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x Hina

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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Stava ottenendo la più alta onorificenza per la sua condotta, Rachel le stava concedendo il piacere di unirsi a lei, anche nella carne, e Vladimir non poteva essere più felice di così. Si, nel suo perverso e distorto concetto di "felicità" non c'era mai stato un apice tale, Rachel oramai rappresentava ogni suo scopo e al di fuori del divertimento puro non esisteva nulla di più importante che ubbidire e soddisfare la sua divinità. E adesso lei, umile serva di quel terrore senza fine, aveva l'onore di violare quella carne perfetta e letale, mentre i loro corpi si sfregavano vogliosamente nella speranza di diventare una cosa sola.
    Renderci uno... con la nostra Regina... siamo finalmente... UNO!
    La sua espressione si spalancò quando finalmente raggiunse la più profonda intimità di Rachel: gli occhi si sgranarono completamente come di fronte all'apparizione di un angelo, in questo caso l'angelo della morte per essere precisi. Le sue labbra si spalancarono deformandosi in un'espressione di estrema goduria e sorpresa, non aveva mai sorriso così tanto sinceramente in tutta la sua esistenza. Sentiva il cuore di Rachel pulsare... tutti i cuori di Rachel stavano battendo all'unisono con lei, solo per ringraziare la loro servitrice! Sentiva le lacrime salirle in gola per la commozione e la gioia, ma in quel momento non c'era spazio per debolezze tanto umane: la sua Dea aveva scelto di unirsi a lei, e doveva essere all'altezza. Di fatti, Vladimir stava quasi dimenticando che la sua tecnica del mondo di Sangue era attiva, il che le permetteva di generare altre copie del suo corpo e adesso che era fusa con la sua dea, poteva farlo anche intorno alle sue fibre nere. Ed eccole lì, materializzandosi dalla tenebra più profonda, le sensuali e vogliose figure identiche a Vladimir che si avvicinarono al corpo violato di Rachel, curiose e vogliose come non mai. Le loro labbra furono le prime ad avvicinarsi a quella pelle pallida e delicata, baciandola in diverse zone erogene: le baciavano la schiena, le ascelle, i fianchi, i glutei, il collo, e mentre le labbra si servivano anche delle lingue per darle piacere, ecco giungere anche le loro mani, delicate ma vogliose, decise a darle tutto il piacere che conoscevano. Vladimir, estasiata da quella scena, prese a muovere il bacino in modo da violare al meglio Rachel e poterle donare una penetrazione lenta ma intensa, questo spronò ulteriormente le sue copie che iniziarono molto presto a massaggiare e accarezzare la loro Dea: la toccavano come nessuno l'aveva mai toccata, come servi fedeli che nulla volevano se non venerarla, sfioravano i suoi glutei, i suoi seni, il collo, le labbra, bramavano le mani e ospitavano quelle dita affusolate e sporche di morte nelle loro labbra, leccandole avidamente. Alcune copie, così follemente innamorate, si gettavano perfino sui serpenti, lasciando che questi si attorcigliassero intorno ai loro corpi passando in mezzo alle gambe e tra i seni, per poi ritrovarseli faccia a faccia ed iniziare a baciare perfino quelle oscure figure. LE dita delle altre Vlad stimolavano sempre più intensamente Rachel, non avevano nessun freno inibitorio e non ci volle molto prima che andassero a stimolare i suoi punti più sensibili circondando la penetrazione con dita e lingue. Da una parte i suoi seni venivano circondati e stimolati per i capezzoli da dita e lingue vogliose, dall'altra c'era il suo clitoride circondato dalle mani di altre copie ancora, mentre alcune le leccavano in più modi l'intimità violata grondante di umori e il suo prezioso buchino, stimolato solamente da fuori con delicati massaggi. Erano tantissime, e leccavano, accarezzavano, stimolavano solamente lei, tutte schiave del piacere votate a soddisfare la loro Dea.
    Siamo i tuoi fedeli sudditi... non avere paura di noi.
    Un altra copia comparve in ginocchi davanti al volto di Rachel, afferrando la sua testa tra le mani per poterla abbracciare sul suo petto, stringendola affettuosamente a sé, e incoraggiandola a leccare a sua volta il seno di Vladimir, sentendo il gusto di una creatura fatta esclusivamente di paura, e votata solamente a lei.
     
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    Quando Rachel si univa nella carne, non era solo un mero atto sessuale. Era qualcosa molto più simile ad un rito, in cui Rachel diveniva sacerdotessa e benediva il fedele.
    Un fedele che amava. Il suo non era un amore sano o convenzionale. Il significato per lei era totalmente diverso: Vladimir per lei era molto preziosa, ne era gelosa, non come amante, ma come "padrona". Non le avrebbe mai perdonato un cambio di strada, adesso che le aveva promesso la sua fedeltà, le apparteneva anima e corpo. A lei, ad Iwan e a Shyvana. Con questi ultimi pensieri la toccava, la leccava, la baciava. Era così presa nel sentire i sapori, gli odori e i rumori, che non si accorse delle copie che si affiancarono alle due donne.
    Quando si sentì toccare da altre mani, si voltò di scatto, come spaventata. Quando vide di nuovo il viso di Vladimir si calmò, si lasciò toccare incuriosita, ma ancora diffidente da quello che stava succedendo. Le mani aumentarono, le labbra calde divennero tante. Per un attimo ebbe paura, si ritrasse, i serpenti si irrigidirono, gli incubi iniziarono a strisciare nella sua mente, il piacere si affievolì.
    Non voleva risentire quelle orribili sensazioni, afferrò un polso a caso, si voltò e notò che la proprietaria del braccio si fermò seguendo il suo volere. Notò gli sguardi pieni di ammirazione, le labbra socchiuse e vogliose. Non c'era traccia di odio, di paura. Poi la sua voce, melliflua e rassicurante la calmò. Lasciò il polso, si rilassò e si lasciò andare. Capì che poteva avere il controllo anche su quello, che Vladimir non le avrebbe mai fatto rivivere il suo incubo.
    Chiuse gli occhi assaporando ogni piccola sensazione calda e delicata sul proprio corpo. Il respiro si fece pesante, il piacere iniziò a crescere sotto le spinte del bacino di Vladimir. Riaprì gli occhi e vide Vladimir dappertutto, solo lei, si sentiva immergere in lei. Allargò le fibre nere aumentando la percezione del proprio corpo e dell'energia. I serpenti divennero amanti vogliosi che si strusciavano sul corpo delle copie.
    Le bestie divennero come mani che regalavano carezze. Rachel iniziò a muoversi sull'erezione di Vladimir, traendo piacere. Non diceva nulla, non servivano parole per quel banchetto di Vladimir, di lussuria.
    Si mosse più veloce, iniziando a gemere ad un volume più alto. Sollevò le braccia per permettere alle copie di toccarla, leccarla, mentre il suo bacino si muoveva sempre più decisa.
     
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    In un primo momento Rachel ebbe paura. I suoi ricordi, fluirono in quell'istante come un lampo nella mente di Vladimir, facendole ricordare il passato della sua padrona. Temeva ancora l'incubo primordiale, ciò che quelle bestie inferiore avevano fatto a lei, al suo potere e al suo corpo. Per un attimo il pensiero di terrorizzarla in quel modo la incuriosì, ma il suo amore per lei era così profondamente puro che ebbe subito disgusto per sé stessa, di fronte alla possibilità di diventare lo strumento della paura per la sua dea. Così le fece capire che quelle sue copie non erano selvagge assaltatrici, ma sua devote serve che mai avrebbero fatto qualcosa per metterla a disagio o farle un torto. Si fermarono, osservandola con i loro occhi spenti ma colmi di devozione, pendevano dalle sue labbra e dalle sue decisioni, un solo comando e sarebbero scomparse, ma Rachel le accettò, le perdonò nella loro irruenza e capì che non avrebbero fatto altro che darle piacere. Un sorriso felice e quasi fanciullesco si dipinse sui volti dell'Unica mente, che subito tornarono ad abbracciare, accarezzare ed assaggiare il corpo di Rachel con foga, ma non forza: non le avrebbero oppresso un singolo movimento, né privata di qualsiasi decisione, una mossa falsa e Rachel poteva sfogare la sua furia su di loro senza il minimo problema, poteva ucciderle e farle a pezzi, per ottenere il suo perdono a Vladimir stava più che bene. L'unica cosa che voleva era che così tanto piacere non finisse mai. L'originale si muoveva al ritmo della sua dea sempre più velocemente, la coinvolgeva e la assecondava così da trarre il massimo del piacere. Il suo membro spingeva dentro di lei, era più caldo e voglioso che mai e si faceva strada nelle calde viscere di un corpo che rasentava la perfezione nella sua mente. Le bocce delle copie invece si univano alla sua pelle, baciando e leccando i fianchi, i seni e le natiche della loro padrona. Non ci volle molto prima che una lingua si facesse più audace finendo per leccare prima l'intimità violata assieme al membro dell'originale, per poi risalire sul suo orifizio posteriore stimolandolo con estrema perizia. D'altro canto alcune copie alle sue spalle si spartivano con le mani ciò che restava, accarezzando e stringendo i seni mentre i capezzoli venivano circondati dalle bocche, e una mano assai più curiosa finì per stimolare la sua clitoride con estrema delicatezza. Un ultima e volenterosa copia si avvicinò a Rachel, prendendo con delicatezza il suo volto tra le mani, baciandole il collo con devozione e guardandola con degli occhi colmi di ammirazione. Lentamente si avvicinò a lei per poterla bacare, e più le loro labbra si avvicinavano più le sensazioni dei loro corpi si facevano intense. Non c'era un singolo punto di Rachel che non veniva stimolato in quel momento, e dopo averle dato un lussurioso bacio, offrì in tributo alla sua padrona i propri seni, come se volesse allattarla. Rachel non avrebbe trovato solo la perversione della carne, ma un vero e proprio nutrimento: il sangue di quelle copie, fatto della corruzione di Vladimir e dei loro nemici caduti, trasformato in un nettare divino offerto in tributo solo per lei, usato come il più potente degli afrodisiaci: la perversione stessa. Vladimir si era nutrita all'unico scopo di offrirsi come banchetto per la sua dea... c'era forse gesto più sincero di devozione al mondo?
     
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    Rachel era parecchio instabile mentalmente, nei suoi ricordi c'era un fatto molto importante: non possedeva i poteri, era impotente, e quegli uomini erano riusciti a sopraffarla e poi umiliarla. Era quella la sua paura più grande, non riuscire a difendersi dalle umiliazioni. La paura su di lei aveva sempre effetti molto nefasti e negativi. Ma Vladimir sapeva come calmarla, come acquietare il suo cuore e farle capire che in realtà era potentissima, che poteva fare tutto ciò che voleva. Anche in quel momento, poteva bearsi della sua adorata creatura e farla sua anche nella carne.
    Ogni singolo punto erogeno del suo corpo era stimolato, il piacere non la invase solo da un punto, ma la travolse come un uragano. Facendola gemere rumorosamente, lasciandosi andare sempre più a quelle sensazioni sublimi, che si accentuarono con il sapore del sangue nella bocca. Il bacino aumentò il ritmo con cui cavalcava Vladimir, ormai era fuori di testa. Seguiva le onde del piacere completamente travolta dall'istinto. Ondeggiava seguendo i segnali del proprio corpo. Delle fibre che si allargarono dai serpenti e dal proprio corpo, avvolgendo in esse Vladimir e le sue copie, alcune si insinuarono nelle loro bocche, come tante minuscole lingue lussuriose. Altre si facevano spazio fra le labbra vaginali delle copie, assaporando gli umori e il calore. Rachel percepiva tutto, il piacere divenne insostenibile.
    Rachel urlò, come se fosse stata trafitta da mille frecce, uno spruzzo di umori imbrattò il ventre di Vladimir mentre Rachel raggiungeva il suo orgasmo più violento e selvaggio.
    Poco dopo le fibre si ritiravano lente e pigre nel corpo di Rachel. Ne sentì ogni sapore, si leccò le labbra, come se avesse finito un pasto prelibato, poi si chinò esausta sul corpo di Vladimir ansante e sudata.
    Non disse nulla, chiuse gli occhi e si godette la sensazione di rilassamento.
     
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    Rachel si fidava di Vlad, si era messa nelle sue mani e le aveva affidato il proprio piacere. Come poteva la sua più fedele arma venire meno ad un dovere così meravigliosamente calzate alla sua personalità? Continuarono ad unirsi, le loro carni si sfregavano, Rachel era completamente chiusa in un bozzolo fatto di Vladimir iniziando a capire cosa significava essere "l'Unica Mente". I suoi serpenti, come la pelle della meravigliosa Dea della morte, volevano assaggiare i corpi della creatura, insinuandosi nei suoi orifizi, scambiando effusioni con le labbra e le bocche, unendosi nella carne così come nello spirito. Vladimir e tutte le sue copie gemevano, anzi gridavano come se stessero pregando la loro divinità, una preghiera disperata e sentita per poter diventare una cosa sola con lei. I fianchi si muovevano forsennatamente non solo dell'originale che aveva l'onore di unirsi a lei, ma di tutte le altre che si dimenavano assaggiando e carezzando quel corpo divino. Poi finalmente il culmine, ecco Rachel gridare assieme a loro, divenire più rigida e calda che mai, fino a spargere il suo piacere dal proprio corpo al resto che la circondava, trasformando la loro unione in un fiume di piacere. Vladimir la seguì immediatamente, riempiendo il ventre della sua padrona, poi anche le sue copie rilasciarono abbondanti quantità di umori e sangue su di lei, sciogliendosi lentamente così com'erano state create. Tutto in una volta sola, tutto così perfetto, il piacere, la passione, la morte, una cosa sola. Finalmente anche Vladimir aveva ottenuto il piacere supremo di unirsi a quella creatura perfetta. I loro corpi si accasciarono a terra, entrambi distesi su un fianco sul pavimento sporco di sangue, nude com'erano nate e abbracciate tra di loro, strette. Strettissime come non mai, come se da quell'abbraccio dipendesse la loro esistenza. Ecco la mente di Vladimir tornare stabile, non più impazzita da quella coscienza multipla sviluppata dalla sua tecnica migliore, ma la vera e docile Vladimir, colma di passione e di soddisfazione.
    Rachel... è stata la cosa più meravigliosa che io abbia mai fatto in tutta la mia vita... anzi, non fatico a dire che la mia vita ha acquistato un senso solamente ora. Sono nata alla Umbrella, ma il mio destino è di servire te... ti giuro ubbidienza Rachel, proteggerò te e i tuoi servitori, soddisferò ogni tuo capriccio e ti donerò altre notti come questa, ogni volta che lo vorrai... questo è il mio amore per te.
    Solo a quel punto avrebbe sollevato i suoi occhi ,addirittura luminosi, iniettati di rosso sangue, cercando ancora un ultima volta le labbra della sua padrona, rendendosi conto solamente in quel momento che limpide gocce fredde stavano ricoprendo i loro volti e i loro corpi .Come una grande livellatrice, la pioggia si preparava a lavare via i loro peccati da quella terra...
     
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    Era stato tutto così intenso e perfetto. Sembrava quasi che quelle due donne fossero state fatte apposta una per l'altra, una in grado di moltiplicare se stessa, e l'altra in grado di abbracciarle tutte con i suoi poteri. Era stato un amplesso mostruoso, in senso buono, dettato dalla loro immensa voglia di sangue, piacere e morte. Tutto mescolato alla perfezione. Era stata la notte più stimolante della sua vita. Vladimir era una creatura meravigliosa, e quella notte Rachel l'apprezzò ancora di più, poiché ne vide le potenzialità vere. Non erano più due donne che si ammiravano da lontano, si erano toccate nel profondo e avevano compreso la natura una dell'altra, apprezzandole come nessuno avrebbe mai potuto fare.
    Era così felice che si sentì come una fanciulla innamorata. Scambiò un'altro bacio, stanco ma non per questo carico di passione.
    Le parole di Vladimir cullarono Rachel che si lasciò andare ad un abbraccio, affondando il viso tra i suoi seni. Sorrise, nascondendo quell'espressione nella sua morbida carne.

    Grazie Vladimir. Io non ti rinchiuderò mai, ti lascerò libera di uccidere e divertirti come vuoi. La tua potenza mi aiuterà a preparare il nostro regno. In quel regno tu sarai chiamata "dea" questo è il mio amore per te. disse con voce pacata ma felice. Diede un bacio sulla fronte di Vladimir per poi sollevarsi in piedi, mentre le prime gocce la bagnarono. Sollevò il viso verso l'alto, chiudendo gli occhi per poi sospirare soddisfatta. L'acqua carezzava i loro corpi e i loro visi, ripulendoli del sangue e del sudore.
    A Rachel era sempre piaciuta la pioggia, era il finale perfetto per una notte perfetta. Insinuò una mano fra i suoi capelli, tirando fuori un proiettile d'oro che lasciò vicino ai cadaveri appesi agli alberi. Poco dopo allungò una mano verso Vladimir, sorridendole la invitò ad afferrarla.

    Andiamo a casa? chiese come se stessero tornando da una giornata alle giostre. Quel gesto le avrebbe dovuto far capire che non l'avrebbe mai considerata una umile serva, quindi un essere inferiore. Per lei era più come una compagna con cui dominare il mondo, assieme a Shyvana e ad Iwan. Loro quattro come terrificanti mostri, sognava per tutti loro di entrare nella leggenda. Mai più da sola, mai più incompresa, davanti a loro si apriva una strada luminosa.
     
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    Quando Rachel le promise un posto come "Dea", Vladimir sentì chiaramente un sussulto nel suo petto privo di cuore. L'aveva considerata un suo pari, mai più in gabbia, mai più in contenimento, non sarebbe mai più stata frenata, non una sola volta. Era così felice che se fosse stata in grado di commuoversi di sicuro avrebbe pianto, ma l'unico modo che aveva per esprimere la sua gratitudine era rimanere in silenzio, lasciando che la pioggia e le dita della sua padrona la cullassero verso la pace. La strinse forte, non abbastanza da farle male ma sufficientemente per tenerla a sé. Poi lentamente Rachel si fece avanti, alzandosi per lasciare il loro segno di riconoscimento a terra, infine invitò Vladimir a prenderle la mano, per rialzarsi e tornare a casa assieme. Si, casa: il luogo dove potevano essere unite per sempre, il loro regno. Proprio come una bambina che accetta la mano dolce di sua madre, Vladimir afferrò le dita di Rachel e si lasciò sollevare, per poi fiondarsi di nuovo sul suo corpo nudo per abbracciarla, scambiando il calore con le gocce di pioggia.
    Si, andiamo a casa Rachel...
    Sarebbe rimasta abbracciata a lei per tutto il tragitto verso casa, affettuosamente. Il loro rapporto si era fortificato, e adesso anche lei come Shyvana sarebbe diventata iper protettiva nei confronti di Rachel. Qualsiasi offesa, o anche lontanissima minaccia avrebbe meritato la sua massima attenzione... e tutta la sua ira. Questa era l'eredità di Rachel... la violenza oltre ogni cosa.
     
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