Un gelato per riparare il mondo

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  1. Gisnni
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    Non era naturale sentirsi allietati in una giornata calda e piacevole, specie se si stava passeggiando un bel parco pulito, tranquillo e risplendente dei colori della primavera?
    Toushiro non ne era cosi sicuro. Il ragazzo pensava, con tutto il rispetto, che qualsiasi santone barbuto avesse pensato a quella banalità, forse avrebbe dovuto includere nelle meditazioni anche quelli che avevano pensieri per la testa un po' al di là della portata della botanica.
    Sospirò e tirò un calcio a un sasso finito per miracolo sul curatissimo sentierino. In Giappone gli era sembrata una buona idea fare un viaggetto lontano. Pensava che allontanarsi un po' l'avrebbe aiutato a smettere di pensare a Crow e al.. incidente che era capitato con la ragazza.
    Scosse la testa sconsolato. Si, si disse, chiamalo cosi, Toushiro, guadagnerai punti dicendo scemenze anche a te stesso.
    Sulla spinta di una serie di impulsi che si sarebbero potuto benissimo chiamare disperazione e disperazione e l'orribile impressione che le pareti del suo appartamento si apprestassero a crollargli addosso, aveva telefonato in rapida successione alla sua famiglia, ai suoi amici, alla piccola banda in cui suonava per avvertirli che sarebbe partito per un viaggetto e che per un po' non si aspettassero di vederlo in giro. Quando il primo che aveva chiamato, un tipo biondo della classe che a malapena conosceva, gli aveva chiesto dove sarebbe andato, si era bloccato un secondo a pensarci. Se avesse avuto un po' di sale in zucca, si sarebbe rimangiato tutto all'istante; invece, gli era disgraziatamente venuto in mente un depliant visto da qualche parte che decantava Roma, le sue bellezze antiche, gli intrattenimenti eccetera.
    "Roma" aveva detto e lo aveva ripetuto a tutti gli altri, facendosi largo tra esclamazioni di entusiasmo, auguri di buon viaggio, raccomandanzioni e domande imbarazzanti. Era partito a malapena portandosi dietro il minimo indispensabile.
    Solo dopo, quando l'aereo si stava staccando da terra, aveva riacquistato la lucidità, giusto in tempo per stare attaccato all'oblò, a guardare la sua casa sparire sotto le nuvole.
    Ed adesso eccolo là, un ragazzo solo in una città sconosciuta, senza conoscere nessuno e senza nessuna idea di dove andare. Perlomeno di una cosa era certo. Ora che era lì, non aveva nessuna voglia di tornare a casa e a quelle pareti tremolanti.
    Si fermò per asciugarsi il sudore dalla fronte. Certo che faceva un gran caldo da quelle parti. Se solo avesse trovato...
    La sua ricerca fu ricompensata dalla vista di un chioschetto di gelati tenuto da un ometto barbuto impegnato a leggere un giornale. Lo lasciò che richiudeva la cassa e gli augurava buona giornata, mentre si dirigeva verso una panchina abbastanza defilata tra gli alberi, cono gigante ai 5 gusti alla mano.
    Si sedette, sventolandosi con la felpa che si era tolto. Per la fretta di partire, non si era nemmeno cambiato ed adesso era in maglietta e basta.
    Però, era davvero caldo. Un gelato era proprio quello che ci voleva...
     
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    Finalmente era riuscita ad avere il permesso di tenerne uno. Finalmente poteva allevare anche lei un drago. Le avevano fatte mille storie per rifiutare una simile richiesta. I draghi erano creature maestose e anche pericolose, non poteva pensare di poterne addomesticare uno, sopratutto quelli della razza che piacevano a lei. Cia però aveva lavorato duramente e fra mille peripezie alla fine le hanno concesso di allevarne uno di una taglia molto piccola, un tipo di drago raro e prettamente animalesco, si poteva considerare più una lucertola alata ma a Cia andava bene lo stesso. Così eccola lì a giocare felicissima con questo cucciolo di drago, grande più o meno quanto un gatto adulto. Si faceva rincorrere sul prato e giocarono assieme per qualche oretta, ma arrivati ad un certo punto il drago nonostante fosse un cucciolo si era stancato del gioco e aveva fame. La prima cosa che avvistò fu un ragazzo seduto su una panchina che si stava gustando un cono gelato parecchio invitante. Cia non si accorse subito che il suo animaletto stesse puntando quella leccornia. Lo vide sfrecciare velocissimo verso il ragazzo, e non riuscì ad inseguirlo in tempo per fermarlo. Il cucciolo di drago gli saltò in groppa e allungò la sua lingua biforcuta verso il gelato del povero ragazzo.
    Ehi! Cattivo Axew non si fà! Lo afferrò con entrambe le mani allontanandolo dal ragazzo, ma nel tentativo di farlo il cucciolo di drago riuscì a dare una bella lappata al cono gelato, lasciandogli la sua saliva da un odore molto strano. Cia guardò il cono mezzo distrutto del ragazzo a bocca aperta e un tantino colpevole.
    Cavolo scusalo, è ancora un cucciolo deve imparare le buone maniere. fece mentre tentava di trattenere il drago che si agitava ribelle fra le sue mani come un gatto che non voleva le coccole. Cia indossava il suo solito completo da maga scollato ma che lei misteriosamente trovava comodo ed elegante. Non aveva il cappello con sé e nemmeno la maschera.
    Beh visto che ormai ha contaminato il tuo gelato che ne dici se glielo lasci? Te ne offro uno io per risarcirti promesso. gli disse allegra facendogli un occhiolino di intesa.
     
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  3. Gisnni
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    Quante volte, nel corso della vita, una persona deve rendersi conto che quello che riteneva essere il mondo era in realtà solo un angolino di una stanza molto più vasta, molto più colorata e anche pericolosa?
    Per alcune persone, questo non succede mai. Per alcuni, succede una volta sola e questo basta per cambiar loro la vita. Per altri ancora succede cosi spesso che ormai non credono più a niente.
    Per Toushiro, la stanza gli rovesciò addosso la sua vastità sotto forma di un vortice gracchiante che irruppe su di lui come un uragano, facendogli quasi prendere un colpo. Il ragazzo emise un'esclamazione sorpresa a vedersi una lucertola grande quanto un gatto addosso. Ne rimase cosi cosi stupito che la sua reazione non fu nè di agitarsi per scrollarsela di dosso nè di alzarsi di scatto: rimase lì, gelato in mano, a guardarla a bocca spalancata.
    "Le... le ali" balbettò senza fiato. Grossa lucertola + ali, possibile fosse...?
    Non terminò quel pensiero che accaddero due cose in cosi rapida successione che fece fatica a seguirle: il draghetto si allungò verso il gelato che teneva in mano, lingua biforcuta di fuori, due mani lo tirarono via prima che potesse addentare l'obiettivo, ma non prima che ci lasciasse sopra una generosa passata di lingua.
    Ancora stupito, Toushiro rimase a guardare il vuoto e lo strano strato di saliva sul suo precedentemente bel gelato. Si voltò, e stavolta la sorpresa gli fece quasi schizzare gli occhi fuori dalle orbite. Una ragazza bellissima era lì di fronte a lui, cercando di trattenere quel draghetto che si agitava come un pesce preso all'amo; e l'abitino, gli ornamenti e i tatuaggi che portava le avrebbero sicuramente assicurato un posto in prima linea in tutte le sfilate di modelle del mondo.
    Toushiro rimase a guardarla per un lunghissimo istante a occhi sgranati, prima di capire che lei gli stava parlando, e che la stava guardando un po' troppo insistentemente.
    "Non... non fa nulla" balbettò in imbarazzo, anche per quell'occhiolino, e cercando di rimettere in ordine i pensieri un po' in subbuglio.
    Ma era troppo confuso per non dire qualcosa di scemo e, dopo aver cercato invano di capacitarsi di quello che si era di colpo ritrovato di fronte, un drago e una ragazza che sembrava uscita da una favola di popoli esotici, chiese: "Sei una maga? Non sono quello giusto per aiutare il tuo mondo. Per favore, scegli qualcuno di migliore."
    Parlò in tutta serietà, senza nessun intento ironico e senza rendersi conto di quel che diceva, confuso da quella serie improvvisa di eventi, da vero ragazzo abituato a sentire di draghi e affini solo nei libri e nei film, dove erano un clichè le maghe in cerca di campioni per salvare mondi in pericolo. E, ovviamente, quando capì quale scemenza gli era uscita di bocca, eccolo arrossire furiosamente per l'imbarazzo.
     
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    In una società moderna come quella in cui vivevano, dove il panettiere di fiducia poteva essere un dragonico, dove il più abile vino cultore poteva essere un licantropo e magari vedere persone che andavano a spasso con strane creature al guinzaglio era cosa di tutti i giorni; Quello strano risultava decisamente quel ragazzo stupito di fronte ad una scena come quella che vedeva un cucciolo di drago affamato. Sembrò gentile dicendole che non faceva nulla, ma quel cono aveva tutta l'aria di essere stato preso per festeggiare qualcosa a giudicare dalle sue dimensioni. Cia attese una risposta alla richiesta di cedergli il gelato che non arrivò, ma al suo posto arrivarono parole ancora più strane che portarono Cia a sgranare gli occhi sorpresa.
    Come scusa? fece non capendo assolutamente di cosa stesse parlando, anche se in qualche modo la divertì molto sentirsi definire "maga". Più che come un rimbambimento generale da gnocca, Cia percepì e sue parole come un simpatico modo per approcciarsi, tipico di quei ragazzi abituati a rimorchiare. In quel momento di distrazione generale, il piccolo e famelico draghetto usò la sua innata agilità per colpire con la base della coda il cono gelato dal basso, sarebbe sicuramente schizzato in aria, disegnando una sorta di arco che finì direttamente nelle sue fauci. Cia iniziò a ridere per il buffo trucco usato dal suo animaletto preferito. Lo coccolò sfregandogli una guancia sul capo, infastidendo non poco il draghetto che si divincolava.
    Beh credo sia meglio che lo abbia mangiato lui, la sua saliva è una potente sostanza ignifuga ti sarebbe venuto un gran mal di pancia se ti finivi il cono. fece con un tono allegro. Intanto Axew sgusciò sulle braccia di Cia posizionandosi sulle sue spalle con il corpo poggiato sulla spalla destra e la coda che circondava la nuca e ricadeva comoda sulla spalla sinistra.
    Il mio nome è Cia, lui invece è Axew. fece porgendogli la mano come era di consueto per presentarsi. Axew dopo essersi leccato i baffi e ultimato di divorare il cono gelato guardò verso il ragazzo incuriosito.
     
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  5. Gisnni
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    Che figuraccia!
    Toushiro si sentiva un cretino per aver sparato fuori una scemenza simile. E si sarebbe sentito anche peggio se avesse saputo che era la normalità avere draghi e animali ancora più inusuali come animaletti di compagnia. Ma, per sfortuna o per fortuna, lui aveva condotto una vita ordinaria fino a quel momento e ne era del tutto all'oscuro. Non che non sapesse che esistevano, ed erano molto diffuse, razze ed animali che andavano oltre la normalità della vita quotidiana dello studente medio, ma ne aveva sempre sentito parlare per voci, senza trovarsene mai di fronte davvero qualche esempio, specie perchè aveva un giro di amicizie e conoscenze molto limitato. Le avventure con Shyvana e Crow lo avevano in qualche modo iniziato al vero volto del mondo, ma per la prima era stato più uno sfiorare e fuggire senza guardarsi indietro, uno sguardo verso un abisso che lo avrebbe divorato come una caramella se si fosse attardato a guardarlo e che quindi si era affrettato a mettere dietro di sè. Con Crow, invece, l'avventura lo aveva colto cosi repentinamente che ancora non era riuscito ad accettare che fosse successa davvero. A volte, senza mai darci forma cosciente, pensava che sarebbe bastato dimenticarsene un'altra volta per tornare alla sua tranquilla vita ordinaria.
    Evidentemente il mondo non era molto d'accordo. E quindi eccolo lì, seduto su una panchina, con le guance rosse per l'imbarazzo e la netta sensazione di dover sembrare un campagnolo appena arrivato in città, come nella favola dei topi.
    Tossicchiò. Ehm, mi sono sbagliato borbottò, a malapena udibile.
    A toglierlo dall'imbarazzo ci pensò proprio l'animaletto che ce l'aveva inavvertitamente messo. Un rapido fendente di cosa e Toushiro si ritrovò con la mano vuota. Guardò il proprio gelato che tracciava un elegante curva in aria, per poi finire la sua corsa nelle fauci spalancate del draghetto.
    Wow! Fantastico! esclamò, ammirato per quel gioco di abilità, dimenticando sia il disagio sia che quel gelato appena divorato lo aveva comprato per sè. La risata della ragazza lo fece sorridere e vederla spupazzare quel draghetto, e come questo cercava di divincolarsi come un gatto preso alla sprovvista, lo divertì.
    Sgranò gli occhi quando lei gli parlò di sostanze ignifughe e si portò d'istinto una mano sullo stomaco, quasi sentendo il mal di pancia che avrebbe avuto dopo una bevuta di un litro di antigelo.
    Meglio che se lo sia mangiato lui allora disse sorridendo. Dopo lo sconcerto iniziale, si ritrovò ad ammirare quell'animale cosi bello ed abile, e quei suoi movimenti serpentini mentre si accomodava sulla spalla della ragazza.
    E' davvero bellissimo disse, sinceramente colpito.
    Era cosi immerso a guardarlo che ci mise un secondo di troppo a capire che la ragazza si stava presentando e gli tendeva la mano.
    Eh? Ah, si! fece ridestandosi. Io sono Toushiro, cioè, mi chiamo Toushiro. Piacere di conoscerti. Le nuove conoscenze, specie in circostanze cosi strane per lui, non erano il suo forte e la presentazione gli uscì impacciata, da imbranato. Si mise una mano sulla nuca, imbarazzato, e distolse lo sguardo. Scusami. E' che non ho mai visto un drago. Sono appena arrivato a Roma e qui per me è tutto strano
    Rieccolo, il topo di campagna.
     
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    Il ragazzo sembrava apprezzare il drago, sentendosi osservato Axew girò il capo piegandolo da un lato, osservando il ragazzo a sua volta. Ammirevole che il ragazzo fissava il drago e non il suo seno, un pochino meno quando il ragazzo si presentò a sua volta senza accogliere la sua mano come si faceva di consueto, ma portadosela dietro la nuca con fare imbarazzato. Le disse di chiamarsi Toushiro, un nome tipico di Kurayami, e adesso che ci faceva caso in effetti aveva un accento diverso dagli abitanti di quella città. Ritirò la sua mano sentendosi un pochino ignorata, non le piaceva quando fingevano di non vedere. E il fatto che non le prese la mano la incuriosì.
    Toushiro, è un nome tipico di Kurayami vieni da lì? chiese con fare amichevole, iniziando ad intuire dai segnali del corpo del ragazzo che fosse una persona timida. Prima cosa le guance rosa, seconda che evitava sempre di guardarla negli occhi e perfino sui seni. Terzo il suo modo di fare, e il fatto che aveva evitato un contatto fisico come lo stringere la sua mano. Frenò un ghigno malefico prima che le si palesasse sul viso. Quando trattava con le persone timide si divertiva un sacco a farli arrossire. Avevano un'aria molto tenera e non riusciva a resistere alla tentazione di vederli sempre più in difficoltà. Difatti prese subito la palla al balzo quando il ragazzo affermò di non aver mai visto un drago come quello prima d'ora.
    In effetti Axew appartiene ad una razza rara, è stato difficile trovarlo. commentò con un sorriso e coccolando di nuovo l'animale con piccole carezze sul collo. Poco dopo si sporse in avanti portando le mani dietro la sua schiena, mettendo in evidenza in quel modo il suo prosperoso seno, ma allo stesso tempo sembrava porgergli il drago.
    Vuoi provare a carezzarlo? chiese tenendo sempre un tono gentile e allegro.
     
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  7. Gisnni
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    Forse fu un piccolo accenno sul viso di quella ragazza, forse una sensazione, Toushiro sentì che era delusa, infastidita da qualcosa. Inarcò un sopracciglio, perplesso, poi capì, giusto in tempo per vederla ritirare il braccio. Dovette resistere alla fortissima tentazione di darsi una manata sulla faccia. Non se ne era nemmeno accorto che lei gli aveva teso la mano!
    Fece per dire qualcosa, ma poi ci rinunciò. Già si immaginava di aggiungere un'altra cretinata, come se non ne avesse già fatto un mucchio. Lo scontento gli affiorò sull'espressione però, un'espressione che sapeva di ritrosia e scusa assieme.
    Fortunatamente, Cia non sembrò prendersela, anzi, mantenne un atteggiamento amichevole che fece piacere a Toushiro, facendogli sperare di non averla offesa.
    Si rispose alla domanda, sorridendo.
    A quel punto, qualcosa di strano sfiorò i suoi sensi affilati a percepire gli stati d'animo d'altrui e gli fece vacillare il sorriso. Se avesse dovuto descriverlo, avrebbe detto che una nuvoletta oscura si era addensata intorno a Cia, che appariva con tanto di occhi rossi, alucce da pipistrello e qualcosa che diceva: guai in vista.
    Ovviamente era solo una sua impressione senza senso e cosi la liquidò assieme al brivido che sentì corrergli per la schiena, anche perchè sparì veloce com'era apparsa, lasciando solo una deliziosa ragazza dal sorriso amichevole e l'atteggiamento simpatico.
    Fu contento di sentirla parlare del draghetto. Era un animale che aveva catturato subito la sua attenzione ed era ansioso di saperne di più, e poi se era disposta a parlare, allora non doveva essersi offesa, un pensiero che lo confortava.
    Oh, deve essere costato molto disse stupito. Quanto era normale avere un drago come animaletto da compagnia? Non ne aveva idea, ma avere un drago che per di più era anche di una razza rara non doveva essere cosa di tutti i giorni. Stava domandandosi se quella ragazza fosse ricca o solo la sua conoscenza degli animali fosse azzerata, quando Cia gli piazzò il draghetto sotto il naso, proponendogli di accarezzarlo.
    Era un'offerta gentilissima, specie se si pensava che la stava facendo a un estraneo e che quel draghetto era di un tipo raro e forse anche prezioso, e Toushiro sarebbe stato felicissimo di accettare, sia perchè quel animale lo affascinava sia anche solo per rispetto di quella ragazza cosi gentile. Ma c'era un problema, anzi, c'erano due, grossi problemi, due grossi problemi che Cia mise bene in evidenza e che il ragazzo non potè fare a meno di guardare. Alla deliziosa ragazza gentile si aggiunse la sensualità travolgente di una donna bellissima e sexy e ovviamente Toushiro reagì nel modo più adeguato.
    Arrossì come un peperone e iniziò a balbettare.
    Forse non è il c-caso, non v-vorrei fargli male p-per sbaglio si schermì, cercando disperatamente di staccare lo sguardo da quelle curve mozzafiato. Arretrò di un passo, inciampò e ricascò a sedere sulla panchina, dove un ultimo sguardo involontario verso posti che cercava di evitare, gli fece abbassare bruscamente gli occhi a terra.
    S-sono venuto qui a-a Roma in v-vacanza si arrabbattò, cercando di cambiare discorso. H-ho avuto dei... problemi continuò, facendo una pausa al ricordo della sua disavventura con Crow e nel dirlo il dispiacere superò l'imbarazzo apparendo chiaramente sul suo viso.
    Mi fa piacere di aver incontrato una p-persona che conosca bene Kurayami. Mi sentivo un po' un pesce fuor d'acqua. Tornò un po' a sorridere, anche se il suo sguardo rimase sfuggente.
     
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    Toushiro confermò che era di Kurayami, sembrò pian piano a suo agio a parlare, ma quando Cia si chinò in avanti per porgergli il drago lo vide irrigidirsi di nuovo. Era semplicemente adorabile vedere quanto arrossisce una persona. Quel ragazzo poi aveva un'aria così innocente nonostante non riuscisse a staccare gli occhi dai suoi seni. Iniziò perfino a balbettare intenerendo ancora di più Cia, avrebbe voluto strapazzargli i capelli ma si trattenne dal farlo. Infine il ragazzo per venire meno alla tensione imbarazzante indietreggiò finendo per inciampare e ricadere seduto sulla panchina dietro di lui. Notò che cercò subito di posare lo sguardo a terra per impedirsi di guardarla in posti troppo esposti e disperatamente cercò di cambiare argomento. Cia iniziò a ridere portandosi una mano sulle labbra. Axew invece divenne più curioso e balzò dalla spalla della ragazza sulla panchina, avvicinandosi a lui per annusarlo.
    Problemi? Che genere di problemi se posso chiedere? fece Cia sedendosi anche lei sulla panchina vicino al drago. Accavallò le gambe girandosi verso il ragazzo e posando la mano lungo lo schienale della sedia comodamente, in modo che l'avambraccio si trovasse dietro le spalle di Toushiro. Sapeva che si stava avvicinando troppo, ma era curiosa di vedere come avrebbe proseguito la conversazione e quante volte avrebbe balbettato ancora. Axew dopo averlo annusato tornò in braccio a Cia, sbadigliò mostrando i suoi dentini aguzzi e si accoccolò contro il suo ventre premendo la testa contro i suoi seni facendoli oscillare leggermente, così da accomodarsi con il musetto appena sopra la curva dei seni in modo che il collo fosse coccolato dalla morbidezza delle mammelle. Cia lo sosteneva con un braccio, intenerita gli diede un piccolo bacio sul capo. Poi si voltò di nuovo verso Toushiro e ghignò divertita.
    Sicuro che non vuoi carezzarlo? Guarda che non ti capiterà di trovarne altri così carini in giro. Non ti morde mica è molto docile e poi gli piace essere carezzato sulla nuca. disse avvicinandosi a lui scivolando con il sedere sulla panchina, porgendosi leggermente in avanti con il busto per dargli modo di carezzare il drago.
     
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  9. Gisnni
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    La risata della ragazza gli parve un po' troppo inquietante per i suoi gusti. O stava ridendo della sua goffaggine oppure, un pensiero che lo colse come una martellata, lo stava facendo apposta e quel mettersi in mostra era tutto calcolato.
    Ma no no, era impossibile. Insomma, si erano appena conosciuti! Scacciò brutalmente quell'idea, tanto gli era inconcepibile, ma la timidezza non volle proprio andarsene via, e il suo sguardo non si schiodò dalla contemplazione della cura con cui i romani tenevano le loro aiuole.
    Lei gli chiese a quali problemi si riferisse. Non... iniziò, ma poi si bloccò. Gli era molto difficile parlarne e, per quanto sarebbe stato felicissimo di potersi scaricare con qualcuno dopo averlo tenuto nascosto ad amici e famiglia, decisamente non si sentiva di farlo con una ragazza che aveva appena incontrato e che si stava mostrando cosi gentile, anche se in modo tremendamente conturbante.
    Alla fine, pensò con rammarico, sarebbe stato meglio non averci accennato affatto. Il draghetto gli saltò affianco e si allungò per annusarlo. Si trattenne dall'accarezzarlo.
    N-non è niente di eccezionale disse alla fine. Roba da poco. Mi bastano alcuni giorni qui per risolvere. Pochi giorni...
    Cercò di apparire tranquillo, ma il suo sguardo sfuggente e nervoso e il fatto che non sembrasse crederci nemmeno lui ammazzavano il tentativo in partenza.
    Non si sentiva granchè in una buona situazione, ma il peggio per lui doveva ancora arrivare. Cia gli si sedette accanto, vicino, troppo vicino e Toushiro, che si voltò a guardarla un po' stupito da quel gesto, si ritrovò di fronte una bomba sexy che metteva in mostra un fisico da quattrocento megatoni. Toushiro sgranò gli occhi fino a farli diventare grandi come padelle e non saltò via come un grillo in fiamme solo perchè lo sconcerto e l 'imbarazzo lo pietrificarono sul posto.
    Il draghetto, che evidentemente era in realtà un mostro travestito, saltò in braccio alla sua padrona e il modo in cui si accoccolò su di lei e la dolcezza con cui lei lo trattò diedero a Toushiro lo stesso effetto che avrebbe fatto il destro di un pugile professionista. E il modo in cui Cia gli sorrise! Toushiro continuava a rifiutarsi di credere che lo stesse facendo apposta, ma quel sorriso diede lo stesso una bella scossa alle sue convinzioni. Si sforzò di pensare che fosse solo divertita per come si comportava il suo draghetto e si aggrappò tenacemente a quel pensiero.
    Poi, lei gli porse il draghetto, invitandolo ad accarezzarlo, e insieme si spinse verso di lui di quello che doveva essere un centimetro, ma a che a lui sembrò un chilometro, specie per come spingeva il petto in avanti.
    Il ragazzo cominciò a sudare. Avrebbe detto di no, si sarebbe scusato, ma era la seconda volta che lei si offriva di farle toccare un animale raro, a lui che era un estraneo, e forse lo faceva proprio perchè l'aveva visto un po' giù.
    Toushiro deglutì. Sapeva di non potersi tirare indietro.
    I-io, o-ok balbettò, più rosso dei pomodori d'estate. Sforzandosi di tenere piantato lo sguardo solo sul drago, allungò una mano tremante e lo carezzò impacciatamente sulla testa. Poi, ricordandosi quello che Cia aveva detto, lo grattò sulla nuca, allo stesso modo che avrebbe usato con un gatto.
    E' b-b... Toushiro cercò di articolare un qualche commento, ma uno sguardo lanciato per sbaglio verso la ragazza lo azzittì di botto. Arrossito, imbarazzato, rimase a grattare la testolina del draghetto come uno scolaro messo in punizione.
     
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    Toushiro non volle condividere l'esperienza con lei. Cia non gliene fece una colpa, era pur sempre una estranea. Non volle dirle nulla in proposito ma le fece capire che la sua vacanza sarebbe servita proprio a risolvere il problema. Quindi doveva sparire per qualche giorno. Forse qualche bullo lo aveva preso di mira? Era stato nel posto sbagliato al momento sbagliatissimo? Chi lo sa, ma per fortuna non sembrava così turbato dalla faccenda. Non volle insistere su quell'argomento, se facevano amicizia probabilmente sarebbe stato lui stesso a raccontarglielo. Le sembrava molto più interessante vedere la colorazione della sua pelle che diventava sempre più rossa man mano che si ci avvicinava. Era adorabile, qualsiasi altro ragazzo più intraprendente avrebbe preso i suoi gesti come segnali di attrazione fisica, lui invece tentava in tutti i modi di non guardarla negli occhi o sul petto, anzi sembrava non voler guardare niente di lei. Alla fine però prese coraggio e decise di carezzare la testa di Axew. Sembrò apprezzare ed emise un piccolo suono simile a delle fusa che facevano i felini. Cia invece continuava a sorridere divertita e fissò il ragazzo e il suo viso e le sue espressioni tese.
    "E' B..." cosa? chiese ritirandosi un pochino e allontanando così il drago dal ragazzo.
    P-P-P Perché balbetti? fece prendendolo liberamente in giro.
    Non hai mai parlato con un'altra ragazza? Guarda che non ti picchio se mi guardi le tette di tanto in tanto sai? Dopotutto so che ho un bel fisico e che ai maschietti piace. Fin quando guardi ma non tocchi non ti succederà nulla. Se ho messo questo vestito non è certo per nascondermi. Quindi rilassati Toushiro, ok? fece per poi dargli una pacca sulla spalla. Si sollevò in piedi reggendo sempre Axew con le braccia per non dargli fastidio. Axew non sembrò affatto infastidito dal movimento di Cia, piuttosto si accoccolò meglio sui suoi seni allargando perfino le piccole zampe su di esse. Sembrava quasi la stesse palpeggiando, ma non c'era alcuna malizia in quei gesti, solo un estremo relax da parte del piccolo animale testimoniato dal suo costante emissione di fusa. Cia fece cenno a Toushiro con la testa di seguirla.
    Su forza seguimi, andiamo a prendere il gelato che Axew ti ha rubato. E' venuta voglia anche a me di un bel succoso cono gelato. fece con tono allegro, per poi guardarlo un pochino dall'alto in basso con il suo solito fare arrogante ma con un ghigno divertito stampato sul volto.
    Sempre se non è troppo per te farmi compagnia Toushiro. concluse con un'aria che sembrava quasi volerlo sfidare.
     
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    Le fusa di Axew avevano qualcosa di troppo simpatico, specie perchè Toushiro pensò che la sua immagine dei draghi era sempre stata quella di rombanti titani del cielo. E adesso invece eccolo ad accarezzarne uno come fosse un gatto e quello che reagiva allo stesso modo di un gatto. Era una scena cosi divertente che gli scappò un sorriso, parte delle tensione che lo avvolgeva che si dissipava.
    Durò poco.
    Le domande di Cia che lo prendevano bonariamente in giro riaccesero il suo imbarazzo come una fiamma col gas.
    N-niente balbettò in tutta risposta.
    Quando poi sentì quello che diceva, Toushiro sussultò e ci mancò pochissimo che si mordesse la lingua. Quel parlare cosi direttamente di vestiti provocanti e pelle scoperta era troppo per uno come lui. Sarebbe stato più facile che la luna si spostasse dall'orbita piuttosto che Toushiro potesse parlarne tanto tranquillamente, figurarsi anche solo sentirsi giustificato nello sbirciare!
    Bastò che Cia dicesse che poteva anche prendersi delle libertà con lo sguardo, e quindi, molto indirettamente, dire che lui aveva guardato e guardava, perchè le sue guance andassero in fiamme.
    Ma... ma io non sbirciavo borbottò piano piano. Si sentiva cosi imbarazzato che dovette impedirsi di coprirsi la faccia con le mani.
    La sua lotta interiore venne bruscamente interrotta da Cia, che si alzò in piedi.
    Successe qualcosa di strano.
    Per qualche motivo, Toushiro sentì la presenza della ragazza allontanarsi e, dopo averla sentita cosi vicina, quel allontanamento lo infastidì, come se qualcosa di caro, ma che non sapeva lo fosse finchè gli era stato vicino, gli fosse stato tolto dalle mani. Ma non aveva senso.
    Stupito, cercò di allontanare quella brutta sensazione, senza successo.
    Sentendo la proposta di Cia, alzò lo sguardo, preso alla sprovvista.
    Ma no, non... stava per dire "non serve, non fa niente" quando registrò l'espressione della ragazza. Lo... lo stava davvero sfidando a seguirla?
    Quegli occhi che lo guardavano dall'alto in basso lo intimidivano un po', ma qualcosa di molto simile all'orgoglio lo spinse a prendere un gran respiro, costringere il cuore a stabilizzarsi un pochetto e ad alzarsi a sua volta.
    Ma sarebbe un piacere rispose, con un sorriso gentile che era una dichiarazione di sfida accettata.
    Dentro, sapeva già che se ne sarebbe pentito. Quella ragazza, ormai era chiaro, lo faceva apposta a metterlo in imbarazzo. Però, anche lui aveva il suo orgoglio. E poi, appena le si avvicinò, quella sgradevole sensazione che lo aveva attanagliato sembrò dissiparsi.
    Vieni qui spesso? chiese, la domanda più banale del mondo, ma gli serviva qualcosa per distrarsi, sia dalle curve prorompenti di lei sia da quello stramaledettissimo draghetto sia dalla brutta sensazione che aveva appena superato. E, alla fine, voleva anche fare amicizia con questa ragazza che portava un drago a passeggio come un cagnolino.
     
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    Era divertente vedere le sue mille espressioni facciali mentre parlava. Borbottò di non aver guardato, ma a Cia non interessava effettivamente se lo avesse fatto o meno, era molto più divertente vederlo andare nel panico. Cia pensò che si sarebbe rifiutato di seguirla, che magari avesse cercato mille scuse diverse per non andare, invece accettò. E nel farlo sembrò un pochino più sicuro di sé. Cia sorrise soddisfatta e attese che la raggiungesse prima di proseguire verso la gelateria.
    A dire il vero no. Ci sono stata altre volte per motivi diversi, ma oggi c'era Axew con me e volevo farlo divertire un pochino. I cuccioli di drago sono molto vivaci, e se non assecondi la loro voglia di giocare possono anche mandarti a fuoco la casa, ovviamente non per cattiveria. Sai quando giocano capita spesso che usano il fuoco. Oltretutto devo farlo affezionare a me se voglio che mi stia accanto per sempre. Quindi credo che verrò qui molto spesso con lui da oggi in poi, sembra piacergli questo posto. fece parlando serenamente, guardando di tanto in tanto Axew che aveva iniziato a sonnecchiare beatamente. Era piacevole da tenere addosso, le sue scaglie emanavano un piacevole tepore.
    Te invece che mi dici? Venire in vacanza soli soletti è triste. Non avevi un'amico con cui divertirti? O un'amica? chiese con fare allegro e curioso.
     
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    Avrebbe dovuto sentirsi soddisfatto di aver in qualche modo risposto a tutto il gioco poco sportivo di Cia, ma qualcosa nel sorriso soddisfatto della ragazza gli diceva che il punto che era stato segnato forse non era del tutto a suo favore.
    Toushiro scosse la testa, cercando di mettere da parte tutti quei pensieri. Stava solo parlando in un parco con una ragazza appena conosciuta e lei era solo una ragazza con un draghetto che andava a passeggio. Forse si stava divertendo a metterlo in difficoltà, ma doveva proprio cercare di rilassarsi e non farsi tutti quei giri di testa.
    Mentre camminavano verso la gelateria, Toushiro si impose di camminarle precisamente a fianco e di tenere lo sguardo rigorosamente inchiodato al selciato. Lo faceva sembrare un condannato a morte scortato verso il patibolo, ma era sempre meglio che rischiare un aneurisma da stress.
    Drizzò le orecchie quando lei rispose alla sua domanda, la sua banalissima domanda.
    Ah... fece, sentendola discorrere di case incendiate con la stessa tranquillità con cui uno avrebbe annunciato che le pareti del suo salotto erano blu mare. Quando poi Cia parlò di tenere Axew con sè per sempre, non potè trattenere un sorriso. L'affetto che la ragazza nutriva per il draghetto era evidente e non potè sentirsene un po' intenerito.
    Ma restavano gli incendi a scombussolarlo.
    Sei.. sei sicura di non essere sul serio una maga? chiese. E' solo che... si affrettò a dire per spiegarsi mi sembra cosi strano che qualcuno possa tenere cosi volentieri un animaletto che potrebbe bruciarti la casa se non lo porti a spasso abbastanza spesso. Sono un po'... travolto dall'idea, lo ammetto.
    E lo era sul serio. Gli bastava pensare alle implicazioni di dormire con accanto un animaletto del genere per immaginarsi la sua casa piena di secchi di sabbia, coperte ed estintori. Non sapeva sinceramente se ammirare quella dedizione o essere impressionato dalla temerarietà.
    E' fantastico, davvero concluse un po' imbarazzato, non sapendo trovare altre parole.
    Poi lei gli fece una domanda che temeva, ma la pose in modo cosi innocente che sentì di non potersi esimere dal risponderle in modo almeno un po' esauriente.
    Io... iniziò, distogliendo lo sguardo e arrossendo un po' per quell'allusione a un'amica. Diciamo che... avevo bisogno di stare da solo per un po'; suona da clichè, lo so. Ma... è proprio cosi.
    Aleggiò col pensiero per un po' su ricordi poco piacevoli. Però... disse dopo qualche istante. Non credo che sia stata la scelta più giusta. Ho... ho paura che stare da solo mi avrebbe solo fatto stare peggio... avrei pensato su cose che cerco di dimenticare e, beh, non ne sarei uscito meglio di come ne sono entrato. Poi, rossissimo, stropicciandosi le dita nervosamente: g-grazie per la compagnia. Suona s-strano da qualcuno che hai appena c-conosciuto, ma grazie.
    Aveva appena finito di parlare che si rese conto di aver tirato fuori più di quanto fosse educato fare.
    N-non che abbia dei g-gran problemi. Non è n-niente di che si schermì impacciatamente. L'ultima cosa che voleva era addossare i suoi problemi su qualcun altro, per giunta se quel qualcuno era una persona gentile.
     
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    Il ragazzo le chiese se era sicura di non essere una maga. Sul primo momento Cia sussultò sorpresa. Possibile che avesse già capito che fosse una strega? No era impossibile! Si voltò verso di lui cercando di sembrare il più naturale possibile, sorridendo mentre lui continuava a spiegare il motivo di una domanda del genere e si sentì sollevata nel constatare che aveva pensato ad una cosa del genere solo per via di Axew. Ma da dove arrivava quel ragazzo? Sul serio pensava che bastava avere un drago per essere un mago? Non aveva idea di dove provenisse, ma doveva trattarsi di un paese molto piccolo, a meno che non avesse vissuto in estrema campagna. In città non era strano trovare qualcosa di così "particolare". Dopotutto ogni tipo di creatura viveva tranquillamente la sua vita, c'erano scuole promiscue in cui si potevano vedere dragonici, vampiri e ibridi con orecchie da gatto frequentarla. Lui sembrava abbastanza giovane da poter frequentare una scuola del genere, ma iniziò a pensare che studiasse da solo rinchiuso in una biblioteca della sua villa campagnola. Le confessò che era andato in vacanza per starsene da solo. Non aveva idea di cosa avesse potuto fare, ma sembrava una cosa molto personale se desiderava staccarsi da tutti i contatti. Anche lei aveva passato un periodo del genere, quindi poteva capire che non ne avesse alcuna voglia di parlarne. La ringraziò per la compagnia e Cia fece spallucce, come se non avesse fatto nulla di speciale. Tuttavia ripensò alle parole del ragazzo e alla sua domanda.
    Io una maga? chiese con il tono di chi fosse teatralmente lusingata, poi rise parecchio divertita, svegliando perfino Axew che sentiva il petto sussultare sotto al suo musetto.
    Ma da dove vieni? fece calmandosi gradualmente dalla risata.
    Solo perché sto allevando un drago, allora pensi che io sia una maga? A questo punto potrei anche averti mentito e in realtà potrei essere una dragonica e questo cucciolo potrebbe essere mio figlio. Oppure non lo so, potrei anche essere una spaventosa strega che sta allevando un drago per conquistare il mondo. Sul serio pensi che sono così strana a portare a spasso un cucciolo di drago? Sì è vero che siamo in pochissimi a farlo, ma non è una cosa così anomala. I draghi sono la mia passione e ne sto tenendo uno piccolino da poter gestire anche a casa, non c'è niente di strano. Quello strano adesso sembri tu. Il tuo paese deve essere un pochino antiquato eh? parlò con leggerezza, non c'era alcun rimprovero nella sua voce, solo un pochino di stupore per la ristrettezza mentale di quel ragazzo. Scosse la testa sospirando esausta: pensava di essere lei quella antiquata visto i numerosi anni passati nella sua congrega di streghe prima di affacciarsi al mondo. Tuttavia si era adattata bene e le piaceva l'ambiente promiscuo della nuova società. Intanto fra le chiacchiere arrivarono a destinazione, davanti ad una gelateria anche abbastanza frequentata.
    Eccoci! Questa è la gelateria più buona che abbia mai frequentato. affermò guardando l'interno del locale attraverso le vetrine. C'era un pochino di fila davanti alla cassa e fra loro vi era una ragazza gatto irrequieta, un uomo alto e massiccio con un paio di corna sulla testa e una sottile coda che scendeva dai pantaloni e altri umani che non sembravano affatto turbati dalla loro presenza. Cia notò che Axew stava iniziando ad agitarsi per via del profumo dei dolci.
    Ah cavolo. La fila è troppo lunga, Axew prima o poi mi scapperà dalle braccia per andare a farsi una scorpacciata di gelato. commentò mentre Axew si destò completamente dal sonno e si arrampicò sulla spalla della ragazza e guardò incuriosito e attento la folla e il negozio. Cia prese delle banconote dalla sua tasca e le porse al ragazzo.
    Ti dispiace fare tu la fila per prenderli? Dovresti prenderne uno anche per Axew, magari a base di frutta non voglio che si senta male. fece per poi attendere la risposta del ragazzo.
     
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    Non credeva di essersi mai sentito cosi in imbarazzo quanto lo fecero sentire le parole di Cia. La ragazza parlò senza nessun intento derisorio, lo sentiva, ma ugualmente sentirsi chiamare chiaro e tondo uno che non sapeva un bel niente del mondo lo colpì come una freccia.
    E il peggio è che sgranò gli occhi quando lei parlò di draconici e streghe, e per un attimo fu quasi sul punto di crederci, specie la storia del draghetto come figlio invece che come animaletto, tanto lo aveva preso alla sprovvista come possibilità.
    Per fortuna, prima che potesse dire qualcosa che lo avrebbe fatto sembrare direttamente uno scemo, il tono ironico di Cia raggiunse il suo cervello sovraccarico, facendolo sprofondare negli abissi della vergogna.
    Beh, uhm borbottò. Non... non ho avuto molte occasioni per vedere.. cose del genere fu l'unica scusa che riuscì a tirare fuori, nel mentre desiderando intensamente che un buco gli si aprisse sotto i piedi, salvandolo da quella situazione. La sua curiosità lo spinse a parlare ancora però. Ma... è possibile? Cioè, draconici? Non... non ne ho mai visto uno e, beh... non completò la domanda, sperando che Cia avesse afferrato.
    Era senza parole per la sua stessa ignoranza. Ma ma, allora tutto quello che aveva visto fino a quel momento, nella sua normale scuola, nella sua normale vita, era il il piattume del mondo? Aveva sentito parlare di altri esseri, altre cose oltre agli umani, ma fino a quel livello. Ne era sconvolto ed era sconvolto dall'idea di non saperne un bel niente. Il suo era un quartiere di periferia, tranquillo e tradizionale, ma non avrebbe mai immaginato tradizionale fino a quel punto.
    Era ancora tutto assorto a cercare di assimilare tutte quelle nuove prospettive, quando Cia annunciò che erano arrivati a destinazione. Toushiro si riscosse di scatto. Si era del tutto dimenticato della questione gelato.
    Ridacchiò un po' vedendo come il draghetto si era tutto infervorato. Si impegnava a cercare di sgusciare dalle braccia di Cia come se ne dipendesse il destino nel mondo.
    Si, ci penso io acconsentì subito Toushiro quando Cia gli chiese di prendere lui i gelati. Gli serviva proprio un momento per darsi una calmata.
    Guardò per un attimo i soldi che Cia gli porgeva prima di prenderli con qualche esitazione. Poi si mise in fila. Avrebbe preferito non pensare a quello che lo metteva in imbarazzo, ma tra una ragazza con le orecchie da gatto e un tipo con le corna da tiro, entrambi in fila, non ci riuscì granchè.
    Per fortuna, il gelataio lavorava in fretta e, in breve, Toushiro fu di ritorno con due gelati, uno di taglia normale per Cia e uno grosso come una casa, rigorosamente alla frutta, per Axew. Per quanto lo riguardava, tutte le novità gli avevano tappato lo stomaco.
    Consegnò i gelati ai rispettivi destinatari, poi, senza guardarla, porse a Cia i soldi che lei gli aveva dato. Sperava proprio che non se la sarebbe presa se aveva pagato di tasca propria. Non è che voleva fare il galante oppure il sessista. Era solo che Cia gli aveva fatto compagnia e detto tante cose nuove e lui voleva sdebitarsi in qualche modo. Un gelato offerto era una sciocchezza.
    Io... so che delle persone hanno dei poteri disse, sia per cambiare discorso che per riallacciarsi a quello che avevano detto prima e pure, si, anche per provare a riscattarsi un pochino. Ne ho anch'io uno...
     
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