La volpe e il cameriere.

Per Exo <3

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  1. Exogenesis
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    Ora sorgeva un enorme problema, qualcosa a cui non aveva pensato fino a quel momento. Si era elegante, era figo, aveva la maschera e i capelli lunghi e argentati ma fino a quel momento si era solo divertito ad improvvisare. Non era nella sua natura comportarsi in quel modo ma chiunque poteva farlo se il suo volto non veniva scoperto, se la sua identità rimaneva nell'ombra, insomma anche quello contribuiva ad accentuare il fascino della persona ma quanto poteva campare ancora con quella speranza? Sicuramente Kainè si sarebbe stufata prima o poi di intrattenersi con qualcuno che non le diceva ne il suo nome ne le mostrava il suo volto ma se l'avesse accontentata con entrambe le cose si sarebbe giocato tutto quell'alone di mistero. In fondo lei non lo conosceva, non sapeva nemmeno quale fosse il suo vero nome quindi perchè non bluffare? Purtroppo quel pensiero nacque troppo lentamente e le parole presero a fluire prima che potesse concluderlo.
    Il mio nome è Han...s.
    Riuscì a salvarsi in calcio d'angolo senza nemmeno storpiare troppo il tono. Anche se fosse stato, molto probabilmente l'atmosfera, la musica di sottofondo e il chiacchiericcio avrebbero nascosto quel piccolo sfarfallio nella voce che in condizioni normali l'avrebbe potuto facilmente tradire. Quindi era Hans, certo, non poteva inventarsi niente di meglio, non sapeva nemmeno se quello era un nome vero, non aveva una grande cultura di nomi terrestri e ciò non giocava a suo favore. Kainè ci sarebbe cascata? Fece schizzare lo sguardo dietro di lei, osservando altre coppie ballare, notandone una in cui l'uomo sollevò il braccio della sua partner, facendole fare una lenta e sensuale piroetta. Quale modo migliore per impedire alla ragazza di pensare troppo al suo tentennamento? Lo fece in modo estremamente naturale, interrompendo quel lento ondeggiare per permettere a Kainè, una volta liberato il collo e sollevatole il braccio, di poter girare su se stessa, lentamente per poi tornare tra le braccia dell'uomo che le cinse la vita con uno, tenendole la mano al lato opposto. Quello era un gesto figo, non c'erano dubbi, insomma, nella coppia che aveva spiato poco prima la ragazza pareva aver gradito molto quella movenza. Non stava andando poi così male nella parte del tizio elegante e senza volto. Incrociò lo sguardo con quello di Kainè, ancora una volta.
    Non distorglielo ti prego, hai degli occhi belliss...
    Hei! Ma quella maschera è la mia!
    Una voce risuonò acuta e fastidiosa. La voce di un ragazzotto secco e dai capelli unti, il classico figlio di papà che non è capace di farsi i fatti suoi soprattutto quando vengono toccate le sue cose. Hannibal in un primo istante tentò quasi di non farci troppo caso nonostante avesse interrotto bruscamente la frase e il suo sguardo si spostasse da uno all'altro degli invitati sperando, invano, di non essere stato lui il bersaglio di quell'accusa. Purtroppo dovette ricredersi, insomma, quanti lì erano così pezzenti da dover rubare una maschera?
    Sicurezza! SICUREZZA! Al ladro!
    Un brivido lo percorse.
    Oh merda. Via!
    Non seppe perchè lo fece, forse fu un gesto incondizionato o dettato dal suo profondo istinto animale. Prese Kainè in braccio in modo alquanto brusco per poi correre via a gambe levate. Corse e corse mentre le voci delle guardie alle sue spalle lo intimavano di fermarsi. Corse fino a raggiungere una piccola macchia di alberi e approfittando della tarda ora, prendendo un forte slancio, spiccò un salto sul primo albero che gli si parò davanti, poggiando il piede sul tronco per poi darsi una nuova spinta, atterrando tra gli alberi e sedendosi su di essi con ancora Kainè addosso. Respirò profondamente, passandosi anche la mano sulla fronte tirando un sospiro di sollievo e solo in quel momento si rese conto dell'imprevedibile compagnia.
    Perchè mi hai seguito?
    Fu la sua unica, e alquanto stupida, domanda.
     
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10 replies since 21/2/2014, 01:58   290 views
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