[Lavoro]La due facce della giustizia

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    Ah, la periferia. Quale zona migliore per uno come lui di trovare lavoro facile? In quella zona la parola giustizia, per come la intendeva la società moderna, era solo un ricordo. Quelle zone erano un accumularsi di piccole bande, alcune ancnhe organizzate, ma per la maggior parte si trattava di ragazzini che giocavano a fare i criminali. In quel luogo uno come Zetsu era tutto ciò che poteva rappresentare la giustizia, per loro e per ciò che loro intendevano con giustizia.
    Giustizia in quel luogo era "occhio per occhio, dente per dente". Per questo tutti agivano di notte, perchè se fossero stati scoperti l'avrebbero pagata cara. A questo punto è abbastanza semplice capire cosa ci facesse di preciso Zetsu in quel luogo...
    Era stato contattato da una banda, e si avviava verso il luogo in cui l'incontro sarebbe avvenuto. Gli era stato comunicato luogo e orario tramite un biglietto. Zetsu agiva così, non si esponeva mai troppo. Qualcuno contattava qualcuno, che contattava qualcun'altro e alla fine gli arrivavano i dettagli per un incontro. Non voleva dare nell'occhio, e sopratutto non voleva problemi con la polizia. Zetsu avrebbe potuto farsi mandare direttamente gli incarichi tramite il biglietto, ma voleva conoscere direttamente le persone con cui trattava.
    Inutile dire che fosse la metà bianca ad avere il controllo, mentre Zetsu si dirigeva verso la casa abbandonata quella notte. La metà nera sarebbe entrata in azione più avanti, farle prendere il sopravvento durante l'incontro sarebbe stato pericoloso.
    Zetsu arrivò al punto d'incontro, due tizi armati erano a guardi della porta. Lo guardarono, lo perquisirono, aprirono la porta e gli fecero cenno che poteva entrare.
    Una volta dentro un altro tizio lo fece sedere. Si trovavano in una stanza buia, con cinque uomini armati e davanti a lui era seduto il capo. Quest'ultimo prese un respiro e iniziò a parlare.
    Ti espongo il tuo compito. Qualche giorno fa uno dei nostri magazzini è stato assaltato. Dentro avevamo soltanto qualche arma e una piccola quantità di droga, ma vogliamo rendere il favore alla banda che ci ha fatto questo. Il problema è che abbiamo solo dei sospetti, e attaccare uno dei loro magazzini per poi scoprire che non sono stati loro potrebbe scatenare una piccola guerra. Tu dovrai scoprire se sono stati loro. Conosciamo l'indirizzo e il nome di uno di loro, ma andare a torturarlo senza certezze, per estorcergli una confessione, potrebbe portare allo stesso risultato di un attacco al magazzino.
    Il capo smise di parlare e diede il biglietto con le informazioni a Zetsu.
    Hai due giorni di tempo. Entra in casa sua e fallo parlare, ma fai in modo che non possa ricollegarti a noi.
    Zetsu valutò la situazione, non era niente di particolarmente difficile. Poteva farcela, due giorni erano più che sufficienti. Tese il braccio e prese il biglietto.
    Bene, sarà fatto. Non mi servono due giorni. Tornerò qui domani, alla stessa ora, e avrò le informazioni di cui avete bisogno.
    Senza aspettare una risposta, Zetsu si alzò e se ne andò.
    Si diresse verso la casa del bersaglio, si sdraiò in un vicolo vicino, da cui poteva osservare la porta della casa e chiunque lo avrebbe scambiato per uno dei tanti barboni di quella zona.
    Le ore passavano, iniziava a far luce, ma Zetsu era abituato alle lunghe attese e non si sarebbe di certo scoraggiato o deconcentrato.
    L'uomo uscì di casa, erano circa le nove del mattino, Zetsu aspettò che l'uomo fosse lontano poi si avvicinò alla sua casa. Si assicurò di non essere osservato e inserì uno dei suoi ragnetti nella serratura, che si aprì subito. Entrò in casa del bersaglio, si sistemò dietro la porta e attese. Le ore passavano, il dolore alle gambe aumentava sempre di più, ma non poteva muoversi. Mike sarebbe potuto arrivare da un momento all'altro, e lui doveva essere pronto.
    Erano le quattro del pomeriggio quando Mike arrivò. Era il momento di far prendere il sopravvento alla parte nera, che non si sarebbe fatta scrupoli a fare ciò che andava fatto.
    Mike si era fermato davanti alla porta. Naturale, Zetsu se lo aspettava. Chi non si sarebbe preoccupato di trovare la porta di casa aperta? Entrò lentamente, si guardava intorno, in mano aveva una pistola. Ma Mike non ebbe il tempo di girare la testa per controllare cosa ci fosse alle sue spalle, perchè delle punte perforarono leggermente il suo collo e iniettarono nel suo sangue un siero che lo paralizzò quasi completamente. Poteva soltanto muovere la bocca e gli occhi.
    Mike stava per mettersi a urlare o qualcosa del genere, e Zetsu lo anticipò. Gli mise una mano sulla bocca e cercò di spaventarlo il più possibile.
    Puoi uscire vivo da questa situazione, se non mi fai irritare troppo. Ti farò soltanto qualche domandina, ma se provi ad urlare...morirai in modo atroce.
    Mike si zittì. Zetsu prese una sedia per lui e per se stesso, e le sistemò una davanti all'altra. Sulla prima di sistemò Mike, e sull'altra si sedette lui. Accese la videocamera e iniziò a riprenderlo.
    Ora ti farò un'altra iniezioni, con grande felicità devo dirti che ti farà un po' male.
    Così la pianta si chiuse leggermente sul collo di Mike e gli iniettò il siero della verità nelle vene.
    Bene, ora dimmi...hai commesso qualche crimine in queste ultime settimane?
    Sì.
    Che crimini hai commesso?
    Ho rubato una macchina. Ho violentato due donne. Ho assaltato un magazzino.
    Bene, ora fatti una dormita.
    La pianta carnivora si chiuse di nuovo sul collo di Mike, iniettando prima un potente sonnifero nelle sue vene e subito dopo l'antidoto alle due sostanze che aveva utilizzato prima.
    La notte stessa Zetsu tornò alla casa abbandonata. La procedura fu la solita, venne perquisito e poi fatto sedere davanti al capo. Tirò fuori la telecamera e gli fece vedere il video, che il capo osservò soddisfatto.
    L'hai fatto parlare, non hai fatto alcun riferimento a noi...bene, ti sei meritato i tuoi soldi. Ci sai fare, magari ci incontreremo ancora. Arrivederci.
    Il capo passò la sua paga a Zetsu, che se ne andò soddisfatto.
     
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    Lavoro ben fatto. 70 dindi per Zetsu.
     
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    Qualcuno aveva parlato con qualcuno, che aveva parlato con qualcuno che aveva parlato con qualcun'altro, ed ecco che a Zetsu erano arrivati i dettagli per un altro incontro.
    Il luogo era lo stesso, la casa abbandonata. Questo fece supporre a Zetsu che anche il tizio che gli avrebbe affidato l'incarico sarebbe stato lo stesso, a quanto pare aveva apprezzato i servitsi dell'uomo pianta.
    Alle due di notte Zetsu si trovava davanti alla porta, i due lo perquisirono e lo fecero entrare. A quanto pare non si era ancora guadagnato abbastanza fiducia da parte del capo, ma dopotutto la regola era "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio".
    La stanza era buia, un tizio lo fece sedere davanti al capo e cinque uomini armati facevano la guardia, era tutto esattamente come l'ultima volta.
    Mi piacerebbe darti un'accoglienza migliore, ma non mi fido ancora di te. Ho un lavoro importante, è più complicato dell'ultima volta. Se riuscirai a portarlo a termine otterrai un po' della mia fiducia, oltre che una paga sostanziosa.
    Il capo aveva tutta l'attenzione di Zetsu. Non per quell'accenno tanto evidente ad una buona paga, ma per la possibilità di potersi guadagnare la fiducia di un tizio del genere. La metà bianca ne fu leggermente disgustata, in quanto non desiderasse affatto di immischiarsi con dei criminali, per quanto il concetto di legalità in quelle zone fosse distorto, mentre quella nera ne fu affascinata.
    Prima di tutto devo farti i complimenti per il tuo precedente lavoro, nessuno è riuscito a risalire a noi per quella piccola "intervista" che hai fatto a Mike. Ora ti spiegherò in cosa consiste il tuo nuovo incarico. E' molto diverso da quello precedente, richiede maggiore abilità e sopratutto comporta rischi maggiori. Un uccellino ci ha spifferato che probabilmente una banda abbastanza grossa vuole scatenare una guerra con noi. Dopo qualche giorno la nostra talpa è sparita misteriosamente, quindi crediamo che l'abbiano scoperta ed eliminata. Per questo staranno ancora più attenti a tenere riservate le loro informazioni, e abbiamo bisogno di un professionista.
    Il capo fece una piccola pausa, prese alcuni oggetti minuscoli dalla sua tasca e lì consegno a Zetsu. Probabilmente lui aveva già deciso che l'uomo pianta avrebbe svolto il lavoro per lui, non gli aveva chiesto nessuna conferma e già consegnava dell'attrezzatura e spiegava la questione nei dettagli, questo avrebbe dato ben poche possibilità di rifiutare al nostro "eroe". Zetsu allungò il braccio, prese quei piccolissimi oggetti metallici e il capo continuò il discorso come se nulla fosse.
    Il metodo studiato da noi è questo. Ti introduci nella loro base e sistemi queste cimici in alcuni punti strategici. Però puoi agire come meglio credi, a noi serve soltanto una registrazione di uno di loro che spieghi come stanno realmente le cose. Ovviamente senza il rischio che salti fuori il nostro nome, nel caso si scopra che l'informazione che ci avevano passato era falsa.
    Questi due fogli contengono la mappa dell'edificio, con evidenziati i punti in cui devi sistemare le tre cimici, mentre in quell'altro foglio trovi la posizione della loro base, i turni di guardia e le informazioni private su molti membri della banda. Non si tratta di una banda di alto livello, non hanno apparecchiature tecnologiche, ma sono molti e sopratutto sono armati. Non possiamo permetterci una guerra con loro, ci sarebbero troppe vittime anche dalla nostra parte. Quindi, se grazie a te scopriremo che quei tizi tramano davvero qualcosa contro di noi, organizzeremo un attacco preventivo...

    L'uomo allungò le carte che contenevano le informazioni e la mappa. Zetsu esitò a prenderle, la metà che aveva il controllo durante gli incontri era quella bianca e l'idea di partecipare ad una operazione che avrebbe successivamente portato ad uno sterminio lo spaventava. Ma se avesse rifiutato sarebbe uscito vivo da lì? Ne dubitava. Così prese le carte, e ancora una volta si preparò ad agire in nome della "giustizia" che era sovrana nel regno della povertà e delle bande.
    Hai cinque giorni, è un compito importante, agisci come meglio credi, non deludermi Zetsu.
    Non la deluderò.
    Detto questo Zetsu uscì dalla casa e si allontanò rapidamente da lì. Se l'ultima volta aveva avuto un piano preciso fin dall'inizio, ora non sapeva come agire. Il ragazzo fece prendere il sopravvento alla metà nera, ragionare con la cattiveria che gli scorreva nelle vene sarebbe stato più semplice.
    Il nascondiglio era un semplice edificio ad un piano, con tre stanze. Nessuna finestra, una sola entrata. Una volta giunti lì si veniva perquisiti da due uomini, entrato nella prima stanza venivi interrogato e soltanto sucessivamente potevi proseguire per la seconda stanza. Lì i membri si organizzavano per qualsiasi cosa riguardasse lo svolgimento di operazioni decise dal capo, e infine si proseguiva per la terza stanza che era la stanza di quest'ultimo.
    Tentare di introdursi nell'edificio, con la sorveglianza attuale, era da idioti. La soluzione migliore era introdursi nella casa di uno di loro e interrogarlo, l'unico problema era che Zetsu avrebbe dovuto recarsi direttamente dal vice capo della banda. Perchè? Perchè, se l'informazione di un possibile attacco fosse stata vera, lui non poteva sapere quanto fosse difusa tra i membri e doveva andare sul sicuro.
    Il vice capo, Brandon, era un [URL=https://i.imgur.com/1MF6vgA.jpg?[/URL]di colore, muscolo ed enorme, e aveva la fama di essere uno dei migliori combattenti di quelle strade. Non a caso aveva vinto tutte le sfide dei tornei illegali che venivano organizzati tra le bande, e se Zetsu avesse sbagliato qualcosa con un tizio del genere si sarebbe ritrovato fatto a pezzi. Doveva essere molto più prudente che con Mike.
    Dubitava fortemente che un tizio del genere potesse farsi cogliere di sorpresa dal vecchio trucchetto della porta aperta.
    I suoi orari di "lavoro" erano molto lineari, sette giorni su sette e stava in servizio dalle 9 del mattino fino a mezzanotte con due pause di un'ora alle 13 e alle 19. Il momento migliore in cui agire, ovviamente, sarebbe stato dopo la pausa delle 19.
    Alle 20:00 si recò in casa sua. La porta, ovviamente, era chiusa ma con uno dei suoi ragnetti Zetsu la scassinò in pochi secondi. Questa volta niente porta aperta, entrò rapidamente e la richiuse alle sue spalle.
    L'abitazione era molto degradata. Un divano rovinato, una vecchia televisione, il pavimento sporco e disseminato di birre vuote. Il bagno era sporco, la stanza da letto puzzava. C'era un'altra porta, chiusa a chiave. Zetsu ne fu molto incuriosito e la aprì con uno dei ragnetti, e davanti si trovò un'armeria con ampia scelta. Il ragazzo non era abituato ad usare le armi, la metà bianca era schifata all'idea di sparare un uomo, ma il controllo era della parte nera e una pistola silenziata gli avrebbe fatto davvero comodo in quella situazione.
    Prese una delle tre pistole silenziate da una scatola e richiuse la porta dietro di se. Si infilò nella camera da letto e attese.
    Erano circa le tre di notte quando Brandon rientrò. Zetsu sentì un gran casino e qualche impatto, probabilmente l'uomo si era fermato in un bar e ora era ubriaco fradicio. Che gran botta di culo, questo gli avrebbe semplificato di molto le cose.
    Il tizio entrò in camera da letto e accese la luce. Zetsu era sotto il letto, la pistola era pronta a sparare. Non appena la luce si accese, Zetsu sparò un colpo al ginocchio sinistro di Brandon che cadde a terra rovinosamente.
    Se non vuoi che ti spari anche l'altro devi collaborare.
    Vai al diavolo figlio di puttana!
    ...prevedibile.
    Questo fu il commento di Zetsu prima di piantargli una pallottola nel ginocchio destro. La metà nera non si faceva scrupoli, anzi la cosa lo divertiva, sarebbe stato capace di scaricargli addosso tutto il caricatore in punti non vitali per farlo collaborare.
    Devi solo stare fermo per qualche secondo, oppure ti sparerò anche alle braccia e allora non avrò più bisogno della tua collaborazione.
    Tu stai facendo un grosso errore, io ti faccio ammazza...AAAH!
    Una pallottola lo aveva appena raggiunto nel gomito sinistro. Zetsu lo aveva avvisato. Ora non avrebbe più avuto le forze per opporre resistenza, non gli serviva collaborazione, così evocò la sua pianta che andò a chiudersi su di lui. I sieri erano gli stessi dell'ultima volta, paralisi e verità.
    Adesso devi dirmi tutti i progetti futuri che ha intenzione di realizzare il tuo capo.
    Il capo ha programmato due piccole rapine, sta organizzando un torneo tra combattenti di strada e vuole scatenare guerra con un'altra banda, ma non conosco i dettagli.
    Bene, ora...
    Ehi Brandon! Esci! Due tizi se la sono presa con uno dei nostri! Andiamo a fargli il culo!
    Una voce che proveniva da fuori. Zetsu non era sorpreso dal fatto che qualcuno urlasse cose del genere in posti tanto degradati, tanto nessuno avrebbe riferito niente alle autorità...e sopratutto, quali autorità?
    Ora era nella merda. Se fosse uscito quel tizio l'avrebbe visto, se Brandon non fosse uscito entro poco tempo quel tizio avrebbe capito che qualcosa non andava.
    AIUTO!!!!!!!!!!!!
    Brandon lo gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, quel tizio lo aveva sentito di sicuro. Se prima era nella merda, ora doveva levarsi da lì al più presto.
    Questo te lo lascio come ricordo, così capisci che non devi fare scherzi.
    Zetsu si rivolse così all'uomo, prima di spararlo anche al gomito destro e tramortirlo con un colpo del calcio della pistola alla testa. Niente antidoto per lui, avrebbe dovuto aspettare che gli effetti passassero normalmente e probabilmente ci sarebbero voluti giorni. Colpa sua che si era messo contro la persona sbagliata.
    La porta venen sfondata. A quanto pare quel tizio era abbastanza sicuro di se, non aveva chiamato rinforzi e, a giudicare dai passi, era da solo.
    Zetsu si appostò dietro la porta della camera e sparò un colpo alla gamba del tizio che entrò, facendolo cadere. Poi sparò un altro colpo alla mano con cui teneva la pistola, rendendolo inoffensivo.
    E tu chi cazzo sei?
    Io sono la giustizia.
    Detto questo Zetsu tramortì anche lui e fece per andarsene, poi esitò. Lasciare quei tizi in vita era rischioso, qualcuno poteva risalire a lui...ma no, non poteva ucciderli. Lui era pur sempre la giustizia e, per quanto di quei tempi ognuna aveva la propria interpretazione di quella parola, non poteva spingersi oltre certi limiti. Gettò la pistola a terra e se ne andò.
    La notte successiva si presentò nella casa, con grande sorpresa del capo. Solita procedura: perquisizione, scorta, sedia e guardie armate.
    Il capo era molto sorpreso dell'efficienza di Zetsu.
    Un solo giorno...non pensavo osassi tanto. So cos'hai fatto, le tue gesta non sono passate inosservate. Ti sei fatto dei nemici oggi, ragazzo. Ma non sono riusciti a risalire a noi, pensano che tu sia l'artefice di tutto, e per questo ti sei fatto anche degli amici. Il mio nome è Blake, ci rivederemo ancora. Questa è la tua paga.
    Zetsu tese la mano destra e, mentre prendeva la paga, lasciò le tre cimici in mano a Blake.
    Queste non mi sono servite.
    Il ragazzo non poteva vedere in faccia il capo della banda, ma percepì che stava sorridendo. O forse era solo la sua immaginazione? Poco importava.
    Zetsu se ne andò da lì con nuove consapevolezze. Aveva degli amici e aveva dei nemici. Ma lui era la giustizia, non poteva parteggiare per dei criminali. Che il suo concetto di legge e giustizia già distorto stesse marcendo ancora di più con quegli ultimi compiti con cui aveva a che fare? No, impossibile. E quei tizi non sarebbero mai stati suoi amici, soltanto...clienti affezionati.
     
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  4. GiocoDiOmbre
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    Valutato 75 soldini, mi piace molto sto pg, bel post ^^
     
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3 replies since 28/7/2014, 14:13   84 views
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