Resta sempre uguale a come sei

Per Demi

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  1. QuerulousDemi
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    Ricambiava il suo sguardo, Misaki, mentre lei a sua volta tentava di estrapolare informazioni tramite un'analisi del ragazzo. Era più attenta di prima, a quanto pare Dan aveva fatto centro su parecchie cose. Dan tirò un lungo sospiro, ritornando a tenersi in piedi, le sue mani in tasca.
    "Se lo amano... chi? Il figlio, o il marito? Amare tuo figlio solamente perché è il tuo è come dire di amare un oggetto o un animale perché lo possiedi. Ami tuo figlio perché è il risultato dell'amore fra te e la tua metà."
    Si fermò per un momento in modo da riprendere fiato, mentre attorno a lui ormai le persone che popolavano il luogo cominciavano ad alzare i tacchi, tornando probabilmente al parco o comunque da dove erano venuti.
    "Se tuo figlio fosse stato frutto di un rapporto forzato e non voluto, lo avresti amato allo stesso modo? Perché è tuo figlio? Dai, Misaki, sto solo affermando l'ovvio, qui. È palese che ci tieni al tuo fidanzato."
    Fece spallucce, mettendosi poi nuovamente a sedere, tenendo le mani in tasca, mentre continuava a fissarla dritta in faccia, sempre intento a studiare le sue reazioni. Rise quando la sua interlocutrice fece lo stesso, ma per un motivo diverso. Stava veramente parlando di relazioni e bambini? Lui, che aveva appena raggiunto la matura età, e non aveva mai avuto qualsiasi tipo di rapporto con qualcuno se non i suoi genitori? Lo trovava divertente e patetico allo stesso tempo.
    "Ho già capito cos'è successo da relativamente poco, Misaki. Non ho bisogno, anzi, non voglio farti domande scomode."
    Aveva capito che i suoi genitori erano morti dato che parlava di loro al passato "era", "si trasferì", "conobbe". Tutti verbi che, presi singolarmente, non dicono molto, ma inseriti nel giusto contesto possono far intendere assai. Nonostante sembrasse felice mentre gli narrava del suo passato, aveva compreso che i suoi parenti avevano effettivamente esaurito il loro tempo sulla terra non appena la ragazza gli aveva chiesto di parlargli della città natia di sua madre. Era ovvio: se non poteva più vedere o attaccarsi alla genitrice, si passava a qualcosa che fosse collegato ad ella. Il dolore era ancora presente.
    "Ma, dimmi..." Avvicinò la sedia al tavolo rimanendo seduto, andando poi a posare una gamba sull'altra, facendo poi scivolare il gomito lungo l'appoggio in modo da sorreggere la testa che andò a posarsi sulla mano, mentre continuava, imperterrito, a fissare la ragazza. "...ormai è abbastanza chiaro che non sei interessata a me. Non hai voluto approfondire riguardo il mio passato, e seppure tu sappia che ciò che ti ho detto riguardo il mio lavoro è una bugia, non hai voluto chiarimenti in materia. Ora, non fraintendere. Non ti sto chiedendo di conoscerci meglio, anzi: io stesso riconosco che la mia "vita", se così possiamo definirla, è stata abbastanza noiosa e priva di emozioni, rinchiuso in una "prigione", se così vogliamo chiamarla, per tutta la mia esistenza- ad ogni modo, sto divagando. Ciò che intendevo chiederti è: ti sto dando fastidio? Stufando? È ovvio che, nonostante i tuoi segreti, tu sia una brava ragazza. Proprio per questo mi hai offerto un gelato- grazie di nuovo, comunque- ma l'ultima cosa che voglio fare è sprecare il tuo tempo." La guardava, incuriosito riguardo la sua risposta. "Bada," alzò l'indice davanti a sé, come se per fermarla. "prima che tu risponda: non sto indirettamente cercando di porre fine al nostro incontro. La mia è una sincera domanda. La tua compagnia è più che apprezzata, sei interessante e, beh, il tuo fidanzato ha scelto bene. Non voglio irritarti, tutto qui." Si corresse prima che Misaki avesse occasione di rispondere. Stava insolitamente parlando molto, e l'insicurezza che prima dimorava nel suo animo ormai era completamente sparita, lui stesso se n'era accorto. Era proprio vero ciò che aveva letto tempo prima in un libro: gli esseri umani sono creature sociali. Dan pensava di essere un'eccezione, di poter vivere tranquillamente in solitudine, e anche se sì, effettivamente gli era possibile farlo, era anche vero che la compagnia degli altri era qualcosa che apprezzava più di tutto il resto, semplicemente ancora non aveva mai potuto sperimentarla.
     
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79 replies since 20/1/2015, 16:04   876 views
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