CDA - Corso d'addestramento

Sottomissione - Orgia

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  1. Elle2012
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    Rieccomi!
    Spero vivamente che gli episodi precedenti vi siano piaciuti.
    Quelli successivi, sebbene sempre slegati tra loro, andranno a presentare anche specie diverse.
    Ditemi cosa ne pensate!




    CDA - Corso d'addestramento


    Alessandra guaì con forza, la coda e le orecchie basse mentre il taxi sfrecciava per le vie della città.
    Osservando l’esterno, Kairos poté notari innumerevoli animali che, ormai a proprio agio in quel nuovo ruolo, portavano a spasso i loro ex padroni. Per lo più si trattava di cani o gatti, tuttavia non era raro vedere anche qualche umanoide di altre specie aggirarsi per le vie.
    Il mondo, per come era un tempo, era ormai scomparso lasciando il posto a un realtà totalmente a misura d’animale: negozi di giocattoli per cani e gatti decoravano le vie della città, mentre i supermercati sponsorizzavano qualche prodotto con cui sottomettere meglio gli ex padroni o con cui divertirsi un po’ in loro compagnia.
    E il posto in cui stavano andando, quel giorno, era proprio frutto di tale improvviso cambiamento di prospettive.
    Alessandra guaì di nuovo, cercando l’attenzione del suo padrone e guardando con apprensione l’interno della macchina in cui si trovavano. Kairos sospirò appena, accarezzandole pensieroso il collo per farla calmare: “Mi sa che dovrò anche chiedere a Gaia di farti abituare ai veicoli. Non va affatto bene che tu faccia sempre tutte queste storie per salire sopra a una macchina. Dovrò educarti per bene.”
    L’ex padrona scodinzolò appena, strusciando il capo contro il petto del giovane che le sorrise, quando infine il taxi non svoltò, fermandosi all’ingresso di un ampio edificio in legno.
    Scesero.
    Il Pet&Co era uno dei pochi centri educativi che fornissero una così ampia gamma di servizi agli animali che volevano addestrare adeguatamente i loro umani. Oltre, infatti, alla vendita e alla crescita degli animali la compagnia gestiva anche un negozio di articoli per l’addestramento e, cosa ancora migliore, forniva corsi di educazione disciplinare.
    Gaia, la proprietaria nonché grandissima amica del giovane rottweiler, era una vera professionista in materia e aveva già risolto i problemi di molti padroni i cui nuovi animaletti da compagnia faticavano a socializzare con i loro simili.
    Per questo, soprattutto, Kairos aveva deciso di portare li la sua cuccioletta, che in quel momento aveva alzando il capo. Iniziò a tendersi, mentre l’odore di molti altri suoi simili le arrivava all’olfatto sopraffine allarmandola e spingendola a lanciare uno sguardo supplice al suo padrone che, in tutta risposta, la trascinò dentro senza problemi.
    Subito Gaia venne loro incontro, sorridendo solare. Aveva l’aspetto di un umanoide in parte cavallo, la cui lunga coda nera era acconciata a mo’ di treccia, così come i capelli dello stesso colore scuro. Le orecchie, oltre che la lieve pelliccia che le copriva le spalle e i fianchi, erano invece color cioccolato mentre il fisico, nudo, presentava le classiche curve decise di tutti i suoi simili equini.
    “Kairos!”, fece, abbracciandolo divertita, prima di concedere un grattino sotto l’orecchio di Alessandra, che abbaiò felice in risposta, “Quindi è questa la tua animaletta, eh?”
    L’altro annuì, sorridendo fieramente. Alessandra era, senza ombra di dubbio, la migliore animaletta da compagnia che si potesse desiderare: sexy e a dir poco provocante, era una delle cagnoline più ambite del quartiere. Non fosse che, appunto, faticava decisamente molto a socializzare coi suoi simili … motivo per cui erano li.
    “Posso darle un’occhiata?”, chiese l’altra, sorridendo appena, mentre il padrona annuiva e, subito, la cagnolina veniva portata all’interno di uno stanzino. Dava direttamente sul cortile, tramite delle ampie vetrate, e all’interno vi era solo un lettino con, alle pareti, innumerevoli strumenti per l’addestramento quali palle, fresbee o frustini.
    “Ecco … mettiti qui piccola.”, fece, permettendo ad Alessandra di accomodarsi sul lettino mentre Kairos, in silenzio, osservava la scena.
    Le alzò la coda, osservandola silenziosamente e penetrandola quindi con un dito. L’altra gemette appena, sussultando e osservando con la coda dell’occhio quell’umanoide insolita che pareva così interessata al suo buchetto li sotto. Gaia sorrise, tastandole tranquillamente i seni e osservando quindi la sua bocca, per dire, infine: “Beh … per essere un bell’esemplare non penso che vi siano dubbi in proposito. Sembra perfettamente in salute e reagisce bene agli stimoli … mi hai detto che fa fatica a socializzare, giusto?”
    Kairos annuì appena: “Quando ho portato Achille a casa, ha faticato un po’ per accettarne la presenza. Sembra che essere montata da qualcuno che non sia io la infastidisca ancora, ma non voglio che rimanga senza amici … quando la porto al parco se ne sta sempre per i fatti suoi e la cosa mi preoccupa molto. Anche perché, come sai, dopo la mutazione gli umani devono accoppiarsi frequentemente se non vogliono ammalarsi.”
    L’altra annuì, osservando in silenzio la cagnolina che, intanto, aveva iniziato a osservare con improvviso interesse la propria coda. Quella cosa la seguiva proprio ovunque … sarebbe riuscita a prenderla questa volta?
    “Bene … allora, se vuoi lasciarla qui mi sono appena arrivati dei nuovi acquisti. Potremmo iniziare l’addestramento con loro e, poi, potresti passare a riprenderla più tardi.”, Kairos sorrise, prima di aggiungere: “Però … sai che ci tengo molto alla mia animaletta. Quindi, se devi farla montare scegli solo chi possa farlo veramente … niente randagi né meticci.”
    Gaia rise, divertita: “Suvvia Kai, sai bene che qui tengo solo il meglio.”
    L’altro sorrise di rimando, avvicinandosi quindi verso Alessandra e lasciando il collare in mano alla cavalla. La femmina osservò allarmata il suo padrone, mentre quello le accarezzava dolcemente la guancia prima di dire: “Ora ti lascio per un po’ con questa bella signora, ok? Tu devi promettermi che farai la brava a obbedirai a lei fino a quando non sarò tornato a prenderti.”
    Alessandra guaì tristemente, le lacrime che iniziavano a rigarle le guance mentre si tendeva verso il rottweiler: “P-padrone! I-io non voglio restare sola. Ti prego, fammi compagnia!”
    Lui scosse il capo, sorridendo appena: “No cucciola, e comunque non sarà molto diverso da quando resti a casa. Tu fai la brava, intesi? Così poi ti do un bel premio.”
    L’altra s’illuminò immediatamente, scodinzolando felice prima di annuire con decisione: “Va bene padrone!”
    Kairos sorrise appena, prima di dare un ultimo saluto a Gaia e uscire dal centro d’addestramento.

    Quel pomeriggio, per Alessandra, fu veramente duro.
    Non sapeva che senso avesse, ma l’umanoide con cui il suo padrone le aveva detto di fare la brava le dette da bere una cosa strana, per poi portarla a fare una passeggiata per il cortile.
    Non sembrava molto diverso dalle sue uscite col padrone e, anche se l’odore dei maschi presenti in quell’edificio la faceva sentire ancora abbastanza nervosa, alla fine si godette la passeggiata.
    Improvvisamente, sentì un bisogno improvviso di svuotarsi la vescica ma, quando si avvicinò a un albero per farlo un ordine perentorio della sua nuova educatrice la costrinse a tornarle al fianco. Con le orecchie basse e la coda tesa, proseguì la camminata, mentre quella la faceva fermare solo occasionalmente per svuotarsi, anche se non le permetteva mai di finire in tempo.
    Kairos aveva ragione … ha qualche problema a gestire i bisognini, ma comunque sembra che stia imparando. Ha perso il controllo solo un paio di volte, ora è il tempo di passare a qualcosa di più serio … vediamo come se la cava con gli altri.
    Pensò Gaia, guidandola quindi verso il percorso di addestramento. Si trattava di un ampio spazio in terra battuta con alcuni tunnel, delle rampe e degli ostacoli con cui esercitare i propri cani.
    Legati proprio dall’altro lato, vi erano i suoi tre orgogli: i gemelli Minosse, Eaco e Radamente. Prima di passare a lei erano appartenuti a un suo amico, un husky siberiano che, alla fine, aveva deciso di cederglieli in quanto troppo indisciplinati.
    Proprio come il loro ex padrone, anch’essi erano degli husky ed erano anche tutti fratelli. Il primo, Minosse, era l’alpha del gruppo, anche se forse fisicamente era Eaco il più grosso e Radamente quello più alto. I capelli erano, per il primo, una chioma lunga e fluente, che gli arrivava fin quasi ai fianchi mentre i fratelli li avevano tagliati corti. Gli occhi erano azzurro chiaro, mentre una morbida pelliccia bianca e nera copriva loro il collo, le spalle e il dorso, assieme alla coda e alle orecchie da cane.
    Non appena sentirono l’odore della femmina in avvicinamento, immancabilmente quelli alzarono il capo. Eaco, il più esuberante dei tre, si gettò in avanti e venne fermato dalla catena che lo legava a un palo, mentre iniziava a latrare con forza.
    Radamante invece inclinò appena il capo, osservando la sua padrona e chiedendo, tranquillamente: “E’ nuova?”
    Gaia sorrise appena, trascinando la cagnolina verso i tre e costringendola a mettersi di fronte a loro mentre abbassava silenziosamente il capo e le orecchie.
    L’odore di quei maschi era decisamente penetrante, al punto che sentì un’improvvisa scossa di adrenalina attraversarle l’inguine mentre osservava in silenzio i loro membri già duri e completamente eretti. I feromoni da loro emessi impregnavano l’aria circostante, facendola sentire decisamente nervosa e bisognosa di accoppiarsi … tuttavia i loro occhi glaciali non le piacevano per niente e non si sentiva molto ansiosa di farsi montare da loro. In quel momento, la sola cosa che avrebbe tanto voluto era il corpo del suo padrone al suo interno mentre la prendeva sussurrandole parole dolci all’orecchio e facendola godere.
    Gaia sorrise tranquillamente, sospingendola verso i tre e dicendo: “Ragazzi, lei è Alessandra. Starà qui da noi per un po’ e voglio che ve ne prendiate molta cura, ok? Quindi fate i bravi e cercate di fare amicizia … è molto timida quindi Ecao vedi di fare il bravo.”
    Quello arrossì appena, abbassando il capo e avvicinando quindi il muso al fondoschiena della femmina, che si immobilizzò allarmata. Guardò la sua padrona, che gli fece cenno di andare avanti, quindi immerse il muso tra i glutei di lei inalandone silenziosamente l’odore.
    L’altra sorrise appena, indietreggiando di qualche passo e lasciandoli ai loro affari, mentre Radamante iniziava a leccare delicatamente i seni della femmina e Minosse le si parava di fronte.
    “Ciao … io sono Minosse. Ti va di fare amicizia?”, chiese, semplicemente, osservandola in silenzio.
    Alessandra si guardò attorno nervosa.
    Non sapeva perché, ma diversamente dagli altri due quello di fronte a lei le ispirava maggiore fiducia. Abbassò le orecchie, dicendo: “Il padrone dice che devo comportarmi bene con gli altri cani. Quindi se per te va bene … forse …”, lo osservò per un istante. Diversamente dagli altri, anche se il suo odore era più forte e dominante non aveva ancora fatto nulla per avvicinarsi a lei, quindi trovò il coraggio di dire: “Ecco … potremmo accoppiarci.”
    Quello sorrise appena, facendo cenno ai fratelli di scostarsi mentre, spontanea, lei alzava la coda per permettergli di montarla. Quello sembrò soddisfatto, mentre si posizionava dietro di lei e premeva il proprio membro contro il suo fondoschiena.
    Alessandra gemette appena, mentre il bisogno di accoppiarsi si faceva improvvisamente più forte e spingeva leggermente il proprio corpo contro quello del maschio. Minosse parve sorridere, mentre le entrava dentro con dolcezza e sospirando appena … Alessandra guaì, latrando poi di piacere mentre lui iniziava a muoversi al suo interno.
    Incoraggiati da quello spettacolo, e dall’odore dell’umidità di lei che iniziava a scaldarsi sempre di più, gli altri due iniziarono a leccarle uno i seni, mordicchiandoli appena, e l’altro la vagina che si strinse di riflesso. Prima che potesse rendersene conto, si trovò completamente circondata … eppure non le dispiaceva poi troppo.
    I loro occhi le facevano ancora un po’ paura, ma fare amicizia con loro non era poi così male e, quindi, senza rendersene conto spinse il proprio corpo verso di loro dicendo entusiasta: “Voglio fare amicizia anche con voi. Vi piacerebbe unirvi?”
    Eaco latrò rumorosamente, accettando soddisfatto quell’invito e affondando dentro di lei con un colpo secco, mentre Radamente lo seguiva poco dopo entrandole nella bocca.
    Diversamente dal fratello alpha, gli altri due si muovevano in modo decisamente più scoordinato e caotico, eppure le piacevano lo stesso. La loro esuberanza era contagiosa e, senza nemmeno rendersene conto, si trovò a guaire soddisfatta a ogni spinte che il suo corpo riceveva.
    Lentamente, sentì il calore del proprio corpo aumentare mentre i loro odori di fondevano in una perfetta armonia e, infine, le venivano dentro riempiendola completamente. Tre getti abbondanti e densi la invasero, facendola guaire di piacere e venire a sua volta.
    Gaia, dall’ingresso dell’edificio, osservava sorridente la scena mentre quelli, ancora insoddisfatti, iniziavano nuovamente ad accoppiarsi.
    Come aveva immaginato, alla fine era servito solo un buono stimolo a permettere alla cagnolina di aprirsi anche con gli sconosciuti a fare amicizia, anche se solo proseguendo col proprio addestramento avrebbe potuto iniziare ad aprirsi del tutto.
    Sorrise, rientrando e lasciando i quattro ai loro affari.
     
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    C-che racconto strano. Però mi è piaciuto! Hai una bella fantasia, complimenti. :asd:
     
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  4. Riemman
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    Finalmente l'originalità! Riemman approved
     
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  5. Elle2012
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    Ahahah ...
    Sono felice di aver fatto colpo.
    Prossimamente inserirò anche altri episodi.
    E vedremo taaante specie diverse ... se qualcuno avesse qualche richiesta particolare dica pure: sarò felice di accontentarvi!
     
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4 replies since 6/8/2018, 13:58   1222 views
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