Je suis Charlie

La cultura del terrorismo

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    Sicuramente tutti voi siete già al corrente dei recenti fatti di cronaca che coinvolgono l'attentato al Charlie Hebdo, un giornale di satira francese. Per chi non lo fosse (strano), lascio un link a Wikipedia.

    Proprio ieri sono stata con Motoko alla manifestazione di solidarietà che si è tenuta a Milano, in piazza Duomo. Altre manifestazioni simili sono state organizzate in varie città italiane ed europee, soprattutto francesi. Ho avuto modo di riflettere su alcuni concetti espressi dai vari personaggi saliti sul palco (tra i quali esponenti della comunità musulmana italiana, di quella palestinese, di Emergency, eccetera): su molte cose mi sono trovata d'accordo, mentre altre affermazioni mi hanno suscitato una certa perplessità. Ora vorrei sottoporre a voi la questione per capire cosa pensate di tutta questa faccenda.

    Perché esiste il terrorismo? Chi è veramente un terrorista, e che cosa lo spinge ad agire in un certo modo? Come si può risolvere il problema? Vi sembra più giusto cercare una soluzione pacifica ("Solo quando nessuno più produrrà armi e nessuno più le venderà avremo un mondo di pace", frase sentita ieri) oppure rispondere con la guerra? Vi è sembrato che Charlie Hebdo abbia commesso un errore nel fare satira religiosa e quindi "offendere" il credo musulmano? Vi sentite anche voi "Charlie" oppure no?
    A voi la parola. :zizi:


    N.B. Non esistono risposte giuste o sbagliate, qualsiasi opinione è ben accetta. Nonostante ciò porto alla vostra attenzione il fatto che questo argomento sia molto delicato: fate attenzione a quello che scrivete e a come lo scrivete, perché al primo post che in qualche modo suoni irrispettoso la discussione sarà chiusa. Cercate di essere seri, pertinenti, e pensate bene prima di postare.
    Ho fiducia nel vostro buonsenso. :ahse:
     
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    Allora non dico niente, tanto so giá che la mia opinione sarebbe presa molto male...
     
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    CITAZIONE (Auferstanden @ 11/1/2015, 16:27) 
    Allora non dico niente, tanto so giá che la mia opinione sarebbe presa molto male...

    Se sei in grado di esprimerla in modo ragionevole e senza andare contro il Regolamento, scrivi pure tutto ciò che pensi. :zizi:
     
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    Su questo argomento vi consiglio di vedere due episodi di South Park (10x3 e 10x4, sono sul sito ufficiale in straming):

    in questa storia la città di South Park entra nel panico in seguito alla notizia che I Griffin trasmetteranno un episodio in cui compare il profeta Maometto. La sua messa in onda provocherebbe attentati terroristici da parte di estremisti.
    I protagonisti della serie si dividono in due schieramenti:
    Stan e Kyle pensano che censurare l'episodio per evitare guai sarebbe un duro colpo alla libertà di espressione; Cartman invece pensa che sia un insulto all'Islam e invita alla guerra santa. Alla fine il presidente della Fox decide di mandare in onda l'episodio e gli abitanti di South Park immergono la testa nella sabbia per dimostrare agli estremisti islamici che non approvano il gesto dei Griffin...

    La morale: sì, della gente potrebbe farsi male per colpa della satira... è così che funziona il terrorismo. Ma se vi arrendete a loro, allora state permettendo che al terrorismo di funzionare.
     
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    Secondo me la satira,almeno quella religiosa, andrebbe evitata perché sono concetti troppo astratti; infatti per la religione non é questione di logica o ragionamenti ma di fede: o ci credi o no e non esistono parte del torto o della ragione.

    Ció non toglie che secondo me uccidere altre persone é sbagliato punto e basta; cioè la vita infatti é una e vá rispettata; infatti potevano benissimo,sempre secondo me, rispondere alla satira con la satira.
     
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  6. Cerejia
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    La libertà di satira deve essere libera in ogni caso, si offende (sarebbe una presa in giro) in tanti modi: da particolari tratti fisiognomici, da carattere o posture particolari fino alla religione.
    Questa satira (quella di charlie hebdo) è rivolta contro l'estremismo e la violenza di particolari persone di "Fede" musulmana che di musulmano hanno ben poco.
    Esempio: siamo un sito hentai dove ci sono "loli, guro e rape" solo per citarne 3 messe in realtà sarebbero orripilanti e da voltastomaco, ma sono solo immagini disegnate! Mica condanniamo gli autori che disegnano queste opere!
    La violenza fisica verso chi esprime il proprio dissenso scrivendo, disegnando oppure esprimendo una Fede diversa è una pratica inumana.
    155232_vignette_Charlie-Unes
    Primo caso: vediamo Papa Ratzinger con il profilattico in mano (questo è il mio corpo) è un offesa verso Gesù Cristo e cristiani in generale?
    Secondo caso: la pedofilia e relativo caso Polanski
    Terzo caso: Maometto (apriti cielo) con la frase: È difficile essere amato da tali idioti.

    Opere entrambi a sfondo religioso. Bene, censuriamo tutto?

    Edited by Cerejia - 11/1/2015, 19:01
     
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    CITAZIONE (Mrs. Independent @ 11/1/2015, 16:25) 
    Perché esiste il terrorismo? Chi è veramente un terrorista, e che cosa lo spinge ad agire in un certo modo? Come si può risolvere il problema? Vi sembra più giusto cercare una soluzione pacifica ("Solo quando nessuno più produrrà armi e nessuno più le venderà avremo un mondo di pace", frase sentita ieri) oppure rispondere con la guerra? Vi è sembrato che Charlie Hebdo abbia commesso un errore nel fare satira religiosa e quindi "offendere" il credo musulmano? Vi sentite anche voi "Charlie" oppure no?
    A voi la parola. :zizi:

    Partiamo prima, con la seconda domanda. Un terrorista è un fanatico, una persona chiusa mentalmente, che reputa sia giusto imporre le proprie convinzioni tramite l'uso della violenza e del terrore, per evitare contestazioni di ogni genere e sorta. Il fanatismo nei suoi ideali e la voglia di mutare ad ogni costo l'ordine imposto dalla società, è ciò che lo spinge a compiere le sue sanguinarie azioni. Il terrorismo esiste, poiché la violenza e la paura, sono sempre stati degli ottimi strumenti per dominare le menti più fragili ed, al tempo stesso, ottenere risultati più celeri nella creazione di una perfetta utopia dispotica. Una massa che vive nel costante terrore di venir aggredita senza alcun preavviso, è più facile da rendere inerme, in particolare, se coloro che dovrebbero proteggerla si mostran deboli ed incapaci di reagire prontamente.

    Per quel che concerne la soluzione al problema, per me, questa rimane una ed una sola: la guerra. Non parlo di quella tipologia di guerra, che prevede raid aerei notturni su abitazioni di "presunti terroristi", né di quelle "preventive" create con l'apparente scopo di portare pace e giustizia. Quella di cui parlo, è quella attuata da persone come Carlo Alberto dalla Chiesa. Una guerra costituita da un'intensa cooperazione tra le forze di polizia nazionali e locali ed i servizi di intelligence internazionali. Una guerra fatta d'inganni e menzogne, ma priva d'illogici sacrifici di vite umane civili. Provare a dialogare con i terroristi, è per me inutile. I terroristi voglion solo veder compiersi la loro utopia, pertanto, offrire loro un "contentino" per zittirli o indurli all'inerzia, è solo un controsenso. Estirpare le loro organizzazioni e neutralizzare i loro capi, è l'unico modo sicuro per impedir loro di spargere altro sangue.

    Onestamente, non ho visto le vignette incriminate, percui non mi è dato affermare se Charlie Hebdo sia nel torto, oppure no. Quel che posso dire è che la satira, dovrebbe esser un mezzo grazie al quale si può, per mezzo di rappresentazioni comiche e grottesche, indurre le persone a riflettere su determinati argomenti dell'attualità di tutti i giorni. Se questa, tuttavia, supera il limite della tolleranza, proponendo situazioni che posson turbare o offendere più gruppi di persone, allora io credo sia giusto condannarla, indipendentemente, da quanto a livello soggettivo essa possa apparire innocente. Detto ciò, "Je ne suis pas Charlie", poiché non ritengo che quanto accaduto nei giorni passati sia stato un attentato alla libertà di stampa, ma, un massacro indiscriminato di uomini e donne, la cui unica colpa è stata quella di lavorare per un controverso giornale satirico.
     
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    Io considero la Satira una forma d´arte. E come tutta l´arte, non credo che essa si possa limitare. L´arte non "deve", non puó né deve avere "limiti". L´Arte é, fine. E se l´Arte é fatta per offendere, che offenda. Fine.

    Per il resto, é ormai evidente come l´Islam sia incompatibile con i valori occidentali, visto che crea una subcultura di violenza e fanatismo che appare onnipresente.

    Vi copio un commento letto da qualche parte con cui sono d´accordo:
    "Poi si dirá, come al solito, che il Corano "va interpretato", che il "Vero Islam" non é cosí, che esiste un "Islam moderato". Che suona tutto come "I brigatisti sono compagni che sbagliano", "Il vero comunismo non é quello di Pol Pot, di Stalin e di Mao", oppure "Il fascismo ha fatto anche cose buone".
    Smettiamola di prenderci in giro: dove sta questo Islam moderato? Esiste fisicamente in qualche luogo del mondo oltre che nella retorica? No. Non esiste, quasi.
    Perché non si vedono manifestazioni dei maomettani contro ISIS in Europa? Perché non si sente dire Je Suis Charlie, ma Je Suis Ahmed, ancora una volta deviando dall´unica opzione giusta, ossia la condanna ferma e decisa?

    Io dico che l´Islam moderato non esiste....o quasi. Vediamo dunque: Albania; paese islamico moderato? Sí. Ma come ci siamo arrivati? Ricordiamoci che fino all´altro ieri l´Albania era governata da un regime stalinista durissimo, che era la Corea del Nord del Mediterraneo. Tunisia? Sí, ma fin quando c´era Ben Alí, dittatore filofrancese. Algeria, Marocco? Anche lí regimi autoritari per tenere in riga l´islamismo. Libia? Conosciamo tutti la situazione del paese dopo la caduta di Gheddafi, diventato parco giochi degli affiliati di ISIS. Egitto, Siria? Anche lí regimi militari durissimi....abbiamo visto che nella breve parentesi democratica dell´Egitto stava emergendo una Repubblica Islamica stile Iran....di certo non moderata, per i nostri canoni. Solo i carri armati dell´Esercito e processi politici immensi stanno tenendo buona la Fratellanza Musulmana. Vedremo poi in Siria. Turchia? Vediamo in questi giorni quanto stretto il secolarismo di Kemal sia stato ai turchi, nonostante esista da oltre 80 anni. Erdogan sta demolendo il kemalismo, e le folle gioiscono.

    Ci sarebbero molti altri esempi, ma mi fermeró all´area mediterranea. A questo punto il quesito é uno solo: l´Occidente vuole davvero avere a che fare con un´area culturale che diventa moderata, senza se e senza ma, solo dopo decenni di Gulag, dopo anni di dittature militari e a colpi di polizia politica?"


    Giá mi starete dando dell´islamofobo. Ebbene, non lo sono, perché le fobie sono un qualcosa di irrazionale. Io analizzo tutto a mente aperta, senza remore o pregiudizi. A conti fatti, l´Islam é una ideologia incompatibile con i valori del mondo occidentale.

    Poi mi fanno ridere quando sento "Ai servizi segreti francesi sono noti 4000 estremisti, ai tedeschi 7000". Ergo, che siano deportati. Se l´Islam produce un 1% di estremisti, e l´1% di questo 1% mette bombe, spara alle gente e impone lasharia....beh, voi volete averci a che fare? Io no.

    Come per magia, i musulmani che vivono nell´occidente sono tutti "moderati"....eppure fra i Paesi musulmani, da cui provengono, non ne esiste uno moderato. come la mettiamo?
     
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    Mi ha fatto piacere leggere le vostre risposte, e mi rendo conto di essere in parte d'accordo con tutti. Adesso proverò a dare la mia opinione per quelli che sono stati i miei ragionamenti degli ultimi giorni.
    Per me un terrorista è fondamentalmente una vittima a sua volta. Chi si fa esplodere o irrompe in un luogo pubblico sparando all'impazzata per poi tentare rocambolesche fughe e alla fine lasciarci la pelle comunque, non è una mente, ma solo un braccio. La mente è quella potente e nascosta, quella che recluta per le strade i primi poveracci che trova e sfrutta la loro ignoranza o la loro debolezza psicologica per trasformarli in burattini. La mente è quella che ride alle spalle di questi poveri creduloni e si arricchisce e ingrassa grazie ai loro gesti sconsiderati.
    Con questo non giusifico il terrorista, sia chiaro. Ognuno è artefice del proprio destino.
    Date queste premesse, sarebbe davvero utile abolire le armi per costruire un mondo di pace? Secondo me la risposta è no. Ciò che penso è che quando una guerra inizia è sempre perché qualcuno reagisce in modo violento: siamo in una classe di liceo, un cretino bullizza un suo compagno e questi gli tira un pugno sul naso. Il torto sta da entrambe le parti, ma siamo davvero sicuri che la guerra (il pugno) sia stata iniziata per un motivo sbagliato?
    Io sono dell'idea che certi a comportamenti non si possa porre rimedio con il semplice dialogo. Correre alle armi fa schifo, ma sono l'unica difesa che abbiamo contro chi ci attacca.

    Lo devo ammettere, la cultura musulmana mi spaventa. In quanto donna mi sento minacciata da chi mi vorrebbe con il velo, succube di un uomo, a casa a curare i figli. D'altra parte non si può confondere un modo di vivere molto inquadrato e pieno di restrizioni con la volontà di fare del male agli altri. So che la stragrande maggioranza dei musulmani non si sente rappresentata da questi quattro straccioni che seminano bombe a destra e a manca, quindi ho comunque fiducia nella bontà delle singole persone. Non devono esserci morti innocenti tra di loro così come non ce ne devono essere tra di noi.

    Purtroppo devo dire che non mi sento minimamente Charlie. La satira è sacra, ma ammetto che quella proveniente dal Charlie Hebdo sia particolarmente forte. Ho visto la famosa vignetta "Italie merde!":

    Ora tutti gridano alla bufala, pare che questa copertina non sia mai stata pubblicata dal giornale, ma a me ha fatto pensare lo stesso. Essendo io molto patriottica, vedere una cosa simile mi infastidisce molto: di conseguenza, mi metto nei panni di un musulmano o di un cattolico che si veda sbeffeggiato e immagino che possa anche offendersi così come succede a me. Nonostante ciò, e qui cito HashiramaS: è sempre bene rispondere alla satira con la satira. È evidente che delle persone con così poca apertura mentale non siano in grado di farlo. Per quanto riguarda me, un bel "Francesi merdoni" sarebbe stato più che sufficiente.
     
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    QUOTE (Mrs. Independent @ 11/1/2015, 21:54) 
    Lo devo ammettere, la cultura musulmana mi spaventa.

    Io non penso che l´aver paura sia un qualcosa da ammettere, a sottovoce magari, o solo con persone fidate. Questo sprezzo della paura della cultura occidentale ancora non l´ho capito.

    Vedo "La Francia non ha paura". Come! Dopo che degli stranieri (cosí si puó dire) hanno sterminato a fucilate la redazione di una rivista importantissima nel panorama culturale francese (ricordiamo che é in attivitá dal ´700), voi dite di non aver paura quando ivostri servizi segreti ammettono che come quelli ce ne sono altri 4000!?

    Ma noi dobbiamo averne, di paura! É la paura a salvarti nei momenti di pericolo; essa é un istinto fondamentale! É con la paura nel cuore che dobbiamo chiedere ai nostri governi di passare una volta per tutte al setaccio certi ambienti e determinare chi é un pericolo per la collettivitá e chi no.... e agire di conseguenza!
     
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    Non mi sembra una buona idea... la paura genera isteria e caccia alle streghe, non si possono mica fare i rastrellamenti.
     
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    Forse più che di paura intendeva l'adrenalina; cioè quella paura"positiva" che ti salva nei momenti di pericolo
     
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    Sono d'accordo con Gevanni. Un Paese non può dire di avere paura, altrimenti nella popolazione si diffonderebbe il panico. Da singola cittadina, però, non ho problemi ad ammettere la mia preoccupazione.
     
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    Si infatti intendevo anch'io quello; però non deve essere tale da condizionarti sempre la vita perché così, secondo me, l'avrebbero"vinta" loro
     
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  15. Cerejia
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    Come non aver paura di un pazzo con in mano un mitra ?
     
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