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Dopo le numerose apparizioni dei Tartarus a Londra, la città era divenuta molto più nervosa. Non soltanto i cittadini, perfino l'atmosfera si era fatta pericolosa, pesante, difficile da gestire. Ad accompagnare una pseudo isteria di massa, arriva come diretta conseguenza anche un aumento degli sforzi per migliorare la sicurezza ed evitare il peggio, a volte però si esagera al punto che qualsiasi ragione diventa buona per dare il via ad una burocrazia tutt'altro che necessaria. Per questo Lyra, di ritorno da uno dei suoi viaggi, non vide arrivare dal nostro trasportatore il suo prezioso bagaglio, realizzando quindi che ci sarebbero stati problemi per chissà quale assurda ragione. La voce nell'altoparlante l'avrebbe dunque invitata a dirigersi verso la dogana, un viaggio che normalmente risulta piacevole vista l'elevata tecnologia dell'aeroporto, ma visto che le saracinesche erano quasi tutte sigillate o pronte per essere sbarrate dava più l'idea di trovarsi in un penitenziario che non un luogo nato per essere accogliente. Poca gente, tanti agenti, schermi che invece di mostrare luoghi paradisiaci invitavano la gente a non comportarsi in maniera sospetta e di rispettare le regole. Curioso come il tentativo benevolo di aumentare il benessere si trasforma facilmente in un futuro distopico poco incoraggiante.... -
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Otto ore di volo farebbero venire i cinque minuti a qualunque persona, specialmente se capitassero imprevisti all'aereoporto quando invece ci si aspetterebbe di tornare in breve tempo a casa, fra le comodità di una doccia calda e di un letto soffice; la sventura volle che in quell'occasione fosse presa di mira Lyra. La ragazza era rientrata da un viaggio di lavoro da Kurayami, promettente aggiungerei. Aspettandosi naturalmente un tempo poco clemente a Londra si era presa la premura di indossare abiti invernali, giaccone nero, maglio lungo baige, stivali alti e una folta sciarpa di lana marrone che le circondava il collo. Sebbene fosse stanca, pur avendo avuto modo di dormre sull'aereo, la rallegrava il pensiero che di lì a poco sarebbe tornata a casa; o almeno così credeva. Le noie sorsero dopo essere uscita dal gate per andare a ritirare il suo bagaglio dai nastri trasportatori, bagagli che ancora non si facevano vedere.
Passavano i minuti e Lyra ammazzava il tempo passeggiando sù e giù, con gli occhi fissi sull'entrata per i bagagli dall'area di stoccaggio. Non poteva nemmeno supporre che ci fosse un ritardo o un imprevisto riguardante lo scarico dell'aereo dato che gli altri passeggeri, per la maggior parte, avevano già preso le loro valige e si erano diretti verso le uscite. Resasi conto di essere rimasta l'ultima ad aspettare un bagaglio che non arrivava la pazienza di Lyra raggiunse il limite e con passo veloce si diresse verso un banco informazioni per avere risposte in merito al suo problema. Prima ancora che potesse arrivarci fu attirata dal suono rimbobante dell'interfono dell'aereoporto che citò il suo nome, pregandola di diregersi verso il controllo della dogana.
Lyra non sapeva bene cosa aspettarsi, tuttavia era certa che si trattava dei suoi bagagli. La ragazza si concesse pochi secondi per domandare alle informazioni dove si trovasse la dogana, per poi mettersi in marcia a passo svelto non appena indicatale la strada, portandosi dietro la sua borsa a tracolla e un trolley. Sebbene fosse fiduciosa che il personale aereoportuale l'avrebbero aiutata non poteva fare a meno di sentirsi frustrata per il piccolo imprevisto; quanto meno poteva rallegrarsi di non essersi portata per questo viaggio il suo violino, oggetto prezissimo per lei, evitandosi il timore di perderlo.
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Una volta entrata nella dogana, Lyra si ritrovò all'interno di una stanza molto piccola, composta solamente da alcuni armadietti posizionati al lato opposto della porta d'entrata, un tavolino al centro e una porta al muro di destra, relativamente vicina agli armadietti. Dentro la stanza c'erano due agenti di polizia piuttosto massicci: uno era davanti al tavolino, l'altro invece di fianco alla porta che, una volta che Lyra fosse entrata, avrebbe richiuso rumorosamente. Entrambi portavano sulla faccia una mascherina bianca di quelle che si usano per evitare le contaminazioni. Dopo aver chiuso la porta, l'agente dietro Lyra iniziò ad infilarsi dei guanti in lattice neri, cosa che l'altro agente davanti al tavolo aveva già fatto da prima che Lyra entrasse.
Signorina Badenhorst, giusto? Può venire avanti per favore? Dobbiamo farle alcune domande prima dell'ispezione...
Le fece cenno di avvicinarsi, l'agente dietro di lei sembrava quasi volerle fare da muro per impedirle di indietreggiare. Nel mentre, l'agente davanti al tavolo avrebbe continuato a parlare.
Abbiamo dovuto sequestrare la sua valigia poiché sospetta, abbiamo bisogno di fare dei controlli. Mentre si avvicina si tolga la giacca e la dia al mio collega per favore. Può dirci cosa l'ha portata a Kurayami signorina?
Il tono sembrava piuttosto calmo ed amichevole, provavano a metterla a loro agio ma viste le misure di sicurezza e quei poco incoraggianti guanti in lattice lasciavano intendere che forse Lyra era finita in un grosso malinteso. Ma non collaborare l'avrebbe aiutata in qualche modo?. -
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Ad attenderla alla dogana erano due uomini della sicurezza in una stanzetta piena di armadietti, un tavolo e un paio di sedie su cui una era seduto uno dei due uomini; l'altro era proprio di fianco alla porta dalla quale era entrata Lyra e che chiuse non appena questa valicò la soglia.
La ragazza non capiva perché fosse sata convocata ma certamente riguardava le sue valige che erano state sequestrate dai signori per motivi di sicurezza. Quando lo fecero presente a Lyra questa spalancò gli occhi per la sorpresa, non capendo cosa potessero avere di "sospetto" le sue valigie piene di abiti, accessori per il vivere quotidiano e alcuni souvenir comprati sul posto. "Ispezione?..." fece la ragazza mentre si andava a sedere come chiesto da uno dei poliziotti. "...ero in viaggio per motivi di lavoro. Posso sapere cosa vi ha fatto sospettare delle mie valigie?" domandò all'uomo seduto di fronte a lei, dall'altra parte del tavolo, mentre posava la borsa a tracolla a terra di fianco alla sedia su cui stava prima di togliersi il giaccone e passarlo al collega che stava alle sue spalle.
Si diede una sistemata veloce ai lunghi capelli che si erano un po' stropicciati mentre si svestiva, per poi mettere la mani congiunte poggiate sul tavolo di fronte a lei. Sebbene confusa Lyra non si sentiva nervosa, fiduciosa nel fatto che si trattava solo di un grosso malinteso che si sarebbe risolto se la ragazza avesse dato completa collaborazione agli agenti; del resto non aveva nulla da nascondere.. -
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L'agente vicino alla porta rimase lì accanto, senza muoversi. L'altro invece iniziò a maneggiare gli strumenti che Lyra si toglieva con decisamente poca attenzione, li sfogliava rapidamente con poco interesse spostandoli da un lato del tavolo. Rispose rapidamente alla ragazza subito dopo che ella ebbe risposto, quasi a volerla incalzare.
Abbiamo il sospetto che lei stia cercando di portare in patria delle armi biologiche molto pericolose. Il nome Heaven Smile le dice qualcosa?
Lo sguardo dell'agente si fece cupo, dopodiché le puntò l'indice contro, facendole capire che doveva alzarsi.
Dobbiamo fare un'ispezione completa, si spogli del tutto perché non sarà una cosa veloce. Alla fine, se avremo responsi positivi potrà andarsene con i suoi bagagli. Anche perché... non ha niente da nascondere, non è così?
I due agenti erano decisamente iracondi, forse addirittura nervosi. Come dare loro torto? Probabilmente in quel periodo il pericolo di un attacco terroristico era alle stelle. ma pretendere che una ragazza qualsiasi possa assecondare una richiesta del genere... tra l'altro, perché dovevano ispezionarla proprio due uomini?. -
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Quando l'uomo davanti a lei cominciò a parlare di armi biologiche Lyra non poté fare a meno di farsi sfuggire una risata spontanea per qualche secondo, per poi rispondere tenendo un sorriso, quasi a mostrare agli agenti quanto fosse ridicolo pensare che una ragazza come lei potesse essere una qualche terrorista di sorta.
"Perdonatemi ma credo che ci sia stato un grosso malinteso. Nei miei bagagli non troverete nemmeno una forbicina, fiugriamoci qualche sorta di arma biologica. No, non mi dice niente quel nome" mosse negativamente la testa dando conferma di quanto stava asserendo. Aveva notato come i volti dei due agenti si erano fatti più seri, certamente preoccupati per i loro sospetti sulla possibilità che qualcuno stesse portando in Britannia delle armi pericolose; non sarebbe stata la prima volta.
Le cose presero una piega poco lusinghiera per Lyra quando le chiesero di alzarsi in piedi e di spogliarsi, completamente, per una ispezione. Lyra non si alzò dalla sedia, non subito almeno, assumendo una espressione interrogata. Perché farle una ispezione corporale lì e in quel momento? Va bene che poteva esserci il pericolo di un trasporto di armi illegale sotto il loro naso, ma arrivare a quello sembrava quasi ridicolo. Inoltre la prassi era che ispezioni di questo genere le facessero agenti dello stesso sesso che doveva subirla. Su questo punto Lyra non si mostrò collaborativa, pretendendo che gli agenti le venissero in contro. "Una ispezione corporale? Qui? Adesso? Mi scusi agente < legge il nome della targhetta se ce l'ha > ma con rispetto parlando posso solo acconsentire a una perquisizione superficiale del mio corpo, oltre che dei miei bagagli. Se proprio è necessario che mi spogli allora pretendo che facciate venire una vostra collega donna. Non ho probelmi ad aspettare o a passare le prossime ore confinata finché non mi verrete in contro."
Le parole di Lyra uscivano speditamente a dimostrazione di quanto fosse seria sul trattamento della sua persona, fregandosene altamente se c'era in atto una qualche legge marziale o meno. In tutta franchezza per un momento, solo per un momento, alla ragazza le era venuto il dubbio, non del tutto immotivato, che questa cosa dell'ispezione corporale fosse solo una scusa per molestarla. Avevano già sequestrato il suo bagaglio e l'avevano chiamata con nome e cognome sull'interfono dell'aereoporto; se si erano dati tanto da fare per un sospetto su di lei, certamente non avrebbero fatto grandi sforzi per assecondare la richiesta, del tutto legittima, della presenza di un agente donna.. -
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Nessuna targhetta sul loro petto, solo espressioni ancora più negative, le espressioni di chi hanno visto la feccia della società e ne sentono subito l'odore. In quel momento, Lyra avrebbe sentito il loro sguardo inquisitorio addosso come se fosse stato un macigno.
Ma sicuro, chi lo ammetterebbe mai? Ma certo che puoi avere un'agente donna, magari diventate anche amiche e vi fate un tè?
L'agente sbatté dunque entrambe le mani sul tavolo, alzando volutamente la voce mentre le vene intorno al suo collo virile ed incredibilmente forzuto si gonfiavano di rabbia, e non solo forse.
Hai idea di quante persone possono morire in caso di attacco terroristico? E noi dovremmo preoccuparci se signoria vostra si sente violata o meno? Abbiamo già trovato quello che ci interessa nella valigia signorina Badenhorst! Adesso cerca di essere collaborativa e spogliati, così possiamo finire l'ispezione e decidere se è una buona idea o meno chiamare le alte sfere o trattenerti semplicemente qui il tempo necessario. Non fare la spiritosa e non provare ad aggravare la situazione! Se collaborerai le cose potrebbero finire bene per te. Che hai da nascondere?! Spogliati!
Lyra era chiaramente finita nei guai, colpevole o meno, volente o nolente, la situazione era delicata e richiedeva una certa diplomazia se non voleva vederla precipitare. Ma avrebbe davvero svenduto volentieri il suo corpo pur di ottenere la libertà? Cosa stava succedendo in quell'aeroporto?. -
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Lyra spalancò per una frazione di secondo gli occhi quando l'uomo, improvvisamente, si alterò notevolmente sbattendo i pugni sul tavolo. Non riusciva a capire perché fosse così alterato per così poco, almeno finché l'agente non menzionò che avevano già "trovato quello che gli interessava" dentro una delle sue valigie. Cosa diamine avevano trovato si stava domandando Lyra, mentre fissava con lo sguardo sorpreso, di quelli che si fa quando si casca dalle nuvole scoprendo qualcosa che senza mezzi termini non ci aspettava. l'agente adirato di fronte a lei.
Si volse con la testa per osservare l'altro suo collega che stava di guardia all'uscita, ma soltanto per un secondo, giusto per capire se si trattava di uno scherzo di cattivo gusto, scoprendo suo malgrado che non lo era affatto. Rivolse nuovamente gli occhi sul poliziotto che la stava intimando e, prima di portare ad esecuzione qualunque sua richiesta volle vederci chiaro. "Mi scusi ma cosa avreste trovato nel mio bagagliaio di sospetto?" chiese con calma ma al tempo stesso con tono sorpreso, essendo sincera nel non avere la più pallida idea di cosa stessero parlando, nonostante si stesse sforzando di capire cosa diamine avrebbe potuto mettere dentro la sua valigia di tanto anomalo da far intervenire la dogana.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa se ci metto molto a rispondere. Mi rendo conto che avrai altre role da portare a termine.. -
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Lo sguardo del poliziotto sembrava quasi voler perdere le staffe da un momento all'altro, la mano destra si mosse quasi come a voler assalire lyra, ma riuscì trattenersi, e le dita scivolarono invece nella sua giacca, dove afferrò un palmare che utilizzò per pochi secondi, prima di voltarlo verso di lei.
Ti credi furba per caso...?
Il palmare mostrava una foto in alta risoluzione della sua valigia aperta, i vestiti erano i suoi, non c'erano dubbi. Adagiata sui suoi abiti, c'era quella che sembrava una capsula di vetro piuttosto resistente, con all'interno un organo pulsante giallo, luminoso, che emanava una misteriosa aura inquietante. Qualcosa che Lyra non aveva mai visto in vita sua, ma che sapeva nel profondo essere estremamente pericoloso e terrificante. Poteva addirittura sentire una lacerante risata rimbombare nel suo cranio come un suono doloroso e rumoroso.
Vuoi forse negare l'evidenza? Basta domande! Spogliati immediatamente o passeremo alle maniere forti!
A quel punto il limite dei poliziotti era raggiunto. Lyra aveva solo due possibilità: opporsi a tutto questo con la violenza, oppure assecondare la loro richiesta, per quanto assurda, ma magari dimostrare di non avere niente da nascondere e guadagnare due alleati in quella storia.. -
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Quando il poliziotto le mostrò sul palmare quella foto del suo bagaglio Lyra rimase scioccata per quanto stava osservando. Quell'involucro con dentro quella roba, qualunque cosa fosse, non l'aveva mai vista e non sapeva di cosa si trattava. Arrivati a quel punto e vista la situazione assurda che si era verificata, la ragazza decise che opporre resistenza era più dannoso che altro e acconsentì infine alla richiesta dell'agente.
Si alzò in piedi e iniziò a svestirsi, cominciando dagli abiti superiori per poi andare a scendere a mano a mano che si toglieva giacca, camicia eccetera, posando il tutto ordinatamente sul tavolo di fronte a lei. Se non fosse stato per quella foto probabilmente avrebbe ancora obiettato per una cosa così drastica come svestirsi e prestarsi a una perquisizione. Ma quell'oggetto trovato in valigia le stava rovinando la giornata e intendeva vederci chiaro e l'unico modo per farlo era, almeno per ora, collaborare con la polizia.
"Io non ho idea di cosa sia quella roba né come sia finita nella mia valigia. Spero che riusciate a capirci qualcosa" commentò borbottante e un po' irritata per la situazione spinosa che si è andata a creare; sicuramente non sarebbe tornata a casa tanto presto.
Toltosi l'ultimo indumento e messo sul tavolo la ragazza rimase lì in piedi, nuda come il giorno in cui era nata, con le braccia che cercavano di coprire quanto le era possibile le sue parti intime. In verità non provava forte imbarazzo, avendo già esposto in passato il suo corpo a persone poco intime, sebbene si trattasse di visite mediche. Probabilmente a imbarazzarla un pochino era il fatto che lo stesse facendo in una stanza dell'aereoporto, per non parlare del contesto.. -
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La buona volontà di Lyra era malriposta. Appena la ragazza si mostrò completamente nuda, i due agenti si avvicinarono con fare compiaciuto. Uno posò una mano sul suo vestiario, come a volerlo tenere in custodia, ma in realtà il suo piano sembrava profondamente diverso.
Grazie mille per la collaborazione...
Commentò con una voce distorta, mentre i loro occhi diventavano gialli luminosi, e le mani nei guanti iniziavano a muoversi in maniera frenetica, quasi spasmodica. La mano che stava toccando i vestiti di Lyra li bruciò, assieme ad ogni altro possibile equipaggiamento, sfruttando una fiamma rossa simile a del sangue vaporizzato. Afferrarono poi Lyra per la testa e per le mani, spingendola a piegarsi sul tavolo in modo che il petto e la faccia toccassero quella gelida la stra sotto le loro mostruose risate. Un lacerante ed inquietante suono che le avrebbe penetrato il cervello. Quei due avevano brutte intenzioni, e ora Lyra era disarmata. Come se non bastasse quelle risate sembravano inibirle la mente, costringendola a sottostare al loro volere, rendendola incapace di fare qualsiasi cosa. Era in trappola forse?
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa...!
Un suono proveniente fuori dalla porta d'entrata, proprio mentre quei due stavano oramai per infilare le mani tra le morbide natiche di Lyra, violandola con la mera scusa della perquisizione.
...rrivooooooooooooooooooooo...! Oh?!
Un suono sordo, tipico di un grosso oggetto vuoto che cade, la testa di una persona stupida per esempio. A giudicare dal suono, qualcuno era caduto di testa a giusto un passo dalla porta d'entrata. I due "agenti" si fissarono confusi.
Ho preso male le misure... cavolo... odio quando Vega ha ragione...
A quel punto, si sentì il tipico suono di una persona che bussa alla porta.
Heylà? Mi dicono che una ragazza è in difficoltà qui, posso vederlo con i miei occhi? Io entro eh...
E solo dopo un brevissimo istante di attesa, la porta venne colpita da un fortissimo pugno che la rese incandescente. La porta volò in avanti travolgendo uno dei due poliziotti, schiacciandolo contro il muro fino a fargli perdere i sensi, lasciando l'altro da solo e piuttosto paralizzato dalla visione a cui stava assistendo. La presa delle sue mani si fece debole e anche la sua influenza mentale. Se Lyra aveva una possibilità di salvarsi, era quella. Sull'uscio della porta, avrebbe visto la figura di un ragazzo dalla lunghissima chioma bianca, coperto in volto da una maschera di ferro argentea, con indosso vestiti rossi che sfoggiavano la spilletta di un sorriso giallo sul petto. Braccia e gambe erano coperte da delle corazze metalliche di un colorito rosso incandescente, il suo sguardo era rosso, quasi demoniaco, man on ispirava terrore, anzi: sorrideva gioviale e deciso, ispirava fiducia e forza d'animo. Lyra aveva la sua occasione.. -
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La perquisizione prese qusi subito una piega strana quando i due poliziotti mostravano segni anoamli come la voce distorta e le mani frementi. Lyra era già sospettosa prima, quando non volevano soddisfare la sua richiesta che fosse un'agente donna a fare quel lavoro al posto loro, ma adesso ne ebbe la certezza quando vide i suoi abiti posati sul tavolo prendere fuoco e scomparire per opera della mano di uno dei due agenti che nel frattempo aveva assunto un colorito giallo inquietante nei suoi occhi.
La ragazza avrebbe voluto reagire subito, ma i due la presero di anticipo sbattendola sul piano del tavolo mentre emettevano delle risate assolutamente inumane che, per qualche arcana ragione, suscitarono qualcosa in Lyra che la induceva a restare bloccata, come fosse paralizzata. Nervosismo e paure cominciarono a salire nella ragazza che stava lì inerme, non riuscendo a muoversi nonostante lo volesse con tutta se stessa. Sistemare quei due e conciarli per le feste per non permettere loro di fare i loro comodi sarebbe stato uno scherzo, ma non stava accadendo. Cosa poteva fare dunque?
Gli eventi inaspettati non si conclusero nel corso di quella giornata, giacché un urlo incalzante si stava facendo strada, sempre più forte e sempre più vicino alla stanza dove stavano i tre, concludendosi infine con un rumore assordante provocato dalla porta che si sfaldò e si scagliò contro uno dei due agenti, travolgendolo e sbattendolo contro il muro sull'altro lato, facendoli perdere i sensi.
In quello stesso istante il blocco mentale di Lyra sembrò essersi affievolito nella sua presa e la ragazza non esitò un solo momento per aprofittarne per districarsi dalla presa del suo sequestratore che stava dietro di lei, distratto dagli eventi improvvisi appena accaduti. Con un gesto fluido e fulmineo si portò dietro all'uomo e, prendendolo per la nuca con una mano e poggiando un gamba davanti per usarla come leva, lo spinse in avanti facendolo crollare come un sasso e facendogli sbattere la fronte dritta sul margine del tavolo, facendo perdere anche a questi i sensi.
Sebbene libera dal giogo dei due malintenzionati nella stanza era appena entrato un terzo uomo che, per quanto era dato a sapere a Lyra, poteva essere un complice o un altro malintenzionato. Non volendo correre rischi stupidi la ragazza andò ad afferrare la pistola dalla fondina dell'agente che aveva appena messo fuori combattimento, estraendola prima ancora che il suo proprietario cadesse afflosciato lungo il pavimento. Si voltò di scatto verso il nuovo arrivato e gli puntò l'arma da fuoco con presa salda e sguardo di ghiaccio. Era un individuo alto, apparentemente robusto e anche con un certo fascino con quella lunga chioma bianca. Notando gli abiti civili e la particolare maschera che portava in volto, Lyra non premette il grilletto, limitandosi a tenere l'arma puntata su di lui, avendo sollevato il dubbio che forse non aveva cattive intenzioni; in ogni caso non era tipa da sparare a sangue freddo a qualcuno se non fosse stato necessario, d'altronde era addestrata a mantenere il sangue freddo in questo genere di situazioni.
"Chi è lei?" si limitò a domandare in modo secco, mantenendo uno sguardo impassibile con i suoi occhi di ghiaccio, senza curarsi minimamente del fatto che il suo corpo fosse ancora nudo.. -
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SPOILER (clicca per visualizzare)Non scordarti che sei comunque sotto missione, devi scrivere al condizionale descrivendo le tue intenzioni, non cose che sono successe senza alcun dubbio. Tra l'altro, io non ho descritto nessuna fondina né pistola negli agenti di sicurezza.
L'arma che Lyra tirò fuori dalla fondina del secondo agente tramortito era in realtà un lungo strumento simile ad una sonda, probabilmente utile per le ispezioni. In un primo momento il gesto della ragazza spaventò il suo improvvisato salvatore, ma appena vide quello che la ragazza stava stringendo sfoggiò un sorrisetto imbarazzato, distogliendo lo sguardo da lei e alzando una delle mani corazzate per impedirsi di vedere le sue nudità.
Non so cosa vuoi farci con quello ma ti assicuro che non ti servirà. Sono un emissario di Watchmen, sono qui per risolvere il problema. Ho saputo che c'è un terrorista e un uccellino mi ha detto che una ragazza poteva essere in difficoltà... scusa non è che ti metteresti qualcosa addosso prima che continuo?
Osservandolo meglio, Lyra avrebbe potuto notare che di fianco alla maschera indossata dal ragazzo c'era, all'altezza dell'orecchio destro, quella che sembrava un'avanzata trasmittente, fatta più per durare che non per nascondersi. Purtroppo però, soddisfare la richiesta del salvatore non sarebbe stato facile per Lyra in quanto sicuramente non poteva rimettersi addosso i suoi vestiti, oramai carbonizzati, e gli abiti degli agenti erano semplicemente troppo oltre la sua taglia. Al massimo poteva usare le loro camicie come una lunga maglia d'emergenza.
Credimi, voglio solo aiutare. Non voglio fare del male a nessuno: ti posso portare fuori di qui, non sei l'unica che è stata messa in quarantena... l'intero aeroporto è bloccato!
Quella seconda frase arrivò più risoluta ed allarmata, come se volesse farle capire che non potevano perdere ulteriore tempo.. -
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Lyra aveva estratto quell'oggetto dalla fondina pensando trattarsi di un'arma, ma solo dopo averla puntata contro il nuovo arrivato si rese conto che non lo era affatto. Un qualche genere di sonda, di quelle usate per i controlli corporali alle dogane e che aveva ingannato la ragazza dalla forma dell'impugnatura che sporgeva dalla cintura dell'agente a cui l'aveva sottratta, una forma non dissimile a quella del calcio di una pistola.
Al di là del piccolo momento comico, l'uomo non sembrava mostrarsi aggressivo nei confronti di Lyra, tutto il contrario, esternava un imbarazzo quasi fanciullesco mentre cercava di distogliere lo sguardo dal corpo nudo di questa, pregandola di mettersi qualcosa addosso. La ragazza non si fece ripetere due volte la richiesta, provando anche lei in fondo non poco imbarazzo per essersi mostrata in quello stato davanti a un estraneo. Convintasi del fatto che questi non avesse cattive intenzioni andò a controllare gli armadietti che occupavano un lato della stanza, per vedere se ci fosse una qualche uniforme o altro che potesse indossare. In caso estremo, se non fosse stato questo il caso, avrebbe ricorso ai ripari richiamando a sé Aisi, lo spirito dei ghiacci che custodiva nel suo io.
L'uomo avrebbe sentito dei rumori anomali per una stanza chiusa di un aereoprto, simili a quelli di una tormenta che si faceva sempre più rumorosa, succedute da delle leggere ventate di aria fredda che avrebbero fatto izzato i peli di chiunque non fosse vestito con abiti invernali. Se avesse dato una sbirciata per la curiosità di quello che stava accadendo avrebbe potuto osservare un piccolo spettacolo glaciale crearsi tutt'attorno a Lyra, una sorta di piccola bufera fatta di cristalli d'acqua e neve che ostruivano la vista del corpo della donna, eccezion fatta per la testa. Una scenetta durata qualche istante, al termine del quale la piccola tormenta si dileguò come se non ci fosse mai stata, lasciando il posto a una Lyra vestita con eleganti e particolari abiti, accompagnati al fianco sinistro da una spada con la lama dal colorito leggermente azzurro e l'impugnatura finimente decorata in oro.
Risolto l'imprevisto del vestiario Lyra non perse tempo a chiedere spiegazioni più dettagliate di quello che stava accadendo. Rivolgendosi all'uomo iniziò le sue domande dirette e schiette. "Puoi anche rilassarti, sono vestita. Tu chi sei? Cos'è il Watchmen? E cosa sta accadendo di preciso là fuori?"SPOILER (clicca per visualizzare)Scusami, credevo che anche nelle missioni si potesse aprofittare di quello che non specifica l'altro XD.. -
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SPOILER (clicca per visualizzare)Assolutamente no XD
Il ragazzo sembrò non sortire minimamente gli effetti del freddo di Lyra, molto probabilmente perché aveva una temperatura corporea molto particolare che gli impediva di provare freddo. Quando la trasformazione della ragazza si completò, il suo lavatore riuscì a togliere la mano dal suo campo visivo, iniziando ad esaminare lo scenario stupefatto. Sembrava volto impressionato dalla performance di Lyra, si vedeva che negli occhi voleva farle i complimenti per il suo potere speciale, ma riuscì a trattenersi. Le domande di Lyra però, lo smontarono completamente, facendogli finire la testa tra le spalle e facendolo sospirare arreso.
Ma come chi sono gli Watchmen? Davvero non ci siamo fatti un nome in tutto questo tempo? Che vergogna...
Il povero ragazzo sembrava demoralizzato da una domanda del genere, ma non si perse in simili dettagli e, avvicinandosi, mostrò la spilletta gialla sulla sua giacca rossa, mettendola in evidenza anche se non con la fierezza che avrebbe voluto mostrare.
Siamo un gruppo di vigilanti mascherati di Roma. Il mio nome in codice è Prometheus Zero, ma ci stiamo lavorando sopra visto che a detta del nuovo capo è un pò troppo altisonante. Sembri una tipa creativa, magari potresti darci qualche suggerimento.
Strabuzzò gli occhi e scosse il capo, piazzandosi i palmi delle mani aperte di fianco alla testa, cercando di concentrarsi.
No scusa, sto divagando. Ascolta, la situazione è molto più pericolosa di quello che sembra. Io sono amico della polizia qui a Londra e ti assicuro che non hanno niente in corso. Questo è un attentato ben mascherato, vogliono fare un attacco terroristico qui in aeroporto! Io e altri miei due amici siamo qui per sventarlo, mi avevano detto che c'era una ragazza in pericolo e mi sono diviso da loro. So che hai un potere speciale e forse sai anche combattere, ma questa situazione è davvero molto pericolosa. Se mi segui posso mostrarti una via d'uscita dove non attirerai l'attenzione, ma se resti qui sarai in pericolo...
Negli occhi del ragazzo non c'era traccia di menzogna, era sinceramente preoccupato per lei e per qualsiasi altra vittima di quel luogo. Sembrava voler fare tutto da solo ,caricandosi sulle spalle la responsabilità di salvare la situazione, ma tutti sanno che due teste sono meglio di una. Inoltre, fuggendo in quel modo Lyra non sarebbe riuscita ad andare fino in fondo a quella storia e soprattutto avrebbe detto addio ai suoi bagagli..
