Spezzate questa noia!

x Siriuke

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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Giunta l'ora tarda il Pacific Rim non perde la sua vitalità: bevande più calde, luci soffuse, ragazze più disponibili, i marinai poi sono dei compagni di giochi focosi, non lo stereotipo del vecchio ubriacone che non sa stare sulla terra ferma, no i marinai che frequentavano quel posto erano assai più raffinati: spalle larghe, pelle abbronzata, barbetta incolta e muscoli perfino sotto al mento. Domino non rifiutava quella compagnia, sia lei che le sue ragazze si sentivano al sicuro assieme a quei ragazzi che la sapevano lunga sulla vita. Non tutti scelgono di vivere in mare, ma una volta che hai iniziato... è difficile andarsene. E lei ne sapeva qualcosa. Quella sera però non c'era una grande affluenza: nessuna musica intensa, luci basse ma che non celavano proprio un bel niente. La maggior parte delle ragazze era a letto oppure fuori, e Domino iniziava sentirsi da sola dietro quel bancone, servire bevande al centro della sala è noioso senza una spalla o qualcuno che ordini... specialmente se non hai un paio di mani. Il cappello di Domino si abbassò lentamente sotto il tocco della sua affusolata coda bianca, mentre con lo sguardo osservava la situazione che la circondava.
    Posso sempre ubriacarmi...
    Era da un pò che non si lasciava andare con l'alcol e siccome la questione Jinx non era ancora del tutto conclusa magari ne aveva anche bisogno. Dopotutto se non c'era molta gente le ragazze non avevano bisogno di essere controllate. Il problema semmai era che un Kaiju come lei aveva una soglia di sopportazione troppo alta per ubriacarsi con roba da poco... doveva attingere alla sua riserva privata, e questo significava lasciare il bancone. Un peccato però. anche quella dolce bevanda andava consumata in compagnia di qualcuno che potesse reggerla sul serio, farla sparire da sola era più triste di rimanere lì dietro ad invecchiare... la noia è una brutta bestia.
    Oppure dovrei cercarmi un fidanzato. O una fidanzata.
    Si, decisamente una brutta bestia...

    Ho cercato di darti quanta più carta bianca possibile, in modo da interagire col luogo come preferisci. Nell'abitazione di Domino troverai tutte le informazioni sulla morfologia del luogo ^^
     
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    L'incontro con Rachel di qualche sera fa non aveva impedito al giovane Kain di dedicarsi alle sue solite passeggiate nel cuore della notte in giro per Kurayami, allontanandosi anche di molto dalla baracca fatiscente che chiamava "casa": durante le sue escursioni aveva già avuto il piacere di incontrare due donne fuori dal comune, anche se di femminile avevano solamente l'aspetto,ed ogni volta che si allontanava di casa, sperava di incontrare soggetti dello stesso calibro di Rachel e Shyvana.
    I vestiti erano sempre i soliti: i pantaloni blu scuro e una maglietta nera venivano avvolti dalla sua divisa nero pece, in testa faceva sempre capolino il suo cappello, il quale copriva tutta la sua fronte, lasciando visibili solamente gli occhi sottili.
    La passeggiata di quella notte portò il ragazzo nei pressi del porto, una brezza calda spirava da terra verso il mare quasi come volesse spingere Kain ad avvicinarsi a quest'ultimo: il campanellino del cappello risuonò spinto dal vento e lo sguardo del giovane si posò su un edificio sul quale si ergeva imponente uno stemma particolare; era il Pacific Rim.
    Il ragazzo dai capelli rossi studiò attentamente la struttura dell'edificio, notando che nonostante si fosse fatta una certa ora, al suo interno c'era qualcuno: piacevolmente sorpreso e non avendo incontrato nessuno di interessante durante il tragitto, Kain decise che sarebbe entrato nel locale, deciso ad esplorarlo e a placare la propria sete di curiosità.
    La sua katana sarebbe stata sempre pronta all'azione ma quella quella notte non se la sarebbe sentita di affrontare un combattimento.
    Varcata la soglia del locale, il giovane restò colpito dall'ampio bar che dominava l'entrata: le luci erano basse eppure fornivano una discreta visuale dell'ambiente circostante.
    All'apparenza sembrava che non ci fosse nessuno, infatti la maggior parte dei tavoli erano vuoti, eppure una figura emergeva in mezzo alla stanza, dietro al bancone del bar: una donna con il cappello da cowboy.
    La mano destra di Kain si portò sul suo cappello, sfilandolo e facendo risuonare il proprio campanellino nella sala, quasi come ad indicare che era arrivato un nuovo cliente: un cliente molto particolare.
     
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    Ed ecco finalmente, con un tintinnare degno della situazione, entrare in scena l'ultimo cliente della serata. Domino lo capì subito, ebbe come un'intuizione che le fece sollevare lo sguardo rapidamente fino ad incrociarlo con quello del suo nuovo ospite. Un tipetto decisamente misterioso, vestito con abiti scuri e armato solo di una katana, munito di una strana aura intorno al corpo che lo rendeva più simile ad un riflesso che ad un essere umano. Domino ammiccò un sorriso soddisfatto ma appena accennato, desiderava scrutare nel suo profondo per capire quale fosse la ragione dietro quegli occhi così... spenti? Il lacero mantello si mosse verso di lui.
    Benvenuto al Pacific Rim mio buon amico! La serata non è così fredda, ma posso comunque scaldarti con qualcosa di buono?
    Domino non stava spesso dietro il bancone, ma il suo carattere socievole ed enigmatico stimolava sempre la curiosità delle persone che non avevano mai messo piede lì. Se la cavava egregiamente, anche se le sue azioni da barista erano molto limitate. Di sicuro non poteva fare l'acrobata, a meno di non entrare nella mente di qualcuno e cambiargli il ricordo di quella sera... ma risultava laborioso alla lunga, specialmente se il pubblico era folto. Con un rapido movimento del capo, tenendo nascosta la coda, Domino sollevò il cappello e il mento, avvicinandosi all'estremità del bancone per spronare l'ospite a farsi avanti.
    Non mordo mica.
    Domino era da sola nella sala, le poche persone che si trovavano nel Pacific Rim dormivano, oppure erano nascoste da qualche parte a bere in solitudine o concedersi un pò di svago in religioso silenzio. Domino era sola e... indifesa?
     
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  4. Siriuke
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    Bastarono pochi passi rivolti in direzione del bancone al centro della sala ad attirare l'attenzione della donna che lo aveva accolto molto gentilmente: doveva ammettere che era la prima volta che lo accoglievano in quella maniera dopo la sua fuga da casa, eppure non poteva non replicare con un leggero sorriso alla sua richiesta.
    Potete offrirmi un caffè?
    Replicò il giovane, mostrandosi leggermente distaccato nei suoi confronti, a differenza sua che si era già posta amichevolmente a lui, ma forse era una formula che utilizzava ad ogni faccia nuova che varcava quella soglia.
    Kain doveva ammettere che scrutando meglio la snella figura di fronte a lui, era difficile non restarne ammaliati: man mano che si avvicinava al bancone, poteva apprezzare la bellezza del suo viso, accentuata anche dal cappello da cowboy che le donava un'aria molto wild; tuttavia c'era qualcosa attorno alla sua figura che lo attirava maggiormente ed infatti la sua spada per un attimo vibrò.
    Era capitata la stessa cosa quando aveva incrociato lo sguardo di Rachel, e in minima parte anche con Shyvana: che quel segno fosse un segnale di pericolo? Decisamente no.
    Era il segnale che non si trovava di fronte ad una semplice barista: forse era anche lei uno xenomorfo oppure era qualcos'altro?
    La curiosità continuava a crescere nel giovane man mano che avanzava verso di lei: una volta che raggiunse il bancone, i suoi occhi grigi si concentrarono su di lei, pronti a scrutare ogni minimo particolare.

    Il mio nome è Kain.
     
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    Più si avvicinava, meno Domino riusciva a vederlo. Paradossale, ma la sua abilità di scrutare all'interno della mente delle persone le consentiva gradualmente di "vedere" come realmente apparivano, come si guardavano all'interno da sole. E quello era il riflesso di un ombra. Quando se lo ritrovò davanti, sempre sorridendo furbesca, replicò con fare particolarmente placido ma che lasciava intendere che se era giunto fin lì a fare la carità aveva sbagliato posto.
    Amico mio, qui non offriamo niente a nessuno, siamo un locale non un rifugio per poveri. Ma se hai un portafogli pieno allora accomodati pure, servire gente in piedi non è una bella immagine per il locale.
    A quel punto avrebbe atteso la sua risposta, non stava mentendo quando gli parlò della carità, "offrire un caffè" suonava quasi come un invito in casa, ma chi entra a Pacific Rim lo fa per consumare, fosse carne o liquori. Prima di sfigurare ulteriormente però, la ragazza col cappello aggiunse qualcos'altro in modo da non dover riprendere il discorso più avanti.
    Sono Malacoda, la proprietaria del Pacific Rim. Gli amici mi chiamano Domino... tu come hai intenzione di chiamarmi?
    In quel preciso istante il sorriso di Domino iniziò a nascondere un pizzico d'ironia, quasi un avvertimento, un segno di pericolosità che il ragazzo davanti a lei avrebbe fatto bene a non ignorare. Non sembrava una tigre affamata, più che altro dava l'idea di chi ti punta una pistola carica contro, ma non ha molta voglia di pulire il sangue che lasceresti a terra.
     
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  6. Siriuke
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    Un leggero sorriso divertito si manifestò sul volto di Kain, dopo aver ascoltato attentamente le parole di Domino: la donna aveva abboccato alla sua sottile provocazione,ma ascoltando fino alla fine le sue parole, capì che forse era meglio non provocarla troppo.
    Chiedo venia, evidentemente l'aria di mare mi ha dato leggermente alla testa: ovviamente pagherò in contanti ogni vostro servizio, anche un semplice caffè.
    Replicò subito il giovane,ritornando serio,avvertendo nuovamente una strana sensazione:la katana vibrò nuovamente per un altro istante mentre gli occhi di Kain ritornavano ad osservare il suo sorriso.
    Chiamarvi Domino sarebbe inadeguato visto che non sono vostro amico, almeno non ancora: diciamo che sono un tipo riservato e difficilmente concedo fiducia al prossimo poiché la possibilità di essere delusi ed usati è estremamente alta coi tempi che corrono...
    Per adesso mi limiterò a chiamarla Malacoda, se non vi dispiace ovviamente.

    Concluse il ragazzo,estraendo dal portafoglio che teneva nella tasca posteriore destra dei pantaloni un paio di monete che avrebbero sicuramente coperto la spesa del caffè:una volta appoggiati i soldi sul bancone, egli iniziò a scrutare i tavoli circostanti, indice che avrebbe seguito il consiglio di Domino, consumando la propria bevanda seduto; tuttavia egli non riuscì a distogliere troppo lo sguardo dalla donna, il quale ritornò nuovamente su di lei.
     
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    Domino rimase con lo sguardo fisso su di lui per tutto il tempo, sorrisetto beffardo e cappello che gli copriva quasi completamente lo sguardo. Aveva afferrato il messaggio a quanto pare, sempre meglio mettere le cose in chiaro abbandonando ogni ragionevole dubbio.
    Molto bene, caffè sia allora...
    Gli diede le spalle, lasciando scivolare fuori dal suo mantello la lunga e affusolata coda bianca, elegantissima e pallida come la neve. La coda di Domino non aveva un aspetto mostruoso, sembrava quasi delicata e piacevole, addirittura calda nonostante le sue fattezze quasi rettiliane. Con la coda iniziò a preparare il necessario per il caffè, la macchina non era complicata da utilizzare quindi bastava anche solo un arto munito esclusivamente di un dito per prepararlo a dovere. E mentre si dava da fare, eccola riprendere il discorso con estrema naturalezza.
    Ti piacerà sapere, Kain, che anche da queste parti siamo molto diffidenti. Riempiamo il fegato e svuotiamo i pensieri dei clienti ma non lo facciamo con amore. La passione è un conto, il rispetto è un altro.
    Si voltò, appoggiando il caffè sul bancone per poi far scivolare la coda verso il basso, nascondendola di nuovo. Il suo sguardo tornò su quello di Kain, invitandolo a servirsi.
    Di solito non serviamo caffè da queste parti... sei per caso interessato ad altri servizi?
    Tutti sapevano che quel posto era una specie di bordello, Domino partiva sempre dal presupposto che chi partiva con bevande "leggere" volesse in realtà soddisfarsi in ben altri modi. Chiunque, anche una misteriosa ombra armata di Katana. Non aveva pregiudizi, questo è il vantaggio di essere un Kaiju.
     
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  8. Siriuke
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    La richiesta di Kain era stata accolta ed il ragazzo ebbe la possibilità di osservare la donna all'opera: gli occhi si sgranarono per la sorpresa quando incrociarono la sua splendida coda: era molto diversa da quella di Shyvana ed infatti scrutò accuratamente ogni suo più piccolo dettaglio; la forma, le abili movenze e persino il colore avevano catturato l'attenzione del giovane dai capelli rossi.
    Una volta che il caffè fu pronto di fronte a lui, i suoi occhi ritornarono sulla bevanda e poi nuovamente sul viso di Domino:

    Vi ringrazio.
    Disse prendendo poi la tazzina e iniziando a sorseggiare il caffè senza zucchero: il forte aroma del liquido caldo impastò la bocca del giovane, scendendo giù per la gola.
    Il caffè è ottimo ed immagino che anche i vostri servizi sono dello stesso livello, ma non sono qui per quello che pensate: ciò che cerco sono informazioni.
    Per esempio, non ho potuto non notare la vostra splendida coda: se non sono indiscreto, direi che non siete un umana anche se il vostro aspetto farebbe pensare il contrario, dico bene?

    Replicò Kain appoggiando la tazza vuota sul bancone, ritornando con lo sguardo fisso negli occhi di Domino:
    Ovviamente non mi aspetto di ricevere informazioni sul vostro conto gratuitamente: non dispongo di molto denaro ma ho in mente un metodo alternativo di pagamento e non mi sto riferendo al pagamento in natura.
    Concluse sorridendo con malizia dopo aver lanciato l'ennesima provocazione: oltre al pagamento in denaro, la ricompensa in natura era di solito l'unica alternativa, tuttavia le abilità di Kain si sarebbero rivelate utili in quella situazione, specialmente per Domino.
     
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    Quando Kain le disse che la sua idea non era quella di pagarla in natura, Domino si piegò in avanti, ammiccando un sorriso malizioso e fissandolo negli occhi con fare ammaliante. Il tono della sua voce calò di colpo, quasi bisbigliando, facendogli capire cosa ne pensava.
    Ma davvero? Che peccato...
    Domino era una donna ed amava divertirsi, risultava sempre un gran dispiacere constatare che non tutti avevano i suoi stessi gusti. Tuttavia non gli lasciò lo spazio per rimangiarsi la parola, sarebbero state le sue azioni a farlo tornare sui suoi passi. Domino alzò la schiena di scatto, sospirando rumorosamente, per poi riprendere il discorso distogliendo però lo sguardo da Kain ed iniziando a camminare molto lentamente di fianco al bancone.
    E sentiamo, cosa può fare una povera e ingenua Kaiju per un distinto guerriero come te? Che informazioni potrei darti, Kain?
    Solamente dopo aver finito quella frase piantò i suoi rumorosi stivali metallici a terra, voltandosi solamente col capo verso di lui, mentre con la coda sollevava il cappello nero che le celava lo sguardo. Le informazioni sono sempre una merce molto preziosa e rara, se quel ragazzo ne desiderava allora doveva averne di altrettanto preziose. Le informazioni non si pagano, si barattano, e per Domino non esisteva affare più ghiotto di questo. Doveva solo dare uno sguardo alla merce...
     
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  10. Siriuke
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    La risposta di Domino non lo sorprese più di tanto e tanto meno non gli fece rimangiare la propria parola: ovviamente la bellezza della donna era innegabile ed il pensiero di poter apprezzare al meglio tutto il suo splendido corpo solleticava la mente di Kain, tuttavia non era venuto in quel luogo per soddisfare la propria pulsione sessuale; se ci fossero stati tutti i presupposti allora ci avrebbe fatto un pensierino, ma ora voleva soddisfare la sua crescente curiosità.
    Lo sguardo del giovane seguiva tutti i movimenti della donna ma quando sentì proferire quella parola, "Kaiju", un espressione sorpresa si manifestò sul suo viso:
    Avete detto Kaiju? Dunque è quello ciò che siete eh?
    Avevo capito fin dall'inizio che c'era qualcosa di particolare in voi e il solo sentir nominare quella parola, mi ha dato la conferma: ciò che voglio sapere è ciò che siete e quali sono le vostre capacità e ovviamente sapere se non siete la sola, se ci sono altri vostri simili.

    Ecco rivelato l'intento di Kain, scoprire nuove creature e studiarne le proprie caratteristiche era la prima fase del suo piano,ovvero di raccogliere le ombre di creature sempre più potenti: le ombre degli uomini non gli bastavano più, gli xenomorfi erano creature temibili ( l'incontro con Shyvana ne era una prova) ma si sarebbe informato anche su di essi; ora la sua attenzione era rivolta sui Kaiju.
    Di certo si starà chiedendo come possa un semplice umano ripagare tutte queste informazioni: domanda lecita nel caso in cui io sia un comune umano ma, se ancora non lo avete capito, non sono un banale ammasso di carne ed acqua.
    Il giovane appoggiò la mano sinistra sull'elsa della katana, estraendola lentamente di qualche centimetro: non aveva intenzioni bellicose, voleva solamente mostrarle una parte delle sue abilità.
    Animati.
    Sussurrò appena mentre il colore della lama diventò nero pece mentre un impercettibile onda d'urto colpì l'intera sala: ora la sua ombra e tutte le altre che avrebbe toccato, sarebbero state libere dai propri vincoli, per sottostare al volere di Kain.
    Non allarmatevi, voglio solo mostrarle una cosa.
    Disse il giovane anticipando ogni minimo gesto di risposta di Domino, andando a prendere con la mano destra la tazzina del caffè che aveva bevuto prima.
    Dovete sapere che il mio potere mi permette di controllare le ombre con le quali entro in contatto iniziò guardando poi la tazzina sul bancone,analizzandola attentamente per poi toccare con la punta dell'indice l'ombra riflessa sul piano bar.
    Per esempio, guardate l'ombra sul bancone di questa tazzina, ora è sotto il mio controllo: e mi direte " ah beh, sai che forza" e in effetti non avreste tutti i torti se solo vedeste cosa sono in grado di fare.
    In quell'istante brandì la katana e vibrò un fendente orizzontale,parallelamente al piano del bar, tagliando a metà la tazzina e di conseguenza, tagliando metà anche l'ombra di quest'ultima,facendo cadere a terra la porzione superiore: a che scopo fare ciò? Beh Domino lo avrebbe visto con i suoi occhi.
    Il giovane si fece serio e mise la mano sull'ombra della tazzina tagliata a metà e si concentrò leggermente per manifestare il suo potere: la manipolazione delle ombre era una pratica molto ardua ma, se le ombre dovevano adeguarsi alle forme dei corpi ai quali appartengono, allora anche i corpi devono seguire lo stesso principio, adeguandosi alle forme della propria ombra.
    Ed è qui che entra in gioco Kain con la sua abilità: manipolando l'ombra secondo il suo volere, egli è in grado di mutare la forma dell'ombra e di conseguenza dell'oggetto al quale è legata; ed accadde proprio questo di fronte ai loro occhi.
    L'ombra della tazzina sembrò vibrare per qualche istante dopo di che essa acquisì nuovamente la propria forma originale e di conseguenza, anche la tazzina reale si ricompose quasi magicamente: la dimostrazione si era conclusa ed il giovane spinse la tazzina lungo il bancone verso Domino per farle constatare il risultato ottenuto.

    Certo che manipolare una tazzina è molto più semplice rispetto all'ombra di una creatura vivente ma con un pò di pazienza posso eseguire la stessa cosa anche con voi: mi riferisco alle vostre braccia.
    Concluse Kain riponendo la katana nel fodero, lasciando intravedere sempre una parte della lama, osservando ogni minima reazione di Domino: non sarebbe stato appagante come un pagamento in natura ma forse era l'unico a poterle offrire un'opportunità del genere.
     
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    Francamente... non penso che quello che tu abbia fatto sia possibile, ok è una role libera e quella è una tazzina, perfetto... ma non penso che effettivamente si possa fare XD eventualmente chiedi a Doom, per me non è un problema, mi comporterò comunque come se potessi.


    Alle parole di Kain Domino sfoggiò un finto sguardo sorpreso, visibilmente ironico, e sollevando la coda come stendardo del suo "essere strano" la mise in evidenza con fare particolarmente beffardo.
    Davvero? Qualcosa di particolare? Non mi dire...
    A quel punto Domino iniziò una lunga fase di silenzio, dove prima ascoltò le ragioni di Kain, e poi cosa poteva fare. Rimase tranquilla per tutto il tempo, o quasi: la sua fame di informazioni era rivolta verso creature particolari come lei, perché tanto interesse per un Kaiju che aveva deciso di fare la barista? Una bella domanda per la nostra Domino che contava di trovarla di fronte alla sua contro proposta. Kain le mostrò come funzionavano i suoi poteri, manipolava le ombre ed effettivamente Domino pensò che non era una gran cosa, le ruppe perfino una tazzina e con i tempi che correvano non era un bell'affare, tuttavia la manipolazione oscura di quel ragazzo era tale da consentirgli di riparare gli oggetti partendo dalla ricostruzione dell'ombra stessa, e lì lo sguardo di Domino si fece estremamente più interessato. Scomparve perfino il suo sorrisetto beffardo. Certo su una tazzina non c'era nessun merito, ma era davvero quello il suo limite? Come Domino sospettava... assolutamente no. Nel momento in cui parlò delle sue braccia, Domino ebbe quasi un sussulto. Prima di tutto come faceva a sapere che non le aveva? Anche se utilizzava la coda, in ogni caso il mantello la copriva a dovere, non c'era motivo di pensare che non fosse semplicemente pigra. Secondo... esisteva davvero un potere del genere? No, non era interessata alla sua ricostruzione per motivi che ben presto avrebbe spiegato, ma quel ragazzo era davvero in grado di ricomporre delle parti mancanti semplicemente ricostruendo da zero un ombra? Perché questo... cambia le carte in tavola. Un conto è ricomporre dei materiali spezzati, come la tazzina. Un conto è ripristinare un elemento completamente mancante.
    Sono colpita, ma più dalle tue parole che dai fatti, ad essere sincera. Dunque sostieni di poter non solo ricostruire due parti separate, ma addirittura rigenerare cose che non esistono più, a patto di conoscere la forma dell'ombra, è così?
    Aveva bisogno di una spiegazione, perché se quello che Kain diceva era vero, allora forse meritava l'attenzione di Domino.
     
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    L'impercettibile onda d'urto che aveva scatenato manifestando il suo potere non serviva solamente a liberare le ombre dai loro vincoli,bensì a fornire una completa visione delle ombre: l'onda aveva attraversato l'ombra di Domino, garantendo a Kain una visione tridimensionale dell'ombra nella sua mente, per questo era a conoscenza della mancanza dei suoi arti superiori.
    IL giovane osservò lo sguardo attento della donna, ascoltando la domanda che gli aveva posto, mentre i suoi occhi grigi ritornavano ad osservare la tazzina.

    Tutto corretto se non fosse per un piccolo particolare: non mi basta conoscere la forma dell'ombra, devo possederla; con una tazzina è bastato imporre la mia mano sull'ombra per ottenerne il controllo, con un'ombra di una creatura vivente invece le cose si complicano, specialmente se il soggetto in questione è in possesso di qualche potere.
    Essendo voi un Kaiju, sono quasi sicuro che se liberassi la vostra ombra,ci sarebbe da divertirsi.

    Concluse Kain con un tono di leggera malizia nelle sue ultime parole: con Ruri ebbe la possibilità di interagire con un'ombra particolare, poiché la ladruncola londinese aveva un potere nascosto, sorprendendo molto il giovane dai capelli rossi; chissà come si sarebbe comportata l'ombra di un Kaiju, la razza i cui poteri erano ancora a lui sconosciuti?
    IL ragazzo faceva fatica a nascondere l'interesse sempre più crescente nei confronti della donna di fronte a lui ma voleva comunque andarci con i "piedi di piombo" e non affrettare troppo le cose: ora che aveva manifestato una parte della sue abilità, si sarebbe aspettato una dimostrazione da parte della barista del Pacific Rim, ma forse avrebbe fatto meglio a non aspettarsi nulla.
     
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    Impossessarsi della sua ombra? Il discorso si stava facendo vagamente ambiguo e non le piaceva la piega che stava prendendo. Domino oramai aveva imparato a convivere con le sue "colpe" e di sicuro non era alla ricerca di una cura miracolosa, anche perché il suo fisico era estremamente legato alla propria condizione mentale: un pò come se i suoi poteri volessero ubbidire agli ordini del padre e le impedissero di avere nuove braccia. La donna socchiuse gli occhi e respirò rumorosamente, prendendosi qualche secondo per poter pensare sul da farsi. Non aveva dubbi, ma non voleva nemmeno sembrare scontrosa: non aveva nulla contro quel ragazzo.
    Le tue abilità sono interessanti, ma non lavoro per me stessa, mi hai promesso informazioni non cure miracolose. Allora torniamo sui nostri passi e... ti pregherei di disattivare del tutto i tuoi poteri. Non vorrei dover attivare anche i miei.
    Il campo di terrore di Domino occupava tranquillamente tutto il suo Pacific Rim, se fosse stato necessario sarebbe entrata nella mente del ragazzo per invogliarlo a non farsi vedere più. Insomma una resa incondizionata e pacifica, in modo da poter tornare a parlare di affari. Nuove braccia non le interessavano affatto.
     
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  14. Siriuke
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    Il giovane ascoltò molto attentamente le parole del Kaiju, scrutando il suo sguardo e sgranando leggermente gli occhi non appena sentì la parola "promesso": tuttavia non ebbe il tempo di riflettere sulle parole che aveva detto in precedenza poiché le ultime parole di Domino lo fecero ritornare alla realtà; il messaggio era forte e chiaro.
    La mano destra del giovane si strinse sull'elsa della katana, rinfoderandola lentamente, dopo che ebbe fatto un lungo sospiro: una volta che la lama fu del tutto all'interno del fodero, egli disattivò i propri poteri, incrociando le braccia attorno al suo petto.

    Non ricordo di avervi fatto alcuna "promessa" a riguardo, vi ho solo proposto un alternativo metodo di pagamento ma a quanto pare non vi interessa.
    Concluse il giovane, osservando poi la donna di fronte a se: ricevuto il suo messaggio, il ragazzo iniziò a pensare a come poteva ripagare le sue informazioni, il proprio portafogli era pericolosamente vuoto perciò se ne sarebbe dovuto andare via senza le informazioni richieste, a meno che il pagamento scartato in precedenza non fosse ritornato nuovamente disponibile, ma forse avrebbe fatto meglio a lasciare il locale.
     
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    Un pò pretenzioso da parte sua sperare che rivelare i suoi poteri valesse come un pagamento attivo per Domino, insomma non si trattava di un super criminale che conoscendone i punti deboli poteva catturarlo e farci un bel gruzzolo. O almeno così la donna pensava, dato che non aveva mai sentito parlare del tipo davanti a lei fino a quel punto.
    Ti spiego amico mio, pensi che una che può permettersi un umile posto come questo non si farebbe volentieri trapiantare un paio di arti nuovi e magari di un lucido metallo se solo queste braccia non significassero qualcosa per lei? Hai solo fatto al scelta sbagliata, ma non ti dirò di non riprovare.
    E detto questo Domino si voltò, dandogli le spalle, in modo da tornare alle sue faccende dietro il bancone dato che quella tazzina non doveva rimanere porca dopo essere stata utilizzata. Si diresse verso il lavandino, infilando sotto il getto tutto quello che andava lavato, buttando invece con la coda ciò che non doveva conservare. Chiuso il getto d'acqua tornò sul ragazzo, sollevando leggermente il cappello per poterlo squadrare negli occhi. Domino li aveva sempre avuti così rossi ed intensi?
    A questo punto mi accontento anche di sentire un nuovo modo per lubrificare arti meccanici, non come quelle porcate inutili che si trovano in rete... ma se hai intenzione di fare la bella statuina dovrò darti qualcosa di molto più forte per scioglierti.
    Domino non lo stava cacciando, lo stava incoraggiando, ma se non tirava fuori qualcosa di interessante su creature e persone che potevano finire nel mirino di Domino, allora sarebbe andato via ancora più a mani vuote di quei marinai ignoranti, che almeno avevano scelto il passatempo migliore per stare con le ragazze di Domino.
     
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