Incontro Al Chiaro Di Luna

x Amaterasu Sakuya

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  1. Amaterasu Sakuya
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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Non sei andato affatto male, dovresti essere più sicuro di te ^^


    A caccia, come sempre, come ogni sera. Da quando era fuggita dal settore 5 non esisteva più prigionia, né limiti, né regole, era padrona della propria esistenza e avrebbe fatto da sovrana sulle proprie scelte. Eccola dunque scegliere un luogo assai usuale per le sue cacce, cambiava spesso destinazione per non destare sospetti né allarmare troppo le autorità, non voleva dare problemi ai suoi nuovi alleati dato che rappresentavano la sua unica possibilità di sfogarsi a dovere. Tuttavia quella sera, mentre strisciava tra le ombre degli alberi, al suo naso arrivò un odore molto diverso da quello della carne fresca, ciò che normalmente avrebbe considerato uno sfogo ma che pareva tanto genuino da impregnare l'aria. Era l'odore di un uomo che ricorda o desidera altra carne, che vuole cibarsi a sua volta non di gola ma di lussuria. Inizialmente pensò subito ad una coppietta che si stava imboscando, una bella preda doppia era l'ideale per Vladimir che si sentiva così affamata. Ma rimase doppiamente meravigliata nel rendersi conto, osservandolo dall'alto degli alberi, che la sua preda era da sola, pertanto tutto il desiderio sessuale che stava emanando proveniva dall'unico corpo che vedeva in giro. Notevole, doveva essere un amante focoso, o insaziabile e questa era una buona ragione per non succhiargli via le ossa prima del previsto. ma Vladimir era una creatura dispettosa, giocosa e incredibilmente annoiata, non si sarebbe d certo fiondata su di lui. Anzi, come ogni buona predatrice che prende esempio dai ragni, lo avrebbe attratto verso la sua tela.
    Una notte meravigliosa, non è così? Cosa ci fa un amante intenso come te isolato in un parco a quest'ora? Devi sentirti molto solo...
    Vladimir avrebbe attirato la sua attenzione tra i rami bui degli alberi. Era distesa sul ramo a pancia in giù, con le gambe distese e le ginocchia che si piegavano ritmicamente prima una e poi l'altra, su e giù, come se stesse viaggiando con i pensieri. Il braccio sinistro penzolava verso il basso, mentre il destro aveva il gomito sul ramo ed era piegato, sostenendo il mento di Vladimir col palmo rivolto verso l'alto. Lei era quasi completamente in penombra, l'unica cosa che si vedeva chiaramente erano i suoi occhi scarlatti, riflessi dalla luna come fiamme nella notte. Sul suo volto un sorriso malizioso, dentro la quale si celava la punta del suo mignolo destro.
     
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