Venite bambini..

Per Chibino <3

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  1. Chibi kira.
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    Ogni pomeriggio, nei Parchi di Roma, quando il Sole è in alto nel cielo, un tenero ragazzino si mette in fuga sapendo che dovrà correre più velocemente della perversa donna che lo ha imprigionato nel suo ambiguo negozietto, se non vorrà essere stuprato (letteralmente) a sangue da questa; ogni pomeriggio, nei Parchi di Roma, quando il Sole è in alto nel cielo, una perversa donna che ha imprigionato nel suo ambiguo negozietto un tenero ragazzino, sa che dovrà semplicemente allungare le braccia per prendere il suddetto piccolo -visto che le belle gambettine non propriamente lunghe di quest'ultimo non gli permettono di allontanarsi moltissimo- per poter fare... "Quello che deve fare", naturalmente.
    In effetti il celebre proverbio africano non era propriamente così, ma non crediamo che le popolazioni dell'antico continente se ne avranno a male di sapere che la loro saggezza è stata un po' "rivisitata" per adattarsi alla particolarissima situazione venutasi a creare all'interno di quel grazioso quanto inquietante negozietto di fumetti e amenità varie. Anche perché, l'azione descritta dall'antico detto da noi "aggiustato", è proprio la stessa che si consumò all'interno del grande edificio, quando il nostro piccolo eroe, a dir poco imbarazzatissimo di aver sfiorato con la sua bella manina il florido quanto desiderabile seno della ragazza, cercò disperatamente di scappare via, prima che la sua bellissima e crudele sequestratrice non allungasse -per l'appunto- le braccia e non lo prendesse letteralmente per la "collottola", non soltanto avvicinandolo a sé con la stessa delicatezza che userebbe uno scaricatore di porto nei confronti di una timida verginella, ma anche bloccando con forza la bella manina del piccolo Dio sul suo seno perfetto, facendola affondare in quella meravigliosa e voluttuosa morbidezza. Dopotutto, poco prima di sfuggire a lei, aveva pensato (Leggete il post precedente n.d.r) che lui non era come quei pervertiti disperati disposti a vendere l'anima al Diavolo pur di poter toccare con la mano il seno di una donna: Ebbene a quanto sembrava la giovane donna che gli si parava davanti era ben peggiore di qualsiasi angelo caduto o entità maligna in genere, visto che sembrava aver tutta l'intenzione di prendergli l'anima anche se lui non aveva ancora firmato (col sangue, s'intende) alcun "contratto". Che poi col Diavolo avrebbe pur avuto qualche speranza di giungere a un buon compromesso, dopotutto erano quasi "colleghi", mentre con quella donna... Le speranze erano davvero molto, molto più fragili e sottili.
    C-cosa... C-cosa stai f-facendo? L-lasciami a-andare s-subito!!
    Supplicò il giovane Alphonse, con lo stesso tono di voce di un micetto illanguidito dalle coccole della sua padrona che ne richiedeva altre, mentre inutilmente cercava di tirar via la sua bella e affusolata manina dalla ferrea preda della bella donna che, di contro, la faceva affondare sempre di più nella morbidezza di quel seno a dir poco perfetto. Inutile dire, naturalmente, che il volto niveo e grazioso del nostro piccolo Dio divenne semplicemente paonazzo per il grande imbarazzo provato, avvampando come se sulla sua bella pelle vellutata e serica fosse divampato un fortissimo incendio, visto il bel calore che le sue guanciotte rosse irradiavano nell'aria intorno a loro. In effetti il nostro amato(?) piccino non si era mai trovato in una simile situazione, mai aveva toccato il seno di una donna e, a dire la verità, mai aveva pensato che una simile esperienza avrebbe potuto avere, in lui, tutta questa risonanza, tutto questo coinvolgimento fisico (Soprattutto fisico) ed emotivo, poiché aveva sempre considerato sempre la sessualità una "bassezza" volgare dell'animo degli umani, anche perché -sempre secondo il suo particolarissimo punto di vista- la bellezza delle donne umane non poteva aver presa in lui che aveva conosciuto quella delle Dee. E invece, soltanto adesso aveva iniziato a capire quanto si era sbagliato in precedenza, visto che in maniera quasi del tutto autonoma la sua bella bella mano affusolata aveva iniziato, seppur timidamente, a stringere quella straordinariamente invitante morbidezza, saggiandone così, col tocco tremante e impacciato della sua piccola manina, tutta la sua stupenda perfezione che nulla aveva da invidiare di quella di una Dea, fosse anche della stessa Afrodite.
    E' così soffice...
    Mormoro quasi in trance, mentre la sua bella mano affondava sempre di più su quel seno perfetto e lo carezzava impacciata eppure curiosa e desiderosa assieme, vezzeggiandolo con il suo palmo mentre, nel frattempo, i bei occhioni cobalto del nostro piccino si facevano leggermente liquidi da un desiderio che mai era riuscito a germogliare nella sua psiche ma che adesso, come un velocissimo rampicante, stava avvolgendo tra i suoi rami forti e nodosi ogni altro pensiero, legandoli tutti all'unico desiderio che sempre più vividamente si faceva largo nella sua mente: E cioè affondare il suo bel visetto tra quelle due meraviglie di Madre Natura, perdersi nella loro morbidezza finanche a rischiare di soffocare (Dopotutto sarebbe stata una morte alquanto dolce, bisogna ammetterlo) mentre le sue belle manine le tenevano ben strette nei loro palmi.
    C-come... Come osi?? Ti avevo appena ordinato di non chiamarmi più in questo modo disdicevole, razza di una... Mmppff
    Sfortunatamente la bella donna doveva possedere anche l'incredibile facoltà di leggere nel pensiero oltre a possedere davvero un bel paio di gemelle poiché, dopo aver irriso nuovamente il nostro piccolo Alphonse, sottraendolo così alla malia che esercitavano le sue belle forme prosperose e morbide, lo ricacciò di nuovo a forza nell'estasi stupita della sua (ancora candida) eccitazione, visto che letteralmente spinse il suo bel visino verso il suo prosperoso decolté, premendo quasi rudemente sulla nuca del giovane ragazzo affinché si trovasse letteralmente "schiacciato" tra quelle due belle collinette del piacere, dove la mancanza d'aria -pur essendo un problema non da poco- veniva vista come un prezzo anche fin troppo generoso per potersi beare di quelle due meraviglie.
    A-ah, mmh, n-no... L-lasciami a-andare, nh...
    Miagolò letteralmente il piccolo Dio quelle che, secondo lui, dovevano essere delle proteste, degli ordini perentori, ma che in realtà non erano altro che richieste di nuove coccole di un gattino piccolo e oltremodo indifeso, che in quel momento veniva "coccolato" da una leonessa che sì, lo stava "leccando" ma soltanto perché era molto, molto affamata. Inoltre, muovendo freneticamente la testolina per liberarsi dalla presa della ragazza, non fece altro che strusciare le sue morbide guanciotte di pesca sulla pelle nuda di quei due seni perfetti, saggiandone così la morbidezza e comportandosi proprio come un micetto (tanto per rimanere sullo stesso filone) che fa le fusa in cerca di attenzione. Naturalmente appena se ne accorse si fermò all'istante e avvampò letteralmente dall'imbarazzo tanto che la bella donna avrebbe potuto sentire sulla sua pelle tutto il calore creato dalle sue belle guanciotte, mentre lui perso letteralmente nel seducente profumo della sua bella pelle vellutata, schiudeva istintivamente le sue belle labbra di corallo e... Iniziava a posare casti bacetti impacciati e alquanto timidi su ogni centimetro di pelle scoperta di quel seno perfetto, concedendosi anche -di tanto in tanto- qualche leggero morsetto, soltanto per saggiarne meglio la morbidezza, con lo stesso candore di un infante che mordicchierebbe il seno della propria madre o nutrice.
    Purtroppo, però, questo piccolo e idilliaco momento venne inevitabilmente spezzato da un "piccolo" particolare che, da quando la sua bella testolina era finita tra le due "gemelle" della donna, gli era praticamente uscito di mente... Almeno finché non era tornato a frapporsi con rude violenza tra lui e la bella ragazza, a ostacolare il contatto diretto tra i loro due corpi: Infatti, qualcosa di più duro del marmo e oltremodo lungo e largo (Davvero, davvero largo) premeva con forza sul suo bel pancino, e per un istante il nostro Alphonse, troppo impegnato a sbaciucchiare timidamente quei seni perfetti, vi si strusciò castamente (E quindi anche terribilmente sensuale) contro, mugolando lamentoso per il fastidio che quella cosa lunga e larga gli stava procurando finché, sgranando i bei occhioni di zaffiro semplicemente inorridito (E imbarazzato) dalla consapevolezza di sapere cosa fosse quello strano "ostacolo", che prese subito a dimenarsi furiosamente per liberarsi e, alla fine, al prezzo di non poche fatiche riuscì a sgusciare dalla presa della donna, anche se finì comunque alle spalle al muro.
    Che tutti i Diavoli degli Inferi possano riempirti le ossa di zolfo! C-chi s-sei, p-perché m-mi s-stai f-facendo t-tutto q-questo??
    Chiese scioccamente il piccino piuttosto spaventato e alquanto imbarazzato, appiattendosi letteralmente alla parete come se volesse fondersi con essa, tremando per l'imbarazzo e l'eccitazione non soddisfatta, non sapendo cosa fare né cosa pensare. Beh, che dire? ogni predatore degno di tal nome deve sapere quando è il momento di sferrare l'attacco definitivo alla sua preda per farla sua: Ebbene, quello era il momento più adatto per "azzannare" il piccolo Alphonse e fare di lui ciò che più aggradava alla donnanontotalmentedonna, adesso stava soltanto a lei non sbagliare e vincere quel piccolo ma sicuramente accorato combattimento tra preda e predatore.
     
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23 replies since 29/3/2013, 16:10   559 views
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