Un gelato per riparare il mondo

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  1. Gisnni
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    Non era naturale sentirsi allietati in una giornata calda e piacevole, specie se si stava passeggiando un bel parco pulito, tranquillo e risplendente dei colori della primavera?
    Toushiro non ne era cosi sicuro. Il ragazzo pensava, con tutto il rispetto, che qualsiasi santone barbuto avesse pensato a quella banalità, forse avrebbe dovuto includere nelle meditazioni anche quelli che avevano pensieri per la testa un po' al di là della portata della botanica.
    Sospirò e tirò un calcio a un sasso finito per miracolo sul curatissimo sentierino. In Giappone gli era sembrata una buona idea fare un viaggetto lontano. Pensava che allontanarsi un po' l'avrebbe aiutato a smettere di pensare a Crow e al.. incidente che era capitato con la ragazza.
    Scosse la testa sconsolato. Si, si disse, chiamalo cosi, Toushiro, guadagnerai punti dicendo scemenze anche a te stesso.
    Sulla spinta di una serie di impulsi che si sarebbero potuto benissimo chiamare disperazione e disperazione e l'orribile impressione che le pareti del suo appartamento si apprestassero a crollargli addosso, aveva telefonato in rapida successione alla sua famiglia, ai suoi amici, alla piccola banda in cui suonava per avvertirli che sarebbe partito per un viaggetto e che per un po' non si aspettassero di vederlo in giro. Quando il primo che aveva chiamato, un tipo biondo della classe che a malapena conosceva, gli aveva chiesto dove sarebbe andato, si era bloccato un secondo a pensarci. Se avesse avuto un po' di sale in zucca, si sarebbe rimangiato tutto all'istante; invece, gli era disgraziatamente venuto in mente un depliant visto da qualche parte che decantava Roma, le sue bellezze antiche, gli intrattenimenti eccetera.
    "Roma" aveva detto e lo aveva ripetuto a tutti gli altri, facendosi largo tra esclamazioni di entusiasmo, auguri di buon viaggio, raccomandanzioni e domande imbarazzanti. Era partito a malapena portandosi dietro il minimo indispensabile.
    Solo dopo, quando l'aereo si stava staccando da terra, aveva riacquistato la lucidità, giusto in tempo per stare attaccato all'oblò, a guardare la sua casa sparire sotto le nuvole.
    Ed adesso eccolo là, un ragazzo solo in una città sconosciuta, senza conoscere nessuno e senza nessuna idea di dove andare. Perlomeno di una cosa era certo. Ora che era lì, non aveva nessuna voglia di tornare a casa e a quelle pareti tremolanti.
    Si fermò per asciugarsi il sudore dalla fronte. Certo che faceva un gran caldo da quelle parti. Se solo avesse trovato...
    La sua ricerca fu ricompensata dalla vista di un chioschetto di gelati tenuto da un ometto barbuto impegnato a leggere un giornale. Lo lasciò che richiudeva la cassa e gli augurava buona giornata, mentre si dirigeva verso una panchina abbastanza defilata tra gli alberi, cono gigante ai 5 gusti alla mano.
    Si sedette, sventolandosi con la felpa che si era tolto. Per la fretta di partire, non si era nemmeno cambiato ed adesso era in maglietta e basta.
    Però, era davvero caldo. Un gelato era proprio quello che ci voleva...
     
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79 replies since 21/4/2016, 23:10   596 views
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