Sanssouci

appartamento di Adam Qadmon.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    HF Utenti+
    Posts
    1,181
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    OFFLINE
    Scherzosamente (Ma neanche troppo) chiamata da Adam come la residenza privata di Federico il Grande, "Sanssouci" (Letteralmente "Senza pensieri") non è affatto la villa principesca che lo stesso ex homunculus desidererebbe, bensì uno spazioso e comodo appartamento situato in un vetusto condominio della Roma bene, principalmente abitato da rispettabili esponenti della medio-alta borghesia cittadina quantomeno apprezzabili per la loro discrezione e buona educazione. Venne preso in affitto da Adam non appena poté permetterselo e da allora buona parte delle sue risorse finanziare sono destinate proprio al suo abbellimento e alla sua costante rifinizione.
    L'appartamento consta di sei stanze più un piccolo sgabuzzino, disposte secondo questo schema: un ampio salotto che funge anche da ingresso, con parquet e carta da parati raffigurante delicati uccellini e fiori tropicali, un corridoio centrale su cui a destra sono posti cucina, stanza da pranzo e bagno, mentre sul lato opposto la stanza da letto di Adam, quella per gli ospiti e il già citato sgabuzzino. L'appartamento è di foggia decisamente classica, per non dire antica, con parquet dai colori caldi e scuri, mobili d'alta ebanisteria e carta da parati e pannelli di legno alle pareti ovunque. Il salotto presenta un soffitto a volta ed è letteralmente cinto da un imponente libreria che raggiunge il soffitto, piena di pregevolissimi tomi quasi tutti antichi e rilegati in pelle, tanto che l'odore caratterizzante dell'intero appartamento è quello della carta, dell'inchiostro, della pelle antica e della cera per il legno, i divani stessi sono in pelle e si presentano intonsi e cedevoli come quelli delle zie particolarmente facoltose e disperatamente zitelle. A dire il vero, tutte le stanze sembrano essere arredate secondo il rigido ma elegante gusto di una delle suddette zitellone, rispecchiando un profondo amore per il passato e un palese disprezzo per la modernità. In tal senso, ogni stanza è letteralmente ingombra di costosa chincaglieria e di suppellettili d'antiquariato: dagli uccelli impagliati alle statue in argento, dai servizi da tavola in porcellana cinese o di Sèvres (Di cui è riuscito ad accaparrarsi un servizio da tè a un prezzo esorbitante da un antiquario e che è uno dei suoi tesori più preziosi), a ninnoli intagliati nell'avorio o nel cristallo che fanno la sua gioia più segreta, non c'è mobile, vetrinetta o superficie che non è invasa da questo scintillante, fragile e costoso esercito di bellezza. Allo stesso modo, così anche le pareti sono piene di quadri, perlopiù ottime di riproduzioni di opere impressioniste o romantiche con pesanti cornici in legno massello e finemente intagliate a mano, pezzi d'arte quanto le opere che proteggono.
    Le uniche stanze che possono vantare una natura un po' più moderna sono l'ampio bagno dotato sia di vasca che di doccia e la cucina, ma soltanto perché dotata dei necessari elettrodomestici per poter condurre una vita comoda. Infine, piccole isole di modernità sono un giradischi per la sua collezione di vinili (Principalmente musica classica) e che all'occorrenza funge anche da radio, un ampio televisore al plasma voluto dai precedenti inquilini e solitamente spento, se non per ascoltare in diretta concerti di musica classica, opere liriche o teatrali o, talvolta, altri programmi dello stesso tenore e, infine, un piccolo portatile sullo scrittoio nella sua camera da letto, circondato da manuali di istruzioni e da tomi divulgativi sul suo funzionamento, che Adam sta cercando di imparare a utilizzare tra il disperato e lo sprezzante. Tutta la casa, infine, presenta l'ordine e la pulizia più complete, al cui mantenimento Adam impiega con gioia almeno un paio d'ore al giorno. Infine, particolare non indegno di menzione, sono l'alto contenuto di dolciumi conservati nella dispensa dell'appartamento, altra passione che l'ex homunculus preferisce tenere nascosta.
     
    .
  2.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Hentai Member

    Group
    Member
    Posts
    541
    Location
    Verona, Italia

    Status
    OFFLINE
    Selenya parlato - Selenya pensato
    Queenie parlato - Queenie pensato
    Alveare pensato
    Narrazione


    Londra.
    Quanto le era mancata quella città?
    Le labbra della russa si incresparono in un leggero, nostalgico sorriso, mentre alzava silenziosamente lo sguardo verso il cielo in cui, ormai, il sole aveva cessato di splendere già da parecchio lasciando lo spazio ai raggi meno aggressivi e decisamente più eterei della sorella luna, adeguatamente accompagnata dal proprio corteo di stelle simili a miliardi di luce sparate dello spazio cosmico.
    Inspirò profondamente l'aria fresca della sera, riempiendosene i polmoni col gusto di chi sa che, una volta tornato a casa, ben difficilmente avrà modo di assaggiare temperature che non si abbassino oltre i 30°.
    Alistair, l'elegante vampiro che l'aveva fatta giungere, da Roma, sin li solo al fine di presenziare alla conferenza da lui organizzata in quanto presidente di una delle maggiori associazioni culturali della città, l'aveva gentilmente invitata a uscire a cena. I due avevano trascorso la maggior parte della serata in un elegante ristorante mobile, costruito all'interno di un traghetto che aveva permesso loro di degustare un'ottima aragosta al burro e degli altrettanto eccellenti vini londinesi proprio mentre la barca solcava silenziosamente le acque limpide del fiume ... una serata d'eccellenza, che difficilmente le sarebbe stata offerta se il vampiro stesso non fosse stato consapevole di quanto la sua presenza alla conferenza del giorno dopo avrebbe potuto portare non pochi verdoni nelle tasche sue e dell'associazione.
    Non che a Selenya importasse ... era fin troppo abituata a coloro che ricorrevano al suo nome per pervenire a un guadagno personale, e finché lei stessa avrebbe avuto modo di usufruire della loro avarizia per ampliare la propria rete di conoscenze sarebbe stata ben felice di soddisfarli.
    Scosse silenziosamente il capo, attraversando con passo volutamente moderato i giardini. Ovviamente, Alistair si sarebbe volentieri offerto di riaccompagnarla anche all'hotel in cui alloggiava, ma la russa non aveva voluto sentire ragioni ... era da mesi che non tornava in quella città, i giardini in particolare le erano mancati terribilmente: non che la capitale italiana fosse priva di spazi verdi, ovviamente, ma quel luogo aveva rappresentato a lungo tempo per la mannara uno dei pochi angoli di pace in cui rifugiarsi a riflettere in cerca di ispirazione per le proprie opere. E decisamente, non aveva alcuna intenzione di tornarci di giorno ... voleva gustarne appieno la sublime bellezza, che di notte, con la sola luce dei lampioni a illuminarne i sentieri, raggiungeva il massimo del proprio splendore.
    Per questo la mannara passeggiava, sola e apparentemente (molto apparentemente) indifesa lungo i sentieri del giardino. Per la serata con l'illustre presidente dell'associazione aveva optato per un elegante ma non eccessivamente pretenzioso vestito in velluto color inchiostro, con le spalline bianche e un grazioso fiocco posto e decorarne il petto, mentre per proteggersi aveva deciso di ricorrere a una pelliccia di ermellino bianca e dai bottoni in oro, posta ora a coprirle le spalle. I capelli, un'elegante chioma dalle sfumature color ghiaccio, erano raccolti in una semplice crocchia mentre ai piedi indossava delle eleganti scarpe de sera con tacco alto, decorate da delle rifiniture in argento, non dissimili alla foggia degli orecchini che indossava.
    E avrebbe proseguito volentieri nella propria passeggiata, se improvvisamente una serie di singhiozzi strozzati non la costrinsero a fermarsi repentinamente. Si osservò attorno, improvvisamente all'erta, fino a quando il proprio olfatto sopraffino non venne investito dall'odore sin troppo famigliare di sesso e seme maschile ... alzò un sopracciglio, seguendo perplessa quel suono così insolito, specialmente all'interno di quei giardini che di notte erano solitamente deserti.
    Fu solo dopo una rapida svolta del sentiero che lei stessa stava seguendo, che si dovette bloccare, osservando sconcertata lo spettacolo ai propri piedi.
    Una giovane donna, che a giudicare dai tratti palesemente apeschi doveva trattarsi di una tiranide, letteralmente immersa in un fiume di sperma bianco e circondata da quelle che sembravano in tutto e per tutto una dozzina abbondante di uova dalla superficie color dell'oro, oltre che da uno stormo di tiranidi in miniatura ... che non appena videro la figura della mannara avvicinarsi si misero sull'attenti.
    La povera Queenie, che ancora traumatizzata a causa della violenza appena subita non si era nemmeno accorta dell'arrivo della mannara, dovette tuttavia rendersene conto quando un coro di "Indietro, marrana!" e "Non permetteremo che nessun altro si avvicini alla nostra Regina!" o ancora "Fai un altro passo, e ti pungo il sedere!" non la costrinsero ad alzare faticosamente il capo.
    Le sue ancelle, che dopo l'incontro con Daisuke erano ben lungi dal fidarsi di qualsivoglia sconosciuto, si fiondarono in massa verso la russa, che si limitò a lanciare loro uno sguardo di vaga commiserazione prima di usare la propria antlomanzia per congelarle letteralmente sul posto.
    "Bel tentativo, demigelle ... ora se non vi dispiace darei una mano alla vostra amica.", disse, non senza una nota di spudorata ironia nella voce, superando le povere ancelle che non poterono far altro che rimanere a guardare impotenti la russa che, silenziosa, si avvicinava alla loro sovrana.
    Non appena se la vide venire incontro, coi suoi centonovante centimetri di altezza, la povera Queenie si ritrovò a tremare ancora più di quando non avesse continuato a fare sino ad allora, indietreggiando disperatamente nel tentativo di allontanarsi da quella figura dall'aura non dissimile da quella del suo amato ... ma che per qualche motivo le appariva talmente fredda da farle gelare il sangue nelle vene. Selenya, dal canto suo, non poté non sentire una vaga scossa di eccitazione, nel vedersi quella meraviglia della natura praticamente nuda di fronte ai propri occhi ... tuttavia, non era certo una barbara, e come se non bastasse la poveretta sembrava averne già passate parecchie: motivo per cui riuscì a celare senza problemi la propria fame, avvicinandosi a lei cautamente.
    Quando la vide abbassarsi su di sé, Queenie chiuse gli occhi, aspettandosi di ritrovarsi rinchiusa in un blocco di ghiaccio ... quando improvvisamente una mano dolce, e inaspettatamente calda, le si posò delicatamente sul capo.
    "Si sente bene, signorina?", la voce calda della russa colse Queenie di sorpresa, mentre apriva timidamente un occhiolino finendo inevitabilmente col trovarsi a un passo dal volto palesemente preoccupato della donna. La tiranide deglutì, il cuore che ancora batteva a mille, prima di scoppiare letteralmente a piangere, fiondandosi disperata contro il petto della russa che, sorpresa, non poté che accogliere il volto arrossato e sporco di seme della tiranide contro il proprio seno.
    Sorrise, accarezzandole delicatamente il capo, mentre cercava di consolarla. Lasciò spaziare il proprio sguardo sul corpo di lei, mentre le iridi color lapislazzuli si offuscavano trasformandosi rapidamente in un mare in tempesta ... i vestiti della giovane erano totalmente squarciati, non ne rimaneva quasi nulla, e ciò non faceva che mettere ulteriormente in mostra quel corpo dalle curve già dirompenti di suo e il ventre apesco ancora in parte gonfio a causa delle uova non ancora espulse. Non vi era un solo centimetro di pelle che non fosse coperto di sperma, e come se non bastasse sia i polsi delle mani che le caviglie portavano i segni rossi di quella che doveva essere stata una violenza a dir poco crudele e barbarica. La cosa più strana, tuttavia, era il cappotto palesemente maschile che era stato lasciato a coprirle le spalle.
    La russa lo osservò interdetta, incerta su cosa pensare ... quale stupratore riduceva la propria vittima in quel modo per poi prendersi pure la briga di coprirla?
    Selenya non era nuova a quel genere di situazioni, dopotutto lei stessa era ben nota in quel paese a causa degli innumerevoli stupri che aveva perpetrato ai danni di giovani indifese ... tuttavia, vi era una netta differenza tra il suo modus operandi, che ben di rado la vedeva abusare delle proprie vittime senza prima averne soggiogato la volontà coi propri veleni, spingendole a desiderarla a loro volta, e uno stupro fine a sé stesso portato a termine proprio come una bestia farebbe per evidenziare il proprio dominio sugli altri.
    E se c'era qualcosa che la russa odiava con tutta sé stessa, era la barbarie.
    Un motto di rabbia gelida le percorse le membra, mentre contraeva la mascella fino a farsi scricchiolare i denti.
    Poi tuttavia parve calmarsi, limitandosi a registrare silenziosamente l'odore trasmessole da quel luogo e tornando a osservare la tiranide.
    "E' meglio che chiami le autorità. Dovranno interrogarla, in modo da risalire al colpe ...", non appena tuttavia Queenie sentì parlare delle autorità, sgranò gli occhi: ricordava ancora chiaramente le minacce del proprio carnefice, e non voleva assolutamente correre il rischio che risalisse nuovamente a lei. Scosse violentemente il capo, il volto ancora rigato dalle lacrime: "No! Niente autorità ... ti prego. Io ... voglio solo andare a casa!", scoppiò nuovamente a piangere, mentre Selenya la osservava interdetta, prima di sospirare, "Va bene, ti accompagnerò a casa.", disse, prima di sollevarla, praticamente senza sforzo, a voltarsi nuovamente verso le ancelle.
    Le poverette, le cui ali erano ancora saldamente bloccate nella morsa di ghiaccio della russa, non avevano smesso di osservarla nemmeno per un istante. E se inizialmente si erano dimostrate diffidenti, ormai sembravano aver perso ogni genere di spirito combattivo, anche se alcune continuavano a osservarla palesemente offese all'idea di essere state surclassate con tanta facilità. Selenya le osservò freddamente, voltandosi poi a guardare le uova e annullando velocemente la propria antlomanzia per poi dire, gelida: "Forza, piccolette. Date una mano alla vostra padrona, prendete e uova e andiamo. E se fate scherzi ...", le poverine si bloccarono, terrorizzate, "... vi imbottisco di veleno.", concluse, avviandosi lungo il sentiero.

    ***

    Grazie alle indicazioni di Queenie, che rimase per tutto il tempo col viso saldamente infossato contro la pelliccia che ricopriva il colletto della propria salvatrice, la russa riuscì a orientarsi senza problema.
    Il peso della tiranide non sembrava rappresentare un particolare intralcio, e grazie al cappotto del violentatore, che riusciva bene o male a proteggere il corpo della tiranide da sguardi indiscreti, alla fin riuscì comunque a raggiungere la destinazione indicatale dalla giovane: si trattava di un elegante condominio, situato in uno dei quartieri più altolocati della città, il cui stile fresco e moderno faceva intuire chiaramente come fosse stato edificato da poco.
    Selenya raggiunse rapidamente la porta indicatale, per poi voltarsi verso la tiranide: "E' qui che abita il tuo compagno?"
    Queenie si limitò ad annuire con forza.
    Con la povera tiranide ancora tra le braccia, la russa non ebbe molte alternative se non prendere letteralmente a calci la porta per bussare e spingere colui che abitava in quell'appartamento ad aprirle ... non che fosse arrabbiata, ma le continue occhiatacce che le ancelle avevano continuato a lanciarle lungo tutto il tragitto dal parco fino alla loro meta aveva reso l'umore della russa decisamente irritato. Era già tanto se non le aveva nuovamente congelate, o magari imbottite di afrodisiaco, giusto per vedere cosa avrebbero combinato, tuttavia quelle piccolette per quanto irritanti le servivano per trasportare le uova ... e per quanto non fosse esattamente uno stinco di santo, nemmeno la russa si sentiva in vena di abbandonare dei piccoli innocenti al proprio destino.
     
    .
  3.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    HF Utenti+
    Posts
    1,181
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    OFFLINE
    Era trascorso poco meno di un mese da quando era ritornato da Londra e, finalmente, aveva iniziato a trovare quella stabilità emotiva che prima l'incontro con Hilda in un senso e poi quello con Queenie in un'altro, avevano tanto alterato: certo, spesso la sensazione di sporcizia, di viltà che la vampira gli aveva lasciato addosso l'aggrediva nei momenti più impensati, soprattutto quelli in cui si scopriva in attesa di una chiamata da parte di Domino, di un segno che la sua esistenza potesse davvero essere d'aiuto a qualcuno ma, incredibilmente, riusciva a tenerla sotto controllo, a strapparsela di dosso e a ritrovare la pace che aveva turbato. Certo, era lontanissimo dall'aver deciso cosa fare con la sua tremenda ma affascinante aguzzina ma, in qualche modo, era riuscito a trovare un modo per convivere con il suo ricordo e benché questo non lo aiutasse a sentirsi meno codardo, era comunque un miglioramento rispetto alla depressione strisciante dei primi tempi.
    Allo stesso modo, l'idea che stesse per diventare padre e che avesse una relazione per così dire "aperta" con quella dolce, bella apetta ancora lo sgomentava ma, grazie alla distanza mitigata da un costante contatto telefonico, aveva iniziato ad accettarla benché comunque la cosa lo preoccupasse moltissimo e, per certi versi, ancora non riusciva a crederci. Insomma, che razza di padre sarebbe potuto essere se non sapeva neanche cosa fare della sua vita, incapace com'era di affrontare i suoi demoni? Senza contare che, sebbene lo fosse da un punto di vista genetico, non aveva idea di cosa volesse dire davvero essere una tiranide, quasi tutto quello che riguardava la sua specie gli era ignoto e non aveva idea di come avrebbe dovuto considerare i suoi innumerevoli figli: le creaturine che sarebbero uscite fuori dalle uova lo avrebbero riconosciuto come loro padre? Sarebbe riuscito a stabilire con loro un rapporto amorevole, sano? Ma, soprattutto, sarebbe riuscito a volergli bene? Ricacciava costantemente questo pensiero nell'oblio ma non faceva altro che nascondersi da stesso, dalle sue paure poiché era perfettamente consapevole di temere proprio questo: vedere quelle piccole tiranidi e non riconoscerle come una parte di sé, non riuscire a provare quel sussulto del cuore, quel fremito dell'animo che, come immaginava, dovrebbe cogliere ogni genitore nel vedere per la prima volta i propri figli. Dopotutto, se non fosse stato per gli incontri che aveva fatto in quei pochi mesi, mai avrebbe potuto immaginare di riuscire a provare affetto, ammirazione per qualcuno, tanto chiuso, indifferente agli altri credeva di essere... certo, Veronica, Domino, Queenie stessa e molti altri avevano dimostrato il contrario ma con quanti di essi aveva provato a stabilire un legame duraturo? Soltanto con Queenie e con non pochi problemi! Si sentiva davvero come un bambino che, ancora incerto sulla bicicletta senza rotelle, prova a mettersi in sella a una moto rombante: bellissima, certo, ma anche spaventevole e pericolosa, poiché sarebbe stato semplicissimo finirvi fuori strada.
    Come detto, però, aveva imparato a controllare (sia pure maldestramente) le sue paure e in quegli ultimi giorni aveva ritrovato una routine forse un po' solitaria ma decisamente confortevole: aveva trascorso buona parte della giornata a fare da insegnante privato per alcuni bambini del suo stesso condominio, un piccolo lavoretto che aveva iniziato per arrotondare e trascorso la serata a leggere sorseggiando un buon bicchiere di vino rosso, per poi andare a letto non troppo tardi, non prima di aver inviato un messaggio della buonanotte proprio alla dolce Queenie: si sentiva un po' a disagio, talvolta, a proseguire quell'interrotto scambio di messaggi spesso decisamente dolci, non tanto perché gli dispiacesse ma perché temeva di apparire un adolescente infatuato e, ça va sans dire, non trovava tale somiglianza minimamente lusinghiera; sapeva, però, che a Queenie faceva piacere e vi si dedicava comunque, anche perché non voleva che la piccina potesse, sia pure in qualche momento, pensare che lui potesse sfruttare la loro lontananza per, pian piano, sfilarsi dai suoi doveri e sparire: trovò un po' strano che la piccina non gli avesse più risposto dal pomeriggio ma credette che, stanca del lavoro e della gravidanza insieme, si fosse assopita dimentica di contattarlo. Trovò questa immagine molto tenera e se la cullò per qualche minuto prima di addormentarsi con un lieve sorriso che gli curvava le labbra.
    Fu risvegliato di colpo da dei rumori intensi che, per un attimo, nella confusione del sonno interrotto non riuscì a comprendere prima di identificarli come qualcuno che stesse prendendo a calci la porta di casa sua. Guardò con sorpresa la sveglia e notò che era notte fonda, sorpreso da una visita così inaspettata e, soprattutto, così villana dato che lo sconosciuto visitatore avrebbe potuto utilizzare il campanello, almeno non avrebbe rischiato di svegliare i suoi vicini. Si alzò di tutta fretta e, non avendo tempo per rivestirsi, andò alla porta così com'era, cioè con una maglietta aderente blu scuro e i pantaloni del pigiama sempre del medesimo colore.
    Arrivo, arrivo! Smettetela di prendere la porta a calci! - si brontolò a voce alta per sovrastare il fragore di quel "bussare" così maleducato, con il volto ancora un po' assonato, gli occhi un po' rossi e i capelli spettinati. - Insomma, un po' di buone maniere! Ma dico, lo sa che ore son- Queenie?! - esclamò stupefatto aprendo al porta, incontrando lo sguardo della sua dolce Regina tenuta in braccio da una donna sconosciuta. Lo sguardo stupefatto di Adam vagò confuso dapprima sulla figura decisamente scarmigliata e provata di Queenie, quasi interamente coperta da un cappotto stranamente maschile per poi andare su quella elegante e imponente, malgrado la grazie femminile che esprimeva, della sconosciuta: sebbene, infatti, Adam potesse vantare una statura di ben due metri d'altezza, alla donna mancava appena una decina di centimetri per raggiungerlo e la cosa lo colpì non meno di vederla agghindata per una serata di gala, cosa che stonava assolutamente con le condizioni di Queenie. Non fece nemmeno in tempo a riaversi dal suo sgomento che, appena oltre le spalle della sconosciuta vide le ancelle della sua Regina, decisamente serie e di cattivo umore... che portava ognuna un grosso uovo dorato. Dire che Adam rischiò un mancamento non sarebbe esagerato dato che, per evitare di barcollare all'indietro, dovette reggersi allo stipite della porta mentre strabuzzava gli occhi. - M-ma cos'è a-accaduto... - balbettò in un sussurrò appena udibile, mentre il suo povero cervello, sovraccaricato da quegli eventi assurdi, produceva un'unica ipotesi possibile: Queenie voleva fargli una sorpresa soltanto che, mentre veniva da lui, le si erano rotte le acque e aveva partorito di notte, da sola, al freddo, sicuramente aiutata da quella giovane donna che, di certo, era appena uscita da una serata a teatro o in qualche villa della Roma bene. Le immagini di lei che sola, impaurita e infreddolita partoriva al buio lo fecero destare e si spostò di lato, permettendo alle due donne e all'alveare di Queenie di entrare in casa. - Ma entrate, entrate! - disse, nervoso, chiudendo la porta quando l'ultima delle ancelle fu entrata.
    Queenie! Come stai, piccola? Cos'è accaduto, sta bene? Stanno bene le uova? Devo chiamare un'ambulanza? - chiese rispettivamente a Queenie, alla sconosciuta e alle ancelle, spostando freneticamente su ognuna di loro mentre si avvicinava alla donna porgendole le braccia, affinché potesse prendere tra le sue la sua piccola, dolce Regina e stringerla dolcemente a sé, facendole sentire il suo calore, la sua presenza. Era preoccupatissimo, confuso e decisamente fuori di sé... e purtroppo, non era che l'inizio.
     
    .
  4.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Hentai Member

    Group
    Member
    Posts
    541
    Location
    Verona, Italia

    Status
    OFFLINE
    Selenya parlato - Selenya pensato
    Queenie parlato - Queenie pensato
    Alveare pensato
    Narrazione


    Selenya osservò la porta, valutando silenziosamente l'ipotesi di lasciar andare velocemente la giovane tiranide, trasformarsi e sfondarla ... se non che proprio nel mentre tali e pacifiste elucubrazioni si stavano affacciando nella sua mente non vede l'uscio di schiudersi, mostrando un giovane decisamente attraente.
    E mongolo ... si, perché non avrebbe saputo definire in altro modo la reazione di quello, nel momento in cui vide le uova e dovette aggrapparsi allo stipite per non collassare a terra. La russa ne seguì silenziosamente lo sguardo, facendo un rapido due più due per poi chiedere, supplice: "Sei sicura che sia proprio la porta giusta? Perché non per dire, ma dalla reazione mi viene da dubitare non poco delle capacità intellettive del tuo compagno.", disse, nella vaga (e vana) speranza di aver bussato alla porta sbagliata e che magari il tipo a cui avrebbe dovuto affidare quella povera neo-mamma fosse in realtà qualcuno di ben più pronto all'evenienza.
    Queenie, col volto ancora silenziosamente infossato nel calore della sua pelliccia, si asciugò silenziosamente le lacrime ... fece per rispondere, ma venne preceduta dalle sue ancelle che, giustamente, non appena videro il loro eroe aprire la porta gli volarono incontro. Iniziarono a ronzare, palesemente arrabbiate, cercando di esprimersi alla meno peggio e ricorrendo al linguaggio dei segni per cercare di fargli comprendere quello che era accaduto ... bastò quello a rispondere al quesito della mannara, che, sospirando sconsolata, si limitò a entrare nell'appartamento. Ignorò completamente il gesto di lui, fermamente sicura che come minimo se gli avesse passato l'apetta l'avrebbe fatta cadere, per dirigersi quindi ad ampi passi verso il salotto e depositarla delicatamente sul divano.
    Le ancelle che trasportavano le uova la seguirono silenziosamente, depositandole sulle poltrone per poi incrociare le braccia e iniziare a fissarla diffidenti. Lei, dal canto suo, si limitò ad accomodarsi al fianco della giovane, accarezzandole delicatamente il capo mentre quella si rannicchiava in posizione fetale e scoppiava nuovamente a piangere ... scosse il capo, alzando lo sguardo sul mongolo (così aveva deciso di bollarlo tra sé e sé) per poi sospirare, limitandosi a sollevare appena il cappotto esponendo quindi il corpo nudo di lei e le ancora innumerevoli tracce di sperma su di esso: "Le uova stanno bene, anche se a giudicare dal gonfiore sul suo ventre penso che debba ancora finire di sgravarsi ... tuttavia, la sua compagna ha fatto un incontro spiacevole mentre rincasava, nel parco. Ho cercato di seguire l'odore dell'aggressore, ma si era dileguato ... e lei non ha voluto chiamare soccorsi, motivo per cui mi ha fatto venire direttamente qui da lei. E' il padre delle piccole, giusto?", chiese, con voce calma ma grave, senza smettere di accarezzare il capo di Queenie che, infine, trovò il coraggio di parlare, anche se nel mezzo dei singhiozzi, "A-Adam ... mi spiace così tanto. Io ... ho provato a fermarlo ma ... ma ...", la voce dell'apetta si spezzò.
    Selenya sospirò silenziosamente, osservandolo preoccupata mentre, a dispetto del tremore, cercava di alzarsi ... fece per fermarla, ma la tiranide non volle sentire ragioni: voleva farsi abbracciare dal suo lui, motivo per cui, anche se barcollante, trovò comunque la forza di alzarsi dal divano per barcollare ancora dolorante verso il proprio compagno. Solo allora il cappotto si sostò totalmente, cadendo a terra e rivelando lo stato a dir poco pietoso in cui verteva il corpo della piccola: tracce di seme le coprivano gran parte delle forme, rese ancora più abbondanti e generose dalla gravidanza, mentre segni rossi le circondavano i polsi, le caviglie e il collo laddove il suo carceriere l'aveva tenuta bloccata coi propri tentacoli. Selenya scostò lo sguardo, stringendo i denti furiosa mentre Queenie barcollava malamente verso il proprio compagno, fino a gettarglisi letteralmente tra le braccia iniziando a singhiozzare disperata: "M-mi dispiace ... io, credevo volesse aiutarmi e invece ... invece ...", la voce le morì in gola, mentre in un lampo rivedeva il giovane saltarle addosso e costringerla a spogliarsi, "Lei mi ha trovata, all'inizio avevo paura ma ... poi mi ha aiutata e mi ha portata fin qui.", deglutì, mentre una delle ancelle si faceva avanti, gesticolando con forza e indicando ripetutamente Selenya, che incrociò le braccia irritata: anche se non potevano esprimersi, il messaggio dell'ancella era chiaro ... lei non solo le aveva congelate, ma non piaceva a nessuna di loro perché aveva un'aura decisamente insolita.
    La russa sbuffò, lanciando un'occhiata gelida all'apetta: "Senti, fiorellino ... non capisco l'imbecillese, ma non sono nata ieri. E se continui a insultarmi di nuovo, dopo che ho salvato le deliziose chiappette della tua regina, allora ti mando in criostasi per il resto della tua vita.", disse, fredda e diretta, al punto che la povera ancella non poté fare altro se non bloccarsi sul posto, terminando bruscamente il proprio discorso per poi svolazzare mogia mogia tra le compagne.
    Selenya sorrise, non senza un pelo di soddisfazione, prima di tornare a osservare la coppia: "Adam ... giusto? Senta, prima di andare ... forse è il caso di aiutare la sua compagna a sgravarsi. Non ha voluto saperne di chiamare un'ambulanza, ma non può rimanere in quelle condizioni ... e se ne non le dispiace, preferirei occuparmene io. In quanto donna.", disse, anche se mentalmente aggiunse, "E persona palesemente più obiettiva e capace di gestire lo stress, visto come per poco non mi collassavi sull'uscio fino a un minuto fa. Non mi va di affidare questa poveretta a un mongolo simile."
    Lo osservò silenziosa, senza accennare minimamente a spostarsi dal divano ... poteva anche risponderle di no, lei sarebbe rimasta li comunque, fino a quando non avesse ritenuto che la giovane era al sicuro e che poteva riprendersi.
     
    .
  5.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    HF Utenti+
    Posts
    1,181
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    OFFLINE
    La confusione che regnava nella mente di Adam non venne di certo placata dal comportamento degli altri astanti: se, infatti, la sconosciuta che teneva in braccio la sua Queenie si rivelò assolutamente e gratuitamente villana, dato che non esitò neppure per un istante a esporre dei dubbi sulle sue capacità intellettive, le ancelle della piccola Regina furono semplicemente caotiche, attorniandolo con un ronzare confuso mentre, con gesti convulsi, cercavano di metterlo al corrente della situazione; insomma, l'ex homunculus era assolutamente confuso e anche vagamente irritato dalle parole della sconosciuta che, inutile specificarlo, avevano pizzicato il suo orgoglio al punto che, in un'altra occasione, avrebbe redarguito come si doveva la sua maleducazione e chiesto alle piccine di ricomporsi un attimo... ma, non appena vide gli occhi di Queenie luccicanti di lacrime, perse ogni decisione e neanche badò al modo in cui la donna ignorò completamente la sua presenza, andando dritta verso il salotto e l'ampio divano. Le seguì e osservò teso, ancora sgomento la sua piccola apetta che veniva deposta sul divano e, soprattutto, le uova dorate che le ancelle stavano sistemando sulle poltrone, colpito dal fatto che le paure di quel giorno, di quelle settimane si erano palesate di colpo in quella notte così apparentemente tranquilla: ne esaminò la superficie liscia, rotondeggiante e tesa di vita, della vita che lui gli aveva infuso e nell'intravedere il riflesso del suo volto su di essa si scoprì avere uno sguardo curioso e, insieme, quasi diffidente come chi guarda un oggetto alieno che poteva essere anche pericoloso. Ebbe paura di tale diffidenza e cercò freneticamente dentro di sé una qualche stilla di istinto paterno ma era così confuso, così sconvolto che non trovò altro che caos e stupore. Fu il pianto improvviso, a dirotto di Queenie a distoglierlo dalla sua progenie e a riempirgli immediatamente il cuore di un profondo, sincero dolore: cos'era accaduto di così terribile da strappare a quella dolce apetta il suo sorriso? La immaginò spaventata e sola che, nel bel mezzo della notte, partoriva tra qualche vicolo deserto e si sentì straziare, tanto che fece istintivamente un passo verso di lei per abbracciarla, per riempirla di baci ma la sconosciuta sollevò un lembo del cappotto che la copriva, facendolo letteralmente impietrire; sotto, infatti, quell'indumento palesemente maschile la piccina era completamente nuda e la sua pelle era sporca di inequivocabili tracce di sperma.
    Se prima, sull'uscio, si era dovuto aggrappare allo stipite per non indietreggiare confuso, adesso si sentì mancare il terreno sotto ai piedi mentre la testa gli girava e la verità di quanto era accaduto si abbatteva su di lui con la violenza di un fulmine. Spalancò la bocca ma non ne uscì un solo suono, anche perché non osava neppure pensare la domanda che il suo cuore già si chiedeva: la sua Queenie era stata stuprata? La risposta, neanche se la sconosciuta sapesse leggergli nell'anima, giunse quasi immediatamente spiegandogli che la piccina era stata aggredita e stuprata da un criminale mentre tornava a casa, in un parco pubblico e che lì era avvenuta il parto parziale che aveva dato alla luce quelle uova. Le parole della donna gli rimbombarono per lunghissimi attimi nella mente, incapace di raccoglierne il senso, di accettarne il significato, rimasero inerti come pietre tra la polvere dei suoi pensieri annientati, finché Queenie non singhiozzò quelle che sembravano delle scuse: a quel punto, esplosero dentro di lui come bombe e tra i suoi occhi azzurri, gelati dall'orrore, comparvero delle lacrime. Si odiò per questo e non perché quella sconosciuta così maleducata potesse vederlo tanto vulnerabile e giudicarlo ma perché, in un momento in cui la sua compagna aveva bisogno di lui, ecco che soccombeva al dolore, alla debolezza!
    Queenie, piccola mia... - sussurrò appena, mentre la piccina si alzava malferma e il cappotto, scivolando a terra, scopriva il suo corpicino segnato dalla violenza, prima di fiondarsi tra le sue braccia alla ricerca di un conforto di cui Adam si sentiva sprovvisto. L'abbracciò di riflesso, stringendola con forza a sé e carezzandole il capo con istintiva dolcezza, mentre trattenere le lacrime diveniva sempre più difficile. - Bambina mia, mio tesoro... - sussurrava come in una dolce nenia tranquillizzante tanto per lei che per lui mentre le immagini di lei aggredita e violata anche se gravida gli illuminavano la mente in flash continui e caotici, travolgendolo di orrore e sensi di colpa. Perché era colpa sua, di chi altri? Non avrebbe dovuta lasciarla sola, avrebbe dovuto rimanere con lei anziché scappare spaventato dai suoi doveri, dalle sue responsabilità: era stato un codardo e Queenie ne aveva pagato le conseguenze. Il rimorso lo assalì come una belva feroce e lui si lasciò dilaniare finché il dolore non si tramutò in rabbia e in odio, mentre le immagini di quello stupro si susseguivano sempre più in fretta nella sua testa, mentre i suoi occhi venivano invasi da quella insensata malvagità: perché, perché doveva sempre finire così, perché la dolcezza veniva calpestata, la fragilità vessata, la bontà oltraggiata, la bellezza violata?! Perché doveva esistere un simile male, perché il mondo doveva essere invaso da una piaga così purulenta?! Parole di odio gli salirono alle labbra e si ritrovò a maledire nella sua mente quella vita, quel mondo a cui si era deciso ad aprirsi e da cui era stato irrimediabilmente ferito. Vene nere, dunque, si aprirono sulla sua pelle, mentre l'iridi si fece di colpo rossa, come se non riuscisse più a controllare il suo corpo e la sua furia.
    Lo troverò... giuro sulla mia vita che lo troverò!! Troverò quell'abietta, maledetta creatura, quella bestia schifosa e, giuro, giuro che la pagherà! Cento, mille volte la pagherà, non avrò pace finché non lo avrò... non lo avrò... - s'interruppe di colpo, comprendendo che si stava lasciando andare alla stessa brutalità che aveva oltraggiato Queenie, che l'aveva ferita proprio quando lei aveva bisogno di tenerezza, di dolcezza. I muscoli che si erano fatti rigidi, duri come se fossero di metallo, come se fossero strumenti di tortura, si sciolsero e anche l'abbraccio si fece più dolce, con le iridi e le vene che tornarono finalmente normali; le sollevò delicatamente il volto con una mano, affinché lei lo osservasse negli occhi, decisamente lucidi, mentre le sorrideva dolce eppure timoroso, forse persino un po' disperato.
    Piccola mia, mia Regina, non temere: non può più farti del male né lo potrà mai più, perché ti proteggerò io, te lo prometto! Vieni a vivere con me, bambina mia, staremo sempre insieme e Roma non ha negozi come il tuo! O se non vuoi, verrò io a vivere a Londra ma non sarai più sola! Ci sono io, Queenie, ci sono io, non sei più sola... né adesso né mai. - le sussurrò con dolcezza, riempiendola di baci dolci e leggeri l'intero volto e stringendola più forte a sé, a fargli sentire il suo corpo, il suo calore, il suo amore. In realtà quella proposta così impulsiva, così irragionevole per certi versi, non cambiava la confusione e le paure del suo cuore, anzi forse le avrebbe ingigantite ma in quel momento era l'unica cosa giusta che c'era da fare e lui non voleva, né poteva tirarsi indietro. Aveva parlato a voce bassa, dolce ma le parole gli erompevano direttamente dal cuore, quindi erano impulsive, forse ripetute, forse non messe nell'ordine più gradevole possibile ma erano sincere e intrise di dolcezza, di affetto e sperava che sarebbero bastate per acquietare la paura che ancora scuoteva la sua piccina.
    Venne distratto da un'ancella che, a gesti, cercò di porre la sua attenzione verso la sconosciuta soccorritrice della sua Regina, esprimendo una buon dose di diffidenza nei suoi confronti: in effetti, la donna era tutt'altro che simpatica e, a parte mostrare una premura ammirevole verso Queenie, non faceva altro per risultare più amabile, come dimostrò la minaccia che rivolse alla piccola tiranide. Anzi, non paga della sua prepotenza, si rivolse verso Adam e benché propose cose assolutamente ragionevoli e sensate, vi sentì un po' di quella superbia e di quella sufficienza che aveva ostentato fin dal loro primo scambio di sguardi.
    Non conosco il suo nome ma sappia che non ho parole per ringraziarle: ha aiutato Queenie nel momento del bisogno e gliene sarò grato finché avrò vita. Casa mia è sua, per stanotte come per quanto vorrà. - disse, sollevando il volto e mostrando un'espressione seria, risoluta oltre che sinceramente grata. - E ha indubbiamente ragione, Queenie ha bisogno di aiuto per portare a termine il parto e non saprei come esprimerle la mia gratitudine se rimanesse per assisterla in una situazione così delicata. Credo, però, che la priorità sia tranquillizzarla, quindi... - qui la sua attenzione si spostò nuovamente su Queenie e l'espressione risoluta si sciolse in un sorriso gentile, amorevole. - mia Regina, ti andrebbe un bagno? Non preoccuparti, penso io a tutto. - le propose e se la piccina gli avrebbe dato il suo consenso, l'avrebbe presa delicatamente in braccio, dirigendosi verso la stanza da bagno del suo appartamento. - Ci segua pure. - disse, rivolgendosi alla donna, di nuovo padrone di sé e della situazione, non senza rivolgere un sorriso rassicurante alle ancelle, seguito da un veloce occhiolino: il messaggio per le ragazze era semplice "non dovete preoccuparvi, ci penso io" e, fortunatamente, si sentiva in grado di gestire quella terribile situazione.
    Non preoccuparti, bambina mia, è tutto finito... sei al sicuro, adesso. Nulla potrà più farti del male. - avrebbe continuato a rassicurarla durante il brevissimo tragitto a cui, obtorto collo o meno, avrebbe dovuto far seguito la bella sconosciuta che, così, avrebbe potuto notare come l'appartamento di Adam, oltre a essere ordinato e arredato con ottimo gusto, si componeva di splendidi pezzi di antiquariato e di non pochi quadri alle pareti, splendide riproduzioni di opere che potevano risultare conosciute e apprezzate soltanto da un autentico appassionato.
    Il bagno era spazioso ed era dominato da una vasca ampia, perfetta per potersi rilassare e dimenticare il mondo grazie a un buon bagno caldo. - Piccina, dammi un attimo per preparare la vasca. - disse, porgendola alla donna affinché potesse prenderla in braccio quei pochi minuti che sarebbero serviti per riempire la vasca e prendere l'occorrente per lavarla. Adam era concentrato e a uno sguardo esterno sarebbe di certo sembrato calmo, perfettamente padrone di sé, in realtà sul suo animo pesava ancora l'enormità di quanto accaduto e benché non ne sentisse ancora il peso, presto o tardi lo avrebbe iniziato a sentire.
     
    .
  6.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Hentai Member

    Group
    Member
    Posts
    541
    Location
    Verona, Italia

    Status
    OFFLINE
    Selenya parlato - Selenya pensato
    Queenie parlato - Queenie pensato
    Alveare pensato
    Narrazione


    E se Queenie non parve nemmeno accorgersi di quelle lacrime, troppo impegnata ad affogare il suo dolore contro la sua spalla, alla russa invece non sfuggì minimamente la reazione tutt'altro che virile e dignitosa di quell'alquanto discutibile esemplare di maschio.
    Lo osservò silenziosamente con la coda dell'occhio, braccia e gambe ancora saldamente incrociate, per poi alzare esasperata gli occhi al cielo e sbuffare, borbottando: "Dei del cielo ... perché sempre a me capitano gli imbecilli?", eppure, a dispetto del palese disprezzo che non si scrupolava certo di nascondere verso il tiranide, non disse nulla e si limitò a rimanere in disparte concedendosi ai due la dovuta privacy.
    E, nel frattempo, ne approfittò anche per osservare meglio il Mongolo.
    Inclinò il capo, valutando silenziosa il modo assolutamente e indiscutibilmente devoto con cui Queenie non esitava ad affidarsi a lui, abbandonandosi al suo abbraccio e strusciando amorevole il capo contro la spalla di lui ... com'era possibile che una giovane donna, così autentica e bella, si fosse innamorato di un esemplare di maschio così regredito? La sola idea le sembrava totalmente assurda e inconcepibile, al punto che a stento riusciva a credere che potesse essere reale. Osservò silenziosamente il Mongolo: ovviamente, per essere riuscito ad attirare l'attenzione di quell'adorabile apetta doveva possedere un qualche misterioso e inimmaginabile fascino a lei ignoto ... magari era dotato a letto? A osservare quell'aria effeminata che aveva, col viso perfetto e incorniciato di bianchi capelli, le sembrava quasi impossibile ... ma non da escludere a priori.
    Che poi ... a ben pensarci, un'aura particolare in effetti se la portava dietro.
    Mah ... forse si stava solo illudendo.
    Intanto, Queenie era ancora immersa nel calore dell'abbraccio del suo amato: un calore tenero e avvolgente, all'interno del quale riuscì poco a poco a dimenticare la propria tristezza. I singhiozzi diminuirono, fino a svanire del tutto ... certo, gli occhi erano gonfi e le gote arrossate, ma poco a poco riuscì a indietreggiare fino a quando non lo sentì dire quelle parole: impallidì di botto, ritraendosi di scatto e scuotendo il capo. "N-no ... Adam, ti prego ... non dargli la caccia. Se lo facessi ... se lo facessi ...", deglutì, per poi annuire appena, quando lo vide ricomporsi. Sorrise, un sorriso ancora bagnato di lacrime, ma comunque pieno di luce, per poi avvicinarsi a lui e appoggiare silenziosamente il capo contro la sua spalla: "Va bene Adam. Andremo a vivere assieme ... così ... così nessuno potrà più farci del male. Né a noi né ai nostri cuccioli."
    Sele inclinò il capo, incuriosita, per poi voltarsi totalmente quando lo vide rivolgerle la parola. Si sarebbe aspettata un discorso balbettante e incerto, o magari qualche insulto più o meno celato ... invece il tono dell'uomo fu incredibilmente profondo e serio, al punto da farle alzare un sopracciglio: che si fosse realmente sbagliata sul suo conto, e non fosse poi un maschio così inutile? Era ancora presto per dirlo ... tuttavia voleva dargli una possibilità. Motivo per cui sorrise, anche se non senza un certo sforzo, prima di annuire: "Non deve ringraziarmi, ho fatto solo e soltanto ciò che ritenevo opportuno vista la delicatezza della situazione. Inoltre, come donna non posso assolutamente tollerare di rimanere in silenzio di fronte a una crudeltà simile ... quindi vi aiuterò. Farò del mio meglio per aiutarvi.", disse, per poi annuire.
    Queenie sorrise, sollevata.
    Inizialmente non le era sembrato che Adam e la sua salvatrice fossero particolarmente in sintonia, ma finalmente i due sembravano aver trovato un punto d'incontro per cui sorrise, annuendo alle parole del suo amato e lasciandosi sollevare per dirigersi quindi verso la stanza da bagno.
    Selenya li seguì in silenzio, abbandonando la pelliccia sul divano e osservandosi silenziosamente attorno, incuriosita nonché celatamente sorpresa ... il "maschio" aveva gusto, non vi erano dubbi. "Beh ... niente male, per essere un uomo. L'arredamento è proprio del genere che più apprezzo, ricercato ma non eccessivamente pacchiano ... e questi quadri, questi quadri sono pezzi da 90.", pensò, avviandosi verso il bagno.
    Entrarono del bagno, e mentre Selenya annuiva silenziosamente, prendendo in braccio l'apetta così da permettergli di preparare la vasca, lo osservò per qualche istante. Sorrise dolcemente alla giovane, accarezzandole il capo: "Non preoccuparti, Queenie ... giusto? Ho qualche nozione di base di pronto soccorso, appena ti sarai scaldata un po' ti aiuteremo a dare alla luce le ultime uova.", disse.
     
    .
  7.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    HF Utenti+
    Posts
    1,181
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    OFFLINE
    La salvatrice della sua adorata Queenie aveva di certo molte qualità ma, indubbiamente, il tatto non figurava tra queste e, benché il suo comportamento con la già citata apetta sembrava suggerire il contrario, non doveva farne parte neppure l'empatia: la donna, infatti, non ebbe alcuna remora a sottolineare il suo disprezzo verso la reazione fortemente emotiva di Adam e non mancò di commentarla in maniera fin troppo sferzante. Per sua fortuna, impantanato com'era nei suoi sensi di colpa, l'ex homunculus non diede peso alle sue parole e si concentrò completamente sulla sua povera "compagna", assistendo con strazio al terrore che la colse non appena espresse la furia che gli si agitava nel cuore. Intuì subito che quel terrore era legato alle minacce che l'uomo le aveva certamente rivolto ed era decisamente troppo presto perché potesse essere convinta di essere al sicuro, protetta dalle grinfie del suo aguzzino una volta per tutte. Inoltre Adam sapeva di non essere un assassino e che quello non era il cammino che aveva deciso di intraprendere, quindi nei confronti di quel proposito di vendetta nutriva emozioni contrastanti, benché di una cosa fosse certo: non poteva permettere che quell'uomo rimanesse impunito e facesse del male ad altre povere ragazze, era suo dovere impedirlo.
    Per un attimo rischiò che la furia, calmata dal terrore di Queenie, ritornasse a ruggire alimentata da quei tristi pensieri ma riuscì a dominarsi e a concentrarsi su Queenie, perché era lei che in quel momento necessitava delle sue cure e prima di pensare a far giustizia (O ad adoperare la legge del taglione) doveva pensare ad asciugare le sue lacrime e a lenire il suo dolore. Fu anche per questo che lasciò correre la villania della sconosciuta e le si rivolse con cortese serietà, chiedendo innanzitutto la sua collaborazione: fortunatamente la donna si rivelò povera di gentilezza ma non di buon senso, poiché dopo aver cercato di adoperare una cortesia decisamente goffa e grossolana, gli concesse il suo supporto. Adam la guidò, dunque, nel bagno e mentre preparava la vasca per donare un po' di ristoro alla sua Regina, la sconosciuta la teneva in braccio con insospettabile dolcezza.
    La profondità e vastità delle sue risorse mi sorprende sempre di più, signora... a proposito, temo che non abbia detto il suo nome: vorrei conoscerlo per poterlo ricordare con gratitudine, non immagina neanche quale debito io abbia contratto, oggi, nei suoi confronti. - commentò nel sentire l'affermazione della donna e se, all'inizio delle sue parole, vi si poteva leggere una punta appena di sarcasmo (Il suo orgoglio sapeva quand'era il momento di mettersi da parte ma di certo non dimenticava), le successive furono assolutamente sincere e serissime, lo sguardo stesso che le rivolse traboccava di gratitudine e dell'inteso desiderio di ringraziarla. Nel frattempo, non appena al vasca fu colma d'acqua calda, vi disciolse dei sali da bagno profumati e, prendendo nuovamente in braccio la sua adorata Queenie, ve la depose con delicatezza prima di prendere una morbida spugna e, con dolcezza, iniziare a sfregare quel corpicino segnato e lordato da quell'infame violenza. Il tocco di Adam era delicato e alternava la spugna alle mani nude, massaggiando e non solo pulendo la pelle nivea dell'apetta, partendo dal collo e dalla schiena, per poi spostarsi verso l'addome e il ventre apesco, sempre con movimenti ampi e delicati, poiché voleva prima di tutto che la sua piccina si lasciasse andare al tepore dell'acqua, al profumo dei sali e del bagnoschiuma che vi aveva disciolto e alle carezze che le stava dispensando, deciso a farla rilassare e farle dimenticare, sia pure per pochi minuti, l'orrore che quell'abietto individuo l'aveva costretta a subire. Cercava spesso un contatto visivo con lei, affinché potesse vedere il suo volto sorridente, vedere l'espressione tenera, devota che illuminava i suoi lineamenti perfetti ma quando questo si interrompeva Sele avrebbe potuto notare come il suo viso si facesse duro, le mascelle si serrassero con durezza e gli occhi venissero illuminati da una luce fosca e furente: l'uomo colto di sorpresa e schiacciato dal dolore aveva lasciato il posto a una fiera rancorosa e affamata di vendetta.
    Una belva, però, che era perfettamente conscia di quanto questo desiderio di distruzione non poteva avere un posto in quella notte poiché era il tempo di lenire e curare le ferite dell'animo e del corpo, non certo di usare il fuoco per distruggere un'infezione, per cauterizzare una piaga. Aveva, dunque, bisogno di distarsi e fu per questo che tornò a rivolgersi alla donna: - Vuole darmi una mano? Sono certo che Queenie l'apprezzerebbe molto, vero piccina? - chiese sorridendo alla sua adorata Regina, porgendo una spugna a quella bizzarra sconosciuta; aveva chiesto il parere della piccina con l'idea di far vincere le reticenze della donna ad accettare un compito decisamente intimo come lavare e coccolare una completa estranea ma, subito dopo, ricordo con quale naturalezza l'albina avesse guardato il corpo nudo di Queenie e l'avesse dolcemente tenuta in braccio o carezzato. Per qualche motivo la donna sembrava a suo agio in quella che, a conti fatti, era una situazione semplicemente assurda e Adam non poté evitare di chiedersi se tale nonchalance non fosse figlia del pachidermico orgoglio di cui aveva fatto mostra fin dal primo momento, pensiero che lo fece sorridere e rasserenò per qualche attimo il suo volto teso. Cercò di calmarsi e si concentrò nel continuare a massaggiare e a coccolare quel corpicino finalmente pulito, sfiorando delicatamente i seni con carezze leggere, persino un po' pudiche poiché non voleva mettere in difficoltà la sua piccina dopo una così tremenda esperienza o metterla in imbarazzo di fronte a una sconosciuta. Ciò che non poteva sapere era che l'apetta, ancora gravida e con un "travaglio" in corso, emettesse una gran quantità di ferormoni che servivano a spingere il maschio ad aiutarla a partorire e che, di certo, se si fosse trovato nella sua forma da tiranide lo avrebbero eccitato terribilmente ma, fortunatamente, nella sua forma umana gli causavano soltanto un lieve aumento della temperatura che poteva attribuire a tutto il vapore prodotto dalla vasca... sebbene, se la quantità fosse aumentata notevolmente, non erano da escludere effetti ben più intensi. C'era da chiedersi, dunque, se il fiuto dei licantropi fosse abbastanza per percepire questi ferormoni e, se sì, quali effetti avrebbero potuto avere sul loro corpo.
     
    .
  8.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Hentai Member

    Group
    Member
    Posts
    541
    Location
    Verona, Italia

    Status
    OFFLINE
    Selenya parlato - Selenya pensato
    Queenie parlato - Queenie pensato
    Alveare pensato
    Narrazione


    Gli occhi della russa non si staccavano dall'uomo, continuando a tenerlo silenziosamente sotto controllo e valutandone allo stesso tempo le reazioni ... reazioni che, a dire il vero, finirono ben presto col sorprenderla non poco. Certo ... quando aveva visto la reazione iniziale dell'uomo, nel trovarsi di fronte la propria amata ridotta in così tristi condizioni, era stata portata subito a pensare che fosse un debole: un maschio, ovviamente, ma tutt'altro che capace di gestire situazioni tanto sconvolgenti e inattese, e per tanto totalmente inadatto a vivere al fianco di quella che, a tutti gli effetti, poteva facilmente essere definita come un adorabile angioletto dalle fattezze apesche.
    Tuttavia ora che lo osservava, con lo sguardo cupo d'ira e la mascella contratta dalla rabbia, non poteva che sorprendersi. Forse, aveva giudicato quell'esemplare di maschio troppo in fretta. Presa com'era dalla preoccupazione per quella dolce, innocente nonché dannatamente sexy esemplare di apetta aveva deciso, forse inconsciamente, che nessuno avrebbe potuto meritarla a proteggerla meglio di lei ... forse arrivando persino a colpevolizzare il suo compagno per l'accaduto, in quanto assente nel momento del bisogno.
    Quelle riflessioni presero totalmente in contropiede la russa, che si ritrovò a osservare la devota fedeltà di lei e i modi amorevolmente apprensivi di lui quasi con una nota di gelosia per ciò che, probabilmente, una creatura come lei non avrebbe mai potuto pretendere di ottenere. Non era mai stata, né si era ritenuta, una persona particolarmente propensa all'invidia ... tuttavia doveva ammettere che, forse, avrebbe voluto poter essere lei a prendersi cura del corpo della giovane con quella sciolta intimità che invece il suo compagno era libero di permettersi.
    Furono le parole di lui a riscuoterla dalle proprie riflessioni, spingendola ad alzare il capo e osservarlo silenziosamente negli occhi. Sorvolando con aria di tranquilla a gelida indifferenza sull'ironia iniziale (che tuttavia non le era certo sfuggita), si limitò e regalargli un silenzioso quanto stentatamente sincero sorriso, rispondendo: "Non sono nulla di così particolare, Signor Kadmon. Essendo cresciuta in un posto molto freddo e inospitale, in cui le leggi degli uomini hanno ben poco valore, saper combattere è importante tanto quanto l'apprendere nozioni mediche.", disse, accarezzando assorta il capo dell'apetta che, incerta, faceva scorrere lo sguardo tra i due cercando di comprendere come mai, esattamente, la sua salvatrice sembrasse così poco propensa a riconoscere il suo Re come suo compagno, "Comunque, mi chiamo Selenya ... Selenya Von Sokolov. Sono originaria della Russia Settentrionale, ma attualmente vivo a Roma.", spiegò brevemente, per poi dilatare le narici, sorpresa.
    Voltò il capo verso la piccola tiranide che, finalmente in pace tra le braccia del proprio amato, si lasciava cullare dalle sue attenzioni mentre quello si curava di lavarla per bene in modo da ripulirla adeguatamente dagli ultimi residui di quella terribile violenza. La giovane apetta, in seguito agli innumerevoli orgasmi che era stata costretta a subire e a quel parto non ancora terminato, si sentiva ormai totalmente priva di forze: silenziosamente accoccolata nel caldo tepore della vasca da bagno, quando sentì le mani gentili del proprio amato sul seno non ebbe nemmeno la forza di trattenere il proprio corpo che, bisognoso di attenzioni, si ritrovò a rilasciare una massiccia dose di feromoni. Dopotutto, aveva ancora parecchie uova da espellere e di conseguenza la sua sessualità era ancora fin troppo sensibile e recettiva a certi stimoli ... e se in condizioni normali, di fronte a una sconosciuta, avrebbe anche cercato di trattenersi in quel contesto era fin troppo stanca per pensare a quel genere di cose.
    Voleva solo abbandonarsi al caldo abbraccio del proprio amore, senza pensare ad altro.
    E ovviamente, alla mannara non poté certo sfuggire quel a dir poco consistente scambio di feromoni tra i due: certo, non era una tiranide, ma il suo fiuto sopraffino la rendeva fin troppo recettiva verso quel genere di stimoli al punto che alla fin fine volente o nolente si ritrovò a propria volta accaldata.
    Si morse il labbro, socchiudendo gli occhi: "Maledizione ... dimmi te se questi due dovevano mettersi a flertare in questo modo proprio sotto il mio naso! Già soccorrerla senza perdere il controllo è stato uno sforzo immenso, se continueranno così finirò con l'impazzire.", pensò, le gote leggermente arrossate una scarica di adrenalina allo stato puro le percorreva le membra accumulandosi in modo decisamente allarmante sul suo bassoventre. Sentì la propria parte maschile sussultare, mentre cercava di scuotere il capo e osservava ora irata il maschio: insomma, la piccoletta era sfiancata e non poteva certo dirle nulla ... ma almeno lui avrebbe potuto contenersi.
    Si stava ancora torturando il labbro inferiore, mordicchiandolo nervosa quanto le parole di lui la riscossero. Osservò Queenie che, sorridendo debolmente, annuì appena alle parole del proprio amato: "V-va bene. Però facciamo in fretta perché ... ecco ...", arrossì leggermente, sentendo il proprio ventre apesco iniziare a contrarsi, segno del parto imminente, "... c-credo di essere pronta per ... per ..."
    Fortunatamente, la russa parve afferrare al volo il concetto, facendosi avanti per aiutare quindi la giovane a uscire dalla vasca: "Tranquilla, va bene. Ora ti asciugheremo un po' e poi ... direi di accompagnarti in camera da letto, li sarebbe più comodo.", disse, osservando in cerca di approvazione il giovane: dopotutto la casa era pur sempre sua, e stava a lui decidere se accogliere una sconosciuta in un luogo altrimenti molto riservato. Iniziò quindi ad asciugarla, permettendole di accomodarsi sulle proprie ginocchia e iniziando a prendersi cura della pelliccia apesca, più difficile da asciugare: "Signor Kadmon, sarà meglio fare in fretta. Le contrazioni stanno aumentando, se io mi occupo della pelliccia e lei del resto dovremmo fare in tempo.", disse, sussultando appena nel sentire il capo della giovane posarsi sulla propria spalla.
    Ormai la stanza era letteralmente impregnata di feromoni, e la mannara dovette ricorrere a tutto il proprio autocontrollo per non perdere la testa ... anche se ciò non le permise di trattenersi dall'emettere, quasi spontaneamente, il suo odore a sua volta. Un odore diverso dagli altri, in grado di attrarre sia maschi che femmine indistintamente ma dall'accento meno violento e più subdolo dei feromoni emessi dai due ... per un estraneo, sarebbe apparso come un semplice e delizioso profumo, ma comunque in grado di stimolare i desideri inconsci di ogni specie.
    E se la piccola apetta si limitò, nella sua innocenza, a pensare che il profumo della russa era veramente buono (dove lo aveva comprato?) cosa avrebbe pensato il ben meno ingenuo compagno di vita?
     
    .
  9.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    HF Utenti+
    Posts
    1,181
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    OFFLINE
    La rigida severità con cui la donna l'aveva guardato per tutto il tempo, giudicandolo a ogni azione, pareva essersi finalmente allentata e lo sguardo, non più fisso su di lui, si era perso tra pensieri lievemente malinconici a giudicare dall'espressione che prese il suo volto, adombrato da una lieve tristezza. Adam si ritrovò inevitabilmente a chiedersi chi fosse quella donna così bella, elegante e, allo stesso tempo, dura e inflessibile: non era affatto la giovane donna che il suo aspetto suggeriva o, perlomeno, non lo era il suo spirito; in lei vedeva una donna avvezza al comando, all'imporsi e che pure, visto l'ambiente sociale in cui si muoveva, era stata costretta a smussare gli artigli della prepotenza con una fredda ma irreprensibile cortesia.
    Non poté evitare di riscuoterla dai suoi pensieri, osservando senza timore alcuno quegli occhi gelidi così simili ai suoi, eppure così diversi, di una sfumatura più dura, più gelida che gli ricordavano lo sguardo che aveva prima di conoscere Arthur, la Papessa, Queenie: lo sguardo di una persona molto sola e che, forse, non si accorge di quanto quella solitudine gli faccia male. Certo, non fui che la considerazione di un attimo, tutta dettata da impressioni assolutamente soggettive e passabili di errore ma, benché fosse consapevole di ciò, si pentì immediatamente dell'ironia con cui aveva esordito la sua domanda, dopotutto non era suo dovere cercare di comprendere gli altri, la loro natura e il loro intimo, segreto dolore prima di emettere una eventuale sentenza? Non gli piaceva l'idea di contravvenire ai precetti della Chiesa a cui aveva deciso di dedicare una parte consistente, se non tutta, della sua vita prima ancora di entrare a farvi parte... e, soprattutto, era indegno di lui essere scortese con la salvatrice della sua adorata piccina!
    A riscuoterlo da queste considerazioni fu, stavolta, proprio la voce della donna che aprì uno spiraglio su un passato tutt'altro che invidiabile e, finalmente, gli diede un nome con cui chiamarla: - Selenya... è un nome che le si addice, dopotutto la sua grazia è comparabile a quella lunare. - le si complimentò con un sorriso cordiale, riferendosi all'etimologia del nome che richiamava direttamente quella della divinità che impersonava la Luna. Non fu che un lieve commento, seguito da un sorriso sincero ma voleva essere l'equivalente di una mano tesa in segno di pace e collaborazione, inoltre pensava davvero quanto aveva affermato e l'eleganza della donna era ancora più degna di stima se si considerava il passato violento che aveva accennato.
    Si dedicò, dunque, con dolcezza a lavare la sua piccina, sentendosi più sereno poiché completamente assorbito da quelle tutto sommato dolci incombenze al punto tale che non notò il "dialogo chimico" che i loro corpi intrapresero suo malgrado.
    All'inizio non ebbe nemmeno effetti particolari, anzi mentre il suo corpo si scambiava massicce dosi di ferormoni con quello della piccola apetta, ebbe modo di perdere un battito nel sentirla dire di essere sempre più vicina a quel parto che, malgrado tutto, non riusciva ancora a credere reale: quindi, trattenendo tutta la tensione che il suo animo avrebbe voluto esprimere, a costo di rendere i suoi movimenti e le sue azioni un po' rigide, aiutò la sua piccina ad alzarsi dalla vasca e si dedicò ad asciugarla. - Ha ragione e mi dia pure del tu, direi che possiamo smettere certe formalità. - propose con un sorriso, mentre asciugava Queenie con delicatezza, stando ben attento a non essere troppo brusco; fu in quel momento che si accorse di essere accaldato e non appena tale consapevolezza lo colpì, il suo sguardo si fissò con intensità sul seno della piccina, perdendosi in quelle forme così perfette, così deliziosamente invitanti mentre la sua bocca si riempiva di acquolina nel solo immaginare il miele che, alla giusta pressione, sarebbe fuoriuscito da quei deliziosi capezzoli. Si riscosse da simili pensieri di colpo, volgendo lo sguardo verso Selenya per sincerarsi se si fosse accorta o meno di quello sguardo... perdendosi irrimediabilmente nelle forme procaci che il vestito aderente lasciava intravedere. Fortunatamente ritornò a se stesso davvero in brevissimo tempo ma si ritrovò costretto a fissare lo sguardo al pavimento mentre ogni respiro si riempiva dell'odore dolce e conturbante delle due donne: che diavolo gli stava succedendo?! Non ebbe modo di darsi una risposta che, distintamente, sentì un fremito al suo sesso e lo sentì inturgidirsi appena: un lieve turgore che, però, viste le sue dimensioni anche da umano, prese la forma di un vistoso e gonfio bozzo proprio sul cavallo dei suoi pantaloni, mentre il lieve strato di sudore che aveva cosparso la sua pelle praticamente gli aveva incollato contro la maglietta, aderendo perfettamente a tutti quei muscoli perfettamente scolpiti, istintivamente tesi e gonfi.
    Era tutto dannatamente sbagliato e imbarazzante, insomma non poteva eccitarsi in una situazione come quella, con Queenie pronta al parto e una sconosciuta davanti a sé! Non riusciva a credere che quella reazione fosse stata provocata dalla nudità dell'apetta, è vero che da quando aveva conosciuto Hilda la sua libido aveva avuto un picco e, in effetti, si era conosciuto con Queenie in circostanze di estremo... "bisogno", ecco, ma non poteva credere di essere diventato così irrimediabilmente vizioso e privo di autocontrollo! S'impose la calma e, dopo aver strizzato più volte gli occhi, decise di comportarsi con estrema nonchalance, facendo finta di nulla benché il suo volto avesse acquisito un colorito umano a causa dell'imbarazzo e i suoi pantaloni fossero fin troppo gonfi.
    Prese, dunque, ad asciugare con attenzione il corpicino di Queenie, cercando di non fissare troppo le sue grazie ma, povero lui, non aveva idea che il suo corpo stesse reagendo anche in altra maniera oltre che a produrre quantità sempre maggior di ferormoni (cosa che, tra l'altro, ignorava completamente): la pelle delle sue mani, infatti, divenne carica non solo di un lieve strato di elettricità ma anche di eromanzia pura che il suo corpo, sempre più eccitato, non riusciva a trattenere e che così, ovviamente, finivano per scaricarsi sul corpo della dolce Queenie ogni qual volta che la sfiorava e ciò, oltre a stimolare i suoi recetori con quel basso ma gradevole voltaggio elettrico, praticamente le faceva un'iniezione di desiderio allo stato puro a ogni lieve tocco o carezza.
    Neanche Selenya sarebbe stata immune da ciò poiché presto l'apetta sarebbe diventata satura di eromanzia e questa, come per il principio dei vasi comunicanti, sarebbe finita per influenzare anche la bella donna, sebbene in maniera meno intensa. Alla fine, il povero Adam si ritrovò nuovamente a fissare il seno di Queenie e, nel tentativo di liberarsi tale malia, allentò la presa delle mani e lasciò cadere l'asciugamano con cui la stava asciugando. - Ah, che sbadato, scusatemi... - disse a denti stretti, confuso e vergognandosi come un ladro per quanto stava accadendo. Si piegò sulle gambe per prendere l'asciugamano ma ciò, vista la loro differenza d'altezza, lo portò al livello delle labbra di Queenie: due rosee, piene, meravigliose labbra.
    Queenie... - sussurrò appena e, del tutto incurante del fatto che ci fosse una sconosciuta, che Queenie sedesse su una sconosciuta, la baciò passionale, quasi affamato, non esitando a cercare subito la lingua della sua piccina. Fu un bacio intenso e, soprattutto, la quantità di eromanzia ed elettricità che il suo corpo produsse spontaneamente ebbe un picco decisamente violento, tanto che non ci sarebbe stato da stupirsi se anche Selenya ne fosse stata colpita. Ritornò a sé mentre la stava ancora baciando, sgranando gli occhi e staccandosi quasi di fretta, mentre si rialzava di scatto. Nel farlo, le due donne avrebbero potuto notare un dettaglio decisamente visibile: quello che era fino a poco prima un lieve turgore, era diventata un'erezione quasi completamente piena e decisamente enorme, sia per gli standard umani... che non solo.
    Scu... scusatemi. Vi faccio strada per la stanza da letto. - disse voltandosi di scatto, assolutamente confuso e per la prima volta in vita sua incredibilmente imbarazzato. Era ovvio che non avesse idea di quanto stesse accadendo e sarebbe stato di grande aiuto se Selenya gli avesse potuto spiegare che quanto stava accadendo era la norma per due tiranidi... ma sarebbe stata abbastanza lucida per farlo? Il corpo di Adam, infatti, oltre a essere saturo di elettricità ed eromanzia, stava producendo abbastanza ferormoni per riempire l'intero condominio e chissà cosa stava accadendo a Queenie...
     
    .
  10.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Hentai Member

    Group
    Member
    Posts
    541
    Location
    Verona, Italia

    Status
    OFFLINE
    Selenya parlato - Selenya pensato
    Queenie parlato - Queenie pensato
    Alveare pensato
    Narrazione


    Selenya sgranò silenziosamente gli occhi, osservandolo sorpresa.
    Nonostante fossero in molti a complimentarsi con lei per il suo nome, tra questi solo in pochi risultavano sufficientemente colti da conoscerne l'etimologia e apprezzarne quindi maggiormente l'idoneità rispetto alla sua indole gelidamente calma nonché elegantemente indifferente. Per questo, nel sentire il complimento di lui, non poté non rimanere piacevolmente sorpresa ... ormai le era chiaro, quell'uomo non aveva assolutamente nulla che spartire con l'immagine che inizialmente si era fatta di lui: oltre a essere, infatti, dotato di una fedeltà a una gentilezza non certo di poco contro, e di un gusto artistico di tutto rispetto, pareva vantare anche una discreta cultura.
    Un lieve sorriso si delineò, involontario, sulle labbra della russa mentre, forse per la prima volta nella propria non certo breve vita, si ritrovava ad abbassare lo sguardo lusingata. Un evento più unico che raro che, accompagnato al lieve rossore sulle sue gote, colse di sorpresa persino la mannara stessa.
    Annuì quindi silenziosamente alle sue parole, per poi irrigidirsi di botto: cos'era quella sensazione? Perché, improvvisamente, sentiva scosse di desiderio bollente attraversarla? E quella specie di ... elettricità ... da dove veniva? Selenya non aveva mai avuto modo di conoscere da vicino gli effetti della Kerainomanzia e dell'Eromanzia, motivo per cui si ritrovò decisamente spiazzata nel momento in cui gli stimoli trasmessi a Queenie raggiunsero anche lei. E se, dal canto suo, la piccola apetta non si rese conto di come quel calore che sentiva non fosse dovuto certo al parto imminente, quanto piuttosto al desiderio sempre più chiaro di accoppiarsi, per la mannara non fu affatto semplice contenere i propri istinti: improvvisamente, la soffice consistenza del fondoschiena dell'apetta sulle sue ginocchia si fece maledettamente chiara, e se a ciò si aggiungeva anche la protuberanza che le parve di vedere (perché era un'allucinazione, giusto?) sul cavallo di lui dovette mordersi il labbro. Morso che, tuttavia, non servì a molto visto come i suoi capezzoli non esitarono certo e irrigidirsi, accompagnati dalla sua parte maschile che iniziò a spingere silenziosamente contro il corpo della povera Queenie.
    Non che potesse fare molto, visto che la piccola apetta ebbe a malapena il tempo di chiedersi cosa fosse quel rigonfiamento contro il suo sedere che le labbra del suo amato incontrarono impulsive le sue. Senza nemmeno rendersene contro, la tiranide si ritrovò a sporgersi verso il proprio amato, immergendogli le dolci manine nei capelli e aggrappandosi a lui quasi non fosse minimamente intenzionata a lasciarlo andare: sempre più accaldata e confusa, la piccola non riuscì nemmeno a trattenere il gemito che, spontaneo, le risalì sulle labbra mentre baciava il proprio amato. E in tutto questo Selenya era li, a osservare quello scambio non certo modesto, gli occhi ormai palesemente sgranati e il labbro continuamente tormentato da quei denti che proprio non parevano volerlo lasciare stare. Chiuse gli occhi, costernata, nel sentire la propria erezione, ormai insopportabile, palesarsi completamente contro il fondoschiena di Queenie che si ritrovò a gemere, questa volta sorpresa.
    Fortunatamente, a sfortunatamente in base ai punti di vista, per il tiranide a quanto pareva non era più il solo a trovarsi in una situazione di palese imbarazzo. E il tutto con la piccola Queenie che, confusa dalla tensione presente sia sul volto del proprio amato che su quello della sua salvatrice, non la smetteva di passare perplessa lo sguardo dall'uno all'altro palesemente incerta sul da farsi ... fu solo dopo un attimo di esitazione che, infine, trovò il coraggio di dire: "Adam, Signorina Selenya ... io ... mi spiace.", gli occhioni dell'apetta si riempirono nuovamente di lacrime, "N-non era m-mia intenzione farvi questo. M-mi spiace ma ... n-non riesco a contenere il mio o-odore. Mi fa tanto male, ho tanta voglia di accoppiarmi ...", la piccola era ormai in lacrime, il volto nascosto dalle quattro manine.
    Selenya, presa in contropiede e inimmaginabilmente imbarazzata da quell'uscita inattesa, osservò incerta Adam, quasi a chiederne il supporto.
    Non fece tuttavia in tempo a proferire parola, perché improvvisamente qualcosa di molto umido le cadde sulla gambe: abbassando lo sguardo, avrebbe visto il ventre apesco della piccola tiranide iniziare a contrarsi, mentre rivoli sempre più abbondanti di liquidi le cadevano addosso e da li a terra. Queenie, rosse in volto, gemette appena spingendo la russa a scattare rapidamente in piedi, finendo inevitabilmente con l'esporre l'erezione che fino a prima era rimasta celata dal corpo di lei.
    Rossa in volto e con i capezzoli ormai in fiamme e umidi di afrodisiaco, la russa balbettò, incerta: "N-non importa, A-Adam. Ora ... portiamola in camera da letto. Non è il momento di ... ehm, si ... perdere tempo in ... corteggiamenti.", più nervosa che mai, la donna si affrettò a prendere in braccio la piccola, dirigendosi impettita ma rossa in volto verso la direzione mostratale dal tiranide.
    Era la prima volta, in tutta la sua lunga esistenza, che si trovava in una situazione del genere.
    Perché diamine quei due dovevano essere così ... dannatamente provocanti? Tra i seni fottutamente pieni di miele di lei e il tronco che, da quel che era riuscita a vedere, il suo compagno sembrava nascondere tra le gambe non sapeva più che pesci prendere.
    Rimaneva ormai per lei una sola domanda: come avrebbero reagito i due quando la sua vera indole sarebbe emersa e si fossero trovati di fronte a una bestia tanto antica quanto incredibilmente affamata di sesso?
     
    .
  11.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    HF Utenti+
    Posts
    1,181
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    OFFLINE
    Finalmente il gelo che c'era tra lui e Selenya aveva iniziato a sciogliersi e, benché non potesse nemmeno sfiorare il pensiero di quanto fosse accaduto alla sua Queenie che già veniva attraversato da violente ondate di rifiuto e rabbia, l'idea che tra lui e quella donna potesse instaurarsi un rapporto di reciproco rispetto e, perché no, di stima lo faceva sentire più sereno, quasi sollevato. Peccato che tale serenità durò poco e, mentre aveva le labbra della sua Regina sulle sue, non poté fare a meno di notare tutto il disagio che aveva provocato nella sua ospite e fu anche questo che gli permise di trovare il coraggio per strapparsi da quel bacio semplicemente delizioso.
    Purtroppo, allontanarsi dalle labbra di Queenie non attenuò minimamente l'intenso desiderio che provava verso di lei, l'ardente malia che gli consumava le carni ma, anzi, per lunghi secondi continuò a percepire il sapore dolce della sua bocca, la consistenza morbidissima delle sue labbra, l'eco voluttuosa dei suoi gemiti e ciò, semplicemente, lo straziava nel profondo poiché non desiderava far altro che baciarla ancora e abbandonarsi alla passione ma era perfettamente consapevole che non lo poteva fare ed era una tentazione troppo bella e intensa perché potesse sottrarvisi senza sofferenza o tentennamenti di sorta. Fortunatamente riuscì a mantenersi saldo nei suoi propositi anche quando, sollevando lo sguardo verso Selenya, si accorse che la giovane, più che indignata o disgustata, era eccitata quasi quanto lui e ciò, benché lo sollevasse non poco, non gli rendeva più facile trattenersi. Riuscì a ritrovare un controllo più saldo del suo corpo quando Queenie, confusa da quanto stava accadendo, nascose il visetto tra le mani pigolando qualche scusa ormai prossima alle lacrime: immediatamente annullò ogni distanza per abbracciarla dolcemente e baciarla più volte sul dorso delle mani con cui nascondeva il volto, proprio come si sarebbe fatto per una bambina in lacrime.
    Ehi, piccina... non c'è nulla di cui scusarsi, non hai fatto niente di male: non è qualcosa che puoi controllare, non è colpa tua. Ma noi possiamo controllarci, non temere: vero, Selenya? - la rassicurò con dolcezza, chiedendo anche la conferma della sua ospite, sia per tranquillizzare la sua piccina che, soprattutto, per riscuotere l'altra che sembrava essere decisamente in difficoltà. Fu in quel momento che proprio Selenya li avvertì dell'imminenza del parto imminente e lo invitò a fare strada: - Sì, hai ragione, seguimi! - esclamò quasi sorpreso, dato che il pensiero di quel parto (Così delle sue uova, dei suoi figli) era stato scalzato via da tutte le violente sensazioni che aveva appena finito di provare e, di colpo, ridivenne quello principe della sua mente; immediatamente, dunque, si diresse verso la stanza da letto, anch'essa arredata con gusto e attenzione per i dettagli, dove Queenie e Selenya avrebbero trovato ad aspettarle un letto comodo e spazioso, abbastanza grande ad accogliere tutti e tre abbastanza comodamente. Invitò Selenya con un cenno a deporre la piccina e si mise a disposizione: - So che sto ricalcando un po' uno stereotipo ma... non ho idea di cosa fare e sono abbastanza teso. Però voglio rendermi utile: dimmi cosa fare e lo farò. - disse, rivolgendo alla sua ospite un sorriso gentile e anche un po' complice, mentre provava a stemperare l'inevitabile tensione con una battuta: tutta l'agitazione per quel patto, infatti, aveva calmato in parte i suoi bollenti spiriti e se poteva parlarle con una certa naturalezza lo doveva al fatto che la sua erezione si era un po' ridimensionata, benché risultasse comunque abbastanza visibile.
    Si dedicò, dunque, a carezzare dolcemente la sua piccola Regina per tranquillizzarla e, per quanto possibile, aiutarla a rilassarsi, ignaro però di come stare così vicino a quel corpicino che emetteva senza sosta ferormoni fosse deleterio per la sua ritrovata concentrazione: all'inizio, infatti, si era dedicato semplicemente a carezzarle l'addome apesco e i capelli, poi, inesorabilmente le sue mani avevano preso a scendere, a gustare il contatto con quella serica e perfetta, ad agognare le forme che si limitava a sfiorare. In un attimo i suoi pensieri presero a deviare, a ripensare al loro incontro, alle loro molteplici unioni, al piacere intenso che avevano condiviso... e si fermò di colpo, irrigidendosi e allontanando le mani neanche se si fosse scottato: da quando era diventato così lascivo? Certo, Queenie stava emanando ferormoni sufficienti per eccitare uno sciame di tiranidi ma davvero era soltanto a causa di questo o era il comodo paravento che la sua lussuria poteva utilizzare per evitargli gli altrimenti inevitabili sensi di colpa? Da quando, infatti, aveva incontrato Hilda il suo rapporto col sesso era cambiato e da pulsione disprezzata e, talvolta, appagata in maniera vergognosa, sbrigativa era diventata una parte importante di sé, un desiderio intenso che poteva e voleva soddisfare, basti pensare Blume e Queenie stessa. Ma, se in ciò non ci vedeva nulla di male, dopotutto riappacificarsi con la sua natura umana significava anche accettarne le sue pulsioni, il desiderio che stava provando in quel momento non gli appariva sano, dopotutto Queenie stava per partorire e c'era una sconosciuta con loro, come poteva cedere in quel modo? Neanche a farlo apposta, la sua mano era scivolata vicino al seno di Queenie, con le dita a sfiorarlo e immediatamente i suoi occhi si persero a osservarne la forma perfetta e prosperosa, pensanti per tutto quel miele che traluceva invitante dalle punte dei capezzoli; non pensò, non decise alcunché, semplicemente le sue dita si allungarono a sfiorarlo e quella lievissima pressione fu sufficiente per far partire uno zampillo di miele che gli imbrattò la mano e si arrestò sul ventre della piccina: Adam sbarrò gli occhi, sorpreso, guardando quei seni meravigliosi, così tremendamente gonfi che sembravano pregarlo di dar loro un po' di sollievo... e, in un attimo, si gettò sulla sua adorata Regina, afferrando quei seni a piene mani, facendo zampillare il miele direttamente sulla sua bocca prima prendere a succhiare, mordere quei deliziosi seni, mentre le sue mani la palpavano con desiderio, strizzandone le natiche sode mentre strusciava impaziente e ferino la sua virilità, completamente induritasi di colpo, su quella completamente esposta della sua piccina.
    Tutta la sua fame, tutto il suo desiderio erano esplosi, potenti e inarrestabili, per travolgere la piccola Queenie, vittima di quella furia bollente e piacevole: Adam teneva gli occhi chiusi, infatti, come se volesse concentrarsi unicamente sulle sensazioni che quelle carni gli donavano, su quel calore, quella morbidezza di cui si sentiva terribilmente ingordo. Spalancò gli occhi di colpo nell'accorgersi di quanto aveva appena fatto ma non si staccò ancora, continuò a saziarsi del suo miele e delle sue carni (O, quantomeno, a tentare di saziarsi) prima di sollevarsi con le braccia, confuso, affamato e incapace di abbandonarsi del tutto... così come di riprendere il controllo. - Selenya... aiutaci... - dalle sue labbra uscì un tono roco, basso, sensuale e ferino come lo sguardo che rivolse alla donna: il suo corpo statuario si stagliava imponente davanti a lei, i muscoli così gonfi e contratti da minacciare, con ogni respiro, di strappare quella maglietta ormai divenuta un'aderentissima seconda pelle a causa del sudore, mentre l'enorme verga che Selenya aveva soltanto intravisto non solo era completamente eretta ma, a causa dei movimenti scomposti a cui si era lasciato andare, ormai si era quasi completamente liberata dalla costrizione dei pantaloni, con la grossa cappella rosea che poggiava sui suoi pettorali scolpiti, addirittura sormontata da una goccia di liquido preseminale a causa della violentissima eccitazione che l'attraversava. La richiesta che le aveva rivolto era piuttosto ambigua, le aveva forse chiesto di aiutarli a controllarsi? E se sì, perché, subito dopo averle detto ciò, mentre continuava a guardarla intensamente, si era lentamente leccato le labbra ancora sporche di miele? A Selenya l'onere di trovare la risposta esatta.
     
    .
  12.     +2   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Hentai Member

    Group
    Member
    Posts
    541
    Location
    Verona, Italia

    Status
    OFFLINE
    Selenya parlato - Selenya pensato
    Queenie parlato - Queenie pensato
    Alveare pensato
    Narrazione


    La povera Queenie, profondamente costernata all'idea di aver causato tanto disagio nei due, si stava ancora asciugando gli occhi con le manine tigrate quando sentì la famigliare consistenza delle labbra del suo amato sfiorarle delicatamente le mani: fu solo allora, e non senza una certa esitazione, che poco a poco l'apetta si asciugò le lacrime, osservandolo sorpresa e allo stesso tempo rassicurata nel sentirlo pronunciare quelle parole.
    Guardò Selenya, anche lei alla ricerca di una conferma, e quella, che fino ad allora aveva concentrato le sue energia sopratutto sul non perdere il controllo, non poté che riscuotersi improvvisamente arrossendo nervosa e affrettandosi quindi ad annuire: "Certamente ... non preoccuparti, sappiamo trattenere i nostri istinti per quanto questa situazione sia, ehm ... particolare. Quindi non hai di che temere.", disse, dapprima nervosa per poi, poco a poco, iniziare ad addolcirsi sfoderando persino un sorriso, seppur lieve, indubbiamente intenerito dall'innocenza della piccoletta.
    Perché si, per quanto di indole tutt'altro che amichevole, nemmeno la mannara poteva rimanere totalmente indifferente alla naturale dolcezza di cui pareva essere fornita la piccola tiranide. E se di persone buone anche ne aveva incontrate, era la prima volta che si trovava a relazionarsi con qualcuno di talmente dolce e innocente che ... beh, semplicemente risultava impossibile anche solo odiarla o volerle fare del male. Sotto quel punto di vista, più ci pensava e più l'idea di ciò che le era stato fatto non faceva che accrescere la sua rabbia, anche se diversamente dal suo amato riusciva a celarla a dir poco egregiamente tanto che, alla fin fine, solo gli occhi, cupi d'ira, lasciavano trapelare ciò che realmente stava pensando. Tuttavia, non era quello il momento di indugiare in propositi di vendetta, motivo per cui si limitò a seguire Adam verso la stanza da letto.
    Anch'essa, proprio come il resto della casa, si rivelò arredata con grandissima cura e un gusto a dir poco esemplare.
    Depositò quindi la piccola tiranide sul letto, alzando quindi lo sguardo sul giovane e sorridendo appena, anche se non senza qualche leggero segno di nervosismo sui lineamenti altrimenti perfetti: "Il travaglio delle tiranidi è meno complicato e rischioso di quello degli esseri umani, ma questo non toglie che debba essere affrontato con le giuste precauzioni anche se, tenendo conto delle uova già deposte, penso che la tua compagna sia sufficientemente forte da affrontarlo senza problemi. Comunque sia ... intanto è meglio che si rilassi, per quanto inesperto, penso che la tua presenza sia comunque perfetta in tal caso.", disse, mentre lo sguardo cadeva, inevitabile, sui quegli stessi seni ricolmi di miele che ora lui stava toccando.
    E mentre la piccola Queenie, non senza mordersi il labbro a causa delle crescenti ondate di desiderio che perpetuavano ad attraversarle il corpo, iniziava a socchiudere gli occhi abbandonandosi alle tenere carezze del suo amato, la mannara voltò il capo ... ormai totalmente rossa in volto, si affrettò a raggiungere il comodino, sul quale aveva già intercettato una discreta riserva di salviette molto ampie, sufficienti per il parto.
    Fu quindi con la coda dell'occhio che vide il tiranide scagliarsi, ormai incapace di contenere quell'ondata di lussuria collettiva che pareva averli travolti tutti e tre, verso la propria amata affondando il volto nei seni di lei e facendone zampillare il nettare caldo e profumato dai capezzoli.
    Selenya sgranò gli occhi, mordendosi disperatamente il labbro mentre stilettate di desiderio quasi doloroso le attraversavano sia l'erezione ormai sul punto di esplodere che la sua parte femminile grondante di umori. "Maledizione! Fortuna che doveva controllarci ... di questo passo finirò col perdere totalmente la concentrazione, e a quel punto il travaglio sarà decisamente l'ultimo dei miei pensieri.", si ritrovò a pensare la mannara, mentre i gemiti sorpresi di Queenie le raggiungevano l'orecchio.
    La piccola ape, infatti, anche a dispetto dei liquidi sempre più abbondanti che le uscivano dal ventre apesco e dell'impellente necessità di sgravarsi che sentiva dentro di sé, non poté non gradire il modo in cui il suo amato, come un assetato nel deserto, si fiondò sul suo seno. Pigolando piena di desiderio, la piccola già sfiancata dagli eventi della serata si limitò a gemere piena di sollievo, mentre le manine paffute correvano tra i capelli del so amato spingendolo ad affondare ancora di più il viso in quel seno oscenamente pieno di nettare e anch'esso desideroso di liberarsi di un peso ormai non più trascurabile.
    E il tutto con Selenya li che, semplicemente, non poté fare altro che cercare un minimo di sollievo contro le coperte del letto, strusciandovi bisognosa l'erezione contro ma comunque fermamente determinata a mantenere, almeno lei, quel minimo di contegno necessario a portare a termine quel parto senza rischiare di trascinare tutti in un'orgia a tutti gli effetti. E quando sentì le parole di lui, non poté che annuire.
    Era a dir poco imbarazzante, per lei, la consapevolezza di non potersi lasciare assolutamente andare ... perché se anche quei due potevano confortarsi a vicenda, che figura ci avrebbe fatto lei nell'infilarsi in mezzo senza dire nulla? E il fatto che fossero li, a palpeggiarsi e a gemere come se non ci fosse un domani, non faceva che accrescere ulteriormente quell'eccitazione già di per sé dolorosa che sentiva dentro di sé.
    Fu quindi non senza un certa soddisfazione che si avvicinò rapida ad Adam, osservandolo severamente prima di dire: "E va bene, ti darò una mano. Ma se ti azzardi a far uscire quel dannato coso che hai tra le gambe prima della fine del parto giuro che ti imbottisco di veleno, così da non fartelo rizzare più nella vita chiaro? Cosa credi? Nemmeno per me è facile, quindi calmati!", disse, sfiorandone il cavallo e ricorrendo all'Antlomanzia: un getto di gelo puro avrebbe attraversato il povero tiranide, sufficiente a sbollirne almeno un po' l'animo fino a che non avessero finito. Solo allora si sarebbe voltata, rossa in viso, verso Queenie.
    "Ok ... portiamo a termine questa cosa e poi ...", si morse il labbro, incerta, "... ognuno potrà andare per la sua strada.", Queenie, anche se dispiaciuta all'idea di doversi fermare, non poté che annuire appena, divaricando le gambe ed esponendo la fessura posta sul ventre apesco ormai ben aperta e pulsante in attesa di liberarsi. Selenya si morse il labbro, gemendo esasperata da quella visione tanto sublime quanto dannatamente dolorosa, per poi avvicinarsi alla femminilità di lei, stimolandola appena con le salviette: "Bene ... non appena senti di essere pronta, inizia a spingere ok? Ormai sei abbastanza lubrificata, non dovrebbero esserci problemi.", disse, le gote ormai rosse dal desiderio represso.
    Queenie annuì appena, per poi lasciarsi sfuggire un forte gemito quando, stimolata dal massaggio di lei, sentì le uova iniziare a usciare dall'utero facendosi strada nella sua vagina ormai sfiancata per poi fuoriuscire. Coprendosi, più imbarazzata che mai, il volto con le mani la piccola ape gemette, mentre una, due, tre ... molte uova iniziavano a emergere, lentamente ma progressivamente, dal corpo di lei per poi depositarsi e terra, accompagnate dal miele che, ormai incontenibile, iniziò a zampillare dai capezzoli.
    Selenya si morse il labbro, osservando sconvolta la scena, per poi piegarsi improvvisamente in avanti quando sentì, quasi di comune accordo, l'afrodisiaco all'interno del suo seno fuoriuscire con forza imbrattandole completamente la parte superiore del vestito. Gemette, mentre gli occhi languidi di disperata lussuria si alzavano su Adam ... ora era lei a chiedere aiuto, seppure tacitamente.
    Cosa avrebbe risposto il giovane?
     
    .
  13.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    HF Utenti+
    Posts
    1,181
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    OFFLINE
    Adam era così terribilmente eccitato da non comprendere affatto né le parole né il tono che Sele gli rivolse, anzi vedendola avvicinare la mano al cavallo dei suoi pantaloni, pensò che stesse per dargli sollievo e dunque socchiuse gli occhi mentre si mordeva le labbra in impaziente attesa... se non fosse che si ritrovò a spalancare tanto gli uni che le altre, dato che Selenya, ben lungi dal recargli alcun piacere, letteralmente investì la sua povera erezione con un portentoso flusso di aria gelida e la costrinse, obtorto collo, a ritirarsi sia pure parzialmente. Al povero Adam non restò che arrossire travolto dalla vergogna, mentre il significato delle parole della donna lo colpiva violentemente: davvero quella pazza gli aveva congelato i genitali e lo aveva minacciato di avvelenarlo? Ovviamente non si arrabbiò (Sebbene, va da sé, qualunque uomo si sarebbe risentito nel ricevere un simile trattamento) perché comprendeva perfettamente la situazione e la necessità di rimanere vigili per far partorire Queenie ma, allo stesso tempo, si chiedeva chi fosse quella donna che controllava il gelo e, se non aveva capito male, era anche un'esperta conoscitrice di veleni, oltre che di primo soccorso: poteva davvero fidarsi di lei? Domanda stupida poiché fino ad allora non gli aveva dato motivi per non farlo (Anzi) e, soprattutto, in quel momento non poteva far altro.
    Annuì ancora un po' sorpreso e confuso dal repentino crollo della sua eccitazione, mentre ritornava a prodigarsi in nuovo e stavolta innocenti carezze verso la sua regina. Selenya sapeva davvero il fatto suo e lui osservò con un misto di trepidazione, ansia, gioia e paura la femminilità apesca della piccina aprirsi e iniziare, pian piano, a espellere ogni uovo, un globo dorato in cui la vita, quella bizzarra unione di sé e lei, s'intravedeva appena. Strinse con più forza la mano della sua piccina che aveva afferrato per farle coraggio, finalmente consapevole che una nuova svolta si era verificata nella sua vita e che non sarebbe stato facile accettarla e affrontarla... ma ne sarebbe valsa indubbiamente la pena. Gli venne voglia di sfiorarle, di poggiare la punta delle dita sulla loro superficie ma non ne ebbe il coraggio e, probabilmente, si sarebbe limitato a ringraziare Selenya e ad abbracciare commosso la sua piccola apetta se non fosse stato proprio per quest'ultima che, con un gemito deliziosamente sofferto, fece zampillare un'abbondate dose di miele direttamente dai suoi capezzoli, mostrando dei seni ancora più gonfi e grandi di prima cosa non certo semplice, oltre a liberare un'abbondantissima dose di ferormoni che lo inebriarono quasi immediatamente. Di colpo ogni sensazione di freddo che ancora aleggiava nel suo bassoventre scomparve e ritornò a sentire davvero un gran caldo: spostò il suo sguardo su Selenya, come a volersi scusare per quanto accaduto ma si trovò dinnanzi a una situazione del tutto inaspettata: la parte superiore del vestito della giovane risultava bagnata e un odore tanto intenso quanto gradevole veniva emanato da lei, un odore che non faceva altro che alimentare il suo desiderio.
    Selenya, io... - esordì senza continuare oltre poiché la donna gli rivolse uno sguardo così terribilmente languido e pregno di desiderio che gli mancò il fiato mentre, di colpo, la sua verga tornava violentemente a irrigidirsi, più che mai impaziente e affamata. Cercò di controllarsi, di trattenersi, dopotutto lui non era una bestia in calore, doveva trattenersi, non poteva gettare via la sua dignità in quel modo soltanto perché aveva il cazzo in tiro! Aveva abbassato lo sguardo, deciso ad alzarsi dal letto per spezzare quella terribile tensione erotica che si era stabilita tra di loro... ma il gemito che proruppe dalle labbra di Sele non glielo permise: ritornò a guardarla stupito e affamato insieme, con la sua verga che fremette e pulsò più volte a quel suono e, semplicemente, non riuscì più a resistere. Annullò ogni distanza catturandole la vita sottile con il suo braccio muscoloso e, avvicinandola sé, la baciò famelico. Fu un bacio intenso, impaziente, con la lingua che fece immediatamente o quasi capolino, mentre le sue mani forti scivolavano lungo il suo corpo in una lenta carezza, smaniando per poter raggiungere i suoi glutei ma ancora senza raggiungerli. Sele avrebbe sentito il sapore dolce del miele di Queenie aleggiare sulle labbra di Adam ma non solo quello: la lieve elettricità, infatti che contraddistingueva il corpo dell'ex homunculus era decisamente presente e con essa l'influsso violento dell'eromanzia, tanto che c'era da chiedersi se la donna fosse riuscita a resistere a un mix tanto intenso se già, quando l'era giunta smorzata attraverso Queenie, l'aveva più che abbondantemente sconvolta. Si staccò con lentezza studiata dalle sue labbra, non senza resistere alla tentazione di leccarle ancora, soltanto per continuare a stuzzicarla: - Congelami e avvelenami quanto vuoi... ma dovevo farlo. - le sussurrò bollente, prima di allontanarsi quel tanto che bastava per denudarsi; si tolse la maglietta che gettò oltre al letto, scoprendo i muscoli perfettamente scolpiti, oltre che lucidi di sudore, prima di abbassare pantaloni ed boxer assieme, rimanendo completamente nudo davanti alle due donne che avrebbero potuto osservare non soltanto il suo sguardo famelico, affamato, ma anche la sua enorme verga, assolutamente inumana, che si ergeva imponente e impaziente davanti a loro. Afferrò per i glutei la sua adorata Regina, traendola a sé per poggiare sopra la sua femminilità la sua enorme virilità che non soltanto era bollente ma, fin dal primo istante, prese a pulsare violentemente contro le carni della piccina.
    Vuoi ancora andartene per la tua strada, Selenya? E dire che io e Queenie non vediamo l'ora di ringraziarti come si deve... vero piccina? - chiese alla piccola apetta sfregando la sua verga contro la sua vulva, strizzandole forte quel culetto meraviglioso: era ormai fuori controllo... e desiderava vedere entrambe le due donne nella sua stessa situazione.
     
    .
  14.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Hentai Member

    Group
    Member
    Posts
    541
    Location
    Verona, Italia

    Status
    OFFLINE
    Selenya parlato - Selenya pensato
    Queenie parlato - Queenie pensato
    Alveare pensato
    Narrazione


    Selenya sospirò, sollevata.
    Fortunatamente per lei, a quanto pareva il suo assalto gelido alle parti basse dell'uomo aveva fatto il suo sporco lavoro riuscendo a stemperare, almeno in parte, quell'ondata di ormoni che per poco non l'aveva fatto finire tra le calde carni della sua amata prima ancora di permetterle di sgravarsi.
    Sfortunatamente, invece, lo spettacolo offertole dalla giovane tiranide si dimostrò ben presto essere molto al di fuori della portata della resistenza della mannara che si ritrovò a osservare, con aria languidamente disperata, l'interno di lei che continuava a contrarsi. E mentre, poco a poco, le uova terminavano di uscire, la piccola apetta non poté fare a meno di osservare, preoccupata, la giovane donna che tanto sembrava soffrire nell'aiutarla: "S-signorina Selenya, si sente be ...", fece per dire, solo per bloccarsi sorpresa quando vide il proprio amato fiondarsi direttamente contro la donna e avvolgerle possessivamente la vita tra le braccia.
    Selenya sgranò gli occhi, palesemente sorpresa nonché totalmente colta in contropiede, mentre le labbra dell'uomo si avventavano fameliche sulle sue facendole emettere un gemito tanto sorpreso quanto indiscutibilmente eccitato. Senza nemmeno rendersene contro, la russa dischiuse silenziosamente le labbra, mugolando sollevata mentre si ritrovava ad assaporare il sapore virile di lui mescolato con quello altrettanto piacevole della sua dolce compagna: un mix a dir poco irresistibile che, mescolato alle scosse elettriche che esso le trasmetteva, travolse la russa facendole fremere il corpo da una scarica di piacere talmente forte da farle quasi girare la testa.
    Chiuse gli occhi, e stava già iniziando ad abbandonarsi al caldo tepore delle braccia di lui quando quello si ritrasse, guadagnandosi in tutta risposta l'occhiata gelida della russa. Selenya ne ascoltò le parole, osservandolo sconvolta mentre si denudava esponendo infine completamente quella verga a dir poco mostruosa ... la russa lo osservò, tra l'indignato e il sconvolto, mentre afferrava la compagna per la vita traendola a sé: "T-tu ... razza di ...", un ringhio cupo, sordo e a dir poco indignato le uscì dalle labbra, mentre osservava furiosa Adam, "... non ti hanno mai detto che è a dir poco MALEDUCATO lasciare una donna prima ancora di concludere? E va bene ... ti riempirò di veleno, ma ti assicurò che non sarà affatto come immagini anzi sarà talmente piacevole che non riuscirai più a fartelo venire dritto con un'altra!", sbottò, per poi avvicinarsi a entrambi.
    Queenie, che inizialmente aveva osservato sorpresa, e poi leggermente imbronciata, il bacio tra i due, si lasciò sfuggire un gridolino deliziato quando il suo amato la trasse a sé. Rise di gusto, divertita, per poi ascoltarne le parole e alzare lo sguardo, non senza un palese rossore sulle gote, verso la russa per dire: "V-ve bene ... S-Signorina Selenya. Se vuole unirsi a noi io ... ne sarei veramente felice. Tuttavia eviterei di usare sostanze strane sul mio amore ...", sorrise dolcemente ad Adam, mordicchiandone dolcemente il labbro inferiore per poi proseguire, "... già di norma è veramente molto esuberante, temo che se dovessi dargli quello che penso siano i tuoi veleni ... ecco ... sarebbe difficile trattenerlo."
    Selenya sorrise, osservandola divertita, per poi tornare a osservare Adam.
    "Bene ... in tal caso non ho proprio nessun motivo per fermarmi.", disse, sorridendo divertita per poi avvicinarsi ai due. Si liberò rapidamente del vestito, liberando finalmente quel fisico a dir poco statuario che fino ad allora poteva essere solo immaginato e rivelandone la totale nudità sotto gli abiti: carnagione lattea, perfetta, un collare di pelliccia diamantina a decorarne il collo accompagnata da un seno di una quinta abbondante, da una vita stretta e da un sedere da urlo. E per finire anche la sua parte maschile, un membro equino dalle dimensioni a dir poco mostruose e coperto da una candida pelliccia e da una serie di lucenti squamette color argento, il tutto accompagnato da due testicoli pieni e tondi.
    La russa sorrise divertita, avvicinandosi come un predatore pronto a balzare sulla propria vittima alla giovane apetta, senza tuttavia smettere di osservarne il compagno quasi a valutarne la reazione. Le movenze della russa erano fluide, caratterizzate da una grazia e da una sicurezza di sé senza pari ... e quando finalmente si trovò di fronte alla piccola non esitò un istante nel catturarne le labbra in un caldo e avvolgente bacio: uno spettacolo lasbo a dir poco sublime che difficilmente non avrebbe avuto effetto sull'uomo, specialmente visto e consderato il gemito prima sorpreso e poi deliziato che emise Queenie nel sentire le labbra della russa su di sé.
    Selenya rise, scostandosi appena per poi spingere la giovane ad allargare le gambe, avvicinandosi quindi all'uomo e sussurrandogli languida: "Allora ... vediamo un po' cosa succede se ti riempio di veleno.", disse, graffiandogli divertita il membro con gli occhi illuminati di puro sadismo, per poi secernere una dose di afrodisiaco talmente massiccia da rischiare di mettere KO persino un elefante. Le iridi della donna brillarono, divertita, mentre si mordicchiava divertita l'orecchio di lui strusciando il bacino contro la sua coscia e facendo l'occhiolino alla piccola Queenie che, in risposta, si ritrovò a soffocare una risatina deliziata.
    Le due donne sembravano aver raggiunto una bella sintonia, ed entrambe parevano impazienti di vedere cosa quel veleno avrebbe fatto al corpo dell'homunculus ...
     
    .
  15.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    HF Utenti+
    Posts
    1,181
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    OFFLINE
    La reazione di Selenya al suo bacio era stata semplicemente deliziosa non solo perché aveva accolto le sue labbra con un sospiro di sollievo ma, soprattutto, perché aveva accolto la sua lingua senza alcuna esitazione, anzi si era dedicata a quel bacio con una passionalità che contrastava piacevolmente con la freddezza che aveva mostrato fino a quel momento. Tutto, però, cambiò quando si staccò da lei per tentarla: la sua espressione, da rapita, divenne prima sorpresa e poi, semplicemente, indignata e Adam, che si era spinto a tanto soltanto perché trascinato dall'onda dell'eccitazione, si ritrovò a combattere contro i sensi di colpa e la vergogna di quanto aveva appena fatto. Ma come gli era venuto in mente?! Che cosa avrebbe pensato di lui? E Queenie? Era stato uno stupido avventato, incapace di controllarsi soltanto perché lo aveva in tiro!
    Dischiuse le labbra per scusarsi ma Selenya lo anticipò spiegando il vero motivo per la sua espressione, cioè la rabbia per essere stata così repentinamente messa da parte: lo sguardo di Adam si accese di gioia e un sorriso malizioso si dipinse sul suo volto, ancora lievemente rosato per il precedente imbarazzo. Sorriso che divenne ancora più largo nel sentire la "minaccia" dell'albina e l'invito deliziosamente malizioso della sua piccola Queenie, inaspettatamente favorevole a tutta quella faccenda. Certo, Adam aveva agito impulsivamente ma comunque con l'idea (O, meglio, speranza) che gli eventi avrebbero preso quella piega... ma non si aspettava che tutto risultasse tanto semplice, anzi credeva che avrebbe dovuto convincere Queenie a suon di moine e vezzeggiamenti! Osservò la sua Regina con sguardo sorpreso e divertito allo stesso tempo, pronto a commentare quel suo lato inaspettatamente accondiscendente e perverso se Selenya, ancora una volta, non lo avesse anticipato e ammutolito spogliandosi: certo, fu una bella vista e il suo sguardo avrebbe accarezzato più volte quei seni prosperosi, quei fianchi larghi e armonici ma ciò non sarebbe bastato a togliergli la parola. A farlo fu vedere, al posto della femminilità, un enorme membro equino, ricoperto di una fitta pelliccia bianca e da piccole scaglie azzurre, fornito di due testicoli decisamente esagerati; Adam sgranò gli occhi e la bocca, cercando qualcosa da dire ma, per una volta, non trovando nulla: che diavolo significava? Selenya non era davvero una donna? No, le sue forme, le sue stesse proporzioni erano chiaramente femminili! Possibile che fosse un'ermafrodita? E, se aveva ragione, perché quella forma così bestiale? In effetti, a parte quell'imponente virilità, il suo corpo non presentava caratteristiche bestiali a parte la pelliccia che le avvolgeva il collo... chi era davvero quella donna?
    Ad ogni modo, non ebbe modo di formulare le sue domande perché Selenya non perse tempo e, traendo a sé una Queenie inaspettatamente spigliata e suo agio in una simile situazione, la baciò con una tale intensità che non poté osservarle tra l'estatico e l'affamato: - Ragazze... se fate così mi farete impazzir-ahi! - si lamentò quando l'albina, improvvisamente, gli graffiò il membro e gli iniettò una dose terribilmente massiccia di afrodisiaco, tra l'altro con il dispettoso benestare dell'apetta anche se un attimo prima l'aveva proprio pregata di non farlo! Adam riuscì a pensare soltanto che quelle due gli avrebbero dato non poco filo da torcere quella notte, quando il suo corpo prese letteralmente a bruciare e a sprigionare un'intenso quantitativo di energia, iniziando a mutare velocemente sotto il loro sguardo. All'inizio Queenie avrebbe potuto credere che Adam stesse assumendo le sue consuete fattezze da tiranide ma la realtà era ben diversa: certo, in breve tempo raggiunse quei due metri e mezzo di altezza che erano la sua vera statura, ma il suo corpo non prese l'aspetto asciutto, quasi filiforme di sempre, bensì i suoi muscoli si espansero notevolmente, facendolo diventare ancora più massiccio e scolpito di prima; muscoli che, anziché venire nascosti dal carapace, si ritrovarono esaltati dalla pelle della tiranide che era sì divenuta nera e lucida ma senza irrigidirsi, acquisendo una consistenza simile al cuoio, mentre comparivano gli arti aggiuntivi, armati come gli altri di artigli acuminati ma, complessivamente, decisamente più umani di quelli della sua forma consueta. Così come essenzialmente umano era rimasto il suo volto, con tanto di capelli e lineamenti pressoché immutati, a parte gli occhi divenuti tre e rossi, la pelle tendente al grigio e dei solchi che, proseguendo dagli angoli delle labbra raggiungevano gli zigomi, come se seguissero la conformazione della mandibola. La parte del suo corpo che, però, aveva subito i maggiori cambiamenti era stata quella che per prima aveva subito gli effetti del veleno di Sele: il suo membro, infatti, se in quanto a forma non si era discostato poi molto da quella che Queenie conosceva bene, rosso e ricoperto di aculei neri, oltre che con la cappella larga e appuntita, a essere cambiate erano le sue dimensioni... e il suo <>numero. Oltre, infatti, a essere divenuto ancora più colossale di quanto non fosse nella sua forma da tiranide, si era persino sdoppiato, dato che subito sopra al primo se ne ergeva un secondo, perfettamente identico all'originale. Quella dose tanto forte di afrodisiaci, spingendolo a trasformarsi benché non volesse, gli aveva fatto raggiungere una forma ibrida tra quella umana e da tiranide, un evento probabilmente inaspettato per la stessa Selenya e decisamente curioso... ma Adam non sembrò curarsene.
    Appena, infatti, quel veloce processo raggiunse la sua fine, l'ex humunculus andò ad afferrare l'albina con tutte e quattro le enormi mani, spalancando le fauci e mostrando una doppia fila di zanne appuntite... e enorme lingua serpentiforme, rossa come le sue due virilità che, in un attimo, fu nella bocca e nella gola della donna. Era così enorme che, probabilmente, Selenya avrebbe avuto l'impressione di star ospitando una grossa virilità più che una semplice lingua ma, oltre a questo, aveva un sapore decisamente intenso e risultava, oltre che bollente, attraversata da lievi scariche elettriche che avrebbero reso quel bacio di per sé già assurdo ancora più estremo.
    Sei davvero nei guai, Selenya. - pronunciò direttamente dalla gola, senza l'ausilio della lingua, con una voce profonda e cavernosa, decisamente mostruosa; nel frattempo, la donna si sarebbe sentita stringere da quelle imponenti quattro braccia e sollevare con la stessa facilità di chi solleva una piuma, mentre quelle mani enormi correvano lungo il suo corpo, carezzandole e strizzandole le natiche sode e seni, mentre quelle due mostruose erezioni pulsavano e fremevano come se avessero vita propria. Adam non fu per nulla galante e continuò ad affondare quell'interminabile lingua nella sua gola come se non sapesse che Selenya avesse bisogno di respirare, facendola lottare con quelle spire lussuriose prima di liberarle la gola quel tanto che bastava per un veloce respiro e poi di nuovo, a subire quellòa lingua e quel bacio semplicemente mostruosi. Nel frattempo, il secondo paio di mani di Adam avevano afferrato Queenie e fatta scivolare tra quelle due verghe mostruose, così enormi e vigorose che la piccina si sarebbe sentita sollevare da quella su cui era letteralmente sdraiata, mentre la seconda fu fatta aderire al suo corpicino semplicemente poggiandovi il bacino di Selenya, opportunamente tenuta sollevata dalle altre braccia della tiranide proprio per quello scopo.
    Prima ancora che le due potessero chiedersi quali fossero le sue intenzioni, prese a muovere il bacino e subito tutto sarebbe diventato chiaro: quelle due mostruosità, infatti, avrebbero preso a sfregarsi con i loro grossi aculei carnosi direttamente contro i loro orifizi, dato che Queenie (Oltre a godersi l'incantevole fondoschiena di Selenya e la sua bella schiena flessuosa) sarebbe stata stimolata dalla prima verga sia nell'intimità apesca che nell'ano, mentre la seconda avrebbe stimolato al contempo la sua femminilità umana ed entrambi gli orifizi di Sele, testicoli compresi che sarebbero stati tormentati da tutti quegli aculei acuminati.
    Allora, Selenya, cosa pensi di fare? Pensa in fretta o temo che finirai... mangiata. - la provocò con quel tono profondissimo e inumano, mentre finalmente le liberava la gola per avvolgerle la lingua attorno al seno destro e accoglierlo completamente tra le sue "labbra", con la stessa facilità con cui si mangia una caramella, prima di succhiarlo, strizzarlo e morderlo come una bocca umana non avrebbe potuto mai fare: massaggiandolo in ogni millimetro della sua superficie, spremendogli fino all'ultima goccia dell'afrodisiaco che lo ingombrava. Entrambi i cazzi erano bollenti, frementi e infusi di elettricità ed eromanzia, oltre che così enormi da dare alle due l'impressione di essere su delle bestie selvagge, desiderose di farle sbalzare dalla "sella", tanto pulsavano e tremavano... ma, probabilmente, ad attirare l'attenzione di Selenya sarebbe stato lo sguardo di sfida che Adam le stava lanciando con quei tre, mostruosi occhi rossi, occhi che sembravano chiederle se davvero era all'altezza della situazione.
     
    .
24 replies since 4/11/2018, 16:53   489 views
  Share  
.
Top