Le Bizzarre Avventure di EA

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    O forse bisognerebbe dire il disastroso 2017 di EA in materia di Pubbliche Relazioni. Per la software house americana, infatti, quest'anno è stato segnato da controversie che hanno destato accese reazioni nel web e nella comunità videoludica mondiale. A Marzo vi è stato il disastroso rilascio di Mass Effect Andromeda , che, ha contribuito alla sospensione a tempo indefinito della serie. Questo grazie ad una pubblicazione affrettata per ragioni di marketing, problemi tecnici piuttosto importanti sul piano grafico e di gameplay e ad una trama abbozzata che difficilmente riesce a connettersi con i capitoli precedenti. Nel corso di Ottobre a destare scalpore sono stati la brusca chiusura di Visceral Games , studio responsabile per la serie Dead Space, che di fatto ha messo la parola "Fine" a possibili sequel o futuri spin-off e la opportuna compravendita di Respawn Entertainment , studio creatore della saga di Titanfall (pubblicata da EA ma di fatto non di sua proprietà), che ha fatto tremare di rabbia e paura gli appassionati di questo brand. A destare preoccupazione in questo caso è stata la politica, recentemente mostrata dalla software house, con cui vengono gestite le microtransizioni. L'aver implementato pesantemente queste forme di micro-commercio (tipiche dei giochi free to play per cellulari) all'interno di videogame da oltre 60 euro (+50 euro di DLC ottenibili via Season Pass) trasformando esperienze online ed offline in modelli "Pay to Win" , ha lasciato perplessi diversi esperti del settore. A rendere la questione ancor più infelice vi è stato il sospetto , tristemente confermato dall'uscita dell'ultimo Need For Speed, che tali microtransizioni siano di fatto il vero fulcro su cui l'azienda punta per mantenere i bilanci in attivo. Nell'ultimo capitolo della nota serie di corse, infatti, si è potuto verificare come l'intero gioco fosse graficamente e tecnicamente arretrato di ben 2 generazioni videoludiche. Inoltre è stato riscontrato come l'intelligenza artificile offline sia di fatto programmata per surclassare facilmente il giocatore umano a meno che questi non ricorra all'uso di "modifiche" (ecco dove entra in scena la parte pay to win) acquistabili in comodi pacchetti da 2 euro o più (si parla anche di decine di euro). Controversia analoga è avvenuta pure durante la beta di Star Wars Battlefront 2 , nella quale, molti giocatori hanno lamentato come il sistema di lootbox tendesse a favorire troppo i giocatori dal portafoglio gonfio garantendo a quest'ultimi una così ampia disparità di potenza , da rendere il comune giocatore inerme durante gli scontri in modalità PVP. Oltre a ciò, va considerato come eroi leggendari della serie (come Boba Fett o Darth Vader che di fatto sono superiori ai comuni soldati per statistiche e poteri) possano essere sbloccati gratuitamente solo attraverso un inumano "grinding" (ovvero la ripetizione di medesime missioni per diverse ore al giorno) di oltre 40 ore a personaggio. Unendo queste due esempi di offline ed online microfarcito è possibile comprendere perché in molti temano l'uscita di un futuro Titanfall 3. Tuttavia le controversie non finiscono qui. In un recente comunicato pubblicato su reddit , nato da un tweet di risposta alle critiche su Star Wars Battlefront 2 (di cui si trova l'immagine a fondo), l'azienda americana ha difeso strenuamente la sua scelta d'implementare le microtransizioni sostenendo come esse non siano invasive come sostenuto da giornalisti e videogiocatori ma che portino un senso di sfida nel giocatore, il quale, viene stimolato a sbloccare con le sue forze ciò che più gli interessa. Aggiungendo come il vero intento di EA nella questione sia quello di consentire a tutti di poter sbloccare senza troppa difficoltà quanto è contenuto in gioco , offrendo ricompense gratificanti per chi investe il proprio tempo in esso. Tale risposta ha di fatto ricevuto il più alto numero di voti negativi nella storia del sito (oltre 676.000). In conclusione da questo muro di testo, si può capire che la strada intrapresa da Electronic Arts sia meno rivolta verso l'accontentare il pubblico con prodotti di qualità e più indirizzata a mungere il più possibile propri titoli e coloro che li giocano al fine di fare profitto. Non è una novità, ovviamente, ma quest'attitudine ha cominciato (grazie ai famosi video di spacchettamenti su Youtube) a convincere sempre più aziende ad investire su questo tipo di politica (vedi Warner Bros in "L'ombra della Guerra" o in "Injustice 2") glorificando il simbolo del capitalismo moderno il "Profitto".

    Ecco il Tweet di cui si parlava nel topic :ahse:
    Armchair-_Developers
    *The Armchair Developers of the Internet
    Trad: Gli sviluppatori da poltrona di Internet
     
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    Quest'epoca di pay to win mi fa senso. South Park l'ha descritta perfettamente in una bellissima puntata: "creare giochi mediocri che il giocatore può migliorare pagando ancora".

    E la risposta di EA è ridicola:
    CITAZIONE
    [..]ma che portino un senso di sfida nel giocatore, il quale, viene stimolato a sbloccare con le sue forze ciò che più gli interessa.

    Che senso di sfida ci può essere se un nabbo, ma con la paghetta alta dei genitori, può equipaggiarsi e superare subito tutte le difficoltà semplicemente pagando? :fpm:
     
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  3. Noir2099
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    Che tristezza,veramente.
    La EA ha sbagliato completamente approccio.
     
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    E adesso il Belgio ha aperto un inchiesta su SWB2 perchè le microtransazioni potrebbero essere riconosciute come forma di gioco d'azzardo.
    Che se la cosa passa scoppia la bomba o forse 2
     
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    CITAZIONE (Il Terribile @ 17/11/2017, 11:48) 
    E adesso il Belgio ha aperto un inchiesta su SWB2 perchè le microtransazioni potrebbero essere riconosciute come forma di gioco d'azzardo.
    Che se la cosa passa scoppia la bomba o forse 2

    Se venisse riconosciuto tale , non solo EA dovrebbe rivedere molti dei suoi titoli di maggior successo (come Fifa o Madden per lo Sport o Need For Speed) ma ciò porterebbe ad un terremoto videoludico non indifferente. Warner Bros, 2K e Ubisoft ne fanno gran uso nei loro giochi. Se EA venisse colpita sulla questione , anche le altre seguirebbero :ahse:
     
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    E...
    adesso il Belgio ha passato la palla all'Unione Europea.
    http://gamesurf.tiscali.it/news/il-belgio-...pea-c80277.html
     
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    Per quanto riguarda i videogiochi, vi è da dire che io sono rimasto molto ma molto indietro, non sono mai stato fan di nessun brand, se non forse di Burnout(che, guardacaso, è pubblicato da EA) e degli Splinter Cell, che non stanno invecchiando bene. Proprio per questo motivo ho sempre guardato molto ma molto storto cose come gli acquisti in-game e anche i semplici DLC. Però, se i secondi permettono (a volte) esperienze uniche e scoperte che valorizzano ancora di più il gioco(esempio, secondo me, Bloodborne), i primi non ti mollano nemmeno questo. Se sono acquisti alla Need For Speed sai già cosa stai comprando, e se invece funziona come il sistema delle casse di Overwatch puoi averne l'idea nel complesso.
    Inoltre l'utilizzo del sistema Pay to Win in giochi a pagamento è il classico esempio di colui che vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Se io una volta avrei solo riso all'idea di vedere questo sistema applicato ai giochi non gratuiti, ora invece m'incazzo un pochetto, specie se poi l'EA si permette di rispondere in questo modo, dando a tutti i suoi clienti degli stupidi.
    Il nocciolo della questione è che, evidentemente, i suoi clienti sono stupidi, se continuano a comprare un gioco solo per l'amore del brand e non guardano agli altri risvolti. Oppure sono solo spendaccioni che non possono permetterselo.
    Tipo un amico mio con gli ultimi due Pokemon :ologramma:
    Per quanto riguarda il caso gioco d'azzardo, effettivamente il sistema assomiglia tanto a quello, gli algoritmi che gestiscono le uscite non penso siano tanto diversi da quelle delle slot machine, ma manca un punto fondamentale: la restituzione di soldi in caso di uscita fortunata. Non so se ci sono già dei precedenti in merito.
    Per concludere, tutte queste questioni sono legate ai cambiamenti che si vivono ai giorni nostri ai vertici delle software house e dei publisher, che vogliono il massimo del profitto, col minimo costo, e col minimo tempo. Da un lato avranno anche ragione, dall'altro dovranno pur capire che se i rapporti qualità/prezzo non sono alti, ci sarà sempre più malcontento. La reazione delle aziende a questi principi è poi differente in base alle aziende stesse. Konami, per esempio, che si concentrerà sui giochi per smartphone, oppure EA, che cerca di far spendere ovunque.
     
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    -UPDATE-
    Con l'uscita di Battlefront 2, si è andata a delineare la situazione finale per il titolo EA. Su pressioni del pubblico e di Disney, proprietaria dei diritti di Guerre Stellari, la software house americana ha deciso di rimuovere (temporaneamente) il sistema di lootbox dal gioco. Tra le ragioni che hanno spinto Disney ad intervenire nella questione (minacciando un ritiro dei diritti), vi è stato il concreto rischio di un danno di immagine per il brand a ridosso dell'uscita nelle sale di Episodio VIII. In compenso, in un ultimo tentativo di far valere il proprio punto di vista, EA ha rilasciato maggiori contenuti per la limited edition. Tra di essi armi avanzate che, fin da subito, hanno fatto la differenza tra i giocatori nei match pvp. Una sostanziale differenza di quasi 30 dollari (euro da noi) che ha lasciato l'amaro in bocca a coloro che avrebbero preferito un multiplayer bilanciato. Resta da vedere come si evolverà la questione dopo la re-introduzione dei lootbox, sebbene diversi esperti del settore non sembrino entusiasti dalla prospettiva di una modalità online dettata dal denaro speso.
     
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7 replies since 16/11/2017, 21:17   144 views
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