Abitazione di Henry Jekyll

Grande abitazione

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    io non sono leggenda...sono realtà!

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    L'abitazione è circondata da un grande giardino con u grosso viale costituito da ghiaia fine, ai suoi lati si estende un giardino barocco formato da diverse aiuole di sempreverdi dalla forma rettangolare, al loro interno si possono trovare vari disegni regolari formati da fiori, mentre il prato è appunto un tipico "prato all'inglese" formato da erba color smeraldo dai filamenti molto fini e ben curata nella lunghezza di un centimetro e mezzo. Tutto ricorda lo stile barocco, dall'abitazione stessa agli interni, la casa è strutturata su due piani il primo contraddistinto da una copertura in mattoni grigi mentre sul secondo piano di estendono lastre di marmo bianco, la forma del caseggiato è quella di un quadrato con delle specie di torri sui quattro lati. le finestre grandi sono posizionate a distanza regolare e fanno filtrare una grossa quantità di luce che illumina il tutto e il centro dell'edificio è aperto per lasciar spazio ad un giardino interno con terrazzo formato da varie colonne sempre in marmo. Il tetto è spiovente arricchito sulle punte da fiori di giglio lavorati dai migliori fabbri e uno si e uno no sono laminati in oro, come in oro sono le quattro statue che rappresentano degli angeli situate a coppie di due sulle due torri che danno sulla facciata di porta. Le stanze al suo interno sono grandi e spaziose, impossibile descriverle tutte, la sala ricreativa possiede diversi divani e una gigantesca libreria a parete e al suo centro vi è un pianoforte a coda e diversi violini. le sale da pranzo si riconoscono per la pavimentazione in legno e i grossi affreschi fanno da ornamento per quelle che sono appunto le stanze più importanti dove vengono organizzati i ricevimenti. Le camere da letto sono le stanze a grandezza intermedia, sono tutte dotate di letto matrimoniale, scrivania e diversi armadi, una cosa che le accomuna tutte è la carta da parati tipica delle abitazioni londinesi sulle pareti. Ogni camera da letto ha il proprio bagno Dotato di doccia, vasca e ogni altro sanitario, vista la sua ricchezza Jekyll non ha badato a spese ed ogni bagno è arredato in maniera differente. La stanza più piccola e l'unica che è presente in singola quantità è lo studio, per quanto riguarda questa stanza Jekyll ha badato alla pura essenzialità montando su tre delle quattro pareti una grossa libreria in legno di noce, stesso legno usato per la pesante scrivania sulla quale vi sono posti i documenti e i risultati delle proprie ricerche.
     
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    Il dubbio è come un tarlo insidioso





    Stava facendo colazione mentre sistemava i documenti da portare a scuola, quando le capitò fra le mani una lettera. Non le apparteneva e quando vide il nome e l'indirizzo sulla busta ebbe un tuffo al cuore. Era una lettera per Henry, sicuramente doveva averla presa per sbaglio quando si erano urtati in quel vicolo e avevano fatto cadere i documenti. Sospirò un pochino frustrata all'idea che avrebbe dovuto rompere la promessa per una banalità del genere. Probabilmente Henry le avrebbe rimproverato di aver cercato una scusa quando in realtà non avrebbe rispecchiato la realtà. Un momento... e se fosse una stupida pubblicità? Delle comunicazione di poca importanza? Poteva anche gettarla via se non fosse stata importante pensò. Certo forse avrebbe violato la sua privacy, ma che diamine doveva sapere se era importante o solo una sciocchezza. Se era una sciocchezza poteva mettersi il cuore in pace, se invece era importante non poteva tenerla lei. La aprì lentamente e si accorse che il suo cuore sperava vivamente che fosse importante per lui, ma la sua mente le diceva che doveva sperare l'esatto opposto così da non doverlo cercare. Aveva il cuore in gola mentre il suono della carta che si apriva le riempiva le orecchie. Incredibile che sentisse il suono della carta così nitidamente nonostante avesse la televisione accesa sul canale del telegiornale. Lesse il contenuto e aggrottò la fronte non riuscendo a capire la natura di ciò che c'era scritto. Era un messaggio personale, ma perché mandarlo via lettera? Lesse il nome del suo mittente: Dottor Hook. Non le sembrava di aver mai sentito quel nome. Un dottore? In quel preciso momento sentì il nome del dottore pronunciato alla televisione. La sua attenzione venne attirata subito sullo schermo e aumentò il volume sentendo la notizia dell'assassinio del dottore. Nimue si alzò dalla sedia incredula. Fisso la lettera e poi lo schermo.
    Aveva promesso di non cercarlo, per via di questi fantomatici nemici che potevano metterla in pericolo. Anche se a malincuore, aveva deciso di rispettare le sue volontà e non cercarlo più. Ma si accorse che non poteva rispettare quella promessa. Quella lettera poteva dire tante cose e il fatto che fosse correlata proprio al dottore che era morto spaventava un pochino Nimue. Ma allo stesso tempo la agitava perché voleva saperne di più. Chi aveva ucciso il dottore? Era stato Henry? Oppure erano stati i suoi nemici che erano sulle sue tracce? L'uomo che aveva conosciuto lei non sembrava affatto capace di una cosa simile. Non uno che riusciva a controllare le proprie pulsioni in quel modo. Non poteva crederci, si rifiutava di credere che Henry potesse uccidere a sangue freddo un uomo. Non dopo aver visto quella mastodontica erezione per lei e il suo continuo rifiuto di prenderla nonostante il desiderio crescente. Se fosse stato un animale incapace di controllare le sue pulsioni l'avrebbe violentata sicuramente, e invece la pregava di non mettersi in pericolo. Guardò di nuovo quella lettera fra le mani corrugando la fronte. Nel duemilaecredici usare le lettere per un messaggio così delicato era sospetto. Sembrava una prova schiacciante contro Henry. Un movente scritto nero su bianco. Hook sapeva qualcosa di Henry che lo avrebbe messo nei guai. Chiunque avrebbe pensato che dopo quella lettera Henry sarebbe diventato l'indiziato principale. Quindi era ovvio che qualcuno stesse cercando di incastrarlo. Forse si stava solo illudendo, forse voleva rifiutare l'idea che Henry potesse uccidere qualcuno. Non poteva stare lì a tormentarsi di dubbi, doveva vederlo, doveva mostrargli quella lettera. Avviò la vestizione dei capelli per usare il suo solito abbigliamento. Indossò il cappotto pesante e caldo e si diresse verso l'indirizzo segnato sulla busta. Quando arrivò a destinazione quasi non credette ai suoi occhi. Quella era una villa enorme, sembrava una di quelle che si tramandavano nelle famiglie di generazione in generazione. Con un pizzico di soggezione si avvicinò al portone e con il cuore in gola suonò al campanello.
     
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    Da fuori Nimue avrebbe sentito dei suoni leggermente ovattati, una...canzone... Notando lo spessore della struttura lo stereo doveva essere ad alto volume. Lunghe e sottili dita maneggiavano una carta di credito che assennatamente picchiettava e ordinava una polvere rosa in una striscia.
    It might seem crazy what I'm about to
    Un forte respiro a pieni polmoni, corto, netto, avido.
    Say


    Ruota gli occhi, solleva la testa, i capelli cadono sulla fronte scombinati. Un sorriso, un grosso sorriso, si alza in piedi.
    Sunshine she's here, you can take Away
    Un movimento di spalle spasmodico a ritmo di batteria e allarga le braccia nevrotiche al soffitto.
    I'm a hot air balloon, I could go to space
    Intanto scrolla la testa ad occhi chiusi mentre canta e batte i pugni per suonare la batteria immaginaria davanti a se.
    With the air, like I don't care baby by the waaaaaaay
    Prende una scopa poggiata alla sua destra e ci avvinghia contro le gambe mentre ne carezza il legno con la mano aperta come se fosse la schiena sensuale di una ragazza. Intanto parla alla saggina carezzandola col naso tagliente, ad occhi chiusi, ansando, come se stesse per fotterla con la propria lingua.
    Because I'm happy, Clap along if you feel like a room without a roof. Because I'm happy, Clap along if you feel like happiness is the truth
    Alza una gamba e mette la scopa perpendicolare al terreno mentre saltella sull'altra avanzando verso il tavolino. Dietro di se immagina fuochi d'artificio saettanti, blu, rossi, si rossi, gialli! Verdi! Colori accesi, molti colori accesi che illuminano la notte.
    Because I'm happy
    Clap along if you know what happiness is to you
    Because I'm happy
    Clap along if you feel like that's what you wanna doOoOOOOoooOOo

    Lancia la scopa contro il muro, c'è poco tempo, le parole stanno per ricominciare, afferrà il bicchiere pieno di Whisky, stracolmo di Whisky, ne cade una buona quantità sul tavolo e a terra, col resto s'ingozza trangugiandolo, si, lo trangugia; e via anche il bicchiere.
    Here come bad news talking this and that
    Salta sul tavolo, cade il servizio di bicchieri e tira un calcio alla bottiglia di whiskey che va a frantumarsi contro il muro colando il delizioso liquido ambrato. Ecco ora roteare il braccio sulla chitarra inesistente in un riff niente male.
    Yeah, give me all you got, don't hold back.
    Il campanello, il fottuto campanello, chi rompeva il cazzo?! Nimue ora avrebbe sentito la canzone senza più la voce in sottofondo. Naturalmente tra la musica alta e le spesse pareti non sarebbe riuscita a capire a chi appartenesse quella voce.
    Chi sei? che vuoi?
    Ruggì una voce da dietro la porta

    Edited by Yhei - 10/9/2016, 22:42
     
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    C'era della musica che proveniva dall'interno della villa. Si guardò attorno verso il giardino chiedendosi se fosse davvero quella l'abitazione di Henry. Non vedeva alcun giardiniere, le finestre in alto sembravano chiuse. Si avvicinò alla porta per capire se stesse per arrivare qualcuno ma udì una voce maschile. Non riuscì a capire se fosse Henry. Forse era qualche maggiordomo o qualcosa del genere? No, lo escludeva sentendo quella canzone. Stava per suonare di nuovo quando dietro la porta una voce ruggì chiedendo chi fosse. Nimue esitò, pensò di aver sbagliato posto. Forse era l'abitazione sbagliata.
    Sono Nimue Angus sto cercando Henry Jekyll. fece a gran voce sperando che la persona dentro casa la sentisse. Iniziava a spazientirsi: che diamine di modi erano? Faceva un freddo cane, poteva almeno aprire la porta e parlarle faccia a faccia. Sentì il cuore martellarle in petto. Era Henry quello? Come poteva iniziare il discorso? L'avrebbe rimproverata per essere andata fino a lì? Le avrebbe sorriso? Le avrebbe detto che era felice di vederla? No era impossibile, non avrebbe mai potuto dire una cosa simile. Iniziava a sentirsi in ansia e mentre attendeva si sistemò il reggiseno, spostò qualche ciocca di capelli per sentirsi più ordinata.
    E' questa l'abitazione di Henry Jekyll? chiese ancora ad alta voce.
     
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    Dall'altra parte ci fu solo del gran silenzio. La musica s'interruppe bruscamente, la natura sembrava voler sottolineare l'imbarazzo di quel silenzio senza far muovere una foglia. Un secondo, due secondi, forse anche tre ma lunghi come ore.
    Non hai letto la targhetta sul cancello? Ovvio che questa sia l'abitazione di Jekill, c'è scritto il suo nome.
    Tuonò la voce dietro la porta, ora la sentiva chiaramente, e sicuramente non stava parlando con Henry. La voce non era calda, greve come quella del dottore ma era più acuta, simile ad uno stridio. Improvvisamente si sentì il rumore di un piccolo sportello di legno che si aprì proprio all'altezza del viso di Nimue. Dal varco apparirono due occhietti dalle iridi arancioni, si muovevano convulsi a studiare il suo corpo. La denudavano appoggiando il loro sporco sguardo come piccoli spilli sul suo corpo.
    Nimue eh?!
    Senza dar tempo di rispondere chiuse lo sportello con un gesto rapido e un rumore sordo. Dopodichè, finalmente si aprì la porta, la figura che comparve era quella di un uomo, più basso di Henry, più magro. Indossava i pantaloni di un vestito di ottima fattura viola, di un colore lucido e molto vivace. Indossava una camicia bianca stretta e lasciava intravedere la secchezza di quel fisico totalmente all'opposto di quello del dottore. Le maniche lunghe scendevano lungo le braccia e i due bottoni finali erano aperti, l'orlo sul braccio destro era girato verso l'alto. Portò l'indice tra colletto e il nastro anch'esso verde che faceva un fiocco attorno al collo e poi passò una mano tra i lunghi capelli neri. Sul volto rimaneva fisso dall'apertura della porta uno strano sorriso che mostrava l'ottima dentatura bianca, in specie i canini fin troppo appuntiti.
    Prego entra...
    Ora senza muri a far filtri quella voce sembrava ancora più acuta. L'uomo allungò la mano destra col palmo rivolto verso l'alto a Nimue. La ragazza avrebbe avvertito una reazione di repulsione verso quello strano figuro che sembrò ammansito dopo aver sentito il nome di Henry, o chissà, il suo. Ora non restava altro che resistere a quella repulsione e prendere la mano di quell'individuo che rimaneva tesa verso di lei e non sembrava volersi ritrarre.

    Ti prego afferra la mano
     
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    La musica cessò e ciò denotò che chiunque fosse in casa l'aveva sentita. Passarono dei lunghi secondi che aumentarono l'ansia nel cuore di Nimue. Perché esitavano così tanto? Era un momento sbagliato? La voce parlò di nuovo e questa volta capì che non apparteneva ad Henry. Era un uomo e sembrava quasi prenderla in giro affermando che quella era la casa che stava cercando. Quindi Henry era di buona famiglia, chissà in che razza di guai si era andato a ficcare? Droga? Tecnologie rubate? Qualcosa contro la corona? Era orribile non sapere, ogni ipotesi sembrava plausibile, lo conosceva così poco e quel pericolo di cui le aveva parlato la preoccupava molto. Non doveva andarci, si pentì di quello che stava facendo ma prima che potesse girare i tacchi e andarsene si aprì un piccola fessura sulla porta da cui vide due occhi arancioni. Somigliavano vagamente a quelli di Henry ma non erano dello stesso colore. Quella voce era differente. Vide gli occhi dell'uomo scrutarla curiosi, non sembrava conoscerla, quindi era evidente che Henry non avesse parlato a nessuno di lei. La porta finalmente si aprì, si palesò un uomo dai capelli corvini. Il suo abbigliamento era curioso, troppo colorato ed elegante per essere un semplice cameriere o un maggiordomo. Perché non era arrivato Henry ad aprirle? Perché quell'individuo non lo chiamava? Perché guardare quel tipo le dava una sensazione di pericolo? Ovviamente non accettò la mano di quel tipo che non si era manco presentato. Oltretutto Henry le aveva più volte detto che doveva stare attenta e che non doveva stargli vicino, il che le fece pensare che magari quell'uomo poteva essere uno dei nemici di Henry di cui non aveva voluto parlarle.
    Oh no, non si preoccupi, non mi fermerò a lungo devo solo parlare un attimo con Henry. Le dispiacerebbe chiamarlo, mi farebbe una grande cortesia. fece con un sorriso cordiale, sbirciando poi oltre le spalle dell'individuo per vedere cosa ci fosse lì dentro e chissà magari scorgere la figura di Henry passare.

    Non puoi chiedermi una cosa del genere se non poni i presupposti giusti per farlo. E' ovvio che non lo farà perché non hai preparato il terreno.
     
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    L'uomo chiuse le sue dita come rami rinsecchiti di una pianta, ritraendo lievemente il braccio. Avrebbe dato l'impressione d'esserci rimasto molto male e rimase piazzato. Tant'è che il sorriso scomparve dal viso lasciando spazio ad un espressione perplessa. l'uomo si girò come rapito da ciò che poteva attirare l'attenzione di Nimue. Tornò con lo sguardo su Nimue con un occhio più aperto rispetto all'altro socchiuso, sembrava stranito dalle gesta della ragazza.
    Ooooh, aspetti, lei è Nimue Angus... Henry mi aveva parlato di lei. Mi scusi per i modi un po bruschi, non sapevo che il dottore la stesse aspettando, ora è uscito a cercare dei documenti molto importanti. Lo sto aspettando anch'io, sa, sono il suo avvocato.
    Sfoggiò un sorriso amichevole sgranando gli occhi. Nonostante la voce calma, quella tonalità arrivava fino a toccare le ossa, pizzicando tutti i nervi del corpo. Il sorriso sembrava sincero eppure Nimue avrebbe sempre avuto l'impressione che qualcosa in quell'uomo non quadrasse, come un lato sinistro, eppure non sembrava per niente ostile. Quello che sembrava non funzionare era qualcosa che riguardava prettamente il fisico ma più si avvicinava alla verità più questa sfuggiva dietro a quei tratti. Riprese la parola dopo una piccola pausa.
    Non so fra quanto tornerà ma se vuole farmi la gentilezza d'aspettarlo con me, mi renderebbe un grosso servigio.
    Disse facendosi da parte e allungando il braccio nel gesto del "prego entri".
    Sa questa casa è troppo grande e aspettare da solo non fa altro che sottolineare la solitudine di chi ci vive dentro. Sinceramente vengo colto da questa sensazione ogni volta che devo far visita a Henry, chissà come farà quel pover uomo...
    Sollevò lo sguardo rattristito.
    Aaaah quanto si è chiuso dopo la scomparsa di Thrisha...
    Concluse poi con gli occhi lucidi. A quanto pare quella era una persona molto vicina e legata al dottore. Forse quell'anomalia era semplicemente un'impressione di Nimue che si era fatta una brutta impressione? E soprattutto chi era quell'uomo?!
     
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    L'uomo a quanto pare ci rimase male nel fatto che Nimue non accettò il suo invito. Lei si limitò a sorridere cordialmente, un pochino tesa. L'uomo si presentò come l'avvocato del dottore e a quanto pare Henry era uscito per prendere dei documenti importanti. Fu il turno di Nimue a guardarlo perplessa: un avvocato che si accomodava in casa del cliente e metteva musica ad alto volume e cantava? Era decisamente strano. A vederlo tuttavia sembrava abbastanza eccentrico da poter fare una cosa del genere, anche se continuava a sembrarle curioso.
    Il dottore non sapeva che sarei passata oggi. Davvero Henry le ha parlato di me? Cosa gli ha riferito? fece curiosa e un pizzico allarmata, continuando a sorridere per dissimulare completamente la sua preoccupazione. Le sembrava ancora più strano che Henry avesse parlato di lei quando si erano detti di doversi dimenticare. L'uomo parlò di Thrisha, sicuramente la moglie ormai deceduta di Henry che aveva nominato durante il loro incontro. Da come Henry aveva detto di aver perso la sua famiglia sembrava una brutta faccenda, magari un incidente. Osservò l'uomo e iniziò a pensare che forse parlandoci avrebbe potuto raccogliere altre informazioni sul dottore. Quindi ringraziò sommessamente stringendo la borsa sotto al braccio ed entrò. Faceva anche piuttosto freddo fuori, stare in casa sarebbe stato meglio che attenderlo fuori al gelo. Non riusciva ancora a fidarsi di quell'uomo. Aveva un atteggiamento strano, i suoi occhi forse, avevano un'aria sinistra, ma probabilmente si disse che era per colpa dei suoi lineamenti, o del fatto che li spalancasse così tanto quando parlava. Una volta entrata e solo quando l'avvocato avrebbe chiuso la porta, Nimue si sarebbe tolta il cappotto, tenendolo poggiato sul braccio. Si guardò attorno notando che la casa aveva un arredamento dallo stile classico e raffinato. Probabilmente ad Henry non mancavano i soldi ecco perché si dedicava ai suoi studi. E chissà cosa faceva davvero per guadagnarsi i soldi. Si voltò verso l'uomo incuriosita e attenta.
    Mi scusi, posso conoscere il suo nome? Lei conosce già il mio, quindi è superfluo che mi ripresenti. fece per poi attendere una risposta e magari anche un piccolo resoconto di cosa quell'avvocato sapesse di lei.
    Conosco da poco Henry, e confesso che non ho mai avuto il coraggio di chiedergli cosa fosse successo alla sua famiglia, sa sono questioni molto delicate e non so mai come chiedere qualcosa che riporta ricordi dolorosi. Lei sa cosa sia successo? provò a chiedere. Aveva il cuore che batteva a mille, non si sentiva del tutto al sicuro, e la possibilità di avere informazioni preziose su Henry la elettrizzava.
     
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    L'uomo squadrò il corpo di Nimue mentre entrò in casa e gli occhi lucidi parvero asciugarsi in pochissimo tempo, ravvivati dalla visione di quelle forme che si facevano notare anche da sotto il cappotto. Chiuse la porta e passò davanti a Nimue.
    Le poggio il cappotto, prego.
    Appena finito di parlare avrebbe tentato d'afferrare il capo d'abbigliamento e se le circostanze sarebbero state favorevoli avrebbe raggiunto a piccoli saltelli un attaccapanni in legno li vicino. Solo allora avrebbe nuovamente guardato Nimue e a differenza di Henry non avrebbe certo nascosto il suo sguardo malizioso che si sarebbe focalizzato soprattutto sul seno messo in evidenza.
    Quel vecchio volpone di Henry, sapevo che prima o poi si sarebbe lasciato andare. E pensare che quando mi ha raccontato di lei mi ha parlato di un incontro tra cappuccini e te con latte, che lei lavora alla Oxford e gli ha presentato un progetto e poi è diventato improvvisamente rosso troncando il discorso, sa...
    spalancò gli occhietti vispi all'inverosimile e sfoggiò un sorriso che tagliò il viso da orecchio a orecchio.
    A giudicare dal suo comportamento e dal vostro abbigliamento deduco che lui abbia fatto colpo! Hehehehe!
    Concluse facendo un cenno con la mano.
    Lei è molto fortunata signorina Nimue, credo sia la prima volta che ho udito un nome di donna diverso da quello di Thrisha provenire dalle sue labbra. Ma con un angelo come lei, temo sia facile dimenticarsi di qualunque altra donna. La definirei una moderna gioconda! Henenene!
    Forse sentendo queste parole Nimue si sarebbe finalmente sciolta, quale pazzo avrebbe raccontato di un incontro simile ad un potenziale assassino o a qualcuno di pericoloso? Henry aveva detto più volte di volerla proteggere, quindi non avrebbe mai parlato di lei a qualcuno di ostile e non si sarebbe soffermato a parlare addirittura delle loro consumazioni. Probabilmente quell'uomo non aveva niente che non andasse, magari si era fatta lei troppi film mentali. Iniziò a muoversi a passo spedito dando le spalle a Nimue.
    Prego mi segua in sala, sediamoci che le parlerò del nostro caro Henry Jekyll!
    Disse sollevando il braccio destro e indicando un punto non ben definito del soffitto. A pochi metri dall'ingresso c'era difatti un grande salone, con un divano a L molto grande, ad occhio la parte più corta della lettera sarà stata lunga circa tre metri. Non c'erano stereo e quindi non era da li che proveniva la musica sentita in precedenza. c'erano però grossi scaffali contenenti vari libri o busti o ancora modellini in legno di navi. I lati del muro denudati dagli scaffali in legno avevano appesi quadri di diverse dimensioni, tutti in olio su tela che rappresentavano dai volti di persone a splendide nature morte. Di fronte al divano a cinque metri di distanza vi era uno splendido pianoforte a coda nero. Di fianco al divano un mobiletto atto a contenere alcolici di vario tipo con un servizio di bicchieri e del ghiaccio all'interno di un contenitore in alluminio. L'uomo si lasciò cadere sul divano facendo cenno a Nimue di sedersi. Solo allora avrebbe iniziato a raccontare di Thrisha...
     
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    Nimue consegnò tranquillamente il cappotto, non facendo subito caso allo sguardo lascivo dell'uomo sulle sue curve o per lo meno non subito. Sistemò qualche lembo del suo corpetto e della gonna, abbassandola un pochino per coprirsi meglio. In quel esatto momento avvertì qualcosa che la portò a sollevare lo sguardo e accorgersi degli occhi languidi dell'uomo sulle sue curve. Sembrava quasi stupito di vedere che Nimue avesse un bel fisico. Provò una strana sensazione viscida lì dove si posavano i suoi occhi. Non era come quando l'aveva guardata Henry o la guardava Gil. Era strano e inquietante allo stesso tempo. L'uomo commentò subito dando per scontato che fra lei e il dottore c'era stato qualcosa e diceva di averlo capito da come si era vestita Nimue. Beh che c'era di strano? Vestiva spesso in quel modo, anche a scuola. Cosa voleva insinuare? Non le piacque quell'uscita, la faceva sembrare una di quelle studentelle innamorate che si mettevano le scollature esagerate per far colpo sul tipo figo che avevano adocchiato. Esisteva lo stile dannazione, voleva forse insinuare qualcosa di spiacevole? Le stava forse dicendo che sembrava una prostituta? No forse aveva frainteso e non voleva mostrarsi inacidita dalla sua uscita, dopotutto le aveva anche fatto un complimento e al momento si stava comportando bene con lei.
    La ringrazio, ma le assicuro che è il mio abbigliamento tipico, so che è un tantino eccentrico ma a me piace molto. fece cercando di dissimulare l'emozione che le stava facendo galoppare lo stomaco. Henry quindi arrossiva quando parlava di lei? Quindi l'aveva pensata? Perché raccontare a quell'uomo del loro incontro? Chi era? E perché diamine ancora non si presentava? Parlava bene, ma iniziava ad essere scortese nei suoi confronti e Nimue si stava spazientendo. Seguì l'uomo verso il salone, distraendosi con l'arredamento. Era curiosa di scoprire qualche altra passione di Henry da ciò che vi era in casa e quando vide il pianoforte rimase piacevolmente sorpresa. Si sedette anche lei al divano, ma nel punto più lontano dall'uomo.
    Henry ha una casa molto bella. commentò giusto per spezzare il ghiaccio iniziale.
     
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    L'uomo perse attenzione di Nimue non appena si sedette, e si concentrò sul tavolino degli alcolici. Alle parole di Nimue riguardo la casa si limitò ad annuire distratto. Prese tre cubetti di ghiaccio con quelle che sembravano enormi pinze di metallo ideate a quello scopo e le fece cadere in un bicchiere tondo e piuttosto largo. Poi fece scorrere la mano su diverse bottiglie come a captarne l'essenza fino a che non si soffermò su una di queste, era rettangolare e priva di etichetta.
    Dovrebbe essere questo...
    Prese la bottiglia e versò il contenuto ambrato nel bicchiere. Lo fece roteare e si bagnò la bocca tenendolo sollevato coi polpastrelli, terminato si leccò le labbra fissando Nimue col suo solito ghigno.
    E' lui; sapore ricco, rotondo, dolce, quel sentore di frutta secca e sherry. Ottima bevanda! Mi scusi se l'ho assaporato ma volevo prendere il Whisky giusto prima di offrirvelo, ne vuole un bicchiere?
    Disse appoggiandolo al tavolo producendo un rumore secco. Abbandonandosi poi al divano, con le braccia lungo il bordo e la testa lasciata penzolare dallo schienale. Il sorriso sparì e la pelle sembrò farsi più biancastra, come se stesse dando un tono a ciò che stava per raccontare.
    Povero Henry... Lei deve sapere che la sua è stata una vita tormentata negli ultimi anni. Io la conosco bene, sono un suo amico d'infanzia, posso dire d'esser cresciuto con lui e sono l'unica persona rimasta e che non l'ha abbandonato nonostante questo suo cambiamento. Eppure non è sempre stato così, c'era un tempo in cui ci divertivamo molto, lei l'ha già visto sorridere? Ha un sorriso stupendo, da quegli occhioni riesce ad esprimere le sue emozioni. Ci s'innamora di una persona come lui, gentile, affabile, intelligente. Dico l'ha mai sentito parlare? A me capita di passare notti intere ad ascoltare i suoi discorsi, poi quel timbro di voce...
    Si portò una mano al petto carezzandosi, sembrava quasi la descrizione di un innamorato. Nel sentirlo parlare si percepiva una forte passione nelle sue parole, era molto preso dal suo stesso discorso. Allungò la mano verso il mobiletto, dietro alle bottiglie c'era una foto che allungò a Nimue. Nella foto si vedeva Henry sorridente, lo stesso sorriso che aveva descritto poco fa l'uomo, incredibile quanto potesse esprimere lo sguardo di Henry in quella foto. Tra le braccia stringeva un bimbo, accanto a lui vi era una bellissima donna, anch'essa sorridente con un secondo bimbo in braccio.
    Lei è Thrisha e loro sono i piccoli Alphonse e Ivan. Ovvero la sua ex moglie e i suoi figli... Erano la sua ragione di vita, aveva occhi solo per loro. Merito soprattutto di Thrisha, l'unica veramente in grado di smuoverlo da quella sua ottusa visione del mondo. E quando era con lei si trasformava, diventava un giocherellone, rideva, scherzava, non esisteva più quella sua etica costruita da regole troppo rigide appartenuta ad una società decaduta da secoli.
    Quasi apparve un sorriso che si smorzò appena arrivò al momento clou del suo racconto.
    Poi accadde l'impensabile, la bella thrisha e i due pargoli s'ammalarono, avevano circa sei mesi e lui impotente non potè fare altro che vederli spegnersi davanti ai suoi occhi. Anni di studi di medicina e non poteva far nulla per loro. Un genio della medicina che non poteva guarire le persone che più amava, ironico no?. Ci misero ben otto mesi di sofferenza prima di morire, otto mesi in cui Henry provò qualunque cosa invano. Da quel giorno sono passati una quindicina d'anni, dove non fece altro che rinchiudersi in quella maledetta gabbia fatta di morale e sofferenza, una doppia punizione per uno che aveva assaggiato la libertà grazie ad una donna molto forte. Da allora si concentrò sull'alchimia con lo scopo di trasmutare nuovamente i loro corpi, fino a che non capì che avrebbe creato dei semplici involucri dalle forme a lui conosciute. Ecco cos'è successo a quel burbero di Henry, ora allontana tutti, ci ha provato anche con me.
    Quell'uomo sembrava conoscere ogni particolare della vita di Henry ed era chiaro quanto l'avesse a cuore. Si riattivò alzando il busto e squadrandola nuovamente.
    Scommetto che con lei ha utilizzato il trucco del "se sta vicino a me è in pericolo" Non è vero? Sono pronto a scommetterci tutto quello che ho! Mi sbaglio forse?
    Prese il bicchiere con dentro il Whisky che oramai si era raffreddato grazie al ghiaccio e lo finì in un sorso, appoggiandolo nuovamente sul banco e allargando le palle degli occhi come sorpreso.
    Oh che maleducato! Ho finito da bere prima di offrirglielo, la prego, rinnovo l'invito, ne vuole un bicchiere? E ancora che stupido! Non mi sono ancora presentato, sono Edward, Edward Hyde!
    E la sua mano s'allungò verso Nimue per presentarsi.

    Edited by Yhei - 16/9/2016, 13:42
     
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    L'uomo con tutta la calma del monto si prese il suo tempo per prepararsi una bevanda. Lo vide sorseggiare il whisky. Nimue iniziava a sentirsi impaziente. Attendeva con ansia di scoprire qualcosa su Henry.
    No grazie, sono astemia. gli rispose subito muovendo le mani in senso di diniego. Non era esattamente astemia ma l'alcool non le piaceva, non lo reggeva ma sopratutto non gli piacevano i saporiti forti dei superalcoolici, preferiva di gran lunga il vino, sopratutto italiano. Ascoltò le parole dell'uomo rapita e curiosa. Hyde avrebbe potuto capire benissimo che stava pendendo dalle sue labbra per saperne di più. Le prime parole la lasciarono basita e confusa. Sembrava seriamente un innamorato e se dopo quel discorso le avesse detto che era Gay gli avrebbe senz'altro creduto. Ed in effetti anche lei aveva apprezzato molto il sorriso di Henry, e anche lei adorava sentirlo parlare. Quando lo lodava in quel modo Nimue distolse lo sguardo, temendo che potesse leggere che anche lei si sentisse attratta da Henry. Afferrò la foto di Henry osservando l'immagine con una certa malinconia. I due bambini erano stupendi, sembravano così vivaci ed Henry sembrava così felice. Le si strinse il cuore nell'apprendere che si erano ammalati e che li aveva persi per colpa di una malattia che non poteva curare. Se lo immaginò mentre disperato cercava una soluzione a quel problema e iniziò a capire cosa intendesse dire con "quello che ha fatto è orribile". Doveva aver provato di tutto anche contro la legge per poter salvare la sua famiglia, ma alla fine non ce l'aveva fatta. Strinse con forza nelle mani la foto guardando quelle persone così unite. Nimue iniziò a pensare che era stata una sciocca, che non avrebbe mai potuto neanche avvicinarsi al cuore di Henry, figurarsi catturarlo. Strinse i denti con forza e sentì una gran voglia di fuggire via da quel posto così da non dover affrontare Henry. E cercava già una scusa plausibile quando invece Hyde le disse una frase che attirò completamente la sua attenzione.
    No, non si sbaglia ha detto quelle identiche parole.... ma perché? fece tornando a guardare di nuovo la foto fra le mani. Annuì alla presentazione dell'uomo, Edward Hyde... non lo aveva mai sentito.
    Che cocciuto testone! Perché si comporta così? esordì posando in modo brusco la foto accanto a lei sul cuscino del divano. Poco dopo si allungò per afferrare la mano dell'uomo che si era presentato. Sbuffò esausta mentre si passava una mano sul volto confusa.
    E' da tanto che è uscito? chiese dando una occhiata al suo orologio da polso, come a voler far intendere che Nimue aveva dei programmi e che non poteva stare lì a lungo.

    Edited by AdolfHINA - 16/9/2016, 14:11
     
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    Dunque, partiamo dall'inizio, Edward Hyde è la proiezione dell'esuberanza di Henry. Cosa cercava di fare? Il suo scopo era quello di fottersi Nimue, non riusciva a pensare ad altro dal momento in cui la vide entrare in casa. Trovava ingiusto che Henry se la fosse fatta e non lui, che poi tecnicamente era come se se la fosse scopata pure lui, erano la stessa persona. La più grande paura di Hyde era che se la facesse scappare volutamente per evitare che lei potesse capire che loro due fossero in qualche modo collegati. Difatti un apparizione di Hyde sarebbe potuta accadere in ogni momento e magari anche sotto ai suoi occhi rovinando tutto. Ma vogliamo mettere la voglia di fare una vera esperienza sessuale? E non una dove Henry si facesse legare come un salame ed evitasse di far sesso come una verginella? Che poi è vero, si era risvegliato ma quante storie, Nimue doveva volerlo fortemente per rimanere eccitata dopo tutte le sue lagne. Ecco un breve riassunto di quello che passava per la testa di Hyde. Torniamo a lui, o meglio, torniamo al momento in cui Nimue toccò la mano di Hyde, Allungandosi per afferrarla lo fece nel momento in cui chiede da quanto era uscito. Ora, questa era una variabile che neanche Hyde aveva previsto, ovvero il potere di Nimue che era in grado di agire direttamente sull'energia degli uomini. Una volta toccato sarebbe stata travolta dall'energia di Hyde, un energia forte, impetuosa come un fiume in piena ma non solo. Inspiegabilmente l'energia di Hyde era la stessa identica di quella di Henry, non poteva spiegarselo, mai avrebbe potuto pensare che quelli erano la stessa persona ma ora come sarebbero cambiate le cose? a livello sensoriale avrebbe avvertito la presenza di Hyde come quella di Henry. Chissà se da quel momento sarebbero cambiate le carte in tavola, la scarica energetica sarebbe stata così intensa da fargli percepire Hyde come Henry, risvegliando in lei quello che provava per lui proprio come se fosse li, a fissarla ma attraverso quegli occhi arancioni.
    Tornando ad Hyde lui era felice di vedere Nimue preoccupata, con una come lei accanto ad Henry si sarebbe divertito anche nei suoi momenti dormienti e diciamocelo, il caratterino della ragazza gli piaceva. Cioè l'aveva legato e portato in un mondo tutto suo pur d'averlo, da quel lato lei gli assomigliava e la cosa lo divertiva. Strisciò più vicino a lei, se non si sarebbe spostata i corpi sarebbero arrivati a sfiorarsi, in quel modo le loro energia sarebbero entrate in contatto, facendo vivere quella strana sensazione a Nimue in modo ancora più intenso.
    Aaah è uscito da un bel po, ma come ho detto non so quando tornerà... Ascolti Nimue, in quanto "amica" di Henry, le dispiace se ci diamo del tu?
    Chiuse gli occhi sorridendo, il suo corpo era tutto fremito, avrebbe voluto saltargli addosso ma sapeva che doveva lavorarla per bene e la cosa lo disturbava non poco.
    Henry ha detto quelle parole perchè ci tiene, non faceva altro che nominare il tuo nome. Sarei pronto a scommettere che sei diventata una persona importante per lui. Per questo ho immaginato che avesse usato la scusa del pericolo con te. Perchè teme che tu possa un giorno andartene e soffrire per la tua perdita e non solo. In qualche modo sei riuscita a sbloccarlo e perderti significherebbe per lui tornare a seguire la morale di questo mondo, che è tanto restrittiva quanto noiosa. Lui in realtà non è un tipo così ottuso, si sforza di comportarsi in quel modo, di fare ciò che gli altri reputano giusto e ciò che le leggi implicano. Questo è stato a causa dei suoi insegnamenti e del non voler deludere i suoi genitori. Questo blocca la sua vera personalità e ti assicuro che quando si lascia andare è la persona più meravigliosa di questo mondo.
    Hyde cercava di entrare nella cerchio della fiducia di Nimue, dopo che Henry l'aveva spaventata con quell'assurda storia del pericolo. Pericolo di cosa? voleva solo allontanarla da lui e Hyde non l'avrebbe permesso.
     
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    Preoccupata com'era per Henry, non aveva calcolato minimamente Hyde, e non le interessava affatto fare amicizia con lui. Voleva semplicemente dare la lettera ad Henry, chiedergli spiegazioni e poi sparire di nuovo. Sicuramente non sarebbe sparita subito avendolo davanti. Si conosceva bene, avrebbe ceduto alla tentazione di sedurlo di nuovo, ma chissà magari la presenza di quel signore le avrebbe tolto ogni fantasia. La mano di Hyde era calda quando la afferrò e successe qualcosa che turbò nel profondo Nimue. Percepì chiaramente l'energia di Henry, lo sentiva chiaramente come se fosse lì davanti a lei. Riconosceva quell'energia perché l'aveva provata quando si erano uniti nella carne, improvvisamente avendo Hyde così vicino, si rese conto che aveva il suo stesso odore. Nimue si sentì parecchio confusa, ritrasse la mano subito e guardò allibita l'uomo che stava parlando. Le spiegò che Henry voleva allontanarla perché temeva di soffrire semmai loro due fossero diventati troppo intimi. Aggrottò la fronte perplessa. Se fosse stato davvero come diceva Hyde non avrebbe rifiutato una notte di sesso. Certo aveva le sue regole, ma non avrebbe avuto senso rifiutare in quel modo. Oltretutto quella lettera la allarmava non poco. Hyde cercava di rassicurarla e dirle che in realtà non era in pericolo ma che erano tutte menate mentali di Henry. Quando però Henry aveva capito che non correva pericoli in quel luogo, quando aveva capito che erano soli e isolati dal mondo si era lasciato andare a lei.
    No non mi torna. C'è qualcosa che non va. Chi sei tu? P-perché hai la sua stessa energia? chiese diretta, spaventata. Era così tesa che non riuscì a spostarsi sul divano nemmeno di un millimetro. Si sentiva paralizzata davanti a ciò che non riusciva a capire. Era forse una specie di demone che divorava le persone? Era per quel motivo che sentiva ancora l'essenza di Henry a contatto con lui?
    Dov'è Henry? chiese ancora. Iniziò a impastare energia magica nel suo corpo. Scrutava l'uomo cercando i tratti di Henry, cercando qualche indizio che le facesse capire cosa diavolo stesse succedendo. Forse c'era una spiegazione logica, forse si stava allarmando per niente? Restava il fatto che il cuore batteva all'impazzata nel petto, aveva paura che fosse successo qualcosa di orribile ad Henry.
     
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    La reazione di Nimue non piacque a Hyde che iniziò a temere d'aver fatto tutto quello sforzo per spaventarla. Spalancò gli occhi sorpreso quando la donna parlò della sua energia. Ci mise poco a capire che il suo potere doveva esser legato all'energia degli altri uomini. Ci mise ancora meno ad arrivare al punto che essendo lui stesso Henry doveva per forza avere la stessa energia del suo alter ego. Spiegazione semplicissima per lui ma impossibile da pensare per chiunque altro. Certo che questo potere aveva appena creato un problema non da poco, che sommato con le parole di perciolo di Henry diedero una bella gatta da pelare a Hyde che voleva solo svuotare le palle su quel corpo così incantevole. Grazie alle sue ottime doti d'attore riuscì a mascherare il fastidio che provava per quella ragazza così complicata a suo modo di vedere. Hyde notò con immensa gioia l'immobilità di Nimue che sembrava paralizzata dal dolore, in quel caso il suo istinto gli consigliò un approccio ben più diretto. Si sarebbe messo a quattro zampe sul divano gattonando abulico fino a portare Nimue sotto le sue braccia e se non si fosse spostata si sarebbe trovata il faccione sorridente di Hyde. Un sorriso a trentadue denti, tutti perfettamente in bella mostra. Il suo alito aveva un profumo dolciastro, un profumo che ricordava vagamente il cioccolato, quest'aroma dipendeva da un sigaro fumato poco tempo prima.
    Nimue, sono Edward Hyde, chi altri dovrei essere? Ti stai facendo troppi problemi ti ho detto che Henry è uscito, aveva da fare con dei documenti che non trovava. E io...
    Portò i polpastrelli della mano destra sul suo petto, mostrando un aria fiera.
    ...suo avvocato lo sto aspettando perchè dobbiamo sistemarli per tempo... Io non so cosa dire sull'energia, non capisco che cosa intendi. Calmati e fa un respiro profondo e capirai che ti stai agitando per nulla
    Distorse la bocca in un espressione amichevole e non sembrava voler essere pericoloso. In tutto questo Nimue avrebbe potuto guardarlo quanto voleva ma oltre alla stessa energia non avrebbe trovato nessun tratto somatico, nessun odore, nessun modo di fare di Henry. Vedeva solo un uomo più magro, leggermente più basso, coi capelli corvini e una carnagione nettamente più chiara.
     
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108 replies since 16/7/2015, 23:21   944 views
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