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    Il rumore di un paio di occhiali che sfreccia via insieme a qualche dente, per poi rimbalzare sul terreno più volte, sporcandosi dell'urina lasciata dal suo legittimo proprietario per la paura. Quel povero ragazzo non se la stava passando bene, farsela sotto mentre vieni preso a pugni non è l'ideale, anzi è forse lo stadio finale del bullismo. Ma la vera ciliegina sulla torta era che a prenderlo a pugni era un tipo molto più basso di lui, e anche più gracile. Certo Gil avrebbe avuto più difficoltà a pestarlo se il diretto interessato non fosse stato trattenuto da Drake, ma questi sono dettagli. Il pestaggio inoltre era ripreso da Mike che in quel momento se la stava ridendo più del solito, a quanto pare il povero quattrocchi non era nella lista dei suoi amici. E Gil? Lui invece non rideva. Era furioso. Perché c'era andato così maledettamente vicino, eppure non aveva ancora vito. Sentiva di averle in pugno, ma qualcosa, una specie di speranza le animava, le convinceva a resistere. L'ultima volta il piano si era svolto alla perfezione, avrebbe dovuto spezzarle... ma finito l'effetto della droga qualcosa le aveva incoraggiate, rovinando tutto.
    Lo sai vero Joe? Quelle mi stanno fottendo. Mi prendono per il culo. Lo sai vero Joe?!
    E ogni stupida domanda retorica era un nuovo pugno sulla faccia del povero Joe, diventato la valvola di sfogo per Gil. Si, avevano i loro affari in sospeso, ma in quel momento Gil non pensava a lui, ma alle streghe.
    Hanno tipo un segreto lo so, Le ho fatte a pezzi, le ho terrorizzate, le ho ridotte ai minimi termini ma resistono ancora... non possono resistere ancora!
    Dopo l'ennesimo pugno, la faccia di Joe era irriconoscibile, e perfino la mano di Gil non se la stava passando poi tanto bene. Lui non era un pugile, restava comunque un tipo gracilino. Si avvicinò ansimando a Joe, afferrando il suo volto con entrambe le mani, cercando di tranquillizzarsi.
    Oppure ho ragione io... quelle sono davvero delle troie, e magari il regalo che le ho fatto le sta facendo divertire un sacco. Magari se lo scambiano e se lo inzuppano nel latte prima di andare al lavoro per godere meglio. Si, deve essere senz'altro così. Grazie Joe, mi hai dato una grossa mano.
    Ringraziò Joe con sincerità, facendo cenno a Drake di lasciarlo, ma proprio quando l'omaccione dalla pelle scura lo lasciò andare, arrivò l'ennesimo pugno a tradimento che mi se definitivamente ko il ragazzo. A quel punto Gil si voltò verso il lavandino per darsi una pulita alla mano, poi con uno sguardo fece capire a Mike di chiudere la telecamera, in modo da mettere fine a quella pagliacciata. Una volta fuori dal bagno, sulla scalinata principale, Gil iniziava già a puntare l'uscita dalla scuola nonostante le lezioni non fossero ancora finite.
    Sicuro di non voler andare all'ospedale per controllare quella mano Gil? Hai colpito duro.
    No, andrà bene, ho visto di peggio. Preferisco di gran lunga farmi un giro, e poi per pranzo potremmo fare un salto da quelle due troie magiche, così le facciamo fare qualcosa da vere donne e mentre mangiamo quello che hanno cucinato ce le scopiamo anche...
    In quel momento, la sua risata passò di fianco ad una delle telecamere piazzate da Iceringer che lo stava spiando. Fu solo per pochi istanti, poi il ragazzo, accompagnato dai suoi galoppini, andò verso l'uscita della scuola, dirigendosi fuori da quell'istituto tanto odiato. Lui, come usuale, non indossava la divisa ma i suoi soliti vestiti casual con tanto di giacca impellicciata.
     
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    Dalle informazioni ottenute dalle Streghe, Iceringer poté delineare un profilo molto preciso. Gilbert Poltergeist era figlio della grande casata servitrice di Londra, un vero e proprio sangue blu che gode di tutte le immunità politiche, legislative e diplomatiche di questa nazione. Un intoccabile, decisamente l'obiettivo ideale per la giustizia degli Watchmen. Ma se c'era una cosa che Iceringer aveva imparato nella sua esperienza, era che le azioni eclatanti non portavano mai a nulla, per questo se ne stava nella sala computer della scuola, praticamente invisibile e illuminato solo dagli schermi dei computer, mimetizzato grazie alla divisa scolastica concessagli da Nariko che stavolta gli calzava più che bene. Fu grazie a Mozzarella che riuscì ad infiltrarsi in quel luogo e gestire tutto come Eva gli aveva insegnato, l'affidabile alleato non aveva nemmeno fatto domande, sapeva solo che era per aiutare Syndra e Nariko, il resto non aveva importanza. Doveva ringraziare entrambi i suoi compagni e anche se Eva non c'era più, di sicuro avrebbe brindato a lei per tutto quello che gli aveva donato. Pur avendo a disposizione i computer, per non lasciare tracce Iceringer spiava le telecamere piazzate in giro con il proprio cellulare, cercando nelle varie aree Gilbert Poltergeist, i suoi galoppini e le sue malefatte facili. I capelli legati in una lunga treccia bianca, ovviamente lui non era capace di fare una cosa del genere, era stato aiutato. Ma senza, sicuramente tutti quei capelli sarebbero risultati appariscenti. Nascose il suo volto con degli occhiali da vista abbastanza spessi, l'unica cosa a cui non aveva rinunciato era la custodia della sua chitarra, visibilmente in bella mostra: non c'è luogo migliore per nascondere una cosa che alla luce del sole, davanti a tutti. Fingeva di scorrere tra i messaggi, ma in realtà sul suo cellulare c'erano altre informazioni su questo dannato "Gil", e più le leggeva, più Iceringer sentiva la rabbia crescere in corpo. Lo stava aspettando pazientemente lì per poi poterlo pedinare, ma in realtà non era sicuro che ci sarebbe riuscito: quel ragazzo aveva rovinato la vita a Syndra e Nariko, trasformandola in un vero e proprio inferno. Non aveva poteri speciali distruttivi, né una forza spaventosa. Non era un supercattivo, eppure era riuscito a schiavizzare due streghe e ricattarle, con l'inganno e la crudeltà. Era evidente che il mondo stava andando molto più a rotoli di quanto Iceringer avesse calcolato.
    Lo giuro... io vi salverò...
    Lo aveva promesso, Nariko e Syndra avevano bisogno di lui, non le avrebbe abbandonate nel momento cruciale, quindi doveva dare tutto sé stesso per riuscire a fermarlo. Il piano? Non così difficile. Doveva conoscere la natura di quella misteriosa malattia con cui Gil aveva infettato le due streghe. Poi, doveva distruggere le prove di quello che le aveva fatto. Il resto sarebbe stato nelle mani delle streghe, lui avrebbe solamente fatto il necessario per salvarle, loro erano abbastanza mature e arrabbiate da farsi giustizia da sole. E che Dio abbia pietà dell'anima di Gil quando finirà sotto i loro ferri. Poi finalmente, un segnale dalle telecamere: lo avevano individuato! Iceringer evidenziò subito quel canale, cercando di capire cosa stesse succedendo... e non gli piacque affatto. Gil e i suoi galoppini stavano uccidendo di botte un povero ragazzo utilizzato come mera valvola di sfogo. Gli occhi di Iceringer si sgranarono e i denti iniziarono a stridere per la rabbia, il cellulare tremava stretto tra i suoi pugni violenti e all'improvviso la voglia di farlo a pezzi si fece quasi irrefrenabile. Lui c'era passato, sopportava a stento simili atti di bullismo, fatti poi da lui... era davvero inconcepibile. Si sentì impotente, troppo impotente, per questo sfogò tutta la sua rabbia su un armadietto lì vicino, piegandolo vistosamente con il pugno sinistro mentre cercava di mantenere la calma. Respirò. Affannosamente... molte, molte volte, al punto che diede il tempo a Gil di allontanarsi e volgere verso l'uscita. Che fare? Non poteva lasciare lì quel ragazzo, ma denunciando Gil per così poco lo avrebbe messo sotto allarme e di sicuro non avrebbe risolto nulla. Quel povero ragazzo doveva perdonarlo, ma più che chiamare un ambulanza Iceringer non poteva fare nulla. Subito dopo aver chiamato i soccorsi, Iceringer osservò l'ultima posizione nota di Gil, poi chiuse il cellulare, mise la chitarra in spalla e si fiondò al suo inseguimento, cercando di mantenere le distanze. Difficile dire il come, o il perché, forse col tempo Iceringer aveva affinato i suoi sensi, ma sta di fatto che il tono di voce di Gil gli entrò subito nel cervello, facendogli capire che in quella voce non c'era nessun sentimento umano, nessun pensiero per il prossimo e nessuna pietà. Forse non aveva poteri, ma era pericoloso almeno tanto quanto Alexander, se non perfino più crudele. Lo raggiunse vicino all'entrata della scuola, schiacciandosi con la schiena contro una delle pareti vicine alle porte, rimanendo fuori dal suo campo visivo e seguendolo con l'audio. Carpì subito i loro discorsi e ancora una volta fu ampiamente tentato di farlo a pezzi. Come poteva trattare due donne meravigliose come loro in quel modo? Gil non era un mostro, era molto, molto peggio. Nessuna spiegazione di Nariko o Syndra poteva rendere giustizia a COSA realmente era Gil Poltergeist. La rabbia che salì in quel momento al cervello di Iceringer fu tale da paralizzarlo, quasi svenne per colpa di tutto quel sangue al cervello. Ebbe l'istinto di fermarlo lì e ucciderlo sul posto, ma non poteva farlo, non doveva. Difficile decidere quale delle due, ma l'importante era appurare che non doveva farlo. Primo perché non era nel suo stile, secondo perché così non avrebbe avuto le risposte che cercava. Stavolta c'erano in ballo Nariko e Syndra... gli errori non erano ammessi. Iceringer si sarebbe limitato a seguire Gil con passo felpato, restando a debita distanza e seguendolo soprattutto con i sensi più che con gli occhi, in modo da non dare nell'occhio.
     
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    Mike e Drake sembravano decisamente entusiasti dell'idea avanzata da Gil, evidentemente tutto quel tempo senza un buco da riempire era ostico anche per loro. Inoltre la prospettiva di violentare qualche ragazza li distraeva dal fatto che, dopo quella pugnalata, Gil era diventato molto più irrequieto, meno bilanciato e nello specifico... più pazzo. Non che prima facesse le cose con criterio, ma ci metteva la testa per lo meno. Ora invece sembrava sempre che da un momento all'altro dovesse fare qualche pazzia irrimediabile. Un esempio? State a vedere. Mentre Iceringer li pedinava nascosto nella loro indifferenza, Gil si ritrovò a passare per un parco dove giovani madri portavano a spasso i loro infanti ancora troppo piccoli per gridare aiuto in maniera decisiva. Intorno non c'erano molte persone e al parco c'era solamente una ragazza da poco madre, visibilmente annoiata nel dover stare dietro ad un marmocchio, ma per lo meno ligia al dovere. Gil si aggrappò alla rete del parco, si concesse un sorriso perverso che divenne ben presto umido e lascivo grazie al supporto della lingua. Gli occhi si trasformarono in fiamme perverse e maligne che sembravano quasi voler bruciare quella ragazza, come se fosse arrivato il giorno del suo giudizio, e chi meglio di lui poteva punirla per i suoi peccati? Le parole di Gil, seppur appena sussurrate, erano così cariche di odio e malvagità che Iceringer avrebbe potuto percepirle anche dall'altra parte della città.
    Che ne dite di un pò di riscaldamento?
    Mike e Drake si scambiarono uno sguardo perplesso, non del tutto contrario ma se non altro avevano da pensare. Non sembrava affatto una buona idea, o per lo meno era peggiore di qualsiasi altra Gil avesse mai avuto.
    In pieno giorno? In un parco?
    Siete dementi? La droghiamo e la portiamo in un posto più tranquillo. Potremmo anche portarla dalle streghe così finalmente ognuno avrà un buco per sé. Non faccio lo schizzinoso ma ogni tanto preferirei non dover scopare sul contenuto delle palle di Drake.
    Mike si voltò verso Drake ghignando divertito dalle parole di Gil, puntò il dito contro il loro grosso compare come a volerlo sfottere, mentre Drake rispondeva sospirando, vagamente offeso ma non per questo scoraggiato.
    Hey, sono un amante focoso ok? Non odiarmi per le mie performance...
    Oh no, chi salverà la povera giovane madre in pericolo? Gil sembrava intenzionato a caratterizzare quella giornata all'insegna della violenza e della crudeltà, non sembrava avere un fondo e probabilmente nessuno si sarebbe imposto per mettere fine a tale ingiustizia. Cosa avrebbe fatto il nostro eroe?
     
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    Seguire quel ragazzo era esattamente come tentare di entrare nella testa di un serial killer. Qualsiasi cosa facesse o dicesse disturbava così tanto il buon animo di Iceringer da farlo contorcere come un animale in agonia. Non vedeva l'ora di prenderlo alle spalle e sistemarlo, ci aveva ripensato: se le streghe volevano dargli una lezione, allora lui si sarebbe unito ben volentieri alla causa. Ma prima di tutto doveva ottenere le giuste informazioni, altrimenti quella sarebbe stata solo fatica sprecata, ma la situazione precipitò ancor prima che Iceringer potesse fare qualcosa di utile: ben nascosto dietro un angolo, il ragazzo udì perfettamente il piano di Gil, ancora una volta le immagini create con le sue parole fecero infuriare Iceringer al punto che dovette serrare la bocca per non far stridere i denti. Ma che diavolo di problema aveva? Da poco un ragazzo era finito in ospedale per colpa sua, e già progettava di fiondarsi su una nuova malefatta, addirittura sequestrare e violentare una giovane madre?! No, questo era assolutamente inaccettabile, la sola idea che Nariko potesse vedere un'altra persona maltrattata da Gil dopo che lui le aveva detto che avrebbe risolto il problema era inaccettabile, per questo dopo aver assestato un violento pugno sul muro della recensione del parco, Iceringer si mostrò, tenendo lo sguardo basso e i denti digrignati, facendo scivolare gli occhiali finti via dal suo naso per poi gettarli via. Aveva anche tolto la giacca della scuola, lasciandola dietro la colonna assieme alla custodia, così da non fargli capire che era un infiltrato. Il pugno fu tale da incrinare pericolosamente il muro, era evidente che la rabbia del ragazzo stava per esplodere da un momento all'altro. Il volto basso, nascosto perfettamente dai lunghi capelli bianchi, venne poi a sua volta coperto dalla maschera da supereroe che Iceringer portava sempre con sé nella custodia per chitarra.
    Adesso basta. Non potete continuare in questo modo. Le persone non sono dei giocattoli...
    Era tardi per farsi indietro, ma Iceringer non avrebbe tollerato un'altra ingiustizia da parte di quel ragazzo. Era troppo, troppo crudele, troppo ingiusto e immotivato. Nariko e Syndra lo avevano descritto come un genio del male, ma in quel momento Iceringer vedeva solo un bambino viziato che meritava una sonora sculacciata, per non dire poderosi calci in culo. Era certo che al suo posto i suoi compagni avrebbero fatto la stessa cosa, forse esporsi in quel modo non era l'idea migliore ma che si trovi a Roma o a Londra il suo senso di giustizia non cambiava: non avrebbero fatto del male a quella donna. Inoltre non sapevano chi lui fosse e che legame avesse con Nariko, magari potevano riconoscerlo per sentito dire alla televisione.
     
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    Prima che i tre potessero mettersi all'opera, un nuovo misterioso intruso si fece avanti, mostrandosi subito dopo aver distrutto il muro vicino a lui e indossando una maschera che ne occultò totalmente il visto. Gil ebbe la sensazione di conoscerlo ma in quel momento non focalizzò a dovere, gli altri due invece ridacchiarono, convinti che fosse una buffonata. Non notarono il muro distrutto, o meglio diedero per scontato che si trattasse di una struttura vecchia, quindi chiunque poteva romperla, nessuno squinternato con un minimo d'occhio poteva spaventarli.
    Che cazzo fai, ci spii sfigato? Levati dalle palle.
    Drake si fece subito avanti, mettendo in mostra la sua notevole stazza e mostrandosi subito incredibilmente aggressivo. La maggior parte delle volte era sufficiente a far scappare via le persone a gambe levate, anche se quello sembrava un osso duro, o per lo meno un pazzo di quelli convinti. Gil lo squadrò con fare curioso, domandandosi subito se valesse la pena intrattenersi con un tipo del genere piuttosto che violentare una bella ragazza da poco madre. Piazzò le braccia conserte e inclinò leggermente la testa di lato, meditando sul da farsi.
    Facciamo che Drake ti rompe il naso e siamo a posto. Vedi di non metterti in mezzo.
    Detto questo, Gil schioccò le dita per poi indicare il ragazzo davanti a loro, gettando Drake e Mike all'attacco come dei cani da battaglia. Drake lo attaccò sulla destra, Mike sulla sinistra, del tutto ignari che non avevano la minima possibilità di avere un confronto fisico contro Icringer. E forse... forse lo sapeva anche Gil, e metterlo alla prova era esattamente ciò che desiderava. Per questo c'era un sorrisetto divertito sulle sue labbra: in fondo non ci stava rimettendo niente, semmai a perdere qualche dente sarebbero stati Drake e Mike. Violentare una ragazza era stimolante e divertente certo, ma con un finale scontato, interagire con qualche tizio con le rotelle fuori posto e per di più mascherato invece era un rischio, un incognita, divertente tanto quanto il ricattare una strega ritenuta invincibile.
     
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    Iceringer rimase impassibile vedendoli arrivare, continuando a fissare serio Gil con degli occhi colmi di rabbia. Teneva le mani dentro le tasche mentre quei due si avvicinavano in una maniera che dire lenta era quasi ridicolo. Iceringer ebbe il tempo di pensare a nuovi modi per sconfiggere i boss sui suoi videogame mentre cercavano di attaccarlo, in un certo senso gli facevano quasi pena... ma non poteva ignorare le persone che avevano violentato le sue ragazze, non poteva perdonarli. Con una rabbia mai provata in corpo, Iceringer intercettò Drake con una violenta testata sulla fronte, respingendolo, per poi passare a Mike alla quale spezzò il fiato con una potente ginocchiata sul ventre. Mentre Mike si sarebbe piegato in avanti e Drake ripartiva all'attacco, Iceringer avrebbe sollevato la gamba per effettuare un potente calcio a girare usando la destra come perno, calciando prima Mike per il ventre per poi trascinarlo con sé, usando il piede come un gancio, lanciandolo verso Drake e spingendoli entrambi contro il muro del parco, probabilmente mettendoli KO. Senza neanche usare le braccia. Neanche per un istante smise di fissare Gil nel mentre, e ora che i suoi scagnozzi erano KO, poteva iniziare a camminare verso di lui con sguardo deciso, passo lento ma imponente e soprattutto una gran voglia di spaccargli la faccia.
    Ti nascondi dietro i tuoi scagnozzi, Gil Poltergeist? Pensavo tu fossi un tipo che ama mettersi in gioco, ma io vedo solo un codardo viziato.
    Non si sarebbe fermato un solo istante, non gli avrebbe dato il tempo di capire che era coinvolto sentimentalmente, nei suoi occhi c'era odio è vero, ma anche un grande controllo. Non voleva ucciderlo, non lo avrebbe mai fatto, ma non poteva nemmeno permettergli di fare ciò che voleva, né con le streghe, né col resto del mondo.
     
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    Non poteva negarlo, il modo in cui mise a terra Drake e Mike fu decisamente spettacolare, quei due avrebbero ricordato una simile lezione per molto tempo. Era forte, sicuramente un tipo con i poteri, e dietro il ghigno serrato di Gil si nascondeva un odio spropositato verso di lui. Proprio come sua sorella, quel tipo di fronte alle persone "normali" era un dio, onnipotente e invincibile, proprio come le puttane magiche che aveva incastrato e sottomesso. Cosa avrebbe dato Gil per ottenere il potere di sottometterli tutti. Non nascose la sua paura, o se lo fece ci riuscì piuttosto male, dato che indietreggiava molto lentamente per cercare di tenersi lontano da Iceringer. Come faceva quel tipo a conoscere il suo nome? Quindi davvero lo stava spiando? Era un maledetto giustiziere? Forse un compagno e amico di qualcuna delle sue vittime? Se cercava vendetta, quella sarebbe sicuramente la sua fine, senza la minima ombra di dubbio. Sapeva che quel giorno prima o poi sarebbe arrivato e pensava di essere pronto. Ma ora? No, non voleva morire, non così.
    Hai fatto i compiti signor giustiziere. Chi è che ti manda? Qualcuno a cui ho rotto il culo troppe volte? Oppure sei il tipo da giustizia privata? Sai... non so che pagherei per avere uno come te dalla mia parte e si... sono molto ricco. Posso garantirti che con me ci si diverte un sacco, potresti anche scoprire qualche vizio che non pensavi di avere. Chiedilo pure a quei due dementi che hai messo KO.
    Si, stava guadagnando tempo, magari poteva addirittura corromperlo. Due streghe ricattate, un giustiziere al suo soldo, chi mai lo avrebbe fermato? Poteva diventare perfino più forte ed influente di Stige, ne era certo! In quel momento si riaccese la speranza nel suo cuore e per un attimo provò quella sensazione di benessere che concedeva di rado alle sue vittime: un momento prima della delusione.
     
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    Aveva ricattato persone, fatto cose orribili alla gente. Rovinato vite, mandato ragazzi in ospedale. Si nascondeva dietro le persone, i soldi e il nome della sua famiglia, disonorandola, aveva violentato e distrutto le sue amate streghe e adesso... adesso provava a comprare la giustizia di Iceringer. Era decisamente troppo.
    TACI!
    Glielo disse in italiano, non in inglese come avevano parlato fino a quel punto, ben conscio che un grido del genere, affiancato al gesto di afferrarlo per il collo, fosse sufficiente a scandire bene il concetto. Iceringer aveva letteralmente scattato verso di lui, afferrandolo per la gola con la mano destra, stringendolo con forza per poi sollevarlo senza troppi sforzi verso l'alto, fissandolo ad occhi sgranati e denti stretti.
    Quelli come me... non vendono la loro giustizia ad un bastardo come te! Sei solamente feccia... dammi un buon motivo per cui non dovrei ucciderti! Chi ti piangerebbe?! Chi sentirebbe la tua mancanza? Chi mai proverebbe a salvare... un essere spregevole come te?!
    La stretta intorno al collo si sarebbe serrata violentemente, poi la rabbia di Iceringer lo portò a fare un secondo urlo che spinse letteralmente la schiena di Gil contro il muro di fianco a loro, costringendolo a soffocare nella presa e pulire quel muro con la sua divisa, ritrovandosi ad essere declassato come mero strumento di pulizia. E forse non valeva neanche la pena pulire qualcosa con un essere tanto marcio. Non era in programma provare a spaventarlo, ma si era reso conto che Gil non era né impavido, né coraggioso e né tanto meno super intelligente. Le situazioni le creava, ma preso di sorpresa non aveva speranza contro un guerriero che poteva ucciderlo in qualsiasi momento. Gil a quel punto avrebbe fatto i conti con i suoi errori e con le sue scelte. Nella mente di Iceringer, tutto stava filando alla perfezione...
     
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    Quando Iceringer lo afferrò per il collo, Gil portò subito le dita intorno alla mano nel vano tentativo di provare a liberarsi. Agitò i piedi mentre i polmoni si svuotavano inevitabilmente, provocandogli un immenso malessere. No, quello ci credeva sul serio, il suo senso di giustizia non poteva essere piegato con il denaro e le tentazioni. Semplicemente era il giudizio perfetto per Gil, qualcuno di incorruttibile ed assoluto con il preciso scopo di farlo a pezzi. Oltre al fiato gli mancò anche la forza, Iceringer lo aveva messo in una condizione in cui non solo non poteva gridare aiuto, ma neanche voleva: che senso avrebbe avuto in fondo? Nessuno lo avrebbe mai aiutato, nemmeno Mike e Drake a quel punto. Era la fine. Ma tra un grumo di bava e l'altro, subito dopo essere sbattuto al muro, Gil serrò entrambe le mani su quella di Iceringer, cercando di prendere fiato. Se avesse voluto ucciderlo lo avrebbe già fatto.
    La tua giustizia... quanto varrebbe se tu uccidessi qualcuno? E' vero, nessuno sentirebbe la mia mancanza, e libereresti il mondo da una piaga... ma tu ti libereresti mai del mio fantasma?
    Non era una frase fatta, e per quanto potesse sembrare coraggiosa in realtà era solo un disperato tentativo di Gil di aggrapparsi a qualcosa: la consapevolezza di continuare a tormentare qualcuno anche da morto lo avrebbe fatto morire in pace? Forse era inutile, forse una soluzione, impossibile dirlo e giudicare con chiarezza, l'unica certezza era che oramai la morte lo stava per stringere. Chi lo avrebbe mai salvato? Nessuno.
    In nome della corona, ti ordino di fermarti!
    Un grido autoritario e colmo di volontà avrebbe spezzato il silenzio creato da Iceringer, portando subito Gil a voltarsi verso la direzione originale in cui si trovava, ovviamente quella opposta alla strada dalla quale era venuto Iceringer. Lì, impavida e meravigliosa come una dea della battaglia, Stige Poltergeist puntava la sua lama verso Iceringer con fare minaccioso ed autorevole, lanciandogli il suo sguardo di ghiaccio più severo. Era giunta in soccorso di suo fratello, perché anche lei lo stava cercando, e il caso aveva voluto un salvataggio decisamente immeritato. Era felice di vedere Stige? No, il sentimento di odio che provava nei suoi confronti non sarebbe mai cambiato... ma era soddisfatto del fallimento dei suoi avversari, specialmente quando era la mera fortuna ad assistere in maniera tanto ridicola Gil. A quel punto avrebbe iniziato a ridacchiare in faccia ad Iceringer, fissandolo come per chiedergli se quello era previsto nel suo piano. Con le poche forze che gli erano rimaste in corpo, Gil afferrò un piccolo foglietto di carta con il suo numero che teneva nella tasca, facendolo scivolare lentamente nei pantaloni di Iceringer. In quei pochissimi istanti, che per lui sembrarono ore infinite, Gil aveva già pensato ad una contromossa perfetta per l'intera situazione. Stige nel mentre non poteva fare altro che fissare severa e preoccupata l'aggressore di suo fratello che, pur avendo compiuto atti orribili, doveva essere giudicato in maniera imparziale e perfetta, ma soprattutto come sorella doveva dargli la possibilità di redimersi. E non avrebbe permesso a nessun assassino di troncare la vita ad uno dei suoi parenti.
    Lascialo... ORA!

    Edited by Hyperion Arcade - 3/4/2015, 11:16
     
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    Eccolo, il culmine, lo sentiva. Riusciva a percepirlo chiaramente. Gil era giunto al momento in cui le sue carte erano finite e pur trovando ragione sul confronto diretto, aveva letteralmente confessato ad Iceringer che non aveva altri assi nella manica, era in trappola, era suo. A quel punto non restava che dargli una lezione degna di quel nome, lo spavento c'era stato e anche abbondante. Se fosse riuscito a rigirare la mente di Gil a suo favore magari gli avrebbe perfino estorto qualche informazione sul morbo con la quale aveva infettato Syndra e Nariko, il vero obiettivo ultimo della sua missione. Ma come se la fortuna volesse tutt'altro che assistere gli audaci, ecco arrivare la più grande autorità di Londra in carne ed ossa, nonché parente di Gil, altrimenti nota come ereditiera della casata Poltergeist: Stige. Iceringer si voltò subito verso di lei, sgranando gli occhi spaventato. Sapeva bene che quella donna lo conosceva di sicuro, anche solo per fama, e di sicuro non doveva andargli a genio che stringesse il suo fratellino per la gola. La preoccupazione divenne alta, tale che Gil riuscì a dargli un numero senza nemmeno che Iceringer riuscisse ad accorgersene, talmente preso dalla presenza di Stige che di sicuro non era una pappa molla come lo scarafaggio che stringeva tra le mani. Esitò, più di una volta, respirando affannosamente. C'era andato così maledettamente vicino! Dannazione! Il ragazzo si voltò verso il suo nemico, ringhiandogli contro colmo d'ira, furioso principalmente per l'ingiustizia subita.
    Sappi... che non finisce qui!
    Detto questo, Iceringer lo lanciò letteralmente contro Stige, facendolo trascinare a terra in modo da non fargli troppo male anche se se lo sarebbe meritato. Doveva assicurarsi che Stige si preoccupasse prima di suo fratello, poi di lui, così avrebbe avuto tutto il tempo per recuperare la sua roba e scappare via come un fulmine. Se fosse riuscito a seminarli si sarebbe diretto di nuovo verso la scuola, rifugiandosi nella base operativa per poter sfogare un pò di rabbia e pensare lucidamente alla prossima mossa.
     
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    Finalmente Gil vedeva uno spiraglio di umanità nello sguardo di quel guerriero che fino ad un attimo prima considerava un Dio. Si, anche lui sanguinava, anche lui si spaventava, anche lui aveva delle debolezze e Gil giurò su Dio che le avrebbe trovate. Era salvo e aveva una nuova possibilità da non sprecare assolutamente. Iceringer lo minacciò, ma Gil rispose con un ampio e crudele sorriso, sospirando a bassa voce in tono di sfida una risposta degna di lui.
    Lo spero tanto...
    Dopodiché venne scaraventato verso Stige che corse subito verso il fratello, invocando il suo nome senza preoccuparsi troppo di Iceringer. Stige lo aiutò a rialzarsi, Gil ne aveva sicuramente bisogno, ma quando fu in piedi non ci pensò due volte a spingere via la sorella, sbuffando e non degnandola nemmeno di uno sguardo.
    Pensavo che come pupazzo del governo facessi schifo anche come poliziotta, invece qualcosa di buono la fai ogni tanto...
    Una punta d'ira crebbe nella mente di Stige, ma ciò che le fece più male erano le parole di un fratello che si riferiva a lei in quel modo. Prima di alzare la spada, Stige chiuse gli occhi, dolente, per poi cercare di riprendere subito il discorso.
    Perché non ti fidi di me Gil... guarda dove stai arrivando? Qualcuno ti ucciderà prima o poi, non posso proteggerti per sempre!
    A quel punto Gil si voltò verso la sorella, colmo di rabbia, tirandole contro la sua giacca senza sortire grossi effetti.
    E chi cazzo ti ha chiesto niente?! Io non ho bisogno di nessuno, men che meno da una come te!
    Ancora una volta Stige dovette mordersi il labbro e abbassare lo sguardo per non partire subito all'attacco del fratello, col rischio di fargli più male molto di più di quanto non potesse Iceringer.
    Gil...
    Senti... mi hai stufato... devo portare i miei amici al pronto soccorso e non voglio che tu mi pedini come al solito. Stai alla larga ok? Non mi va di sentire la puzza di puttana che emani intorno a me!
    Detto questo, Gil si sarebbe diretto su Mike e Drake, ancora parzialmente tramortiti per l'esperienza appena subita. Li incentivò ad alzarsi, mentre Stige rimase immobile in quella situazione, del tutto incapace di fare niente. Non poteva nulla contro i suoi stessi familiari, specialmente Gil che tra tutti aveva sofferto di più in assoluto per i suoi errori. Ovviamente l'ospedale non era che una scusa per liberarsi di Stige, dato che Gil e i suoi scagnozzi andarono al loro Night Club, alla ricerca di un pò di tranquillità. Drake fu il primo a buttarsi su di una poltrona, massaggiandosi il collo dolente.
    Cazzo... quel tipo era un mostro... mi ha fatto a pezzi!
    Gil lo interruppe subito, iniziando a fissare fuori dalla finestra, pensieroso e vagamente impaziente.
    Ti sbagli... è solo un uomo...
    Afferrò il suo telefono, iniziando a fissarlo nervosamente, aspettando una chiamata davvero molto, molto importante.
    E io te lo dimostrerò...
    Aveva un piano, un diabolico piano. Diabolico anche più del suo maligno sorriso.
     
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    L'ennesimo pugno scagliato a vuoto verso un altro armadietto, non riusciva a darsi pace. Gil gli era sfuggito sotto al naso proprio ad un passo dalla vittoria, era così maledettamente frustrante! Iceringer sbuffò rumorosamente, vagando nervosamente avanti e indietro per la stanza mentre si scioglieva i capelli tra le dita. Lanciò un paio di calci contro le sedie, poi si rese conto che così facendo non avrebbe risolto proprio un bel niente. Non doveva scoraggiarsi, aveva ancora molto da fare. Si tranquillizzò, tutto questo era solo per Nariko e Syndra, poi venivano tutte le persone ricattate da Gil, e infine Gil stesso. Una volta ripresa la lucidità, afferrò il cellulare che teneva in tasca per consultarle e pensare a qualcosa di nuovo, solamente a quel punto si rese conto del biglietto lasciatogli da Gil, scivolato fuori dalla tasca assieme al cellulare, quasi distrattamente.
    E questo?
    Serrò gli occhi, guardandolo con sospetto, era un numero di cellulare e sicuramente Gil l'aveva messo lì per una ragione ben precisa. Gli tornò in mente il discorso di Nariko: Gil era furbissimo ed estremamente maligno, poteva ingannarlo ed imbrogliarlo in molti modi, doveva essere molto attento quando si confrontava con lui o sarebbe finito nei guai. Ma in quel momento non aveva altro: Gil tornava di rado a casa e se non era a scuola, doveva pur rifugiarsi da qualche parte. Se Iceringer fosse stato in grado di parlargli almeno per qualche minuto prezioso, avrebbe potuto tracciare la posizione esatta del cellulare, così da scoprire un potenziale rifugio di Gil e perché no... magari trovare l'antidoto per le ragazze. Serrò le labbra, alzando lo sguardo e respirando nervosamente, non aveva altre piste da seguire e quella era la migliore idea che aveva avuto fino a quel momento. Rinunciarvi sarebbe stato stupido, anche a costo di far scattare la trappola di Gil. Dopo un lungo sospiro, Iceringer trovò una calma sterile e pacifica, poi si accomodò su una sedia ed iniziò a comporre il numero di Gil, avviando i programmi per la triangolazione del segnale. Sapeva molto bene come aprire la conversazione e costringere il diabolico nemico a dare il via ad una lunga chiacchierata.
    Pensavo di averti spaventato a dovere... perché mi hai lasciato il tuo numero?
     
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    Dopo le dettagliate istruzioni di Gil, Mike e Drake si stavano già adoperando per preparare tutto il necessario per una notte da ricordare per sempre, mentre Gil se ne stava seduto in maniera molto disordinata sul suo trono, tenendo la schiena sulla parte inferiore dello schienale e le natiche quasi fuori dalla sedia stessa. Stringeva tra le mani il cellulare in attesa di quella maledettissima chiamata, e non vedeva l'ora di scambiare quattro chiacchiere col suo nuovo eroe preferito. Poi finalmente la chiamata, ed ecco la pronta risposta di Gil che per sicurezza fece passare solo tre squilli, come se fosse più che atteso quel gesto. Iceringer fu il primo a parlare, per questo Gil si concesse solo un sorrisetto maligno prima di rispondergli.
    Sei un tipo forte e cazzuto, e per di più sei un eroe. Uno col tuo senso della giustizia mi farebbe comodo... sai, anche io ne ho uno, e c'è un motivo se faccio quello che faccio. Vorrei parlarne con te così magari... mi perdonerai, riuscirai a redimermi e chi lo sa, magari potresti perfino iniziare ad apprezzare quello che faccio.
    Ridacchiò, quasi ironico, conosceva bene la risposta a quella domanda e non si aspettava di certo il perdono di Iceringer, questo no ovviamente, mai. Ma chi lo sa, giocando bene le carte poteva non solo liberarsi di un grosso problema mascherato, ma anche di qualche altra impellente pulce come sua sorella o nemici dal calibro decisamente troppo elevato per lui. Doveva solo giocare le sue carte al meglio del meglio.
    Dai, se mi vieni incontro saremo felici tutti no?
     
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    Gil non era fastidioso ed irritante solo in quello che faceva, ma anche come si comportava e soprattutto come si rapportava con le altre persone. Era arrogante da morire e ogni singola sillaba sembrava quasi una firma sul prossimo ceffone che doveva arrivargli sui denti. Aveva una gran voglia di fare a pezzi il cellulare, ma doveva resistere almeno fino a quando i programmi per la localizzazione non avevano fatto il loro lavoro. Decise di rispondere a tono, lasciando traspirare un pò di aggressività tanto per fargli capire che non aveva la minima intenzione di giocare ancora.
    Stammi bene a sentire... forse non ti ucciderò, ma non chiedermi di perdonarti, né di accettare la tua assurda giustizia. Quando avrò finito con te, ti getterò in pasto a ciò che io davvero considero la giustizia, poi spetterà ad essa decidere cosa fare di te. Io mi assicurerò semplicemente che tu riceva la lezione che meriti... e puoi stare certo che ora sei in cima alla mia lista.
    Fu chiaro ed incisivo, mancava poco oramai alla traccia quindi era nettamente in vantaggio. Doveva solo stuzzicare l'ego di Gil quanto bastava per portarlo a rispondere a tono, il resto lo avrebbe fatto lo stesso suo nemico. Una volta trovato il luogo in cui si trovava, il resto sarebbe stato fin troppo facile. Il concetto di giustizia di Gil non gli importava, non avrebbe mai tollerato qualcuno che stupra e maltratta la gente nel nome di un ideale proprio, egoistico e materiale, Gil non aveva nemmeno il diritto di parlare di giustizia e a tempo debito avrebbe avuto la lezione che si meritava, scontandole tutte dalla prima all'ultima!
     
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    Il piano A era andato a farsi benedire, poco ma sicuro, tuttavia doveva concedere una vittoria ad Iceringer: lo aveva provocato quanto basta per farlo alterare sul serio. Così Gil saltò letteralmente sulla sedia, adottando un tono di voce che Mike e Drake gli avevano sentito tirare fuori solo dopo la pugnalata di Nariko. Quello era il Gil folle e privo di controllo, che perfino loro due temevano come non mai.
    Stammi bene a sentire stronzo... tu non hai idea di con chi hai a che fare! Ho fatto massacrare il capo squadra del club di atletica della nostra scuola solo perché mi aveva preso in giro! Ho fatto cacciare una professoressa per tutte le volte che l'ho umiliata, ho tolto la verginità a così tante ragazzine che ho perso il conto e tu non mi fai paura. Quelli come te non mi fanno paura!
    Il tono di voce si alzò prematuramente, facendolo diventare rosso in faccia.
    Mando a fanculo mia sorella quando voglio, ho già ricattato altri guerrieri nella scuola, ho perfino seviziato un paio di streghe e me le sbatto ancora perché sono diventate le mie troie! Io decido quando smettere e rincominciare, IO andrò avanti fin oa che non mi stuferanno le mie vittime e le getterò via come giocattoli rotti! Non sono io che farò una brutta fine, sei tu che ti sei messo contro lo stronzo sbagliato, figlio di puttana!
    Detto questo, avrebbe chiuso violentemente la chiamata, gettando via il cellulare e lasciandosi sfuggire una folle quanto furiosa risata. Doveva assolutamente riprendersi ma per il momento voleva solo sfogarsi, quindi iniziò a ridere come un pazzo buttandosi sul trono lasciando che Drake e Mike si piazzassero vicino a lui, nel vano tentativo di tranquillizzarlo. Gil però avrebbe continuato a ridere fino alla fine, smettendo solamente quando le facce di Drake e Mike lo avrebbero annoiato da morire.
    Finitela di preoccuparvi per me idioti... abbiamo una nuova scena da preparare, non voglio nessun genere di errore!
    A quelle parole, i due galoppini balzarono sull'attenti, pietrificati dalla paura, per poi riprendere frettolosamente il lavoro, finendo perfino per lo scontrarsi a vicenda sotto lo sguardo esasperato di Gil.
     
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