[Missione] Il mondo va avanti anche senza di te

Per Hebi

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  1. White D. Hebi
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    Non era ancora abituato a quel modo di vedere. Riuscì a capire più o meno cos'era successo al fiore. Si era aperto senza problemi, per fortuna. Ma, immediatamente dopo, aveva iniziato a lacrimare sangue, e si era coperto di venature rosse come se l'occhio fosse irritato da qualcosa. Non era un buon segno. Immediatamente il suo corpo si alzò, d'istinto. Non ci aveva neanche pensato. Quasi sobbalzò vedendosi scattare in piedi, con efficienza. Aveva sentito qualcosa. Dalle sue orecchie, però. Era una sensazione assurda, vedere da un lato ma sentire da un'altro, qualcosa di difficilissimo da giostrare. Ma doveva imparare a farlo, e anche alla svelta. Dalla posizione dei suoi occhi potè notare, senza far voltare il suo corpo, che una mezza dozzina di persone arrancava verso di lui, emettendo mugugni e suoni senza senso, con gli occhi spenti e il passo di uno zombie. Distrutti, psicologicamente e fisicamente. Un'ombra di ciò che erano in passato. Denti macchiati di sangue, unghie consumate e rotte, guance scarnificate e cadenza debole e lenta. Ma erano ancora coscienti. Lo sapeva perchè sentiva la ragazza a cui aveva dato i suoi occhi respirare. E se lei respirava, era viva. Quidi lo erano anche loro. Estrasse Deimos dalla schiena, afferrandola con entrambe le mani, ma senza voltarsi.
    Hecarim.
    Si?
    Non troppo forte.
    Se proprio dobbiamo.
    Finalmente si voltò. Vide tutta la scena. Non aveva bisogno degli occhi. Quelle persone facevano rumore, molto rumore, e sentire quando fossero state abbastanza vicine non era un problema. Bastava che arrivassero nella portata dello spadone. Jorge respirò, a occhi chiusi. Non gli serviva davvero chiuderli, essendo comunque cieco, ma era un'abitudine. Sentì il primo farsi abbastanza vicino. Girò lo spadone sul piatto della lama. Un colpo secco sul ginocchio sinistro, da destra verso sinistra, per romperlo. Stessa cosa, invertita, successe all'altro ginocchio. Non perse neanche un secondo, la sua forza fisica era sufficiente per riuscire nell'impresa, e se non lo fosse stata, la leggerezza di quell'arma nelle sue mani e i propulsori dei grotteschi guanti che indossava lo avrebbero decisamente aiutato. Continuò fino a rompere entrambe le gambe di ogni persona che gli arrancava incontro, lenta e debole. Non volle fare loro più male del necessario. Era un cacciatore di taglie, ma non era un'assassino. Quelle erano semplici persone. Continuò a guardarsi, usando quella strana visuale delle cose per decidere al momento giusto quando la distanza tra le persone e la sua arma fosse sufficiente a colpire. Dopo il primo, toccò al secondo. Al terzo. Al quarto. Al quinto. E, infine, al sesto. Sarebbero caduti a terra con un tonfo, senza possibilità di avanzare. Avrebbe però continuato a tenere la spada in mano. Se quel tizio iniziava a spedirgli addosso semplici persone come scudo, potevano esserci solo due motivi: o era vicino, o qualcosa di peggiore si stava avvicinando. Per un attimo, un solo istante, sperò nella seconda.
    Berserk

    Fisico: Illeso
    Psiche: Inquieto
    Energia:80/80
    Tecniche usate:
    //

    Note:
    ► Potere: Non attivo
    ► Percussioner G non attivo [5/5]
    ► Deimos impugnata con entrambe le braccia
    ► Impalauomini fissata al fianco da una catena
    ► Dissectors fissati sulla pettorina
    ► Gemme Alpha (x5) in una tasca
     
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30 replies since 11/6/2013, 23:21   227 views
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