La volpe e il cameriere.

Per Exo <3

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  1. MidoriNoBakeneko
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    Hans... un bel nome, anche se nel sentirlo aveva avuto la strana sensazione che fosse stato pronunciato con una punta di incertezza, quasi la risposta non fosse venuta spontanea a quel misterioso uomo mascherato. Certo, con quella musica e il vociferare che li circondava non poteva esserne certa, dunque i pensieri si soffermarono per poco su quell'argomento, presto sostituiti dall'inizio di una frase che le fece sgranare gli occhi e - successivamente - arrossire da capo a piedi, tanto che persino l'ampia scollatura del suo kimono, mostrò il rossore di collo e seni. Rossore che, per fortuna, Hans non dovette aver modo di notare, poiché subito la sua attenzione venne catturata da altro. Per la precisione, da un tizio che sbraitava indicandolo e gridando al ladro.
    Kainé subito guardò prima l'uomo e poi Hans, perplessa, giusto in tempo per vedere la sua espressione passare da ''noncurante'' a ''oh merda''... imprecazione che nemmeno a farlo apposta gli fuoriuscì dalle labbra poco dopo. A quel punto la ragazza non poteva fare molto, le venne naturale far per staccarsi prevedendo che il misterioso sconosciuto avrebbe iniziato una fuga in cui decisamente non voleva venir trascinata... ma non fece in tempo a muovere un passo che con un gridolino di sorpresa si ritrovò tra le sue braccia, costretta a stringersi forte a quelle spalle allenate per evitare di cadere, vista l'enorme velocità con cui l'uomo si muoveva.
    E tra le sue braccia, come le succedeva sempre quando si sentiva minacciata, la freddezza l'abbandonò sostituita da volgarità che esplose tutta in una volta.
    Si può sapere che cazzo stai facendo?! Mettici subito giù, dannato troglodita!
    Ma le sue parole si infransero al vento, totalmente ignorate, e così Kainé si ritrovò nella spiacevole situazione di ripetere lo stesso pensiero più volte in una sera... Perché diavolo non se n'era rimasta a casa? Seguito da ben altre domande: che diavolo voleva Hans? Ammesso che poi si chiamasse Hans. E perché cavolo l'aveva portata con sé?! Era forse un rapimento? A che pro?
    Domande lecite che nel momento in cui si fermarono stava già per riversare (in modo ben meno lecito) sull'uomo, prima che le parole le morissero in gola.
    L'espressione si fece perplessa, gli occhioni dorati lo fissarono basiti...
    Sei pazzo o cosa? Ma non ce la faceva a contenersi, proprio no. Sei stato tu a trascinarmi con te, dannato idiota che non sei altro! E...
    Ed erano sopra un dannatissimo albero, la maschera l'era appena caduta poiché il filo doveva essersi dannaggiato, lei si stava agitando e aveva staccato le mani da lui prendendo a gesticolare, aveva guardato la maschera mentre cadeva e... si era ricordata di soffrire di dannate vertigini.
    Inutile dire che con un grido tornò a stringersi a lui benché non ne avesse intenzione, chiudendo gli occhi totalmente dimentica dell'aria da dura che si presumeva dovesse mantenere.
    P-perché diavolo siamo su un dannato albero, si può sapere? aveva domandato infine, con un filo di voce.
     
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10 replies since 21/2/2014, 01:58   290 views
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