Il cliente ha sempre ragione ... purtroppo!

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  1. EllariaSand
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    "No, no, no! Non avete capito niente. Se la trascinante protezione o non protezione finirete sicuramente con lo sfrisarla. E avete la minima idea di quanto costi un blocco di marmo di quella qualità? Vi assicuro che il vostro stipendio non vale nemmeno un decimo del suo valore. Quindi vedete di usare il cervello."
    Selenya è irritata.
    Terribilmente irritata, cosa non molta buona per un mannaro.
    Per un'Antico come lei poi.
    Fortunatamente vederla perdere le staffe è un evento più unico che raro, perchè altrimenti si che quei poveretti avrebbero avuto di che temere.
    Si è trasferita dalla sua amata Mosca, in Russia, solo da pochissimi giorni ormai e come sempre in occasioni come quelle non ha perso tempo nemmeno per un secondo iniziando subito a informarsi sui principali intenditori d'arte della città e garantendosi un debutto coi controfiocchi. Ovviamente, la sua fama come artista privata non è certo ignota a chi fa parte dell'ambiente, ma guadagnarsi qualche cliente in più non fa mai male.
    Trovato il locale giusto per trasferire il laboratorio e la galleria, si è subito rivolta a quell'associazione di trasporti. Dopotutto, qualcuno si deve pur occupare di consegnare le sue prestigiose opere ai clienti, e almeno inizialmente quell'agenzia era sembrata la scelta migliore.
    "Puntualissima come sempre. Ho fatto bene ad affidarmi a lei, mia figlia sarà entusiasta.", la voce di Dante d'Aville la raggiunge alle spalle, spingendola a voltare il capo e a distendersi in un ampio sorriso.
    Dante d'Aville è uno dei maggiori esperti d'arte moderna, un vero e proprio mecenate in cerca di nuovi talenti che, già alcuni anni prima, aveva avuto modo di conoscere durante uno dei suoi innumerevoli viaggi per sponsorizzare la propria arte.
    Un Tiranide incredibilmente alto e grande quanto un armadio, dal carapace scuro a coprirgli gran parte del corpo ma con un sorriso degno del dio sole. Quando aveva saputo del suo arrivo in città, le aveva chiesto di creare una scultura in marmo per sua figlia, che di li a poco si sarebbe laureata in lettere e per la quale aveva richiesto una riproduzione di Amore e Psiche di Canova ... solo che Amore, essendo il suo fidanzato un demone, avrebbe dovuto avere l'aspetto di una creatura degli inferi e Psiche quello della figlia. Il tutto decorato ai lati con dei basilischi, emblema della famiglia.
    Un lavoro di grande prestigio che solo lei avrebbe potuto compiere.
    "Dante! Grazie al cielo, mi hai illuminato la giornata.", sorride, concedendogli un leggero bacio sulla guancia per poi tornare a osservare con un sospiro gli agenti di trasporto che si prodigavano a calare la statua dal camion, "Non sai che piacere sia stato sapere che eri qui. Confesso di essere rimasta sorpresa, comunque sono felice di rivederti. E' bello sapere che esiste qualcuno in grado di apprezzare la mia arte.", osserva.
    Quello annuisce appena.
    "Posso vederla?", chiede Dante, con un luccichio che lei ben conosce negli occhi.
    Annuisce.
    "Togliete la plastica, il mio amico vorrebbe vederla.", ordina.
    Gli agenti annuiscono rapidamente, togliendo la protezione semitrasparente usata per proteggere la struttura e rivelandola infine in tutto il suo magnifico splendore.
    Una statua un marmo lucido, grande quanto sette uomini e raffigurante un demone dalla bellezza sovrumana che, con le ali spiegate, regge la vita di una giovane tiranide dai lineamenti altrettanto dolci e aggraziati. Lo stile è palesemente classico, ma l'accuratezza posta nel ricreare le espressioni e il fisico dei due è fa comprendere facilmente quanto sia stato difficile ricrearla: le ali demoniache sono perfettamente e minuziosamente scolpite, con le vene in rilievo nell'atto del volo, mentre le vesti in seta sembrano coprire come indumenti reali i corpi dei due amanti in un perfetto connubio di forme.
    Persino i presenti si fermano, osservando la scena in silenzio.
    Si trovano all'ingresso della Villa di D'Aville, situata vicino al parco, e quindi tutti i passanti possono ammirare senza problemi la scena di fronte a loro. Cosa che normalmente avrebbe infastidito la mannara, ma che in una situazione simile non poteva che farle trarre vantaggio.
    "E' ... beh ..."
    "E quella cosa sarebbe?", Selenya si volta di scatto, assotigliando lo sguardo mentre osserva la giovane avvicinarsi. Sa benissimo chi sia, ha dovuto farle innumerevoli schizzi per poter riprodurre fedelmente le sue fattezze nella sua opera constatando di persona quanto padri e figlie possano essere diversi, ma non era ancora mai stata tentata di ucciderla. Non fino ad allora almeno.
    Osserva freddamente la giovane tiranide avvicinarsi, per poi guardare il padre: "E' assurdo. Perchè diamine ci sono dei basilischi? Avremmo dovuto essere presenti solo io e Adam!", sbotta, palesemente sconvolta.
    Un formicolio lieve percorre le membra della mannara.
    Dante sospira, palesemente nervoso e in imbarazzo: "Amore, quello è lo stemma della nostra famiglia."
    "E allora? Fagliene fare un'altra.", osserva lei, incrociando le braccia.
    Se c'era qualcosa che Selenya odiava era essere trattata come una qualsiasi produttrice di beni di terz'ordine, specialmente da parte di qualcuno che doveva avere si e no un centesimo dei suoi anni. Tuttavia, si trattene, inghiottendo quel boccone amaro e sorridendo, a dispetto della discreta voglia di staccare quella testolina insolente.
    Dante sospira, osservandola affranto: "Prometto che ti ripagheremo i materiali, riesci a terminarla per tempo?"
    La mannara annuisce appena.
    "Si, posso provarci. E per questa volta, in nome dei nostri rapporti, non chiederò un rimborso per il tempo perso.", lui annuisce appena, comprensivo e ben consapevole di come, solitamente, la giovane non sia mai solita far nulla per nulla.
    "Andiamo, ho un'altra scultura da fare. E voi rimettetela sul camion, vedrò di trovarle un'altra sistemazione.", afferma, seccata, prima di voltarsi e dirigersi a passo di marcia verso casa.
     
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