davanti come a volersi godere lo spettacolo. In quel momento però, Bolshak era privo della malizia necessaria per muovere accuse.
    Hey tu, stai bene?! Questo posto potrebbe crollare, devi allontanarti!
     
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    Nyaruru sperava che il suo piano producesse un po di fuoco....ma non immaginava che ne venisse fuori così tanto! anche se, a dirla tutta, si stava da dio li, con il fuoco che consumava il povero edificio in legno, che a sua volta crepitava, producendo un rumore assordante. Tant'è che la dragotta si accorse del tizio che la chiamava dopo un po. Le stava intimando di allontanarsi...? Come mai? Li si stava bene, al calduccio, mica voleva spostarsi! anzi, per ripicca si avvicinò ancora di più. Poteva sentire il fuoco che la scaldava, una sensazione piacevole, rilassante...Nyaruru adorava rimanere vicino al fuoco, si era già ustionata qualche volta, ma non le importava. Sapeva di poter creare anche lei del fuoco, ogni tanto lo faceva, e sentiva che qualcosa le cresceva dentro, una forza enorme. Ma ogni volta che stava per venire fuori, Nyaruru la spingeva dentro...aveva paura. Quell'energia le sembrava malvagia, quel tipo di forza che tnon puoi contenere, soprattutto nel corpo minuto di Nyaruru. Era concentrata in questi suoi pensieri, quando una colonna di legno in fiamme cedde, facendo cadere oltre alla suddetta, anche altri detriti in fiamme., i quali sembravano interessati a cadere nel punto esatto in cui si trovava Nyaruru! Lei li vide, non sapeva che fare, non poteva scappare, non con le sue piccole gambette...in mezzo secondo l'adrenalina le salì a mille, poteva sentire ogni sua fibra del corpo in tensione...e quel calore che saliva da dentro. Le sue gambe tremavano, e in quel mezzo secondo la piccola vide la sua (breve) vita davanti. Doveva andarsene da li! Fece uno scattino nella direzione del tizio che le aveva detto di allontanarsi...sapeva che era inutile, chiuse gli occhi per prepararsi all'impatto...ma sentì solo un fote calore e qualche detrito che le colpiva le gambe. Aveva schivato l'impatto...? Si guardò per vedere se stava bene...perchè aveva le gambe avvolte da delle fiamme!? Ancora non sapeva di aver usato una delle abilità del demone Teostra che si nascondeva dentro di lei...per scoprire l'origine di questo suo potere, avrebbe dovuto calmarsi, e indagare ciò che albergava dentro il suo animo, cosa che una piccola bimbetta della sua età non aveva assolutamente preso in considerazione.
     
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    La ragazzina non sembrò capire cosa voleva suggerirle il drago blu, anzi quel fuoco dava l'idea di attrarla in un certo senso. Che fosse lei la piromane colpevole di quel disastro? Situazione strana e confusa, purtroppo però Bolshak non aveva proprio tempo per pensare troppo e decise immediatamente di andare a prenderla. L'edificio però era oramai al limite della sua capacità strutturale, stava per crollare e anche la piccoletta sembrò rendersene conto, entrando nel panico. Il drago si allungò subito verso di lei, ma erano ancora troppo distanti per agire tempestivamente, temeva di non farcela ma fortunatamente la piccoletta sembrava in grado di reagire in qualche modo, sebbene spaventata. Si muoveva velocemente, molto più velocemente di un drago normale, ma a giudicare dai suoi occhi quell'azione era tutt'altro che lucida e con cognizione di causa. Era una cucciola, probabilmente a stento sapeva cosa stava succedendo! Doveva aiutarla, non poteva più restare in disparte. Concluso che non c'era più nessuno in quell'edificio oltre a loro due, Bolshak decise di ignorare qualsiasi tipo di misura di sicurezza per raggiungere l'obbiettivo: piantò i pugni a terra riempiendo di melma il pavimento, poi li fece esplodere per poter balzare violentemente verso di lei, come una gigantesca palla di cannone, arrivandole addosso giusto in tempo per fare da scudo umano contro l'ennesimo crollo, che si abbatté sulla sua possente schiena senza provocargli grossi danni, sebbene istintivamente ruggì dolente. Bolshak era posizionato come un tendone sopra di lei, la avvolgeva con tutto il corpo mentre il legno ardente crollava su di loro, proteggendola come un ombrello fa con la pioggia, rendendosi conto di non poter resistere ancora per molto in quelle condizioni. La piccoletta avrebbe potuto notare che il corpo di Bolshak era reso incandescente dalla melma che lo caratterizzava, ed era molto più caldo di qualsiasi altro incendio avesse mai appiccato prima.
    Perdonami ma è un'emergenza!
    Chiuse le braccia e la afferrò con forza, tenendola sul petto e rimanendo con la schiena inarcata in avanti così da proteggerla da altri eventuali scarti dell'incendio. Poi iniziò a caricare l'uscita più vicina come un giocatore di football senza fermarsi mai un secondo, tenendola stretta al suo corpo bollente e macchiandole il ventre con un pò della sua melma, fu inevitabile visto che la teneva stretta con i pugni corazzati m probabilmente per lei non sarebbe stato così spiacevole vista la temperatura elevatissima di quella sostanza che però non finiva con l'ustionarla dolorosamente. Uscirono dall'edificio un attimo prima che crollasse del tutto, e finendo nella fanghiglia del porto le fiamme durarono ben poco, lasciando al posto di quel piacevole tepore solo un pessimo odore di fogna misto a legna bruciata. Bolshak tirò un sospiro di sollievo, ancora troppo nervoso per lasciarla andare ma se non altro più calmo. Crollò a terra, allentando finalmente la presa dalla piccoletta senza tornare nella sua forma umana.
    Non hai un gran fiuto per il pericolo vero? Potevi farti male... si può sapere chi sei?
     
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    Anche se aveva schivato quei detriti, l'edificio non sembrava volerla fa passare liscia a Nyaruru, e questa volta non avrebbe potuto salvarsi...si preparò alla sua precoce fine, quando sentì qualcosa di caldo bollente, sopra di lei. Aprì gli occhi, e vide...scaglie? Un...drago? La piccoletta non poteva crederci, era dvvero un drago che era venuta a salvarla! Neanche il tempo di formulare bene questi pensieri, che vene subito stretta al muscoloso corpo del suo salvatore, per essere portata via da quell'inferno. Poteva sentire il fortissimo calore che il drago emanava, e una parte di lei voleva fuggire, si sentiva minacciata, come un animale che avverte di essere in pericolo. Però li vicino, a contatto con lui, Nyaruru avvertiva anche altro: dal suo piccolo cuoricino si allargava una sensazione di tranquillità, placida calma...sentiva che in quelle forzute braccia, era al sicuro. Se c'era qualcosa che le mancava da casa, erano gli abbracci che sua mamma le dava spessissimo, e che ora non poteva avere. Ma adesso Nyaruru si sentiva tranquilla nelle strette del suo salvatore, e fosse stato per lei, sarebbe stata in quello stato per tutta la vita. Anche quando il drago allentò la presa, lei non lo fece, ed anzi si strinse ancora di più al possente braccio che l'aveva tenuta. Era passata da un momento di estremo pericolo, a un momento in cui le sue gambe erano andate a fuoco, a uno dove non poteva sentirsi più al sicuro in questo universo. Si strinse ancora di più al braccio che aveva davanti, come se ne valesse la sua vita, e quasi sembrava che senza quell'appiglio, Nyaruru fosse così delicata da, semplicemente, dissolversi. Ancora un po sotto shock per le cose accadute prima, chiese con una vocetta tremante: Mi chiamo Nyaruru...per caso sei il mio papà?
     
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    Non si aspettava una reazione del genere, di solito anche se salvava le persone nel vedere il suo vero aspetto tutti si allontanavano o comunque tentavano di mantenere le distanze, invece Bolshak si ritrovò quella piccoletta avvinghiata al braccio come se ne valesse la sua stessa vita, continuava a stringerlo con quel corpicino minuto e morbidissimo provocandogli una certa emozione. Non si aspettava una reazione del genere ed era stupito, di sicuro non voleva allontanarla ma in fondo al suo cuore temeva di poterle fare del male con la melma. D'altro canto però non voleva allontanarla: il suo abbraccio era piacevole e lei molto calda, inoltre quel momento di adrenalina era stato sufficientemente pauroso da metterlo in allerta e non era ancora del tutto sicuro che fosse fuori pericolo, quindi il suo istinto gli impediva di allontanarla. Si ritrovarono abbracciati quindi e il Brachydios si aspettava di sentire un ringraziamento o qualche richiesta di spiegazione. Invece ciò che disse la piccoletta lo spiazzò del tutto.
    C-che...?!
    No, non poteva essere vero... che forse da uno dei loro rapporti Sarsha avesse concepito un uovo da lui? La piccoletta non le somigliava molto ma tenere il drago allo scuro di una cosa del genere per puro orgoglio era proprio da lei, davvero era stata capace di nasconderglielo mettendo al mondo il frutto della loro unione senza pensare di dirglielo e anzi, lasciando la piccola Nyaruru in viaggio per ritrovare suo padre?! Le scaglie blu sul volto del drago si incresparono e un leggere rossore si dipinse intorno alle fauci che tremolavano imbarazzate, ancora dubbiose su cosa dire. Cercò di pensare lucidamente e si rese conto che quello non era possibile, visto che era passato troppo poco tempo dall'ultima volta che si erano visti. Provò a pensare anche ad altri rapporti che aveva avuto ma non trovò nessuna risposta. Evidentemente la piccola aveva preso solo un grosso granchio e questo strinse una morsa dolorosa intorno al cuore di Bolshak. L'avevano abbandonata? Era sola al mondo, così sola che stava cercando il suo vero padre mentre era ancora giovane ed inesperte, probabilmente nessuno le aveva insegnato come gestire il suo fuoco e quindi questo poteva spiegare l'incidente appena avvenuto, e il fatto che non sapesse come gestirlo. I pezzi andavano al loro posto man mano che pensava più lucidamente e non poteva che sciogliersi davanti alla dolcezza di una creatura così piccola mossa unicamente dal desiderio di ritrovare suo padre. Che i draghi lasciassero i loro nidi era piuttosto comune nelle casate in rovina, ma lei era piuttosto particolare come drago e Bolshak non riusciva a trovare una risposta a tutte quelle domande. L'unico istinto che aveva in quel momento era insegnarle a controllare la sua natura... e magari proteggerla per un pò.
    Nyaruru... io sono Bolshak... e si, sono il tuo papà.
    Portò anche l'altro braccio intorno a lei per poterla abbracciare forte al petto, facendole sentire tutto il suo calore e il modo in cui il cuore batteva. Era un pò emozionato e anche in imbarazzo, da una parte si sentiva in colpa per aver detto una stupidaggine del genere ma se voleva tenerla un pò con sé per insegnarle ad essere un drago capace doveva anche guadagnarsi la sua fiducia. Promise a sé stesso che le avrebbe detto la verità al più presto, ma prima di tutto voleva assicurarsi che fosse al sicuro e soprattutto doveva aiutarla a controllare quelle fiamme distruttive.
     
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    Nyaruru non poteva crederci...era riuscito a trovare il suo papà! Nella sua testa vagavano pensieri felici, e la piccola non poteva sapere che il mondo non rende mai le cose più semplici, anzi le vuole sempre complicare il più possibile...ma alla dragotta non importava, e si strinse ancora più forte al Bolshack, senza mollarlo un secondo...ma ora arrivava la parte difficile per il neopaparino, come avrebbe potuto reggere le domande che vagavano nella mente della piccola.
    Papà....ti ho trovato! Sei grande e grosso come ha detto la mamma, anche se non credevo fossi così affettuoso! Nyaruru alzò lo sguardo, aveva ancora gli occhi lucidi.
    Perchè sei venuto qui? Non ti piaceva la mamma? Neanche a me piace, ma non la ho scelta io! Però...su, non importa, perchè sono venuta qui per cercare il mio papà perch speravo fosse meglio della mamma....e sembra di si! Sorridendo, sarebbe poi sgusciata dall'abbraccio, andandosi a sedere sulla spalla di Bolshack....non essendo un grande peso, probabilmente il drago avrebbe potuto reggerla abbastanza facilmente. L'unico problema era che ora aveva la vocetta acuta di Nyaruru più vicina all'orecchio. Dove andiamo adesso? La mamma dice che quando sono arrivata io eri con un sacco di amici, sono tutti qui? E' vero che sei superforzuto? Haila casa grande? Quella di zia Luna e della mamma era un po piccola, ma si stava bene...poi io sono piccolina, quindi sto comoda ovunque! Ho anche un po di fame, qual'è il tuo cibo preferito? A me piace la carne, tutta tutta! Il tuo colore preferito? Il mio è l'azzurro! Probabilmente Bolshack non si aspettava un'attacco frontale, avrebbe gestito bene la situazione? Vero anche che poteva rivelarsi facile come rubare le caramelle a un bambino, letteralmente.
     
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    La piccola di drago si rivelò subito affettuosa nei confronti di suo padre, cosa abbastanza strana visto che di solito i draghi che abbandonavano i nidi non erano ben visti, ma lei non sembrava totalmente purosangue, forse non lo aveva mai conosciuto un vero drago prima, anche perché sembrava sorpresa dalla stazza di Bolshak che in realtà poi non era neanche così grosso come altri draghi molto più monumentali di lui. Quello sguardo spontaneo e gli occhioni enormi e lucidi riuscivano ad intenerire il già fragile cuore di Bolshak che iniziava a pensare che forse non avrebbe mai trovato la forza di dirle la verità. Dopodiché, Nyaruru iniziò a camminargli addosso tempestandolo di domande, trovandolo un pò spiazzato ma effettivamente doveva in qualche modo darle delle spiegazioni, quindi sebbene ogni tanto mugugnasse e balbettasse un pò, provò a mettere su un discorso abbastanza credibile.
    Beh sai... papà ha molto da fare qui in America con... uuuh... molti amici si, hanno un sacco di guai, ci sono uova con altri piccoli draghi come te da recuperare quindi... beh c'è molto da fare e io non ho le ali come vedi! Quindi mi sposto facendo grandi salti eeeee... a volte li faccio senza controllarmi quindi ho perso di vista la tua mamma per colpa di questi imprevisti... mi sento un pò in colpa ma mi farò perdonare promesso!
    Quando la piccoletta trovò posto sulla sua spalla, Bolshak si sollevò così da rimettersi in posizione per poter marciare. Non era una bella idea lasciare una cucciola sul porto davanti a sguardi indiscreti, doveva portarla nel suo rifugio e anche se non ne aveva una fisso, poteva sicuramente tenerla in quello momentaneo.
    Non ho una casa grande ma ci staremo bene non preoccuparti. Per ora andiamo lì perché... uhm... non penso che nessuno ti abbia insegnato ad usare il tuo potere, vero Nyaruru? Ti insegnerò io. Devi sapere che a questo mondo le persone non vedono di buon occhio le creature potenti e pericolose, e noi draghi lo siamo... o meglio, possiamo esserlo. E' importante sapersi controllare per non spaventare gli altri e non danneggiare la natura. E poi se sai controllarti sai anche usare meglio il tuo potere. Hai ancora molto da scoprire, te l'assicuro... e lo faremo insieme.
    Le sorrise mentre la guardava inclinando leggermente il capo verso di lei. Avrebbe tenuto un passo lungo senza sbalzarla troppo in giro o saltare, non aveva fretta, era piacevole stare lì con lei. Iniziava a pensare che forse fare il padre non era così male, ma un sesto senso dentro di sé gli suggeriva che quella era una pessima idea. MA ERA COSI' CARINA. La verità era che voleva potarla in un posto appartato dove avrebbe potuto finalmente stringerle quelle guanciotte enormi e strapazzarla un pò solo per il gusto di farlo. Dopo qualche minuto di passo svelto, arrivarono davanti ad un piccolo prefabbricato che in origine era usato dagli umani, probabilmente per le osservazioni a ridosso del mare, ben nascosto tra le montagne. Somigliava ad un ampio appartamento con pochissime stanze, Bolshak aveva ridefinito i muri e le porte a misura di drago così da non avere problemi. C'era tutto il necessario per stare comodi: materassi e divani, televisore e frigorifero, perfino una stufa alimentata a legna dalla quale però colava una sostanza melmosa identica a quella che secerneva Bolshak. Quella era molto meglio della legna per riscaldarsi. Quando Nyaruru si sarebbe ambientata, Bolshak avrebbe cambiato le sue fattezze raggiungendo la forma quasi del tutto umanoide: aveva la pelle blu ,ricoperta da scaglie, braccia e gambe erano rese più spesse dalla sua muscolatura, mentre la testa era quasi del tutto umana: una piccola parte, quella inferiore, era ricoperta da scaglie blu, mentre dalle labbra in su aveva il suo aspetto umano con tanto di cicatrice sull'occhio.
    Ci siamo. Puoi chiamare questo posto casa, piccola.
     
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    Le risposte di Bolshack, per quanto inventate e fantasiose, sembravano assolutamente sensate a Nyaruru, che appena sentì della presenza di altri draghi come lei, comiciò a scodinzolare con la sua piccola coda, esattamente come farebbe un cucciolo. Dobbiamo recuperare delle uova? Quindi avrò un sacco di fratellini, vero? Non vedo l'ora, hehehe! E mentre fantasticava su suoi immaginari fratelli e sorelle, cullata dal dolce moto del drago, finì per addormentarsi appollaiata sulla spalla di Bolshack, immersa in un sonno con tanti bei sogni. Restò così per tutto il viaggio fino alla sua nuova casetta, per aprire gli occhi poco prima di entrare. Nghmgngng...siamo arrivati papà? Ad effettivamente, erano arrivati. Appena Bolshack avrebbe posato Nyaruru a terra, questa sarebbe schizzata un po in giro, per vedere un po come era l'edificio. Di certo era ok per un grosso drago, ma per la minuta Nyaruru pareva tutto gigantesco, e ciò non faceva altro che aumentare l'ammirazione che la piccoletta aveva verso il suo papà. Per fare un esempio, già solo li passaggi per le stanze, adatti a misura di Bolshack, le sembravano titanici, e la costringevano ad alzare lo sguardo. Rimase a fissare quegli stipiti per qualche minuto, affascinata e chiedendosi come fosse possibile arrivare così in alto, per poi far tornare l'attenzione al suo nuovo papà. I tempo di girarsi, ed ecco che non sembrava più lo stesso....sembrava una gigantesca armatura! Quasi non lo riconosceva, ma i tratti comuni, la colorazione per prima, non la fecero andare nel panico. Papà! Puoi cambiare aspetto! E in mezzo secondo Nyaruru era li ai suoi piedi, a guardarlo meglio, come se dovesse analizare minuziosamente le sue ginocchia, non essendo molto più alta. Se papà può trasformarsi....posso anche io! Alza lo sguardo con gli occhi di un bambino che vuole provare un nuovo gioco. Vero che anche io posso trasformarmi? La voglio anche io un'armatura così figa! Di certo Nyarurru non poteva avere un'armatura, ma le sorprese non sarebbero potute che aumentare.
     
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    Di fronte all'ammirazione della piccola, Bolshak rispose gonfiando il petto e piazzando i pugni chiusi sui fianchi, sfoggiando un'espressione vincente e compiaciuta pronto a mettere in evidenza uno dei suoi più grandi vanti. A dirla tutta non l'aveva mai considerato così importante ma da quando aveva conosciuto altri draghi che non sapevano proprio assumere una forma umana si sentiva molto più soddisfatto di come riusciva a controllarsi.
    Ehehehe... devi sapere che non tutti i draghi sanno trasformarsi bene come il tuo papà, posso diventare anche molto più umano, ma ora che siamo qui non ho bisogno di camuffarmi. Anche tu puoi trasformarti ovviamente, siamo qui proprio per imparare a farlo! Anzi, forse dovremmo iniziare proprio da quello...
    Visto che la piccola aveva dormito per tutto il viaggio, Bolshak non si preoccupò di farla riposare ora che erano a casa. Anzi nella sua esperienza con altri tipi di cuccioli sapeva che fiaccarli il più possibile era un bene per farli dormire profondamente per tutta la notte, visto che altrimenti poteva diventare iperattiva proprio mentre lui dormiva e questo poteva diventare un problema. Raggiunse quindi il centro della stanza principale facendole cenno di seguirlo, era il punto più ampio e vuoto della casa quindi perfetto in caso qualcuno dovesse trasformarsi ancora. Decise di sedersi a gambe conserte aspettando che Nyaruru si avvicinasse per poi iniziare a spiegare.
    Piccola, tutti i draghi nascono nella loro forma naturale e imparano ad assumere forme diverse crescendo. Tu però sei per metà umana quindi sembra proprio che la crescita ti abbia messo in una fase di stallo, ma nel profondo della tua natura sei un drago a tutti gli effetti, devi solo imparare a controllare l'energia dentro di te e invece di incanalarla per dare fuoco alle cose, puoi usarla per alimentare la tua forma e trasformarti.
    Sollevò la mano destra per poterle dare una dimostrazione pratica. Portò il palmo all'altezza della fronte dove una serie di scaglie avvolte di melma iniziarono a formarsi, dopodiché rapido come l'estrazione di una spada, il suo corpo generò un grosso spadone fatto di scaglie blu e melma verde, che subito Bolshak piantò nel terreno al suo fianco, mostrandolo con soddisfazione a Nyaruru.
    Alcuni draghi ne hanno un tale controllo da poter manipolare in maniera selettiva il proprio corpo. Ricordi il corno grosso che avevo sulla fronte qualche momento fa? Eccolo qui. Io sono capace di dargli mote forme mentre non sono in aspetto di drago, fa parte delle mie abilità sopite che ho imparato a controllare crescendo. Per me è molto diverso dall'espellere melma. Perché non provi anche tu? Senza fretta. Mettiti comoda e prova a trattenere le tue fiamme nel corpo, così da mandare in circolo l'energia della tua anima, devi sentirla che brucia dentro di te e non fuori.
    Cercava di spiegarle come poteva, ben consapevole che difficilmente ci sarebbe riuscita ai primi tentativi. La spada di Bolshak era una gigantesca prova di quanto fosse potente, e anche il modo in cui l'aveva piazzata dava l'idea di non essere affatto ingombrante: aveva danneggiato il terreno solo il minimo e la melma che la ricopriva non colava inavvertitamente a terra ma si spargeva in maniera uniforme e lenta, sembrava quasi un profumatore per ambienti visto che l'odore della melma di Bolshak era inconfondibile. Di solito un richiamo per le femmine, Sarsha aveva già provato quanto potesse essere pungente e a tratti afrodisiaca, ma in quella situazione Bolshak non ci stava proprio pensando.
     
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    Nyaruru ascoltò attentamente ogni parola di Bolshack. Si guardò le manine scagliose, e strinse i pugni. Quindi anche lei poteva diventare come il suo papà, un drago superfigo! Ok, ce la posso fare! Chiuse agli occhi, concentrandosi il più possibile. Doveva pensare a prima, quando aveva dato accidentalmente dato fuoco a un edificio.Quelle fiamme, così calde...lei sapeva di poterne creare dal nulla, si era già allenata nel farlo a casa, ma senza concentrarsi mai troppo. Ogni volta che voleva creare del fuoco fra le dita, doveva pensare a qualcosa di violento. Non sapeva perchè, ma dentro di lei sentiva questa bestia che conteneva un'energia immensa...non poteva liberarla tutta in una volta, ne sarebbe rimasta distrutta, quindi la stuzzicava un pochino, senza svegliarla, ma facendola sbuffare un poco. E se quella bestia fosse la sua vera forma? Doveva svegliarla per essere la vera se stessa? Però Nyaruru non si sentiva...quella cosa. quindi no, non lo avrebbe svegliato...ma magari solo dargli qualche colpetto. Fuoco...vieni fuori! Quello che successe dopo, Nyaruru non se lo aspettava. All'improvviso si sentì tutta bruciare, formicolare, sentiva i muscoli tirare ed assorbire tutto il calore che il corpo della draghetta produceva...un dolore lancinante alle scapole fece scappare un urlo dalla piccola...sentiva che qualcosa si muoveva li dietro, insieme a un bizzarro movimento sulla testa, ossia le corna che cambiavano orientamento e i capelli che si allungavano, diventando una folta criniera rossa. Le scaglie cambiavano leggermente colore, alcune diventavano in un rosso vivo, ella fine della coda appariva una palletta di pelo che parecchio morbida e fuffosa...ma per ultimo, il cambiamento maggiore: sulle spalle di Nyaruru, in un'esplosione di fiamme e un lancinante urlo di dolore, eccole: due enormi ali eruppero dalle scapole, circondate da fiamme che si dissiparono in pochi secondi, per poi andare in posizione di riposo, leggermente incurvate a coprire parte delle braccia senza coprire il davanti. Anche se il seno era leggermente diminuito in dimensioni, il resto ci aveva guadagnato: Nyaruru aveva una forma più snella, adatta al combattimento, ed uno sguardo più minaccioso...rivolto a Bolshack. La piccola draghetta non aveva considerato le conseguenze di quello che aveva fatto....nella sua testa sentiva rabbia, rabbia, sempre più rabbia: i muscoli erano tesissimi, pronti a balzare all'attacco...ma in qualche modo, Nyaruru resisteva. Ringhiava, ed a un certo punto un vortice di fiamme cominciò a roteare intorno al suo braccio destro: era un attacco? Non se ne potè avere la conferma, perchè le fiamme si dissiparono dopo poco, e la piccola-non-tanto-piccola cadde in ginocchio, stremata, per qualche secondo...sembrava dormire, ma dal nulla alzò la testa per cacciare fuori un urlo furioso, potente. KRYAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! E dal nulla, in un battito di ciglia, si era scagliata contro il primo oggetto nella sua visuale: non Bolshack, ma il suo spadone ricoperto di melma, che avrebbe avuto un drago furioso contro che lo graffiava, lo mordeva, insomma lo stava combattendo furiosamente...senza sapere dell'effetto secondario della melma che ricopriva l'arma. Di certo presto Nyaruru avrebbe subito i suoi effetti, calmandosi un poco...ma Bolshack avrebbe agito prima della sua melma?
     
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    Il drago non si aspettava di certo che la piccoletta iniziasse subito a fare sul serio, ma non volle scoraggiarla restando invece in silenzio, osservando attentamente la scena e cercando di capire cosa le stava succedendo. Riusciva a percepire il suo calore e l'energia fluire nel suo corpo, era davvero strana: non somigliava a nessun drago o possibile mezzosangue che Bolshak avesse mai visto. Sembrava esserci qualcosa di strano in lei e forse era anche molto preoccupante, ma visto che l'intensità era limitata Bolshak non volle darle troppo peso. Continuò ad osservarla finché non sentì la tipica energia che genera un drago quando si trasforma, e subito aprì gli occhi con maggiore attenzione, osservandola minuziosamente. Poteva assumere una forma diversa ma che non alterava troppo le sue fattezze umanoidi, ulteriore conferma che fosse decisamente una mezzosangue. Non mancarono le ali che dapprima colsero con entusiasmo Bolshak, poi lo colpirono in pieno petto dolorosamente come se una spada si fosse conficcata nel suo orgoglio. Perfino quella piccoletta aveva un paio di ali e lui no. Subito dopo però, venne costretto a spostare tutta la sua attenzione su qualcos'altro: gli occhi di Nyaruru. Non sembravano né umani né bestiali, era qualcosa di profondamente oscuro e malvagio, e per un istante gli occhi del Brachydios si fecero seri, mentre la presa sulla spada si faceva salda, come se istintivamente sentisse di doversi proteggere. Poi però, lo sforzo per la piccola divenne troppo, ingestibile, e si piegò a terra in preda al dolore.
    Piccola!
    Gridò preoccupato, quasi balzando in piedi per soccorrerla, restando però fermo quando si rese conto che era tutt'altro che KO, e anzi si sollevò balzandogli addosso come una fiera affamata, iniziando ad assalire il suo spadone e finendo con lo sporcarsi con la sua melma. Prima perplesso, poi il drago blu si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, non era di certo entusiasta all'idea di combattere contro di lei. Ovviamente doveva fermarla, ma in uno stato così inerte la melma ci metteva troppo tempo ad esplodere, al massimo poteva insozzarle petto, braccia e ventre, facendole percepire sensazioni particolari: un calore intenso, mentre l'odore della melma suggeriva un pungente aroma maschile.
    Mi sa che devi lavorare sull'autocontrollo. Succede con i mezzosangue, la parte umana e quella drago non convivono facilmente, come mettere un leone e un bambino nella stessa gabbia.
    Detto questo fece sparire lo spadone prima che Nyaruru riuscisse a farsi esplodere, e con una certa forza la afferrò per la testa, spingendola verso il basso per portarla posizionare con la schiena sulle sue gambe conserte, trasformandosi in un giaciglio per lei. Era calmo, anche se stava per fare qualcosa a cui non era abituato. Di solito ripulire i piccoli spettava alle madri ma visto che l'unico genitore era lui non poteva tirarsi indietro. Portò una mano sulla schiena della piccola e, ben conscio di poterla fermare qualsiasi cosa provasse a fargli, il Brachydios iniziò a leccare via la melma dal corpo di Nyaruru con una grossa lingua blu, molto più grande e calda di quella degli esseri umani. Sulla sua pelle morbida, la piccoletta avrebbe sentito un forte contrasto di temperature molto piacevole, la saliva del Brachydios era melma a sua volta ma raschiandola via con decisione il drago poteva ripulirla, senza però toglierle di dosso quella piacevole sensazione di calore. Bolshak non disprezzava di certo quel compito visto che il corpicino della piccola era davvero piacevole da leccare: il suo ventre era delicato, e una volta passato ai suoi seni si ritrovò a fare pensieri davvero poco consoni ad un genitore, ma inizialmente riuscì a sedarli concentrandosi unicamente sulla melma.
    Devi stare attenta con la melma di papà, rischi di farti male Nyaruru...
     
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    Nyaruru era spaventata. Si sentiva intrappolata in un corpo non suo, un concentrato di rabbia e furia omicida. La piccola era terrorizzata, voleva fermarsi, voleva davvero fermarsi, ma non ci riusciva, il suo corpo non rispondeva ai comandi....guardò inerme il suo corpo che si scagliava contro la spada creata dal suo papà...dentro di se capiva quella rabbia: si sentiva in pericolo, e quindi voleva uccidere qualsiasi cosa si parasse davanti a lei...povera spada. Nyaruru voleva riprendere il controllo del suo corpo, urlava di smetterla, ma il suo corpo era sordo alle richieste...era come se stesse volontariamente ignorando gli ordini che la draghetta gli dava.
    Forse però la soluzione stava arrivando da sè, in quanto la melma che ricopriva l'arma aveva insozzato tutto il suo corpo, che cominciava a sentirsi...strano. Sentiva un bizzarro calore, che faceva battere il cuore, e sentire qualcosa nel bassoventre....Nyaruru non aveva mai sentito una sensazione simile, era davvero strana, particolare...e bella. La piccola sentiva che la rabbia del suo corpo si stava dissipando, ma ancora non riusciva a prendere il totale controllo. Mentre Bolshack poi prendeva il suo furioso corpo per metterselo sulle gambe, Nyaruru sentiva un calore familiare, che le consentì di aumentare la presa su se stessa. Ngh....grr... Ma tutte le difese sembrarono crollare quando il drago iniziò a pulire la piccola, senza considerare che la melma l'aveva resa parecchio...infervorata. Ben presto iniziò ad ansimare, ed anche se Nyaruru aveva ormai ripreso le redini sul suo corpo, ora erano le sue emozioni a ribellarsi: sentiva qualcosa dentro che cresceva, e che ben presto esplose: il primo piccolo, grande orgasmo di Nyaruru. K-yayawawn..... Insieme ai versetti, tutto il corpo della piccola si tese, soprattutto le ali che si allargarono , coprendo il corpicino in preda al piacere della draghessa, quasi a nascondere l'imbarazzo.
     
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    Successe qualcosa di molto inaspettato mentre la leccava e tentava di darle una ripulita. Il corpo di Nyaruru iniziò a formicolare, si tese e subito divenne molto più caldo. Il suo sapore cambiò e i versi si deformarono, trasformando quelli che erano ruggiti animaleschi in gemiti di piacere. Bolshak era abbastanza esperto di ansimi di drago da capire che quello era il suo primo orgasmo, cosa che riuscì a mettere un pochino in imbarazzo il Brachydios che non pensava affatto che la piccola fosse in grado di provare qualcosa del genere vista la sua età. Com'era possibile? Forse la sua natura duale aveva permesso a quel corpo di svilupparsi più velocemente? O era una conseguenza della sua trasformazione? Una cosa sola era certa: il trattamento di Bolshak aveva funzionato visto che era riuscito a calmarla e a renderla più docile. Il suo primo pensiero però, fu assicurarsi che stesse davvero bene.
    Va meglio piccola...?
    Disse a bassa voce, interrompendo per un istante il suo da fare... per poi riprendere subito dopo. Nyaruru non era ancora del tutto pulita ma questa era solo la scusa che Bolshak si disse per poter continuare, leccandola ora dal ventre a scendere, avvicinandosi sempre di più al suo odore femminile che aveva rilasciato assieme al primo orgasmo. Leccò avidamente ogni traccia della sua stessa melma sostituendola con saliva bollente, era come se la stesse avvolgendo di una coperta liquida calda e molto accogliente, mentre lui ne assaporava la vera essenza. Non poteva negare di esserei n un certo senso inebriato dal sapore di Nyaruru, era molto diverso da quello di un qualsiasi altro drago, era qualcosa di più perverso, diabolico quasi, e quando finalmente la lingua del drago fu tra le sue cosce, subito le lappate si fecero molto più lente, andando a cercare le sue grandi labbra raccogliendo i frutti di quel primo orgasmo per poterlo assaporare e mescolarlo con la sua melma. La piccola avrebbe sentito la sua intimità entrare a diretto contatto con quel muscolo bollente avvolto dalla melma incandescente del suo papà, non più semplicemente una ripulita ma un vero e proprio modo per assaporarla. La leccò avidamente, lasciandosi trasportare dal desiderio, iniziava già a sentirsi eccitato e le sue dita stringevano Nyaruru con affetto a desiderio, come a volerla invitare a non andarsene e continuare a concedersi quel perverso quanto affettuoso lavaggio da parte del suo improvvisato genitore. Continuò a leccarla, sempre lento, lasciando che la sua lingua esplorasse anche le gambe e le morbidissime natiche di Nyaruru, insinuandosi in ogni parte di quelle delicatissime forme senza oramai nessuna vergogna. Avrebbe cercato i suoi anfratti e se la piccola avesse aperto le gambe di sicuro la lingua di Bolshak sarebbe finita per inoltrarsi dentro la sua carne, spartendo le grandi labbra e dandole un primo assaggio in una parte profonda che di sicuro nessuno aveva mai toccato. La sua verginità eccitò ancora di più Bolshak che a quel punto era marmoreo, e Nyaruru poteva sentire la verga del suo genitore punzecchiarle le ali e la schiena, facendole sentire quanto fosse coinvolto a quel punto.
     
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    Se da una parte Nyaruru aveva ripreso possesso del suo corpo, ora lo stava ancora perdendo, ma per un altro motivo: quel turbinio di sensazioni sconosciute la intrigava, e voleva farsici assorbire ancora di più. Mentre Bolshack la leccava, lei poteva sentire una calda sensazione, piacevole, che la ricopriva...sembrava di stare in una sauna, ma il vapore veniva da angeli che facevano amorevolmente l'amore. Forse era una metafora un po audace, ma era l'esatta sensazione che Nyaruru sentiva. Non si poteva dire che la piccola si arrese alle cure del drago, perchè non aveva mai lottato: senza proferir protesta, aprì le gambe a Bolshack, sentendo ad ogni sua leccata un fremito di piacere, che si traduceva in un piccolo gemitino. D'altro canto, venire trattata in questo modo la faceva sentire trementamente in imbarazzo: si era coperta la faccia con le mani, e il resto del corpo con le ali, ovviamente lasciando lo spazio al suo estemporaneo padre per...fare. Pensandocio poi, non era del tutto convinta che fossero queste le cose che un bravo genitore doveva fare...ma forse per i draghi era un'abitudine consolidata, la piccola non lo poteva sapere. Di conseguenza non avrebbe avuto nessun problema con quello che il grande drago aveva in serbo per lei...per esempio le lappate che lentamente si insinuavano in lei, provocandole gemiti via via sempre più acuti ed erotici. Intorno a lei l'aria si faceva stranamente pesante, e carica dell'inconscio desiderio di Nyaruru. P-papà...fai un po più pianwo....gwuwu.... Intanto si stringeva nelle sue ali, mentre sentiva qualcosa che premeva contro la sua schiena...cos'era, il ginocchio del suo papà? Eppure li sentiva già entrambi...magari era la coda? La piccola si faceva queste domande senza conoscerla verità, che presto sarebbe calata con forza su di lei.
     
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