[Operazione] Addictive Bait

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    MYBWsrf


    Nome PG: Ember Xenthon
    Link Scheda: Scheda PG
    Livello del Potere: 1
    Abilità Fisiche: Gigas 3, Mach 3, Shell 3, Jumper 3, Sense 3, Strike 3, Vision 3, Energy 3, Charge 3
    Tecniche Personali: Spada di Fuoco, Palla infuocata, Lingua di Fuoco, Spada Serpentina, Proiettile Rovente
    Tecniche Loto: -
    Armi & Equipaggiamento: Striker, Caricatore Fucile a Pompa x4, Pillola Kinder x2
    Tipo di operazione: Traffico Illegale - Piccoli scambi illegali
    Descrizione del luogo: Sono le undici di sera, e lo scambio avviene in un vecchio molo in cemento situato in una zona poco usata del porto. La struttura, circondata su tre lati dal mare, è lunga circa 100 metri, per una larghezza di circa 20. La sua altezza complessiva è di circa 7 metri, 5 dei quali sono sommersi dall'acqua.
    Operazioni portate a termine: -

    AVVERTENZE: Per chi non fosse interessato alla parte introduttiva può cominciare a leggera partendo da qui.

    Silenzio. In quella piccola stanza non si poteva sentire alcun rumore, se non quello di flebili respiri che ritmicamente uscivano dalle carnose labbra dell'unica donna presente in quella stanza. Era una ragazza sulla ventina, capelli bianchi e occhi ferini degni della parte animale che da sempre la contraddistingueva. Non indossava niente addosso, rimanendo nuda e innocente come mamma l'aveva fatta. Peccato però che di innocente non aveva proprio niente, anzi era dannatamente sexy e stimolante e se non fosse per il fatto che si trovava in casa sua probabilmente qualche malintenzionato avrebbe provato a violentarla senza pensarci due volte. Delle carni così succulente e invitanti non si trovavano tutti i giorni, e quelle graziose orecchie da gatto sarebbero state il colpo di grazia per qualunque pervertito fissato per gl'ibridi. E come ciliegina sulla torta stava addirittura dormendo. Insomma, una preda perfetta per chiunque. Le uniche pecche che rovinavano quella visione paradisiaca erano quei grossi rivoli di bava che continuavano ad uscire dalla sua bocca come un fiume in piena, e la posa che aveva assunto stando sdraiata sul suo divano, degna del migliore degli ubriachi. Chiunque guardandola sarebbe riuscito ad intuire quanto sciatta e disordinata in realtà fosse quella specie di angelo con le orecchie da gatto. E a valorizzare ancora di più questa teoria c'era un innumerevole quantitativo di lattine di birra sparse per tutta la stanza, concentrate quasi tutte vicino al divano nel quale la ragazza stava beatamente dormendo.
    Nyaaaa~ Signyor Nyopolinyo, lo sai che sei nyavvero succulento~ Anche tu Signyor Nyesce~ Su, su venite dalla vostra Nyadia che vi nyangio tutti in un sol bocconye~ Nyaahmmmmm~
    Si, parlava addirittura nel sonno. Se prima dava l'impressione di essere una vera e propria dea, adesso sembrava quasi ridicola. E il massimo dell'ilarità arrivò non appena, presa dalle sue stesse fantasie cominciò a muoversi distrattamente in quel piccolo divano costretto a letto temporaneo. Inutile dire cosa sarebbe successo in seguito. Un movimento di troppo la fece capitombolare per terra, su quel piccolo oceano di lattine vuote che lei stessa aveva creato, sbattendo violentemente il viso sulla moquette. Era immortale nel vero senso della parola, ma ciò non voleva dire che non poteva sentire dolore. Quel colpo fu talmente forte e improvviso che oltre ad una bella facciata da record, riuscì addirittura a fargli perdere la testa. E non era una metafora o un gioco di parole, la ragazza aveva letteralmente perso la testa. Quest'ultima cominciò a rotolare per diversi metri, raggiungendo quasi la porta d'ingresso. D'istinto il resto del suo corpo si alzò, lanciandosi subito all'inseguimento della parte più importante del suo corpo. L'inseguimento non durò molto, ma si concluse nel modo peggiore in assoluto. Non avendo gli occhi il suo corpo si muoveva a tentoni, e come unico riferimento aveva quello che i suoi veri occhi riuscivano a vedere. Non poteva vedere ciò che aveva davanti e alla velocità a cui stava andando probabilmente non sarebbe mai riuscita a fermarsi in tempo. Il risultato? Un bella testata da Guinness dei Primati contro la porta d'ingresso. O almeno questo era quello che sarebbe successo se avesse avuto ancora la testa. Come la si poteva chiamare? Collata? Ha dato una collata contro la porta d'ingresso? Si, mettiamola così. Una collata in piena regola, con tanto di schizzo di sangue che imbrattò completamente l'entrata in legno.
    Nyaahia!!
    Un forte grido di dolore uscì dalle labbra gattesche della ragazza, rimbombando per tutto quel discreto appartamento di periferia. In casa non c'era nessun'altro all'infuori di lei, e gli unici che avrebbero potuto sentirla erano i gatti di quella coppia di vecchietti mezzi decrepiti che si ritrovava come vicini. Loro erano troppo sordi per sentirla e con tutta probabilità i ragazzi della porta accanto erano fuori ad ubriacarsi in qualche locale, come loro solito. La sua socia era fuori a sbrigare degli affari, quindi non poteva aiutarla nel caso fosse stato necessario. Davvero una brutta situazione in cui se la sarebbe cavata esclusivamente con le sue sole forze. Dopo essersi ripresa dalla serie di botte che aveva preso, di certo letali per un normale essere umano, si ricompose, rimettendo la testa al suo posto originario. Sembrava quasi una di quelle bambole i cui pezzi si staccavano e riattaccavano con semplicità disarmante. Da far venire i brividi. Da angelo simbolo di bellezza eterna era passata a ridicolo mostro ricomponibile. Una digressione da record. Una volta ricompostasi si rimise nuovamente in piedi, muovendo la sua ritrovata testa facendovi scricchiolare le ossa del collo, quasi stesse controllando che tutto fosse tornato al suo posto. Sembrava di si. Cominciò a guardarsi attorno, come se stesse controllando la situazione. Era da sola, completamente nuda ad un passo dalla porta d'ingresso. Dal tipo di illuminazione che attraversava le finestre poteva più o meno stimare l'orario in cui si era bruscamente svegliata: circa le sei del pomeriggio, momento di passaggio dall'ingenuo e innocente giorno alla più selvaggia e malevola notte. Ergo era l'ora della cena. Si, lei, anzi loro mangiavano decisamente presto quasi come in Ospedale. Il loro lavoro richiedeva un alto tasso di turni notturni, per cui solitamente mangiavano quando il sole era ancora più o meno alto. Però era strano, normalmente la sua socia in affari era sempre lì al rifugio per quell'orario, eppure in quel momento non si trovava in casa. Chissà che fine aveva fatto? Di certo non era finita in qualche casino, l'aveva istruita abbastanza bene e sapeva che era abbastanza in gamba da non cacciarsi nei guai con tanta leggerezza. Era un po' tanto irascibile, ma non era una stupida. Quindi non c'era motivo di preoccuparsi per lei. Adesso l'unico di cui doveva realmente preoccuparsi era il suo stomaco, che già stava cominciando a lamentarsi rumorosamente.
    Nyaccordo, nyaccordo. Adesso preparo qualconya da nyangiare.
    Stava parlando con il suo stomaco? Sembrava proprio di si, ma non si potevi dire con certezza. Una cosa però era certa: più passava il tempo e più la sua immagine angelica decadeva, sprofondando sempre di più nel fango. Sembrava impossibile che in un corpo così perfetto si nascondesse un intelligenza tanto scarsa, felina quasi. E pensare che si comportava così goffamente solo in privato, durante un lavoro era completamente un altra persona. Cominciò ad incamminarsi verso la cucina, canticchiando un motivetto gattesco decisamente molto incentrato sull'argomento principale della serata: la cena. Fece un paio di passi in direzione della cucina, quando all'improvviso...
    Zoimina.
    NYAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!
    Una voce improvvisa e completamente inaspettata fece sobbalzare la povera Nadia, che per lo spavento gli stava quasi per venire un infarto. Per fortuna che era già "morta", altrimenti questa improvvisata l'avrebbe ammazzata di sicuro. Istintivamente si voltò di scatto, guardando in faccia la persona che gli aveva giocato quel brutto scherzo. Per lo spavento non aveva prestato molta attenzione al tono di voce assente e privo di emozioni con cui era stata pronunciata quell'unica parola, altrimenti avrebbe saputo chi fosse il suo improvviso ospite. Una bambina, di nove anni circa, molto bassa ed esile. Uno scricciolo. Nonostante la sua giovane età aveva i capelli bianchi, con qualche sfumatura azzurrina, mentre i suoi occhi privi di qualsivoglia emozione brillavano di un colore violaceo, decisamente inusuale che celava una natura decisamente poco umana. Sembrava quasi una bambola, rivestita con un lungo e logoro mantello marroncino. Ma la cosa che più saltava agl'occhi non appena si guardava quella minuta figura erano le numerose bende che avvolgevano buona parte del suo corpo. O almeno questo era l'impressione che davano, in realtà non si capiva bene cosa nascondesse sotto a quel grosso e logoro mantello. Le uniche bende che si potevano vedere chiaramente erano quelle che coprivano il suo occhio sinistro, e se si prestava un po' di attenzione anche i suoi piccoli e graziosi piedini, stranamente scalzi. Forse ne aveva anche alcune nelle mani, ma essendo coperte dalle grosse maniche del suo mantello non era certo. Vi erano altre garze che erano altrettanto visibili, anzi forse anche più delle altre, ma non ricoprivano affatto il suo corpo, bensì quel suo grosso manto che con tutta probabilità gli faceva da unico indumento. Dopo essersi più o meno ripresa dallo spavento che gli aveva fatto prendere la piccola, la mezza-gatta cominciò giustamente a lamentarsi di quella sua apparizione decisamente troppo improvvisa.
    Uffa, Amy! Perché devi spaventarmi in questo modo?!
    Nadia sbottò, ma questo non suscitò alcuna reazione nella sua piccola ospite, la quale rimase completamente impassibile, come una bambola di porcellana, bella ma inespressiva. Non dava affatto l'impressione di essere distaccata o freddo, sembrava più che altro che non provasse alcuna emozione, quasi fosse veramente sprovvista di un anima. La sua risposta arrivò dopo una manciata di secondi, fredda e disinteressata come suo solito.
    Zoimina.
    Ancora una volta quella parola, quel nome. La prima volta la mezza-gatta non ci fece molto caso, troppo spaventata dalla spettrale entrata della piccola, però adesso che si era più o meno rilassata e poteva ascoltare ciò che aveva da dire senza inutili distrazioni. Zoimina. Questa era l'unica parola con cui la minuta ragazza si presentò, facendo intuire a Nadia il motivo della sua visita. Repentinamente la sua espressione cambiò, passando da imbronciata ad entusiasta in un nanosecondo. Se la sua ospite si stesse riferendo a ciò che pensava allora c'era da essere super felici. Si avvicinò a lei, guardandola dritta negl'occhi come se avesse visto un'enorme sardina essiccata, con l'unica differenza che in questo momento non aveva la bava alla bocca.
    Zoiminya! Non dirmi che sei riuscinya a tronyare qualcunyo disposto a comprarnya!?!?
    Se così fosse stato allora quella era una grande notizia. Erano passate ormai diverse settimane da quando durante un suo viaggio nella capitola giapponese era riuscita ad entrare in possesso di un buon quantitativo di quella nuova sostanza che da qualche tempo a questa parte stava cominciando a girare nei bassifondi del continente americano, e finalmente era riuscita a trovare qualcuno che fosse disposto a comprarla da lei. O meglio, quella ragazzina era riuscita a trovargli qualcuno disposto a comprarla. Era davvero un piccolo angelo custode, un informatrice con i controfiocchi. Non a caso nel giro era considerata una delle migliori in circolazione, anche se pochi si fidano visto il suo aspetto non solo da bambina, ma anche per via degli stracci logori che costantemente indossava. I giovani d'oggi pensano che essere i migliori significasse anche andare in giro in un certo modo, con vestiti alla moda oppure eleganti con tanto di giacca e cravatta. Come si suol dire: l'abito non fa il monaco. Da una parte però era meglio così, se fosse stata sempre impegnata ad eseguire compiti per i pezzi grossi non avrebbe avuto tempo per eseguire le richieste dei pesci più piccoli come lei o la sua socia in affari. La ragazza bendata fece un lieve cenno con la testa, confermando le teorie della mezza-gatta. Nadia non poté non saltare letteralmente dalla gioia sentendo quella che per lei era un'ottima notizia, urlando entusiasta quasi fosse una ragazza pon-pon. Era davvero al settimo cielo, e nessuno poteva negarlo.
    Molo.
    Un'altra volta la flebile e assente voce della piccola ospite attirò l'attenzione della padrona di casa, la quale si ricompose velocemente, ascoltando ciò che aveva da dire. Aveva detto molo, quindi probabilmente era quelli il luogo dove avrebbe dovuto incontrarsi con i suoi futuri "clienti". Come suo solito la piccola informatrice non disse altro, parlando a monosillabi come sua abitudine, lasciando sempre delle grosse e silenziose pause tra una parola e l'altra. Era un po' strana, ma era fatta così e col tempo la felina ci aveva fatto l'abitudine. Dopo una breve pausa riprese a parlare, dando altre informazioni alla ragazza di fronte a lei, ancora completamente nuda come mamma l'aveva fatto. Non sembrava affatto preoccuparsi del suo scarso senso del pudore, anche di fronte a ciò rimaneva impassibile, come se fosse stata completamente svuotata di ogni qualsivoglia tipo di sentimento.
    Undici.
    Probabilmente si riferiva all'orario. Normalmente quando lei appariva dal nulla lo faceva sempre il giorno stesso in cui il lavoro doveva essere svolto. Caso strano era che tutte le volte appariva sempre quando non avevano altro da fare. Non era mai capitato che un "lavoro" da lei offerto coincidesse con un'altro, quasi sapesse sempre ogni loro mossa. Una specie di stalker in miniatura, se così la si poteva definire, anche se nessuno poteva confermare questa teoria dato che anche tra i criminali più forti e pericolosi nessuno era mai stato in grado di individuarla. Sembrava veramente un fantasma, che appariva e scompariva quando gli faceva comodo. Più o meno gli erano state date tutte le informazioni necessarie per svolgere il lavoro, e anche se non era molto importante l'unica cosa che rimaneva da scoprire era il tipo di clienti che la piccola era riuscita a procurargli. Sicuramente se non glielo avesse chiesto direttamente non si sarebbe scomodata a dargli quell'informazione, ma d'altronde doveva saperlo; la piccola mummia non faceva mai del lavoro extra, e si limitava ad eseguire i compti che gli venivano assegnati alla lettera. L'ultima volta che le due si erano viste Nadia gli aveva chiesto di trovare qualcuno che fosse disposto a comprare quella merce decisamente poco pulita, senza specificare una precisa tipologia di clienti a cui rifilare quella sostanza. A lei andava bene chiunque. Non era una stupida e anzi aveva un ottimo senso degli affari. Aveva un obiettivo ben preciso e per ottenerlo avrebbe dovuto spargere un po' di quel malefico seme in giro, in modo da attirare l'attenzione dei pezzi grossi. Non sapeva chi ci fosse dietro, ma dalle informazioni che era riuscita ad ottenere grazie all'aiuto della sua piccola collega a quanto pare dietro allo spaccio di Zoimina c'erano dei pezzi grossi del governo, o almeno gente che conta. Non c'era da stupirsi se dietro a tutto questo ci fosse stata addirittura la Black Lagoon, o ancora meglio Carisma in persona. Sarebbe stato davvero un bel colpo. L'obiettivo che si era prefissata con lo spaccio fuori controllo di quella droga era di attirare l'attenzione dei pezzi grossi. Di sicuro se ci fosse stata un "fuga" di quella sostanza sarebbero subito andati a controllare e in particolare a verificare la nuova "fonte" da cui veniva spacciata la Zoimina. Le possibilità era due: o avrebbero cercato di eliminare la nuova fonte, cosa assai probabile, oppure se avesse giocato bene le sue carte sarebbe riuscita a stringere qualche tipo di accordo con veri rifornitori, e magari guadagnarci qualcosa. L'unica falla in questa sua strategia era che non aveva idea di chi detenesse il monopolio in quel settore, e se fossero state veramente delle forze governative questo avrebbe potuto limitare di molto le sue azioni come criminale professionista. Era un po' un azzardo, ma era disposta a rischiare pur di farsi degli "amici" tra i pezzi grossi. La risposta della bambolina arrivò dopo una manciata di secondi, apatica come tutti i suoi discorsi, o meglio monosillabi.
    Piccoli.
    Pesci piccoli dunque, magari qualche teppistello di strada o dei criminali di bassa lega. Beh, di certo sperare che pesci più grossi di quelli abboccassero subito sarebbe stato oltremodo ottimistico. Capi mafia o criminali di una certa levatura non erano degli ingenui e sapevano che fidarsi di un'informazione così poco attendibile. Per questo non si scoraggiò, e anzi fu molto felice della notizia che gli era appena stata data.
    Ho capito. Quindi al molo alle undici di questa sera. D'accordo, ci sarò senz'altro. Allora ci sentiamo per il tuo pagamento.
    Ebbene si, anche quella bambina si faceva pagare per i suoi servigi. Dopotutto era lei che faceva girare le informazioni, e senza il suo aiuto probabilmente la mezza-gatta ci avrebbe messo settimane in più. La sua parcella non era molto alta, anzi quasi irrisoria se si considerava tutto il lavoro che aveva svolto: sempre il 10% dei guadagni complessivi di un lavoro, e l'1% in più per ogni informazione aggiuntiva precedentemente offertagli. Quindi se si contava anche l'informazione riguardante i rifornitori della Zoimina in totale doveva dargli l'11% del guadagno totale di quella operazione. Decisamente un affare troppo conveniente per non essere accettato al volo. La piccola informatrice scosse lievemente la testa, facendo capire alla ragazza ibrida che, come al solito, sarebbe tornata a lavoro concluso per riscuotere il suo pagamento. Quindi se tutto andava per il meglio si sarebbero reincontrate questa sera stessa. Adesso era il tempo di salutarsi, a meno che la piccola non si fosse fermata a cena con loro. Sarebbe stata una cosa carina. Dopotutto l'aveva sempre aiutata nei suoi lavori e a parte con quel pagamento misero non era mai riuscita a ringraziarla come si deve. E poi le due si conoscevano da un sacco di tempo, e all'espansiva gatta sarebbe piaciuto approfondire il rapporto tra loro due.
    Nyaccordo allora, se nyon ci sono nyantoppi ci venyamo stasera. Anzi, perché nyon rimani a cenya da...
    Parole al vento. Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che la minuta ragazzina era già scomparsa nel nulla, esattamente nello stesso modo in cui si era presentata. Bastò un semplice batter di ciglia che l'esile ed evanescente figura davanti ai suoi occhi sparì del tutto, senza lasciare alcuna traccia. Come avesse fatto era un mistero, un arcano a cui da anni la gatta antropomorfa cercava inutilmente di rispondere. Che fosse veramente un fantasma?
    ...nyoi.
    Depressa, Nadia concluse ciò che voleva dire sebbene ad ascoltarla non vi fosse assolutamente nessuno. Tirò un forte sospiro di rassegnazione, dopotutto doveva saperlo come sarebbe andata a finire. Adesso era nuovamente da sola, con lo stomaco che, calata la tensione, riprese a brontolare come pochi minuti prima. Era tempo di preparare la cena, e anche se la sua collega non era ancora rincasata da chissà dove non poteva di certo rimanere a pancia vuota. Riprese dunque a reincamminarsi verso la cucina, sperando che questa volta nessuno si materializzasse all'improvviso alle sue spalle com'era successo pochi attimi prima. Canticchiava un motivetto assai orecchiabile, facendo capire a chiunque l'avesse ascoltata quali erano i suoi piani per la cena.
    Nyanyanya~! Nya- Nyardine~! Nya- Nyardine~! ♪
    Sardine. Ecco quale sarebbe stata la sua cena. Da un mezzo-gatto non c'era da aspettarsi niente di meno; per lei le sardine erano un po' come una torta al cioccolato per gli umani: la fine del mondo, qualcosa la cui esistenza dava un significato profondo al mondo intero. Esagerata. Continuò ad incamminarsi verso la cucina, pronta per fare mambassa di tutte le sardine essiccate che il suo stomaco sarebbe stato in grado di contenere, finché qualcosa non gli fece sgranare gli occhi dalla paura. Un'altro imprevisto arrestò nuovamente la sua avanzata verso la tanto desiderata cena, facendo spazientire il suo povero pancino. Questa volta non si trattava di bambine che spuntavano dal nulla, ma di un imprevisto di natura ben diversa. Sardine. Canticchiando questo motivetto e ripetendo più e più volte questa canzoncina si ricordò di un fatto estremamente importante, da cui dipendeva la sua intera esistenza.
    NYAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!! MI SONYO NYAMENTICATA CHE QUESTA SERA C'È LO SPENYALE SUI NYESCI TROPINYALI!!!!!!!!!!
    Di vitale importanza appunto. Si era ricordata soltanto adesso che quella sera trasmettevano su uno dei suoi programmi preferiti, un documentario appunto, uno speciale sui pesci tropicali che da più di un mese era stato annunciato e agognava di vedere più di ogni altra cosa. Però era arrivato quel lavoro improvviso, e adesso non poteva più vedere la trasmissione. Quest'ultima iniziava alle undici meno un quarto, e per arrivare al molo gli ci voleva minimo mezz'ora. Si sarebbe persa metà dello spettacolo, e se ci fossero stati degl'imprevisti addirittura tutto. Di certo non poteva saltare un lavoro così importante, ne andava oltre che del suo onore e della sua faccia anche di tutti i suoi progetti per salire di livello. Era dunque obbligata a rinunciare allo speciale, e non c'era via di scampo. Una nuvola di depressione totale si abbatté sulla povera gattina infelice, che ormai rassegnata al suo destino riprese ad incamminarsi verso la cucina. Oramai ciò che mangiava non aveva più importanza, era talmente depressa che poteva anche rimanere a digiuno per quel che gli riguardava. Tanto a causa di una specie di maledizione che gli era stata lanciata quando era ancora giovane, quindi più o meno un paio di secoli fa, era diventata completamente incapace di morire, quindi non sarebbe di certo morta di stenti. Fece qualche passo in più verso la cucina, quando un nuovo rumore attirò la sua attenzione: una porta che si apriva, e per la precisione la porta d'ingresso. Ad avere le chiavi di quell'appartamento erano soltanto in due, ed essendo lei in casa era praticamente ovvio chi fosse la nuova arrivata.
    Ohi, gatta. Si può sapere che cazzo hai da urlare? Ti si sente fin dal piano terra.
    Nessun saluto, maleducata, strafottente e completamente irrispettosa delle persone più anziane di lei. Se prima avesse mai avuto dei dubbi su chi avesse appena varcato la soglia di casa adesso non aveva più dubbi: era Ember, la sua collega e socia in affari. Ancora depressa per la brutta notizia appena ricevuta, Nadia si voltò verso la figura della nuova arrivata; lunghi capelli bianchi, pelle scura e fisico mozzafiato. Era proprio lei, non c'era dubbi. La mezza-gatta rimase un attimo in silenzio, quasi stesse meditando su cosa rispondere alla sua collega. Con gli occhi colmi di lacrime provò a spiegare la sua drastica situazione alla sua socia draconica.
    Nyhe, per la nyerità poco nya è arrinyata la piccola Amy a darny delle informanyoni su dei potenyali compranyori di Zoiminya e...
    Aspetta un attimo. Ora che ci rifletteva bene, non era la sola ad essere coinvolta in quella questione. Anche Ember era al corrente dei suoi piani, e anzi era stata proprio lei ad aiutarla a recuperare una grossa scorta di Zoimina con i suoi metodi decisamente poco delicati. Anche lei era in ballo, quindi perché non farla ballare al posto suo? Un'idea geniale, grazie alla quale poteva concludere l'affare senza perdersi il tanto agognato speciale. Con una velocità sorprendente l'espressione della gatta passò dal depresso all'euforico, avvicinandosi alla sua collega con la medesima rapidità di un fulmine. Un sorriso sornione, gattesco quasi si dipinse sul suo volto, mettendo i brividi alla sua coinquilina che istintivamente fece un passo indietro preoccupata per quella così strana reazione. Le due cominciarono a fissarsi per una manciata di seconda, una euforica e l'altra preoccupata. I loro volti erano talmente vicini che se fosse stata un'altra situazione sicuramente avrebbero messo il bollino vietato ai minori a quella scena. La prima a spezzare quel breve silenzio fu Ember, impaziente e stufa di questa assurda situazione.
    Ehi, gatta. Che cazzo vuoi, si può sapere?
    La risposta di Nadia non tardò ad arrivare, anzi fu più rapida del previsto. Era talmente su di giri da far venire i brividi anche ad un fantasma, e ovviamente anche una tremenda e violenta dragonessa come quella che stava a pochi centimetri dal suo volto.
    Avrei un piccolo fanyore da nyederti. Ti rinyordi il nyarico di Zoiminya che anyamo prelenyato qualche settimanya nyà? Benye, Amy è nyuscia a tronyarci delle pernyone dosposte a nyomprarci parte del nyarico, però sta nyera nyon posso pronyo anyarci pernyé ho altri impenyi altrenyanto urnyenti. Saresti così nyentile da...
    Col cazzo.
    Risposta secca, e anche fin troppo brusca. Nemmeno aveva sentito ciò che aveva da dire e già la mandava volgarmente a stendere. Perché aveva rifiutato? Eppure Nadia era sicura che avesse accettato la sua richiesta, dopotutto anche lei conosceva l'importanza di quella piccola operazione. Aveva anche evitato di dirgli il reale motivo per cui non poteva andarci dicendogli più in generale che aveva un "impegno urgente", in modo che non avesse motivo di rifiutare la sua proposta. Quindi perché non voleva andarci lei al suo posto? Proprio non riusciva a capire. Dopo un attimo di silenzio in cui meditò sulle possibili motivazioni che avesse potuto avere la sua collega, la mezza-gatta decise di esporre i suoi dubbi, chiedendogli chiaro e tondo perché non volesse fare lei quella consegna.
    Ma pernyé, scunya? Eppure questo è uny'affare nyolto impornyante. Se nyessunya di nyoi nyue ci nya rischianyo di pernyere un occanyone d'oro. Io ho nyegli impenyi urnyenti, quindi...
    La sua spiegazione non faceva una piega, eppure la dragonessa la interruppe nuovamente prima che potesse finire di parlare, mettendosi a gridare contro la sua collega nonché coinquilina, spiegandogli in breve perché non voleva andarci al posto suo.
    Un fottutissimo documentario su delle merde tropicali sarebbe un impegno urgentissimo!?!?! Vedi di fare il tuo lavoro razza di fottuta merda buona a nulla!!
    Shock! Sentendo le parole della sua collega, la mezza-gatta rimase completamente shockata da questa sconcertante verità. Come diavolo faceva a sapere che l'impegno urgente a cui si riferiva era proprio lo speciale sui pesci tropicali, eppure per quel che ricordava non gliene aveva mai parlato. Di sicuro non era una veggente o un indovine, e se avesse avuto la capacità di leggerle nel pensiero di sicuro se ne sarebbe già accorta da tempo. Inutile. Più ci pensava e meno capiva come fosse possibile una cosa del genere.
    C-Come nyavolo fai a nyapere dello spenyale sui...
    E per la terza volta venne interrotta ancora prima che finisse il discorso. Certo che era davvero maleducata, ma infondo tra criminali la gentilezza e l'educazione era qualcosa di davvero raro, quasi quanto riuscire a trovare un diamante perfetto. Non c'era da stupirsi che reagisse in quel modo. Come già detto Nadia venne interrotta una terza volta, ma in questo caso non furono le parole a troncare il suo discorso bensì i fatti. Probabilmente Ember aveva già capito cosa stava per chiederle e aveva anticipato la sua domanda rispondendogli con un semplice segno col dito indice. Stava indicando qualcosa, un oggetto che si trovava alle sue spalle. La felina si sporse un attimo per vedere che cosa la sua socia stesse indicando e alla fine vide il traditore: un calendario, la cui data odierna era contrassegnata da un colossale cerchio e la scritta a caratteri cubitali "Speciale sui pesci tropicali, da non perdere". Doppio shock! Non si sarebbe mai aspettata di venir tradita da se stessa in quel modo. Cadde nuovamente in depressione, vergognandosi di se stessa e per quella sua dimenticanza. Adesso era certo che non sarebbe più riuscita a vedere quel tanto sospirato speciale. Non si era mai nemmeno preoccupata di recuperare un videoregistratore o un lettore DVD dalle case di qualche stolto che viveva lì vicino, per cui non poteva nemmeno registrare la puntata. Era finita, un game over su tutta la linea. Se si fosse aspettata un atto caritatevole da parte della sua collega allora poteva stare fresca, non glielo avrebbe concesso nemmeno fra un migliaio di anni. No, non era ancora finita; c'era ancora un modo per ribaltare la situazione a suo vantaggio. Era un po' rischioso ma per quei deliziosi e succulenti pesciolini poteva anche correre il rischio. Ancora una volta l'espressione di Nadia cambiò, passando repentinamente dal depresso al furbo-gattesco, guardando nuovamente la coinquilina esattamente come aveva fatto poco prima, preoccupandola nuovamente di quella reazione così improvvisa. Questa volta la prima a parlare fu Nadia.
    Senti, pernyé nyon fanyamo una sfinya. La pernyente nyovrà andare all'appuntanyento senza possibilinya di discussionye.
    Una sfida. Ecco qual'era il piano di Nadia. Conosceva bene la sua collega e sapeva che era molto orgogliosa oltre che insensatamente violenta, e questo fattore sarebbe risultato determinante nella buona riuscita del suo piano. Com'era prevedibile l'orgogliosa dragonessa reagì alla proposta della sua socia in affari in maniera alquanto positiva, mostrandole un sorriso decisamente malvagio e carico di violenza repressa. La sua risposta sembrava quasi scontata.
    Ohh~ Hai voglia di combattere, gatta? A me stà più che bene, è da un po' che non prendo a calci quel tuo fottuto culo da gatta.
    Com'era prevedibile sembrava parecchio entusiasta all'idea di un combatt8mento tra loro due, l'ultima volta si era concluso con un pareggio, e a Ember questo tipo di risultati non piacevano per niente, e per lei rappresentavano quasi come una sconfitta. Voleva essere superiore a tutti, così da poter fare del male al prossimo senza preoccuparsi delle conseguenze. Questo era uno dei privilegi dell'essere considerati i più forti, e per una come lei era meglio di qualsiasi riconoscimento che avrebbe potuto ricevere. La draconica era pronta alla battaglia, fregandose altamente del fatto che se loro due avessero cominciato a combattere in quel luogo probabilmente avrebbero raso al suolo l'intero edificio. Però la sua compagna non sembrava essere affatto d'accordo con quella soluzione; aveva altri progetti per intortare la collega. Con un rapido gesto della mano la portò davanti al volto di Ember, a palmo aperto facendo il segno dello.stop.
    Nyaaaalt!! Frenya i nyavalli. Nyanche a me nyacerebbe nyambattere con te, ma nyon nyaremo mai in tempo per il nyappuntamento. Nyerché non nyacciamo qualcosa di nyu nyemplice?
    Inutile dire che questa risposra fece storcere di molto il naso alla draconica, che non vedeva l'ora di menare le mani, ma conveniva con lei sul fatto che se si fossero messe a combattere non avrebbero concluso per l'appuntamento, e quindi sarebbe stato tutto inutile. Lei era certamente più forte della sua compagna felina, ma l'esperienza e la capacità di quest'ultima rappresentavano delle vere e proprie gatte da pelare per la draconica, per questo quando combattevano ci mettevano sempre così tanto. La loro era più una guerra di logoramento, in cui si scontravano la forza di una contro la resistenza dell'altra. Però anche così la cosa le dava parecchio fastidio. Cosa aveva in mente la felina. Ci fu un breve attimo di silenzio, conclusosi con la proposta della mezza-gatta.
    Una nyartita a nyarta, nyorbici e nyasso.
    Reazione istantanea della draconica, che venne colta da un breve scatto d'ira. Di certo quella proposta così assurdamente infantile non era gradita da Ember, che in preda alla rabbia afferrò per i capelli la socia, staccandole letteralmente la testa dal resto del corpo e portandosi quel piccolo trofeo a pochi centimetri dal volto. Era incazzata nera e di certo se fosse stata un'altra persona avrebbe già cominciato a sbudellarla per bene, bruciandole lentamente la pelle con il suo ardente fuoco di drago. Però questo non preoccupava affatto Nadia, che anche in una situazione del genere non cambiò espressione, restando con quel suo solito sorriso furbesco. Questo faceva incazzare la draconica ancora di più, la quale cominciò a digrivnare i denti furiosa. Non poteva sapere che quella sua reazione così spropositata faceva parte del piano della sua coinquilina per intortarla per bene.
    Cosa cazzo hai da ridere, gatta!?
    Stava lentamente perdendo le staffe, anzi forse le aveva già perse da un bel pezzo. Il modo di fare della sua coinquilina gli dava parecchio sui nervi, anzi la faceva incazzare proprio. Aveva un forte impulso a distruggere tutto che la circondata, e lo avrebbe fatto se non fosse stato per quel minimo di sale in zucca che gli era stati impiantato a forza proprio da quella gatta strampalata. Gli aveva insegnato bene a considerare sempre le conseguenze delle sue azioni, e in questo caso se avesse agito d'impulso le conseguenze sarebbero state disastrose. Ma non era ancora finita, la mezza-gatta aveva un altro po' di "insulti pronti" per far perdere completamente la calma alla sua socia. Una pazza suicida dunque. O forse solo abbastanza intelligente da saper manipolare ben bene l'irascibile Ember sfruttando proprio questa sua debolezza. Portò una mano davanti alla bocca, ovviamente ancora staccata dal resto del corpo, coprendo quel suo sorrisetto gattesco e malizioso. Sembrava quasi volesse nascondere una risata.
    Pff! Cos'é nyai per caso nyaura di perdere ad un nyoco nyanto semplice? Nyon ti nyacevo una nyodarda simile. Sei tutto funyo e nyente nyardina.
    Una provocazione bella e buona, con tanto di risatina di scherno al seguito. Nadia stava veramente giocando col fuoco, e anche se era immortale stava rischiando veramente grosso. O almeno questo era quello che appariva all'esterno. Per quanto potesse sembrare una stupida fissata con topi e sardine in realtà era molto furba, e sapeva bene come giocare le sue carte. Il suo scopo era quello di fare incazzare Ember il più possibile, per poi provocarla in modo da ferire il suo orgoglio. In passato una tattica del genere non avrebbe mai funzionato, tanto dava importanza alla forza fisica e al senso di distruzione di una persona, ma dopo i suoi insegnamenti aveva più o meno cominciato a comprendere quanto astuzia e intelligenza fossero determinanti ai fini di un lavoro nel vasto e colorato mondo di un criminale, e per quanto potesse sembrare banale anche la fortuna aveva il suo bel peso, diventando a volte un fattore determinante durante un'operazione. Ed essendo un drago orgoglioso non poteva certo lasciar correre un insulto del genere. Alla fine la draconica cedette alla tentazione, crollando di fronte alle provocazioni della sua collega felina.
    D'accordo gatta!! Starò al tuo fottutissimo gioco e ti farò vedere di cosa cazzo sono capace!
    Un sorriso compiaciuto comparve sul volto di Nadia, la cui testa venne restituita al suo legittimo proprietario, se così si poteva definire il suo corpo. Forse era il corpo ad essere tornato al suo posto dato che a comandare era pur sempre la testa. La prese al volo e dopo essersela rimessa a posto, facendo i dovuti controlli, si preparò per l'imminente sfida. Era abbastanza confidente della sue capacità, in più era anche abbastanza fortunata su questo genere di cose. Al contrario Ember non era molto pratica, e questo la metteva in netto svantaggio dal punto di vista tattico. Però era anche vero che in un gioco così semplice le probabilità di vittoria erano decisamente molte, un po' come fare testa o croce: o la va o la spacca. Tutto dunque si riduceva ad una mera prova di fortuna e intelligenza. Si, perché andare completamente a caso non portava da nessuna parte in quel gioco, e se volevi avere delle possibilità di vittoria dovevi anche utilizzare un po' il cervello. Le due ragazze si miseri in posizione, una di fronte all'altra, quasi si stessero preparando per uno scontro vero e proprio.
    Nyal mio tre. Unyo. Nyue. Tre!
    Il dado era tratto, non si poteva più tornare indietro. O la va o la spacca. Le due donne partirono in contemporanea, facendo la loro prima e probabilmente ultima mossa.
    Carta, forbici e sasso!!
    Nyarta, nyorbici e nyasso!!

    * * *

    E fu così che la formosa guerriera dai lunghi capelli bianchi fu costretta a fare da fattorino per conto della sua collega. Una sconfitta schiacciante fu la sua, perdendo su tutti i fronti più e più volte. Non aveva idea di come facesse la sua socia a vincere ad un gioco così stupido con tanta facilità, fatto stava che era riuscita a vincere a quel gioco per ben venti volte di fila, senza lasciare alla socia possibilità di replica. E adesso si ritrovava lì, in quel lungo e inutilizzato molo in cemento, completamente isolata dal resto del mondo. Non c'era praticamente nessuno lì. Quella zona del porto veniva poco utilizzata da chi lavorava al porto, e di notte non vi veniva praticamente nessuno se non appunto qualche persona che faceva affari poco puliti. Un luogo perfetto per fare uno scambio, molto ben in vista ma allo stesso tempo poco sospettabile. Quale spacciatore sano di mente venderebbe la sua merce su un molo completamente circondato dall'oceano e senza nemmeno una via di fuga in caso di necessità? Uno abbastanza furbo da capire che proprio questo fattore lo rendeva un porto perfetto per fare scambi poco legali come lo spaccio di Zoimina. La zona era anche poco illuminata, ed essendo il tempo nuvoloso non c'era nemmeno il rischio le la luce della luna li tradisse. Un luogo perfetto insomma. L'unico difetto era la forte puzza di pesce che invadeva quel posto, talmente forte da far storcere il naso persino ad un gatto. Poche cose sopportava Ember, e questa era una di quelle che proprio non riusciva a digerire. E a peggiorare le cose c'erano anche quei cinque minuti di ritardo da parte dei suoi comparatori. C'era solo da sperare che non sorgessero dei problemi durante lo scambio, altrimenti quella sarebbe veramente stata una serata da dimenticare. Per sicurezza si era portata dietro la sua fida Striker, pronta per sbudellare chiunque provasse a mettergli i bastoni fra le ruote. Era un luogo sicuro, certo, ma non introvabile, e non avendo fatto molto per coprire eventuali fughe di informazioni su quello scambio, cosa voluta tra l'altro, non ci sarebbe stato da stupirsi se qualche d'uno comparisse all'improvviso per rovinarle i piani. Dopotutto la Zoimina era una merce "preziosa", specie lì in America e recuperarle era davvero complicato. Non impossibile, ma complicato. Di certo una persona assuefatta da tale droga sapendo di poterne reperire un po' con facilità non si sarebbe fatto sfuggire un'occasione del genere. Secondo le informazioni che quella nanerottola di nome Amanda gli aveva dato, l'incontro doveva essere in questo molo alle undici in punto. Erano già le undici e cinque e la dragonessa stava già cominciando a spazientirsi.
    Che cazzo di fine hanno fatto quei pezzi di merda?
    Con la sua solita finezza la draconica cominciò a lamentarsi del ritardo dei suoi compratori, spazientitasi ormai del tutto. Non era una persona molto paziente, ed era già un miracolo che non fosse sbottata quando al suo arrivo non aveva visto nessuno. Adesso però la sua pazienza si stava quasi completamente esaurendo, e se quelle persone che doveva incontrare non si fossero presentate lì a breve poteva nessuno avrebbe potuto garantirgli l'incolumità. Nessuno gli impediva di aggredire i compratori e fregargli sia il malloppo che la Zoimina, però questo avrebbe completamente rovinato il loro piano. L'obiettivo di quello scambio non era quello di guadagnare, ma di attirare l'attenzione di chi gestisce quel particolare mercato. Aggredire i clienti di certo non avrebbe dato un'impressione di uno spacciatore serio, e di certo non era questo il biglietto da visita che volevano presentare. Quindi per la buona riuscita del loro piano era meglio aspettare ancora un po', e al massimo poi sfogare la propria rabbia da qualche altra parte. Passarono altri due o tre minuti, e alla fine qualcuno si fece vivo. Tre ragazzi, probabilmente delle scuole superiori, stavano correndo lungo il molo, avvicinandosi sempre di più al punto in cui trovava Ember. Probabilmente erano loro i "clienti" che era riuscita a procurargli quella specie di mummia in miniatura. Un branco di poppanti con ancora il latte alla bocca. Mio dio, quanto erano cadute in basso. Sperava solo che avessero i soldi per pagare, altrimenti li avrebbe veramente fatti fuori lì, seduta stante. Dopo essersi avvicinati alla draconica a tutta velocità, i tre ragazzi arrestarono la loro corsa, visibilmente affaticati e grondanti di sudore. Chissà quanto avevano corso per quel piccolo pacchetto di droga. Beh, poco importa, l'importante è concludere l'affare alla svelta, si era stancata di stare in mezzo a quel fetore.
    Siete arrivati finalmente. Allora? Avete i soldi?
    Subito al punto, senza starci troppo a girare intorno. Era fatta così, non gli piaceva perdere tempo inutilmente, e il fatto di essere stata ingannata per andare lì la rendeva ancora più ansiosa di andarsene. Per evitare ulteriori perdite di tempo, tirò subito fuori il piccolo pacchetto di Zoimina, evitando così inutili domande di circostanza. Lei aveva la merce, gliel'aveva mostrata e adesso voleva i soldi. Niente di più semplice. Il ragazzo al centro, probabilmente il portavoce del gruppo, si rimise in posizione eretta, riprendendo fiato dopo la maratona che avevano fatto. Era il classico teppistello da strada, felpa larga con scritte volgari, insensati occhiali da sole, catenina d'oro e immancabile berrettino. Un classico dunque. I suoi compagni erano vestiti più o meno allo stesso modo, ma a Ember non importavano quelle frivolezze. Potevano anche essere i figli di qualche riccone, magari anche un pezzo grosso del governo, ma la situazione non cambiava. Voleva i soldi, e se non glieli avessero dati entro breve di certo non ne sarebbero usciti illesi. Fortunatamente per lei nemmeno a quei ragazzi piaceva perdere tempo, ed erano interessati soltanto a quella strana sostanza additiva di cui probabilmente ne erano già diventati dipendenti. Dopo essersi finalmente ripreso il capogruppo si avvicinò alla donna, porgendogli il tanto richiesto denaro.
    Tieni, ecco il tuo denaro. Adesso dacci quel pacchetto.
    Niente in contrario, anzi era addirittura felice di aver chiuso quella questione in fretta. Uno scambio rapido, lei prese i soldi e lui il pacchetto. Niente di più facile. Le due parti cominciarono subito a controllare che tutto fosse in regola, che non ci fossero stati inganni fa parte del prossimo, cosa assai temuta sopratutto dai tre ragazzi. Erano talmente assuefatti da quella strana droga che avrebbero fatto a pugni per averne anche solo un grammo da poter ingerire. Intanto, mentre i teppisti controllavano che quella fosse veramente Zoimina, la dragonessa si mise velocemente a contare i soldi. Non sapeva quanto doveva ricavarci da quella piccola vendita, ma di sicuro non sarebbe stato granché. Alla fine sembrava tutto in regola, e anche i ragazzi sembravano entusiasti di come l'affare era stato concluso senza intoppi. Adesso le loro strade si dividevano, ognuno aveva ottenuto ciò che voleva e finalmente si poteva tornare ognuno a casa, o dove cavolo gli pareva.
    Molto bene.
    Con queste ultime parole Ember cominciò ad incamminarsi verso casa, noncurante di ciò che avessero detto o fatto i tre ragazzi. Non era affar suo, e anche se lo fosse stato non se ne sarebbe preoccupata minimamente. L'unica cosa di cui si doveva preoccupare adesso era di tornare a casa sana e salva. Non c'era ancora garanzia che tutto filasse per il verso giusto, e finché non rincasava doveva stare all'erta a qualsivoglia tipo di pericolo, polizia in particolare. Per il momento doveva solo separarsi da quel branco di idioti ai quali aveva dato le spalle. Cosa gli accadeva da quel punto in poi non era affar suo, e se qualcuno li avesse attaccati che facesse pure. Quindi a mai più rivederci, stupidi mocciosi.




    Status Fisico
    Illesa

    Status Psicologico
    Soddisfatta, ma vigile

    Energia
    80/80

    Heat Point Attivi
    Nessuno

    Tecniche utilizzate
    Nessuna

    Armi ed equipaggiamenti
    Striker a tracollo, nascosto dai capelli.




    Edited by bestcloud - 24/5/2014, 10:27
     
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    Un rumore sinistro, di metallo che stride a terra con una certa imponenza. Lo paragonerei ad un carro armato senza cingoli che si fa strada per le vie della città producendo il rumore di cento tristi mietitori intenti a trascinare le loro catene mortali. Questo per lo meno era ciò che si poteva udire, mentre l'occhio avrebbe assistito a tutt'altro spettacolo. La grossa macchina metallica si fermò a circa 15 metri di distanza dall'estremità del molo, come a voler delimitare il campo massimo di azione tra i 3 ragazzi e la spacciatrice che ancora si trovavano su di esso. A trascinare la grossa macchina, che si rivelò una colossale impastatrice di cemento, c'era una ragazzina con i capelli argentei e una marinaretta decisamente poco convenzionale, sembrava pertanto una studentessa giapponese, un pò fuori luogo per quel contesto. I suoi occhi di ghiaccio furono la prima cosa a comparire dalle tenebre, nonostante il grosso sforzo fatto per trascinare fin lì il marchingegno non sembrava molto affaticata. Di fianco a lei ecco comparire una seconda ombra, intenta a sfoggiare quello che appariva in penombra come un grosso megafono bianco. Prima ancora di far vedere il suo volto, l'uomo fece conoscere la sua voce.
    Bentrovati amici sportivi! Qui parla Jack il Bello e voi, siete appena finiti nel primo episodio del programma "fagli un costume di cemento e buttali in mare". Ora, con molta calma vi spiegherò le regole...
    Ci aveva messo un pò per scovare chi voleva fare il doppio gioco con la sua robina, ma Jack non rimane a guardare e se proprio non riesci a far uscire un topo dal suo buco, allora offrigli un pò di formaggio. L'unico modo per catturare chi vuole fare affari senza di lui è di lasciargli carta bianca, e quella tettona scura c'era cascata.
    State trafficando in maniera non autorizzata con la roba della Atlas Game, quindi mia, ora potete riconsegnare il malloppo e andare oppure opporvi al potente Jack Atlas e ritrovarvi in fondo al mare con un paio di scarpe di cemento nuove di zecca, offete gentilmente dalla Atlas Game.
    Detto questo l'uomo lanciò via il megafono, ghignando beffardo lasciando che i 3 sgommassero sulle loro mutande, e aspettando una degna reazione da chi era cascata così banalmente nel suo trucco strategico. Kaller aveva dietro le spalle una grossa ascia che non esitò minimamente ad impugnare, senza però attivarne effettivamente i poteri. Jack invece portava sul fianco destro dei pantaloni una delle sue pistole, la Dual Shooter. Intorno alla cintura Jack portava 3 BWD, mentre Kaller solamente 2. Tra loro e la ragazza c'erano 7 metri di distanza, mentre i tre ragazzi erano circa 3 metri più indietro. I due invasori erano in svantaggio numerico, di poco se si conta anche il macchinario creato appositamente per fabbricare vestiti di cemento. Eppure non sembravano minimamente provati da tale realtà...

    ivp0PfS
    〘Atlas Game〙

    ɫ Fisico Jack: Accaldato.
    ɫ Fisico Kaller: Affamata.
    ɫ Psiche Jack: Tranquillo.
    ɫ Psiche Kaller: Concentrata.
    ɫ Energia: 80/80
    ɫ Potere: BWD
    Livello 2
    - La resistenza dei congegni base di Jack è leggermente superiore all'acciaio.
    - Jack può iniziare il combattimento con 5 BWD Base e massimo 2 congegni avanzati, può evocarne massimo altri 6 tra BWD base e altri equipaggiamenti. I BWD base hanno un costo di evocazione SEMPRE pari a 5.
    - I BWD funzionano a scariche elettriche, e per ognuna di esse la sottomissione mentale avanza. Normalmente i BWD rilasciano scariche elettriche autonomamente ogni 2 turni, ma ogni volta che il nemico viene irradiato da scariche provenienti da altre fonti o semplicemente da effetti che mettano a dura prova la resistenza avversaria (come malus, avvelenamenti o in generale status alterati) questo conteggio aumenta di 1.
    - La sottomissione mentale si misura in HandsomeneSS (HSS) che si accumulano tramite scariche elettriche da parte del BWD. Ogni HSS accumulato ha effetti diversi che cumulandosi portano inevitabilmente alla sottomissione del nemico, e non possono essere scaricati in nessun modo. Ogni 3 HSS accumulati dal nemico subisce una potente scarica elettrica al sistema nervoso che lo paralizza sul posto per un breve istante (l'avversario può scegliere il momento in cui subisce lo shock). Ogni singolo HSS accumulato dal nemico riduce la sua velocità e forza del 5% (massimo 99%). A 10 HSS il nemico diviene totalmente vittima del BWD ed è costretto a seguire gli ordini vocali e mentali di Jack. In questo stato, Jack può mandare in uno stato di euforia chiunque sia sotto il suo controllo, rimuovendo forzatamente i limiti del suo corpo per 3 turni per aumentare la forza e la velocità della vittima del 50%. Quando l'effetto si esaurisce tutti e 4 gli arti della persona controllata collassano subendo danni gravissimi.
    - La totale incapacità di Jack di controllare l'energia gli impedisce di combattere senza consumare energia per lo stress causato dall'uso attivo dei suoi equipaggiamenti. Per ogni equipaggiamento attualmente in uso Jack consuma 2 punti ogni turno, e può usare un massimo di 3 equipaggiamenti contemporaneamente. Kaller può utilizzare fino a 4 di questi equipaggiamenti e Jack deve comunque pagare il mantenimento anche dei suoi. Un equipaggiamento tenuto addosso ma non in uso non consuma energia.
    - Kaller se viene privata dal suo BWD ha un'autonomia massima di 4 turni prima di disattivarsi completamente. Tuttavia se non risulta danneggiato può usarlo su un'altra potenziale vittima.
    ɫ Equipaggiamenti usati:
    - L1BWD-010177: Death Penalty (già attiva)
    Questo equipaggiamento ha l'aspetto di una gigantesca ascia metallica bianca e argentata, lunga complessivamente 180 cm, l'asta misura 120 cm mentre la parte superiore con le lame misurano 60 cm di lunghezza e 40 di ampiezza totale. Da non fare l'errore di pensare che i fili blu siano dei cavi, ma parte integrante della struttura, tutt'altro che fondamentali per il corretto funzionamento dell'arma e non meno resistenti dell'intero complesso. Questa colossale e pesante arma va utilizzata con cognizione di causa, primo per la sua pericolosità e secondo per i suoi effetti verso il campo di battaglia e le apparecchiature elettroniche. Oltre ad una notevole resistenza e peso che rende quest'ascia un'arma fatale, la Death Penalty ha effetti molto specifici e particolari grazie alla sua notevole massa magnetica che accumula durante il combattimento. Questa carica entra in risonanza con il BWT, pertanto chi è sottomesso da questo congegno ottiene una forza incrementata del 50% mentre usa l'ascia. Quando l'ascia si schianta oppure subisce un potente impatto rilascia la carica magnetica al suo interno spargendo scariche elettriche in un arco di 5 metri che non infliggono nessun tipo di danno ai nemici circostanti ma possono manomettere strumentazioni convenzionali disattivandole o distruggendole, inoltre farà esplodere tutti i proiettili normali nel caricatore dell'arma in cui si trovano (o anche se sono in volo volendo, deviandolo o distruggendoli) in modo da disattivare e rendere inutili le armi da fuoco. Senza contare che impugnare un'arma che sta per esplodere è piuttosto svantaggioso per chiunque. Questa scarica magnetica ha bisogno di un intero turno per ricaricarsi completamente. Nessuna delle apparecchiature di Jack subisce i nefasti effetti di quest'ascia. Death Penalty ha anche una modalità di "quiete" per poterla trasportare comodamente dietro la schiena improvvisando una forma simiel ad un paio di ali.
    Costo di teletrasporto: 10

    - L1BWD-020277: Dual Shooter (già attiva)
    Questa creazione altro non è una una pistola di grosso calibro munita di un caricatore da 8 colpi, dotata di un notevole rinculo e non poca potenza offensiva. Normalmente non avrebbe niente di sensazionale, se non che sotto la canna è agganciato un congegno di lancio per i BWD. Nel momento in cui Jack chiama in causa quest'arma è già caricata con un BWD bonus, ma nel momento in cui questo viene lanciato sarà possibile "ricaricare" questo scomparto con altri BWD base o compatibili. Il congegno lancia BWD ad una distanza massima di 25 metri al doppio della velocità di Jack, dopo i 25 metri il BWD lanciato tende verso il basso percorrendo altri 5 metri fino a che non tocca terra. I BWD lanciati in questo modo penetrano nella carne in maniera estremamente più semplice grazie all'accelerazione.
    Costo di Teletrasporto: 5

    ɫ Note:
    - 3 BWD intorno alla cintura di Jack
    - 2 BWD intorno alla cintura di Kaller
    - Dual shooter sulla coscia destra di Jack (Quiete)
    - Death penalty dietro la schiena di Kaller (Quiete)

     
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    Ed ecco che i problemi cominciarono ad arrivare. Non bastava quella tremenda puzza di pesce, adesso ci si mettevano anche una grossa impastatrice di cemento semovente. Proprio una bella serata, non c'è che dire. Ember si fermò, incuriosita da quella singolare entrata in scena, oltre che irritata. Un'entrata in scena fin troppo teatrale per i suoi gusti, quasi a fargli venire il voltastomaco. Alla guida di quell'enorme macchina, che si fermò a circa una quindicina di metri dall'estremità del lungo molo, vi era una ragazzina dai lunghi capelli argentei, vestita in maniera decisamente inusuale da quelle parti. Ma non era l'unica a fare la sua inattesa comparsa in quella nuvolosa serata. Affianco a lei si ergeva una seconda ombra, decisamente più alta e dai lineamenti più maschili della prima figura: un uomo, che teneva in mano un grosso megafono. E cosa poteva farci una persona con un aggeggio del genere in mano? Ovviamente mettersi in bella mostra con una presentazione da far venire il voltastomaco. Non solo il macchinone, ma adesso anche la presentazione stile show televisivo. Adesso gli stava veramente venendo l'impulso di pestarlo a sangue con quel suo fastidioso megafono, e lo avrebbe fatto se non avesse detto qualcosa che attirò subito la sua attenzione; diceva di chiamarsi Jack il Bello, nome d'arte che non gli si addiceva proprio, e che era il "proprietario" di quella robina che Ember stava cercando di svendere. Che fosse un colpo di fortuna o meno, era riuscita a farli abboccare ad una velocità impressionante, quasi non ci credeva che fossero i veri trafficanti di Zoimina nel continente americano. E come se non bastasse gli aveva anche detto chi c'era dietro a tutto questo: gli Atlas Game, la banca più importante del nuovo continente. Davvero un bel colpo di fortuna, non c'è che dire. Concluso il suo annuncio l'uomo di nome Jack lanciò via il tanto odiato megafono ghignando beffardo a quelle che a parer suo erano delle semplici "prede". Lui e la sua amica sembravano pronti per la battaglia, e la cosa non dispiacque affatto alla formosa donna di fronte a loro, anzi ne era decisamente entusiasta. Sfortunatamente però, non era quello il motivo per cui lei e la sua collega avevano messo in piedi tutta quella messinscena. Anzi, uno scontro avrebbe soltanto reso ancora più ardue le trattative, e questo bisognava evitarlo a tutti i costi. I tre ragazzi alle sue spalle sembravano decisamente spaventati da quell'improvviso capovolgersi della situazione. Decisamente una manica di codardi, che sapeva uscirsene solo con frasi del tipo.
    C-Cosa avresti intenzione di farci!? G-Guarda che io sono i-il figlio di un noto azionista!! N-Non puoi farmi assolutamente niente!!
    Patetiche scuse che non avrebbero fatto altro che accorciargli la vita. Ember aveva raggiunto il suo scopo, quindi non aveva più alcun motivo che le impedisse di fargli seriamente del male. Etica dello spacciatore? Ma non fatemi ridere, per lei l'unica etica sensata e la distruzione, e la sofferenza del prossimo. Anzi dovevano ancora pagare "pegno" per averla fatta aspettare lì, in quel molo puzzolente per diversi minuti. Però adesso non erano loro tre i suoi principali obiettivi, bensì i due nuovi arrivati. Fece un paio di passi avanti, senza mostrare alcun timore nei loro riguardi, e rivolgendosi a loro come se niente fosse.
    Quindi c'è l'Atlas Game dietro il traffico di Zoimina. Bene bene, buono a sapersi. Non pensavo di riuscire a stanare i fottuti topi dalla loro tana così facilmente. Siete molto più svegli di quel che pensavo.
    Ovviamente il rispetto era qualcosa a lei sconosciuto, così come le capacità diplomatiche. L'obiettivo era apparso decisamente troppo presto, e senza la gatta smontabile sarebbe stato assai arduo per la dragonessa concludere le trattative da sola. Che poi di che trattative si parlava? Nadia gli aveva detto più e più volte che voleva trattare con chi gestiva il traffico di quella sostanza nel continente americano, ma non gli aveva mai detto che cosa esattamente aveva in mente. Decisamente una brutta situazione.




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    Vederla così sfacciatamente sicura di sé gli fece venire voglia di prendere un BWD e di innescare i suoi effetti usandolo come supposta. Chissà che effetti avrebbe avuto, sarebbe stato più efficiente? Doveva provarci un giorno. Tuttavia non poteva lasciarsi rubare la scena, quindi fece qualche passo avanti sollevando le mani e portandole ripetutamente verso il basso, in chiaro segno di calmarsi.
    Honey... honey... vai in pace. Questo non è il tipico botta e risposta dei telefilm chiaro? Ecco dovresti iniziare a fartela sotto un pò come quei coraggiosi giovani leoni vicino a te, hai presente? Ecco non rubarmi la scena su. Hey Kaller, iniziamo ad impastare dai, che non mi va tanto di fare il muratore stasera.
    Jack stava già per voltargli le spalle, quando la ragazza di fianco a lui lo prese per una manica della giacca, sospirando arresa. Come al solito sottovalutava il nemico e gli dava le spalle, l'ultima volta si era beccato una pallottola nella natica e Kaller non si sarebbe di nuovo buttata su di lui per prendersi nel costato tutte le altre.
    Ascoltatemi attentamente: per continuare i traffici da queste parti dovete avere l'autorizzazione di almeno uno dei sottoposti della Black Lagoon, in questo caso dovete parlare con noi, e stringere un accordo. Siccome avete preferito agire di testa vostra in questo momento vi aspettano solo due opzioni senza possibilità di trattare.
    Kaller mantenne la presa sulla sua grossa ascia con la mano sinistra, mentre con la destra sollevò prima uno e poi due dita, mostrando un volto particolarmente risoluto e freddo.
    Numero 1: stringete un patto con la Atlas Game, un contratto vincolante dove noi tratteremo le condizioni di ogni scambio, garantiamo sostegno finanziario minimo indispensabile per il trasporto e lo spaccio, una cadenza mensile e pretendiamo l'80% del guadagno. Senza netti e lordi, denaro sull'unghia senza troppi complimenti.
    Quando sollevò il secondo dito però, intervenne Jack mettendo le braccia conserte, sfoggiando un sorrisetto vagamente divertito.
    Numero 2: vi ritirate forzatamente dagli affari per sempre indossando un completo nuovo di cemento andando a dormire con i pesci.
    La tipica "offerta che non si può rifiutare" per intenderci. Detto questo Kaller tirò un pugno sul pulsante di accensione della macchina, che prese ad impastare cemento come promesso. A quel punto i ragazzi coinvolti si sarebbero buttati in mare di loro iniziativa pur di non restare lì un singolo istante di più.
     
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    Sfacciato e irritantemente sicuro di sé. Su questo aspetto il presunto direttore della Atlas Game era decisamente simile a lei, e proprio per questo motivo la irritava tantissimo. Dopotutto i poli uguali si respingono, dico bene. Jack continuava a comportarsi come se avesse tutta la situazione sotto controllo, dettando leggi e impartendo ordini come se fosse il capo assoluto. D'altro canto la sua compagna sembrava molto più seria e composta, quasi una bambola di ghiaccio. Come era già stato detto, c'era la Atlas Game dietro allo spaccio di quella strana sostanza nel continente Americano, e come era ovvio pensare non avrebbero lasciato un "reato" come lo spaccio di Zoimina impunito, non avrebbero portato un impastatrice di cemento altrimenti, a meno che Ember non avesse seguito alla lettera le loro istruzioni. Le scelte possibili che gli erano state offerte erano soltanto due: collaborare con loro sottostando alle loro regole, oppure finire in fondo al mare con un completo in cemento armato nuovo di zecca. Sentendo le due scelte possibili la formosa donna si lasciò sfuggire un riso divertito, a tratti irritante. Tra tutte le persone che c'erano al mondo lei era senza ombra di dubbio l'ultima che avrebbe ceduto ad una provocazione del genere, scegliendo di diventare il cagnolino di ignoto uno e ignoto due. Con scherno, rispose all'offerta di due banchieri con una risposta altrettanto spavalda e provocatoria, tipica di una donna focosa e violenta come lei.
    Davvero un bel problema. Non ho tanta voglia di farmi un bagno a quest'ora di notte, e nemmeno l'idea di diventare la sottoposta di una fottuta coppia di stronzi come voi mi va molto a genio. Direi che scelgo l'opzione tre: vi darò fuoco fino a farvi chiedere perdono, e da persona magnanima quale sono vi farò smettere di soffrire incenerendovi una volta per tutta, ovviamente non prima di aver ripulito i vostri portafogli di tutto ciò che avete dentro.
    Si fermò un attimo a riflettere, cominciando a scrutare meglio le due persone che aveva davanti, e in particolare la ragazza. La fissava con fare studioso, quasi la stesse esaminando da cima a fondo, per poi passare al belloccio di turno. Dopo un'attenta analisi si corresse, offrendo una nuova "opzione" ai due nuovi arrivati.
    A guardarvi bene però non siete male, e mi sembrate anche piuttosto forti. Mi correggo, non vi brucerò vivi, vi incatenerò e vi venderò come schiavi da qualche parte. Sopratutto tu piccola, sono sicura che vali fior di quattrini al mercato. Di un po', sei anche vergine per caso?
    L'argomento aveva preso una piega completamente diversa, passando dal semplice spaccio di Zoimina al più esteso e antiquato mercato degli schiavi. Ovviamente anche lei, esattamente come aveva fatto Jack, stava sottovalutando la reale forza del suo avversario, anzi non la stava considerando affatto. L'orgoglio e il senso di superiorità erano una delle particolarità dei draghi Matgar, uno dei loro segni distintivi, e di certo Ember non faceva eccezione. Però non era questo quello che voleva dire, o meglio voleva dirlo ma non poteva. Era stata costretta a vendere droga per ben altri motivi. Frenò di botto il suo entusiasmo, tornando per un attimo seria e riportando la conversazione sulla retta via.
    O meglio, questo è ciò che vorrei dire. Sfortunatamente non sono io a gestire tutta questa faccenda, io sono solo un semplice corriere. Se fosse dipeso da me a quest'ora sarei a cercare qualche bella ragazzina in buona salute da vendere al mercato, invece che stare qui a vendere questa merda.
    E a proposito di "merda", quella che aveva appena venduto ai tre mocciosi stava per farsi un bel bagno al chiaro di luna. Spaventati dalle minacce dei due banchieri, i tre conigli cercarono di mettersi in salvo gettandosi giù dal molo, peccato che solo due di loro ci sarebbero riusciti. Ember non era una donna di buon cuore, questo è poco ma sicuro, e se c'era una cosa che odiava erano senza ombra di dubbio gli sprechi. Il suo obiettivo era quello di vendere la Zoimina per attirare l'attenzione di coloro che tiravano le redini di tutto il traffico di quella sostanza nel continente americano, quindi perché lasciar fuggire un carico di Zoimina a "gratis", specie considerando tutta la fatica che avevano fatto per recuperarla. Con rapidità invidiabile la donna dai lunghi capelli argentei tirò fuori la sua fida Striker dal suo nascondiglio, puntando contro la schiena in fuga del capogruppo e premendo freddamente il grilletto. Inutile dire cosa successe il povero ragazzo, che in brevissimo tempo si ritrovò con le budella cariche di piombo arrivando quasi ad annegare nel suo stesso sangue. Morto sul colpo, non ci sono dubbi. Gli altri due riuscirono a scappare, molto probabilmente per una gentile concessione della loro ex-fornitrice.
    Dove credevi di andare con la mia roba, fottuto bastardo.
    E con quelle parole Ember fece un paio di passi verso la sua prima vittima di quella serata, riprendendosi prepotentemente ciò che era suo di diritto. Diede anche un occhiata veloce al cadavere del giovane ragazzo, esaminandolo come aveva fatto poco prima con Jack e la sua compagna, solo con uno sguardo più seccato se non addirittura infastidito.
    Tsk. Inutile anche da morto. Spero solo di riuscirci a ricavare qualcosa di buono da questo qui, anche se non mi sembra un granché.
    Ovviamente si stava riferendo alla vendita illegale di organi, un'altro ramo in cui si era da poco immessa, nel quale stranamente aveva cominciato velocemente a farsi un nome. Con tutte le persona che aveva fatto fuori solo perché era semplicemente ubriaca o semplicemente nervosa non c'era da stupirsi che il suo nome aveva cominciato a diventare ogni giorno più importante nel settore. Ma tornando all'argomento principale, subito dopo aver detto quella frase la draconica tornò subito a parlare con i due presunti muratori, pronta per riprendere la conversazione da dove l'avevano interrotta.
    Allora? Di cosa stavamo parlando?




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    La vena viola e pulsante che comparve sulla fronte dell'inventore suggeriva una sola cosa: quella tizia era irritante almeno quanto lui, e lo faceva incazzare come una bestia. E gli piaceva. Per questo non disse niente, anzi in quanto estimatore e compositore di monologhi tanto interessanti non si sarebbe mai messo in mezzo, a quel punto sembrava Kaller quella annoiata e non vedeva l'ora di rimettersi al lavoro, ma venne letteralmente schiacciata dalla domanda di Ember. La sua reazione fu un rossore quasi disumano e i capelli che le scesero sulla fronte per nascondere gli occhi. Le dita iniziarono a muoversi forsennatamente per l'imbarazzo e le labbra si trasformarono in una lunga serie di onde del tutto prive di un inizio o una fine. A quelle parole la reazione di Jack fu una mezza risata morta sul colpo grazie ad un pugno chiuso sulla bocca. Bisognava ammetterlo: aveva carattere. Ciliegina sulla torta non permise a quei tre di passarla liscia quando dimostrarono di essere dei codardi, ignorando del tutto il fatto che fosse anche lei in pericolo. Più o meno. Traffico di Zoimina, di schiavi, di organi, e chissà quante altre attività illecite gestiva quella ragazza, anche solo la metà le bastavano per finire sotto lo sguardo severo della Black Lagoon stessa e fare una fine anche peggiore di un bagno permanente a base di cemento. Il che era quasi uno spreco. Quando Ember si voltò verso Jack riprendendo il discorso, questo raccolse subito la palla al balzo, iniziando a muoversi verso di lei allargando leggermente le braccia ai lati del corpo.
    Parlavamo del fatto che mi serve un contractor che ama sporcarsi le mani e non abbia paura di finire sott'acqua con un paio di foratini firmati Prada ai piedi. Non ti dirò genuinamente di fare la freelance, ma te la metto in modo che anche un'intelligenza primitiva come te possa capire.
    Ovviamente non era cambiata la considerazione nei confronti del suo intelletto, dato che parlava come un uomo delle caverne l'avrebbe trattata proprio come il sapiens trattò il neanderthal.
    Non è che in America non ci piace rendere il mondo una merda a favore dei pochi, ma diciamo che tendenzialmente quelle come te non rientrano nei "pochi" ma anzi di solito indossano vestiti più succinti e stanno in ginocchio sotto un tavolo, non so se mi spiego. Tra l'altro i nostri amici che si occupano della ricerca scientifica saranno toccati dal fatto che devono comprare i cadaveri invece di procurarseli e basta, stesso vale per la polizia militare e così via. Insomma se non sono io stasera, sarà qualcuno domani.
    Jack schioccò le dita, facendo uscire Kaller dal suo trance di imbarazzo, ordinandole mentalmente di consegnargli il suo portafogli. Un uomo d'affari non esce mai di casa solo con i pezzi piccoli, per questo la ragazza gli consegnò una valigetta piena di verdoni. Verdoni che per il momento Ember non avrebbe visto.
    Quindi allora diciamo che non ti trasformo nella mia schiava, ma finché avrò i soldi per comprarti allora farai lavorai anche per me. E quando stai per fare uno dei tuoi traffici illeciti molto rischiosi io mi becco una percentuale per darti la protezione che ti serve, così ci teniamo in contatto sempre invece di mandarci solo imbarazzanti biglietti di auguri alle feste. Facciamo il 60% per la commissione e chiudiamo il contratto.
    Forse questa era una svolta che Ember non si aspettava. Certo lo aveva colpito, non ci avrebbe rimesso molto ad accendere di nuovo l'impastatrice, ma sperava davvero che neanderthal fosse in grado di capire la differenza tra una buona idea e una PESSIMA idea.
     
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    Un offerta di lavoro dunque; anche se con tono particolarmente irritante era questo ciò che il belloccio dall'altra parte del molo stava cercando di fargli capire. Lui voleva qualcuno che si sporcasse le mani per lui, e una bella e formosa donna che spacciava Zoimina senza farsi il benché minimo scrupolo a freddare i suoi "clienti" sembrava fare proprio al caso suo. D'altro canto lei cercava qualche occasione per farsi un nome nel suo ambiente, ovviamente guadagnandoci anche qualcosa, e stringere un accordo con il direttore degli Atlas Game era di certo un ottimo passo avanti. I presupposti per stipulare un accordo tra i due c'erano eccome, soltanto una cosa impediva alla violenta dragonessa di accettare l'offerta del caro Jack, e lui lo sapeva benissimo. O almeno avrebbe dovuto saperlo. Era stata abbastanza chiara la prima volta che aveva "rifiutato" la sua offerta di lavoro, eppure lui continuava ad insistere ignorando completamente ciò che lei gli aveva detto. Lo guardò con aria di sufficienza, per poi passare direttamente agli insulti senza troppi complimenti.
    Cos'è, sei sordo o cosa? La merda ti ha tappato le orecchie per caso? Mi sembrava di averti già detto che non sono io a gestire questo tipo di affari. Non è stata mia l'idea di spacciare questa merda, e non è con me che devi parlare se vuoi fare affari.
    Chiaro e tondo. L'idea di utilizzare la Zoimina per attirare l'attenzione dei veri spacciatori era stata di Nadia, però non gli aveva mai detto cosa realmente volesse fare una volta entrati in contatto con loro. Di sicuro aveva in mente un piano, però lei non ne era al corrente, e prendere accordi adesso avrebbe potuto rovinare i piani di quella gatta immortale, per questo motivo Ember continuava ad insistere su questa condotta. Ovviamente questo riguardava soltanto il traffico di Zoimina. Per quanto riguarda altri tipi di lavoretti invece potevano tranquillamente discuterne, e così avrebbe fatto.
    Questo almeno per quanto riguarda la Zoimina. Per quanto riguarda i lavoretti di cui avevi parlato invece sono possiamo discuterne. Però ti avverto che non sono una che si accontenta di qualche fottutissimo spicciolo. Allora? Di cosa avresti bisogno? Furto? Terrorismo?
    Dritta al punto. Se aveva qualcosa da proporle, cosa assai improbabile così su due piedi, lei era pronta ad ascoltare le sue richieste, in caso contrario potevano per lo meno tenersi in contatto.



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    Purtroppo per Ameber, aveva trovato pane per i suoi denti, e di fronte a tanta sfrontatezza Jack replicò con ancor minore eleganza e gentilezza, usando parole chiare e forti: alzò addirittura la voce, riportandosi alla bocca il megafono con fare aggressivo.
    Che cazzo di problema hai sei ritardata?! Mi compro anche il tuo capo, e il capo del tuo capo, mi compro il fottuto mondo se lo voglio comprendi?!
    Le fece capire che in caso avesse accettato, allora tutta la compagnia sarebbe stata assorbita dalla Atlas Game, certo avrebbero mantenuto tutte quelle cazzate da freelance, noi lavoriamo da soli, siamo fighi e brutti, ma in ogni caso Jack non era il tipo che compra prima la DLC e poi il gioco completo: lui prendeva tutto. Non importa il costo o le risorse, o le condizioni, l'unica cosa davvero importante era ottenere esattamente ciò che desiderava nel minor tempo possibile.
    Quindi tornando a noi: mi serve un terrorista serio, perché io ho solo sicari al momento, e nessun oche fa veramente paura a livello di deterrente. Quindi fammi conoscere la tua combriccola, stappiamoci una bottiglia insieme e...
    In quel momento il megafono fischiò, la faccia di Jack si fece immediatamente annoiata e delusa. Abbassò il megafono osservandolo con disprezzo, per poi alzare la voce verso di lei senza di esso.
    Scusa non è che ti avvicineresti? Mi sento un cretino a parlare con questo coso quando ci siamo solo io e te.
    Si, in fondo non avevano più motivo di guardarsi in cagnesco, ottenuto un accordo la voglia di ricoprire di cemento le persone passava, specialmente ad uno facile alla noia come Jack.
     
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    Ok, adesso le alternative erano solo due: Jack o il megafono. Uno dei due quella sera avrebbe cessato di esistere, indipendentemente da accordi o promesse di vario tipo. La domande adesso erara chi dei due sarebbe stato incenerito? Scelta difficile, entrambi erano rumorosi e fastidiosi in egual modo, forse quel belloccio lo era po' di più rispetto all'arnese che stringeva in mano. Continuava a gridare cosa senza senso, infastidendo la dragonessa ancora di più di quanto non avesse giá fatto. Comprarsi il fottuto mondo? Si, certo, come no. Una battuta talmente deficente che non toccò minimamente Ember, ne la infastidì come tutti gli altri insulti che il banchiere gli aveva lanciato. E per fargli capire che non era interessata a simili stronzate avrebbe sparato un colpo di avvertimento in direzione della grossa impastatrice, colpendo in pieno il parabrezza e facendo volare schegge di vetro un po' quá e lá. Dopo quel colpo si rimise la sua fida Striker in spalla, cercando di riportare la conversazione sulla retta via, ovviamente con la sua solita finezza da scaricatrice di porto.
    Allora? Hai finito di dire stronzate? Vogliamo parlare di affari o ti devo riempirti il culo di piombo per farti parlare?
    Chiaro e tondo. A lei non interessavano le idee megalomani e narcisiste di quell'uomo. Se voleva parlare di affari allora dovevano parlare di affari seduta stante, senza troppi giri di parole. Una "professionalità" che aveva acquisito col tempo, stando al fianco di quella stramba donna che rispondeva al nome di Nadia. Il tempo dei giochi era finito, adesso dovevano tornare a fare le persone serie e a parlare dell'unica cosa che contava veramente: gli affari. Che Jack fosse stato intimorito dalle parole della draconica o semplicemente si stava stufando di perder tempo non importava, l'importante era che finalmente si era deciso a parlare di lavoro, l'unico motivo per cui Ember non aveva ancora girato i tacchi. Aveva parlato di un lavoro come terrorista, ergo qualcuno specializzato nel distruggere ed ammazzare chiunque gli si parasse davanti. Sentendo quelle parole la draconica non poté non mostrare sul suo volto un sorriso malefico e allo stesso tempo divertito. Non poteva chiedere di meglio, un lavoro come terrorista che oltre a divertirla gli avrebbe fatto anche guadagnare qualche spicciolo. Era per caso la sua giornata fortunata? Probabilmente si. Jack continuò il suo discorso, interrompendosi però a metà come se si fosse accorto di un particolare importante, e infatti era proprio così. Si era finalmente reso conto di quanto fosse ridicolo e fastidioso parlare dentro ad un microfono, specie se doveva parlare ad una sola persona che si trovava proprio davanti a lui. Guardò il suo megafono con disprezzo, per poi chiedere ad Ember di avvicinarsi per poter parlare a quattrocchi. Ovviamente la risposta della donna non poté che essere...
    Bravo, finalmente ti sei accorto di essere un perfetto idiota.
    Lo disse con nonchalance, senza preoccuparsi di possibili reazioni di parte del banchiere e della sua assistente. E con la stessa noncuranza si avvicinò ai suoi due futuri datori di lavoro. Si, perché se si parlava di un lavoro dove poteva distruggere quello che voleva senza una ragione precisa era praticamente sicuro che accettasse, indipendentemente dalla paga. La dragonessa continuò a camminare in direzione dei due banchieri, fermandosi a circa due metri di distanza da loro, una distanza più che accettabile per poter discutere. E una volta raggiunto il suo obiettivo diede al belloccio la risposta che tanto aspettava.
    Se si parla di terrorismo allora hai trovato la persona giusta. Accetto qualsiasi lavoro indipendentemente da cosa dice quella gatta demente. Dimmi solo cosa devo fare e io lo distruggo.
    Più chiaro di così...



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    Le braccia di Jack crollarono verso il basso assieme alle spalle mentre il suo volto si fiondò in alto, con fare disperato e chiaramente avvilito. Kaller si avvicinò a lui un pò preoccupata, mettendogli una mano sulla spalla per cercare di farlo riprendere.
    Jack ti fa male alla pressione, stai calmo.
    L'uomo sospirò, abbassando lo sguardo e cercando di darsi un minimo di compostezza, affidando il megafono tra le mani di Kaller congedandola con qualche rapida parola.
    Il prossimo venditore ambulante che mi chiede se voglio comprare un dizionario universale glielo compro all'istante. Nella nuova edizione c'è anche il dragonico.
    Dopodiché, con un movimento oscillante che ricordava più un bastoncino lanciato in giro da un ragazzino che un essere umano di carne ed ossa, Jack tornò su Ember posizionando le mani una di fronte all'altra e facendo toccare ogni dito di entrambe le mani col suo gemello opposto. Un altro sospiro mentre lo sguardo di Jack passava dal pontile alla ragazza, soffermandosi sul suo seno piuttosto che sugli occhi.
    Confettino... lascia che ti spiega. Non sono venuto al porto dicendomi "cazzo non vedo l'ora di incontrare un terrorista al molo che sicuramente mi farà esplodere la catena di Burger King che mi sta facendo la concorrenza". Io non ce l'ho un lavoro per te adesso ma è davvero importante che tu la smetta di sparare in giro e, dato che lavori per me ora, ti limiti a farlo quando te lo dico io.
    Capiterà spesso, non preoccuparti.
    Rapido commento di Kaller che tornò subito a giocare col megafono cercando di non fare rumore. Jack gli dedicò uno sguardo irritato come per invitarla a stare zitta alla prossima occasione, per poi tornare da Ember.
    Quello che voglio stasera è conoscere il mio acquisti e scoprire se vale qualcosa. Ma non sul fottuto pontile dove c'è una miscelatrice di cemento. Ce la fa il tuo cervello ad elaborare il velato invito "vediamoci nel mio ufficio con chi lavora con te seguendo il classico cliché dei cattivi che confabulano in privato"?
    Dato che Ember sembrava così vincolata dal fatto che era nient'altro che una sottoposta allora Jack avrebbe assistito volentieri alla sua catena di comando, giusto per capire se i suoi soldi stavano per essere investiti bene. Tuttavia, dato che molto probabilmente avrebbero parlato di far saltare in aria delle cose e vendere alla gente prodotti estremamente poco consigliabili allora forse era il caso non farlo su un pontile con tanto di megafono.
     
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    Finalmente aveva smesso di parlare di cose inutili e si era deciso a parlare di cose ben più importanti e interessanti: il lavoro. Sfortunatamente per lei non aveva un lavoro da offrirle nell'immediato, però a detta della piccola ragazza che stava al fianco del belloccio avrebbe avuto un sacco di occasioni per sfogarsi, quindi poteva stare tranquilla. Avrebbe preferito cominciare già da subito a distruggere qualcosa, ma per il momento l'unica cosa che poteva fare era assecondare le richieste del suo nuovo datore di lavoro.
    Vedo che cominciamo a parlare la stessa lingue.
    Un piccolo commento un po' fuori luogo per far capire al belloccio che finalmente stava prendendo la strada giusta se voleva parlare di affari con lei. Altri commenti non inerenti al lavoro non li avrebbe sopportati. Per il momento però non potevano parlare di altro; quelli che avrebbero affrontati non erano argomenti che si potevano dire tranquillamente in mezzo ad un molo abbandonato, avrebbe anche mancato di professionalità da entrambe le parti. Jack propose il suo ufficio come luogo dove poter continuare a parlare di affari, un luogo che a detta di Ember era più che adatto allo scopo. Sfortunatamente però non potevano andarci subito, e decisamente non tutti assieme appassionatamente. Se volevano fare le cose per bene dovevano farsi vedere assieme il meno possibile, se non addirittura non farsi vedere affatto. E poi c'era prima di poter continuare la dragonessa doveva andare a prendere la sua compagna, altrimenti concludere affari sarebbe stato difficile se non addirittura inutile. Anche se erano indipendenti tra di loro molto spesso lavoravano assieme, e condividevano anche i fondi per operazioni et simili. Si aiutavano a vicenda, collaborando e sopperendo l'una alle mancanze dell'altra. Per questo motivo Ember voleva che partecipasse anche lei alla stretta degli accordi con l'Atlas Game. Con questa idea in mente la draconica accettò la proposta di incontrarsi nel suo ufficio assieme a Nadia, facendoglielo capire nel migliore dei modi.
    Bene, allora siamo d'accordo. Mi ci dovrebbe voler meno di un ora per prendere quella dannata gatta. Tu sta pronto ad accoglierci. Non voglio avere problemi con la sorveglianza.
    Di certo se avessero visto entrare due donna nei loro uffici a quell'ora di notte gli avrebbero sparato a vista, per cui era meglio evitare spiacevoli equivoci che avrebbero portato ad inutili spargimenti di sangue. A Ember non sarebbe dispiaciuto spaccare qualche testa giusto per divertirsi, ma di certo a Jack non sarebbe piaciuto vedere i suoi uomini decimati per un nonnulla.



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    Finito il discorso di Ember, Kaller afferrò la sua grossa ascia meccanica, richiudendola dietro le spalle facendola passare in modalità stand-by. Jack invece si limitò ad un colpo congiunto dei palmi delle mani, per poi farle scivolare in una posizione conserte, decisamente soddisfatto a giudicare dalla sua espressione.
    Molto bene, andrò ad organizzare il tutto, voi prendetevi pure tutto il tempo che vi serve. Andiamo Kaller.
    La giovane branditrice di ascia si limitò a fare un piccolo inchino con la testa verso Ember, Jack invece le diede subito le spalle, volgendo nella strada di casa. Su una cosa quella testa pallida aveva ragione: la sicurezza non le avrebbe fatte passare come niente a quell'ora, specialmente ora che c'era Vanelope a fare da guardia, molto più affidabile di Zed in quanto a sangue freddo nell'uccidere ragazze con le tette giganti. Jack però non ebbe troppi problemi a riorganizzare le direttive nonostante l'ora tarda, quindi Ember e la sua compagna non avrebbero solo evitato la sicurezza, ma addirittura sarebbero state scortate verso gli uffici di Jack. Passando per l'Atlas Game si sarebbero rese conto che "fare tardi" era un concetto relativo... quel posto non dormiva praticamente mai e anzi, proprio nell'ora più tarda le personalità stravaganti ed esagerate iniziavano a dare il loro meglio. Il cammino verso gli uffici le avrebbe gradualmente allontanate dallo sfarzo, la musica e la confusione, fino a raggiungere una sorta di attico praticamente sotto al tetto, dove c'era una grossa piscina interna, schermi e altri strumenti molto costosi. Jack se ne stava comodamente seduto su una sorta di mix tra una poltrona e una sedia a sdraio con tanto di bicchiere effervescente in mano, al suo fianco Kaller era eretta e composta ma indossava un abito decisamente diverso da quello che aveva fino a poco tempo prima, seguendo la canonica divisa che si usava lì all'Atlas Game. Lì avrebbero atteso le loro nuove compagne in affari, pronti a stringere un patto alla maniera di Jack il Bello.
     
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