Resta sempre uguale a come sei

Per Demi

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  1. †_†yun yun †_†
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    Misaki sostenne il suo sguardo, senza mai abbassare gli occhi. A sua volta iniziò ad indagarlo, a cercare di scrutare al suo interno, come per vedere di che pasta era fatto. Se prima si era intimorito nel parlare con lei, adesso sfoggiava una sicurezza dettata da un'esperienza solida. Evidentemente era vero che studiava le persone, ma continuava a non credere che fosse un investigatore. A lei non importava più di tanto chi o cosa fosse: negli ultimi tempi aveva vissuto diversi tipi di esperienze, nessuna delle quali poteva essere definita come normale. Tuttavia adesso erano quasi la sua quotidianità. Daniel prese a parlare dopo averla scrutata per un paio di minuti, partendo dagli elementi più facili. Sul fatto della fiducia aveva colto nel segno. E il fatto che un ragazzino imberbe l'avesse capito in un attimo le diede un po' fastidio. Aveva impiegato mesi per raggiungere quell'obiettivo e sentirne parlare così era come svilire tutto il suo lavoro. Si mosse sulla sedia, cambiando la posizione delle gambe e osservando il suo interlocutore con uno sguardo più profondo. I suoi occhi neri adesso erano atteni, molto più di prima. "Generalmente tutte le madri sono protettive verso il loro figlio, se lo amano." Disse sicura. Che Daniel avesse vissuto delle vicende spiacevoli in casa? A lei non era mai successo, perciò le veniva naturale provare amore per il figlio. Lo scrutò ancora più attentamente, per notare lievi cambiamenti di voce. Adesso che si era immerso nel suo lavoro, aveva acquisito una sicurezza maggiore e parlava a briglia sciolta, senza inciampare. Difficile che si lasciasse sfuggire qualcosa adesso. Lo lasciò finire di parlare senza intervenire ulteriormente. L'analisi generale era quasi esatta. Ovviamente, non conoscendola né avendola pedinata prima, non sapeva mille altre cose di sé. Eppure il quadro che aveva dipinto assomigliava molto alla realtà. Era così che un estraneo la vedeva? Il giovanotto aveva un po' azzardato su alcuni aspetti, andando più che altro ad intuito. Alla dine per allentare la tensione e quel loro gioco di sguardi silenzioso, Misaki scoppiò a ridere. Una risata calda e tranquilla. "Beh devo dire che non sei andato malaccio. Alcune cose non le hai dette, ma solo perché non hai indagato a fondo." Se le avesse guardato le mani, avrebbe notato segni di una persona che lavora molto: sia per il suo lavoro come pasticcera, che come quello di massaggiatrice. Anche quando aveva risistemato a mani nude la sua Josephine si era fatta dei calli e delle piccole cicatrici. Avrebbe potuto notare la sua struttura fisica tonica, con le spalle leggermente più robuste, frutto di anni e anni passati a nuotare in mare aperto. Tuttavia aveva colto davvero molto di lei. "Non ti ho parlato delle cicatrici perché ti sei vergognato te a chiedere ulteriori informazioni. Sono una persona alla mano, io. Quello che vuoi sapere, basta chiederlo. Inoltre ti ho detto solo alcune cose del mio passato e ancor meno del mio presente." Non poteva certo sbandierare alcuni segreti così, al primo che capitava sotto tiro! Magari se si fossero conosciuti lui avrebbe appreso più su di lei che osservandola e basta per un pomeriggio. Comunque adesso sembrava che avesse perso gran parte del suo imbarazzo iniziale e che pian piano si stava abituando a conversare con lei. Morse la cialda del cono: era di quelle che compri già fatte e il sapore era molto simile alla carta. Prese un tovagliolino e si pulì i contorni della bocca, lasciando a Daniel il tempo di formulare ulteriori ipotesi o domande. Era un bel pomeriggio e lei non aveva niente da fare. Si sarebbe goduta la sua compagnia finché entrambi ne avessero avuto voglia.
     
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79 replies since 20/1/2015, 16:04   876 views
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