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Una notte di silenzio nel bosco che circondava la base della Dead Star. Con Rachel fuori e Iwan impegnato a chissà quali attività con Shyvana, rimaneva solamente Vladimir a fare da guardiano a quel bosco oscuro e solitario. Certo oramai avevano le loro deliziose creature a proteggere la zona assieme a chi rimaneva di guardia, ma i piani di Iwan erano categorici: la casa non doveva mai rimanere da sola, per nessuna ragione al mondo, specialmente quando Rachel non è in città. Tuttavia, lì nelle tenebre, qualcosa accadeva in quella foresta solitaria. Lì dove oramai nessuna creatura, neanche la più coraggiosa, osava avventurarsi... ecco quattro fiochi bagliori viola farsi avanti nelle tenebre, come fuochi fatui. A chi apparteneva tale essenza? E perché quelle luci ispirava immediatamente nel cuore di chi le osservava un profondo stato di tormento... e sofferenza?
Edited by BOLSHAK VS DOOM - 10/7/2014, 19:34. -
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Da quando lei e Rachel erano diventate una cosa sola, molte cose erano cambiate. Vladimir aveva compito la stessa evoluzione di Shyvana: in origine lei non era che un cane da guardia, per poi diventare l'architetto della loro costruzione. Lo stesso di Vlad: in origine un mero guardiano, ora madre di ogni singolo difensore di quel luogo inviolabile. E madre non è un termine scelto tra i molti.
Si... si... lo sento...
Immersa in una tenebra fatta di carne e sangue, circondata da occhi e orecchie mostruose, Vladimir se ne stava distesa su di una parete leggermente inclinata verso il basso, come se volesse trasformarsi in un triclinio. Le braccia sollevate verso l'alto, intrappolate in una spira di tentacoli rossi corrotti di nero, che le avvolgevano la testa e il collo, accarezzandola e quasi coccolandola mentre le sue gambe si divaricavano lentamente, piegandosi con le ginocchia, i piedi, le dita, contorcendosi in un perverso spasmo.
Saremo... per sempre... uno...
La sua testa volgeva verso l'alto in un lussurioso gemito mentre gli occhi si spalancavano gradualmente, e gli arti neri facenti parte della carapace che le carezzavano il corpo verso il basso ,delineando la sagoma rigonfia del suo stomaco mentre il corpo seguiva l'esempio delle gambe, dividendosi pian piano e lasciando che la carne si sfregasse ocn altra carne. Il mondo di sangue che la avvolgeva osservava impietrito e affascinato quel nuovo gesto di puro amore, mentre dalla carne gemente di Vladimir fuoriusciva una piccola e affamata creatura, munita di due piccoli cunei all'altezza del petto, un busto lungo e longilineo, munita di tentacoli su testa e schiena, ma sprovvista di occhi. Neanche il tempo di uscire dal corpo di Vladimir con un ultimo sussulto che ecco la novizia percorrere la pelle della sua madre, alla ricerca di un gesto materno. Le dita di Vladimir scivolarono via da quelle spire di carne, accogliendola sul suo petto e donandole calore.
Non vedo l'ora che Rachel ti veda...
Già entusiasta per quella meravigliosa conquista, Vladimir abbandonò la creatura nelle mani dei suoi simili già maturi e cresciuto, che le avrebbero insegnato ad utilizzare al meglio quei tentacoli. Dopodiché si incamminò come se nulla fosse verso l'esterno, lasciando che il proprio corpo fatto per adattarsi chiudesse ogni imperfezione, facendola uscire nella boscaglia ancora più pulita di prima.
State interrompendo un momento importante... una madre non vuole essere privata dei primi attimi dei suoi figli... ma vi prego non andate via... non c'è motivo di avere paura. Presto saremo tutti... UNO.
Mai Vladimir avrebbe cacciato un buon motivo per divertirsi, per questo si fece avanti verso quelle misteriose entità, ignorando i sentimenti che provava in quel momento, poiché paura e dolore avevano per lei l'effetto di venire attirata... non respinta.. -
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Vladimir sarebbe rimasta sorpresa di apprendere che alla fonte di quelle luci intense non c'erano entità distinte, ma una sola che portava con sé quelle luci tutt'altro che abbaglianti, ma addirittura tetre. La figura di un uomo incappucciato si fece avanti verso di lei, quasi prossimo alla soglia della casa. Quando vide il volto di Vladimir approfittò subito dell'ombra per indossare un ampio cappuccio viola, portando sul suo volto una maschera lucida senza però riuscire a nascondere qualche ciocca di capelli rossi. Vidoq
Mi aspettavo di incontrare un'altra persona... cerco la padrona di casa.
E così dicendo si mostrò del tutto: la grossa falce dietro le spalle, le lanterne che pendevano dalla sua cintura, il lungo mantello viola e lacero. Per finire una corazza inizialmente molto scura e lucida che cambiò rapidamente aspetto, diventando più simile ad una maschera d'ossa.
Il mio nome è Vidoq... e vengo qui in pace.
E per fare capire che le sue intenzioni erano sagge e non irruente, sollevò entrambe le mani, mostrando a Vladimir i palmi aperti. La sua maschera non sembrava di ferro, bensì molto più simile ad un metallo liquido che aveva il potere di ri assemblarsi, proprio come uno specchio d'acqua. Lo definirei simile al mercurio.. -
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Si aspettava di incontrare un'altra persona? Chi era quel tipo che con così tanta sicurezza si era avventurato tra le scure fronde della loro base, dove nessuno osava spingersi senza una buona ragione? Che Rachel lo conoscesse? Vladimir si fece avanti, posizionando le braccia conserte mentre con la spalla sinistra si appoggiava delicatamente sul tronco di un albero vicino, incrociando poi anche le gambe.
Desolata Vidoq, ma come puoi vedere stasera ci sono solo io.
In ogni caso, non gli avrebbe permesso di incontrare Rachel a cuore leggero, neanche se avesse garantito un modo per incontrarla. Un sorriso malizioso si dipinse sul suo volto, già desiderosa di scoprire ogni cosa sul suo conto, divorando senza esitazione il suo sangue.
Tuttavia devi darmi un buon motivo per lasciarti andare, dato che l'ubicazione di questo posto è super top secret, mi spiego?
Forse Vidoq aveva agito frettolosamente nel sopraggiungere lì, senza le parole giuste Vladimir non avrebbe esitato, non solo per proteggere Rachel e i suoi compagni ma anche per soddisfare la sua naturale curiosità.. -
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Una risatina metallica si sollevò da dietro la maschera, l'uomo con le lanterne si fece subito avanti in modo da non creare scompiglio.
Calma... come ho già detto sono venuto in pace. Non voglio combattere, ma richiedere i vostri servigi e penso che anche voi potreste guadagnarne molto da ciò che voglio chiedervi.
Vidoq si comportava come un ammaestratore che accorcia le distanze con una fiera selvaggia, timoroso ma non per questo privo di iniziativa, anzi carico di risoluta volontà. Voleva proporre un lavoro alla Dead Star e forse prima di ucciderlo Vladimir avrebbe fatto bene ad ascoltarlo.
Si tratta di un lavoro che riguarda il famoso inventore Massimiliano Traesto, sta lavorando a qualcosa che potrebbe fare comodo sia a voi... che ai vostri alleati alla Umbrella.
Vidoq scoprì subito parte delle sue carte: la sapeva molto lunga sugli affari loschi di Roma e Kurayami e non aveva esitato un solo istante a dimostrare che era in possesso di informazioni preziose. Un nemico o un amico?. -
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In un primo momento Vladimir rimase in silenzio, incuriosita dalla possibilità di ottenere un "lavoro", che comunque non avrebbe accettato per via della regola di Iwan di non lasciare la casa incustodita, mai e poi mai. Tuttavia, il suo sguardo si assottigliò come il filo di una lama nel momento in cui citò la Umbrella, rivelando di conoscere l'alleanza tra le due parti, complicando un pochino le cose. Forse quella regola meritava uno strappo.
Sembra una cosa importante. Hai la mia attenzione ma... noi cosa ci guadagnamo a darti una mano?
Se c'era una cosa che aveva imparato stando con loro era la pazienza e soprattutto diventare riflessiva prima di divorare una persona con qualcosa da dire. Certo per lei anche un cadavere poteva parlare, ma alcune volte si presenta la necessità di lasciarlo in vita piuttosto che spegnerlo. Si staccò dall'albero, chiudendo le distanze ma tenendo le braccia conserte con espressione seria. Quel tipo da lontano sembrava grosso, ma quanto lo era rispetto a Vladimir?
Ti ascolto.... -
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In verità, Vidoq non era così alto né massiccio, forse un effetto derivante dall'armatura, niente di più. Nessun ghigno dalla sua maschera in questo caso, ma solo parole limpide.
Anzitutto avrete modo di osservare i costumi di uno dei maggiori alleati dell'Impero, e penso che non sia cosa da poco per voi. Inoltre il compito che voglio assegnarvi può essere condiviso se giostrato nella giusta maniera, per me averne due è inutile quindi potrete averne una parte anche voi. Infine, posso convincerti dandoti un'informazione che so per certo ti potrebbe interessare...
A quel punto fece una pausa, dando il tempo a Vladimir di incuriosirsi a dovere, per poi sfoggiare un'altra leggera risatina che scosse il suo pseudo metallo liquido per alcuni istanti.
So che stai cercando Kokujo e nessuno riesce a trovarlo... ebbene ti dirò dove potrai cercare con sicurezza, e anche come scoprirlo facilmente. Il perché tu lo cerchi lo ignoro, ma queste sono le informazioni che mi passano quindi devo accontentarmi. Allora... sono meritevole di attenzione oppure passiamo al combattimento?
Con quelle ultime parole Vidoq si dimostrò anche pronto alla battaglia, in caso Vladimir avesse deciso di non collaborare. La cosa sarebbe finita in ogni caso, pertanto preferì spargere tutte le carte del mazzo sul tavolo e lasciare a Vlad la decisione ultima.. -
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Il lavoro che Vidoq stava proponendo smebrava ricco di vantaggi e possibilità interessanti, non era ancora meritevole di abbandonare la regola di Iwan ma comunque sapeva come uscitare l'interesse di una ragazza curiosa. Vlad portò l'indice sulle labbra, mordicchiandolo divertita meditando sul da farsi. Sembrava una proposta allettante, ma lo diventò nettamente di più quando Vidoq arrivò al piatto forte: Kokujo. Gli occhi di vladimir si spalancarono e divennero rosso sangue. I suoi denti si strinsero intorno al dito facendolo sanguinare, per poi deformare la sua espressione in un sorriso compiaciuto.
Ohhh si... Kokujo ci interessa molto. Adesso si che siamo curiosi...
Il fatto di essere riuscito a parlare direttamente con l'Unica Mente che si riferiva a sé al plurale doveva valere molto per Vidoq, le aveva dato un buon motivo per fidarsi di lui e dargli una grande possibilità.
Sei fortunato Vidoq, ora muoio dalla voglia di ottenere ogni singola informazione da te, ma hai fascino quindi prima di schiacciarti la testa proveremo a fare a modo tuo. Principalmente perché sono impaziente di incontrare ancora il mio donatore...
Finalmente la possibilità di Rintracciare una volta per tutte Kokujo. Non vedeva sinceramente l'ora.... -
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L'offerta di Vidoq venne seriamente presa da Vladimir che nonostante gli avvertimenti dei suoi compagni si stava per fiondare in un'operazione in solitaria decisamente fuori dai canoni. Vidoq allora sollevò la mano destra col palmo rivolto verso l'alto, innalzando con essa una delle lanterne come se fosse mossa da invisibili forze. La lanterna si illuminò intensamente, iniziando a produrre l'immagine distorta del loro geniale inventore: Traesto.
Traesto collabora con gli Immortali Terrestri, creature molto antiche e molto potenti che non sarebbero molto d'accordo col progetto della Umbrella di unificazione del creato. Prima di voi però, c'è una grande minaccia che incombe: Satana in persona, che per essere affrontato necessita di personalità paricolarmente potenti chiamati "Diamanti Grezzi", guerrieri rarissimi che possono ottenere la forza di sconfiggere questo nemico. Per trovarli Traesto e i suoi si servono di particolari occhiali in grado di vedere l'energia delle persone. Io ti invierò verso uno dei suoi laboratori occhulti dove sono custoditi questi occhiali. Dovrai infiltrarti, rubarne anche un paio per te se vuoi, e poi uscire alla velocità della luce. Quando mi consignerai gli occhiali, allora ti dirò dove cercare Kokujo.
Detto questo la lanterna si richiuse, tornando al suo stadio naturale di quiete. Vidoq si fece avanti, con fare interrogativo.
Tutto chiaro?. -
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Quei discorsi per Vladimir non erano del tutto nuovi. Si era parlato di Uru, immortali, Satana in persona e molte altre cose a cui lei avrebbe dovuto dedicare la sua attenzione se non fosse stata totalmente distratta dall'obbiettivo della Dead Star. Quella era una buona scusa per riprendere i suoi impegni col resto dell'esistenza, in modo da iniziare ad assimilare informazioni di pezzi belli grossi.
Allora abbiamo un patto, Vidoq. Ma che ne pensi se rilancio? Oltre all'informazione su Kokujo... voglio sapere cosa c'è sotto quella maschera. E in cambio ti dirò cosa vedrò nell'anima di Traesto.
Aveva imparato anche lei a fare affari, sapeva bene che rilanciare poteva rivelarsi una buona idea soprattutto perché scoprire l'identità di quel Vidoq la incuriosiva fin troppo. Poteva combatterlo certo ma perché darsi tante fatiche quando erano diventati così amici? Le labbra di Valdimir furono inumidite dalla sua lingua, non vedeva l'ora di iniziare.... -
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Al rilancio di Vladimir, Vidoq sollevò una risata molto più sentita delle altre, era visibilmente divertito nell'aver trovare una creatura così interessante con cui stringere patti. Quando la risata si placò, le diede una risposta forse fin troppo inaspettata.
Molto bene... avrai le tue risposte.
E detto questo non c'era più alcun motivo per esitare. Vidoq avrebbe circondato entrambi con le sue lanterne, sollevandole in modo da circoscrivere un quadrato che li avvolgeva entrambi. Con una rapida iniezione di energia, la foresta intorno a loro sparì, facendoli ricomparire sul ventoso tetto di un edificio nel centro di Roma. Si erano letteralmente teletrasportati. L'edificio era una sorta di albergo, un piccolo palazzo non più alto di molti altri che avrebbe ospitato le notti di forestieri e vacanzieri. Loro erano sul tetto, precisamente sopra al 25 piano. Di fianco a loro un ascensore, mentre sul margine della parete ecco allungarsi una scala di emergenza. L'edificio da fuori appariva illuminato come un normalissimo albergo, come se più o meno tutte le stanze fossero occupate e attualmente in uso.
Questo palazzo è stato prenotato in segreto da Traesto per svolgere esperimenti senza essere disturbato. Lo troverai al 15 piano, scoprendo che tutti gli altri sono vuoti per questo motivo. Questo si traduce in una sicurezza praticamente certa, ma anche una grande vulnerabilità. A te scegliere come approcciarti alla cosa, non ti sarà difficile orientarti all'interno qualsiasi strada scelga.
Detto questo avrebbe aspettato ulteriori domande di Vladimir prima di andarsene fino alla fine del suo operato.. -
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Il teletrasporto la stupì. Non che non ne avesse mai visto uno, ma lo fece improvvisamente e senza macchinari strani, con una preparazione praticamente nulla. Non era cosa da poco, ma non gli avrebbe riconosciuto un merito del genere. Arrivati sul tetto, Vladimir iniziò a guardarsi intorno, cercando di capire l'ubicazione esatta. E menre Vidoq parlava, eccola meditare sul da farsi.
Prima di iniziare... devo chiedertelo: perché ti servirei io? A quanto pare attingi informazioni davvero interessanti su tutti, non hai bisogno di spioni extra. Inoltre sei in grado di teletrasportarti, perché non li rubi tu gli occhiali?
In pratica voleva sapere dove otteneva le sue informazioni e perché aveva bisogno di Vlad per risolvere i suoi problemi. In quel momento non le sembrava molto verosimile che avesse necessità di una mano, quindi Vidoq non avrebbe potuto negarle una risposta senza giocarsi tutta la fiducia da poco guadagnata.
Dove prendi informazioni... e da dove provengono i tuoi poteri?
Lo sguardo si spostò lentamente su di lui ancora, con un fare vagamente malizioso.. -
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Vidoq sembrava stupirsi sempre di più della curiosità e dell'intelligenza di Vladimir, un pò come se stesse dando per scontato che una creatura così diversa dagli esseri umani non poteva essere poi così scaltra versatile. E invece si rivelava piena di risorse. Tuttavia, l'uomo mascherato non poteva darle risposte chiare, perché un discorso serio lei... non avrebbe potuto capirlo.
Te lo spiegherò in modo che tu possa capire... i miei poteri derivano da una divinità capricciosa, che pò decidere se giocare con me o mettermi in totale svantaggio. Stavolta mi ha dato informazioni estremamente golose ma non mi ha spiegato come sfruttarle. Posso teletrasportarmi solo in spazi aperti, per questo siamo sul tetto e non all'interno, pertanto io sarei inutile in questa situazione. E' tutto nelle tue mani.
E detto questo si sarebbe gettato giù dal tetto, senza troppi complimenti, conscio che Vladimir non aveva realmente bisogno di altre informazioni se aveva fatto una domanda del genere. Nessun timore tuttavia: si sarebbero rincontrati di nuovo a missione compiuta. Ora Vladimir doveva necessariamente scegliere la sua strada, anche solo per capire come scovare Traesto.. -
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Un tipo davvero curioso ed avvolto nel mistero. Vlad non si fece domande mentre Vidoq spariva, tornando ad esaminare il palazzo cercando di capire come poteva comportarsi. Pensò subito che circoscrivere il perimetro poteva essere un'idea efficace per poter studiare il luogo, forse scalando le pareti con silenziosa destrezza avrebbe potuto vedere in quale finestra era nascosto l'inventore. Poi però pensò al fatto che sicuramente essendo una copertura da fuori non sarebbe stato possibile vedere cosa c'era precisamente all'interno. Per magia o usando una tecnologia particolare. Di sicuro ci sarebbe stato qualche inganno, i geni non sono così sprovveduti. Probabilmente la scelta migliore era sfruttare il cliché dei condotti di areazione, ma Vidoq le aveva fatto il grande favore di dirle a che piano poteva avventurarsi per primo, perfetto per non perdere tempo. La sua scelta ricadde allora sulla scala antincendio, scendendola silenziosamente fino al 15° piano, cercando un punto per entrare nell'edificio che potesse farle comodo. Nel mentre i sensi all'erta per poter scovare eventuali osservatori interessati o trappole di sicurezza piazzate da Traesto stesso per mettere in difficoltà curiosi come lei. Nel frattempo avrebbe osservato le sue mani cambiare, diventando affusolate e affilate, attivando il proprio potere per far fronte alle difficoltà future. . -
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Vladimir ponderò bene le sue scelte, molto probabilmente da fuori non era possibile capire cosa succedeva all'interno. L'idea migliore era farsi avanti entrando direttamente nell'edificio, e la scala di emergenza portava proprio davanti all'entrata di servizio del 15° piano. La porta antincendio era bianca e molto spessa, quindi Vladimir avrebbe dovuto eseguire una pressione notevole per poterla spostare silenziosamente. Una volta all'interno si sarebbe ritrovata in un buio particolarmente chiaro, illuminato da delle luci rosse simili a quelle usate dai fotografi per sviluppare le foto in tranquillità. Vlad si sarebbe resa conto che quella luce la infastidiva leggermente, ma non le impediva né di guardare la zona, né di andare avanti. Inoltre quella luce non era continua, ma calava leggermente di intensità come se dovesse spegnersi, per poi tornare luminosa ad intermittenza. Si trattava di un piano dedicato per un abitazione in particolare, neanche fosse una stanza di lusso, forse creata appositamente per Traesto. Le pareti erano circondate da numerosi macchinare, alcuni silenziosi e altri un pò più rumorosi, ma comunque non si trattava di un chiasso notevole. A terra c'erano molti tubi e cavi, che convergevano verso la porta d'entrata lasciando libero il passaggio. Vladimir si trovava in un lungo corridoio: alle sue spalle la porta di emergenza, dal lato opposto c'era una finestra con tanto di balconcino per le piante. A metà di questo corridoio c'erano due vie: un grosso portone per entrare nell'appartamento, e un piccolo corridoio che portava ad ascensore e scale per spostarsi negli altri piani. I condotti di areazione in quel punto erano troppo piccoli per potersi intrufolare. .
