Brexit: che ne pensate?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +3   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    HF Sensei
    Posts
    17,878
    Location

    Status
    Anonymous

    Cattura



    Come molti di voi avranno visto/letto stamattina, al referendum Brexit ha vinto il "Leave". Ciò significa che l'UK è ufficialmente fuori dall'UE.


    Cos'è il Brexit?

    Con il termine Brexit si indica l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea che potrebbe essere sancita dal referendum in programma il prossimo 23 giugno 2016. Il fatto andrebbe a sancire una chiusura definitiva dell'Isola di Sua Maestà verso un'istituzione mai troppo amata oltre Manica, scarso feeling sempre sottolineato dalla mancata adesione all'Euro da parte della Gran Bretagna stessa. Nonostante il poco amore verso l'UE non è però così facile per il Governo Cameron pilotare questa uscita, tutt'altro, l'attuale premier britannico è al centro di forti attacchi in patria dove è accusato di non prendere una posizione netta e definitiva, dando l'idea di non essere lui per primo pienamente convinto del Brexit. La Gran Bretagna, euro o non euro, è comunque uno Stato importante in Europa, e non solo, e, d'altro canto, far parte dell'UE ha permesso alla Gran Bretagna di non rimanere isolata rispetto decisioni importanti in materia di economia e geopolitica.

    fonte: WallstreetItalia


    L'aggiornamento di oggi è che l'uscita della Gran Bretagna è confermata. Gli inglesi non sono più cittadini europei. Conseguenze: stamattina la sterlina si è svegliata in caduta libera, con un calo del 5% sul dollaro e arrivando a sfiorare 1,33: un crollo che ha superato quello del 1985. Francoforte perde il 7%, Londra il 5%, Parigi l'8%. In mattinata Tokyo ha perso il 7,92% archiviando la peggior seduta dall'incidente nucleare di Fukushima. Piazza Affari è in rosso per l'11%, le banche peggio ancora, si parla di un -35% per BPM e cifre disastrose anche per Unicredit e Intesa SanPaolo.

    Che succederà ora? Ora ci aspettano mesi di trattative Londra-Bruxelles, che serviranno a prendere accordi per l'uscita definitiva. Scelta pessima per il Regno Unito, a parer mio, sostenuta da Cameron che (secondo me) ha messo in atto questo referendum sperando vincesse il no, e che ciò rafforzasse il suo governo. Ora ha vinto il sì, e nell'isola già nascono le prime proteste da parte di Irlanda e Scozia, le quali hanno votato per restare nell'UE.
    Un bel disastro per gli inglesi, che finora si erano sempre tenuti tutti i pregi dell'Europa senza beccarsi i difetti.

    Vi lascio questa vignetta, che mi ha strappato un amaro sorriso:

    Cattura


    Che pensate di tutta questa faccenda? La mossa è stata giusta o sbagliata? Che conseguenze prevedete nel breve, medio e lungo termine?

    Edited by Mrs. Independent - 24/6/2016, 15:04
     
    .
  2.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Appaio per un po', scompaio per molto...

    Group
    Senior
    Posts
    11,689
    Location
    A me lo chiedi?

    Status
    OFFLINE
    Le conseguenze sembrano essere già disastrose dal punto di vista economico. Si presume che così facendo l'export britannico subirà dei deficit impressionanti, per cui non so quanto sia convenuto alla Gran Bretagna uscire. Certo è che l'UE non ha contribuito in alcun modo ad evitare questo referendum, in quanto non presenta un sistema forte e stabile, se pensiamo che solo 2 nazioni stanno facendo da padroni su questa unione (Germania e Francia) e quindi è un'unione gerarchica, non proprio un'unione con parità di scelte da parte di tutte le nazioni che la compongono.
    Loro l'hanno fatto anche per una questione legata alla sicurezza a mio avviso, hanno già parecchi abitanti provenienti da varie nazioni e da varie culture ed etnie ma, visti gli episodi recenti di terrorismo, forse è anche per quello che hanno preferito uscire dall'Unione Europea. Come giustamente faceva notare l'ultima vignetta umoristica e di satira postata da Mrs, la Gran Bretagna non è solo l'Inghilterra, è anche Scozia, Galles ed Irlanda del Nord, per cui non sarà certo una passeggiata gestire questa cosa per Cameron e company dovendo tener conto anche di queste nazioni.

    Considerazione personale: mi ero fatto parecchie seghe mentali sulla questione: "Per andare a Londra serve il passaporto o no?" Dopo questo episodio, mi sono tolto ogni dubbio. :ahse:
     
    .
  3.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Hello World

    Group
    HF Webmaster
    Posts
    15,376
    Location
    Dublin

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Shirosaki Ogihci™ @ 24/6/2016, 13:26) 
    Considerazione personale: mi ero fatto parecchie seghe mentali sulla questione: "Per andare a Londra serve il passaporto o no?" Dopo questo episodio, mi sono tolto ogni dubbio. :ahse:

    Per quello puoi stare tranquillo: la Gran Bretagna rimarrà membro UE per almeno 2 anni, quindi per ora il passaporto non serve xD
     
    .
  4. Cerejia
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    L'uscita dalla UE della Gran Bretagna avrà come conseguenza lo sfaldamento della Nazione stessa: l'Irlanda del Nord potrebbe ritornare unita e la Scozia da sempre contraria al Regno Unito (tant'è che ha un suo parlamento che legifera) potrebbe definitivamente scindere i legami con Londra. Insomma un voto che spacca in 2 il Regno Unito è un danno al Regno Unito stesso.
     
    .
  5.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    In cauda venenum

    Group
    HF Admin
    Posts
    55,182
    Location
    Fra la Via Postumia e il West.

    Status
    Anonymous
    Condivido questo articolo:
    CITAZIONE
    La Gran Bretagna lascerà l’Unione europea dopo lo storico voto di questa notte. Chi cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno – a cominciare dal grande sconfitto, David Cameron – soffre per l’esito ma celebra il trionfo di democrazia, con oltre 33 milioni di britannici che sono andati alle urne e un’affluenza del 72,2 per cento.

    C’è poco da esultare perché la Brexit è il risultato di un uso irresponsabile del voto, di una sua degenerazione, non è affatto la sua apoteosi. David Cameron ha convocato questo referendum per ragioni di politica interna: ha usato il ricorso al pronunciamento diretto dell’elettorato per sopravvivere agli attacchi interni dalla parte euroscettica dei Tories e alla concorrenza di Ukip, il partito indipendentista di Nigel Farage.

    Il referendum, quindi, è nato come ultimo tentativo di far sopravvivere una leadership debole. Boris Johnson, ex sindaco di Londra che dopo le annunciate dimissioni di Cameron può rivendicare il suo posto a Downing Street, si è schierato per la Brexit. Perché è un seguace di Rousseau e della democrazia diretta? Ha semplicemente intuito che, per sfidare Cameron, bisognava schierarsi all’opposizione sul tema cui era legata la sopravvivenza politica del premier. E così ha fatto.

    L’uso del voto da parte dei politici, dunque, è stato irresponsabile perché strumentale alle proprie ambizioni. Lo scopo del referendum sulla Brexit non è mai stato aprire un dibattito serio sul rapporto tra Regno Unito e Unione europea – come sa chiunque lo ha seguito – ma soltanto tra leadership inglesi, scaricando su un nemico facile come la lontana tecnocrazia di oltremanica tutte le frustrazioni da globalizzazione che animano gran parte dell’elettorato inglese e non solo.

    Ma l’uso del voto è stato irresponsabile anche da parte degli elettori. La legittimità di un’elezione non si giudica dal suo esito, ovviamente. Ma la propaganda può avere successo soltanto se chi ne è il destinatario rinuncia al proprio senso critico, rinuncia alla fatica di formarsi una propria opinione autonoma e ragionata e si limita a ripetere gli slogan che riceve dalla tv o dai social network.

    Gli elettori inglesi hanno votato contro gli immigrati, contro la globalizzazione, contro le élite, contro i burocrati, per l’impero e per la sicurezza perduta. Si possono trovare mille ragioni per criticare l’Unione europea, nessuna razionale per sostenere che dopo la Brexit l’economia della Gran Bretagna sarà più prospera, la sua società più coesa, le frontiere più sicure.

    L’assenza di un piano per gestire il dopo-Brexit sta rivelando la superficialità dell’approccio dei sostenitori del “leave”: una parte (Ukip) chiede la rescissione unilaterale degli impegni della Gran Bretagna verso l’Ue, l’altra parte (Conservatori) invoca l’articolo 50 del trattato di Lisbona che stabilisce le regole per rinegoziare il rapporto tra un Paese che lascia e quelli che rimangono.

    Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha già fatto capire che non sarà un negoziato morbido, visto che la sopravvivenza del progetto politico degli altri 27 è a rischio. Si può pensare tutto il peggio possibile della Ue, ma esiste, ha una struttura, ha una influenza nelle decisioni nazionali che si sostanzia in direttive, che vengono recepite da leggi nazionali, regolamenti, trattati internazionali.

    L’Ue si regge su un equilibrio di poteri diverso da quello nazionale (elettori/parlamento/governo): ci sono due istituzioni con una legittimazione elettorale diretta, il Parlamento europeo e i governi nazionali legittimati in patria, e un organo tecnico come la Commissione. Quando i governi dicono “l’Europa ci impone” di solito stanno imbrogliando le proprie opinioni pubbliche: la stragrande delle decisioni politiche viene presa, all’unanimità, dal Consiglio europeo. Se un governo non è d’accordo, può mettere il veto. Dal Trattato di partenariato transatlantico su commercio e investimenti (Ttip) alle misure di austerità. Inutile approvare comunicati che inneggiano alla “ever closer Union” e poi tornare euroscettici appena scesi dalla scaletta dell’aereo.

    La democrazia diretta è una soluzione al distacco tra cittadini e Unione europea o, più in generale, tra elettori e decisori? Sembra lecito dubitarne. C’è una ragione se la Costituzione italiana prevede che su alcune materie sia necessario il ricorso alle competenze e alla mediazione che soltanto la democrazia rappresentativa garantisce.

    Sappiamo già quale sarebbe l’esito di un quesito: “Volete voi pagare le tasse?”. Decidere su materie complicate è, per definizione, complicato. Le alternative sono due: o dedicare molto tempo a studiarle per avere un’idea precisa nel momento in cui si sarà chiamati a prendere decisioni, oppure delegare qualcuno che si occupi a tempo pieno di prendere decisioni informate e consapevoli, il più possibile coerenti con la lista di priorità dei propri elettori.

    Si può chiedere un maggiore ricorso al voto popolare soltanto se gli elettori prendono sul serio il proprio compito, se danno un voto consapevole, faticoso. In caso contrario la democrazia diretta diventa circonvenzione di incapace.

    Stefano Feltri


    Escludendo certi elementi del popolino, personalmente ritengo che nemmeno tra le leadership britanniche a favore dell'uscita vi fosse un effettivo desiderio di tagliare totalmente i ponti con l'Unione Europea. Considerando anche certe affermazioni sulle loro speranze di conservare alcuni privilegi. Senza gli oneri.
    L'anomalia della Gran Bretagna è sempre stata quella di essersi considerata un paese-eccezione.
    Per ogni trattato o nuovo accordo la Gran Bretagna ha sempre preteso un trattamento diverso o delle opzioni dedicate, interessandosi esclusivamente ai vantaggi del mercato comune europeo e facendo ostruzionismo su ogni tentativo di maggiore integrazione tra i paesi.

    Alcuni hanno considerato questo referendum un esempio di democrazia diretta.
    A mio avviso, osservando anche la distribuzione del voto per aree, età e occupazione, ho l'impressione che il voto dei Leave (maggior parte ultra-65enni, basso titolo di studio, aree del paese meno integrate nei processi economici) sia stato un voto emotivo, fondato su generici timori sull'immigrazione, della globalizzazione, fondato sulla paura e su certe propagande nazionali, che indicano negli altri, negli esterni, nelle istituzioni europee i soli colpevoli del loro malessere.
    Parlando sempre di distribuzione del voto, Irlanda del Nord e soprattutto la Scozia hanno votato a favore della permanenza europea. Forse questo voto potrebbe essere l'inizio di una frantumazione di ben altra unione.
    Nonostante spesso lo si dimentichi, l'Europa è un generoso distributore di contributi per lo sviluppo, e ritengo che la Scozia, oltre ai suoi eterni desideri indipendentistici, terrà in considerazione anche questo elemento.

    Il negoziato per l'uscita della Gran Bretagna si preannuncia lungo e difficile, e dalle affermazioni delle leadership europee, anche "punitivo" nei loro confronti. Atteggiamento che condivido. Il destino che hanno scelto è quello di essere degli extracomunitari. :ahse:

    HmvdR8T
     
    .
  6.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    HF Sensei
    Posts
    17,878
    Location

    Status
    Anonymous
    Ho appena letto sul Sole24Ore che le previsioni di qui a 5 anni per quanto riguarda le perdite sul PIL inglese vanno da una stima minima, nel migliore dei casi, del -2% a una stima massima, nel peggiore del casi, del -7%.

    -7%.

    Avete idea di quanti soldi siano, il 7% del PIL dell'UK? Facciamo un calcolo rapido: cercando su google il PIL al 2013 mi risulta di 2,678 migliaia di miliardi (in dollari). Quindi sono 2678000000000 dollari. Se non mi sono scordata la matematica, dovrei dividere questa cifra per 100 e moltiplicarla per 7. Quindi il 7% sarebbe 2678000000000/100= 26.780.000.000. 26.780.000.000X7= 187.460.000.000. Questa cifra sarebbe 187 miliardi e 460 milioni di dollari. :omg:
    Posso esclamare parolacce o è meglio di no? :asd:

    Nel caso migliore, invece, si perderebbe il 2%, cioè "solo" 53 miliardi e 560 milioni. Una bazzecola.

    E ora, dall'alto della mia totale mancanza di comprensione dell'economia, darò una mia previsione sui prossimi eventi:
    1. Cadrà il governo Cameron;
    2. Nei prossimi due anni l'UE darà una batosta pazzesca all'Inghilterra aumentando a dismisura le tasse di import-export su qualsiasi prodotto;
    3. Gli USA sosterranno l'Europa come hanno sempre fatto, e anche se l'UK è sempre stato un loro partner privilegiato non potranno aiutarlo più di tanto, visto che lasciato da solo vale come una vecchia suole di scarpe;
    4. Non appena i dazi saliranno, l'UK perderà tutte quelle industrie estere che hanno deciso in passato di mettere proprie fabbriche su suolo inglese, attratte dalla convenienza delle esportazioni in Europa. La convenienza è destinata a non esserci più, quindi tutte quelle fabbriche (ad esempio quelle automobilistiche giapponesi, che sono una miriade) saranno spostate in altri Paesi europei, facendo perdere MOLTO denaro e molti posti di lavoro;
    5. Irlanda, Scozia e Galles cercheranno di restare nell'UE, prendendo le distanze dai vicini di casa che li hanno messi nella merda;
    6. L'Inghilterra si ritroverà in braghe di tela, completamente sola.

    Bello. :zizi: Devo dire che un po' mi diverto, visto che questa è l'ennesima dimostrazione che non siamo solo noi italiani a essere popolo bue. Gli inglesi si sono sempre reputati inattaccabili: ora vedremo se lo saranno. Per me sono dei gran bifolchi. :asd:
     
    .
  7.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    Member
    Posts
    3,355

    Status
    OFFLINE
    Secondo me La Gran Bretagna non ha niente da preoucuparsi anzi ne giovera' ha tutto per essere indipedente sia economicamente con la sterlina sia in risorse naturali e non e' quindi pienamente autosufficiente la burrocrazia e le leggi folli di questa falsa unione europea sono solo dannose solo la Germania ne benificia per gli altri e' solo tasse personalmente prima si rifonda l'Europa meglio e' sono un' europeista ma ci vuole un' Europa che guardi all' popolo non solo a caste di banchieri.
     
    .
  8.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    HF Sensei
    Posts
    17,878
    Location

    Status
    Anonymous
    Amilcar, senza le virgole e senza i punti si perde un po' il significato di quello che vuoi dire.
    Scrivi bene. :titto: Riformula.
     
    .
  9.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    Member
    Posts
    3,355

    Status
    OFFLINE
    Sono contrario all' uscita della GB dall' unione Europea,personalmente avrei votato il remain non il leave ma e' anche vero che L' Europa e' unita solo economicamente non ha una vera unione di popolo come gli Stati uniti . Spero di essere stato piu' chiaro .Grz.
     
    .
  10.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    63

    Status
    OFFLINE
    Per prima cosa vorrei proprio sapere quanti dei votanti (che all'estero sono tanti, mica sono gli italiani che se ne sbattono) però erano a conoscenza dei risvolti che avrebbe portato il voto, in un senso o nell'altro.
    Detto questo, credo che per i prossimi anni la il Regno (dis)Unito sia una vera e propria polveriera visto che Scozia e Irlanda del Nord erano per restare nell'UE.
    Al di là del Vallo di Adriano hanno già fatto sapere di volere un referendum per l'indipendenza, mentre in quel di Belfast (Irlanda del Nord) hanno lanciato l'idea di un referendum per riunire le due Irlanda, dato che Dublino è una fedelissima dell'UE.
    Ho letto anche delle statistiche di voto a secondo delle face d'età e i giovani erano per la stragrande maggioranza per restare, mentre dai 50 anni in su stravinceva l'abbandono all'UE.
    Spero che i nostri connazionali, ma anche tutti gli altri stranieri che si trovano in UK, non se la passino troppo brutta perchè adesso inizia un periodo da pezze al culo (magari così è un po' esagerato).
    Quindi personalmente sono contrario a questo risultato, ma ormai è andata così.
     
    .
  11.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    HF Sensei
    Posts
    17,878
    Location

    Status
    Anonymous
    Amilcar, ricorda di non usare il linguaggio da sms, è vietato da regolamento. :zizi:
    Comunque, da quello che ho capito, tu dici che sei contrario all'uscita ma che in ogni caso l'Inghilterra se la caverà. Sbaglio? Se è così, vorrei capire in che modo. Quali risorse naturali ci sarebbero nel Regno Unito?
     
    .
  12.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    Member
    Posts
    3,355

    Status
    OFFLINE
    L'Inghilterra ha delle risorse naturali che paesi come L'Italia non ha mi riferisco alle numerose riserve di gas, oro e zinco e sono autosufficienti per il petrolio , questo mi fa' ben sperare per il loro futuro . Poi stimo il mondo inglese da sempre . Spero di essere stato chiaro e di aver usato un linguaggio appropriato.
     
    .
  13.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    HF Sensei
    Posts
    17,878
    Location

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (amilcar @ 24/6/2016, 17:21) 
    L'Inghilterra ha delle risorse naturali che paesi come L'Italia non ha mi riferisco alle numerose riserve di gas, oro e zinco e sono autosufficienti per il petrolio , questo mi fa' ben sperare per il loro futuro . Poi stimo il mondo inglese da sempre . Spero di essere stato chiaro e di aver usato un linguaggio appropriato.

    Dal punto di vista energetico sono ben messi, è vero, anche perché hanno le centrali nucleari. L'energia non è tutto, però. :ahse: Le perdite principali saranno nel secondario, quindi nelle industrie e nel commercio, che contribuiscono enormemente alla creazione di nuovi posti di lavoro. Basti vedere come sono cadute le borse questa mattina.
     
    .
  14.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Pervert Member

    Group
    Member
    Posts
    3,355

    Status
    OFFLINE
    CITAZIONE (Mrs. Independent @ 24/6/2016, 17:32) 
    Dal punto di vista energetico sono ben messi, è vero, anche perché hanno le centrali nucleari. L'energia non è tutto, però. :ahse: Le perdite principali saranno nel secondario, quindi nelle industrie e nel commercio, che contribuiscono enormemente alla creazione di nuovi posti di lavoro. Basti vedere come sono cadute le borse questa mattina.

    Si' questo puo' essere nell breve periodo ma poi l'economia inglese ripartira' ,si possono tentare tanti mercati e negoziati commerciali con i paesi emergenti vedi lo sviluppo delle zone asiatiche che erano poverissime fino a poco tempo fa'...Questo e' il mio parere poi e' tutto da vedere.
     
    .
  15.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    HF Mod
    Posts
    5,446
    Location
    Midgar

    Status
    Anonymous
    Mappino di come hanno votato i Britannici nelle varie contee del Regno Unito:

    mappauk


    Comunque adesso che l'occhio di Suron è chiaramente puntato sulla Gran Bretagna, la vera partita si gioca nei restanti 27 paesi di questa (Pseudo Germanica)EU!
    Qui si parla di Brexit, ma si rischia il collasso della EU, spero che lossigniori di Bruxelles/Strasburgo comandati dalla Culona non promettano alcun accordo bilaterale o salvacondotti al Regno Unito, il tuo popolo sovrano ha deciso così, avete voluto la bicicletta, prendete e pedalate, ma da soli! Questo sarebbe lo scenario serio ed ineccepibile di come dovrebbe comportarsi un Europa unita nei confronti di un paese che è voluto uscire fuori dalla comunità.
    Ma come sappiamo la realtà è ben diversa, e c'è già qualcuno che spinge in direzioni del "poverini, ma aiutiamoli ad uscire alle loro condizioni" Bene se succede questo, immagino che altri paesi si sentiranno presi per il culo, e diranno tra se e se
    "Che senso a rimanere in una comunità, con condizioni sfavorevoli, quando puoi uscire e richiedere o ricattare termini di condizioni nettamente più favorevoli"
    Se questo scenario accadesse, altro che Brexit, si scatafascia l'EU in un nanosecondo :asd:

    P.s. Storicamente, il settore secondario della Gran Bretagna da gli anni 60' ad oggi, rispetto ad altri paesi(inclusa l'Italia) ha sempre discretamente fatto cagare.
     
    .
37 replies since 24/6/2016, 12:15   587 views
  Share  
.
Top